mercoledì 19 agosto 2015

Che cos’altro vediamo nel Graal, se non un mucchio di paradossi?

"Che cos’altro vediamo nel Graal, se non un mucchio di paradossi? È visibile e invisibile; un oggetto – coppa, vaso o pietra – e un non oggetto; una persona e una non persona, né uomo né donna; dispensa nutrimento terreno e celeste; ispira amore, ispira terrore; incarna la predestinazione ma richiede, ciò nonostante, uno sforzo individuale. Questi, naturalmente, sono i paradossi del Divino, che hanno trovato nel simbolo del Graal una perfetta rappresentazione…così perfetta che il Graal, come il Divino, sfugge a qualsiasi descrizione, restando un’immagine senza immagine."

Helen Adolf, da Visio Pacis

lunedì 17 agosto 2015

E.V.P. (Electronic Voice Phenomena)

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/il-ghost-hunting/e-v-p-electronic-voice-phenomena/

di Stefano Urso

Sono voci elettroniche, registrazioni di voci misteriose di cui non si sa né l'origine né da dove provengano. Spieghiamo cosa sono e come si può sperimentare con esse. Nel corso dei secoli la comunicazione con gli spiriti, sempre che di questo si tratti, sono state eseguite attraverso oracoli, sedute spiritiche, medium e sensitivi. Oggi invece, con una varietà di apparecchiature elettroniche a disposizione, esisterebbe un modo più efficace.

LA METAFONIA

I fenomeni delle voci elettroniche sono un evento misterioso in cui voci umane provenienti da fonti sconosciute, vengono impressionate su digital recorder, su nastri magnetici di registrazione, o udibili attraverso il rumore delle radio, detto anche white noise (rumore bianco) e altri media elettronici. La maggior parte delle volte le voci misteriose non si sentono al momento della registrazione, ma è solo quando il file/nastro viene riprodotto che le voci si possono ascoltare. Spesso sono di frequenza molto bassa e quindi bisogna pulire l'audio filtrando il rumore di fondo.

Non tutte le E.V.P. sono uguali: alcune sono comprensibili e chiare, altre udite anche ad orecchio nudo quando molto forti, altre ancora molto compresse e disturbate. Variano per genere (uomini e donne), età (adulti e bambini), per tono e intenzione. Di solito si tratta di singole parole o brevi frasi. A volte sono solo grugniti, gemiti, o rumori di altro genere.

La qualità delle E.V.P. viene così classificata dai seri ricercatori:
- Classe A: facilmente comprensibile da chiunque con poca o nessuna controversia. Queste sono di solito le E.V.P. più forti.
- Classe B: Di solito caratterizzata dalla deformazione della voce in alcune sillabe. Hanno volume inferiore e un suono molto distante. Quelle di Classe B sono il tipo più comune.
- Classe C: voce caratterizzata da un'eccessiva deformazione. Queste E.V.P. sono le più basse in termini di volume (spesso sussurrate) e sono le più difficili da capire.

L'aspetto più affascinante delle voci elettroniche è che a volte rispondono direttamente alle persone che effettuano la registrazione. I ricercatori pongono una domanda, per esempio, e la voce risponde o commenta.

DA DOVE ARRIVANO QUESTE VOCI?

E' questo il vero mistero. Nessuno lo sa. Esistono al momento solo alcune teorie:
- Sono voci di persone morte. Questo è il motivo per cui molti ricercatori vanno nei cimiteri (noi di hesperya no) in cerca di E.V.P.. In questo contesto, il fenomeno è talvolta chiamato transcomunicazione strumentale o ITC.
- Provengono da un'altra dimensione. Si teorizza che ci possono essere molte dimensioni di esistenza, e in qualche modo esseri provenienti da qualche altra dimensione sono in grado di parlare e comunicare con la nostra dimensione attraverso questo metodo. Ma c'è da chiedersi: come fanno a sapere le lingue della nostra dimensione?
- Le voci provengono dal subconscio dei ricercatori stessi. Si suppone che in qualche modo i pensieri dei ricercatori sono proiettati sul nastro.
- Voci appartenenti ad angeli o demoni che ingannano i ricercatori.
- Questa la aggiungiamo noi di hesperya: buchi spazio-temporali in cui per ragioni a noi ancora sconosciute, ci sono delle condizioni in cui il nostro spazio-tempo è in comunicazione con un altro spazio-tempo. Ovvero: loro fantasmi per noi e noi fantasmi per loro.

