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domenica 5 dicembre 2021

LE SEPHIROTH E LA CABALA/2

tratto da "L'Opinione" del 27 luglio 2021

di Pierpaola Meledandri

Il nostro breve viaggio nel mondo della Cabala prosegue, con qualche altro concetto. Il primo capitolo della Genesi viene chiamato col nome di “Berechit”, che in italiano si traduce in “Inizio, principio”. Ma in ebraico, la denominazione Berechit, ha le sue radici in “be”, che significa “per” l’azione di, ed in “rechit”, che può tradursi per “verbo o vibrazione”. Pertanto, il primo momento della creazione sembra essere indicato come una prima vibrazione. Quando appare per la prima volta la formula AT, è nel primo versetto del primo capitolo della Genesi, che in italiano si potrebbe dire: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”, ma, che nell’ebraico originale, pur usando i nostri caratteri, suonerebbe così: “Berechit bara Elohim AT Hashmaim vet herez”. Per i traduttori della Bibbia non è passato inosservato il numero di volte che appare detta particella e il suo valore simbolico, ma non è stata data la giusta importanza alla formula AT.

Coloro che studiano lo Zohar, scopriranno innumerevoli riferimenti a detta particella, dalla quale potranno estrapolare ricchi significati. Le lettere ebraiche formano una sorta di sfera dalla quale non sfugge nulla. Non bisogna immaginare una sfera nella quale sono state inserite delle lettere, ma dette lettere la formano e costituiscono. Una lettera combinata con un’altra forma una voce nuova, in modo che aleph può associarsi al resto delle ventuno lettere. Bet, la lettera seguente, può anche accordarsi con tutte le altre, e così via. Quindi potranno combinarsi due col resto, tre col resto. Ogni combinazione produce una nuova idea. Pertanto, l’interno di quella sfera è interconnesso con queste combinazioni Si dice che ci siano circa 705.432 combinazioni creative, tutte rinchiuse tra aleph e tau, questa cifra rappresenta solamente il risultato di una delle infinite possibilità.

Le Sephiroth per i cabalisti rappresentano dieci forze operative; l’energia di ciascuna si rivolge verso l’alto attraverso la pietas cabalistica positiva e verso il basso per la forza negativa del peccato. Questa è la linea di fondo della dottrina segreta. Per denominare e descrivere le stesse vengono utilizzati i termini allegorici, simbolici, della tradizione rabbinica. L’intera Bibbia ebraica non è più letta come narrazione storica, bensì viene interpretata – decifrata, se così si può dire – come velata esposizione del processo dinamico delle Sephiroth. Nel mondo, che è immagine e somiglianza di a Dio, le Sephiroth costituiscono una costellazione che ripercorre la forma umana. Al di sotto vi è il mondo degli esseri singoli, il mondo degli angeli e degli spiriti, poi il piano degli esseri materiali. Il processo della emanazione conduce, dunque, dall’unità al molteplice.

Il senso e lo scopo della meditazione e della prassi cabalistica è appunto la risalita fino all’unità ripercorrendo i vari gradi dell’emanazione. Il pensiero mistico arricchisce di senso la via della Cabala come visione della luce che si diffonde nel cosmo che anzi costituisce il cosmo, piuttosto, la stessa può dare l’intuizione meravigliosa dell’armonia del cosmo. In questa lettura, ci si rende conto dell’esistenza degli angeli, dell’esistenza delle gerarchie divine, se vogliamo, delle Sephiroth, si ritrova la controparte celeste dell’uomo. La Cabala fondamentalmente è uno strumento per giungere al perfezionamento, un strumento per sentire e vivere nel Creato e con il Creatore, durante vita (Fine).

domenica 28 novembre 2021

LA CABALA, UNA MATERIA IMMENSA E AFFASCINANTE/1

tratto da "L'Opinione" del 26 luglio 2021

di Pierpaola Meledandri

La materia trattata è immensa, complessa e quanto mai affascinante. La Cabala è un insegnamento rivelato che ci aiuta a comprendere verità universali, partendo dalla tradizione esoterica della mistica ebraica. Anche la Bibbia dedica una buona parte al racconto della Creazione e come la Cabala entra in relazione con il Creatore, con l’uomo e la natura, nel linguaggio simbolico, linguaggio molto distante dalla quello della cultura occidentale.

