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martedì 8 maggio 2012

Il Cavaliere Vermiglio

di Vito Foschi

La scelta del colore vermiglio per le armi di Perceval sembra non causale, data la ricchezza simbolica del colore rosso “Ogni elemento ha un suo colore: la terra è azzurra, l’acqua è verde, l’aria gialla, il fuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Ma tu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello” Paracelso Introduzione In questo articolo ci proponiamo di offrire un’interpretazione simbolica di uno dei primi episodi del Perceval di Chrétien de Troyes, in cui il giovane eroe uccide il Cavaliere Vermiglio e ne prende le armi assumendone il nome. Il racconto Perceval abbandonata la Guasta Foresta dove ha vissuto la sua infanzia si dirige verso la corte di Re Artù con l’intento di diventare cavaliere. Arrivato alla corte di Re Artù ne vede venire fuori il Cavaliere Vermiglio con in mano una coppa d’oro rubata al re. Il cavaliere cerca di parlare a Perceval, ma questi inebriato dell’idea di diventare cavaliere non lo ascolta e procede nel castello presentandosi nella sala del banchetto in sella al cavallo. Non ha ancora imparato le regole minime del vivere civile. Qui chiede brutalmente di essere fatto cavaliere e Keu, il siniscalco, lo apostrofa dicendogli che se vuole le armi le andasse a chiedere al Cavaliere Vermiglio. Lo sciocco mette in atto la folle idea e si reca dal cavaliere con cui ha una colluttazione, non un vero e proprio duello, e lo ammazza con un giavellotto. Ne indossa le armi e per il resto del racconto di Chrétien, sarà il Cavaliere Vermiglio. La regalità Il colore Vermiglio non è casuale, il rosso o meglio il colore porpora, è sempre stato legato alla dignità regale e ne è simbolo. Non a caso i cardinali indossano una tunica di colore rosso, che non solo ricorda il sangue dei martiri della chiesa, ma anche la loro regalità, tant’è vero che vengono chiamati principi della chiesa. In passato lo stesso Papa indossava abiti di colore rosso, poi abbandonati per il bianco a cominciare da Papa San Pio V, che provenendo dall’ordine domenicano volle indossare la bianca divisa dell’ordine anche da papa, uso poi conservato dai suoi successori. Il Cavaliere Vermiglio che si allontana dalla corte di Re Artù ha in mano un coppa d’oro altro elemento che rimanda alla regalità: l’oro è altro simbolo di re. La coppa ha un suo simbolismo politico perché era uso nell’antica Grecia nel rituale del simposio bere per sigillare gli accordi, usanza presente anche nelle popolazioni germaniche che invasero l’Impero Romano. Il cavaliere ha rubato la coppa al re rovesciandone il contenuto addosso alla regina rivendicando delle terre e sfidando il re a difendere il suo diritto. Il Cavaliere Vermiglio ha la figura dell’usurpatore e rivendica una regalità sfidando Re Artù. Perceval lo sfida e lo uccide assumendone l’identità. Perceval non conosce le regole della cavalleria e ammazza il Cavaliere Vermiglio con un giavellotto in maniera non proprio canonica per un cavaliere. È ancora il ragazzo impetuoso totalmente ignorante delle regole comunitarie. Il fatto di riuscire comunque ad ammazzare il cavaliere in un certo qual modo ne individua una sorta di predestinazione a quel ruolo. Perceval vendica l’affronto fatto al re e indossa le armi dell’usurpatore legittimamente: ha ancora molte cose da imparare, ma da questo punto del racconto in poi sarà l’unico Cavaliere Vermiglio. Perceval tramite un cavaliere della corte restituisce la coppa d’oro al re, ovvero, simbolicamente, restituisce la regalità ad Artù ripristinando l’ordine delle cose. Proseguendo il suo itinerare incontra un gentiluomo che indossa una “veste porporina” e che “per contegno teneva in mano una bacchetta” e con accanto due valletti. Dalla descrizione capiamo che ci troviamo di fronte ad una persona di alto lignaggio. La bacchetta sta a posto dello scettro, altro simbolo regale che qui troviamo associata alla veste porpora ad ulteriore testimonianza del significato regale del colore rosso. Dal gentiluomo, Gorneman di Gorhaut, Perceval riceve gli insegnamenti della cavalleria e della cortesia ed infine viene investito cavaliere con la cerimonia dello sperone. Il simbolismo del colore rosso Il rosso è il colore per eccellenza e si oppone sia al bianco che al nero che sono considerati nella loro accezione di luce e tenebra e con cui ha formato una triade simbolica nel medioevo. Il simbolo del colore rosso come tutti i simboli ha valenze sia positive che negative. Da