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mercoledì 25 novembre 2020

Lo spirito a lungo penitente

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/2017/10/19/lo-spirito-a-lungo-penitente/

di Roberta Faliva


La confraternita di Morra (paesino in provincia di Assisi) usava anticamente fare ogni anno varie processioni tra le sue due chiese distanti un paio di chilometri; col tempo una delle due crollò e le processioni così cessarono.

Si racconta che per molti anni si continuarono però a vedere, la notte, lunghe file di lumi andare dal luogo di una chiesa all’altra: molti sostenevano che erano le anime di membri defunti della confraternita che in vita non erano stati abbastanza scrupolosi nell’adempimento di quel loro dovere e dovevano rimediare dopo morti.

Dal 1912 le processioni di lumi non si vedono più, ma gli abitanti del paese raccontano di vedere ancora saltuariamente un lume notturno fare la spola tra le due chiese: è probabilmente un’anima che non ha finito di scontare la sua pena.

sabato 11 maggio 2019

Fantasma laureato

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/2017/08/17/fantasma-laureato/

di Roberta Faliva

Lambiti dal quieto mare di Posillipo, a Napoli, si ergono i ruderi di una villa romana che fu di Veio Pollione e della quale rimangono ancora in piedi tre piani. La villa è chiamata Castello o Palazzo degli Spiriti, ma anche Villa di Virgilio: infatti il sommo poeta la predilesse e vi fu spesso ospite.

L’amore per questo luogo ha accompagnato Virgilio oltre la tomba: lo possono attestare i pescatori che nelle notti di luna nuova illuminano con le lampade lo specchio d’acqua antistante.

Mentre sono intenti nella pesca, la loro attenzione è richiamata da un suono melodioso proveniente dalla villa; poi una delle arcate si riempie di una luce velata, al centro della quale prende forma una figura dal capo cinto di alloro, che canta versi accompagnandosi con la cetra. Pescatori analfabeti hanno saputo riportare frammenti di questo canto recitati dal misterioso spirito: sono versi dell’Eneide.

sabato 10 marzo 2018

Lo Spettro Visibile e i dispositivi Full Spectrum

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/lo-spettro-visibile/

di Roberta Faliva



Lo spettro visibile è quella parte dello spettro elettromagnetico che cade tra il rosso e il violetto, includendo tutti i colori percepibili dall’occhio umano. In fisica lo spettro elettromagnetico è l’insieme di tutte le possibili frequenze delle radiazioni elettromagnetiche che sono onde  caratterizzate da una lunghezza e da una frequenza. Poiché la lunghezza d’onda e la frequenza di una radiazione sono inversamente proporzionali, tanto minore sarà la lunghezza d’onda, tanto maggiore sarà la frequenza e quindi l’energia dell’onda a parità di ampiezza. Con la vista, noi esseri umani, riusciamo a percepire lunghezze d’onda comprese tra i 356 e i 700 nm (nanometri) a cui diamo il nome di luce visibile.
Lunghezze d’onda minori corrispondono ai raggi ultravioletti, ai raggi X ed ai raggi gamma che hanno tutti quindi frequenza maggiore della luce visibile e perciò maggiore energia.

Le radiazioni infrarosse, le microonde e le onde radio hanno invece lunghezze d’onda maggiore della luce e trasportano energia minore.
Come l’orecchio ha dei limiti nella percezione del suono, così anche l’occhio umano nella visione della luce. In entrambi i casi, vi sono limiti superiori e inferiori.
Le radiazione con una lunghezza d’onda inferiore a 0,4 µm è denominata luce ultravioletta. Questa zona scende fino a una lunghezza d’onda di circa 0,35 µm. Al di sotto di questa zona, si trova quella dei raggi X e si stende fino a una lunghezza d’onda di circa 0,006 µm. La parte inferiore dello spettro si compone di onde denominate raggi gamma. Questa zona si trova al di sotto della zona dei raggi X. Il campo di raggi gamma rappresenta il risultato della disintegrazione radioattiva.


