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giovedì 27 luglio 2023

Gli Ufo tra complotti e visioni mistiche

tratto da https://it.insideover.com/societa/gli-ufo-tra-complotti-e-visioni-mistiche.html

di Luca Gallesi

8 NOVEMBRE 2021

Per quanto strano possa sembrare, il tema degli Ufo e della possibile vita extraterrestre ha appassionato, oltre a filosofi e militari anche teorici del complotto, leader politici e autorità religiose. Probabilmente, molti hanno sentito parlare della bizzarra teoria diffusa dal ricco complottista inglese David Icke (classe 1952), secondo cui il mondo sarebbe guidato da una razza di mostruosi alieni provenienti dal sistema stellare Alpha Draconis. Parliamo dei cosiddetti “Rettiliani”, o uomini-serpente, che, nascosti nelle loro basi scavate nel sottosuolo del nostro pianeta, si impadroniscono delle menti, e talvolta anche dei corpi, dei più importanti leader mondiali, come la famiglia reale britannica, i Bush, i Clinton, i Rothschild, i Rockfeller, e tutti coloro che gestiscono il potere reale, politico o finanziario che sia.

La “grande sostituzione” ebbe inizio quando, nelle parole di Icke, “migliaia di anni fa, le razze rettiliane sono arrivate sul pianeta Terra e si sono incrociate con la razza umana. Non fisicamente, tuttavia, ma attraverso la manipolazione del codice umano, il Dna”. Da allora, gli alieni sono il vero governo occulto mondiale che, indifferente alla volontà popolare, decide i destini del mondo in maniera non dissimile da quella descritta nei cosiddetti Protocolli dei Savi Anziani di Sion, testo base di tutto il complottismo di estrema destra. Ma non si creda che i sostenitori del potere alieno siano una prerogativa di questo schieramento politico: per quanto si cerchi di nasconderlo, anche nell’estrema sinistra troviamo bizzarri personaggi convinti che gli extraterrestri siano i padroni del mondo. Il maestro del leader afroamericano “Malcom X” era, per esempio, un convinto complottista. Stiamo parlando di Elijah Muhammmad (1897- 1975), un musulmano nero che negli Usa degli anni Trenta divenne Supreme Minister della Nation of Islam propagandando il rigido rifiuto dell’integrazione razziale, che avrebbe sminuito la superiorità degli afroamericani sui bianchi. Ma, oltre al curioso fatto che Muhammad ha tenuto comizi segregazionisti assieme al leader neonazista Lincoln Rockwell, la cosa davvero bizzarra è la sua ferma credenza nella visione apocalittica secondo la quale, alla fine dei tempi, gli Ufo scenderanno sulla Terra per eliminare definitivamente i bianchi e permettere così ai neri di riconquistare il primato che Dio, all’inizio dei tempi, aveva loro concesso.

Teorie del complotto a parte, il tema del rapporto tra Dio e gli Ufo è stato affrontato anche seriamente, e addirittura ai massimi livelli della gerarchia cattolica, ovvero dai due Papi attuali. Sia Bergoglio, in una intervista concessa nel 2015 a Paris Match, sia Benedetto XIV, in una lettera indirizzata l’anno precedente al professor Paolo Musso, docente di Filosofia Teoretica all’Università dell’Insubria, hanno, infatti, aperto alla possibilità che esistano forme di vita extraterrestri, lasciando però alla scienza il compito di verificarne la realtà.

