Visualizzazione post con etichetta James G. Frazer. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta James G. Frazer. Mostra tutti i post

venerdì 14 febbraio 2020

Cos’è la Mano della Gloria?

in collaborazione con l'autore Michele Leone: https://micheleleone.it/la-mano-della-gloria/


La Mano della Gloria tra folklore e magia


La Mano della Gloria potrebbe essere un oggetto presente nelle più tetre storie di Sir Arthur Conan Doyle o di Edgar Allan Poe. Come oggetto magico è presente nel popolare gioco di ruolo Dungeons & Dragons, i più giovani l’hanno incontrata, anche se proposta in una forma blanda, nelle storie del maghetto Potter. La realtà spesso supera la fantasia e questo oggetto è un feticcio realmente esistito. Era usato da ladri o da alcuni sprovveduti, perversi, fattucchieri. Oggi trova la sua collocazione in qualche museo o nelle Camere delle Meraviglie di collezionisti di oggetti particolari.


            Feticcio: Oggetto inanimato al quale viene attribuito un potere magico o spirituale. Il vocabolo, adottato nel 16° sec. dai navigatori portoghesi (feitiço) per designare gli idoli e gli amuleti che comparivano nelle pratiche cultuali di popoli indigeni africani, fu esteso successivamente alle reliquie sacre della devozione popolare e, più in generale, a qualsiasi oggetto ritenuto immagine, ricettacolo di una forza invisibile sovrumana.


Cos’è la Mano della Gloria e come si prepara?

La Mano della Gloria è, stando alla maggior parte delle versioni, la mano amputata ad un criminale mentre penzola dalla forca. A seconda dei “gusti” o delle idee dei vari autori sull’argomento può essere la mano destra o sinistra. Una volta presa, la mano, deve essere avvolta in un panno funerario e quando si è distanti da occhi indiscreti bisogna strizzarla per renderla esangue.

Ti riporto un paio delle tante descrizioni sul come preparare questo feticcio:

“Prendi la mano destra o sinistra di un criminale che pende da un patibolo accanto ad una strada; avvolgila in un panno funebre e così avvolta spremerla bene sino a far uscire l’ultima goccia di sangue. Quindi metterla in un recipiente di terracotta con salnitrio, sale e pepe lungo, il tutto ben in polvere. Lascialo in questo recipiente per quindici giorni, quindi estrailo ed esponilo alla piena luce del sole durante i giorni caldi fino a quando non diventa abbastanza asciutta. Se il sole non è abbastanza forte mettilo in un forno con felce e verbena. Quindi crea una specie di candela dal grasso di un criminale impiccato, cera vergine, e usa la Mano della gloria come candelabro per tenere questa candela quando accesa, e poi quelle in ogni luogo in cui vai con questo lo strumento dannoso deve rimanere immobile”. (Petit Albert).

O

“La Mano di Gloria è la mano di un uomo che è stato impiccato, ed è preparata nel modo seguente: Avvolgi la mano in un pezzo di lenzuolo, tirandolo stretto, in modo da spremere il sangue che può rimanere dopo l’amputazione; quindi metterla in un recipiente di terracotta con salnitro, sale e pepe lungo, tutto accuratamente in polvere. Lascia che rimanga quindici giorni in questo sottaceto fino a quando non è ben asciugata, quindi esponila al sole nei giorni più caldi, fino a quando non è completamente seccata o, se il sole non è abbastanza caldo, asciugala in un forno riscaldato con la verbena e felce. Quindi fai una candela con il grasso di un uomo impiccato, cera vergine e sesamo della Lapponia.” (Sabine Baring-Gould).

Sulla fabbricazione della candela da porre sulla Mano della Gloria la “storia” diventa ancora più cruenta, e ti sconsiglio di leggere questo paragrafo se sei particolarmente sensibile. Molti vogliono che per rendere ancor più efficaci gli effetti della Mano di Gloria fosse necessario fabbricare la candela con il grasso di un bambino nato morto o strappato con ferocia dal ventre della madre mentre questa era ancora incinta.

Quali erano le proprietà della Mano della Gloria?

Immobilizzare o addormentare le persone a cui era presentata;
Far luce solo per colui che la impugna, mentre altre persone vicine al ladro restavano al buio;
Rendere invisibile colui che portava la Mano della Gloria;
Ardere senza consumarsi;
Poter aprire qualunque serratura posta nelle sue vicinanze;
Segnalare la presenza di persone sveglie nella casa da derubare per mezzo della non accensione di uno degli stoppini posti sulle dita della Mano della Gloria.
Testimoni

Ora, quasi fossimo nell’aula di un tribunale, chiamerò tre testimoni a parlare della Mano della Gloria. Questi sono diversi per formazione, credenze ed epoche nelle quali sono vissuti Alla fine trarrò le mie conclusioni o, se preferisci, farò l’arringa finale.

