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mercoledì 25 novembre 2020

Lo spirito a lungo penitente

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/2017/10/19/lo-spirito-a-lungo-penitente/

di Roberta Faliva


La confraternita di Morra (paesino in provincia di Assisi) usava anticamente fare ogni anno varie processioni tra le sue due chiese distanti un paio di chilometri; col tempo una delle due crollò e le processioni così cessarono.

Si racconta che per molti anni si continuarono però a vedere, la notte, lunghe file di lumi andare dal luogo di una chiesa all’altra: molti sostenevano che erano le anime di membri defunti della confraternita che in vita non erano stati abbastanza scrupolosi nell’adempimento di quel loro dovere e dovevano rimediare dopo morti.

Dal 1912 le processioni di lumi non si vedono più, ma gli abitanti del paese raccontano di vedere ancora saltuariamente un lume notturno fare la spola tra le due chiese: è probabilmente un’anima che non ha finito di scontare la sua pena.

sabato 11 maggio 2019

Fantasma laureato

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/2017/08/17/fantasma-laureato/

di Roberta Faliva

Lambiti dal quieto mare di Posillipo, a Napoli, si ergono i ruderi di una villa romana che fu di Veio Pollione e della quale rimangono ancora in piedi tre piani. La villa è chiamata Castello o Palazzo degli Spiriti, ma anche Villa di Virgilio: infatti il sommo poeta la predilesse e vi fu spesso ospite.

L’amore per questo luogo ha accompagnato Virgilio oltre la tomba: lo possono attestare i pescatori che nelle notti di luna nuova illuminano con le lampade lo specchio d’acqua antistante.

Mentre sono intenti nella pesca, la loro attenzione è richiamata da un suono melodioso proveniente dalla villa; poi una delle arcate si riempie di una luce velata, al centro della quale prende forma una figura dal capo cinto di alloro, che canta versi accompagnandosi con la cetra. Pescatori analfabeti hanno saputo riportare frammenti di questo canto recitati dal misterioso spirito: sono versi dell’Eneide.

sabato 10 marzo 2018

Lo Spettro Visibile e i dispositivi Full Spectrum

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/lo-spettro-visibile/

di Roberta Faliva



Lo spettro visibile è quella parte dello spettro elettromagnetico che cade tra il rosso e il violetto, includendo tutti i colori percepibili dall’occhio umano. In fisica lo spettro elettromagnetico è l’insieme di tutte le possibili frequenze delle radiazioni elettromagnetiche che sono onde  caratterizzate da una lunghezza e da una frequenza. Poiché la lunghezza d’onda e la frequenza di una radiazione sono inversamente proporzionali, tanto minore sarà la lunghezza d’onda, tanto maggiore sarà la frequenza e quindi l’energia dell’onda a parità di ampiezza. Con la vista, noi esseri umani, riusciamo a percepire lunghezze d’onda comprese tra i 356 e i 700 nm (nanometri) a cui diamo il nome di luce visibile.
Lunghezze d’onda minori corrispondono ai raggi ultravioletti, ai raggi X ed ai raggi gamma che hanno tutti quindi frequenza maggiore della luce visibile e perciò maggiore energia.

Le radiazioni infrarosse, le microonde e le onde radio hanno invece lunghezze d’onda maggiore della luce e trasportano energia minore.
Come l’orecchio ha dei limiti nella percezione del suono, così anche l’occhio umano nella visione della luce. In entrambi i casi, vi sono limiti superiori e inferiori.
Le radiazione con una lunghezza d’onda inferiore a 0,4 µm è denominata luce ultravioletta. Questa zona scende fino a una lunghezza d’onda di circa 0,35 µm. Al di sotto di questa zona, si trova quella dei raggi X e si stende fino a una lunghezza d’onda di circa 0,006 µm. La parte inferiore dello spettro si compone di onde denominate raggi gamma. Questa zona si trova al di sotto della zona dei raggi X. Il campo di raggi gamma rappresenta il risultato della disintegrazione radioattiva.


Dalla parte dello spettro, dove la luce ha lunghezza d’onda maggiore, cioè oltre il rosso, si trova la zona denominata infrarossa. Quest’ultima va da 0,7 µm a 0,4 mm.
È interessante rilevare che solo una parte assai limitata dello spettro contiene radiazioni visibili all’occhio umano. Esso non può vedere la radiazione elettromagnetica oltre la zona violetta dello spettro e al di sotto della zona rossa. Lo spettro elettromagnetico si compone invece delle zone al di sopra e al di sotto di questi limiti, incluso il campo visibile.


Lo spettro visibile non contiene come si può pensare tutti i colori che l’occhio e il cervello possono distinguere: il marrone, il rosa, il magenta, per esempio, sono assenti, in quanto si ottengono dalla sovrapposizione di diverse lunghezze d’onda. Le lunghezze d’onda visibili occupano la cosiddetta “finestra ottica”, una regione dello spettro elettromagnetico che può attraversare indisturbata l’atmosfera della Terra. Strumento di straordinaria importanza è rappresentato quindi dal possedere un dispositivo Full Spectrum, apparecchio immancabile nei gruppi di Ghost Hunters. Una comune fotocamera o videocamera digitale hanno un sensore che permette di catturare solo lo spettro visibile della luce, fino a circa 750nm, ed il campo infrarosso è quindi bloccato dall’apposito filtro IR interno al dispositivo stesso. Senza questo particolare filtro è perciò consentito vedere uno spettro di luce più ampio. Proprio questa è la peculiarità della visione in Full Spectrum: la possibilità di riprendere tutto ciò che il nostro limitato occhio umano non può percepire.

