tratto da "Il Giornale" del 03/11/2020
Il primo a considerare l'epifisi sede dell'anima fu Cartesio, filosofo francese del diciassettesimo secolo. Ecco che cos'è
di Maria Girardi
Nota anche come epifisi, la ghiandola pineale è una ghiandola endocrina del cervello dei vertebrati. Collegata tramite i cosiddetti peduncoli epifisari, cioè dei fasci nervosi che si diramano simmetricamente alle parti nervose circostante, l'epifisi si trova nell'estremità posteriore del terzo ventricolo.
Le sue cellule, i pinealociti, sono deputate alla produzione della melatonina, un ormone che si produce durante le ore di buio e che regola il ritmo circardiano sonno-veglia. L'influenza su codesto ritmo è stata confermata dall'osservazione della reazione dell'organismo dopo un volo transcontinentale. Il corpo, infatti, necessita di un certo tempo per adeguarsi al nuovo ritmo luce-buio nel corso delle 24 ore e la durata di questo periodo si riduce sensibilmente con l'assunzione di melatonina.
La ghiandola pineale, la cui forma ricorda una pigna, è davvero piccola. Basti pensare che le sue dimensioni sono pari a circa un centimetro di lunghezza per mezzo di larghezza e il suo peso si aggira intorno al mezzo grammo.
Ghiandola pineale come sede dell'anima
La ghiandola pineale è avvolta sin dall'antichità in un'aura di mistero e di sacralità. Il primo a descriverla fu Galeno che si oppose fermamente alla concezione dell'epoca secondo la quale l'epifisi regolava il flusso di spirito, sostanza vaporosa di cui si riteneva fossero pieni i ventricoli cerebrali. Fu poi Cartesio a dare un rilievo "metafisico" alla ghiandola pineale. Da sempre interessato all'anatomia umana, il filosofo francese parlò della stessa nel trattato De homine e nel suo ultimo libro Le passioni dell'anima.
Così scriveva: "Mi sono convinto che l'anima non può avere in tutto il corpo altra localizzazione all'infuori di questa ghiandola, in cui esercita immediatamente le sue funzioni. Perché ho osservato che tutte le altre parti del nostro cervello sono doppie". Come ben si sa, i diversi componenti dell'encefalo hanno una parte destra e una sinistra, a differenza dell'epifisi che è l'unica a non possedere un duplicato. Partendo da questa peculiarità, Cartesio ipotizzò che la ghiandola pineale fosse responsabile della centralizzazione di ogni informazione. Inoltre, in quanto unica zona solida del cervello, sarebbe potuta essere la sede del pensiero e quindi dell'anima.
Ghiandola pineale e terzo occhio, un connubio antico
Sono conosciute dai tempi remoti le potenzialità spirituali della ghiandola pineale e non è un caso, ad esempio, se gli antichi egizi la raffigurassero come un occhio. Se il filoso Georges Bataille definì l'epifisi "occhio pineale" in riferimento a un punto cieco nella razionalità occidentale, una specie di organo di eccesso, alcune tradizioni religiose e mistiche ripresero la metafora oculare.
Il terzo occhio o sesto chakra dunque, come viene chiamata la ghiandola, si trova in mezzo alle sopracciglia. Secondo la tradizione si tratterebbe di una zona quasi mai utilizzata dal cervello, troppo spesso sottovalutata e invece in grado di vedere aspetti dell'esistenza che non vengono colti dagli altri due occhi.
Si tratta di una visione spirituale che si attiva soprattutto durante i sogni e che è metafora di una migliore intuizione della propria essenza e di quella altrui. Dalle credenze popolari alla scienza il passo è breve. L'epifisi produce, infatti, una sostanza psichedelica nota come dimetiltriptamina (DMT) capace di generare effetti particolari sulla percezione delle cose dilatando i concetti spazio-temporali, in particolar modo nella fase REM del sonno.
Attivare la ghiandola pineale
Sonno ristoratore, buon livello di energia, umore stabile, sistema immunitario efficiente. Sono tanti gli aspetti del benessere psicofisico sui cui il corretto funzionamento della ghiandola pineale influisce. Esistono delle piacevoli strategie per renderla attiva, prima fra tutte la pratica regolare dello yoga e della meditazione. Alcune posizioni e alcuni mantra sono pensati appositamente per favorire il risveglio dell'epifisi. Quest'ultimo è favorito, altresì, dal dormire completamente al buio, una condizione questa che induce una maggiore produzione di melatonina.
Dall'oscurità alla luce. Anche l'esposizione al sole è salutare, in quanto i raggi inducono la produzione di vitamina D e della serotonina, l'ormone del buonumore attraverso cui la ghiandola pineale secerne la melatonina. Indispensabile, infine, disintossicare il corpo dai metalli pesanti, soprattutto dal mercurio presente in quantità notevoli nel pesce spada e nel tonno.
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