All’argomento ha dedicato recentemente la copertina il mensile cattolico Il Timone, ospitando teologi e mistici con opinioni difformi ma sempre molto stimolanti; il docente di Teologia Mauro Gagliardi sottolinea la complessità del tema, data la difficoltà di conciliare l’ipotesi di vita extraterrestre con la dottrina della grazia e del peccato originale. L’unica certezza è che, essendo Dio l’unico creatore, tutto l’universo rimane comunque a Lui sottomesso, compresa ogni eventuale forma di vita aliena. Più variegata, invece, è la posizione dei mistici: alcuni, come l’austriaca Maria Simma, sono sicuri che “gli avvistamenti di Ufo sono opera del diavolo”, perché, suscitando la curiosità dell’uomo, lo distolgono dai temi fondamentali, che riguardano la salvezza dell’anima. Dello stesso parere è un altro religioso, il salesiano Giuseppe Tomaselli, che considera quello degli extraterrestri “un trucco di Satana per far inorgoglire gli uomini, una trappola diretta ad annullare quanto Dio ha rivelato nella Bibbia”. Di parere opposto, invece, sono due mistici molto popolari, tra cui Padre Pio, convinto che “il Signore non ha certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianeta: in altri pianeti ci saranno degli esseri che non hanno peccato”, opinione condivisa dalla visionaria Maria Valtorta, che riferisce quanto confidatole direttamente da Gesù: “Sarei un ben piccolo e limitato creatore se non avessi creato che la terra come mondo abitato! Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento. La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti dell’infinito, e non il più grande. Certo però è il più corrotto”. E, considerato che questa visione avvenne quasi ottant’anni fa, possiamo immaginare quanto sia peggiorato da allora il giudizio divino…


domenica 26 febbraio 2023

Gli Ufo e la fine di un'epoca

 tratto da: https://it.insideover.com/societa/gli-ufo-e-la-fine-di-unepoca.html

del 20 SETTEMBRE 2021

di Luca Gallesi

Più o meno ogni vent’anni, a partire dall’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso, appaiono sulla grande stampa di tutto il mondo notizie di avvistamenti di “oggetti volanti non identificati” (in inglese Ufo, Unidentified Flying Objects, oppure Uap, Unidentified Aerial Phenomenon), che suscitano nella gente curiosità e meraviglia mischiate a paura e inquietudine. L’ultima, rilevante ondata di segnalazioni risale proprio ai mesi scorsi, quando, oltre ai numerosi avvistamenti in varie parti del globo, alcuni Ufo sono stati immortalati addirittura dalla Nasa, che avrebbe ripreso in diretta dalla Stazione spaziale internazionale “una navicella con quattro luci disposte in forma triangolare” di provenienza sconosciuta.

A creare ulteriori aspettative sulla possibile esistenza di vita extraterrestre si è aggiunta la divulgazione del rapporto del Pentagono sugli avvistamenti di Uap effettuati dalle Forze armate statunitensi, il cui annuncio aveva creato tra gli appassionati di ufologia molte aspettative, per lo più andate deluse. La task force ufficialmente incaricata di indagare sugli Ufo, denominata Uaptf, ha trasmesso, lo scorso giugno, al Senato Usa una relazione dove sono elencati ben 144 casi di misteriosi avvistamenti segnalati, negli ultimi 15 anni, dai piloti o dalle strumentazioni militari.

Ovviamente, non c’è nessuna prova definitiva che tali fenomeni abbiano origine extra-terrestre, ma nemmeno si può altrettanto sicuramente negarne la possibilità, lasciando, ancora una volta, in dubbio l’esistenza di forme di vita aliena, argomento diventato popolare soprattutto a partire dal secondo dopoguerra.

Era il 1947, infatti, quando due fatti straordinari suscitarono l’interesse dell’opinione pubblica mondiale verso quelli che, da allora, furono popolarmente chiamati “dischi volanti”: il pilota Kenneth Arnold, in volo il 24 giugno con il suo aereo personale vicino al Monte Rainier, nello stato di Washington, dichiarò di aver incontrato nove oggetti sconosciuti, simili a piatti o dischi (flying saucers). Interrogato a lungo dall’Aviazione militare, risultò essere assolutamente sincero, come confermano le conclusioni del rapporto ufficiale, stilato il 12 luglio dal Tenente F. Brown e dal Capitano W. Davidson: “È opinione dell’interrogatore che Kenneth Arnold ha realmente visto ciò che sostiene di aver visto. È difficile credere che un uomo con (il suo) carattere e l’evidente integrità possa affermare di vedere delle cose e di scrivere il rapporto che ha scritto, se non li avesse visti”.