sabato 18 febbraio 2017

Castello Quistini a Rovato [BS]

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/le-indagini/castello-quistini-rovato-bs/

Data: 09 Dicembre 2012

di Luca Maggini


Cenni Storici


I Porcellaga erano un’ antica famiglia originaria d’Iseo e aveva acquistato, oltre ad un titolo nobiliare di conti, anche molte possidenze a Rovato e Roncadelle. Il progetto di costruzione di un palazzo fortificato in campagna venne ideato da Ottaviano  insieme alla moglie Veronica come residenza sostitutiva a quella annessa nel castello di Rovato, dove precedentemente risiedevano. La datazione d’inizio dei lavori si colloca fra il 1570 e il 1580; questi ultimi volgeranno al termine dopo il 1600.
Dopo meno di mezzo secolo dalla costruzione, la nuova residenza dei Porcellaga mutò proprietà. Intorno al 1630 circa, infatti, il nuovo palazzo fortificato venne acquistato da Gerolamo Martino Roncalli, nobile di Bergamo e cittadino di Brescia. La famiglia Roncalli abitò nella sua nuova residenza fino agli inizi del 1700.
Dopo i Roncalli fu la volta della famiglia Quistini, che acquisì la proprietà del palazzo mantenendola fino al 1850: anno in cui gli eserciti guidati da Napoleone Bonaparte entrarono a Rovato e sottrassero alla famiglia Quistini la proprietà dell’edificio. Quando gli eserciti napoleonici commisero saccheggi d’ogni genere nel territorio rovatese, anche alla proprietà del palazzo toccò la stessa sorte. Essa, infatti, passò per innumerevoli mani, attraverso successioni ereditarie, determinando da subito la divisione netta dell’edificio in due metà. Tale divisione è stata mantenuta fino ad oggi: Palazzo Porcellaga attualmente è di proprietà delle famiglie Mazza e Natali.
E’ stato proprio grazie alla segnalazione della famiglia Mazza che la nostra Crew ha potuto svolgere l’indagine in questo affascinante luogo carico di storia e mistero. I proprietari del palazzo, dopo averci raccontato il passato dell’edificio, ci hanno spiegato le sensazioni anomale che talvolta hanno percepito tra quelle mura: sensazione di non essere da soli nel palazzo vuoto, di essere osservati e la visione di una figura femminile davanti a una finestra.


L’ indagine

La nostra indagine è iniziata nel tardo pomeriggio dopo aver svolto un sopralluogo e aver installato la nostra strumentazione.
Abbiamo posizionato le nostre telecamere di videosorveglianza ad infrarossi in quattro punti nel corpo centrale del palazzo: una nella grande sala del camino, una nella camera al piano superiore (un tempo alloggio della servitù), una in soffitta e una nel maestoso portico coperto da volte a crociera (luogo dove sono state percepite strane sensazioni). In ogni stanza sono state svolte sessioni di EVP e analisi di variazioni del campo elettromagnetico con strumenti di rilevazione EMF.
Successivamente abbiamo proseguito l’indagine in una struttura distaccata dal palazzo, anche questa dalla storia molto suggestiva e misteriosa. Esternamente edificio rustico che ricorda una cantina o una rimessa, internamente ci si sorprende ad ammirare un grande ambiente coperto da volte a crociera sostenute da pilastri in pregiata pietra di Sarnico. Elementi architettonici troppo eleganti per un semplice deposito, che fanno quindi supporre l’attribuzione di funzioni molto più importanti a questa struttura ma ad oggi ancora ignote. Proprio in questo luogo abbiamo riscontrato le anomalie più interessanti della nostra indagine. Mentre cercavamo un contatto con la possibile entità, fuori dall’edificio abbiamo sentito dei rumori di passi sui ciottoli ma una volta usciti a controllare abbiamo appurato che non c’era nessuno nei dintorni.
Una seconda anomalia si è verificata durante una sessione EVP quando alla domanda: “Sei una donna?” il nostro registratore, a pile cariche, si è spento improvvisamente.
Infine l’anomalia più impressionante si è verificata al piano superiore di questa struttura, adibita a soffitta. Qui vi era appesa ad una corda una tegola ed improvvisamente quest’ultima, durante una nostra serie di domande, ha iniziato a girare su sé stessa per poi fermarsi e riprendere il movimento ai successivi inviti. Durante quei momenti non abbiamo percepito nessun rumore anomalo ma ad indagine conclusa, analizzando le registrazioni, abbiamo identificato un interessantissimo EVP che non ha lasciato indifferenti noi membri della Crew. Alla domanda di Stefano: “Sei tu che hai mosso la tegola?” si sente chiaramente una voce, non identificabile con nessuna di nostra conoscenza, rispondere quello che noi abbiamo interpretato come un “Grazie a lei”.

https://soundcloud.com/hesperya/risposta-a-domanda-grazie-a

Ora la sola risposta amplificata ed ottimizzata per un migliore ascolto.

https://soundcloud.com/hesperya/risposta-a-domanda-elaborata

In un posto così affascinante, di sicuro Castello Quistini cela qualcosa di misterioso nella storia tra le sue antiche mura.

