venerdì 24 gennaio 2014

Alla ricerca dei “Libri dell’Abisso”


di Roberto Volterri e Bruno Ferrante


Libri dell’Abisso”?
Abisso” dell’animo umano? “Abisso” della follia? “Abisso” delle conoscenze esoteriche?
Di sicuro un “Abisso” in cui si è da sempre immerso chi ha cercato di varcare l’effimera, evanescente “soglia” che sembra separare questa a volte noiosa realtà immanente da una meno ovvia ma forse più pericolosa realtà trascendente ove si nascondono le “ombre” più oscure delle umane vicende…
“Ombre” attraversate nel corso dei secoli da inquietanti, luciferini, personaggi dei quali il mitico “dottor Faust” di marlowiana memoria sembra apparire come una sorta di tragico mentore ispirato al realmente esistito Johann Georgius Faustus Helmstetensis, astrologo e necromante della cittadina di Ingolstadt, vissuto a cavallo tra XV e XVI secolo.

Roberto Volterri
Roberto Volterri

“Ombre” in cui si mossero, brancolarono, soffrirono, molti altri suoi epigoni, personaggi intorno ai quali l’odor di zolfo aleggiava inesorabilmente…
Quali, ad esempio, John Dee , nel 1551 ingiustamente accusato di stregoneria e di aver cercato di avvelenare Maria I Tudor ma divenuto successivamente astrologo di fiducia della regina Elisabetta I e suo consigliere per qualsiasi argomento riguardante “studi proibiti”. Oppure, Edward Talbot, ma per gli amici Edward Kelley, sedicente medium di Dee e noto per la sua dichiarata abilità nell’evocare presenze angeliche (o diaboliche?).
Nel recente “I Libri dell’Abisso”  abbiamo voluto prendere in esame soprattutto alcuni testi “maledetti”, un po’ in “odor di zolfo”, (forse) mai visti, sfogliati o letti da nessun essere umano. Forse perché… non sono mai esistiti, forse perché non li abbiamo ancora ritrovati.
Ovviamente siamo partiti dal più noto tra gli “pseudobiblia”, ovvero quei testi di cui tutti parlano, molti sostengono di averli visti, nessuno sa dove siano realmente: il famigerato “Necronomicon”.
Perchè… il “Necronomicon” non esiste, lo sanno tutti!
O, meglio, forse non esiste con questo nome, forse è inutile cercarlo nelle varie biblioteche dove – lo sappiamo, lo sappiamo, stiamo esagerando! – potrebbe “vivere” sotto falso nome, custodito  con tanto di improbabile codice alfanumerico, dewey, cdu o meno, con cui da “qualcuno” lì sarebbe stato collocato. Manca solo il codice ISBN e poi l’opera di “disinformazione” apparirebbe completa!
Roberto Volterri – da sempre “stregato” dall’introvabile Grimoire – se ne è bene accorto scrivendo parte del sequel “I Dèmoni dell’Abisso”, poiché durante le sue ricerche – sia su libri editi in Italia, sia nel web – sono apparsi nomi, località e circostanze… del tutto inesistenti.
Eppure non è a priori escludibile con “assoluta certezza” che da qualche parte, in qualche polverosa e dimenticata biblioteca, qualcosa di simile al tanto discusso e “famigerato” “Necronomicon” esista sul serio.
Chi scrive – soprattutto uno degli autori del libro appena pubblicato… – è profondamente convinto che il grande Howard Phillips Lovecraft non abbia detto tutta la verità riguardo al “diabolico” Grimoire.
O meglio, ha solo raccontato “parziali verità”, espressione questa che non è affatto sinonimo di “menzogne”.
Lovecraft, non possiamo non tenerne conto, fu estremamente complesso, geniale quanto si vuole, ma affetto da infiniti “problemi” d’ordine psicologico fin dalla più tenera infanzia. Preda di ripetuti esaurimenti nervosi forse provocati anche dalla madre che gli impediva di uscire di casa perché lo riteneva “brutto”, afflitto da svariati problemi di natura fisica che lo tennero lontano dalle aule scolastiche, in preda a continue emicranie – causate, sembra dalla caduta da un’impalcatura in età adolescenziale – Lovecraft visse sempre all’ombra di figure femminili rappresentate, oltre che dalla madre, dalle zie anch’esse iperprotettive.
L’unica altra figura femminile che appare nella sua strana esistenza è Sonia Haft Greene, con la quale contrae matrimonio nel marzo del 1924.
Uno stranissimo matrimonio – forse del tutto “platonico”… – durato ben poco ma che potrebbe aver influito sulla sua produzione letteraria, poiché la Greene era stata allieva del famigerato Aleister Crowley, la “Grande Bestia”, il più famoso “mago” del XX secolo.
Ė quindi abbastanza plausibile che l’infelice unione coniugale del “Solitario di Providence” – il quale, ricordiamocelo, aveva conosciuto la Greene il 12 Marzo 1921  e per lei, nel 1922, aveva addirittura scritto il racconto “The Horror at Martin’s Beach”… – abbia avuto come naturale conseguenza qualche influenza, qualche “ispirazione” per dar vita alla descrizione, alla cronologia più o meno attendibile, con cui HPL menziona per la prima il “Necronomicon” proprio in quegli anni, nel racconto “The Hound”.
Pur non trascurando l’ipotesi che il “Necronomicon” possa derivare dalla celeberrima “Clavicula Salomonis”, un Grimoire magico che Lovecraft avrà molto probabilmente conosciuto nella sterminata biblioteca del nonno, biblioteca in  cui passò quasi tutti gli anni della sua sofferta adolescenza…
Ma tra i “Libri dell’Abisso” non potremmo non annoverare anche l’intraducibile (fino ad ora…) “Manoscritto Voynich”, definito come “il libro più misterioso del mondo”.