Dalla parte dello spettro, dove la luce ha lunghezza d’onda maggiore, cioè oltre il rosso, si trova la zona denominata infrarossa. Quest’ultima va da 0,7 µm a 0,4 mm.
È interessante rilevare che solo una parte assai limitata dello spettro contiene radiazioni visibili all’occhio umano. Esso non può vedere la radiazione elettromagnetica oltre la zona violetta dello spettro e al di sotto della zona rossa. Lo spettro elettromagnetico si compone invece delle zone al di sopra e al di sotto di questi limiti, incluso il campo visibile.


Lo spettro visibile non contiene come si può pensare tutti i colori che l’occhio e il cervello possono distinguere: il marrone, il rosa, il magenta, per esempio, sono assenti, in quanto si ottengono dalla sovrapposizione di diverse lunghezze d’onda. Le lunghezze d’onda visibili occupano la cosiddetta “finestra ottica”, una regione dello spettro elettromagnetico che può attraversare indisturbata l’atmosfera della Terra. Strumento di straordinaria importanza è rappresentato quindi dal possedere un dispositivo Full Spectrum, apparecchio immancabile nei gruppi di Ghost Hunters. Una comune fotocamera o videocamera digitale hanno un sensore che permette di catturare solo lo spettro visibile della luce, fino a circa 750nm, ed il campo infrarosso è quindi bloccato dall’apposito filtro IR interno al dispositivo stesso. Senza questo particolare filtro è perciò consentito vedere uno spettro di luce più ampio. Proprio questa è la peculiarità della visione in Full Spectrum: la possibilità di riprendere tutto ciò che il nostro limitato occhio umano non può percepire.

mercoledì 19 ottobre 2016

Il castello di Tures e la stanza degli spettri

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/2016/09/01/il-castello-di-tures-e-la-stanza-degli-spettri/

di Roberta Faliva

Il castello di Tures risale ai primi del XIII secolo e sorge in una posizione strategica che permetteva di controllare un attacco nemico e consentiva, ai signori del castello, di esigere un pagamento per il passaggio nelle loro terre.

All’interno del castello c’è una stanza degna di nota, la cosiddetta “Stanza degli Spettri”. Questo luogo deve il suo singolare nome alla leggenda di Margherita e alla sua triste sorte. Margherita von Taufers voleva sposarsi con un giovane di basso lignaggio, probabilmente il capitano delle guardie del castello. La cosa non fu apprezzata in famiglia e qualcuno, forse il padre stesso, ingaggiò un sicario per eliminare il futuro marito, che venne ucciso da una freccia il giorno delle nozze, proprio sull’altare. La leggenda vuole che Margherita disperata si rinchiuse nella sua camera dove pianse ininterrottamente per sette anni per poi gettarsi dalla finestra. Secondo alcuni racconti locali, in alcune particolari notti dell’anno è ancora possibile sentire lo spettro della giovane gemere e piangere.
Un fatto particolare è legato alla storia misteriosa di questo luogo: durante le riprese del film del 1972 di Ettore Scola, “La più bella serata della mia vita”, che si effettuarono nel castello, fu proprio Alberto Sordi a riferire di aver udito i gemiti e i lamenti di Margherita. In molti sostengono che il suo fantasma ancora si aggiri senza pace nelle sale del castello di Tures.

giovedì 7 maggio 2015

La Termocamera e le Variazioni di Temperatura

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/la-termocamera/


di Roberta Faliva

clicca per ingrandire.

La termo-camera è una particolare telecamera, sensibile alla radiazione infrarossa, capace di ottenere  immagini termografiche. A partire dalla radiazione rilevata si ottengono dunque delle mappe di temperatura delle superfici esposte spesso utilizzate a fini scientifici o anche militari. Questi strumenti consentono di misurare il valore di temperatura assoluto di ogni punto dell’immagine. L’immagine, infatti, è costruita su una matrice di un certo numero di pixel per un certo numero di righe. L’elettronica dello strumento “legge” velocemente il valore di energia immagazzinata da ogni singolo pixel e genera un’immagine, in bianco e nero o in falsi colori, dell’oggetto osservato.
Esistono numerose teorie che associano fenomeni paranormali a fenomeni termici, sottolineando come questi ultimi risultino sempre essere caratterizzati da un repentino abbassamento della temperatura nell’ambiente di indagine. Proprio perché il calore è energia, si può avvertire la diminuzione della temperatura poiché l’energia disponibile viene assorbita ed utilizzata dall’entità che fa manifestare il fenomeno paranormale stesso.
 


