sabato 19 ottobre 2019

MA LO YETI SE NE FREGA

tratto da L'Opinione del 2 maggio 2019

di Dalmazio Frau

Finalmente l’hanno trovato, ma noi non ne abbiamo mai dubitato: Lo Yeti esiste. Io personalmente ne ero certo, anche perché da ragazzo lessi il saggio – credo oggi fuori catalogo – Il mistero dello Yeti, dell’augusta penna di Attilio Mordini, che di certo ne sapeva ben più dei vari Cicap, dei soliti Pieri Angeli e persino dei Piergiorgi Odifreddi.

Qualche ora fa tutte le agenzie, hanno battuto la notizia che l’esercito indiano ha riscontrato - con prove fotografiche - impronte di Yeti, rinvenute lo scorso 9 aprile vicino al campo base di Makalu, sul massiccio dell’Himalaya, a oltre ottomila metri di altitudine.

A questo punto non c’è più alcuna ragione per dubitare scientificamente della realtà tangibile della misteriosa creatura, già citata in numerose fonti tradizionali dell’area tibetana, ma probabilmente già documentata nel tragico caso del passo Dyatlov, nonché riscontrata persino in territorio nordamericano sotto i nomi di Sasquatch o Bigfoot. Nel nostro stesso Bel Pese, l’analogo dello Yeti è comunque presente in numerose fonti antiche con il nome di “homo salvatico” e in altre forme locali. I cultori della zoologia fantastica, o “criptozoologia” se preferite, che sino ad oggi non hanno avuto modo di metterlo in dubbio, adesso potranno garantirne la certezza. Anche perché è evidente a noi tutti che esistono centinaia, anzi migliaia di antropoidi di fattezze umanoidi e radicalchic, che parlano non sapendo alcunché di quello di cui cianciano, dementi fascistoidi che stuprano credendo così d’esser dannunzianamente virili, altri che si drogano per sostenere le loro inverosimili tesi o che scrivono dotti saggi e sceneggiature per la televisione e fanno ancora tante altre cose nei loro attici con vista...

Lo Yeti esiste e lotta con noi, o forse no, semplicemente se ne impippa di tutto, vivendo la sua vita serena nelle solitudini dell’Himalaya, preoccupato soltanto di evitare il genere umano, intimorito dal potersi imbattere in Greta Thunberg, in Michela Murgia o in Asia Argento. Se esistono ancora femministe livorose nelle loro frustrazioni, leccaculi multiruolo, falliti e ipocriti d’ogni genere e specie, sotto qualsiasi egida politica o sociale; “influencer”e “gender fluid” da Grande Fratello… allora, perdonatemi il folle salto sillogistico, ma non vedo proprio perché non debba esistere “l’abominevole uomo delle nevi” che è senza dubbio meno abominevole di quanto si possa pensare e migliore di tutti loro.

Nostra nota.
Il libro di Attilio Mordini, "Il mistero dello Yeti" in realtà è ancora in commercio:



mercoledì 9 ottobre 2019

I primi libri sugli UFO negli Stati Uniti d’America: come è iniziato il mito dei “piatti volanti”

tratto da http://www.cacciatoredilibri.com/i-primi-libri-sugli-ufo-negli-stati-uniti-damerica-come-e-iniziato-il-mito-dei-piatti-volanti/

