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mercoledì 29 maggio 2019

Enrique de Villena “el negromante”

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleone.it/enrique-de-villena-appunti-tra-storia-leggenda-e-letteratura/

Enrique de Villena appunti tra storia, leggenda e letteratura


Enrique de Villena (1384 –1434) si è presentato quasi per magia mentre ordinavo degli appunti volanti dopo un pantagruelico pranzo pasquale. A proposito di Gargantua e Pantagruele, a breve un post che avrà a che fare con il lavoro di da François Rabelais, ma non ti “spoilero” nulla per ora.

Torniamo a Enrique de Villena, potrebbe essere il personaggio di un romanzo e queste mie poche righe spesso lasceranno il sentiero della storia per avventurarsi in quello dell’immaginazione e della fantasia. D’altronde immaginazione e fantasia sono alla base di ogni operazione magica.

Una vita tra corte e solitudine quella di Enrique ultimo rampollo della nobile casata degli Aragona, Gran Maestro dell’Ordine militare di Calatrava. Enrique de Villena rinunciò più o meno volontariamente al suo matrimonio – della moglie pare si fosse invaghito il re di Spagna che lo propose per la Gran Maestranza che prevedeva il celibato – e di diede ad un celibato non privo d’amori clandestini e no.

Enrique de Villena è una sorta di Faust ante litteramnella visione di molti, di qui il suo soprannome “il negromante” o “l’astrologo”, per altri è un ciarlatano, per altri ancora un cultore della scienza intesa in senso moderno, traduttore di diverse opere tra cui la Divina Commedia, un letterato poeta che ha ispirato con la sua persona altri letterati e poeti. Probabilmente Enrico era tutto questo, in anticipo di circa cent’anni sul Siglo de Oro. Di Enrique de Villena è citato ad esempio nel El Laberinto de Fortuna o Las Trescientasdi Juan de Mena (1411 – 1456, esponente del dantismo):



Aquel claro padre, aquel dulce fuente,

Aquel que en el Castalo monte resuena,

Es Don Enrique Señor de Villena,

Honra de España, y del siglo presente.

O incluyo, Sabio, Autor muy sciente,

Otra, y aun otra vegada yo lloro,

Porque Castilla perdió tal tesoro,

No conocido delante la gente.

Perdió los tus libros, sin ser conocidos,

Y como en exequias te fueron ya luego,

Unos metidos al ávido fuego,

Y otros sin orden no bien repartidos.


Già il fuoco, fuoco a cui furono condannate le opere di Enrico: il fuoco casuale degli incendi e il fuoco causale della volontà di condannare opere e pensieri.


Dove imparò queste arti? Su tutte ti riporto due ipotesi.


<<Nacido en 1384, nuestro Enrique pasó los primeros veintiocho años de su vida en la corona de Aragón y es allí donde entró en contacto con textos y representantes del esoterismo occidental. Allí fue partícipe del incipiente humanismo catalán de los reinados de Juan I el cazador(1387-1396) y su primo Martín el humano(1396-1410), reyes que protegieron y financiaron las actividades de astrólogos, alquimistas y cabalistas, llegando a contener la biblioteca de Martín I más de tres mil volúmenes (Ryan, 2011: 105-171; Scott Lucas, 2003: XVI). Sólo por mencionar los más representativos, Villena llegó a tener en su biblioteca el Liber Raziel, el Kiranides, el Picatrix, la Agricultura Caldea, obras alquímicas como la Tabla Esmeraldao el Libro de Quintaescenciade Juan de Rupescissa, diversas obras de época alfonsina como el Lapidario, el Libro de los agüeros, el Libro de las formas e ymagenesy diversas obras atribuidas a Hermes Trismegisto como Los secretos de Hermes. Sin embargo, la intromisión de la dinastía castellana de los Trastámara en Aragón en 1412, conocido como Compromiso de Caspe, fue un hecho imprevisto que hizo menos relevante y deseable su presencia en el reino, debiendo moverse a Castilla e interrumpir súbitamente sus tareas intelectuales: “había de estar poco en Valencia y donde entendía tomar mi camino para Castilla y tenía liados mis libros que para ellos tuviera menester” (Carr, Cátedra, 1983: 293)>>.[1]


La seconda ipotesi è più suggestiva, ed è quella che lo ha reso celebre:

Si vuole che Enrique de Villena abbia imparato le arti oscure come la negromanzia nella Cueva de Salamanca– la grotta di Salamanca – con altri sei “studenti” ed avendo come maestro il Diavolo in persona. I sette apprendisti negromanti, erano membri di una setta o società segreta di cui si è persa memoria, in altre versioni di questa leggenda gli insegnamenti erano impartiti da Asmodeo. Non ti dico di più su questa grotta perché nelle prossime settimane sarà oggetto di uno o più post.


Ci sarebbe ancora molto da dire sia su Enrique de Villena sia sulla Spagna, le arti magiche, astrologiche e l’esoterismo occidentale, per oggi può bastare.


Alcune delle opere di Enrique de Villena:

Tratado de astrología
Los doce trabajos de Hércules
Arte de trovar
Ángel Raziel (distrutto)
Libro del aojamiento ó fascinología


Gioia – Salute – Prosperità


[1]CARR, D.; CÁTEDRA, P. (1983) “Datos para la biografía de Enrique de Villena”, La Crónica, 11.2, pp. 293-299. In Mariano Villalba, CÁBALA Y AOJAMIENTO EN EL TRATADO DE LA FASCINACIÓN DE ENRIQUE DE VILLENA, pp. 9-10.