domenica 21 settembre 2014

Le Sorelle Fox

In collaborazione con Hesperya

tratto da http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/le-sorelle-fox/

 

La Nascita dello Spiritismo

di Roberta Faliva






Kate, Leah e Margaret Fox furono tre sorelle statunitensi che giocarono un ruolo fondamentale nella nascita e diffusione nei paesi anglosassoni del movimento spiritista.
Nel 1848 le due sorelle minori, Kate e Margaret, abitavano in una casa situata ad Hydesville, New York, insieme con i genitori. La casa aveva la fama di essere stregata e verso la fine di marzo di quell’anno la famiglia Fox iniziò ad essere spaventata da suoni, simili a colpi o al rumore di mobilio spostato, la cui origine sembrava essere inspiegabile.Secondo le dichiarazioni delle sorelle, durante la notte del 31 marzo, Kate avrebbe sfidato il presunto spirito autore dei rumori a ripetere lo schiocco delle sue dita, e dichiarò di averne avuto riscontro. Allora le sorelle gli avrebbero chiesto di battere tanti colpi quanti erano gli anni della loro età, e anche in questo caso, secondo loro, il presunto spirito avrebbe fatto quanto richiesto. Furono allora chiamati i vicini a testimoniare di quell’evento, e nei giorni successivi venne sviluppato una sorta di codice di comunicazione in cui i battiti era utilizzati per rispondere “sì” e “no” o per indicare precise lettere dell’alfabeto.
Kate e Margaret furono successivamente mandate nella vicina Rochester, Kate presso la sorella Leah e Margaret presso il fratello David, ma il fenomeno dei battiti le accompagnò nelle loro nuove dimore.

Le sorelle Fox divennero così presto famose e iniziarono a tenere sedute pubbliche a New York, suscitando l’interesse di scienziati e studiosi e molto presto la pratica fece il giro di tutti i più famosi salotti. C’era chi lo faceva per noia e chi per scopi di studio, infatti lo spiritismo cominciava ad essere considerato una vera e propria scienza.
In assenza dei “colpi”, per poter operare comodamente nei salotti vennero rispolverati antichi metodi di operatività psichica come quello del tavolino a tre gambe che diventerà in seguito noto come il “tavolino spiritico”. I colpi battuti dai piedi del tavolino si trovarono quindi ad essere adattati al codice di sequenza colpi-alfabeto inventato a suo tempo dalle sorelle Fox.
Era nato lo spiritismo.

domenica 9 febbraio 2014

Campi Elettromagnetici - il K2

In collaborazione con Hesperya

tratto da http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/campi-elettromagnetici/

di Roberta Faliva


Uno dei principali strumenti di supporto alle indagini del mistero è rappresentato dal K2. Questo dispositivo è un tipo particolare di rilevatore di campi elettromagnetici a bassa frequenza (EMF) che ha la peculiarità di individuare tracce di fonti di energia e di rilevare fluttuazioni di campi elettromagnetici nell’ambiente.
In fisica, il campo elettromagnetico è un campo tensoriale responsabile dell’interazione elettromagnetica. Il campo è generato nello spazio dalla presenza di cariche elettriche, e può manifestarsi anche in assenza di esse, trattandosi di un’entità fisica che può essere definita indipendentemente dalle sorgenti che l’hanno generata.
Secondo numerose teorie, gli spiriti sono composti da energia e si ritiene che quando un’anomalia è presente questa vari improvvisamente il campo elettromagnetico. Ciò accade perché le possibili entità presenti hanno bisogno di assorbire l’energia intorno a loro per potersi manifestare, fisicamente o uditivamente. Da qui quindi l’idea che i fantasmi possono realmente comunicare con i viventi disturbando i campi elettromagnetici che circondano il dispositivo K2. Le particolari energie elettromagnetiche, che si possono sviluppare durante un fenomeno paranormale, possono essere quindi captate da questo ricevitore. Questo strumento rileva la frequenza del campo elettromagnetico in MilliGauss o micro Tesla.
Molti indagatori del mistero infatti, dopo aver scrupolosamente eliminato la possibilità che l’attività del K2 non sia dovuta a campi magnetici di genere domestico-ambientale, utilizzano questo strumento per interagire con l’entità stessa. Vengono poste una serie di domande che contemplano come risposta un “sì” o un “no” e si chiede alla presenza di far accendere le luci del dispositivo in caso di risposta affermativa e di lasciarle spente in caso di risposta negativa. In rete circolano video a riprova di questa interazione che lasciano lo spettatore, anche il più scettico, realmente impressionato.

