In collaborazione con Hesperya
tratto da: https://www.hesperya.net/2017/10/19/lo-spirito-a-lungo-penitente/Blog dedicato ai misteri, esoterismo, antiche civiltà, leggende, Graal, Atlantide, ufo, magia
mercoledì 25 novembre 2020
Lo spirito a lungo penitente
sabato 21 novembre 2020
Ghiandola pineale, cos'è e perché viene considerata sacra
tratto da "Il Giornale" del 03/11/2020
Il primo a considerare l'epifisi sede dell'anima fu Cartesio, filosofo francese del diciassettesimo secolo. Ecco che cos'è
di Maria Girardi
Nota anche come epifisi, la ghiandola pineale è una ghiandola endocrina del cervello dei vertebrati. Collegata tramite i cosiddetti peduncoli epifisari, cioè dei fasci nervosi che si diramano simmetricamente alle parti nervose circostante, l'epifisi si trova nell'estremità posteriore del terzo ventricolo.
Le sue cellule, i pinealociti, sono deputate alla produzione della melatonina, un ormone che si produce durante le ore di buio e che regola il ritmo circardiano sonno-veglia. L'influenza su codesto ritmo è stata confermata dall'osservazione della reazione dell'organismo dopo un volo transcontinentale. Il corpo, infatti, necessita di un certo tempo per adeguarsi al nuovo ritmo luce-buio nel corso delle 24 ore e la durata di questo periodo si riduce sensibilmente con l'assunzione di melatonina.
La ghiandola pineale, la cui forma ricorda una pigna, è davvero piccola. Basti pensare che le sue dimensioni sono pari a circa un centimetro di lunghezza per mezzo di larghezza e il suo peso si aggira intorno al mezzo grammo.
Ghiandola pineale come sede dell'anima
La ghiandola pineale è avvolta sin dall'antichità in un'aura di mistero e di sacralità. Il primo a descriverla fu Galeno che si oppose fermamente alla concezione dell'epoca secondo la quale l'epifisi regolava il flusso di spirito, sostanza vaporosa di cui si riteneva fossero pieni i ventricoli cerebrali. Fu poi Cartesio a dare un rilievo "metafisico" alla ghiandola pineale. Da sempre interessato all'anatomia umana, il filosofo francese parlò della stessa nel trattato De homine e nel suo ultimo libro Le passioni dell'anima.
Così scriveva: "Mi sono convinto che l'anima non può avere in tutto il corpo altra localizzazione all'infuori di questa ghiandola, in cui esercita immediatamente le sue funzioni. Perché ho osservato che tutte le altre parti del nostro cervello sono doppie". Come ben si sa, i diversi componenti dell'encefalo hanno una parte destra e una sinistra, a differenza dell'epifisi che è l'unica a non possedere un duplicato. Partendo da questa peculiarità, Cartesio ipotizzò che la ghiandola pineale fosse responsabile della centralizzazione di ogni informazione. Inoltre, in quanto unica zona solida del cervello, sarebbe potuta essere la sede del pensiero e quindi dell'anima.
Ghiandola pineale e terzo occhio, un connubio antico
Sono conosciute dai tempi remoti le potenzialità spirituali della ghiandola pineale e non è un caso, ad esempio, se gli antichi egizi la raffigurassero come un occhio. Se il filoso Georges Bataille definì l'epifisi "occhio pineale" in riferimento a un punto cieco nella razionalità occidentale, una specie di organo di eccesso, alcune tradizioni religiose e mistiche ripresero la metafora oculare.
Il terzo occhio o sesto chakra dunque, come viene chiamata la ghiandola, si trova in mezzo alle sopracciglia. Secondo la tradizione si tratterebbe di una zona quasi mai utilizzata dal cervello, troppo spesso sottovalutata e invece in grado di vedere aspetti dell'esistenza che non vengono colti dagli altri due occhi.