Gli scettici affermano che non c'è nulla, che le E.V.P. sono frode o pareidolia acustica o voci reali impressionati già precedentemente sul nastro, o voci prese dalla radio, cellulari e altre fonti.

Troppe varianti anche nelle affermazioni degli scettici. Se i cellulari sono spenti, se la corrente elettrica è assente, se i nastri sono vergini, se non si usano radio (un motivo in più per cui noi di hesperya NON utilizziamo lo Spirit Box) e ci si trova molto distante da centri abitati e in piena notte, queste voci da dove arrivano?

BREVE STORIA SULLE E.V.P.

1920. Non tutti sanno che Thomas Edison cercò di inventare una macchina che comunicare con i morti. Lo stesso Edison scrisse: "Se la nostra personalità sopravvive, allora è strettamente logico o scientifico supporre che essa conservi memoria, intelletto, e altre facoltà, e la conoscenza che acquisiamo su questa Terra ... Quindi se possiamo evolvere uno strumento così delicato da essere influenzata dalla nostra personalità, deve sopravvivere nella prossima vita. Un tale strumento, se messo a disposizione, dovrebbe registrare qualcosa."
Edison non riuscì a portare a termine l'esperimento e quindi a terminare l'invenzione, ovviamente, ma sembra che lui credesse fosse possibile catturare voci disincarnate, con una macchina.

1939. Attila von Szalay, un fotografo americano, sperimentò un fonografo per tentare di catturare le voci degli spiriti. Si dice che ottenne un certo successo con questo metodo e i risultati migliori arrivarono negli anni successivi con un registratore a filo. Alla fine del 1950, i risultati dei suoi esperimenti sono stati documentati in un articolo per la American Society for Psychical Research. 

1940. Verso la fine degli anni '40 a Grosseto, Marcello Bacci ha affermato di essere in grado di raccogliere le voci dei defunti attraverso l'uso di una radio a valvole.

1952. Due sacerdoti cattolici, Padre Ernetti e Padre Gemelli, raccolsero involontariamente delle E.V.P. durante la registrazione di canti gregoriani attraverso un magnetofono. Durante le registrazioni il filo della macchina continuava a rompersi, così Padre Gemelli guardò al cielo chiedendo a suo padre morto di aiutarlo. Nel nastro registrato si udì la voce del padre del sacerdote che diceva "Certo che vi aiuterò. Sono sempre con te." Ulteriori esperimenti hanno confermato il fenomeno. Padre Ernetti, ricordiamo, presentà al pubblico il leggendario Crononovisore, uno strumento capace di captare immagini dal passato o da altre dimensioni.

Nel 1959, Friedrich Juergenson, un produttore cinematografico svedese, registrò alcuni canti di uccelli. Durante la riproduzione, si ascoltava la voce di sua madre dire in tedesco "Friedrich, mi vedi? Friedel, mio piccolo Friedel, puoi sentirmi?". Così la madre chiamava Juergesnson, quindi lui fu sicuro che potesse essere indiscutibilmente lei. Da quel giorno il produttore continuò la ricerca sulla metafonia registrando centinaia di E.V.P. guadagnandosi l'appellativo di "Padre delle E.V.P.". Juergenson ha scritto due libri sul tema: Voci dall'Universo e Radio: contatto con i morti.