Si stabilisce anche la relazione tra Dio, l’uomo e l’universo, che consta di una serie di simboli che si sviluppano in trentadue “sentieri”, i quali partono dalle dieci emanazioni o Sfere, che si trovano anche nella rappresentazione dell’Albero della Vita. Ognuno di questi sentieri viene nominato con una delle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico. Quando parliamo del Creatore, dell’uomo e della natura stiamo utilizzando tre nomi che portano alla nostra mente tre entità distinte. Attraverso la gematrìa, uno dei mezzi della Cabala, sommando e riducendo le lettere-numeri ebraiche, vediamo che il numero risultante da Dio, uomo e natura porta allo stesso valore: quindi le tre entità, apparentemente distinte, sono la stessa cosa.

A differenza del nostro alfabeto, quello ebraico si legge da destra a sinistra e consta di 22 lettere. Come abbiamo accennato, le 10 Sfere, dette sephiroth, producono i 32 sentieri, la forma articolata richiama una struttura triangolare. In una punta del triangolo collochiamo aspetti riferiti alla Bibbia, che sono necessari per comprendere aneddoti da un punto di vista storico ed occulto.

La tradizione cabalistica è stata sviluppata dal popolo ebraico; arrivando ad Occidente è giunta avvolta da molti misteri, benché la maggior parte di essi abbiano prodotto una grande divisione fra quella che è una lingua simbolica e le lingue occidentali. La differente forma mentis aggiunge il resto.

La costruzione della Cabala, come metodo mistico per raggiungere l’idea di Unità per una nuova reintegrazione nell’Assoluto, è ricca di enigmi, affinché si sviluppi l’intelletto attraverso lo studio e la speculazione. Nella Cabala l’alfabeto ebraico, con le sue ventidue lettere-numeri consonanti, è quello che serve da base simbolica per esprimere un buon numero di idee: infatti, un simbolo racchiude una forma di eloquenza superiore al linguaggio. Ogni lettera ebraica è un simbolo, la combinazione di lettere formano una parola, la somma di queste, frasi. Ogni lettera e parola ha un senso fonetico, un valore numerico, un mistero nascosto dietro la sua stessa forma. Pertanto, l’alfabeto ebraico, l’albero della vita, il suo design triadico, i pilastri ed altre disposizioni, sono rappresentazioni sintetiche di verità universali. La fonte o schema triangolare è una forma per allargare la creazione delle cose ignorate fino alle cose più vicine a noi.

Un triangolo è uguale a due aspetti frontali, un terzo che li equilibra. Questa triade è molto evidente nella sua mistica la cui base poggia oltre che nella Bibbia, nel Sefer Yetzirah (Libro della Formazione) e nel Sepher ha-Zohar (Libro dello Splendore). Esistono varie disposizioni simboliche della trinità, una di esse si presenta come i piatti di una bilancia e l’ago che media tra essi. Su ogni piatto si pone una lettera madre ebraica: la shin alla destra, la mem alla sinistra e l’alef mediando tra esse. L’ago della bilancia si riferisce alla lingua, perché questa è quella che registra e formula la parola, asse della creazione tanto nella Genesi, come nel Sepher Yetzirah.

La rappresentazione più frequente dell’idea trinitaria è il disegno dell’albero della vita o sephirotico rappresentato da tre colonne, una a sinistra, una a destra, una terza che funge da forza equilibratrice. Si aggiungono di seguito le tre lettere madri sull’Albero rappresentato in colonne. Tra l’aleph e la tau, prima e ultima lettera in tutto il capitolo della Genesi ebraica, c’è una particella che non si può tradurre, perdendo così il suo significato, il quale è stato compreso come uno dei primi enigmi della Creazione.

Ci stiamo riferendo alla formula, chiave o particella accusativa, che normalmente si scrive At o Et e che fa riferimento alla prima ed ultima lettera dell’alfabeto ebraico: aleph-tau. Ogni atto creativo, generatore, compreso di senso contrario, è sostenuto da detta particella. Niente esiste dentro il racconto della creazione nella quale non appaia questa formula. Nei primi cinque capitoli della Genesi appare cinquantasei volte e dal sesto al decimo quarantadue, in totali novantotto volte in soli dieci capitoli.