Un paio di giorni dopo, invece, ci fu il celebre, o famigerato, secondo i punti di vista, episodio di Roswell, nel New Mexico, dove si disse che era precipitato un disco volante, addirittura con due alieni a bordo. Il fatto era avvenuto vicino alla più grande base militare dell’Usaf, una zona top secret anche per via del poligono nucleare molto attivo in quegli anni. Il relitto caduto venne sequestrato dai militari, e cominciarono a trapelare le più strane versioni dei fatti, fino a dichiarare che si trattava di un pallone sonda.

Non è il caso, qui, di ricostruire tutti gli strascichi di quella strana e contorta vicenda, con l’annesso filmato – visionabile in Rete – della presunta autopsia degli improbabili “extraterrestri”, e l’inchiesta ufficiale che, soltanto nel 1980, svelò tutte le contraddizioni e falsità della versione autorizzata. Basti ricordare che, dopo quell’anno, ci fu un moltiplicarsi di avvistamenti fino alla metà degli anni Cinquanta, tanto che, delle “cose volanti che si vedono in cielo”, si occupò anche, in una delle sue ultime opere, Carl Gustav Jung (1875-1961).

Era il 1958 quando uscì il saggio Un mito moderno. Le cose che di vedono in cielo, dove il padre della psicologia analitica analizzò i dischi volanti con una motivazione che suona sconcertante: afferma, infatti, nell’introduzione, che l’impulso che lo aveva spinto a scrivere scaturiva “dalla mia coscienza di medico, che mi consiglia di compiere il mio dovere, preavvisando quei pochi dai quali mi posso far intendere che l’umanità si trova alla soglia di avvenimenti che corrispondono alla fine di un eone”. E, per lanciare quello che lui stesso riteneva “un grido di allarme”, è disposto a muoversi nel “territorio infido assai prossimo alle nebulose fantasie che oscurano la mente di astrologi e riformatori dell’universo” e così “mettere in gioco la mia reputazione, faticosamente conquistata, di uomo veritiero, degno di fede e capace di giudicare in modo rigorosamente scientifico”. Curioso, come lo era stato tutta la vita, di qualsiasi cosa sembrasse strana o meravigliosa, Jung si era interessato agli Ufo dagli anni Quaranta, quando aveva cominciato a leggere e raccogliere tutto quello che trovava sull’argomento, giungendo alla conclusione che, per quanto sia impossibile sapere cosa siano i dischi volanti, non possiamo negarne l’esistenza. Per questo motivo, lo studioso del profondo cercò di interpretare quello che riteneva un importantissimo simbolo, utile a diagnosticare una grave frammentazione nell’animo dell’umanità. Gli Ufo sarebbero, dunque, una oggettivazione delle paure e delle speranze che animano l’inconscio dell’uomo, che, secondo lo psichiatra svizzero, cerca inconsciamente, in ogni luogo e in tutte le epoche, un equilibrio tra la dimensione fisica e la sfera psichica, tentativo di riconciliazione che si riflette nell’universo, che ci invia i segnali utili a ristabilire l’ordine infranto.

Il problema, quindi, non è sapere se gli oggetti volanti non identificati siano o meno l’annuncio del prossimo arrivo di esseri extraterrestri, bensì rendersi conto che essi sono un segnale di allarme per l’umanità, che si trova sull’orlo di una crisi gravissima, causata, sempre secondo Jung, dal contrasto insanabile tra le mirabolanti scoperte della tecnica e il concomitante inaridimento dell’animo umano.



sabato 3 settembre 2022

La storia dietro al legame tra l’esoterismo e le SS

tratto da: https://it.insideover.com/storia/la-storia-dietro-al-legame-tra-lesoterismo-e-le-ss.html

Luca Gallesi

20 GIUGNO 2021

Nel secondo volume della sua trilogia dedicata al “nazismo magico”, Hitler e la cultura occulta (Rizzoli 2013), Giorgio Galli affronta il tema dell’esoterismo delle SS, argomento tra i più gettonati dai ciarlatani dell’occulto per l’indubbio fascino esercitato sugli amanti del macabro e dei misteri prêt-à-porter. Chincaglierie nazi-occultiste a parte, restano dei fatti e delle persone che, oggettivamente, hanno creato i filoni di pensiero che costituiscono l’epopea razzista del corpo d’élite hitleriano. 