Bruno Ferrante
Bruno Ferrante

Datato al XV secolo mediante il metodo del C14 applicato all’analisi delle pergamene che lo compongono, potrebbe essere stato redatto tra il 1404 e il 1438.
Ma di questa datazione non siamo del tutto certi…
Il “lieto evento”, la sua nascita, oscilla di molto a seconda delle… preferenze e del substrato culturale dei vari studiosi che si sono, da circa un secolo, impegnati nello studio di questo strano reperto.
Compreso Bruno Ferrante, il quale ha l’indiscusso merito di avere utilizzato un inedito approccio di tipo storico-informatico dedicato alle curiose raffigurazioni, botaniche, astronomiche, “mediche”, che lo abbelliscono. Ma non solo…
Le indagini, le ricerche storico-iconografiche hanno dato vita ad una nuova ipotesi: nei dintorni del lago Balaton, in Ungheria, è possibile che si svolgessero singolari pratiche basate su cure idrotermali e fitoterapiche – forse sotto l’influenza di particolari “congiunzioni astrali” – volte a superare “difficoltà di concepimento” da parte di alcune auguste regnanti dell’epoca.

Voynich, schema astrale
Manoscritto Voynich

Tale ipotesi fornirebbe una spiegazione – dotata di un accettabile “spessore probatorio” – alle curiose raffigurazioni di leggiadre fanciulle, dalle gote arrossate, a volte con il ventre prominente, immerse in improbabili “vasche” e “tubazioni” dalle quali esce acqua forse arricchita con i principi attivi estratti da alcune delle piante visibili nella sezione “Botanica” del “Manoscritto Voynich”, raccolte e distillate in ben precisi periodi dell’anno, verosimilmente indicati nella sezione “Astronomica” del misterioso documento. Chissà? Forse è questa la strada da percorrere…

Voynich donne alle terme?
Manoscritto Voynic, immagine

Il “Manoscritto Voynich “ – noto anche come MS408, codice con cui è catalogato presso la “Beinecke Rare Book and Manuscript Library” dell'Università di Yale – compare per la prima volta a Praga, la “magica” Praga dell’imperatore Rodolfo II, la Praga del “mago” John Dee e del suo del tutto inaffidabile collaboratore Edward Kelley, la Praga degli alchimisti, la Praga da cui, verosimilmente, venne inviato a Roma per essere decifrato da quel geniale gesuita “tuttologo” che rispondeva al nome di Athanasius Kircher, uomo dai molteplici e strani interessi scientifici.
A Roma, al Collegio Romano, qualcosa successe, forse qualche foglio, qualche pergamena andò “perduta”, forse non venne mai restituita ai confratelli di Villa Mondragone, poiché all’appello mancano ben quattordici fogli. Che stiamo da tempo cercando…