Qui di seguito vi proponiamo il video dell’ indagine.


mercoledì 21 dicembre 2016

Che cos'è la pareidolia?

in collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/che-cos-e-la-pareidolia/

di Stefano Urso

La pareidolia è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili dalla forma casuale.
È la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani. Classici esempi sono la visione di animali o volti umani nelle nuvole.
Si ritiene che questa tendenza sia stata favorita dall'evoluzione perché consente di individuare situazioni di pericolo anche in presenza di pochi indizi, ad esempio riuscendo a scorgere un predatore mimetizzato tra la vegetazione.
La pareidolia consente spesso di dare una spiegazione razionale a fenomeni apparentemente paranormali, quali le apparizioni di immagini su muri o la comparsa di spettri nelle fotografie.


mercoledì 19 ottobre 2016

Il castello di Tures e la stanza degli spettri

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/2016/09/01/il-castello-di-tures-e-la-stanza-degli-spettri/

di Roberta Faliva

Il castello di Tures risale ai primi del XIII secolo e sorge in una posizione strategica che permetteva di controllare un attacco nemico e consentiva, ai signori del castello, di esigere un pagamento per il passaggio nelle loro terre.

All’interno del castello c’è una stanza degna di nota, la cosiddetta “Stanza degli Spettri”. Questo luogo deve il suo singolare nome alla leggenda di Margherita e alla sua triste sorte. Margherita von Taufers voleva sposarsi con un giovane di basso lignaggio, probabilmente il capitano delle guardie del castello. La cosa non fu apprezzata in famiglia e qualcuno, forse il padre stesso, ingaggiò un sicario per eliminare il futuro marito, che venne ucciso da una freccia il giorno delle nozze, proprio sull’altare. La leggenda vuole che Margherita disperata si rinchiuse nella sua camera dove pianse ininterrottamente per sette anni per poi gettarsi dalla finestra. Secondo alcuni racconti locali, in alcune particolari notti dell’anno è ancora possibile sentire lo spettro della giovane gemere e piangere.
Un fatto particolare è legato alla storia misteriosa di questo luogo: durante le riprese del film del 1972 di Ettore Scola, “La più bella serata della mia vita”, che si effettuarono nel castello, fu proprio Alberto Sordi a riferire di aver udito i gemiti e i lamenti di Margherita. In molti sostengono che il suo fantasma ancora si aggiri senza pace nelle sale del castello di Tures.

mercoledì 6 luglio 2016

Fantasma alla facoltà di scienze botaniche

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/2016/05/12/fantasma-alla-facolt%C3%A0-di-scienze-botaniche/

 di Roberta Faliva

Alcune università si dice che siano state costruite su antichi luoghi di sepoltura; altre sono state, a quanto pare, le scene di tragici suicidi e morti inspiegabili. C’è poco da meravigliarsi, quindi, se molti campus universitari siano presumibilmente infestati.


Uno di questi è il Pennsylvania State University, in modo particolare la costruzione riservata al corso di Scienze Botaniche. La struttura, che risale al 1909, si dice essere infestata dal fantasma di Frances Atherton, la vedova dell'ex presidente dell'università George W. Atherton. Dopo la sua morte nel 1906, Atherton fu sepolto a lato del Schwab Auditorium, che si trova proprio di fronte all’edificio di Scienze Botaniche. Questo ha permesso alla vedova in lutto di guardare la tomba del marito dal luogo dove egli aveva lavorato con passione. La storia vuole che il suo spirito si affacci ancora e guardi verso la tomba da una finestra del primo piano.

sabato 5 marzo 2016

Sottopasso di via Maggi a Brescia

tratto da: http://www.hesperya.net/le-indagini/sottopasso-di-via-maggi-brescia/

Data: 28 Giugno 2014

La storia



A Brescia, esattamente in Via Maggi, si trova un sottopassaggio testimone di fatti misteriosi, proprio come lo sono le cronache che al tempo si sono occupate del caso.
Nei primi anni ’70 a Brescia sono iniziati i lavori per il teleriscaldamento e anche la zona in questione ne era interessata. In una via vicino a via Maggi viveva una famiglia trasferitasi dal sud ma che continuava a conservare le tradizionali usanze: la mamma dei due figli aveva l’abitudine di vestire sempre di nero con il capo coperto.
Una fredda mattina invernale la città si svegliò sotto un violento temporale, ma la donna uscì comunque di casa per accompagnare a piedi i figli alla vicina scuola. La tragedia avvenne sulla via del ritorno: la signora, non vedendo una delle buche dei lavori per il teleriscaldamento poiché riempitesi d’acqua, vi cadde dentro e annegò.


Le testimonianze


Da quel giorno molte sono le persone che hanno decritto la visione fugace di questa anomala figura, ribattezzata “la donna in nero”, che sembra sempre scrutare le macchine come alla ricerca di qualcuno.
Infatti vari testimoni raccontano che, passando in quella zona, si sono improvvisamente imbattuti in una figura singolare e molto misteriosa: una donna vestita di nero ai margini della strada. Chi l’ha vista bene la descrive come una donna dal viso bianco e con gli occhi sgranati. Un testimone narra che recentemente l’ha vista mentre, sul ciglio del sottopassaggio, guardava le auto transitare. Appena si accorse della stranezza del fatto, riguardò attraverso lo specchietto ma lì non c’era più nessuno.