La più famosa missione “esoterica” delle SS, accanto alle già menzionate –in un precedente articolo– spedizioni in Tibet, resta quella di Otto Rahn, studioso dei trovatori provenzali e membro delle SS, che ritenne di identificare il mito del Graal con la tragica storia dei Catari, la cui avventura finì stroncata nel sangue nel Castello di Montségur. La fortezza, che si trova nella regione dei Midi-Pirenei, nel 1243 fu cinta d’assedio per quasi un anno dalle forze crociate che volevano estirpare una volta per tutte l’eresia degli albigesi, così come chiesto da papa Innocenzo III. Secondo Otto Rahn, che pubblicò il resoconto del suo viaggio e i risultati delle sue ricerche in due libri disponibili anche in italiano (Crociata contro il Graal  e La corte di Lucifero, Società Editrice Barbarossa/AGA), gli eretici erano stati gli ultimi custodi del Sacro Graal, il misterioso oggetto che, forse, fu la coppa dove, secondo la leggenda, era stato raccolto il sangue di Gesù oppure, secondo altre versioni, lo smeraldo incastonato sulla corona di Lucifero, prima che l’angelo più bello si ribellasse al suo Creatore.

Nel suo libro, Rahn racconta così le origini del mito del Graal secondo la versione degli eretici: “Al tempo in cui le mura di Montsegur erano ancora in piedi, i Catari tennero qui il Sacro Graal. Montsegur era in pericolo. Le armate di Lucifero lo accerchiavano. Volevano il Graal, per rimetterlo sul diadema del loro Principe dal quale si staccò durante la caduta dei suoi angeli sulla Terra. Allora, nel momento più critico, discese dal cielo una colomba bianca, la quale spaccò col suo becco il Tabor (Montsegur) in due. Esclarmonda, che era la custode del Graal, gettò il gioiello sacro nelle profondità della montagna, che si rinchiuse su sé stessa, ed in questa maniera il Graal fu salvato”. 

Il Graal non fu trovato, ma le ricerche di Otto Rahn continuarono, anche se non si sa nulla delle nuove scoperte, da lui annunciate ma mai svelate, anche perché, enigma su enigma, nel 1939 morì misteriosamente sulle Alpi. Il 18 maggio 1939, sul quotidiano nazionalsocialista “Völkischer Beobachter” pubblicava l’annuncio della sua scomparsa: “Durante  una tempesta di neve in montagna, nello scorso marzo, ha perduto tragicamente la vita l’Obersturmführer delle SS Otto Rahn. Ricordando questo defunto camerata, ci dogliamo della perdita di un onesto ufficiale delle SS nonché autore di eccellenti opere storiche.” 

La misteriosa morte di Otto Rahn non segna, però, le fine dell’interesse delle SS per l’eresia catara. Come ricorda Giorgio Galli, sono molte le opere che tracciano un collegamento tra i Catari e il nazionalsocialismo, e ci sono indizi che confermerebbero la prosecuzione di ricerche e addirittura la celebrazione di riti a Montsegur ancora nel 1943-1944, grazie all’interessamento, se non addirittura alla partecipazione, di Himmler e Rosenberg,  che si intrecciano, continua Galli, con “la magia delle rune indagata da von List, e l’esistenza di una storia umana dimenticata, con le tracce delle sue civiltà scomparse, con echi di Steiner e di Helena Petrovna Blavatsky”.