Calamaio di Athanasius Kircher
Fino al 1915 era conservato nel museo di Castel sant'Angelo.
Trovato dal Roberto Volterri in un libretto pubblicato in quell'anno dal Dott. Pietro Capparoni, storico della medicina.
Cercato di recente a Castel Sant'Angelo, ma le varie collezioni - tranne qualcosa di armi antiche - è stata dispersa tra vari musei di Roma. La "cerca" continua...
Ci fermiamo qui, suggerendo ulteriori ricerche “sul campo”, in alcune istituzioni ecclesiastiche, in sperdute e dimenticate chiese – in particolare nelle loro cantine… – nelle innumerevoli biblioteche di cui è fortunatamente dotata l’Urbs aeterna, muta testimone di strane vicende storiche, di intrighi culturali, di (quasi) insondabili “misteri”…

domenica 19 gennaio 2014

I Libri dell’Abisso di Roberto Volterri e Bruno Ferrante





Ne “I Libri dell’Abisso” troverete inedite immagini e notizie su alcuni libri mai visti, sfogliati e letti da nessun essere umano. Forse perché… non sono mai esistiti, forse perché non li abbiamo ancora ritrovati. Molti sostengono di averli visti, ma nessuno… sa dove siano realmente, come ad esempio il famigerato “Necronomicon”.
 Ma tra “I Libri dell’Abisso” non potremmo non annoverare anche l’intraducibile (fino ad ora…) “Manoscritto Voynich”, definito come “il libro più misterioso del mondo” e  catalogato come MS408 presso la “Beinecke Rare Book and Manuscript Library” dell’Università di Yale. Insomma, scoprirete, pagina per pagina, i “misteri” che da un secolo aleggiano intorno a questi stranissimi “Libri dell’Abisso”, ripercorrerete le ricerche degli autori, forse troverete altri indizi, altre “tracce”, a
ltri “misteri”…

Eremon Edizioni - Via Trilussa, 98 – 04011 Aprilia (LT) www.eremonedizioni.it


Roberto Volterri. Laureato in Archeologia si interessa dai primi anni’60 di fenomenologia ESP e degli aspetti meno consueti della realtà. Ha già pubblicato oltre trenta libri tra cui: Manuale di Psicotronica (Eremon, 2007); Gli Stregoni della Scienza (Eremon, 2009); Archeologia dell’Impossibile (Eremon, 2010); Il laboratorio del Dr. Frankenstein (Eremon 2011); Odissee di sangue (Eremon, 2012); L’Ombra della Clessidra (Eremon, 2013); IFO Oggetti Volanti Identificati ?(Eremon, 2013). Con SugarCo Edizioni e Il Cerchio della Luna ha pubblicato decine di altri libri in cui il “mistero” è l’interprete principale. Ha pubblicato oltre duecento articoli dedicati alle tematiche ‘misteriose’ comparsi sulle riviste gli Arcani, Abstracta ed Hera (di cui è stato a lungo il Consulente scientifico); ha partecipato ad alcune trasmissioni radiofoniche (Totem, su RTL 102,5) e televisive sia su reti RAI (Voyager) sia su emittenti private (Stargate e Il Sogno dell’Angelo). “Minaccia” di pubblicare altrettanti libri sulle tematiche… “misteriose”!
Bruno Ferrante. Scrittore e saggista appassionato di archeologia e arti grafiche antiche, in questi ultimi anni – oltre al dedicarsi a studi in ambito universitario con indirizzo formativo in storia antica della Chiesa – si è impegnato nella consultazione di “strani” manoscritti medievali, iniziando un lungo percorso per la ricerca e decifrazione di manufatti, incisioni e antiche stampe  riguardanti il “mistero”..

domenica 12 gennaio 2014

Iconografia dei Re Magi: europea, asiatica e africana per rappresentare i tre continenti


