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sabato 30 aprile 2022

E il monaco sbagliò i calcoli sul Natale

tratto da "Il Giornale" del 29 Dicembre 2020

di Redazione

Tra tanti meriti e scoperte anche qualche errore. Dionigi il piccolo (ci teneva a essere chiamato così per distinguersi modestamente da grandi santi come Dionigi l'Aeropagita) era un monaco vissuto a Roma intorno al VI secolo dopo Cristo. Esperto di matematica e di Sacre Scritture ricevette dal Papa l'incarico di studiare un metodo per fissare la data della Pasqua. Durante i suoi studi iniziò a pensare che i calendari di allora dovevano essere riformati perché trascuravano l'evento centrale della vita della Chiesa: la nascita di Gesù. Le datazioni in voga prendevano il via dalla creazione del mondo secondo quanto ricostruibile dall'Antico Testamento, dalla fondazione di Roma, o, secondo tradizione, dall'inizio dell'impero di Diocleziano.

Partendo da un versetto del Vangelo di Luca in cui si dice che Giovanni Battista iniziò la sua predicazione «l'anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare» e che Gesù fu battezzato da Giovanni quando aveva circa 30 anni, fissò la sua nascita nell'anno 754 dalla fondazione di Roma, corrispondente al primo anno dell'era cristiana.

Non tutto filava liscio nel ragionamento. Un primo problema era che, come tutti gli uomini del suo tempo Dionigi non conosceva lo zero (che verrà introdotto più tardi dai matematici arabi). La sua datazione passa dunque dal 31 dicembre dell'anno 1 avanti Cristo, al primo gennaio dell'anno 1 dopo Cristo. Un'altra questione rilevante è, invece, storica. Gli studiosi moderni fissano con una certa sicurezza la morte di Erode il Grande (è lui a ordinare la strage degli innocenti per uccidere Gesù in culla) al 4 avanti Cristo. Partendo da questo dato ipotizzano che la nascita del Salvatore risalga dunque al 5 avanti Cristo o al 4 stesso. Comunque sia, la proposta di Dionigi finì per essere imposta da Carlo Magno in tutto il suo impero. E da lì è arrivata fino a oggi.

sabato 29 dicembre 2012

Il Natale cos'è

pubblicato su L'Elzevirista del 15 dicembre 2011

di Vito Foschi

Il 25 dicembre si festeggia la data di nascita di Gesù anche se i più non sanno che si tratta di una data arbitraria fissata a posteriori per sovrapporsi ad una festa pagana. La vera data di nascita di Gesù non è nota e nei secoli ci sono state svariate proposte ma mai nessuna conclusiva. La data del 25 dicembre è stata scelta da papa Giulio I nel 336, per sovrapporsi alla festività pagana Dies Natalis Solis Invicti (Il giorno natale del Sole Invincibile) festeggiato in tutto l'impero romano e nel resto d'Europa. Il 25 dicembre era inoltre anche una festività ebraica, in cui si festeggiava la restaurazione e la purificazione del tempio profanato da Antioco Epifane e porta il nome di "Hannukah" o festa della Dedicazione o festa delle Luci.
La Chiesa Cattolica ha spesso sovrapposto alle festività pagane le proprie per estirpare più velocemente le credenze pagane anche se come effetto collaterale parti di tali credenze si sono perpetuate sotto vesti cristiane. Così, per esempio, i vari santi che proteggono ogni attività umana non sono altro che una riedizione del pantheon greco-romano con i vari dei che sovrintendono alle varie azioni dei mortali.
La scelta di tale data potrebbe sembrare casuale, legata a contingenze, ma in realtà ha un profondo significato simbolico.
Il 25 dicembre è in prossimità del solstizio d'inverno ovvero del giorno in cui il sole illumina la terra per il tempo più breve all'anno. Le ore di luce iniziano a crescere da quella data per raggiungere il massimo al solstizio estivo il 21 giugno per poi tornare a diminuire fino al minimo del solstizio invernale.
Il solstizio d'inverno ha rappresentato una scadenza importante per tutti i popoli antichi la cui vita era scandita dalle stagioni e dai ritmi naturali. Sapere che le ore di luce tornavano a crescere e ci si avviava verso la primavera doveva essere una grande gioia. Avere più ore di luce significava aver più tempo per procurarsi il cibo o legna o comunque riuscire ad avere più ore attive. Non dimentichiamoci che non avevano un sistema di illuminazione ed in ogni caso illuminarsi aveva un costo.
Questo ciclo astronomico di crescita e decrescita delle ore di luce è stato accostato al passo del vangelo di Giovanni(3, 30) in cui San Giovanni Battista dice: "Bisogna che Egli cresca e che io decada". Così alla fase discendente del sole si è legato il Battista e a quella ascendente Gesù Cristo. Per completare il simbolismo astronomico, al solstizio estivo, giorno in cui le ore di luce sono al massimo ed inizia il ciclo discendente del sole, è stata fissata la festività di San Giovanni Battista. Un altro passo evangelico in cui si fa riferimento a Gesù come sole nascente è un passo del vangelo di Luca in cui Zaccaria padre del Battista profetizza il destino del figlio e la venuta del Signore:
"grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace"(Luca 1, 78-79)
Il solstizio d'inverno, inizio del ciclo di crescita delle ore di luce si presta bene all'idea di sole che sorge. La scelta della data di nascita di Gesù per quanto a prima vista potrebbe sembrare arbitraria è invece carica di simbolismo tale da far pensare quasi naturale che il Signore non potesse che nascere in quella data