Il tutto, sapientemente miscelato con le più suggestive tradizioni cavalleresche germaniche, che furono da Himmler abilmente riprese e coniugate in una nuova versione nazionalsocialista, che pretendeva di innestarsi, anche figurativamente, sulle antiche saghe tedesche. Racconta bene un ricercatore indipendente, Gianfranco Drioli, autore di un saggio, Ahnenerbe. Appunti su scienza e magia del Nazionalsocialismo (Ritter), che i candidati a entrare nelle SS seguivano le regole di un Ordine religioso o militare: “Come nel Medioevo i cavalieri ricevevano la spada nel momento dell’investitura, così gli SS ricevevano la loro daga, sulla cui lama era inciso il motto delle SS: Meine Ehre heisst Treue (Il mio onore si chiama fedeltà).

Nella cerchia più vicina a Himmler c’erano dodici gerarchi, i più alti ufficiali delle SS, che si riunivano nel castello di Wewelsburg, il centro dell’universo del nuovo ordine (nero) mondiale, sia sotto il profilo militare sia sotto quello esoterico-religioso”. Wewelsburg, infatti, presentava innanzitutto una curiosità architettonica: era costruito, a forma di freccia, secondo l’asse Nord-Sud, invece del più consueto Est-Ovest, e nella torre nord furono costruite ad hoc delle stanze ricche di motivi mistico – esoterici, tra cui una sala per i suddetti dodici ufficiali SS e una cripta dove sarebbero state riposte le loro ceneri dopo la morte. 

I piani di ristrutturazione del maniero furono interrotti dall’avanzate delle truppe americane. Prima, però, che i fanti della 3° Divisione U.S.A. raggiungessero Wewelsburg, Himmler ordinò ai difensori, che si erano trincerati dietro le ampie mura, di bruciare il castello perché non cadesse nelle mani del nemico. I pochi soldati che si arresero agli americano furono fatti prigionieri e sbrigativamente passati per le armi. Finita la tragedia, cala la quiete sull’antico maniero.

Ironia della sorte, oggi, la sede dell’élite dell’Ordine nero ospita un ostello della gioventù internazionale, e, al posto degli archivi dell’Ahnenerbe, è sorto un museo dedicato ai crimini di guerra compiuti dai tedeschi.


domenica 3 luglio 2022

Guerre e società segrete: quel fondamento esoterico dietro al nazionalsocialismo

tratto da InsideOver dell'8 GIUGNO 2021: https://it.insideover.com/storia-2/guerre-mondiali-e-societa-segrete-nazismo.html

di Luca Gallesi
 
Era il 1960 quando in Francia, presso l’autorevole editore Gallimard, uscì un libro dal titolo curioso: Le matin des magicien, scritto a quattro mani da Louis Pauwels, un ex-discepolo di G.I. Gurdjeff dalle idee reazionarie, e uno scienziato e scrittore comunista, Jacques Bergier. Il saggio, che divenne rapidamente un best-seller, tradotto in italiano nel 1963 da Mondadori col titolo Il mattino dei maghi, miscelava sapientemente dati oggettivi e suggestioni fantastiche, ipotizzando una convergenza delle nuove scoperte scientifiche con le antiche sapienze occulte. Sergio Solmi, nella prefazione all’edizione italiana, elogiava il libro che offriva, “attraverso un’esposizione lucida, varia e appassionata, il materiale più affascinante che possano tenere per noi in serbo questi anni di ardua e preoccupante trasformazione tecnica e sociale”.

In un’epoca, l’inizio degli anni Sessanta, in cui cominciava a delinearsi il sostanziale dominio di una concezione materialistica della società e la visione deterministica della Storia, Il mattino dei maghi rimetteva in gioco l’idea che le forze operanti nello sviluppo dell’umanità non fossero quelle dei rapporti di produzione o dello scontro dialettico tra classi sociali, bensì quelle più sottili, i poteri che agiscono dietro le quinte, espressione di principi non visibili ma assolutamente reali; per intenderci, l’occultismo e la magia che, secondo le parole di Solmi, “non sarebbero ormai più soltanto segreti perduti, ma i preannunci che le età remote mandano fino a noi delle palingenesi future”. Parole problematiche, che rimandano a un libro facilissimo da leggere, difficile da capire e decisamente arduo da condividere in toto. In mezzo alle vite e opere di moderni alchimisti e arcani mistagoghi, passando con nonchalance dalle civiltà scomparse dell’antichità agli scrittori contemporanei di fantascienza, Pauwels e Bergier accompagnano – a volte trascinandolo- il lettore in un turbinio di universi lontani passati e futuri, tra mondi paralleli e dimensioni fantastiche che, a più di mezzo secolo, mantengono intatto il fascino della lettura, anche quando i contenuti sono diventati irrimediabilmente superati, quando non definitivamente screditati.