L’indagine


La Crew di hesperya, dopo l’ultima testimonianza apparsa sul quotidiano della città, si è recata sul luogo per provare a dare una risposta, attraverso l’uso della strumentazione, a questo fatto singolare. Appena arrivati sul posto (una zona cittadina densamente abitata) ci si è però accorti delle condizioni disagevoli per svolgere questo tipo di ricerca: l’inquinamento acustico ed ambientale era tale da rendere difficoltosa l’indagine. Abbiamo comunque svolto delle registrazioni video e delle sessioni di EVP, ma una volta analizzato a posteriori tutto il materiale si è constatata l’effettiva contaminazione acustica che ha reso impossibile un’analisi oggettiva. Nelle immagini delle registrazioni video e nelle fotografie scattate non è stata inoltre riscontrata alcuna anomalia.
A seguito di tutte queste circostanze non possiamo fornire una risposta a supporto delle varie segnalazioni pervenute.

lunedì 17 agosto 2015

E.V.P. (Electronic Voice Phenomena)

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/e-v-p-electronic-voice-phenomena/

di Stefano Urso

Sono voci elettroniche, registrazioni di voci misteriose di cui non si sa né l'origine né da dove provengano. Spieghiamo cosa sono e come si può sperimentare con esse. Nel corso dei secoli la comunicazione con gli spiriti, sempre che di questo si tratti, sono state eseguite attraverso oracoli, sedute spiritiche, medium e sensitivi. Oggi invece, con una varietà di apparecchiature elettroniche a disposizione, esisterebbe un modo più efficace.

LA METAFONIA

I fenomeni delle voci elettroniche sono un evento misterioso in cui voci umane provenienti da fonti sconosciute, vengono impressionate su digital recorder, su nastri magnetici di registrazione, o udibili attraverso il rumore delle radio, detto anche white noise (rumore bianco) e altri media elettronici. La maggior parte delle volte le voci misteriose non si sentono al momento della registrazione, ma è solo quando il file/nastro viene riprodotto che le voci si possono ascoltare. Spesso sono di frequenza molto bassa e quindi bisogna pulire l'audio filtrando il rumore di fondo.

Non tutte le E.V.P. sono uguali: alcune sono comprensibili e chiare, altre udite anche ad orecchio nudo quando molto forti, altre ancora molto compresse e disturbate. Variano per genere (uomini e donne), età (adulti e bambini), per tono e intenzione. Di solito si tratta di singole parole o brevi frasi. A volte sono solo grugniti, gemiti, o rumori di altro genere.

La qualità delle E.V.P. viene così classificata dai seri ricercatori:
- Classe A: facilmente comprensibile da chiunque con poca o nessuna controversia. Queste sono di solito le E.V.P. più forti.
- Classe B: Di solito caratterizzata dalla deformazione della voce in alcune sillabe. Hanno volume inferiore e un suono molto distante. Quelle di Classe B sono il tipo più comune.
- Classe C: voce caratterizzata da un'eccessiva deformazione. Queste E.V.P. sono le più basse in termini di volume (spesso sussurrate) e sono le più difficili da capire.

L'aspetto più affascinante delle voci elettroniche è che a volte rispondono direttamente alle persone che effettuano la registrazione. I ricercatori pongono una domanda, per esempio, e la voce risponde o commenta.

DA DOVE ARRIVANO QUESTE VOCI?

E' questo il vero mistero. Nessuno lo sa. Esistono al momento solo alcune teorie:
- Sono voci di persone morte. Questo è il motivo per cui molti ricercatori vanno nei cimiteri (noi di hesperya no) in cerca di E.V.P.. In questo contesto, il fenomeno è talvolta chiamato transcomunicazione strumentale o ITC.
- Provengono da un'altra dimensione. Si teorizza che ci possono essere molte dimensioni di esistenza, e in qualche modo esseri provenienti da qualche altra dimensione sono in grado di parlare e comunicare con la nostra dimensione attraverso questo metodo. Ma c'è da chiedersi: come fanno a sapere le lingue della nostra dimensione?
- Le voci provengono dal subconscio dei ricercatori stessi. Si suppone che in qualche modo i pensieri dei ricercatori sono proiettati sul nastro.
- Voci appartenenti ad angeli o demoni che ingannano i ricercatori.
- Questa la aggiungiamo noi di hesperya: buchi spazio-temporali in cui per ragioni a noi ancora sconosciute, ci sono delle condizioni in cui il nostro spazio-tempo è in comunicazione con un altro spazio-tempo. Ovvero: loro fantasmi per noi e noi fantasmi per loro.

Gli scettici affermano che non c'è nulla, che le E.V.P. sono frode o pareidolia acustica o voci reali impressionati già precedentemente sul nastro, o voci prese dalla radio, cellulari e altre fonti.

Troppe varianti anche nelle affermazioni degli scettici. Se i cellulari sono spenti, se la corrente elettrica è assente, se i nastri sono vergini, se non si usano radio (un motivo in più per cui noi di hesperya NON utilizziamo lo Spirit Box) e ci si trova molto distante da centri abitati e in piena notte, queste voci da dove arrivano?

BREVE STORIA SULLE E.V.P.

