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mercoledì 6 aprile 2022

Iniziazione di Gesù in De Castro

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/sulliniziazione-di-gesu-e-giovanni/

Un breve passo sull’iniziazione di Gesù e Giovanni preso dal Mondo Secreto

Le storie, le leggende, i miti sull’iniziazione di Gesù ed i Misteri attorno alla sua vita mi hanno sempre affascinato, sin da quando, bambino, assistevo ad esempio alle celebrazioni del Venerdì Santo. Quei riti e quelle storie colpivano la mia immaginazione e allo stesso tempo ero affasciato dalla devozione che vedevo e percepivo nelle persone. Negli anni la curiosità e il desiderio di comprendere non sono svaniti, anzi, sono sempre alla ricerca di nuovi strumenti per esplorare mondi poco noti ed acquisire nuovi punti di vista.

Questa mattina mentre riordinavo un po’ di “vecchie carte” ho trovato una cartella intitolata Iniziazione di Gesù. Molti appunti sparsi, fotocopie e la bozza del secondo volume di Giovanni De Castro il Mondo Secreto. Questo ritrovamento ha risvegliato la mia coscienza ricordandomi che devo finire di approntare i nove volumi di De Castro. Tra i fogli sparsi ho trovato questa citazione presa dal volume appena citato.

“Giunta la sera stabilita i notturni segnali apparvero sulla montagna. Gesù e Giovanni si affrettarono a recarsi al luogo del convegno; nel quale trovarono un mandatario dell’Ordine vestito di bianco. Furono da costui guidati a subirele loro prove; senza le quali non avrebbero potuto entrare nel luogo ove erano radunati i membri dell’ordine; compiute le quali furono condotti nel seno dell’assemblea, ove i fratelli stavano seduti in semicerchio divisi secondo i quattro gradi della sapienza. Alla presenza di quei sapienti, le cui candide vesti porgevano testimonianza dell’innocenza del loro animo e della loro vita, i due giovinetti, con la mano destra appoggiata sul petto e la sinistra stesa lungo il fianco, pronunciarono con purissimo affetto i loro voti, e promisero di rinunciare ai tesori terrestri, alla gloria e alla potenza di quaggiù; e giurarono, dando e ricevendo un bacio fraterno, obbedienza e segretezza. Dopo di che furono (così volevano gli statuti dell’ordine) condotti in una remota caverna, ove restarono tre giorni e tre notti a meditare sulla nuova vita a cui erano chiamati; e la terza sera furono ricondotti nell’assemblea per essere interrogati, ed indi per pregare in comune; e ricevuto di bel nuovo fraterno bacio, furono vestiti di bianco, meritando quel simbolo con la schiettezza e purezza del cuore; e si diede loro un piccolo alveare, emblema dell’operosità della setta. Intonato il canto di lode e sedutisi da soli, come impongono le regole dell’ordine, e non in comune, al banchetto d’amore e di carità, furono congedati, affinché rimanessero in completa solitudine dodici lune, nella custodia dell’antico, per rendersi degni delle novelle iniziazioni.     

 Passato l’anno, l’ordine li riebbe più ferventi che mai, e più deliberati alla missione che avevano assunta. Nella meditazione e nel digiuno il loro spirito grandeggiò, e gli inattesi incrementi svelarono la natura e la potenza divina. Però i successivi gradi si dischiusero ad essi come a figli amatissimi; e compiute le obbligatorie e rituali prove ebbero nell’ordine seggio degno della loro sapienza e delle loro virtù”.

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Commentare questo breve passo sull’iniziazione di Gesù, o anche solo commentare le parole che ho riportato in grassetto richiederebbe svariate pagine, quindi mi limiterò ad una sintetica chiosa.

È mia intenzione, leggere questo passo come una “favola”, ma in questa “favola” ci sono degli elementi che sono o dovrebbero essere caratteristici di molte scuole iniziatiche passate e presenti. Il mio interesse non è la veridicità storica del passo riportato, ma l’universalità del messaggio del mito. Mi limiterò a sottolineare un paio di punti in comune con le scuole iniziatiche. Tipico delle scuole iniziatiche è il giuramento obbedienza e segretezza, non deve stupire che lo si ritrovi nella iniziazione degli Esseni e che anche l’iniziazione di Gesù lo preveda. L’essere vestiti di bianco da un lato rimanda al candidato e dall’altro alla purezza che la maggior parte delle scuole iniziatiche hanno come divisa, è quasi superfluo ricordare che questo è il colore del grembiulino che cinge i fianchi degli Apprendisti Accettati nella Libera Muratoria e dei Sovrani Grandi Ispettori Generali insigniti del trentatreesimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato. La metafora o simbolo dell’alveare è presente nella tradizione ermetica, e ad esso ed alle api fanno riferimento numerosi autori di scuola Rosa+Croce, come la famosa rosa alveare che su trova nel testo Summum Bonun di R. Fludd ed il motto Dat Rosa Mel Apibus. Il periodo di solitudine di dodici lune, simile alla lunghezza di un anno ha molteplici richiami con le scuole iniziatiche. Palesi sono anche i richiami ad esempio al pitagorismo. In ultimo, nonostante ai candidati siano state riconosciute qualità divine, la scuola degli Esseni non si esenta dal compiere le obbligatorie e rituali prove; questo è quanto avviene o dovrebbe avvenire in ogni società Tradizionale ed Iniziatica. Non importa chi sia il candidato, la ritualità e le prove non sono un orpello. In ultimo, mi preme sottolineare come le prove iniziatiche si subiscano.                                          