1960. L'opera di Juergenson influenzò lo psicologo lettone Dr. Konstantin Raudive. In un primo momento scettico, Raudive iniziò i suoi esperimenti nel 1967. Anche lui registrò la voce della madre defunta che diceva: "Kostulit, questa è tua madre." Kostulit era come la madre lo chiamava da ragazzo. Raudive registrò migliaia di voci elettroniche fino alla sua scomparsa nel 1974.

1970 e 1980. I coniugi, nonché ricercatori spirituali George e Jeanette Meek, in collaborazione con lo psichico William O'Neil, registrarono E.V.P. raccogliendone un campionario: più di cento ore di materiale. Nell'esperimento usarono oscillazioni radio. Parrebbe che siano stati in grado di catturare conversazioni con lo spirito del Dr. George Jeffries Mueller, un professore universitario nonché scienziato della NASA.

1990 ad oggi. Le E.V.P. continuano ad essere sperimentate da molte persone, da organizzazioni e società di ricerca sui fenomeni paranormali.

venerdì 14 agosto 2015

Santuari à répit. Il rito del «ritorno alla vita» o «doppia morte» nei santuari alpini

Vi segnaliamo questo libro che ci informa su una curiosa usanza medievale per elaborare il lutto degli infanti, evento purtroppo frequente in tempi addietro. Vi lasciamo alla presentazione:

"Un tempo la morte di un bambino era frequente ed elaborata dalla mentalità di allora. Ma il decesso prima del battesimo condannava il piccolo defunto al limbo, spazio dell'Aldilà mai veramente accettato dai fedeli. A queste creature non era concessa neppure la sepoltura in terra consacrata; interrate in luoghi incolti, lungo i fiumi, fra le rocce dei monti, il loro spirito secondo le leggende - vagava in cerca di pace e tornava a tormentare i viventi. Il desiderio di dare ai propri figli la salvezza dell'anima è all'origine del rito e dei santuari del "ritorno alla vita", che gli studiosi francesi hanno chiamato à répit, del respiro, e altri della "doppia morte" o della "morte sospesa". I santuari del ritorno alla vita sono piuttosto rari in Italia, ma le Alpi occidentali ne annoverano diversi, dedicati alla Madonna e ad alcuni santi. Davanti alla santa immagine che "abitava" il luogo, si posava - con infinita speranza - il piccolo morto e - fra preghiere e promesse - si imploravano i celesti protettori perché ottenessero da Dio un "miracolo di tenerezza", che attuasse il rovesciamento della situazione, permettendo al bambino di tornare in vita, soltanto il tempo di un respiro. Breve istante fra morte e morte, sufficiente per entrare nella luce dei beati."


giovedì 13 agosto 2015

Turchia: Un villaggio usa ancora il greco di Giasone

Tratto da "il Giornale" del 4 gennaio 2010


di Redazione

Il greco di Giasone e degli Argonauti sopravvive ancora oggi in un dialetto parlato da poche migliaia di persone in un’isolata comunità nel nord-est della Turchia, in quella che durante l’antica Grecia era la colonia di Pontus. In una scoperta senza precedenti per i linguisti, il dialetto Romeyka, una varietà del greco di Pontus che veniva parlato nella zona migliaia di anni fa, è più simile al greco antico nel suo vocabolario e nella sua struttura di qualsiasi altra lingua parlata oggi. Secondo gli studiosi, potrebbe servire a meglio comprendere l’evoluzione della lingua di Omero dalla sua forma antica a quella odierna. «Il Romeyka conserva un numero sorprendente di caratteristiche grammaticali che danno un sapore greco-antico alla struttura del dialetto», ha dichiarato Ioanna Sitaridou, docente di filologia romanza dell’università di Cambridge. Un’analisi della grammatica Romeyka mostra come il dialetto sia per molti versi simile alla lingua parlata quando l’influenza della Grecia sull’Asia minore era al suo apice, tra il quarto secolo prima di Cristo ed il quarto secolo dopo Cristo. A preservare il dialetto per così tanti tempo è stato il profondo isolamento della comunità che lo parla: stretti in un piccolo gruppo di villaggi nei pressi della cittadina di Trabzon - in un’area che circa 1.000 anni prima di Cristo sarebbe stata per l’appunto visitata dall’equipaggio della nave Argo nel suo mitico viaggio per il recupero del vello d’oro in Colchide - i parlanti Romeyka raramente si sposano al di fuori dei loro clan e ancora oggi suonano uno strumento molto simile alla lira. Il dialetto è tuttavia in pericolo, a causa dell’emigrazione dei giovani e dell’influenza turca. Con soltanto 5mila persone a parlarla, il Romeyka potrebbe diventare una lingua tradizionale, non più una lingua viva. Con la sua scomparsa se ne andrebbe un’opportunità di svelare come la lingua greca si è evoluta.