pubblicato su Archeologia & Cultura n. 3 del 7 febbraio 2010
 
di Vito Foschi

In questo breve scritto vorrei soffermarmi sulla rappresentazione classica dei Re Magi, per poterne indicare l’origine. Si è subito portati a pensare che le immagini dedicate ai magi sono tratte dal racconto evangelico, ma questo non è propriamente vero; siamo talmente abituati a certe tipi di rappresentazioni da non conoscerne più l’origine e pensare che vengano dal Vangelo, quando la loro origine è ben diversa.
L’immagine classica dei re magi li vuole di tre razze diverse, europea, asiatica, africana a rappresentare i tre continenti allora conosciuti, di tre età diverse, giovane, di mezza età, vecchio a rappresentazione delle tre età dell’uomo. Questo ad indicare come tutti gli uomini, di qualsiasi origine ed età venivano a tributare il proprio omaggio al Figlio di Dio, significando l’universalità della fede cristiana che non era solo per alcuni uomini, ma per tutti. Inoltre la parola mago indica un sacerdote pagano, a mostrare l’apertura del cristianesimo alle genti pagane, cristianesimo che altrimenti sarebbe rimasto confinato al mondo ebraico. La loro regalità viene quasi a compensare in qualche modo la nascita in povertà in mezzo ai pastori, per ribadire, che Cristo non è venuto solo per i poveri, ma per tutti.
L’unico vangelo che parla dei Magi è quello di Matteo, mentre l’altro vangelo che racconta la nascita di Gesù, quello di Luca, non li menziona, anzi inserisce il battesimo del Bambino al tempio di Gerusalemme, introducendo un problema di coerenza fra  i due vangeli. Da questo punto di vista la loro presenza nell’unico vangelo di Matteo sembrerebbe quasi un’aggiunta per giustificare l’apertura del cristianesimo al mondo pagano.
Nel vangelo di Matteo non si indica il loro numero e non li si descrive, ma si parla solo dei tre doni: solo il numero dei doni coincide con il numero dei magi nella loro classica rappresentazione. Si racconta dell’incontro con Erode e dell’omaggio al Bambino e poco più. Il passo evangelico è piuttosto avaro di notizie su questi personaggi.
In realtà tutta l’iconografia sui Re Magi compresi i nomi deriva dai racconti contenuti nei cosiddetti vangeli apocrifi, che considerate tutte le rappresentazioni tanto apocrifi non dovevano essere. Apocrifo è parola d’origine greca che sta per nascosto, ma tali racconti, a parte quelli palesemente in contrasto con l’insegnamento della Chiesa, anche se non accettati ufficialmente erano ben diffusi e tollerati dalle autorità ecclesiastiche visto che molti di loro sono stati la base per decorazioni di edifici religiosi. Come spesso si dice le pitture e le sculture rappresentavano la Bibbia degli analfabeti, che poi tanto analfabeti non dovevano essere, perché a volte i significati di tali immagini non sono immediatamente intelligibili. I Vangeli ufficiali si soffermano sulla predicazione pubblica di Gesù perché rispondono ad una esigenza teologica, ma non rispondono alle curiosità del popolo che chiedeva per esempio cosa avesse fatto Gesù nella sua infanzia o mentre era in Egitto e così via. A queste domande rispondono i vangeli apocrifi classificati come vangeli dell’infanzia, unendo fantasia e racconto evangelico. Così visto che il racconto evangelico non diceva nulla dei misteriosi magi, hanno provveduto i vangeli apocrifi a darne una descrizione, a raccontarne la loro storia e la loro origine dando idee ai vari artisti chiamati a rappresentarli.

I Magi, raccolta di testi - 2° parte

Un ampliamento con notevoli aggiunte del vangelo siriaco è il seguente vangelo armeno.

Vangelo dell’infanzia armeno

V.

10. Subito un angelo del Signore si recò nel paese Persiani, per avvertire i re magi che andassero ad adorare il neonato. E costoro, guidati da una stella per nove mesi, giunsero a destinazione nel momento in cui la vergine diveniva madre.

In quel tempo il regno dei Persiani dominava per la sua potenza e le sue conquiste su tutti i re che esistevano nei paesi d’oriente, e quelli che erano i re magi erano tre fratelli: il primo, Melkon, regnava sui Persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli Indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli Arabi.

Essendosi uniti insieme per ordine di Dio, arrivarono nel momento in cui la vergine diveniva madre. Essi avevano affrettato il passo e si trovarono là al tempo preciso della nascita di Gesù.



XI.

1. Giuseppe e Maria rimasero con il bambino in quella grotta, nascostamente e senza farsi vedere, perché nessuno ne sapesse niente.

Ma tre giorni dopo, il 23 Tebeth, cioè il 9 gennaio, ecco che i Magi d’Oriente, i quali erano partiti dal loro paese, arrivarono nella città di Gerusalemme, dopo nove mesi. Questi re dei Magi erano tre fratelli: il primo era Melkon , re dei Persiani, il secondo Gaspar, re degli Indiani, e il terzo Balthasar, re degli Arabi. I comandanti del loro corteggio, investiti della suprema autorità, erano dodici. I drappelli di cavalleria che li accompagnavano comprendevano dodicimila uomini: quattromila per ciascun regno. Tutti venivano, per ordine di Dio, dalla terra dei Magi, dalle regioni d’Oriente, loro patria. Infatti, allorché l’angelo del Signore ebbe annunciato alla vergine Maria la notizia che la rendeva madre, come abbiamo già riferito, nello stesso istante essi furono avvertiti dallo Spirito Santo di andare ad adorare il neonato. Essi pertanto, messisi d’accordo, si riunirono in uno stesso luogo, e la stella, precedendoli, li guidava, con i loro seguiti, fino alla città di Gerusalemme, dopo nove mesi di viaggio.

