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sabato 4 aprile 2020

PROFEZIE VIRALI PER STARE ALLEGRI

tratto da "L'Opinione" del 26 marzo 2020

di Dalmazio Frau

Michel de Nostredame, meglio noto a tutti come Nostradamus, non è proprio l’ultimo degli imbecilli. Il medico rinascimentale francese, veggente lo era sul serio, ma proprio per questo le sue Centurie sono inesplicabili ed incomprensibili. Volutamente irrisolvibili se non a posteriori.

Ed ecco che quindi, sistematicamente come ad ogni evento cataclismatico, gli esegeti, i traduttori, studiosi più o meno accreditati ed esperti di Nostradamus, si scatenano nel cercare la quartina che riporta la diretta descrizione della tragedia. Ovviamente adesso è il turno del Coronavirus, insomma “a chi tocca nun se ’ingrugna”, dicono a Roma.

Certo andrebbe fatta una certa analisi sul fatto che questo virus ha nome “Corona” e già qui, tra esoteristi d’accatto e simbolisti più o meno ermetisti “de’ noantri”, ci sarebbe da divertirsi. “Corona” perché la Morte nelle immagini delle danze macabre porta la “corona”? O forse fa rifermento al fatto di essere legato al sommo Kether dell’albero cabalistico delle Sephiroth? O Corona perché composto di “cor” che indica il petto e di “ona” che – a parte la fiorentina rificolona con cui fa rima – non ho la più pallida idea di cosa possa essere? O Corona è un cognome? Un acrostico? Come nel Codice da Vinci? Forza dai, tutti a cercare di svelare il mistero occulto nel virus ammorbante. Intanto ci chiudono in quarantena sine die – che l’ottimo Gigi Di Maio, anglista di chiara fama, leggerebbe in perfetta lingua d’Albione Sain Dai – e chi s’è visto s’è visto.

Fate i flashmob dal balcone adesso, bravi. Oppure leggetevi le Centurie di Nostradamus e contribuite anche voi al nuovo gioco di società, non è che avete poi tutte queste energie immagino da poter stare ore ed ore su YouPorn, vero?

Tornando a noi, Renuccio Boscolo, l’italiano che da decenni è considerato uno tra i più dotti esperti tra gli studiosi delle profezie del Veggente di Salon, ha dichiarato che Michel (siamo in confidenza con il profeta francese) nella sestina 11-30 delle sue Centurie, parla chiaramente di un “medico” e di un “grande male” che porterà “infermità da costa a costa”. Ma Boscolo è parte di una vasta schiera di investigatori dell’occulto, e tra essi vi è chi ritiene che l’astrologo rinascimentale abbia indicato anche la data: “Mercurio è in Acquario dal 4 marzo fino al 15 marzo ed invece Saturno entra in Acquario dal 22 marzo fino al 1 luglio ore 23,29. Le giornate di crisi sono, osservando la posizione stazionaria di Mercurio dal 9 marzo, con diminuzione dal 16 marzo. La crisi terminerà (Fenerà) con l’ingresso di Saturno il 1° luglio alle ore 23,29. Mentre un problema, forse un terremoto, avverrà il 10 o l’11 maggio alle 10,11”.

Invece secondo l’astrologa britannica Jessica Adams, la quartina di Nostradamus che cita Francia e Italia direbbe “che cosa ci si può attendere dalla congiunzione di Ariete, Giove e Saturno, Dio eterno? Dopo un lungo secolo, il male ricompare. A quali emozioni saranno sottoposte Francia e Italia?”, e infatti lunedì 15 aprile 2019 c’è stata una congiunzione astrale che si verifica ogni cento anni che ha coinvolto Ariete, Giove e Saturno.