La Genesi è scritta in modo che possa leggersi su tre diversi livelli: letterale, simbolico e sacro-occulto. Per arrivare al senso sacro, bisognerebbe conoscerne il valore simbolico. Le lettere ebraiche e le parole che esse costruiscono, rappresentano sempre una figura visibile, un senso letterale ed una forma nascosta nel suo valore numerico. Per comprendere meglio questo concetto, dobbiamo capire che mentre la nostra cultura usa segni per il nostro alfabeto ed altri segni per la numerazione, in modo che possiamo dire “a-b-c” o “1-2-3”, nella lingua ebraica non esistono due serie differenti per lettere e numeri, ma lo stesso segno rappresenta sia la lettera che il numero.

Quando sostantivi o frasi distinte sono ridotte a numero e sommati attraverso un metodo conosciuto in alcuni circoli come “riduzione teosofica”, benché letteralmente si leggano in modo diverso, il loro senso nascosto è lo stesso. Questo metodo di somma e riduzione si conosce nella Cabala con la denominazione di gematrìa, parola che proviene da geometria e che indica il valore numerico delle lettere, delle parole dei testi ebraici. Nella creazione sarebbero state usate tutte le lettere, ad eccezione di ci quel che costituisce simbolicamente “il peccato” (Continua).

domenica 14 marzo 2021

Scrittori-maghi e libri segreti ​Il lato esoterico del romanzo

 tratto da Il Giornale del 24/07/2016 

Una monumentale guida sui sottili legami tra occultismo e letteratura. Da Apuleio a Coelho

di Luigi Mascheroni


Religioni misteriosofiche e gnosticismo,magia e Cabala,i sogni di Swedenborg e il Necronomicon, l’egizianismo novecentesco di Schwaller de Lubicz e il nazismo magico... E poi confraternite sataniche,i Grandi Antichi fino ai legami tra David Bowie ela Qabbalàh...

Dentrola parola «esoterismo» ci sta di tutto (anche se solo ciò che ne resta fuori è davvero per pochi). E per fare chiarezza sul vastissimo «mondo altro» delle (cono)scienze occulte e soprattutto - ecco l’aspetto più interessante - per illuminare le ricadute letterarie dell’occulto su moltissimi scrittori, come Apuleio, Dion Fortune, Balzac o D’Annuzio fino al cabalista Jorge Luis Borges... ecco un’utilissima, monumentale Guida alla letteratura esoterica (Odoya, pagg. 632, euro 30; a cura di Claudio Asciuti, con testi di numerosi specialisti del settore). Un libro per soli adepti, sfogliando il quale si scopre che:

MAGHI PERMALOSI William Somerset Maugham (1874-1965) prese a modello Aleister Crowley - il più grande mago del Novecento - per il romanzo The Magician (1908). Lo scrittore inglese lo aveva conosciuto a Parigi, in un caffè chiamato Chat Blanc (che poi nel libro diventa il Chien Noir...), e non l’aveva trovato per nulla simpatico. A sua volta, Crowley, detto la Grande Bestia, fondatore del moderno occultismo e fonte di ispirazione per molti satanisti, si lamentò del ritratto di Maugham, dicendo che aveva scopiazzato qua e là dettagli veri e falsi. E quando il regista Rex Igram nel 1926iniziò agirare unfilm tratto da The Magician, Crowley intentò causa per diffamazione alla Metro Goldwyn Mayer. Più tardi, nel ’64,il «mago»farà persino una comparsata in Festa mobile diHemingway.Ah... VincenzoConsolo hafattoinvece di Crowleyil protagonista del suo romanzo Nottetempo, casa per casa, premio Strega nel 1992. (BUONE) IDEE

DALL’ALTRO MONDO Scrittori che appartennero alla Golden Dawn, società segretainiziaticafondata sulla tradizione della Qabalah: Arthur Machen (uno dei più importanti autori dell’orrore e del mistero: si legga Il Grande Dio Pan); Algernon Blackwood, autore del romanzo breve I salici, considerato da H.P. Lovecraft uno dei testi cardine della letteratura fantastica; Bram Stoker, creatore di Dracula; H.G. Wells, padre della moderna fantascienza; e William Butler Yeats, già in contatto con la Società teosofica di Madame Blavatsky.