mercoledì 12 agosto 2015

Le Magie del Simbolo – Dall'Anhk al Tatuaggio

Cosa unisce i misteri dell’antico Egitto alla Gioconda di Leonardo? Cosa hanno in
comune Petrarca con il Giorgione? La città di Dio e Rimbaud? Apparentemente nulla,
eppure il mondo dell’esoterismo e dei simboli sono comuni alle più diverse culture ed
artisti. In queste pagine Michele Leone e Giovanni Zosimo ripercorrono alcune tappe
salienti del rapporto tra esoterismo ed arte, in un susseguirsi di suggestioni e ipotesi
alla stregua di investigatori sulla “scena del crimine”.




Titolo: "Le Magie del Simbolo – Dall'Anhk al Tatuaggio”
Autori: Michele Leone e Giovanni Zosimo
Editore: Mondi Velati Editore
Referente stampa: Marco Frullanti (frullo18@gmail.com)
Genere: Saggio
Temi: Esoterismo, misteri, simbologia
Prezzo: 3.99€ Formato: ebook (epub, mobi)
Lunghezza: 110 pagine

L'autore

Michele Leone (1973), laureato in Lettere e Filosofia presso l’università degli studi di Bari. Dalla fine degli anni ’90 ha indirizzato le sue ricerche prevalentemente nell’ambito delle “scienze tradizionali”, con particolare riferimento alla tradizione ermetica e misterica ed alla massoneria e alle società segrete. E’ responsabile della collana I Ritrovati per Mondi Velati Editore srl. Collabora con alcune testate periodiche e dal 2014 per Delta, Rassegna di Cultura Massonica, della quale è vice direttore di redazione. Partecipa come relatore a conferenze su argomenti vicini al pensiero ermetico e simbolico adatte sia ad un pubblico specialistico che ad un pubblico generico. Tra i suoi principali scopi è la divulgazione del pensiero tradizionale. Così lo definisce Luigi Pruneti: “Michele Leone, valente ricercatore interessato a combattere l’asfissia del panorama culturale italiano odierno.” Tra i suoi lavori ricordiamo:
- Enrico Queto, Cenni importanti sull’origine e scopo della massoneria, a c. di Michele Leone, Mondi Velati Editore, Chivasso 2013.
- Massimo Centini – Michele Leone, Il linguaggio simbolico dell’esoterismo, Mondi Velati Editore, Chivasso 2013, per l’edizione cartacea Tipheret 2014
- Papus, Ciò che deve sapere un maestro massone, a c. di Michele Leone, Mondi Velati Editore, Chivasso 2013, per l’edizione cartacea Tipheret 2014
- Giovanni DE CASTRO, Il Mondo Secreto vol. I, a c. di Michele Leone, Mondi Velati Editore, Chivasso 2014, per l’edizione cartacea Tipheret 2014
- Michele Leone – Giovanni Zosimo, I percorsi del simbolo. Scritti sull’esoterismo dell’arte e della letteratura, Mondi Velati Editore, Chivasso 2014

Pagine di Michele Leone:
- Pagina Facebook Personale https://www.facebook.com/pages/Pensieri-vari-edavariati-appunti-ed-Ebook-di-Michele/193691477470689
- Blog Personale http://micheleleoneblog.blogspot.it/
- Pagina Facebook dedicata a “Le Magie del Simbolo”: https://www.facebook.com/MagieDelSimbolo

lunedì 10 agosto 2015

MARTINISMO E VIA MARTINISTA

Segnaliamo con piacere l'uscita del nuovo libro di Filippo Goti che ha come tema il martinismo, dal titolo “MARTINISMO E VIA MARTINISTA”.