La realtà virtuale che domina l’inizio del terzo millennio ha rapidamente fatto piazza pulita del ciarpame spiritista e occultista che, ancora a metà del Novecento, poteva mantenere una sembianza di credibilità, ormai definitivamente declinata tranne che per un singolo argomento, che dilaga anche, e soprattutto, nella Rete: il “nazismo magico”. Parliamo quindi dei legami, indiscutibili anche se spesso enfatizzati, tra il nazionalsocialismo e le scienze occulte, argomento centrale del Mattino dei Maghi, come scrisse il politologo Giorgio Galli, che proprio grazie a questo libro cominciò a studiare quello che sarebbe diventato il prolifico filone dell’esoterismo nazionalsocialista, a cui l’illustre politologo dedicò parecchi libri. Galli cominciò allora, proprio grazie a Pauwels e Bergier, a realizzare che la sapienza occulta poteva aiutarlo a capire la Storia, perché l’esoterismo, “dimora dentro la Storia e non fuori, arrivando sovente ad esercitare un’influenza non secondaria su di essa”. Centrale, nell’indagine di Galli nella dimensione nascosta della storia, il riferimento all’esistenza di una cultura esoterica (letteralmente: riservata a pochi) che, dalle profondità della storia dell’Occidente, riemergeva, in Europa e soprattutto in Germania, nel pieno rigoglio scientifico del XX secolo. Una presenza che permette di spiegare il percorso seguito da Hitler e da una parte dell’élite nazionalsocialista lungo tutta la “seconda Guerra dei trent’anni”, come Galli chiama il periodo della storia europea che va dal 1914 al 1945.

Dietro i tragici avvenimenti che insanguinarono il Vecchio continente nella prima metà del Novecento, come romanzato prima da Pauwels e Bergier e poi studiato scientificamente da storici come René Alleau e Nicholas Goodrich Clarke, ci sono, anche, gli influssi esercitati dalle molteplici e attivissime società segrete, operanti in tutta Europa, a cui erano affiliati numerosi membri del governo tedesco e del gabinetto reale britannico. Sul suolo tedesco la realtà dominante era la Società Thule (Thule-Gesellschaft), mentre nel Regno Unito era attivissima la Golden Dawn (Hermetic Order of The Golden Dawn).

La Golden Dawn era stata fondata nel 1887 da Mc Gregor Mathers, Woodman e Wynn Westcott, e si proponeva di approfondire la magia cerimoniale per raggiungere, tramite le conoscenze iniziatiche, lo sviluppo di poteri sovrannaturali. Tra i soci più famosi, tanto per dare un’idea dell’importanza del sodalizio, troviamo W.B. Yeats, Arthur Machen, Aleister Crowley, probabilmente Bram Stoker, e molti altri intellettuali e scienziati di punta dell’intellighenzia britannica. Della Società Thule, invece, furono membri attivi più uomini politici che gli intellettuali, o meglio, dei politici con interessi intellettuali, come il “Vicario” di Hitler, Rudolf Hess, il governatore nazionalsocialista della Polonia Hans Frank, il teorico della geopolitica, prof. Karl Haushofer e il principale teorico del nazionalsocialismo Alfred Rosenberg, tutte persone che appartenevano alla ristretta cerchia del futuro Führer, personaggio certamente non alieno da simpatie e interessi “occulti”, che spesso influenzarono la sua azione politica.