In principio fu… il 1950
Ho sempre avuto una curiosità insoddisfatta: quale è stato il primo libro pubblicato al mondo sul fenomeno dei dischi volanti? La questione è abbastanza complessa. Innanzi tutto parliamo di Stati Uniti d’America, e non potrebbe essere diversamente dato che tutta la problematica ufologica cosiddetta moderna parte dal 1947 con gli avvistamenti del pilota Kenneth Arnold nello Stato di Washington. Però, non sembra ci siano riferimenti chiari e incontrovertibili fino all’annus mirabilis 1950. Secondo gli esperti librai di Arcturus Book di Port St. Lucie, Florida, Behind the Flying Saucers (“Dietro ai dischi volanti”) (New York, Henry Holt and Company, 1950) di Frank Scully sarebbe uno dei primi tre libri pubblicati sull’argomento. È comunque da considerarsi il libro più importante degli inizi della problematica ufologica. Fu questo testo a scatenare l’entusiasmo popolare per i dischi volanti, la prima tiratura andò a ruba e le successive edizioni ebbero comunque tirature da record. Tutti i libri sugli Ufo degli anni ‘50 e ‘60 citano il lavoro di Scully, o almeno lo citano quelli – e non sono poi molti – dotati di una bibliografia.
Ma quell’anno escono in America – come minimo – altri cinque libri nei quali o si accenna o si parla diffusamente dei dischi volanti. Si tratta di: Star Guests (“Visitatori dalle stelle”) di William Duddley Pelley (Noblesville, Soulcraft); Flying Saucers: Portents of These “Last Days” (“Dischi volanti: un prodigio del nostro tempo”) della Sanctilean University (Santa Barbara, J. F. Rowny Press); The Flying Saucers Are Real (“I dischi volanti sono reali”) di Donald E. Keyhoe (New York, Fawcett Publications Inc.); Is Another World Watching? (“Ci stanno osservando da un altro mondo?”) di Gerald Heard (New York, Harper & Brothers) e Beyond the Moon (“Al di là/oltre della Luna”) di Edmond Hamilton (New York, Nal Signet Books). Traduco, per comodità, il termine saucer in disco.
Di The Flying Saucers Are Real di Donald E. Keyhoe esiste una recente ristampa di un appassionato ufologo disponibile su Lulu.com, il sistema di stampa digitale che ha ormai rivoluzionato l’editoria di nicchia.

Ma qualcuno dice che…
C’è però una seconda ipotesi sul primo nato tra i libri sugli UFO, anzi sui Flying Saucers. Nature of Infinite Entities di Orfeo Angelucci, di solito datato al 1952, potrebbe invece essere stato stampato la prima volta nel 1948 in una rarissima edizione a cura dell’autore. Lo afferma James R. Lewis (ed.) nel suo libro The Gods Have Landed (“Gli Dei sono atterrati”) (New York, University of New York Press, 1995).
Come in altri paesi, anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito prima dell’anno 1950 hanno fatto la loro comparsa alcuni libri che proponevano e anticipavano tematiche che poi sono diventate prettamente ufologiche. Tra di questi si può ricordare Frank E. Sorenson, con il suo Now We Fly (“Adesso voliamo”) (Chicago, John C. Winston Co., 1944). Due anni più tardi esce un pamphlet di Kenneth Goff, dal titolo: Traitors in the Pulpit and Treason Toward God (“Traditori nel pulpito e tradimento verso Dio”) (Englewood, Colorado, edizione privata, 1946). In questo libricino di appena 61 pagine compare un capitolo intitolato: The Flying Saucers: From Russia, From Another Planet, Or From God (“Dischi volanti: dalla Russia, da un altro pianeta o da Dio”).

Le sovraccoperte, il vero fattore scatenante!
In ogni caso, i primi lavori sui dischi volanti sono goffi, imprecisi, in quanto il fenomeno è nuovo e la casistica ancora insufficiente per uno studio sistematico. E questo lo si capisce benissimo anche leggendone solo qualche pagina. Lo stesso Kenneth Arnold – che involontariamente dette il via all’Ufologia come fenomeno di massa nel 1947 – decide di mettere nero su bianco e assieme a Ray Palmer fa uscire, ma non prima del 1952, The Coming of the Saucers (“L’arrivo dei dischi”) (Amherst, Wisconsin, Amherst Press).
Dei libri appena elencati sono soprattutto le sopraccoperte illustrate che colpiscono la fantasia della gente. Behind the Flying Saucers di Frank Scully è un volume in ottavo con copertina rigida in tela celestina, con due linee blu che si intersecano al piatto anteriore. Nella sopraccoperta un “piatto” volante bianco solca il cielo color verde mare e si addentra nell’oscurità. Se prendiamo questo libro come il punto di partenza della rivelazione del problema-Ufo, si può dire che una simile immagine rappresenta l’oscurità dalla quale il problema non uscirà mai più. Oltre mezzo secolo più tardi siamo ancora a dibattere su che cosa sono, da dove vengono e che cosa vogliono questi benedetti dischi volanti. Il libro di Scully parla di strani omuncoli che sarebbero precipitati con il loro disco volante. Inizialmente queste teorie erano state pubblicate sulla rivista Variety e poi messe in volume. Il concorrente True fece svolgere delle indagini e smascherò uno dei testimoni scientifici di Scully, screditando così le affermazioni dell’autore.
The Flying Saucers Are Real di Donald E. Keyhoe è invece un libricino in sedicesimo, copertina rigida ma non rilegata. Largo esattamente 4 pollici e un quarto, è un vero e proprio pocket. La copertina è rivestita tipograficamente da una sottile pellicola trasparente che con il tempo tende a staccarsi. Così è abbastanza difficile trovare una copia di questo libro in perfetto stato. Un libraio di Glendale, California, chiama questa pellicola con il nome di plasticine, ma non so se è corretto. L’illustrazione della copertina è da autentica saga stellare, con dischi volanti fantasiosamente sagomati e colorati, da cui dipartono misteriosi fasci di luce. Il tutto in orbita sulla Terra; si intravede la California in basso. Questa immagine è diventata un classico dell’Ufologia, riportata spesso in locandine e manifesti in occasione di mostre e convegni sui dischi volanti. O riprodotta su pubblicazioni del settore. L’autore, Frank Tinsley, potrà esserne soddisfatto, speriamo solo ne abbia ricavato il giusto guadagno.
Il librettino in sé non è rarissimo, credo ce ne siano in circolazione ancora una certa quantità di copie. Come detto, però, sono rare le copie perfettamente conservate, con ancora la pellicola attaccata. Come se non bastasse, la carta di questo libro tende facilmente ad ingiallire e con il passare dei decenni ritengo diventerà assai fragile.
Per assurdo, infatti, i libri non andrebbero mai letti, soprattutto certe brossure tascabili. Leggendole, pian piano si rovinano, allentandosi o addirittura scollandosi. Per i librai le copie unread (“non lette”) sono le migliori, e il perché è evidente al momento di pagare il conto!