A queste brevi e veloci considerazioni se ne potrebbero aggiungere molte altre e di varia e più profonda natura, ma l’ora è tarda…

… a te continuarle

venerdì 5 febbraio 2016

Iniziazione di Gesù

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleoneblog.blogspot.it/2015/10/iniziazione-di-gesu.html


Mentre lavoravo alla preparazione del secondo volume de Il Mondo Secreto di De Castro, ho riletto il passo che oggi vi riporto.
“Giunta la sera stabilita i notturni segnali apparvero sulla montagna. Gesù e Giovanni si affrettarono a recarsi al luogo del convegno; nel quale trovarono un mandatario dell’ordine vestito di bianco. Furono da costui guidati a subire le loro prove; senza le quali non avrebbero potuto entrare nel luogo ove erano radunati i membri dell’ordine; compiute le quali furono condotti nel seno dell’assemblea, ove i fratelli stavano seduti in semicerchio divisi secondo i quattro gradi della sapienza. Alla presenza di quei sapienti, le cui candide vesti porgevano testimonianza dell’innocenza del loro animo e della loro vita, i due giovinetti, con la mano destra appoggiata sul petto e la sinistra stesa lungo il fianco, pronunciarono con purissimo affetto i loro voti, e promisero di rinunciare ai tesori terrestri, alla gloria e alla potenza di quaggiù; e giurarono, dando e ricevendo un bacio fraterno, obbedienza e segretezza. Dopo di che furono (così volevano gli statuti dell’ordine) condotti in una remota caverna, ove restarono tre giorni e tre notti a meditare sulla nuova vita a cui erano chiamati; e la terza sera furono ricondotti nell’assemblea per essere interrogati, ed indi per pregare in comune; e ricevuto di bel nuovo fraterno bacio, furono vestiti di bianco, meritando quel simbolo con la schiettezza e purezza del cuore; e si diede loro un piccolo alveare, emblema dell’operosità della setta. Intonato il canto di lode e sedutisi da soli, come impongono le regole dell’ordine, e non in comune, al banchetto d’amore e di carità, furono congedati, affinché rimanessero in completa solitudine dodici lune, nella custodia dell’antico, per rendersi degli delle novelle iniziazioni.                                                                   
Passato l’anno, l’ordine li riebbe più ferventi che mai, e più deliberati alla missione che avevano assunta. Nella meditazione e nel digiuno il loro spirito grandeggiò; e gli inattesi incrementi svelarono la natura e la potenza divina. Però i successivi gradi si dischiusero ad essi come a figli amatissimi; e compiute le obbligatorie e rituali prove ebbero nell’ordine seggio degno della loro sapienza e delle loro virtù”.
E’ mia intenzione, leggere questo passo come una “favola”, ma in questa “favola” ci sono degli elementi che sono o dovrebbero essere caratteristici di molte scuole iniziatiche passate e presenti. Mi limiterò a sottolinearne un paio. Tipico delle scuole iniziatiche è il giuramento obbedienza e segretezza, non deve stupire che lo si ritrovi nella iniziazione degli Esseni. L’essere vestiti di bianco da un lato rimanda al candidato e dall’altro alla purezza che la maggior parte delle scuole iniziatiche hanno come divisa, è quasi superfluo ricordare che questo è il colore del grembiulino che cinge i fianchi degli Apprendisti Accettati nella Libera Muratoria. La metafora o simbolo dell’alveare è presente nella tradizione ermetica, e ad esso ed alle api fanno riferimento numerosi autori di scuola Rosa+Croce, come la famosa rosa alveare che su trova nel testo Summum Bonun di R. Fludd ed il motto Dat Rosa Mel Apibus. Il periodo di solitudine di dodici lune, simile alla lunghezza di un anno ha molteplici richiami con le scuole iniziatiche. In ultimo, nonostante ai candidati siano state riconosciute qualità divine, la scuola degli Esseni non si esenta dal compiere le obbligatorie e rituali prove; questo è quanto avviene o dovrebbe avvenire in ogni società Tradizionale ed Iniziatica. Non importa chi sia il candidato, la ritualità e le prove non sono un orpello.                                             
 A queste brevi e veloci considerazioni se ne potrebbero aggiungere molte altre e di varia e più profonda natura, ma l’ora è tarda…
Gioia – Salute – Prosperità

giovedì 8 ottobre 2015

Il mistero Gesù

Dove visse Gesù durante l’adolescenza e la maturità, prima di ricomparire, a trent’anni, sulla scena pubblica?
Quelle arcane vicende sono andate veramente così come le hanno narrate i quattro Evangelisti Luca, Marco, Matteo e Giovanni?
Il Cristo sopravvisse alla crocifissione?
Si recò sul serio nel lontanissimo Ladakh ove ancor oggi è visitabile la Tomba di Issa, un predicatore che proveniva dalla Terra Santa?
Che cosa è realmente la Sindone e come si è formata quell’immagine che ricorda il corpo inanime di un uomo?
Chi era quello sventurato “imitatore” di Gesù che rispondeva al nome di Simon Mago?
Chi erano, da dove provenivano – e soprattutto! – quanti erano i Magi che avrebbero portato i doni al Divin fanciullo?
Questo libro è una buona occasione per conoscere qualcosa in più sul personaggio che ha segnato la storia.


Il Golgota racconta. Nascita, «anni perduti», presunti miracoli e morte sulla croce di Gesù
di Roberto Volterri
Scipioni Editore   -  Valentano (VT)
128 pagine