lunedì 30 ottobre 2023

Sette sataniche, sincretismo e stragi: ecco i santoni neri di Hollywood

Tratto da "Il Giornale" del 7 Settembre 2021

C'è un (lungo) filo esoterico che collega la fondazione di Hollywood e la sede del cinema internazionale

di Andrea Indini e Matteo Carnieletto


California, 1886. Il sole si infrange sulla terra, rendendola incandescente, mentre un uomo di origini cinesi spinge un carro pieno di legna. Suda e impreca per il gran caldo. All'improvviso incontra un imprenditore, Hobart Johnstone Whitley, il quale gli chiede cosa sta facendo: "I hooly-wood", risponde il carrettiere, intendendo "I'm hauling wood" (sto trasportando del legname). L'imprenditore ha un'epifania, un'irruzione del sacro nella quotidianità, che saranno una costante in questa fetta di mondo. Capisce male, o forse lo fa apposta, e decide di chiamare questo luogo tra le colline della California "Hollywood", il bosco di agrifoglio. È l'inizio di una storia nuova, in cui la luce del sole si mescola alle tenebre del satanismo e dell'occultismo.

A partire dagli anni Quaranta del XIX secolo, migliaia di persone si riversano verso la West Coast. Cercano l'oro. Inseguono un sogno. Vengono dalle parti più disparate del mondo e credono in fedi diverse. Ci sono protestanti e cattolici. Bianchi, indiani e neri. Litigano, a volte si ammazzano anche, ma alla fine si amalgano. Anche spiritualmente. Scrive Jesùs Palacios, autore di Satana a Hollywood (Edizioni NPE), che la California diventa "il luogo ideale per mescolanze e sincretismi, il luogo ideale perché a poco a poco la vecchia fede di indebolisse e si evolvesse in nuove credenze e superstizioni... Affinché proliferassero altresì imbroglioni, santoni, predicatori e falsi profeti".

Sembra quasi che tutti si siano dati appuntamento lì. Negli anni Venti del XX secolo arriva Jiddu Krishamurti. Sopracciglia folte, occhi profondi e lineamenti da statua. Riesce ad ammaliare tutti, ma soprattutto le donne. Ottiene una rendita di cinquecento sterline l'anno. Un'enormità per l'epoca. Viene invitato a tutte le feste e incontra i personaggi più importanti dell'epoca, tra cui l'astrofisico Edwin Hubble e Greta Garbo, che rimane folgorata da lui. Più passa il tempo e più Krishamurti ottiene consensi: "Sempre radicato a Ojai e nelle vicinanze di Hollywood, avrebbe trovato di nuovo il sostegno della comunità cinematografica grazie a Mary Zimbalist, vedova del profuttore Sam Zimbalist, deceduto nel 1958 durante le riprese di Ben-Hur. Sarebbe diventata lei, a partire dal 1964, la sua principale fonte di finanziamento; gli costruì una casa nuova a Ojai, lo invitava spesso nella sua villa di Malibù e contribuiva di tanto in tanto alla sua stabilità economica, tenendo conto che il maestro fu imbranato fino alla fine dei suoi giorni in ambito finanziario". Il 17 febbraio del 1986 Krishamurti muore a Pine Cottage. Non vuole alcuna celebrazione. Sparisce per sempre. Nel vuoto.