Qui, complice una produzione libraria sconfinata e spesso inattendibile, diventa labile il confine tra storia e fantasia, ma, come scrive Giorgio Galli, possiamo affermare senza tema di smentita che “Hitler è il portavoce di un gruppo di intellettuali formatosi nella dimestichezza con la cultura occulta”. Come e quanto questa “sapienza segreta” abbia effettivamente agito nelle scelte del Cancelliere tedesco è arduo da definire esattamente. Si può, comunque, supporre che molte delle scelte fatte durante il periodo 1939-1945 non siano riconducibili a delle motivazioni razionali: dall’inspiegabile “tregua” concessa agli inglesi a Dunkerque, alla scelta suicida della guerra sui due fronti a oriente e occidente, fino alla spasmodica attesa di misteriose armi finali che avrebbero capovolto l’inevitabile drammatica fine della Germania, siamo nel campo delle decisioni irrevocabili e irrazionali, che hanno avuto spaventose e sanguinose conseguenze così che, nel corso di due guerre mondiali e con un immane sacrificio di vite umane, siamo passati dal “Mattino dei maghi” al “Tramonto dell’Occidente”.

venerdì 25 marzo 2022

Tutti gli X Files del fascismo

tratto da "Il Giornale" del 28-9-2021

di Luca Gallesi

Era il 2000, quando gli studiosi del Centro Ufologico Nazionale, guidati da Roberto Pinotti e Alfredo Lissoni, resero note le conclusioni delle loro ricerche, durate quattro anni, sulle segnalazioni di “oggetti volanti non identificati” (UFO) registrate durante il ventennio mussoliniano. La presenza, nei cieli italiani, di “aeromobili non convenzionali”, come tali fenomeni vennero ufficialmente chiamati, non passò inosservata dal Regime, che, oltre a censurare la pubblicazione di tutte le notizie al riguardo, istituì, presso l’Università La Sapienza di Roma, una struttura governativa per monitorare quelle che si pensava fossero nuove armi segrete in possesso delle potenze nemiche.

Stiamo parlando del Gabinetto RS (Ricerche Speciali)/33, a capo del quale Benito Mussolini volle mettere il senatore Guglielmo Marconi con l’incarico di approfondire i retroscena dell’atterraggio di un oggetto misterioso avvenuto a Vergiate, in Lombardia il 13 giugno 1933. In realtà, più che di un atterraggio, si trattò di uno schianto, con la misteriosa aeromobile che si distrusse nell’impatto con il suolo, lasciando accanto al cumulo di rottami i cadaveri di due piloti, descritti come “alti 1,80, dai capelli biondi e gli occhi chiari”. Le salme vennero rapidamente trasportate nei capannoni della vicina Siai-Marchetti, dove, conservate in formalina, rimasero custodite per una dozzina d’anni, fino a quando, dopo la guerra, l’aviazione militare americana, che aveva occupato gli stabilimenti, trasportò i misteriosi reperti negli Usa. Il velivolo, secondo le testimonianze raccolte, era “di forma cilindrica, con oblò sulla fiancata da cui uscivano luci bianche e rosse”, e risulta curiosamente molto simile a quello di un altro avvistamento, registrato tre anni dopo nei cieli di Mestre, quando un’astronave descritta come “un disco metallico netto e lucente” sorvolò il Veneto, seguita da “una sorta di lungo tubo metallico grigio o ardesia”.

A proposito della veridicità di questi fatti, che in qualche modo possiamo considerare come la “Roswell nostrana”, va detto, però, che le fonti non sono inattaccabili, visto che si riducono a una decina di documenti, spediti nel 1996 da una fonte anonima al già citato studioso di ufologia Roberto Pinotti, che ne rivelò, appunto, l’esistenza. Si tratta di alcune lettere su carta intestata del Senato del Regno dove si riferisce dell’avvistamento del 1936, e di alcuni telegrammi dell’Agenzia De Stefani spediti dall’Ufficio telegrafico di Milano, classificati “Riservatissimo – lampo- priorità su tutte le priorità” che, in data 13 giugno 1933, dispongono, per “ordine personale del Duce”, l’assoluto silenzio “su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto”, minacciando “anche at personale e giornalisti pene previste per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello stato”.