Un breve presentazione fatta dall'autore:

Martinismo e Via Martinista"Martinismo e Via Martinista"In questo libro, di 224 pagine, cercherò di mostrare l'essenza del martinismo, attraverso riflessioni e pensieri dei Maestri Passati, gli scontri docetici, le relazioni con le altre strutture iniziatiche. In modo da comprendere gli elementi caratterizzanti del Nostro Venerabile Ordine, e la sua capacità di rispondere alle esigenze spirituali dell'Uomo del Terzo Millennio.
INDICE:
Introduzione - Cos’è il martinismo - La natura del rapporto iniziatico martinista - Chi ha fondato il martinismo - Il martinismo è ordine cristiano - Martinismo e massoneria - L’archetipo sacerdotale martinista - Le donne iniziatrici - La formula pentagrammatica - Chiesa gnostica e martinismo - L’ermetismo kremmerziano e il martinismo - La questione Eletti Cohen - I colori del martinismo - Eggregore martinista - Conclusioni"

E’ possibile acquistare il libro al seguente indirizzo internet:

http://www.lulu.com/shop/filippo-goti/martinismo-e-via-martinista/paperback/product-22303363.html

sabato 8 agosto 2015

Jung oltre Jung

tratto da L'Opinione del 28 luglio 2015: http://www.opinione.it/cultura/2015/07/28/ricci_cultura-28-07.aspx

di Paolo Ricci

Si intitola “Jung il mistico. Dimensioni esoteriche della vita e degli insegnamenti di Carl G. Jung” il libro di Gary Lachman (Edizioni Mediterranee). Un testo molto interessante che racconta la vita dello studioso narrandola secondo una prospettiva nuova, sconosciuta, fortemente legata agli aspetti esoterici delle riflessioni di Jung.
A differenza di una biografia convenzionale, quella di Lachman affronta in maniera chiara e nei particolari la dimensione meno nota e occulta dell’opera del grande psicanalista, narrando di eventi personali dello studioso che in qualche modo hanno favorito riflessioni profonde, mistiche, esplicitandone i contenuti secondo un’ottica che non può essere fraintesa. La figura di Jung appare anche fragile, conflittuale, ma viene messa in risalto la personalità fortemente creativa che lo fa discostare dalle regole dell’ambiente freudiano e che lo porterà a fondare la sua psicologia analitica, e proprio da qui l’opera dello studioso spazierà poi nei campi inesplorati e spesso negati.
Come scrive Paolo Crimaldi nella prefazione, questa biografia “possiede un valore aggiunto che è quello di far comprendere e portare alla luce la complessità delle idee junghiane - soprattutto di quelle non legate strettamente alla psicoterapia - e il forte conflitto con cui esse furono elaborate (...)”.
Discostandosi in parte da un approccio psicologico, pur sempre tenendone conto, Lachman raccoglie gli aspetti meno noti della vita e delle esperienze di Jung e di come questi fosse interessato a una comprensione psicologica dei processi di trasformazione della personalità che sono alla base, secondo lo studioso, delle pratiche religiose, ermetiche, gnostiche e alchemiche. Jung è sia lo scienziato positivista, sia il cercatore instancabile che si allontana dai dogmi scientifici per addentrarsi nell’alchimia, nell’astrologia. Oltre il corpo e la psiche, ma sempre con lo sguardo verso l’anima dell’essere umano.