Con il passare del tempo, però, accanto all'esoterismo comincia a muoversi il culto per il demonio. Howard Stanton Lavey ne è il fondatore. Nato, l'11 aprile del 1930 a Chicago, a soli 36 anni rivela che è giunta l'Era di Satana e, in poco tempo, si circonda di un numero sempre più cospicuo di fedeli e conquista le bionde più belle di Hollywood. Dopo la seconda guerra mondiale frequenta per un breve tempo Marylin Monroe, consumata per lo più "sotto l'ombra di uno degli edifici più magici e spettacolari dell'architetto e occultista Frank Lloyd Wright a San Francisco, ispirato dall'achitettura maya e azteca del Messico dell'era precolombiana". Ma è con Jayne Mansfield che LaVey crea il legame più profondo: inizialmente l'attrice non lo considera più di tanto ma, non appena lo vede in abiti sacerdotali neri, impazzisce per lui e se ne innamora. Si dice addirittura che LaVey le abbia chiesto la mano e che l'avesse introdotta in alcuni circoli sacerdotali occulti. Accanto al satanista girano avvocati, artisti, anche agenti dei servizi segreti. Sono tutti alla sua corte e partecipano a riti terribili, fatti con candele nere e teschi umani. Nel 1968 apre la prima chiesa dedicata al culto luciferino e, qualche anno più tardi, scrive La Bibbia satanica: "L'opera - scrive Palacios - parla di invertire la morale tradizionale e fornisce una guida teorica e pratica (il libro contiene preghiere, incantesimi e cerimonie magiche) per l'uomo nuovo che dominerà il mondo del futuro, incentrata su un egoismo attivo un tantino darwinista, sul sesso libero, l'amoralità e una sorta di realismo religioso tipicamente ateo e umanista". Strane morti accompagnano la vita di Lavey e che tinteggiano, in una lunga scia di sangue, le colline della California.

Ma come si è potuti arrivare a tutto questo? Secondo Michel Houellebecq, che ne Le particelle elementari, che quest'estate La Nave di Teseo ha riportato in liberia, si è dedicato a questo tema. La strada è lunga ed è indissolubilmente legata ai cambiamenti che, dopo il secondo dopo guerra, attraversarono il Vecchio continente: "Questo libro è innanzitutto la storia di un uomo - si legge nell'incipit - di un uomo che passò la maggior parte della propria vita in Europa occidentale nella seconda metà del Ventesimo Secolo. Perlopiù solo, egli intrattenne tuttavia rapporti saltuari con altri uomini. Visse in un'epoca infelice e travagliata". Nel volume, lo scrittore francese analizza il legame sotteso tra la liberazione sessuale, di cui il Sessantotto si fa portatore sconvolgendo definitivamente i consumi dell'Occidente, e gli omicidi compiuti dai satanisti. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1998, è il racconto (crudo e disilluso) di due vite agli antipodi: Michel Djerzinski, biologo molecolare che spende tutta la sua vita per dare alla vita stessa un significato che sembra non esserci, e il fratellastro Bruno che, invece, cerca quel medesimo significato in un'onnivora attività sessuale devastata e devastante. Sono entrambi i prodotti di una rivoluzione culturale che ha lasciato nudo l'uomo, spogliato di una tradizione millenaria e in balìa di un voyeristico egoismo.

Houellebecq accompagna il lettore per mano in un tour virtuale dentro e fuori le comunità hippy, i raduni new age, i campeggi per nudisti e i club per scambisti, che nella seconda metà del secolo scorso sono sorti in Francia. Quello che emerge è un vuoto cosmico che lascia le anime solo dinnanzi alla propria vacuità. Ma, se nel Sessantotto questa spinta emotiva, che ha portato alla disgregazione della famiglia e dei legami famigliari, viene ammantata da un'aurea di novità, sul finire degli anni Ottanta scema in una compulsiva reiterazione di canoni fallimentari che, però, sono ormai tanto permeati all'interno della nostra società da essere dati per scontati e, quindi, passivamente accettati. Finita l'euforia, che ha drogato gli anni Settanta (poi sfociati nella violenza ideologica del terrorismo), quello che rimane degli ex sessantottini è una triste "congrega" di ex ribelli (non più giovani) in cerca di emozioni ormai sciupate. E così il sesso si fa sempre più estremo e le droghe sempre più pesanti.