Ma noi, immodestamente, ne aggiungiamo un’altra che si ricollegherebbe ai più recenti aiuti giunti dalla Russia e che muterebbe, o potrebbe mutare, radicalmente la passata interpretazione negativa della relativa quartina delle Centurie nella quale si legge: “La grande guerra inizierà in Francia e poi tutta l’Europa sarà colpita, lunga e terribile essa sarà per tutti… poi finalmente verrà la pace ma in pochi ne potranno godere”, e che prosegue così, “Per le discordie e negligenze francesi sarà aperto un passaggio a Maometto: di sangue intriso la terra ed il mare, il porto di Marsiglia di vele e navi coperto”, e prosegue prevedendo le sorti di Roma: “Ci saranno tanti cavalli dei cosacchi che berranno nelle fontane di Roma, il fuoco cadrà dal cielo distruggendo tre città. La città perderà la fede e diventerà il regno dell’Anticristo, Roma sparirà e il fuoco cadrà dal cielo e distruggerà tre città. Tutto si crederà perduto e non si vedranno che omicidi; non si sentirà che rumori di armi e bestemmie”.

Ora il passo interessante è quello che riporta la seguente frase, “ci saranno tanti cavalli dei cosacchi che berranno nelle fontane di Roma”, per decenni interpretata con una valenza negativa, che invece, potrebbe semplicemente significare proprio che le forze russe, quelle di Vladimir Putin, giungono in aiuto al popolo italiano.

Su tutto il resto invece lasciamo si depositi ancora una volta il velo del mistero del futuro, che è giusto resti insondabile all’occhio volgare perché il Fato, come sempre, riposa nel grembo di Zeus.

sabato 3 dicembre 2016

Apollodoro: Ermes, Zeus e gli inferi

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleone.it/apollodoro-di-ermes-zeus-fa-il-messaggero-suo-e-degli-dei-inferi/

In Apollodoro il legame tra principio ermetico e il ciclo morte-vita iniziatico

La frase di Apollodoro : Di Ermes, Zeus fa il messaggero suo e degli dei inferi. Obbliga alla riflessione sul rapporto tra le forze ctonie o dell’oltremondo e la vita iniziatica. Dovrebbe apparire sempre più evidente da un lato l’identificazione tra Hermes (Ermes) ed Ermete, identificazione basata più sull’analogia che sulla storiografia e dall’altro come il principio ermetico sia in fin dei conti principio primo delle iniziazioni. Della figura di Ermes Ermete ho già detto in altri luoghi, di come possa rappresentare il dio, il principio del limite attraverso l’hérma (sarebbe interessante un approfondimento, una indagine tra hérma e Landamarks), come rappresenti il principio della rottura dei tabù e il tabù più grande che viola è proprio quello del confine tra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti.

Ed è Apollodoro a farci sapere che è Zeus a crearlo messaggero degli inferi, Ermes ha la possibilità di viaggiare senza rischio alcuno in quel luogo che era avverso agli dei dell’Olimpo, essi che erano presenti dove era la vita ed assenti ove era la morte. Il buon pastore Ermes, con il bastone dorato donatogli dal fratello Apollo o con il caduceo con cui viene più spesso raffigurato (che siano lo stesso bastone?) percorre cieli e inferi, accompagna le anime, solo dei defunti?

Ogni iniziato è in Hermes, è nel principio ermetico. Questo, il principio con cui vengono regolamentate le scienze ermetiche, spesso in base ad i testi della tradizione alessandrina, esse divengono: l’Alchimia, l’Astrologia e la Magia. Hermes è iniziato e iniziatore, è colui che dona il fuoco agli uomini, il fuoco dei sacrifici, neonato sacrifica due vacche. Quante somiglianze ci potrebbero essere tra la stirpe di Caino ed Ermes.

Già gli inferi, ogni iniziato è un ri-nato, ha fatto del V.I.T.R.I.O.L. una esperienza di vita. Raccontare l’oltremondo non è possibile e l’iniziazione ancora meno, ma bisogna parlarne per combattere la superstizione ed il pregiudizio. Queste poche righe sono al massimo una piccola provocazione o un memento mori per chi ha orecchie per intendere.

Gioia – Salute – Prosperità

domenica 8 dicembre 2013

Atena e il mito di Aracne

di Vito Foschi

La dea Atena, la romana Minerva è dea della sapienza nella mitologia greca, figlia di Zeus che la partorisce già adulta. Fra i tanti miti associati alla dea ci soffermiamo su quello di Aracne che ci permetterà di fare alcune considerazioni. Riassumiamo brevemente il mito.