2. Essi si accamparono nei pressi della città e vi rimasero tre giorni, coi rispettivi principi dei loro regni. Benché fossero fratelli, figli di uno stesso re, marciavano al loro seguito eserciti di lingua molto differente.

Melkon, il primo re, aveva mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino, e i libri scritti e sigillati dalle mani di Dio.

Il secondo, il re degli Indi, Gaspar, aveva, come doni in onore del bambino, del nardo prezioso, della mirra, della cannella, del cinnamomo e dell’incenso e altri profumi.

Il terzo, il re degli Arabi, Balthasar, aveva oro, argento, pietre preziose, zaffiri di gran valore e perle fini.

3. Quando tutti furono giunti nella città di Gerusalemme, l’astro che li precedeva celò momentaneamente la sua luce. Essi perciò si fermarono e posero le tende. Le numerose truppe di cavalieri e i loro re si dicevano l’un l’altro: - E adesso che facciamo? In quale direzione dobbiamo camminare? Noi lo ignoriamo, perché una stella ci ha preceduti fino ad oggi, ma ecco che è scomparsa e ci ha lasciati nelle difficoltà.

I Magi si dissero l’un l’altro: - Andiamo ad informarci nei riguardi di questo bambino e a chiedere dove si trova esattamente, così dopo potremo proseguire il nostro viaggio.

Tutti dissero all’unanimità: "Si, avete ragione".

4-10 [Timori di re Erode, che consulta i suoi dignitari, li manda ad invitare i Magi e a costoro chiede informazioni.(Protovangelo XXI 1-2; Pseudo-Matteo XVI 1).]

11. Dissero i Magi : - La testimonianza che noi possediamo non viene né da uomo né da altro essere vivente. E’ un ordine divino, concernente una promessa che il Signore ha fatto in favore dei figli degli uomini, che noi abbiamo conservato fino ad oggi.

- E dov’è questo libro, che solo il vostro popolo possiede, ad esclusione di tutti gli altri? - domandò Erode.

I Magi risposero: - Nessun altro popolo lo conosce, né per sentito dire, né per conoscenza diretta. Solo il nostro popolo né possiede la testimonianza scritta. Quando Adamo dovette lasciare il Paradiso, e Caino ebbe ucciso Abele, il Signore Iddio diede ad Adamo, come figlio della consolazione, Seth, e con lui questo documento scritto, chiuso e sigillato dalle mani di Dio. Seth lo ricevette da suo padre e lo trasmise ai suoi figli, e i suoi figli ai loro figli, di generazione in generazione. E fino a Noè essi ricevettero l’ordine di custodirlo con somma cura. Noè lo diede al figlio Sem, e i figli di questo ai propri figli, i quali come lo ricevettero lo trasmisero ad Abramo, ed Abramo lo affidò al sommo sacerdote Melchisedec, e per questa via giunse al nostro popolo ai tempi di Ciro, re della Persia. I nostri antenati l’hanno deposto in una sala, con grande onore, e così è pervenuto fino a noi, che, avendo ricevuto questo scritto, abbiamo conosciuto in anticipo la nascita del nuovo monarca, figlio dei re d’Israele.

12. Allorché Erode ebbe inteso queste cose, la rabbia lo prese al cuore e disse: - Non vi lascerò partire di qui, finché non mi avrete mostrato tutto ciò che avete con voi! – E ordinò di arrestarli con la forza.

Ed ecco, all’improvviso, il palazzo, nel quale viveva una grande moltitudine di persone, fu scosso: dai quattro lati le colonne caddero abbattute e tutto l’edificio crollò. Una folla immensa che si trovava di fuori, fuggì di là; quelli che erano all’interno dell’edificio furono stesi morti in numero di sessantadue individui, grandi e piccini.

A tale vista, tutti coloro che erano venuti là si gettarono ai piedi di Erode e lo supplicarono, dicendo: - Lasciali proseguire tranquillamente il loro viaggio!

Anche suo figlio Archelao si gettò ai piedi del padre e lo supplicò.

13. [Erode lascia liberi i Magi, poi s’informa dagli scribi sul luogo di nascita di Gesù (Mt. II 3-5; Protovangelo XIX 2; Pseudo-Matteo XVI 1).]