È proprio tra gli "scarti" del Sessantotto (pochi soggetti a dire la verità) che Houellebecq intravede l'insinuarsi del germe del satanismo. Ne Le particelle elementari viene dato spazio, anche se per poche pagine, a un personaggio che sin dall'inizio appare oscuro e turpe: David Di Meola, figlio della cultura hippy che, dopo aver fallito come musicista rock, si butta prima sul sesso estremo e poi sul mercato degli snuff movie ammantandolo dei tetri simboli satanici. Il passaggio da violenza sessuale a omicidio è brevissimo. Ma sufficiente a macchiare di sangue un'intera generazione. Nel saggio Il disagio della civiltà (Feltrinelli), Sigmund Freud indaga, tra le altre cose, sul rapporto tra sessualità e morte, due concetti che la nostra mente fatica a tenere insieme. Eppure certi disvalori si sono fatti portatori di una sessualità forzata che in alcune sacche della società è accettata e condivisa (si pensi al masochismo e al sadismo), mentre in situazioni al limite sfocia negli stupri e negli omicidi rituali. Per Houellebecq questa deriva è la diretta conseguenza del materialismo più puro.

Un altro figlio di questa degenerazione è sicuramente Charles Manson (venticinque anni più tardi scimmiottato dal cantante pseudo-satanista Marilyn Manson) la cui ombra sembra calare anche su alcuni capitoli de Le particelle elementari. Rileggendo la storia di Hollywood non deve affatto stupire se nel 1967, dopo aver girovagato per mezza America (dall'Oregon all'Ariziona, dallo stato di Washington al New Mexico), decide di insediare la sua Family (così venivano chiamati i suoi adepti) nella periferia di Los Angeles. Tra loro c'erano anche molte ragazze (tutte giovani, tutte molto belle). Nel romanzo Le ragazze (Einaudi) Emma Cline le descrive così: "Parevano appena ripescate da un lago [...] Stavano giocando con una soglia pericolosa, bellezza e bruttezza allo stesso tempo, e attraversavano il parco lasciandosi alle spalle una scia di improvvisa allerta. Le madri si guardavano intorno cercando i figli piccoli, spinte da una sensazione a cui non avrebbero saputo dare un nome. Le altre giovani prendevano per mano i fidanzati". Ancora una volta: eros e violenza, vita e morte. Che rimangono impregnate nella terra. "C'è gente che dice che questo posto è impregnato di una forza malefica", racconta una segretaria a John Waters mentre è in visita al ranch di Manson. Il male lì sembra non essersene mai andato. Alberga in quella terra e non se ne vuole più andare via. Del resto Charles lo accoglie, anzi lo invoca, per lungo tempo. Raduna attorno a sé un gruppo di hippy ai quali propone una nuova vita spirituale. Scrive Palacios che la "famiglia Manson" frequenta "riunioni notturne degli Angeli dell'Inferno, sette e comunità religiose piuttosto singolari come la crowleyana Loggia Solare dell'Ordine del Tempio d'Oriente (Oto) o l'orientalista Fonte del mondo, ispirata dagli insegnamenti pacidisti di Krishna Venta, che annoverava tra i suoi membri Shorty Shea, impiegato nel ranch, e una delle vittime della Famiglia, il cuio corpo, teoricamente smembrato e cosparso nel desrto, non fu mai ritrovato".

Charles li fomenta. Promette loro il sangue e, infine, glielo concede. Accade tutto in una notte, quella tra l'8 e il 9 agosto del 1969: quattro suoi "figli spirituali" entrano nella casa di Sharon Tate e regista Roman Polanski. L'ordine è uno solo: "Uccidere tutti i presenti, nella maniera più macabra possibile". Così sarà. Alcuni degli ospiti verranno uccisi a colpi di coltello, altri furono freddati con armi da fuoco. La Tate chiede pietà per il figlio che ha in grembo, ma non c'è nulla da fare. È l'helter skelter - questo il nome del massacro, preso in prestito da una canzone dei Beatles - e non possono esserci sopravvissuti. Il sangue deve essere ovunque, perfino sui muri della casa.

Immaginare un altro finale è difficile, ma non impossibile. Ci ha provato il re dello splatter Quentin Tarantino. C'era una volta a... Hollywood riscrive quella mattanza dandogli un altro finale. E prova a liberare Hollywood dai suoi mali. Ma è solo fiction. E Hollywood rimane quella che è.

giovedì 19 ottobre 2023

XIII TROFEO LA CENTURIA E LA ZONA MORTA

E’ stato indetto il XIII TROFEO LA CENTURIA E LA ZONA MORTA per il miglior racconto di ambientazione fantasy, in memoria di Fabrizio Frattari, a cura dell’Associazione Culturale “LA CENTVRIA” e del sito “LA ZONA MORTA” con la collaborazione dell’Associazione “A Campanassa” di Savona e della manifestazione “Savona International Model Show 2024”.