Si tratta di una visione spirituale che si attiva soprattutto durante i sogni e che è metafora di una migliore intuizione della propria essenza e di quella altrui. Dalle credenze popolari alla scienza il passo è breve. L'epifisi produce, infatti, una sostanza psichedelica nota come dimetiltriptamina (DMT) capace di generare effetti particolari sulla percezione delle cose dilatando i concetti spazio-temporali, in particolar modo nella fase REM del sonno.
Attivare la ghiandola pineale
Sonno ristoratore, buon livello di energia, umore stabile, sistema immunitario efficiente. Sono tanti gli aspetti del benessere psicofisico sui cui il corretto funzionamento della ghiandola pineale influisce. Esistono delle piacevoli strategie per renderla attiva, prima fra tutte la pratica regolare dello yoga e della meditazione. Alcune posizioni e alcuni mantra sono pensati appositamente per favorire il risveglio dell'epifisi. Quest'ultimo è favorito, altresì, dal dormire completamente al buio, una condizione questa che induce una maggiore produzione di melatonina.
Dall'oscurità alla luce. Anche l'esposizione al sole è salutare, in quanto i raggi inducono la produzione di vitamina D e della serotonina, l'ormone del buonumore attraverso cui la ghiandola pineale secerne la melatonina. Indispensabile, infine, disintossicare il corpo dai metalli pesanti, soprattutto dal mercurio presente in quantità notevoli nel pesce spada e nel tonno.
mercoledì 18 novembre 2020
CONTROLLO TOTALE
Tecniche di disinformazione e controllo delle masse
Come riconoscerle, come difendersi
Conclusa la lettura di questo libro saranno principalmente tre le reazioni: incredulità, sgomento, totale rifiuto.
Si tratta di sentimenti ampiamente condivisibili, a maggior ragione in questo periodo così particolarmente buio e incerto, ma tutto quello che leggerete è frutto di una lunga osservazione, registrazione e comparazione relativamente a fatti, eventi e incongruenze che sono sotto gli occhi di tutti, basta soltanto osservare mantenendosi al riparo dai preconcetti e dalle influenze operate dal sistema.
Tutto il resto è vita vissuta, il resoconto del confronto giornaliero di un comune cittadino con una realtà artefatta, opportunamente distorta e resa fruibile alla massa al solo scopo di poter gestire il controllo.
Rimane quindi una vostra libera scelta quella di approfondire le tematiche esposte, verificare i fatti, oppure semplicemente riporre questo libro in uno scaffale della vostra libreria accompagnando il gesta con una scrollata di spalle; qualunque sia il futuro che, a fine lettura, vorrete dare a queste pagine, sarà stata una vostra libera scelta e, in ogni caso, almeno per una volta, avrete agito sulla scorta di una vostra decisione e non di altri.
Chi ancora oggi sostiene l’idea di un sistema perfetto, coerente e in linea con i bisogni dei cittadini, porta avanti una clamorosa bugia, oppure non riesce ad accettare quella sensazione, ormai condivisa in larga maggioranza, che ci porta a dubitare sulle reali finalità del sistema stesso.
La disinformazione nasce principalmente, e si accresce in maniera esponenziale, dal singolo atto di “disinformarsi”, di prendere alla leggera tutti quei segnali che provengono dall’esterno, dal volersi a tutti i costi trincerare dietro una barriera di negazionismo per paura di ammettere che forse non tutto si muove per il verso giusto, che probabilmente è ormai troppo tardi per ritornare indietro.
L’autore promuove una ricerca per identificare come, quando e perché sia accaduto tutto questo, offrendo in tal modo una base di partenza per eventuali ulteriori approfondimenti.
Uno stato è veramente libero, democratico e forte quando mette in primo piano i suoi cittadini, le loro esigenze, quando si batte al loro fianco per costruire un quotidiano meno opprimente, una migliore qualità della vita e un futuro promettente.
Uno stato che tace, che volge lo sguardo altrove, che diffonde mezze verità, i cui organi di potere accolgono personaggi completamente lontani dalla vita di tutti i giorni, che non vivono i problemi dei cittadini e che, nella maggior parte dei casi, li ignorano completamente, non può definirsi libero e democratico se non nella mente e nelle intenzioni di chi vuole a tutti i costi che questa idea sia da tutti accettata.