Nella ridda di ipotesi e versioni dei fatti seguite alla pubblicazione di questi documenti, l’interpretazione che sembra più accreditata è che tali eventi, più che a visitatori alieni, facessero riferimento a tecnologie aerospaziali segrete usate in esperimenti militari, come quel misterioso “raggio della morte” scoperto da Guglielmo Marconi, e da lui occultato rapidamente per le spaventose conseguenze, che avrebbero potuto addirittura sterminare l’umanità.

Altri indizi a sostegno della pista militare provengono da un testimone pienamente attendibile: il corrispondente di guerra, e ufficiale di complemento, Luigi Romersa. Fu il celebre giornalista, infatti, che nel 1944, incaricato personalmente da Mussolini, si recò a visitare la base missilistica tedesca di Peenemuende, dove Wernher von Braun, con cui avrebbe stretto una solida amicizia durata tutta la vita, stava sviluppando il progetto V2 e le altre armi segrete tedesca tra cui la cosiddetta “atomica di Hitler”. Come racconta lui stesso, il 12 ottobre 1944 assisté, unico straniero ammesso, all’esperimento tenuto in una piccola isola del Baltico, Ruegen; qui vide la deflagrazione di un nuovo esplosivo, che, dopo aver emesso una luce abbagliante, incenerì una vasta area, per molte ore dichiarata off-limits a causa delle radiazioni.

Ma la testimonianza più interessante riguarda i nuovi, segretissimi velivoli del Reich, sviluppati da una squadra di scienziati che, grazie alla protezione di Himmler, potevano usufruire di risorse illimitate per i loro progetti. Romersa, nel suo libro sulle Armi segrete di Hitler, scrive di aeroplani dalla velocità sorprendente, tra i quali “esisteva anche un tipo di apparecchio di forma ellittica, battezzato dai tedeschi Fliegende Untertasse, ovvero “Piatto volante”. (…) Di aeroplani a forma di dischi -continua Romersa- parlarono nella famosa riunione alla Cancelleria di Berlino Hitler, Goering, Ribbentropp, Keitel, Bormann, Doenitz, Raeder e Guderian. Successivamente, nel suo quartier generale di Rastenburg, il Führer ricevette alcuni tecnici e, fra le varie relazioni, ascoltò anche quella dello scienziato Albert Scholz, che gli parlò di un mezzo di forma circolare, capace di volare alla velocità di 2000 chilometri orari”.

E, a conferma di quanto ascoltato, Romersa riporta la testimonianza di un pilota di questi straordinari velivoli: “Aveva l’aspetto di un mostro, un gigantesco polipo, per via di quella cabina centrale trasparente. Salii a bordo e feci la prova motori. Funzionavano perfettamente. Dopo una settimana circa di lavoro febbrile, il disco riuscì finalmente a staccarsi da terra. Volò. La fine, però era imminente: il campo venne distrutto con cariche di dinamite e la “trottola” saltò in aria con il resto del materiale”. Le testimonianze di Romersa furono indirettamente confermate dalla stampa americana quando, il 14 dicembre 1944, sul New York Times, apparve la notizia dell’avvistamento di un nuovo tipo d’arma di forma elicoidale, notata da alcuni aviatori alleati, che videro, e riuscirono a fotografare, anche delle piccole sfere luminose che li seguivano in volo.

A questo punto, possiamo supporre che, dopo la guerra e grazie al passaggio di Von Braun e dei suoi collaboratori al servizio degli Americani, la Nasa, prima di arrivare a concepire lo sbarco sulla Luna, abbia sperimentato prototipi militari di nuove aeromobili, inevitabilmente destinate ad alimentare il mito degli Ufo. Ipotesi che, però, non esclude l’esistenza, accanto ai dischi volanti decollati dalle basi militari segrete, anche di altri oggetti volanti non identificati, provenienti, questi sì, dall’iperspazio.