In giuria: Davide Longoni (autore di “Mercuzio e l’erede al trono – Livello 0”), Donato Altomare (plurivincitore del Premio Italia, del Premio Urania e del Premio Vegetti, presidente del World SF Italia, scrittore di innumerevoli romanzi, tra cui il recente “Wormhole” scritto con Umberto Guidoni), Filippo Radogna (giornalista, saggista e scrittore, due volte vincitore del Premio Italia e del Premio Vegetti con l’antologia di racconti “L’enigma di Pitagora e altre storie”), Fabio Calabrese (scrittore e saggista, appassionato di tutto il genere fantastico) e Valentino Sergi (direttore di Officina Meningi e autore pluripremiato di GDR e Librogame), da esperti appassionati del settore dell’Associazione “La Centuria”, dai soci dell’Associazione “A Campanassa” e da autori di giochi.

Premi: 1° classificato 150 euro, 2° classificato 100 euro, 3° classificato 50 euro in buono-libri, 4° e 5° classificato medaglia e attestato di merito. I primi 5 racconti classificato inoltre verranno pubblicati: in un’antologia pubblicata dalle Edizioni Scudo, sui siti internet de “La Centuria”, “La Zona Morta” e sul sito di GdR “Dark Chronicles”, nonché sulla brochure cartacea ufficiale dedicata alla “Savona International Model Show” prossima ventura. Ai cinque finalisti infine verrà dato in omaggio un libro offerto dalle Edizioni Il Foglio Letterario.

Inviare i racconti in formato .rft o .txt a tutti e tre gli indirizzi di seguito riportati: associazione@lacenturia.it, longdav@libero.it e letteratura@dark-chronicles.eu entro il 20 dicembre 2023.

La quota di partecipazione è pari a euro 8,00 da versarsi tramite ricarica/accredito su Carta PostePay n. 4023 6010 1023 7691 intestata a Davide Longoni.

Per visualizzare il bando completo:

http://www.lazonamorta.it/lazonamorta2/?p=70091.




mercoledì 18 ottobre 2023

Candido Godoi, la città dei “gemelli ariani” di Mengele

tratto da https://it.insideover.com/storia/candido-godoi-la-citta-dei-gemelli-ariani-di-mengele.html

del 20 NOVEMBRE 2021

di Pietro Emanueli


L’assalto del Terzo Reich all’America Latina rappresenta uno dei capitoli più intriganti della Seconda guerra mondiale, eppure, per uno strano scherzo del destino, risulta essere anche uno dei meno conosciuti al grande pubblico. Scrivere e parlarne, però, è più che importante – è essenziale –, perché è soltanto avendo cognizione di ciò che accadde tra gli anni Trenta e la seconda guerra mondiale che si può comprendere, ad esempio, la storia della grande fuga dei nazisti nelle terre di Simon Bolivar nel dopo-caduta di Berlino.

L’emigrazione delle aquile naziste in America Latina, secondo alcuni pilotata dalla cabalistica Organizzazione Odessa allo scopo di consentire, un giorno, la nascita di un nuovo Reich, avrebbe condotto un piccolo esercito tra gli altopiani messicani e le pianure argentine. Un esercito composto dalle nove alle dodicimila persone, tra le quali alcuni dei più eminenti gerarchi del Terzo Reich, come Adolf Eichmann e Josef Mengele. E quest’ultimo, per quanto braccato dai cacciatori di teste del Mossad, avrebbe continuato a svolgere esperimenti fino all’ultimo dei suoi giorni.

