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sabato 24 aprile 2021

Un atlante per viaggiare nei misteri dell'antichità

tratto da "Il Giornale" 13 Dicembre 2020

Massimo Polidoro accompagna il lettore tra fatti ed enigmi della Storia in tutto il pianeta 

di Matteo Sacchi

«Il passato è una terra straniera». Così inizia un celebre romanzo di Leslie Poles Hartley, e la frase è diventata giustamente famosa perché concentra in poche parole molti concetti diversi. Il fatto che il passato e la storia ci restino per certi versi inconoscibili, il fatto che ci incuriosiscano sempre come un viaggio in luoghi esotici, il fatto che il passato ci è straniero e per capirlo va sempre tradotto...

Ecco, tutti questi concetti convivono e fanno da filo rosso al libro di Francesco Bongiorni e Massimo Polidoro da poco uscito per i tipi di Bompiani: Atlante dei luoghi misteriosi dell'antichità (pagg. 158, euro 25). Il testo è molto divulgativo, spazia per tutti i continenti e un numero incredibile di secoli, con le illustrazioni di Bongiorni che fanno buona compagnia alla prosa sempre chiara del segretario del Cicap.

Può essere un bel regalo, da mettere sotto l'albero, per ragazzi curiosi ma anche una piccola Wunderkammer per adulti che vogliano esplorare alcune delle meraviglie archeologiche della Terra dal divano. O anche avere a che fare con luoghi o chimere che esistono solo nella nostra fantasia, ma che qualche esploratore continua a cercare con ostinata pervicacia.

Qualche esempio.

Polidoro vi porterà sulle tracce dell'esercito perduto di Cambise. Secondo Erodoto, correndo l'anno 524 a.C. il re persiano Cambise II, ormai diventato anche sovrano d'Egitto, per atto di conquista decise di dare una bella sistemata agli Ammonii che abitavano il deserto libico. Mandò contro di loro 50mila uomini. Ma una improvvisa tempesta di sabbia li ingoiò tutti. Favola o realtà? Gli storici di oggi considerano il numero di 50mila una esagerazione dello storiografo greco, ma libici ed egiziani conoscono bene il Khamsin, il vento del deserto che può soffiare anche 50 giorni. Anche oggi può far sparire una intera carovana. E nel 2000 una spedizione archeologica ha rinvenuto su uno dei possibili percorsi dell'armata punte di freccia, bardature, pugnali, bracciali... Sono sicuramente antichi manufatti persiani. Dell'esercito perduto? Forse i persiani si sono spinti più volte in quel deserto, però in questo caso la leggenda ha un chiaro fondo di verità.

Come l'ha anche l'esistenza dell'antica terra di Punt in cui gli egiziani si rifornivano di incenso e merci pregiate più di 3500 anni fa. Sotto il regno della regina Hatshepsut (1513 - 1458 a.C.) venne inviata una spedizione in queste terre a sud del Mar Rosso. Tutto raccontato e disegnato in un tempio a lei dedicato. Ci sono immagini delle merci comprate, del sovrano di Punt, descrizioni delle incredibili ricchezze di quel regno, immagini degli abitanti che fisicamente sembrano essere simili agli egizi... Ma questo antico «paradiso» commerciale non è mai stato trovato e gli archeologi vanno ancora a caccia di esso dalle parti del Corno d'Africa.

Anche l'Europa è piena di luoghi misteriosi, perfino più antichi. Largo spazio Polidoro dedica alla grotta di Lascaux, conosciuta anche come «la Cappella Sistina del Paleolitico». All'interno di questa cavità, scoperta per caso nel 1940, sono conservati centinaia di disegni realizzati tra i 18mila e i 17mila anni fa da uomini di Cro-Magnon. Siamo certi che la caverna non venne mai abitata, i nostri antenati scendevano laggiù solo per dipingere. Un modo per propiziare la caccia? I resti fossili della zona dimostrano che la preda principale dei Cro-Magnon del luogo era la renna. Su mille animali dipinti sulle pareti, nessuno è una renna. Quindi il mistero meraviglioso permane. Una popolazione che doveva lottare per sopravvivere ogni giorno si è presa il tempo per creare rappresentazioni meravigliose di cui non riusciamo a capire lo scopo, ma solo apprezzare la bellezza.

Come è un mistero scoperto relativamente di recente quello del sito di Göbekli Tepe in Turchia. Le prime grandi costruzioni umane a scopo di culto erano tradizionalmente considerate le ziggurat sumere, la cui costruzione inizia nel 4500 avanti Cristo. Bene, a Göbekli Tepe c'è un tempio circolare di pietra - un'area di 500 metri quadrati con lastre calcaree di 7 metri e pesanti 16 tonnellate - vecchio di 9500 anni. La storia della civiltà, in pratica è da riscrivere. Anche perché pare che i costruttori del tempio fossero ancora cacciatori nomadi (100mila ossa di gazzella sono state rinvenute nel sito), quindi il tradizionale assunto agricoltura, sedentarietà, nascita dei templi e dello stato, è messo in discussione.

Ma questi sono solo alcuni dei luoghi o dei miti che finiscono sotto la lente di Polidoro: l'Isola di Pasqua, le navi di Caligola a Nemi, Palenque, Axum e l'arca perduta, Ayers Rock in Australia... Se il passato è una terra straniera, a volte serve un Baedeker per andarci, e questo atlante lo fornisce, e alimenta la curiosità di viaggiare.