1920. Non tutti sanno che Thomas Edison cercò di inventare una macchina che comunicare con i morti. Lo stesso Edison scrisse: "Se la nostra personalità sopravvive, allora è strettamente logico o scientifico supporre che essa conservi memoria, intelletto, e altre facoltà, e la conoscenza che acquisiamo su questa Terra ... Quindi se possiamo evolvere uno strumento così delicato da essere influenzata dalla nostra personalità, deve sopravvivere nella prossima vita. Un tale strumento, se messo a disposizione, dovrebbe registrare qualcosa."
Edison non riuscì a portare a termine l'esperimento e quindi a terminare l'invenzione, ovviamente, ma sembra che lui credesse fosse possibile catturare voci disincarnate, con una macchina.

1939. Attila von Szalay, un fotografo americano, sperimentò un fonografo per tentare di catturare le voci degli spiriti. Si dice che ottenne un certo successo con questo metodo e i risultati migliori arrivarono negli anni successivi con un registratore a filo. Alla fine del 1950, i risultati dei suoi esperimenti sono stati documentati in un articolo per la American Society for Psychical Research. 

1940. Verso la fine degli anni '40 a Grosseto, Marcello Bacci ha affermato di essere in grado di raccogliere le voci dei defunti attraverso l'uso di una radio a valvole.

1952. Due sacerdoti cattolici, Padre Ernetti e Padre Gemelli, raccolsero involontariamente delle E.V.P. durante la registrazione di canti gregoriani attraverso un magnetofono. Durante le registrazioni il filo della macchina continuava a rompersi, così Padre Gemelli guardò al cielo chiedendo a suo padre morto di aiutarlo. Nel nastro registrato si udì la voce del padre del sacerdote che diceva "Certo che vi aiuterò. Sono sempre con te." Ulteriori esperimenti hanno confermato il fenomeno. Padre Ernetti, ricordiamo, presentà al pubblico il leggendario Crononovisore, uno strumento capace di captare immagini dal passato o da altre dimensioni.

Nel 1959, Friedrich Juergenson, un produttore cinematografico svedese, registrò alcuni canti di uccelli. Durante la riproduzione, si ascoltava la voce di sua madre dire in tedesco "Friedrich, mi vedi? Friedel, mio piccolo Friedel, puoi sentirmi?". Così la madre chiamava Juergesnson, quindi lui fu sicuro che potesse essere indiscutibilmente lei. Da quel giorno il produttore continuò la ricerca sulla metafonia registrando centinaia di E.V.P. guadagnandosi l'appellativo di "Padre delle E.V.P.". Juergenson ha scritto due libri sul tema: Voci dall'Universo e Radio: contatto con i morti.

1960. L'opera di Juergenson influenzò lo psicologo lettone Dr. Konstantin Raudive. In un primo momento scettico, Raudive iniziò i suoi esperimenti nel 1967. Anche lui registrò la voce della madre defunta che diceva: "Kostulit, questa è tua madre." Kostulit era come la madre lo chiamava da ragazzo. Raudive registrò migliaia di voci elettroniche fino alla sua scomparsa nel 1974.

1970 e 1980. I coniugi, nonché ricercatori spirituali George e Jeanette Meek, in collaborazione con lo psichico William O'Neil, registrarono E.V.P. raccogliendone un campionario: più di cento ore di materiale. Nell'esperimento usarono oscillazioni radio. Parrebbe che siano stati in grado di catturare conversazioni con lo spirito del Dr. George Jeffries Mueller, un professore universitario nonché scienziato della NASA.

1990 ad oggi. Le E.V.P. continuano ad essere sperimentate da molte persone, da organizzazioni e società di ricerca sui fenomeni paranormali.

giovedì 7 maggio 2015

La Termocamera e le Variazioni di Temperatura

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/la-termocamera/


di Roberta Faliva

clicca per ingrandire.

La termo-camera è una particolare telecamera, sensibile alla radiazione infrarossa, capace di ottenere  immagini termografiche. A partire dalla radiazione rilevata si ottengono dunque delle mappe di temperatura delle superfici esposte spesso utilizzate a fini scientifici o anche militari. Questi strumenti consentono di misurare il valore di temperatura assoluto di ogni punto dell’immagine. L’immagine, infatti, è costruita su una matrice di un certo numero di pixel per un certo numero di righe. L’elettronica dello strumento “legge” velocemente il valore di energia immagazzinata da ogni singolo pixel e genera un’immagine, in bianco e nero o in falsi colori, dell’oggetto osservato.
Esistono numerose teorie che associano fenomeni paranormali a fenomeni termici, sottolineando come questi ultimi risultino sempre essere caratterizzati da un repentino abbassamento della temperatura nell’ambiente di indagine. Proprio perché il calore è energia, si può avvertire la diminuzione della temperatura poiché l’energia disponibile viene assorbita ed utilizzata dall’entità che fa manifestare il fenomeno paranormale stesso.
 


domenica 25 gennaio 2015

La Fotografia Spiritica

In collaborazione con Hesperya

tratto da http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/la-fotografia-spiritica/

di Stefano Urso

La fotografia spiritica ebbe il suo maggior eploit fra la fine del ‘800 e la prima metà del ‘900.
William H. Mumler scoprì nel 1860 la doppia esposizione e la sovrapposizione delle lastre. Questo gli permise di lucrare a discapito delle famiglie in lutto per la perdita di un loro caro. Iniziò a spacciarsi per medium fotografando persone e aggiungendo poi nelle stesse immagini, quelle dei defunti. La truffa di Mumler fu scoperta per un suo stesso errore: inserì foto di residenti ancora in vita spacciandoli per spiriti.