Lo strano caso dei gemelli di Cândido Godói

Josef Mengele, il famigerato “angelo della morte”, sarebbe arrivato in Brasile nel 1963 e qui sarebbe morto alcuni anni più tardi, probabilmente nel 1979. Prima del 1963, secondo le ricostruzioni storiche, il medico degli orrori avrebbe vissuto tra Argentina e Paraguay, non disdegnando spostamenti in altri lidi per incontrare gli ex colleghi. Sarebbe stata la cattura dell’ex collega e amico Eichmann a convincerlo della necessità di trasferirsi nelle terre brasiliane, ritenute più sicure e meno permeabili alla vendetta del Mossad.

Cândido Godói fu una delle località dove Mengele avrebbe trascorso la maggior parte dei suoi ultimi sedici anni di vita. E perché si fosse stanziato qui non è difficile da capire: localizzato al confine con l’Argentina, questo villaggio di meno di 10mila anime era abitato – e lo è ancora oggi – da una folta minoranza di polacchi e tedeschi. Una minoranza poco o nulla integrata nel tessuto sociale brasiliano, tanto da possedere un proprio dialetto – noto come Hunsrik –, indi perfetta a prestarsi come rifugio e laboratorio.

Cosa sia accaduto di preciso non è dato saperlo, ma quali siano stati i risultati di quelle sperimentazioni, sì, è abbastanza noto. Perché Cândido Godói, a partire dal 1963, è gradualmente divenuta la località con la più alta incidenza di gravidanze gemellari dell’intero pianeta. Quello che accade in questo villaggio, più precisamente nel quartiere tedesco di Linha São Pedro, è che una gravidanza su dieci è di tipo gemellare. La dimensione e l’unicità del fenomeno può essere esplicata meglio a mezzo dei numeri:

Nello stato federato di Rio Grande do Sul, al quale appartiene Cândido Godói, le gravidanze gemellari costituiscono l’1,8% del totale.

L’incidenza delle gravidanze gemellari in quel di Cândido Godói risulta essere due volte maggiore a quella registrata in altri territori del globo interessati da fenomeni simili, come la Nigeria sudoccidentale – dove il tasso dei parti gemellari è del 4,5-5%.

Quasi una gravidanza gemellare su due, il 47% per l’esattezza, termina con la nascita di una coppia monozigote – nel resto del mondo, invece, i “gemelli identici” rappresentano meno del 30% di tutte le gravidanze gemellari.

Vi sono stati anni in cui l’incidenza delle gravidanze gemellari ha raggiunto la soglia record del 20%.

Cos’è successo a Cândido Godói?

Di Mengele è noto che abbia vissuto e sia morto in Brasile, ivi conducendo degli esperimenti come, dove e quando possibile, ma la natura di tali ricerche continua ad essere avvolta dal mistero. Le indagini sulla popolazione di Cândido Godói sembrano indicare che Mengele possa aver studiato il cosiddetto “effetto del fondatore” – termine con il quale si fa riferimento ad un processo che comporta la progressiva riduzione della variabilità genetica in comunità piccole e omogenee – e che l’aumento repentino delle gravidanze gemellari, ancora oggi persistente, non sia che l’esito delle sue attività.

Lo storico argentino Jorge Camarasa, tra i più importanti investigatori del caso Cândido Godói e dell’epopea di Mengele in America Latina, era giunto alla conclusione che l’angelo della morte, dietro la scusante di curare gli abitanti del borgo, avesse trattato le donne del posto con dei medicinali sperimentali, magari provenienti dai laboratori nazisti, concepiti al duplice scopo di “arianizzare” il patrimonio genetico e di incrementare il tasso di natalità.

Una tesi ai limiti della fantascienza, quella proposta da Camarasa, che all’epoca della pubblicazione di “Mengele. L’angelo della morte in Sud America” (2008) gli era valsa le critiche di colleghi e genetisti – convinti, quest’ultimi, che il caso Cândido Godói fosse riconducibile ad una radicalizzazione inusuale ma naturale dell’effetto del fondatore –, ma che risulterà tutt’altro che illogica e fuori dal mondo per coloro che il nazismo lo hanno sviscerato.