Questa, come le altre che scoprirete leggendo, è una delle tante tecniche della disinformazione.
ROBERTO LA PAGLIAsabato 14 novembre 2020
Fratellanza del serpente: la più antica società segreta
In collaborazione con l'autore Michele Leone
tratto da: https://micheleleone.it/fratellanza-del-serpente/
Siamo governati dalla Fratellanza del Serpente?
Ciao, oggi ti racconto della Fratellanza del Serpente, la più antica e potente società segreta che esista, ovviamente non dimenticare l’ironia.
La specie umana infante, sin dalla preistoria, incontra un gruppo di alieni – in alcune versioni un solo individuo – che crea la Fratellanza del Serpente per governare il pianeta Terra; nel corso dei millenni questa Fratellanza del Serpente ha dato i capi carismatici delle religioni e dei governi, ha fomentato le guerre, diffuso informazioni e controinformazioni, è la madre di tutte le società segrete, ma i membri di queste sanno nulla o quasi, perché la verità è per pochi.
Sono queste, in estrema sintesi, le informazioni sulla più antica, potente e occulta società segreta della storia. A molti cospirazionisti non importa porsi legittime domande quali: ma se sono alieni presenti sul nostro pianeta dalla preistoria perché non stanno già governando il mondo? Perché non hanno creato il loro ordine sociale? La Fratellanza del Serpente si è forse scissa e i suoi membri lottano tra loro per detenere il potere?
Tutto questo e in realtà molto altro, a giudicare dalla quantità di carta usata per stampare queste teorie e dal proliferare di siti e blog su questi argomenti che di informativo spesso hanno ben poco, è frutto di un gruppo di teorici del complotto.
Se non bastasse la teoria aliena, ovviamente, essendoci di mezzo il serpente, qualcuno ha pensato di farla diventare anche una fratellanza al servizio di Satana. Quindi avremmo un mix di alieni, possibilmente rettiliani, dal DNA particolare e la capacità di cambiare forma a loro piacimento; se il dna non bastasse è sufficiente compiere qualche macabro rito satanico pasteggiando con sangue umano per poter accedere al potere di mutazione.
Tra gli autori che hanno parlato della Fratellanza del Serpente troviamo: il tedesco Jan Van Helsing (pseudonimo di Jan Udo Holey), autore di testi considerati dei “classici” dagli appassionati; il dj ufologo Xaviant Haze, che ha dedicato a questa fratellanza il volume Aliens in Ancient Egypt: The Bro- therhood of the Serpent and the Secrets of the Nile Civilization; l’inglese David Vaughan Icke, il vero guru delle teorie del complotto. Per Icke i burattinai sono i membri della Babylonian Brotherhood (Confraternita babilonese), altro nome della Fratellanza del Serpente, e ovviamente non mancano i nostri amici rettiliani né gruppi di satanisti. L’elenco di autori potrebbe continuare, ma bastano questi tre per iniziare a farsi un’idea sufficientemente chiara sull’argomento. È implicito che gli autori che hanno individuato la Fratellanza del Serpente come fautrice, creatrice e manipolatrice di tutte le società segrete della storia non hanno ancora fornito prove documentarie sull’argomento. Senza voler dare giudizi frettolosi e partendo dal presupposto che ognuno è libero, se non influenzato dalla Fratellanza del Serpente, di credere a quello che più lo fa star meglio, come possiamo inquadrare questo tipo di opere e speculazioni? A quali bisogni risponde?