PSICOANALISTI DAI PIEDI CAPRINI Dion Fortune, pseudonimo di Violet Mary Firth (1890-1946), prima di diventare unafortunata scrittrice di romanzi «fantastici» ed ermetici come Il demone amante (1929) o Il dio dal piede caprino (1936), fu un’attentissima studiosa di magia e analista di impronta freudiana (a 23 anni era una delle psicoanaliste meglio pagate di Londra). Oggi non la legge più nessuno.

LA VOCE DELL’ARMENO Franco Battiato già prima della collaborazione col filosofo Manlio Sgalabro scriveva i testi delle sue canzoni sotto l’influenza di mistici indiani, del buddhismo, i sufi, e soprattutto, il pensiero dell’esoterista armeno Georges Ivanovic Gurdjieff (1877-1949). Sua l’espressione «Centro di gravità permanente» che fece la fortuna dell’album La voce del padrone (1981).

PLAGI ENIGMATICI Rimane un mistero perché la grande scrittrice Katherine Mansfield passò gli ultimi mesi di vita all’«Istituto per lo sviluppo armonioso dell’uomo» di Gurdjieff, a Fontainebleau, Francia, dove morì nel gennaio 1923. Un caso di plagio (non letterario, ma psicologico)?

IL FU MATTIA TEOSOFO Domanda numero uno: e se i rapporti di Luigi Pirandello con l’esoterismo e lo spiritismo non fossero improntati a una caustica ironia, come suggeriscono alcune sue pagine, ma scaturiscano da una profonda (e nascosta) convinzione, come sembrano dimostrare altre? Forse allora Il fu Mattia Pascal potrebbe essere letto come «un “trattato” di spiritismo mascherato da astute pennellate di autoanalisi della scissione dell’Io» (l’amico Luigi Capuana, invece, è accertato: credeva agli spiriti, fotografava ectoplasmi e partecipava a sedute spiritiche).

ECHI DI UN COMPLOTTO Domanda numero due: ma quella di Umberto Eco per i complotti (un complotto per nascondere un libro pericoloso è quello che circonda la biblioteca del Nome della rosa, complotti sono quelli a cui credono i «diabolici» nel Pendolo di Foucault, complotti avvolgono i maledetti Protocolli dei Savi di Sion nel Cimitero di Praga, e fondato per alimentare veri e falsi complotti è il giornale di Numero zero...) è puro divertissement letterario o una vera e propria ossessione (complottista)?

CROCE E SPIRITI Da ricordare il giudizio di Benedetto Croce su Antonio Fogazzaro, autore dell’inquieto romanzo Malombra (1881) nel quale sembra manifestare un esemplare caso di reincarnazione: «Riconosce importanza ai fenomeni della suggestione, della telepatia, dello sdoppiamento, della chiaroveggenza, dello spiritismo, come segni di futura unione della scienza con la fede».

IL PESSOA DAI MILLE VOLTI Fernando Pessoa lasciò duemila documenti inediti sull’astrologia, la sua più grande passione (sottaciuta dai critici). Altri interessi dello scrittore di Lisbona in ambito esoterico: l’ordine Templare di Portogallo (di cui si diceva iniziato), i Rosa+Croce, la Massoneria, la teosofia, la Gnosi e il «sebastianismo», il movimento mistico-secolare legato al mito millenarista del «Quinto Impero» che propugnava il ritorno del re Sebastiano I che avrebbe riportato il Portogallo agli antichi splendori. Comunque, al di là delle interpretazione politicamente corrette, Pessoa era fortemente conservatore, antidemocratico, monarchico.

PESSIME ALCHIMIE Il più grande bluff esoterico della letteratura? Per Claudio Asciuti (curatore della Guida alla letteratura esoterica) è Paulo Coelho, «uno scrittore che ha diluito, banalizzato e annacquato in un profluvio di operette una conoscenza sapienziale millenaria, rendendola irriconoscibile. I suoi romanzi sono un concentrato dei peggiori vezzi moderni e delle più trite “verità” New Age, scritti in uno stile piatto, con il tono di una favola per bambini».