Perché il nazismo non fu soltanto scienza applicata al genocidio e ricerca militare avanguardistica. Il nazismo fu anche, e soprattutto, esoterismo, misticismo e occultismo. Tre ragioni che spiegano l’ossessione del Führer per le reliquie e per gli oggetti leggendari dai poteri preternaturali – come il santo Graal –, che spiegano la centralità rivestita da società segrete come Thule e Vril nella formulazione della politica nazista e che, forse, potrebbero spiegare perché Mengele cercò di trasformare Cândido Godói nell’ultimo rifugio della razza ariana. 

venerdì 13 ottobre 2023

ECCEZIONALE: “ASIA MYSTERIOSA” (1929) DI ZAM BHOTIVA CON DEDICA AUTOGRAFA A OTTO RAHN!

tratto da https://www.cacciatoredilibri.com/eccezionale-asia-mysteriosa-1929-di-zam-bhotiva-con-dedica-autografa-a-otto-rahn/

NOTA: una vecchia notizia di una vendita all'asta del libro Asia mysteriosa che ci permette di avere qualche notizia su autore e opera. In collaborazione con l'autore Simone Berni

Asia mysteriosa: l’oracle de force astrale comme moyen de communication avec “Les petites lumières d’Orient”, di Zam Bhotiva; précédé d’une préface de F. Divoire et d’études par Maurice Magret et J. Marquès-Rivière (Paris, Dorbon-Ainé, 1929) [in Francese]

 L’ESEMPLARE IN ASTA – L’asta chiude alle h. 20:05 del 28 luglio 2021.


Ragguardevole esemplare di un’opera molto rara e ricercata del grande esoterista Zam Bhotiva, al secolo Cesare Accomani. Notizie biografiche pressoché nulle su di lui.  Non sono note, per esempio, le date di nascita e di morte. Si suppone che sia stato un musicista. Di lui ci rimarrebbero solamente una serie di missive, e le opere Asia mysteriosa (1929), Du Magnétisme Personnel (1909) e La Magie dans l’art du chant (1933).

La Confraternita dei Polari si collocava all’interno di una solida tradizione rosacrociana, i due massimi esponenti erano gli iniziati francesi di origine italiana Cesare Accomani e Mario Fille. L’esemplare che qui si segnala in vendita è di straordinario interesse perché porta una dedica autografa di Zam Bhotiva al suo amico Otto Rahn – l’homme du Nord – con il quale partì alla ricerca del tesoro cataro a Montsegur.

In Italia Asia mysteriosa è conservato solamente nella Biblioteca diocesana di Cuneo, nella Biblioteca e archivio dell’Accademia ligustica di belle arti di Genova e presso la Biblioteca Statale Stelio Crise di Trieste.


Dalla scheda del venditore:

Eccezionale vecchio libro esoterico rosacrociano con il leader di Montmartre dei Polaires: Zam Bhotiva. La sua dedica: “à vous qui connaissez l’homme du Nord (allusione a Otto Rahn) … franc maçon”.

Dedica molto rara di Zam Bhotiva e l’unica volta in vita sua che ha citato Otto Rahn ed è molto raro trovare dediche di Zam Bhotiva sul mercato attuale.

Condizioni discrete, anche se la copertina è in cattive condizioni, leggermente macchiata, parzialmente staccata e i bordi delle pagine sono un po’ consumati in quanto la carta è vecchia e il libro è molto vecchio. Lo straordinario privilegio di questo libro è la dedica di Zam Bhotiva, che cita il suo amico Otto Rahn con il quale partì alla ricerca del tesoro cataro a Montsegur. Nel corso della sua vita, Zam non ha fatto altro riferimento in una dedica a Otto Rahn.

