La spada nella roccia può sembrare solo una bella favola, ma
in realtà esistono almeno due spade infisse nella roccia circondate da un alone
di mistero. Una di queste si trova in Italia a Monte Siepi presso Siena ed è la
spada appartenuta a San Galgano, l’altra si trova in Francia a Rocamadour e
sarebbe appartenuta al paladino Orlando.
Il santo nasce a Chiusdino nel 1148 da una famiglia della
piccola nobiltà e la sua infanzia è segnata dalla morte del padre. La sua vita
è per certi versi simile a quella di San Francesco che dopo una giovinezza
dissoluta si converte e vive santamente.
La sua vita è sconvolta da due visioni di San Michele: nella
prima il santo lo richiede alla vita militare, mentre nella seconda gli richiede
di abbandonare tutto e di recarsi a Monte Siepi a vivere in eremitaggio. L’arcangelo
Michele quale generale delle schiere angeliche è stato sempre protettore di
eserciti e invocato dai combattenti e per questo Monte Sant’Angelo sul Gargano divenne
santuario nazionale dei Longobardi. Le visioni di Galgano sembrano quasi
inserirsi in questo solco a giustificare l’attività del cavaliere, classe
sociale che nel 1100 stava formando le sue regole e codici tra cui la solenne
investitura che nei secoli precedente era una semplice consegna delle armi; non
dimenticando che erano gli anni delle crociate e della nascita dell’ordine
Templare che presentava una novità assoluta per quell’epoca: il monaco
guerriero.
Galgano quando riceve la seconda visione cerca di raccogliere
i fondi per costruire una chiesa a Monte Siepi ma senza successo. Un giorno il
cavallo si blocca e rifiuta di proseguire il suo percorso ed il cavaliere è
costretto a lasciare sciolte le briglie al cavallo che si rimette in cammino e
lo conduce al monte indicatogli da San Michele. Qui, Galgano, smonta da cavallo
estrae la sua spada e la infigge nella dura roccia per farne una rozza croce su
cui pregare. Ed è la stessa che è ancora possibile vedere nei resti della cappella
costruita sopra la roccia. Abbandonata la sua vita d’arme inizia su Monte Siepi
la sua vita da eremita affrontando secondo la leggenda anche un demone che era
venuto a tentarlo ed allontanandosi dal suo eremo solo una volta per recarsi a
Roma dal Papa. Muore a 33 anni e viene subito fatto santo ed esiste un
documento che riporta gli atti del processo di canonizzazione.
L’altra spada nella roccia la si trova a Rocamadour,
suggestivo borgo medievale arroccato su un dirupo nei Pirenei francesi tappa
intermedia verso il santuario di Santiago di Compostela in Spagna e a sua volta
meta di pellegrinaggi per la sua Vergine Nera. Il paese è costruito su più
livelli collegati da lunghe scalinate e conseguentemente è visitabile sola a
piedi. Ha origine nell’alto medioevo per opera di alcuni eremiti tra cui
secondo la leggenda un certo Amadour, poi fatto santo, da cui poi Rocamadour
ovvero roccia (roc) di Amadour. Nel 1100 inizia la venerazione della Madonna
Nera a causa di un curioso miracolo: sopra la statua della Madonna esisteva una
campana miracolosa d’epoca carolingia che suonava da sola quando nelle
vicinanze avveniva un miracolo. Da quel momento il paese diventa meta di
pellegrinaggi e si amplia notevolmente. Altra attrattiva di Rocamadour è
Durlindana, la spada di Orlando, infissa in una parete rocciosa all’entrata del
santuario sulla tomba di San Amadour. Secondo la leggenda, Orlando prima di
morire nella famosa battaglia di Roncisvalle, cercò di spezzare la sua spada
per non farla cadere in mani musulmane ma non riuscendovi invocò San Michele affinché
gli desse la forza per scagliarla
lontano e così avvenne che Durlindana raggiunse Rocamadour infiggendosi nella
parete rocciosa. Orlando lanciando la spada avrebbe profetizzato che dove
sarebbe caduta la spada lì sarebbe sorta Rocamadour, costituendo il mito
fondatore del piccolo borgo francese.
tratto da Il Genio Quotidiano del 14 dicembre 2011
tratto da Il Genio Quotidiano del 14 dicembre 2011
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