ATTENTI AL MAGHETTO Se date da leggere ai vostri figli i libri di Harry Potter, ricordatevi che qualcuno li ha accusati di essere uno straordinario vettore di anticristianesimo e, addirittura, satanismo.


mercoledì 31 ottobre 2018

Così il mito del Vampiro morse sul collo il Futurismo

tratto da Il Giornale del 3 giugno 2018

di Luigi Mascheroni

Un saggio svela tutti gli «strani» rapporti tra il movimento d'avanguardia e l'esoterismo

Con la rivista Poesia, la casa del primo futurismo fondata nel 1905 da Filippo Tommaso Marinetti, collaborarono, tra gli altri, William Butler Yeats, studioso dell'alchimia e delle dottrine esoteriche occidentali; Éduard Schuré, membro della Società Teosofica e discepolo dei «grandi iniziati»; Catulle Mendès, «il grande negromante», come lo definì il pittore Henri Rousseau; Auguste Villiers de l'Isle-Adam, il cui dramma rosacrociano Axel diventò una Bibbia per il movimento simbolista; Paul Adam, appartenente all'Ordre Kabbalistique de la Rose Croix...
«Noi crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane, e dichiariamo senza sorridere che nella carne dell'uomo dormono delle ali» declama il manifesto futurista L'Uomo moltiplicato e il Regno della Macchina, del 1910. Le ali, le ali... Il volo alato della Poesia, le ali del pipistrello, l'ombra lunga del vampiro...

Il vampiro succhiatore di sangue - archetipo primordiale malvagio e perverso, metafora dell'erotismo sadico e della modernità che avanza - pullula, anche se il lettore distratto non se ne accorge, nelle opere (pre)futuriste, infilando i suoi canini e allungando gli artigli in tante pagine della pattuglia avanguardista, a partire dal Signore&Fondatore, F.T. Marinetti, frequentatore di occultisti, forse persino massone, di sicuro assiduo partecipante alle sedute spiritiche che si tenevano nella casa milanese di Enrico Annibale Butti e della moglie Lidia Brochon. Il poeta delle Parole in libertà disprezzava il chiaro di luna e l'amore romantico, ma era attratto dal Vampiro, figura ultra-razionale e ribelle, e dalla vampira, femmina «disposta a tutte le acrobazie della libidine»... Nella tragedia satirica e nichilista Le Roi Bombance (1905) Marinetti inventa la figura di Ptiokarum, vampiro che bevendo sangue umano legge i pensieri dei moribondi, frugando «nelle arterie come negli scaffali di una biblioteca». Nel poemetto La Conquête des Étoiles (1902) appare Lucifero, un demone umano diventato «vi-pistrello», il cui bacio «avido» imprigiona l'anima delle sue vittime. Nel poema Destruction (1904) l'amante sensuale è una vampira «bianca e pura» dalla carne flessuosa, con una bocca dal «tepore assorbente» illuminata da «denti lucenti». E visioni vampiriche e vampirizzazioni erotiche appaiono in Lussuria-Velocità (1908), in Come si seducono le donne (1917) ne L'alcova d'acciaio (1921)... Senza citare l'altra faccia del vampirismo: l'antropofagia. Tra i futuristi il cibo, il sesso e il cannibalismo si miscelano armoniosamente in un pot-pourri esplosivo (il menu prevede, oltre il racconto La carne congelata di Marinetti, Donna allo spiedo di Emilio Settimelli, il «Cannibale vegetariano» di Pino Donizzetti, il Manifesto Antropofago di Oswald De Andrade...). «Amiamo le donne. Spesso ci siamo torturati con mille baci golosi nell'ansia di mangiarne una. Nude ci sembrarono sempre tragicamente vestite. Il loro cuore, se stretto dal supremo godimento d'amore, ci parve l'ideale frutto da mordere masticare suggere», proclamano Marinetti e Fillìa nella Cucina futurista.