Alcune pagine presentano passaggi segnati con una croce o parole o margini sottolineati a matita grigia per indicare all’iniziato rosacrociano di meditare su questi importanti passaggi e anche per aiutare a comprendere il segreto dell’oracolo di Polaire.


domenica 8 ottobre 2023

Quando i nazisti andarono alla ricerca di Atlantide

tratto da Inside Over del 19 GENNAIO 2022

di Pietro Emanueli

Immagine tratta da Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Atlantide#/media/File:Atlantis_Kircher_Mundus_subterraneus_1678.jpg

I nazisti avevano un’ossessione verso la razza, come l’Olocausto degli ebrei, degli slavi e del popolo romani ha orribilmente dimostrato, ed è storia che abbiano avuto anche una profonda fissazione nei confronti di tutto ciò che riguardasse l’esoterico, l’occulto e il mistico. Perché il nazismo, ancor prima che politica, fu religione.

Scrivere e parlare del lato misterico di quello che Alfred Rosenberg aveva definito il Mito del ventesimo secolo è più che importante – è indispensabile –, perché è soltanto disaminando ciò che accadde nel dietro le quinte del Reichstag che si può comprendere la lucidità delle imprese apparentemente folli dell’Ahnenerbe. Imprese come la caccia al Santo Graal, la spedizione in Tibet, la missione in Amazzonia e la dimenticata ricerca di Atlantide.

Le prime ricerche

Dietro ogni leggenda si cela un pizzico di verità, così si suol dire, e il rinvenimento delle colonne d’Ercole ne è l’ennesima dimostrazione. E i nazisti, per un insieme di ragioni avevano affidato all’Ahnenerbe il compito di indagare sugli antichi miti europei, erano legati ad una leggenda in particolare: quella della civiltà perduta di Atlantide.

La storia della ricerca di Atlantide è la seguente. Nel 1935, anno della fondazione dell’Ahnenerbe, Heinrich Himmler radunò una squadra di specialisti in una varietà di discipline – archeologia, esplorazione sottomarina, storia – allo scopo di trovare prove della passata esistenza di quest’isola perduta, localizzata al di là delle colonne d’Ercole, che stando alle cronache degli antichi sarebbe stata la casa di una civiltà avanzata. Una civiltà che, secondo gli occultisti e gli esoteristi che avevano ispirato la mitologia nazista – come la Società di Thule, la Società Teosofica di Madame Blavatsky e la Società Antroposofica di Rudolf Steiner –, sarebbe stata collegata agli iperborei ed un’espressione della razza ariana.

Influenzato da Herman Wirth, storico fermamente convinto della passata esistenza dell’isola-civiltà e co-fondatore dell’Ahnenerbe, Himmler diede il via all’operazione Atlantide. I cantieri furono inaugurati nell’Europa continentale, più precisamente nel complesso megalitico di Externsteine, dove fu data vita ad una sessione di scavi archeologici supervisionata da Wilhelm Teudt. Gli scavi non contribuirono agli scopi della missione, non avendo portato alla luce nessun collegamento tra il sito e Atlantide, ma Externsteine, a partire dal 1935, sarebbe comunque divenuto uno dei luoghi-simbolo del misticismo nazista.

Una missione senza confini

Wirth e Himmler avrebbero seguito i lavori dell’operazione Atlantide, a Externsteine come nel resto del mondo, da una pittoresca palazzina costruita appositamente per pubblicizzare la bizzarra missione, Haus Atlantis – ancora oggi esistente –, realizzata dal visionario architetto Bernhard Hoetger e fungente da centro studi su Atlantide.

Da Haus Atlantis, un veridico incubatore di idee, nel dopo-Externsteine sarebbe provenuta l’idea di estendere le ricerche al Tibet, ritenuto un luogo tanto connesso ad Atlantide quanto ad altri miti di interesse per l’Ahnenerbe, come l’Iperborea, il regno sotterraneo di Agarthi e la teoria del ghiaccio cosmico. L’insieme di moventi di cui sopra, nel 1938, avrebbe dato vita alla spedizione nazista in Tibet.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale, come è noto, avrebbe posto un freno all’Ahnenerbe, coartando il governo a riorientare le risorse dalla ricerca pseudostorica al settore bellico. Haus Atlantis, ad ogni modo, avrebbe continuato le proprie attività fino al 1945, attraendo ricercatori e semplici appassionati ai miti del mondo antico e raccogliendo fondi utili a espletare missioni di ricerca tra Francia, Islanda, Scozia e Svezia.