un lato il rosso è il colore dell’amore, sia terreno che spirituale, basti pensare al Sacro Cuore di Gesù, della passione, dell’attività, delle emozioni, del sentimento, dell’espansività, della vivacità, del sangue inteso come vita, dall’altro è il colore dell’ira, della violenza, dell’aggressività, dello spargimento di sangue. Nelle avventure di Perceval si hanno tutti questi aspetti, però con un preciso ordine che va dal negativo al positivo. All’inizio il giovane è impetuoso, coraggioso non conosce le regole né della cavalleria né della cortesia o comunque del vivere civile e quindi possiede i caratteri negativi del colore rosso. Uccide il Cavaliere Vermiglio in modo, come già detto, non ortodossa. Quando, invece, ha appreso le regole della cavalleria da Gorneman i suoi duelli saranno meno cruenti, e spesso risparmierà la vita degli sconfitti e soprattutto i duelli avranno lo scopo di sanare le ingiustizie. Lo spargimento di sangue si è trasformato nel sangue della vita. Il rosso è il colore dell’amore e Perceval dimostra di possederlo sia nell’amore filiale che lo lega alla madre, nonostante l’avventatezza della sua partenza quando vedendola cadere non la soccorre e va via, sia come amante appassionato della bella Biancofiore che libera dai suoi nemici riportando la pace nel regno. Anche in questa occasione si evidenzia la funzione di ripristinare l’ordine, tipica dell’eroe. Verso la fine del racconto Perceval incontra lo zio Eremita che lo inizia alla cavalleria celeste e qui l’eroe subisce un’ulteriore evoluzione e l’amore terreno che ha provato per Biancofiore si sublima nell’Amore celeste per Dio. Anche qui il simbolismo del colore rosso subisce un’evoluzione dagli aspetti più terreni a quelli più spirituali: dal rosso dell’amore terreno al rosso dell’Amore divino. La guerra Altri significati che assume il colore rosso sono quelli legati al fatto di essere il colore del fuoco e quindi può rappresentare il fuoco, il calore, l’energia e la luce. E visto che durante la luce del giorno si svolge l’azione umana va a rappresentare anche l’azione in genere. Il bianco è il colore che rappresenta per eccellenza la luce, ma non va a simboleggiare l’azione, perché legato all’idea della luce naturale del sole non controllata dall’uomo, al contrario della luce del fuoco che quindi meglio rappresenta la volontà dell’uomo ad agire. È curioso notare che nell’immagine del Sacro Cuore di Gesù ritroviamo i simboli dei raggi per suggerire la luce e le fiamme per suggerire il calore, significati del colore rosso con cui è colorato il cuore. Il colore rosso simboleggia l’azione dell’attacco e della conquista ed è complementare al verde che rappresenta il colore della conservazione e della difesa. Perceval oltre ad avere funzione regale ha anche una funzione di conquista o meglio di riconquistare uno stato edenico per il regno di Artù. L’affronto del Cavaliere Vermiglio originario nei confronti di re Artù va inteso nel senso di un indebolimento dell’autorità, ben diversa dal potere, del re, situazione che Perceval deve sanare. Il dio Marte La simbologia del rosso nel suo aspetto negativo, come già detto, è legata alla violenza e allo spargimento di sangue legandola al mito di Marte, il dio della guerra. La scelta di identificare il pianeta Marte con l’omonimo dio è dettato dal colore prevalente del pianeta che è il rosso dovuto agli ossidi di ferro prevalenti sulla sua superficie. Un altro motivo che lega il rosso alla guerra è il rosso fuoco del metallo nella fornace. Un simbolo del dio Marte è il giavellotto, arma usata da Perceval nella sua infanzia nella Guasta Foresta per cacciare e poi utilizzata per uccidere il Cavaliere Vermiglio di cui assume nome e funzioni. In questa ottica Perceval può essere considerato un eroe solare con le funzioni tipiche dell’eroe di sanare le ingiustizie instaurando una nuova era di pace, come meglio spiegato nel nostro lavoro “Perceval re sacerdote”. Simbolismo alchemico e conclusioni Un breve cenno lo dedichiamo al simbolismo alchemico. Il colore rosso oltre a costituire una delle fasi del processo alchemico, la rubedo, rappresenta lo zolfo, e insieme al colore bianco, che simboleggia il mercurio, forma una coppia di opposti la cui unione viene denominata nozze alchemiche. Perceval, il Cavaliere Vermiglio, si unisce a Biancofiore: rosso e bianco, i due opposti che si uniscono. Il testo di Chrétien de Troyes nella sua apparente linearità, presenta in realtà una ricca e variegata simbologia che svelata apre scenari complessi ed inediti.