Testimone 1: James G. Frazer

V’è un fruttuoso ramo della magia omeopatica che si basa sui morti; poiché, come il morto non può né vedere, né udire, né parlare, così, applicando i principi omeopatici, si possono rendere le persone cieche, sorde e mute usando le ossa dei morti o qualsiasi altra cosa che sia toccata dall’infezione della morte. […] In Europa si attribuivano tali proprietà alla Mano della Gloria, cioè la mano di un impiccato, seccata e conciata. Se una candela fatta con il grasso di un malfattore morto anch’esso sulla forca venina inserita nella Mano della Gloria come in un candeliere e accesa, rendeva immobili tutti coloro a cui fosse presentata; e non potevano muovere neppure un dito, come se fossero morti. Talvolta la mano del morto diviene una candela, o meglio un mazzo di candele, poiché viene dato fuoco alle sue dita avizzite; ma se uno degli abitanti della casa fosse sveglio, una delle dita non si accenderebbe. Tali nefande lampade si possono spegnere soltanto col latte. Spesso è prescritto che la candela del ladro sia fatta con il dito di un bambino appena nato, o, meglio ancora, di uno non ancor nato. Spesso vien considerato necessario che un ladro abbia tante candele, quanti sono gli abitanti della casa, perché se ne avesse una di meno, qualcuno in casa si potrebbe svegliare e pigliarlo. Una volta che queste candele brucino non c’è che il latte che possa spegnerle. Nel Seicento i ladri usavano assassinare delle donne incinte per estrarne delle candele dall’utero. (Il ramo d’oro, Bollati Boringhieri, Torino 2013 pp. 43-44).

Testimone 2: Michael Howard

“I veri occultisti sono generalmente dell’opinione che i termini magia <<bianca>> e magia <<nera>> siano in pratica privi di significato, anche se si possono applicare in teoria. Per spiegare questa affermazione piuttosto contraddittoria è necessario rendersi conto che la potenza usata nella magia (che ha origine nella mente umana) è una forza neutra che può essere utilizzata per fini positivi o negativi. Infine, la responsabilità dell’uso del potere è solo del mago, e risiede nei suoi sentimenti.

In passato le candele erano usate in molte occasioni, in quella che gli ignoranti chiamano <<magia nera>>. Forse l’esempio più famoso del loro uso, è quello della spaventosa <<Mano della Gloria>>. Si credeva che fosse la mano amputata ad un omicida, che fosse coperta di cera ed avesse degli stoppini sulle punta delle dita. Una volta acceso, questo oggetto disgustoso aveva il potere di far perdere coscienza agli occupanti di una casa, e di aprire anche le porte chiuse a chiave. Un ladro che non ne possedeva una sarebbe stato un ladro incompleto!

C’è, in realtà, qualche elemento di verità in fatti del genere che per noi moderni sono solo degli orrori e delle insensatezze? Sì, ma la <<mano>> non era un arto appena amputato ad un carcerato, bensì una comune candela di cera a forma di mano. Delle bizzarre candele di questo genere possono ancora oggi essere acquistate nei negozi di novità, oppure l’amatore se le può fabbricare una, degna di qualsiasi film dell’orrore, versando cera in un guanto di gomma da massaia.

Degli occultisti seri non se ne occuperanno – tranne che per divertirsi un po’ – poiché è piuttosto improbabile che la <<Mano della Gloria>> sia di qualche utilità, anche per un ladro acrobata, e sembra che non neutralizzi neanche gli allarmi, per cui la sua utilità risulta proprio limitata!” (Michael Howard, Magia delle candele. Significato occulto, uso, formule, rituali, Hermes Edizioni, Roma 1999, pp. 53-54).

Testimone 3: Francesco Maria Guaccio

In un paesino della diocesi di Liegi – per alcuni Huy, per altri Dinant – due individui giungono, di notte, in un albergo. Fingendosi molto stanchi, dichiarano, dopo aver cenato, di non sentirsela d’andare a cercare un letto altrove, e, con molta insistenza e sfacciataggine, chiedono all’oste di lasciarli dormire in cucina, presso il fuoco.