Ma non fu l’unico truffaldino a sfruttare la così detta fotografia spiritica: William Hope, ex falegname scoprì lo stesso meccanismo e nel 1905 scattò la prima fotografia che raffigurava l’anima di un defunto.
Fondò la Crewe Circle, un gruppo spiritualista e continuò la carriera di esperto fotografo di spiriti per almeno 17 anni, quando nel 1922 fu smascherato dalla Society for Psysical Research e da Harry Price, un pioniere del ghost hunting.

Price aveva impresso il logo della Imperiaò Dry Co. Ltd. sulle lastre date a Hope per un test, a sua insaputa ovviamente. Hope scambiò le lastre e mostrò le foto spiritiche. Però mancava il logo, segno inequivocabile che si trattava di una frode.

Oggi esiste photoshop o basta un’immagine ingannevole per gridare al fantasma quando invece è solo un fenomeno ottico di pareidolia. Ma è davvero tutto falso?

 Harry Price e un presunto spirito fotografato da William Hope (1922)
Harry Price e un presunto spirito fotografato da William Hope (1922)

 I coniugi Gibson e lo "spirito" del loro deceduto figlio (1919) scattata da William Hope
I coniugi Gibson e lo "spirito" del loro deceduto figlio (1919) scattata da William Hope

domenica 21 settembre 2014

Le Sorelle Fox

In collaborazione con Hesperya

tratto da http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/le-sorelle-fox/

 

La Nascita dello Spiritismo

di Roberta Faliva






Kate, Leah e Margaret Fox furono tre sorelle statunitensi che giocarono un ruolo fondamentale nella nascita e diffusione nei paesi anglosassoni del movimento spiritista.
Nel 1848 le due sorelle minori, Kate e Margaret, abitavano in una casa situata ad Hydesville, New York, insieme con i genitori. La casa aveva la fama di essere stregata e verso la fine di marzo di quell’anno la famiglia Fox iniziò ad essere spaventata da suoni, simili a colpi o al rumore di mobilio spostato, la cui origine sembrava essere inspiegabile.Secondo le dichiarazioni delle sorelle, durante la notte del 31 marzo, Kate avrebbe sfidato il presunto spirito autore dei rumori a ripetere lo schiocco delle sue dita, e dichiarò di averne avuto riscontro. Allora le sorelle gli avrebbero chiesto di battere tanti colpi quanti erano gli anni della loro età, e anche in questo caso, secondo loro, il presunto spirito avrebbe fatto quanto richiesto. Furono allora chiamati i vicini a testimoniare di quell’evento, e nei giorni successivi venne sviluppato una sorta di codice di comunicazione in cui i battiti era utilizzati per rispondere “sì” e “no” o per indicare precise lettere dell’alfabeto.
Kate e Margaret furono successivamente mandate nella vicina Rochester, Kate presso la sorella Leah e Margaret presso il fratello David, ma il fenomeno dei battiti le accompagnò nelle loro nuove dimore.

Le sorelle Fox divennero così presto famose e iniziarono a tenere sedute pubbliche a New York, suscitando l’interesse di scienziati e studiosi e molto presto la pratica fece il giro di tutti i più famosi salotti. C’era chi lo faceva per noia e chi per scopi di studio, infatti lo spiritismo cominciava ad essere considerato una vera e propria scienza.
In assenza dei “colpi”, per poter operare comodamente nei salotti vennero rispolverati antichi metodi di operatività psichica come quello del tavolino a tre gambe che diventerà in seguito noto come il “tavolino spiritico”. I colpi battuti dai piedi del tavolino si trovarono quindi ad essere adattati al codice di sequenza colpi-alfabeto inventato a suo tempo dalle sorelle Fox.
Era nato lo spiritismo.

domenica 9 febbraio 2014

Campi Elettromagnetici - il K2

In collaborazione con Hesperya

tratto da http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/campi-elettromagnetici/

di Roberta Faliva


Uno dei principali strumenti di supporto alle indagini del mistero è rappresentato dal K2. Questo dispositivo è un tipo particolare di rilevatore di campi elettromagnetici a bassa frequenza (EMF) che ha la peculiarità di individuare tracce di fonti di energia e di rilevare fluttuazioni di campi elettromagnetici nell’ambiente.
In fisica, il campo elettromagnetico è un campo tensoriale responsabile dell’interazione elettromagnetica. Il campo è generato nello spazio dalla presenza di cariche elettriche, e può manifestarsi anche in assenza di esse, trattandosi di un’entità fisica che può essere definita indipendentemente dalle sorgenti che l’hanno generata.
Secondo numerose teorie, gli spiriti sono composti da energia e si ritiene che quando un’anomalia è presente questa vari improvvisamente il campo elettromagnetico. Ciò accade perché le possibili entità presenti hanno bisogno di assorbire l’energia intorno a loro per potersi manifestare, fisicamente o uditivamente. Da qui quindi l’idea che i fantasmi possono realmente comunicare con i viventi disturbando i campi elettromagnetici che circondano il dispositivo K2. Le particolari energie elettromagnetiche, che si possono sviluppare durante un fenomeno paranormale, possono essere quindi captate da questo ricevitore. Questo strumento rileva la frequenza del campo elettromagnetico in MilliGauss o micro Tesla.
Molti indagatori del mistero infatti, dopo aver scrupolosamente eliminato la possibilità che l’attività del K2 non sia dovuta a campi magnetici di genere domestico-ambientale, utilizzano questo strumento per interagire con l’entità stessa. Vengono poste una serie di domande che contemplano come risposta un “sì” o un “no” e si chiede alla presenza di far accendere le luci del dispositivo in caso di risposta affermativa e di lasciarle spente in caso di risposta negativa. In rete circolano video a riprova di questa interazione che lasciano lo spettatore, anche il più scettico, realmente impressionato.