La Sanctilean University, il pazzo lato dell’America!
Del lotto degli aspiranti al titolo – forse più platonico che altro – di “primo nato” tra i libri sui dischi volanti fa parte anche lo strano Flying Saucers: Portents of These “Last Days” della Sanctilean University. È in realtà un booklet, cioè un libricino, poco più che un opuscoletto. Conta 40 pagine in formato ottavo, ha una copertina giallo cadmio, con titolazioni in azzurro. È il booklet n. 2 della serie della Sanctilean University di Florence, Arizona. Va subito detto cosa sia questa Sanctilean. Una specie di congrega religioso-culturale che professa ideali new age, una delle tante che caratterizzano il poliedro Stati Uniti d’America. Questa università, sono loro stessi che lo dicono, “è una Educational Corporation dello stato dell’Arizona, in possesso di tutte le autorizzazioni legali di ogni altra università al mondo”. Il libretto in questione non è frequente sul mercato del raro, in effetti deve essere stato stampato in un numero limitatissimo di copie, poste in vendita a 50 cents l’una nel 1950. Si divide in tre parti e nell’ultima tratta del fenomeno dei dischi volanti. La sezione in questione si intitola “Flying Saucers and Related Phenomena”.
L’autore del libretto non è specificato chiaramente. Tutte le indicazioni presenti riportano il nome della Sanctilean al posto di quello dell’autore, il quale, in carne e ossa, potrebbe essere il reverendo John Lowell che due anni prima (1948) aveva pubblicato un altro volumetto per la stessa serie, per la cronaca si trattava di The Impending Golden Age, considerato abbastanza raro in prima edizione. Dice lo stesso reverendo Lowell:

“La Golden Age – L’Età dell’Oro – è il settimo anno dei tredici che compongono un ciclo solare di avanzamento. Le Età dell’Oro sono periodi ricorrenti di rinnovamento astronomico della Terra, in preparazione per il successivo atto nel processo di creazione. La prossima Golden Age è imminente”.

Così almeno si riteneva nel 1948.