Una fantesca, alla quale i due viaggiatori non vanno a genio, si mette a spiarli da un forellino per vedere che mai fanno. Nel cuore della notte li vede estrarre da una borsa una mano mozza, ungerle le dita e accostarle al fuoco. Se ne accendono quattro su cinque, ei maghi stupiscono; riprovano, ma la fiamma non s’appicca. Uno esclama allora: «Come mai? Qualcuno in casa è sveglio?» E, appesa la mano al camino, con le quattro dita che ardono come candele (ma con luce fosca), escono di casa, e, fischiando in un certo modo, chiamano i complici perché vengano a rubare. La fantesca, che li ha seguiti, chiude loro l’uscio in faccia, e, corsa nella camera da letto dei padroni, li scorge entrambi immersi in un sonno cosi profondo che non riesce a destarli neppure trascinandoli in mezzo alla stanza. I ladri cercano frattanto d’entrare passando per la finestra, ma la donna accorre e li butta giù dalla scala; essi però insisto­ no, e tentano d’introdursi da un’altra parte. Ricordandosi della lampada, la serva – convinta che sia essa la causa del torpore degli abitanti – spegne le quattro dita; subito i dormienti si svegliano, accorrono e scacciano i malviventi. Acciuffati pochi giorni dopo, confessano il maleficio.

[…]

Anton Welch riferisce un fatto narratogli dalle mogli di Michal Gross e Beschiess. Note entrambe per complicità in stregoneria, avevano da poco sottratto dalla bara, nel cimitero di Germmgen, due cadaveri di bimbi, che i rispettivi genitori- Bernhard e Anton Lerchen – avevano appena sotterrato, e li avevano inceneriti a pro delle loro magie. S’erano valse, dapprima, d’un fianco con le costole, poi avevano usato il braccio destro come una di quelle lampade diaboliche di cui ho già parlato: da utilizzare la notte, nel caso avessero dovuto propinare a qualcuno il farmaco malefico. Le dita ardevano alle estremità con fiamma sulfurea e violacea: quando la fiamma si spegneva, rimanevano intatte, come se non avessero servito da alimento al fuoco, e potevano perciò essere riaccese a piacere. (Compendium Maleficarum, Giulio Einaudi Editore, Torino 1992, pp. 206-214).

Conclusioni

Rileggendo questo articolo per scrivere le conclusioni, mi rendo conto che molto altro ancora ci sarebbe da dire su questo bizzarro, osceno feticcio. Mancano J. Dee ed altri testimoni e maghi. Chissà che non ne faccia un libricino. Qualcuno vuole che Mano della Gloria in inglese Hand of Glory, sia la corruzione o la trasformazione della parola francese mandragore: mandragora. Da mandragore a main de gloire a hand of glory. Probabilmente se non vi fosse stata una incomprensione linguistica la tentazione di tagliare mani a uomini appesi alla forca non sarebbe venuta ai ladruncoli inglesi o agli pseudo maghi.

I tre testimoni, diversi per formazione, idee ed epoche in cui sono vissuti ci hanno dato spunti di riflessione diversi e soprattutto punti di vista altri. Sulla Mano della Gloria, non è difficile trovare informazioni on-line, come su molti argomenti, ed è ancor più facile trovare molti Gran Maestri Ierofanti Ciarlatani pronti a raccontarti verità sino ad oggi inaudite per molti o pochi denari. Qualcuno potrebbe anche dirti che la Mano di Gloria, fatta dei materiali più improbabili è uno strumento di altissimissima Magia, oggetto indispensabile per ogni apprendista stregone.

La Magia, indipendentemente dalla possibilità che i suoi effetti siano reali o presunti, è prima di tutto un percorso di Conoscenza; conoscenza di sé stessi e del Mondo Universo. Conoscenza, quella del mago, che deve unirsi alla Sapienza e alla Saggezza. Senza conoscenza si è poco più che simpatiche (non sempre) scimmie ammaestrate e comprare a casaccio oggetti e (pseudo) rituali non farà di noi dei maghi né delle persone sagge. Come saggio non sarebbe il ladro che provasse ad andare in giro con una Mano della Gloria all’interno di una stazione di polizia. Eppure, la Mano della Gloria è o può essere l’occasione per ognuno di noi di apprendere, usi e costumi, tradizioni, mentalità di epoche diverse ed anche qualcosa sulla Magia. Si sulla magia, per imparare a distinguerla dalle volgari (nel senso di volgo) pratiche folkloristiche o dalle credenze popolari. La Mano della Gloria può essere l’occasione per rileggere vecchie storie con occhi nuovi, per entrare in punta di piedi nella storia delle idee e dell’immaginario senza scomodare Durand. Ci sono un’infinità di possibilità. A te scegliere se essere una scimmietta ammaestrata o un ricercatore/ricercatrice sulla strada della conoscenza.

       Gioia – Salute – Prosperità