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sabato 11 aprile 2020

Le streghe all’Esquilino

in collaborazione con l'autore Michele Leone: https://micheleleone.it/streghe-allesquilino/

Priapo incontra le streghe all’Esquilino e racconta: cose mai viste!

L’esquilino oggi è un quartiere popolare di Roma, quanti si recano in treno nella nostra Capitale non possono non averlo visto almeno una volta dato che la Stazione Termini si trova qui.

Arrivo a Roma al sorgere del sole, mi concedo un caffè ed inizio a scambiare quattro chiacchiere con uno sconosciuto avventore dalla faccia stralunata ed un evidente bozzo nei pantaloni.

Si presenta, dice di chiamarsi Priapo, è di rientro da una notte brava. Avendo saputo delle mie ricerche sui misteri ed il mondo dell’occulto mi racconta di aver visto le streghe all’Esquilino:

Il racconto di Priapo

Ho visto Canidia con la veste succinta aggirarsi ululante a piedi nudi, i capelli sciolti e scarmigliati, con la vecchia Sagana: entrambe di un tale pallore nel viso da fare spavento. Si danno a raspare con le unghie la terra, a sbranare con morsi una nera agnella, il sangue lo fanno colare giù in una fossa per strappare di lì ai Mani le ombre dei morti che avrebbero dato i responsi. (in G. Luck, Arcana mundi. Magia e occulto nel mando greco e romano, Vol. I. Magia, Miracoli, Demonologia, Fondazione Lorenzo Valla, Milano 1997).

Intermezzo

Finito il suo racconto sistema l’impermeabile e va via con passo svelto. Sento la voce del barista che mi richiama alla realtà perché il mio caffè si sta raffreddando. La mancanza di sonno, la fantasia e le letture in treno a volte giocano brutti scherzi. Leggevo le Satire di Orazio.

Sulle streghe potresti leggere: Le Streghe in Toscana è il primo articolo su streghe, stregoneria, stregheria e via dicendo… continua a leggere.

Seguito e fine del racconto di Priapo

L’incontro di Priapo con le streghe all’Esquilino continua così:

Avevano anche due fantocci: uno di lana e uno di cera; più grande quello di lana, per infliggere il castigo a quello più debole. In fantoccio di cera se ne stava in atto supplichevole, come destinato a subir tra poco una morte ignominiosa. L’una evoca Ecate, l’altra invoca la crudele Tisifone. Allora avresti veduto uscir vagando serpenti e cagne infernali, e la luna rosseggiante, per non esser presente alla scena, nascondersi dietro gli alti sepolcri.

Se mentisco in alcuna cosa, che io abbia la testa insozzata dal bianco sterco dei corvi, e su me vengano a mingere e a cacare Giulio e la infrollita Pediazia e il borsaiuolo Vorano. Perché ricorderò io le singole operazioni, e in che modo le ombre, alternando le voci con Sagana, cacciassero suoni lugubri e stridenti, e come le streghe nascondessero sottoterra furtivamente una barba di lupo con i denti d’una serpe striata, e il fuoco ardesse più vivo per lo struggersi del fantoccio di cera? Io non volli rimaner testimone passivo delle cabale e dei misfatti delle due Furie; e con quel suono, che manda una vescica quando scoppia, io fico, dischiusa la natica, trassi un peto. E quelle, a gambe levate verso la città. Con che gusto e con che risa avresti visto tutto all’aria: la dentiera di Candia, la parrucca torreggiante di Sagana, e cader loro di mano le erbe e i nastri dell’incantagione.  (Orazio, Satire, Libro I, 8, Utet, Torino 2015, ed. digitale).


Postilla

Orazio in questa satira ci fornisce informazioni sui luoghi e sulle pratiche di quella che oggi chiameremmo magia nera o voodoo nell’antica Roma. Incontreremo in prossimi post le protagoniste di questa satira, figure chiave della magia nella Roma antica. La descrizione che fa Orazio delle due streghe all’esquilino con i capelli disordinati, scalze, vecchie, ululanti e pallide è un’immagine ormai cristallizzata della strega malevola, intenta in riti oscuri e alle volte osceni. È utile ricordare come Roma non vedesse di buon occhio la magia. Orazio, membro del “Club di Mecenate” era contemporaneo di Augusto. Questo volle riformare i costumi di una città dissoluta, recuperare le priscae virtutes e le tradizioni; anche eliminando ogni forma di devianza religiosa. È ipotizzabile che Augusto abbia intrapreso una Caccia alle streghe ante litteram e che i membri del “Club di Mecenate” combattessero questa battaglia con le armi della poesia e della parola.

Questo articolo non ha la pretesa di esaustività, anzi è una goccia nel mare della storia della magia, vuole solo essere un esperimento narrativo e l’occasione per farti conoscere Orazio e i racconti sulle streghe.

       Gioia – Salute – Prosperità