Ma insomma, chi ci sta guardando da lassù?
Gerald Heard, un raffinato scrittore nato nel 1889 in Inghilterra e trapiantato in California dal 1937, fu autore del celebre Is Another World Watching? (New York, Harper & Brothers, 1950). L’edizione americana fu poi seguita da quella inglese, nota con il titolo The Riddle of the Flying Saucers (“L’enigma dei dischi volanti”), edita da Carroll & Nicholson di Londra. Da notare come curiosità il fatto che il titolo dell’edizione americana viene usato come sottotitolo nell’edizione inglese e viceversa.
Anche la sopraccoperta di Is Another World Watching? porta un’illustrazione che poi diventerà familiare per chi si occupa di dischi volanti. La Terra vista da un oblò di un’astronave misteriosa. Un disegno che lascia tutto lo spazio necessario all’immaginazione di ognuno di noi. L’edizione inglese, invece, in maniera più esplicita sotto il profilo del messaggio da dare al futuro lettore, porta una sopraccoperta nella quale campeggia il nostro pianeta illuminato dal sole e dal quale fuoriesce una squadriglia di nove dischi volanti.
L’edizione americana è un libro rilegato con copertina rigida in tela color cappuccino al dorso e finta tela, più scura, ai piatti. Il colore di fondo della sopraccoperta è il grigio grafite. Il formato è l’ottavo, le pagine 183, con quattro tavole di fotografie di dischi volanti. In questo libro Heard si produce in un’ardita teoria. Secondo lui i dischi volanti vengono da Marte. I marziani sarebbero simili a dei grandi insetti ma dotati di un’intelligenza superiore.
Ho, come curiosità, trovato un libro molto particolare scritto da Frank Scully. Si tratta di Blessed Mother Goose (“Benedetta mamma oca”) (Hollywood, House-Warven, 1951). Altro non è che un libro di canzoncine e di rime per maestrine d’asilo. Nulla che riguardi l’Ufologia. Stupende le illustrazioni di Keye Luke. Al frontespizio noto una bella dedica dell’autore a una bambina che ha perso il padre nella guerra di Corea. All’interno del volume, come segnalibro, c’era una bella foto d’epoca che ritrae l’autore mentre consegna una copia del suo lavoro a un sacerdote

[testo tratto da “Dischi volanti e mondi perduti“, in: A caccia di libri proibiti, di Simone Berni (Edizioni SimOn, 2019)]

sabato 5 ottobre 2019

Alieni e Umani - Una questione di contatto - Roma

Nel corso dei secoli, popoli di tutto il mondo hanno tramandato attraverso i testi e le raffigurazioni artistiche, la comparsa di misteriosi oggetti volanti nei cieli del nostro pianeta.
In alcuni casi essi hanno anche descritto gli incontri con gli occupanti di questi velivoli rappresentandoli a volte come temibili divinità, a volte come pacifici visitatori celesti.
L’obiettivo che si propone, partendo dalla consapevolezza che non siamo certamente soli in questa parte dell’universo e che, forse, non lo siamo mai stati, è quello di stimolare la curiosità, ma soprattutto i dubbi, di tutti coloro che si sentono attratti da questi argomenti, per cercare di trovare, insieme, le risposte alle molte domande e ai molti enigmi che ancora oggi circondano l’affascinante mistero degli UFO.

Fusolab 2.0
Sabato 19 ottobre 2019 dalle ore 16:00 alle 20:30
Viale della Bella Villa 94, 00172 Roma




mercoledì 2 ottobre 2019

Storia ascetica del Giappone

Il Giappone rappresenta, insieme a pochi altri stati nel mondo, un mosaico di situazioni, emozioni e religioni molto diverse tra loro ma tutte accomunate dalla medesima “parola d’ordine”: la pacifica convivenza.
Il Sol Levante, però, risulta anche peculiare in quanto il vissuto di tutte le fedi lì presenti si radica fin dagli albori della sua storia, arrivando a permeare anche la letteratura e l’intera società che, con il passare del tempo, ha portato ad una commistione tra le principali credenze autoctone dello Shintoismo e le fedi “importate” come il Buddhismo, il Confucianesimo ed il Taoismo.
Come comprendere quindi la genesi e l’evoluzione di un mondo così particolare?
Ovviamente partendo dalla storia, che rappresenta da sempre il punto cardine per un’indagine accurata del contesto in cui si insinuano talune realtà o aspetti di essa; la filosofia che risulta estremamente importante in tutto l’Estremo Oriente antico e moderno; la mitologia e la letteratura che portano da sempre un enorme contributo allo sviluppo e al mantenimento delle realtà spirituali e formative della persona e dello stato; la religione in senso stretto, in quanto formata da quel quid di esperienze e rituali che permettono al singolo di crescere ed evolvere o semplicemente di seguire il dettame imposto dalla fede che avrà poi il compito di forgiare l’identità nazionale.
Il Giappone è tutto questo e molto altro!
Insieme alla yamatologa, Rossana Carne – laureata presso l’Università degli Studi di Torino – iniziamo questo viaggio alla scoperta della religione e del misticismo in Giappone per comprendere le radici storiche di un grande passato e la loro influenza sul presente.