Vampiri, cabbala ebraica, tavolini per evocare le anime dei morti (come quello intarsiato dall'artista e futurista eccentrico, Thayath), ufologia, procedimenti alchemici e misteriosofici. Ma quanto è profonda l'anima nera di Marinetti&Co.!

Le scienze occulte e i fenomeni paranormali sono un abisso in cui si immerse tantissimo Futurismo. Che oggi, per la prima volta, viene letteralmente scandagliato da Guido Andrea Pautasso - figlio di tanto padre e profondo conoscitore della materia - in un saggio-rivelatore: Vampiro futurista. I futuristi e l'esoterismo (Vanillaedizioni, pagg. 160, euro 19). Chi avrebbe immaginato che il movimento più d'avanguardia del Novecento avesse radici così arcaiche?

«Alcuni futuristi italiani si occuparono di occultismo e di magia latu sensu ed è possibile distinguere tra il futurismo milanese di Marinetti e di Boccioni di stampo magico-teosofico, quello fiorentino vicino alla rivista Lacerba di carattere animista-metafisico e quello del gruppo de L'Italia Futurista, legato ad interessi spiritualisti ed occultisti», scrive Pautasso. E poi via, in una filologica cavalcata fra i testi del futurismo, dalla poesia alla prosa, dal teatro al romanzo, che fra sottile ironia e compiacimento per il macabro, flirtano con le culture sotterranee, alternative e ribelli: magia, stregoneria, occultismo, esoterismo, astrologia, ermetismo, alchimia...

Gino Severini partecipò a Parigi a diverse sedute medianiche in compagnia della moglie Jeanne Fort. A caccia di spiriti andarono anche il pioniere dell'estetica cinematografica Ricciotto Canudo e l'artista Thayaht. Giacomo Balla partecipava a sedute spiritiche e, attratto dagli insegnamenti del teosofo Johannes Lauweriks, si definì occultista («Cammino senza toccar terra, talmente il mio spirito è elevato e sento anche quello che non si vede»). Umberto Boccioni credeva alla teosofia e alla materializzazione degli ectoplasmi e fu influenzato dalla teoria della «quarta dimensione» dell'architetto-teosofo Claude Bragdon. Paolo Buzzi ne L'ellisse e la spirale contempla immagini e iscrizioni alla tradizione dei Rosa+Croce e nel Poema di Radio-Onde (1933-38) dimostra padronanza del mondo magico-alchemico. I fratelli Ginanni Corradini (Arnaldo Ginna e Bruno Corra) si interessarono all'arte medianica, alla trance, alla scrittura automatica, alla telecinesi, alla teosofia e all'antroposofia. Enrico Prampolini realizzò le scenografie di Thaïs (1916), film allucinatorio girato da Anton Giulio Bragaglia, inventore del fotodinamismo futurista e appassionato di «fotografia dell'invisibile». E ancora. Corrado Govoni, il pittore Athos Casarini e l'aeropittore Mino Delle Site si appassionarono ai principî teosofici, alla metapsichica e all'astrologia. Gino Cantarelli, autore dell'esoterico Ascendenze cromatiche, disegnava motivi astratti stimolati da visioni medianiche e da imprevisti flussi del subconscio. Luigi Russolo, creatore dell'arte dei rumori, iniziato all'occultismo e alle filosofie orientali, scrisse Al di là della materia, investigazione sulle «scienze segrete» e sul magnetismo. Enrico Cardile si dedicò a studi esoterici e cabalistici, culminati con la curatela del Trattato della Quinta Essenza ovvero de' Secreti di Natura attribuito al «mago» Raimondo Lullo. Giovanni Papini, prima di scendere nell'arena futurista di Lacerba, fondò con Giovanni Amendola la rivista teosofica L'Anima; poi con Ardengo Soffici, Ottone Rosai ed Emilio Pettoruti frequentò il mago (e poi pittore medianico in Argentina) Alejandro Schultz Solari, famoso come Xul Solar...