martedì 17 settembre 2013

Il Ghost Hunting

di Roberta Faliva
(tratto da http://www.hesperya.net/ghost-hunting/)
Happy Price
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Definire il Ghost Hunting una vera e propria scienza attualmente è improprio. Possiamo   consideralo quella branca della ricerca parapsicologica che cerca di dare una risposta, con mezzi scientifici, a quelle fenomenologie paranormali che interessano i presunti casi di apparizioni o infestazioni spettrali.
Sin dall’antichità l’uomo ha sempre creduto all’esistenza di una vita dopo la morte e ha sempre cercato di entrare in contattato con i defunti. Tutto questo interesse nasce dall’esigenza di credere all’immortalità della coscienza e rassicurarsi contro l’angoscia e la paura della morte. Credere ai fantasmi non è mai stata una vera esigenza ma già in tempi più remoti ci sono state esperienze tramandate fino a noi. Una di queste è raccontata da Plinio il Giovane che parla di un caso riguardante il filosofo greco Atenodoro ( I sec. a.C.)  e descrive le paure per qualcosa che non conosce; lo sgomento per comunicazione difficile da stabilire rispetto a quello che a noi appare superiore; il conforto per ciò che sembra darci una speranza dopo la morte.
Il primo vero pioniere della pratica del Ghost Hunting fu Harry Price. Egli, nell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento, cercò di applicare il rigore dell’indagine scientifica a quel delicato equilibrio di filosofia e fede che era intrinseco nella metafisica di quel periodo storico. Price rese pubblica una materia tanto eccentrica e sconosciuta come quella “della caccia ai fantasmi” utilizzando un metodo che ancora oggi possiamo ritenere valido che consisteva nel stabilire una scala di variazioni di temperatura e di pressione, che erano punti comuni in ogni sospetta vera apparizione spettrale. Sfruttando questi nuovi parametri, Price smascherò inoltre una serie impressionante di falsi medium.
 
Con il passare degli anni e con il progredire della tecnologia, il “cacciatore di fantasmi” è diventato un vero e proprio ricercatore, che utilizza una strumentazione sofisticata quanto complessa, atta rilevare l’interazione fisica del fenomeno paranormale nell’ambiente in cui lo stesso si verifica. Lo scopo del Ghost Hunter è proprio quello di documentare con più precisione possibile eventuali fenomeni paranormali al fine di raccogliere una valida documentazione che permetta poi un approfondimento da parte di studiosi ed esperti. Il Ghost Hunter conduce preferibilmente la sua indagine in un ambiente inquinato il meno possibile da fattori esterni, per poter avere quindi una visione più reale della situazione investigata. Proprio per questo molti investigatori del paranormale conducono le ricerche in quel lasso di tempo che va dal tramonto all’alba: quando i rumori quotidiani tacciono e l’attenzione è tutta per quei suoni che durante il giorno possono sfuggire. Percepire la presenza di un fantasma è in assoluto il tipo di esperienza più insolita, che non può non lasciare un segno nella vita di chi la vive. In alcuni luoghi infestati si può persino sentire l’odore di uno spirito, fino ad arrivare a provare sensazioni contrastanti di tristezza e rabbia o di pace e tranquillità.
Oggi, in un mondo attento solo all’aspetto materiale e che nega tutto quello che non si può né vedere né sentire, è molto difficile parlare di argomenti che vanno oltre l’esperienza sensibile e che, soprattutto, si affacciano al mondo del paranormale. Eppure, così concentrati su quello che ci circonda, non pensiamo che le stelle che di notte scorgiamo nel cielo non esistono più da migliaia di anni. Quei puntini bianchi splendenti, che ancora vediamo, non sono allora i “fantasmi” di quelle stelle che hanno smesso di brillare?