Ancora una volta la nostra Associazione si pregia di invitarvi ad un appuntamento di straordinario interesse al quale non mancare assolutamente!

La partecipazione a questa serata è soggetta a Tesseramento A.S.I. ed è obbligatoria la prenotazione da effettuarsi chiamando i numeri 379.1610521 - 346.9451451 -  o scrivendo a: cta102@cta102.it
Si precisa inoltre che la sola adesione all’evento effettuata su Facebook non è considerata una prenotazione valida.

Per i nostri Associati che volessero seguire la conferenza a distanza sarà naturalmente disponibile il collegamento in streaming video.


sabato 28 settembre 2019

La reggenza di Michele Arcangelo nell'era dell'ascensione umana

Vi segnaliamo questo evento gratuito organizzato dall'associazione SARAS:

La reggenza di Michele Arcangelo nell'era dell'ascensione umana
sabato 12 ottobre ore 20,30 via A. Volta, 1 - Gattinara (VC)


mercoledì 25 settembre 2019

La magia. Nei secoli e secondo Giordano Bruno

La magia. Nei secoli e secondo Giordano Bruno

di Gianmario Ricchezza e Daniele Trucco

Il lavoro cerca di procedere in modo cronologico mettendo in luce contemporaneamente l’evoluzione del pensiero magico con tutti i suoi notevoli cambiamenti concettuali e gli elementi che invece accomunano da sempre la sua storia. In particolare si è notato quanto il suono e la figura siano ancora oggi elementi indispensabili all’efficacia dell’atto magico: nonostante l’era informatica abbia modificato l’approccio a un certo tipo di ritualità, l’idea chiave della visualizzazione simbolica e della sonorizzazione del comando non si è estinta. Completa il lavoro una nuova traduzione del De magia di Giordano Bruno.


La magia. Nei secoli e secondo Giordano Bruno
Collana: Magia, miti e culti
Pagine: 198
Prezzo: € 16,50
ISBN: 9788871693019



Gianmario Ricchezza ha studiato filosofia all’Università Statale di Milano. Ha curato per Excelsior1881 (Milano) le edizioni moderne dei testi di Giordano Bruno: Il candelaio (2008), La cabala e l'asino (2010), La cena delle Ceneri (2012). Ha pubblicato con M. Cavallero per la Golem Edizioni (Torino) Giordano Bruno e la nascita dell'arte moderna (2016).

Daniele Trucco si è laureato in Lettere presso l’Università di Torino, ha conseguito il Diploma in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e quello di Composizione al Conservatorio “F. Ghedini” di Cuneo. Collabora con riviste di arte e di matematica, ha pubblicato saggi, narrativa e composizioni per vari strumenti e, oltre all’insegnamento di materie letterarie nella scuola pubblica, si dedica alla musica condirigendo lo CFAM di Verzuolo.


sabato 21 settembre 2019

I primi libri spagnoli sugli UFO (anni ’50)

tratto da http://www.cacciatoredilibri.com/i-primi-libri-spagnoli-sugli-ufo-anni-50/