Aracne era una valente filatrice, che abituandosi ad essere elogiata incominciò a vantarsi di essere non solo la più brava fra i mortali, ma addirittura in grado di gareggiare con gli dei. Atena, dea dai molteplici ingegni, sia muliebri sia guerrieri, protettrice dei filatori, è irritata dalla superbia della donna. Non può sopportare che una comune mortale affermi di essere più brava di una dea nell'arte della tessitura. Sotto forma di vecchia si reca dalla fanciulla e le consiglia di non offendere gli dei. Per tutta risposta Aracne, ribadisce di essere migliore di Atena, al che la dea riprende le sue sembianze e sfida la giovane ad una gara di tessitura. La dea tessé un arazzo rappresentante lo scontro fra Poseidone e la città di Atena, mentre Aracne un'immagine degli amori di Zeus. La dea non potendo ammettere di essere stata sconfitta distrugge l'opera di Aracne e per punirla della sua superbia la trasforma in ragno, costretta a filare in eterno la sua tela. Questo mito evidenzia le capacità muliebri della dea Atena.

La dea è sinonimo di sapienza, tra l'altro nasce dalla testa di Zeus, ma possiede caratteristiche piuttosto varie. È dea guerriera ed è rappresentata spesso con elmo, lancia e scudo. Certo lo scudo potrebbe rappresentare la difesa della sua verginità, quindi potrebbe essere assimilata sempre alle caratteristiche di una dea femminile, ma la lancia è strumento di offesa e quindi questa interpretazione non regge: Atena è anche una dea guerriera. Essendo una dea della sapienza, le sue capacità guerriere non sono guidate dal furore come nel caso del dio Ares, dio della guerra, e la sua protezione è più sulle decisioni tattiche e strategiche. Non a caso è protettrice di Ulisse, soldato valente, ma soprattutto esperto di stratagemmi e in qualche modo diverso dagli altri eroi Achei. Basti pensare al pessimo carattere e all'irascibilità di Achille che lo fa essere rappresentante terreno del dio della guerra.

Ci si chiede perché Atena unisca tutte queste qualità contraddittorie. Il mito di Aracne lega la dea al ragno, che in molte mitologie è legato ai miti della creazione. Il ragno tesse la tela creando un mondo e attende al suo centro lo svolgersi degli eventi. Ogni parte della ragnatela è collegata, ogni elemento della creazione è collegata, come indicato dal famoso detto della tavola Smeraldina, ciò che è in basso è come ciò che è in alto. Il ragno tira le fila della creazione. Ciò fa ritornare in mente un altro mito, quelle delle Parche che governavano il destino degli uomini. Filavano ed ogni filo corrispondeva la vita di un uomo, ne decidevano lo svolgimento e al momento opportuno recidevano il filo, ovvero ponevano termine alla vita dell'uomo. È evidente che le Parche richiamano il simbolismo del ragno.

Qual è il legame fra Atena e il ragno? Atena è una dea che protegge le arti femminili regala l'ulivo alla città di Atene e nello stesso tempo è una vergine guerriera. L’ipotesi più probabile è che la figura della dea sia il risultato di una trasformazione, ad opera dei conquistatori greci, di un’antica divinità femminile adorata da una popolazione organizzata in una società di tipo matriarcale. I greci avendo una cultura patriarcale modificheranno la figura della dea che diverrà figlia di Zeus, ovvero di un dio-padre e quindi sottomessa ad un uomo.

Il legame con il ragno potrebbe lasciar intendere di essere stata, prima della conquista greca, una dea-madre, quindi generatrice del cosmo.

Questo spiegherebbe le varie caratteristiche della dea un misto di una divinità agricola e feconda e di una divinità guerriera, ma mitigata dalla sapienza. Per i greci il dio della guerra è Ares, non a caso una divinità maschile, mentre la bellicosità della dea viene temperata dalla sapienza come si addice ad una divinità femminile. Per i maschilisti greci sarebbe stato inaccettabile una divinità guerriera femminile.