domenica 10 novembre 2013

Ex Orfanatrofio in prov. di Brescia

tratto da http://www.hesperya.net/le-indagini/ex-orfanotrofio-prov-di-bs/

Data: 24 Giugno 2012

di Roberta Faliva

La stanza andata in fiamme
La stanza andata in fiamme
Poche sono le certezze riguardo a questo luogo: un edificio degli anni ’60, ora in stato di abbandono, ex orfanatrofio gestito al tempo da un ordine di suore e successivamente colonia estiva fino alla chiusura definitiva nel 1992. La storia di questo luogo è davvero misteriosa. Al tempo trapelarono notizie di strani fatti che riguardavano abusi e strani riti dietro quelle mura apparentemente tranquille e serene. Scattarono delle denunce e alcuni giornali parlarono di questi avvenimenti, tanto che controlli più assidui portarono all’allontanamento dalla struttura di alcune persone, e non solo adulti. Ed è proprio qui che comincia la parte più oscura della storia: la notte del 19 novembre 1977 in quella casa divampò un incendio causato, stando a ciò che scrissero i giornali, da un cortocircuito. atore sentirete, purtroppo, in sottofondo dei campanacci di mucche al pascolo.




Differenti furono però le voci che si sparsero tra la gente: c’è chi dava la colpa a una stufa, chi parlò di ritorsione ai danni di qualche figura troppo compromessa, chi menzionò persino il fenomeno dell’autocombustione. Fatto sta che in quella notte 5 dei 27 bambini subirono delle ustioni, una suora venne salvata con qualche ferita e una bambina rimase uccisa. Il suo nome era Lucilla e aveva 11 anni. Alcuni raccontarono che non riuscì a svegliarsi in tempo, altri dissero che urlò inutilmente aiuto. Rimane il fatto che chi ancora oggi entra in quelle stanze racconta di percepire sensazioni spiacevoli e di sentire un pianto infantile. Può essere una leggenda e può giocare un ruolo importante anche la suggestione, anche se tra quelle camere ve ne è una completamente bruciata atto fatto, dicono, dai ragazzi della zona a perenne monito per non dimenticare.La nostra indagine nell’ex orfanatrofio è iniziata nel tardo pomeriggio con il supporto dei nostri strumenti: K2, rilevatore EMF, registratore digitale, videocamere e fotocamere. Dopo una prima ispezione del luogo abbiamo iniziato le rilevazioni.Primo fatto anomalo riscontrato è stato la visone di un’ombra molto particolare. Il nostro collaboratore Stefano stava scattando delle fotografie quando, nel momento di mettere a fuoco, vede attraverso il mirino della macchina un’ombra che attraversa tranquillamente il corridoio. La descrizione del fenomeno è davvero singolare: la sagoma vista ricorda perfettamente quella di una suora.Secondo fatto anomalo è stato rilevato in una stanza all’ultimo piano dell’edificio. Dopo una sessione di EVP il K2 si è inspiegabilmente acceso fino a metà scala. La terza anomalia si è verificata nella stanza bruciata. Tutti i partecipanti all’indagine erano presenti mentre si stavano effettuando rilevamenti. Improvvisamente si sono sentiti dei passi fuori nel lungo corridoio che porta alla camera ma, subito usciti per controllare, non si è trovato nulla che potesse aver provocato tale rumore.Infine l’ultima anomalia si è riscontrata nell’analisi delle registrazioni. In un EVP si sente chiaramente un colpo al termine della domanda “Puoi darci un segno della tua presenza?” per poi proseguire con un rumore associabile ad un lamento.

Qui di seguito potete ascoltare il particolare della registrazione EVP sopra descritta (si consiglia l’ascolto con l’uso delle cuffie); data la sensibilità del microfono del registratore sentirete, purtroppo, in sottofondo dei campanacci di mucche al pascolo.

https://soundcloud.com/hesperya/domanda-rumore

martedì 17 settembre 2013

Il Ghost Hunting

di Roberta Faliva
(tratto da http://www.hesperya.net/ghost-hunting/)
Happy Price
Happy Price
 