14-21. [I Magi arrivano a Betlemme con suono di ombre e canti di gioia e chiedono informazioni proprio a Giuseppe, che è pieno di paura; avutele, entrano nella grotta e offrono i loro doni. Poi si raccontano le loro impressioni.]



22. Infine il re Melkon, preso il libro del Testamento, che egli aveva in eredità dai suoi antenati, come abbiamo già detto, lo portò in dono al bambino, dicendo: - Ecco lo scritto, in forma di lettera, che tu hai lasciato in custodia, dopo averlo chiuso e sigillato. Prendi, e leggi il documento autentico che tu stesso hai scritto.

Questo è il documento il cui testo era stato conservato in plico segreto e che i Magi non avevano mai osato aprire né dare a leggere a qualche sacerdote, né far conoscere al popolo, perché non erano degni di divenire i figli del regno, essendo destinati a rinnegare e a crocifiggere il Salvatore.

23. Or dunque, quando Adamo dovette lasciare il Paradiso e Caino ebbe ucciso Abele, siccome Adamo era afflitto per la morte del figlio più che per aver dovuto lasciare il Paradiso, il Signore Iddio fece nascere ad Adamo il figlio della consolazione, Seth. E come dapprima Adamo aveva voluto diventare un dio, Dio stabilì di diventare uomo, per l’abbondanza della sua misericordia e del suo amore verso il genere umano. Egli fece promessa al nostro primo padre che, tramite suo, avrebbe scritto e sigillato di propria mano una pergamena, a caratteri d’oro, con queste parole: - Nell’anno 6000, il sesto giorno della (settimana), io manderò il mio figlio unico, il Figlio dell’uomo, che ti ristabilirà di nuovo nella tua dignità primitiva. Allora tu, Adamo, unito a Dio nella tua carne resa immortale, potrai, come noi, discernere il bene dal male.

24,25. [I Magi adorano Gesù, poi avvertiti da un angelo ripartono per il loro paese, senza tornare da Erode (Protovangelo XXI 4)]

XII.

1-6. [Circoncisione e presentazione di Gesù al Tempio, dove il vecchio Simeone lo saluta profeticamente (Lc. II 21-32).]

XIII.

1. Essi attendevano a Betlemme l’inizio dell’anno nuovo, quando un empio individuo di quella città, di nome Begor, tentò di sobillare il re Erode, facendogli la seguente relazione: - I Magi che tu hai mandato a Betlemme e ai quali hai ordinato di tornare da te non sono ritornati, ma recatisi là hanno trovato un bambino neonato, che essi hanno chiamato figlio di re, e gli hanno regalato ogni sorta di cose e di doni che avevano con sé, poi sono tornati ai loro paesi per un’altra via.

2-5 [Ira di Erode, che ordina la strage degli innocenti.]

Varianti

XI.

M1 (miscellanea armena, sull’arrivo dei Magi), anteriore al 1700.

M2 (miscellanea armena, come sopra), data ignota.

M3 (miscellanea armena, adorazione dei Magi), del 1538.

M1, M2, M3 danno i nomi dei 12 comandanti: Barhuridai, Dadmusai (Dadmisai), Bardimsai, Sahabanai (Sahipanai), Khorinai, Dedmisai, Disbugai (Dispahai), Khamarai, Sawursai (Sarurai, Samurari), Aksirai (Ispanai), Sahurai, Samiram.


L’ultimo passo è di un vangelo che racconta la Passione del Cristo. È molto breve. Si tratta di una semplice citazione della storia dei Magi.

Vangelo di Nicodemo

3. Alzatosi dal suo seggio, egli [Pilato] voleva andarsene. Ma i Giudei gridarono, dicendo: - Noi riconosciamo come imperatore Cesare, e non Gesù; ma invero i Magi gli hanno portato dall’oriente doni come a un re. Ed Erode, udito dai magi che era nato un re, voleva ucciderlo, ma venutone a conoscenza, suo padre Giuseppe prese lui e sua madre e fuggirono in Egitto, e quando Erode lo seppe sterminò i bambini degli Ebrei che erano nati a Betlemme.


Solo Matteo parla dei magi e della fuga in Egitto. L’altro vangelo dell’infanzia, quello di Luca, non parla né dei magi, né di Erode né tantomeno della stage degli innocenti, né della fuga in Egitto. Però parla del battesimo e circoncisione di Gesù e lo portarono a Gerusalemme per offrirlo al Signore come era usanza per i primogeniti.