Solo i futuristi - fra arte, letteratura, moda, cinema, cucina, fotografia, design, grafica, musica, teatro e politica - furono così onnivori e pronti vampirescamente ad assorbire qualsiasi stimolo e a «divorare tutto», anche le culture più emarginate e occulte. Adoravano la luce - luce e progresso, l'arte della luce, la luce elettrica, la macchina: Fiat lux!, L'elica e la luce, Luce Marinetti - e furono attratti dal Principe delle Tenebre. Ruggero Vasari (1898-1968), poeta e pittore fra i fondatori del Futurismo, lasciò scritto: «La verità è nelle tenebre». Furono così avveniristici e razionali da precipitare nell'impenetrabile. Corsero così tanto e così avanti che si lasciarono - senza accorgersene? - il futuro dietro le spalle. Risero così apertamente da mostrare gli affilati canini. Del resto la poesia, per loro, fu sempre e solo un assalto violento «contro le forze ignote».

mercoledì 11 aprile 2018

Guida alle Società Segrete

Guida alle società segrete di Michele Leone


Michele Leone ci apre la porta alla sua immaginaria Wunderkammer delle società segrete.
Senza la pretesa di essere esaustivo (data la mole e la particolarità della materia) l’autore individua l’oggetto del proprio studio tramite queste semplici regole: le società segrete prevedono la morte e la rinascita. L’adepto viene isolato prima dell’iniziazione e deve superare delle prove, dopo questo momento cruciale prenderà un nuovo nome e parlerà con un differente linguaggio. L'iniziato non dovrà mai divulgare nulla del suo nuovo status al di fuori dalla comunità degli affiliati. Esistono anche alcune società che richiedono una tassa di affiliazione e infine molte delle stesse sono organizzate per gradi di conoscenza.
Delimitato il campo, Leone si addentra nella descrizione dettagliata delle società più conosciute come il culto di Mitra (il contributo su questo argomento è stato scritto da Adelaide Sicuro), i misteriosi Esseni (a cui si dice che anche Gesù Cristo appartenesse e Leone ci spiega perché), gli “antirazionalisti” Rosa+Croce, gli affascinanti Templari, il temibile KKK. Ma anche di quelle meno note, come la partenopea setta di guaritori denominata Fratellanza terapeutico-magica di Miriam o del conciliabolo teutonico degli Illuminati di Baviera.
Ad ogni capitolo è dedicata una società segreta, per favorire la consultazione. Tra esse: Magi, Religioni dei misteri, Culto di Dioniso, Druidi, Cabala e Cabalisti, Beati Paoli, Alchimisti, Confraternita Celta, Lega degli eletti, Filosofi Incogniti, Fruchtbringende Gesellschaft o Societa della Palma, Chlysty, Cavalieri dell’ Apocalisse, Panteistio Loggia Socratica,Carboneria, Fratelli Neri, Fratellanza Italiana, Camiciati, Società dell’Anello, Afrikaner Broederbond, E Clampus Vitus, Elks Lodge e molte altre.
Questo libro non nasce dal fascino per il complotto, indaga solo quella che l’autore ritiene una differente via per la sapienza, la strada che presero e prendono numerosissime persone che si raggruppano intorno a tradizioni e simboli specifici. Dopotutto, secta in latino significava linea di condotta, dottrina, scuola filosofica e gruppo religioso non conciliabolo di cospiratori.
Questo libro è dedicato a tutti coloro che amano il fascino dell’arcano (ciò che è segreto) e ambiscono ad approfondirne la storia, almeno quella che è riuscita a trapelare…


Per poterlo acquistare:



Michele Leone ha indirizzato le sue ricerche prevalentemente nell’ambito delle “scienze tradizionali”, con peculiare riferimento alla Tradizione Ermetica e alla Massoneria. È responsabile della collana “I Ritrovati” per Mondi Velati Editore. Collabora con alcune testate periodiche e per Delta, Rassegna di Cultura Massonica, per la quale è direttore del comitato di redazione. Numerose le sue pubblicazioni: Il linguaggio simbolico dell’esoterismo (2013, con M. Centini); Le Magie del Simbolo (2014, con G. Zosimo); Misteri Antichi e Moderni. Indagine sulle società segrete (2015), oltre alle curatele di volumi di Enrico Queto, Giovanni De Castro, Eugène Goblet d’Alviella e altri. Per Odoya ha già pubblicato Guida alla Massoneria. Un viaggio nei misteri dell’iniziazione (2017). www.micheleleone.it