di Simon Berni

L’anno zero delle pubblicazioni sugli UFO in Spagna (e nel mondo): 1950

Se andiamo alle origini del fenomeno Ufo in Spagna dobbiamo considerare due libri che uscirono nell’anno zero dell’Ufologia mondiale, ovvero Los “platillos voladores” (“I piatti volanti”) (Barcelona, Editorial Molino, 1950) di J. M. Díez Gomez e En el país de los platillos volantes (“Nel paese dei piatti volanti”) (Madrid, Gráficas Nebrija, 1950) di J. Curto Guzmán.
L’anno successivo si ebbe Platillos volantes (“Piatti volanti”) (Barcelona, Bruguera, 1951) di Peter Debry. A seguire, El secreto de los platillos volantes (“Il segreto dei piatti volanti”) (Madrid, Calleja, 1952) di Juan Antonio De Laiglesia. Sono questi quattro i primi libri sul fenomeno dei dischi volanti mai apparsi in Spagna. Sono questi che dovete cercare.
Parliamo un po’ delle loro ingenue ma spettacolari copertine. Los “platillos voladores” si presenta con un fiammeggiante “piatto” volante, che viene spettacolarmente inseguito da un bimotore il quale sale di quota verticalmente nel cielo, bucando le nuvole, come fosse un missile! Il secondo volume di questa mini-rassegna, En el país de los platillos volantes, invece, non ha una copertina illustrata. Presenta solo un titolo con caratteri “calligrafici”, che sono comunque testimoni del gusto e dello stile dell’epoca.
Platillos volantes ricorda un fumetto in bianco e nero, con un ipotetico agente segreto dell’epoca, armato di rivoltella, che fugge via in sella alla sua superaccessoriata motocicletta, inseguito da tre piatti bianchi saettanti nel cielo, al di sopra di una metropoli.
La copertina che preferisco, comunque, è quella di El secreto de los platillos volantes. Una donna misteriosa (o un essere androgino?) con una svolazzante camicia gialla è al cospetto di un extraterrestre (verde, ovviamente) dalle orecchie spropositate. Un lembo della camicia della donna si rivela provvidenziale nel coprire il sesso dello strano e buffo essere. Ma tutti e quattro i libri citati, che coprono gli anni che vanno dal 1950 al 1952, sono nella realtà delle opere di science fiction, non trattando di dischi volanti frutto di reali avvistamenti, ma solo platillos volantes come ingredienti “esotici” di novelle e romanzi. Questo sebbene nel libro di J. M. Díez Gomez alcune sue opinioni personali sui dischi volanti siano intercalate nel testo alla finzione letteraria, che è comunque prevalente.


Los “platillos voladores”, di J. M. Díez Gomez (Barcelona, Editorial Molino, 1950)

Platillos volantes, di Peter Debry (Barcelona, Bruguera, 1951)

El secreto de los platillos volantes, di Juan Antonio De Laiglesia (Madrid, Calleja, 1952)

Los platillos volantes y la evidencia, di Manuel Pedrajo (Santander, edizione privata, 1954).

Le perle più rare

Il super esperto di ufo-bibliofilia spagnola, Antonio González Piñeiro, suggerisce due titoli veramente introvabili e che farebbero “impazzire” qualsiasi cercatore di libri. Il primo è anche il primo libro pubblicato in Spagna sul “problema” dei dischi volanti, Los platillos volantes y la evidencia (“I piatti volanti e l’evidenza dei fatti”) (Santander, edizione privata, 1954) di Manuel Pedrajo. Il libro fu fatto stampare dallo stesso autore. Il secondo pezzo raro di questa mini rassegna è Astronaves sobre la Tierra (“Astronavi sulla Terra”) (Barcelona, Oromí, 1955) di Eduardo Buelta, un opuscoletto, 28 pagine, credo uno dei pochi documenti al mondo sulla cosiddetta teoria del ciclo bienal marciano, in voga tra i primi contattisti spagnoli e poi derelitta.

Fernando Sesma

Se ritorniamo all’intrigante Fernando Sesma – vedi un precedente articolo: Ummo, il libro “que no se piede hallar”: la chimera introvabile dello’ufologia spagnola – non possiamo fermarci al suo libro sugli ummiti, come se niente fosse. L’esperto di libri sugli Ufo (e non solo) Marco Mucci di Roma mi segnala di essere in possesso del rarissimo Los platillos volantes vienen de otros mundos (“I piatti volanti vengono da altri mondi”) (Madrid, Editorial Fiel, 1955). Da una breve ricerca incrociata tra gli appassionati è risultato che nessuno abbia mai avuto questo volume fra le proprie mani. A volte viene citato nelle bibliografie, come se il suo contenuto fosse di dominio pubblico e ben conosciuto a tutti, ma chi lo ha mai visto veramente? Si tratta per la verità di un grosso opuscolo, conta 78 pagine. Il libro fa un’analisi dell’Ufologia mondiale dei primi anni ‘50, con un occhio particolare ai contattisti d’oltre oceano come Adamski. Trovarne una copia sul mercato è la speranza di molti, ma pochi la vedranno realizzarsi. Abbastanza raro è pure Yo, confidente de los hombres del espacio (“Io, il confidente degli uomini dello spazio”) (Madrid, Editorial Tesoro, 1965), nel quale l’autore getta, per così dire, le basi della sua ricerca, ne delinea l’approccio e ne rammenta gli esordi, citando esperienze “significative” durante le sue interminabili e proficue passeggiate nel parco centrale di Madrid.
Sempre di Sesma, da cercare anche l’intessante ¡Sensacional! Hablan los extraterrestres! (“Sensazionale! Parlano gli extraterrestri”) (Madrid, Gráficas Espejo, 1966). Sempre più difficile da rintracciare, invece, è La logica del visitante del Espacio (Madrid, Editorial Tesoro, 1969) che, come si dice in copertina:

“No es un libro más sobre OVNIS. Es una primera y auténtica explicación sobre la conducta desconcertante de sus tripulantes y su filosofía (“Non è un altro libro sugli Ufo; è una prima autentica spiegazione sulla condotta sconcertante dei loro abitanti e della loro filosofia”)”.

Ritengo tuttavia che due delle opere sui dischi volanti più introvabili di Fernando Sesma (alla pari di Los platillos volantes), collocate anch’esse negli anni ‘50, siano da considerarsi rispettivamente La piedra de la sabiduría (“La pietra della sapienza”) (Madrid, Marisal, 1956) ed Esquema de la nueva filosofia de la piedra del espacio (“Schema della nuova filosofia della pietra dello spazio”) (Madrid, stampato in proprio, 1958); si tratta di due opuscoli, contando il primo 78 pagine e il secondo appena 24. L’argomento di questi due lavori ruota attorno al misterioso significato di strani caratteri incisi su una pietra che un sedicente extraterrestre avrebbe consegnato a un anonimo infermiere (e poi famoso contattista), Alberto Sanmartín, pare nel novembre del 1954. Devo ammettere (senza nulla togliere all’importanza del reperto) che quei geroglifici incisi sulla pietra rettangolare (avendoli visti) sembrano piuttosto ingenui, specialmente se osservati oggi e non cinquant’anni fa.
Un altro opuscoletto di Sesma, non facile da rinvenirsi, è La llama de seda (“La fiamma di seta”) (Madrid, Marsiega, 1976), che racchiude massime filosofiche ed esistenziali. A Barcellona ne ho trovata una copia sciaguratamente sfuggita ai cercatori spagnoli con una preziosa dedica autografa dell’autore al grande ufologo Antonio Ribera. All’interno dell’opuscolo, ben ripiegata, ho inoltre rinvenuto una lettera manoscritta di Sesma datata 11 marzo 1976 indirizzata allo stesso Ribera, dalla quale si evince l’amicizia che legava i due autori e il loro continuo scambio di informazioni e di libri. Il libretto faceva probabilmente parte della collezione personale di Ribera, fortunatamente dispersasi in chissà quanti paesi. Colpevoli i librai.

Libri fantasma

Entrambi gli autori hanno fatto uso di pseudonimi durante la loro attività. Dr. Kérek per Fernando Sesma e Anthony Simons per Antonio Ribera. Per chiudere il discorso sui rari libri di Fernando Sesma, voglio esibirmi in un colpo di scena finale. Sempre su imbeccata del competente Mucci cito infatti la commedia El secreto de Lady Margarita. Non esistono dati bibliografici su questo libro. Forse non esiste neppure il libro (ma se esiste fu stampato sicuramente prima del 1965). Il fatto è che Sesma lo cita ripetutamente in diversi suoi lavori e nonostante ciò esperti bibliofili spagnoli, pur avendo effettuato ricerche in tutte le direzioni, non ne hanno mai trovata traccia. La misteriosa signora sarebbe una nobildonna di Albacete, Margarita Ruiz de Lihori, invischiata in non si sa bene quale strana faccenda con il popolo extraterrestre degli ummiti. Il mito della mano cortada (“mano recisa”) sembra presiedere il tutto. Non ci è dato aggiungere di più. Ecco un vero e proprio misterio, al quale corrisponde il suo immancabile “libro proibito”.
A proposito di “donne fatali” nella vita di questo insolito autore, un cenno lo merita la conturbante figura di Mercedes de Sosa. Vi aleggia un piccolo mistero, ma sono cose di mezzo secolo fa, ormai. Un altro enigma ruota invece attorno a un numero che risulta indissolubilmente legato a Fernando Sesma: 372452. E lo sarà per gran parte della sua esistenza. Ma è un mistero per i più.

[testo tratto da “Dischi volanti e mondi perduti“, in: A caccia di libri proibiti, di Simone Berni (Edizioni SimOn, 2019)]