Probabilmente queste sono una “evoluzione” del genere fantastico, tanto fantasy quanto fantascientifico, e potrebbero rispondere a uno dei bisogni “primari” dell’essere umano: credere in qualcosa che sia in qualche modo al di là dell’umano. La nostra è ormai una civiltà decaduta, il sacro e l’eros – inteso come la pulsione vitale insita nell’essere umano di cui la componente sessuale è una parte del tutto – si sono affievoliti e quasi dissolti come nebbia in una giornata di sole; la superficialità e l’informazione dozzinale, scambiate per cultura, la fanno da padroni. L’essere umano sublima nel possesso e nel successo personale le sue istanze interiori, ma è in realtà un bambino nel buio che ha paura dell’oscurità. Questo essere nel buio non emerge a un livello di cognizione cosciente, ma resta nascosto nelle profondità dell’essere. La non consapevolezza di essere al buio spingerà l’uomo bambino verso la prima fonte di luce che incontra sul suo cammino, non importa se sia luce vera, luce riflessa o luce artificiale. Il suo comportamento sarà assai simile a quello della falena, compreso il rischio di morire bruciato. Il bambino che è nascosto al buio non si interroga su cosa sia la luce che vede né se possa essere pericolosa: la sua“fame” di luce, il suo bisogno di appigli al buio gli fa accettare qualsiasi verità pur di non restare in solitudine. La necessità di appagare questo bisogno primario spinge l’uomo contemporaneo a credere, spesso senza fede, a qualunque cosa: non sono forse presenti oggi più di ieri sedicenti maestri che sostengono di alleviare le pene dello spirito a prezzi non sempre modici? Molti fenomeni contemporanei sono da attribuirsi a questi tre fattori: perdita del sacro, dell’eros e aumento di superficialità.
L’auspicio, per il decaduto Occidente e soprattutto per suoi figli, è che possa come Araba Fenice risorgere dalle sue proprie ceneri.
Gioia – Salute – Prosperità
mercoledì 11 novembre 2020
I CHING, Il Libro dei mutamenti nella versione musicale di Daniele Trucco
Il 31 ottobre 2020 è uscito sulle principali piattaforme digitali I Ching, il nuovo lavoro di Daniele Trucco. Si tratta di un Ep di due tracce che comprende una composizione per sestetto d’archi e la sua rielaborazione elettronica per Mellotron, ritmica rallentata – uno dei marchi di fabbrica del compositore piemontese è quello di utilizzare campioni ritmici veloci e rallentarli così che dilatino in modo innaturale il loro groove – e basso.
L’I Ching, conosciuto anche come il Libro dei Mutamenti, è un testo che emerge dall’antichità mitica della Cina preimperiale e racchiude in sè una millenaria saggezza, confluita nel tempo sia nel confucianesimo sia nel taoismo. Consta di 64 segni composti da sei linee ciascuno; a loro volta le linee possono essere intere o spezzate e rappresenterebbero un antico sistema di carattere oracolare per esprimere il sì e il no. Tra un segno e un altro c’è sempre una differenza a dimostrazione che qualche cosa è mutato, una sola linea o tutte e sei: ecco perché ognuno dei 64 esagrammi è unico ma in un certo senso derivato da un altro che gli è affine.
Il principio compositivo che regola i 15 minuti di musica del sestetto di Trucco è naturalmente quello del mutamento: ogni esagramma è stato trasformato in un granitico blocco di sei suoni che possono rimanere immobili per tutta la durata della battuta o muoversi di un semitono, a seconda del loro rapporto con l’esagramma da cui sono generati.
I sei suoni non sono stati scelti a caso ma corrispondono ai primi tre armonici sovrapposti (suono fondamentale, suono a distanza di ottava e suono a distanza di quinta) sia per il trigramma inferiore sia per quello superiore. La versione elettronica mantiene inalterato lo spirito del mutamento affidando però al Mellotron le parti degli archi e supportando il tutto con una ritmica crescente e ossessiva.
I Ching rappresenta un nuovo tassello nella sperimentazione musicale condotta da Trucco prima con Math Music e poi con Pr1me Numbers, entrambi lavori dedicati al rapporto musica/matematica e di carattere sicuramente molto distante dall’album cantautoriale vILLA tEMI.
I CHING on Spotify:
https://open.spotify.com/album/0CQsTz8VwbuBi9Cvk5gh0w?si=XYFfn_OTTGy0Mu98rPBoqA
I CHING on iTunes:
https://itunes.apple.com/gb/album/id1537151748