Definire il Ghost Hunting una vera e propria scienza attualmente è improprio. Possiamo   consideralo quella branca della ricerca parapsicologica che cerca di dare una risposta, con mezzi scientifici, a quelle fenomenologie paranormali che interessano i presunti casi di apparizioni o infestazioni spettrali.
Sin dall’antichità l’uomo ha sempre creduto all’esistenza di una vita dopo la morte e ha sempre cercato di entrare in contattato con i defunti. Tutto questo interesse nasce dall’esigenza di credere all’immortalità della coscienza e rassicurarsi contro l’angoscia e la paura della morte. Credere ai fantasmi non è mai stata una vera esigenza ma già in tempi più remoti ci sono state esperienze tramandate fino a noi. Una di queste è raccontata da Plinio il Giovane che parla di un caso riguardante il filosofo greco Atenodoro ( I sec. a.C.)  e descrive le paure per qualcosa che non conosce; lo sgomento per comunicazione difficile da stabilire rispetto a quello che a noi appare superiore; il conforto per ciò che sembra darci una speranza dopo la morte.
Il primo vero pioniere della pratica del Ghost Hunting fu Harry Price. Egli, nell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento, cercò di applicare il rigore dell’indagine scientifica a quel delicato equilibrio di filosofia e fede che era intrinseco nella metafisica di quel periodo storico. Price rese pubblica una materia tanto eccentrica e sconosciuta come quella “della caccia ai fantasmi” utilizzando un metodo che ancora oggi possiamo ritenere valido che consisteva nel stabilire una scala di variazioni di temperatura e di pressione, che erano punti comuni in ogni sospetta vera apparizione spettrale. Sfruttando questi nuovi parametri, Price smascherò inoltre una serie impressionante di falsi medium.
 
Con il passare degli anni e con il progredire della tecnologia, il “cacciatore di fantasmi” è diventato un vero e proprio ricercatore, che utilizza una strumentazione sofisticata quanto complessa, atta rilevare l’interazione fisica del fenomeno paranormale nell’ambiente in cui lo stesso si verifica. Lo scopo del Ghost Hunter è proprio quello di documentare con più precisione possibile eventuali fenomeni paranormali al fine di raccogliere una valida documentazione che permetta poi un approfondimento da parte di studiosi ed esperti. Il Ghost Hunter conduce preferibilmente la sua indagine in un ambiente inquinato il meno possibile da fattori esterni, per poter avere quindi una visione più reale della situazione investigata. Proprio per questo molti investigatori del paranormale conducono le ricerche in quel lasso di tempo che va dal tramonto all’alba: quando i rumori quotidiani tacciono e l’attenzione è tutta per quei suoni che durante il giorno possono sfuggire. Percepire la presenza di un fantasma è in assoluto il tipo di esperienza più insolita, che non può non lasciare un segno nella vita di chi la vive. In alcuni luoghi infestati si può persino sentire l’odore di uno spirito, fino ad arrivare a provare sensazioni contrastanti di tristezza e rabbia o di pace e tranquillità.
Oggi, in un mondo attento solo all’aspetto materiale e che nega tutto quello che non si può né vedere né sentire, è molto difficile parlare di argomenti che vanno oltre l’esperienza sensibile e che, soprattutto, si affacciano al mondo del paranormale. Eppure, così concentrati su quello che ci circonda, non pensiamo che le stelle che di notte scorgiamo nel cielo non esistono più da migliaia di anni. Quei puntini bianchi splendenti, che ancora vediamo, non sono allora i “fantasmi” di quelle stelle che hanno smesso di brillare?

mercoledì 4 settembre 2013

Il Volo "Eastern Airlines 401"

 di Roberta Faliva




Il 29 dicembre 1972 il Lockheed L-1011 Tristar che operava il volo è precipitato mentre eseguiva un approccio di routine verso l’aeroporto di Miami uccidendo 5 dei 13 membri dell’equipaggio e 94 dei 163 passeggeri.


il relitto dell'aereo
Il relitto dell'aereo
Ufficialmente l’incidente fu attribuito all’incapacità dei piloti di accorgersi che il pilota automatico fu accidentalmente disattivato mentre stavano verificando un malfunzionamento al carrello di atterraggio. Il particolare motivo per cui è conosciuta la storia del volo 401 è che, nei mesi successivi all’incidente, si sono verificati numerosi casi di avvistamento di fantasmi nei voli Eastern Airlines e quasi tutti i testimoni riconobbero in quei fantasmi i due ufficiali di comando del volo 401. Don Repo e Bob Loft venivano avvistati talmente spesso che la compagnia faticava a tenere nascosta la cosa.


In uno dei casi più eclatanti una hostess affermò che, mentre si riposava di nascosto durante un turno massacrante, vide quello che credeva essere il comandante del suo volo in piedi davanti a lei, che la fissava stando fermo senza dire nemmeno una parola. Parlando con una collega capì che il suo comandante non si era allontanato dalla cabina e che nessuno era entrato nell’area dove lei si era rifugiata per riposare.A volte le figure dei piloti venivano avvistati seduti accanto ai passeggeri, per poi sparire nel nulla; una volta addirittura il viso del comandante fu visto riflesso nel vetro di un forno utilizzato nella cucina di un aereo. L’ipotesi dei fantasmi fu avvalorata quando si scoprì che la Eastern Airlines era riuscita a recuperare dei pezzi funzionanti dal volo 401 e li aveva riciclati su altri aerei ed era proprio su questi aerei che gli avvistamenti si concentravano.

La cosa fece talmente scalpore che la compagnia si vide costretta a rimuovere quei pezzi ma, nonostante una forte attenuazione degli episodi di avvistamento, i fenomeni non si placarono. La Eastern Airlines fallì e gli aerei furono venduti ad altre compagnie aeree e da quel momento non si ha più avuta notizia di fenomeni di apparizione.Si tratta sicuramente di uno dei casi con il più gran numero di testimoni al mondo.

le ricerche dei superstiti
le ricerche dei superstiti