domenica 18 agosto 2013

Corto Maltese il massone esoterismo a fumetti


tratto da Repubblica del 23 novembre 2002

di Roberto Incerti

I MARI del Sud, le calli di Venezia, il deserto, la Siberia. Ma anche l' Egitto con il Nilo, le sfingi, le piramidi. Corto Maltese - nella vita a fumetti che gli ha regalato il grande Hugo Pratt (1927-1995) - non ha mai frequentato luoghi banali. Colto, romantico, l' avventuriero viaggia solo o in compagnia di duchesse che assomigliano alla Dietrich di «Shanghai Express» e sempre finisce al centro di avventure misteriose. Dove una forte simbologia esoterica compare fra triadi cinesi, signori della guerra, treni blindati, maschere e pugnali. Adesso, per scoprire il Corto Maltese più arcano, si tiene il convegno «Il derviscio, lo sciamano, il massone. Gli incontri iniziatici di Corto Maltese» (Hotel Palace di Viareggio, ingresso libero. Oggi dalle 9 alle 20, domani dalle 9.30 alle 12.45, info 058446134). Coordinerà le giornate Aldo Alessandro Nola, storico e grande esperto della massoneria a cui ha dedicato molti libri. Nel convegno si cercheranno accostamenti fra le simbologie dei dervisci, degli sciamani e dei massoni. E' la prima volta che Corto Maltese viene esaminato attraverso la simbologia massonica. Questo rende ancora più prezioso i l convegno di Viareggio. Pratt entrò nella massoneria nel 1976 quando fu iniziato alla loggia veneziana «Hermes». E Corto Maltese - basta pensare a opere come «Favola di Venezia», «Corte Sconta detta Arcana» e «Wheeling» - si imbatte spesso in sacerdoti-guaritori, massoni, segni esoterici. Che fanno parte del dandysmo di Corto Maltese, un personaggio che, com' è noto, cita a memoria poeti come Rimbaud e Coleridge, oltre ad avere in casa una tela di Gauguin. In occasione del convegno vi saranno anche una mostra delle opere giovanili di Pratt (alcune delle quali inedite) e un' esposizione di oggetti e libri massonici presenti nei fumetti di Corto Maltese. All' hotel Palace sarà altresì funzionante un ufficio postale che effettuerà un annullo speciale in occasione dell' evento.

domenica 11 agosto 2013

«Asia misteriosa» alla ricerca del Re del mondo

Tratto da "Il Giornale" dell'8 agosto 2013

Di Luca Gallesi

La scienza moderna è basata sulla causalità, come ricordava Jung nell'introduzione all'edizione inglese dell'I Ching. Però la fisica quantistica, aggiungeva il padre della psicologia analitica, ha messo in crisi questo assioma, spostando l'attenzione dalla causalità alla casualità, ovvero alla possibile - anzi: frequente - incursione delle forze irrazionali del caso nell'ordinata quotidianità razionale. La storia del pensiero moderno è affollata di contaminazioni fra magia e scienza, a partire dall'alchimista Newton che considerava l'Universo un crittogramma divino e scriveva a Leibniz che l'enigma del calcolo infinitesimale sarebbe stato svelato solo dall'iniziato capace di applicare le migliori tecniche di concentrazione mentale.La commistione di pensiero «alto» e bassa superstizione caratterizza soprattutto la prima metà del secolo scorso, quando fiorirono scuole, gruppi e riviste di esoterismo, attingendo prima all'opera di occultisti come Eliphas Levi e Papus, e poi di personaggi più presentabili come Reghini, Evola e Guenon. Un importante tassello per la conoscenza del Novecento esoterico viene aggiunto da un testo per la prima volta tradotto in italiano, a ottant'anni dalla prima edizione: Asia misteriosa, di Zam Bhotiva, pseudonimo dell'occultista italiano Cesare Accomanni (Edizioni Arkeios, pagg. 236, euro 17,50 a cura di Gianfranco de Turris e Marco Zagni). Il libro svela la storia della «Confraternita dei Polari» e dell'«Oracolo della Forza Astrale», rispettivamente una misteriosa organizzazione rosicruciana attiva in Francia ufficialmente fino alla proibizione delle società segrete sotto Vichy e un complicatissimo metodo divinatorio basato su calcoli matematici. I curatori ci accompagnano in un vorticoso viaggio, dai Catari ai nazisti esoterici, dai monasteri tibetani alle cattedrali parigine, alla ricerca del Re del Mondo, o, più modestamente, dei misteriosi Tre Saggi.

mercoledì 24 luglio 2013

LE CHIOCCE D'ORO

LE CHIOCCE D'ORO
Crisofauna e tesori animati nella terra delle eccellenze etrusche




Le Chiocce d’oro sono tra le più diffuse e al contempo enigmatiche creazioni dell’immaginario popolare. Numerose leggende le vogliono nascoste in antichi sotterranei e custodite da sinistri guardiani: in molti avranno sentito parlare, da qualche anziano, di tesori del genere trovati nelle campagne e di fortunati che avrebbero 'cambiato vita' dopo la loro scoperta. Ma al di là delle comuni dicerie, in questi racconti esiste senz’altro un più complesso substrato simbolico, legato da un lato al mondo matriarcale e dall'altro a quello dell’oltretomba.
Per comprendere il valore antropologico delle Chiocce d'oro abbiamo ritenuto opportuno contestualizzarle nel variegato sistema della crisofauna: il mondo onirico di tutti quegli animali fatti d'oro e pur misteriosamente animati. Da tale prospettiva la narrazione delle singole leggende toscane, svolta minuziosamente dagli autori di questo libro, acquisterà una coerenza e una validità sorprendenti.
tra i luoghi e gli argomenti trattati:
PORSENNA E L'ESERCITO DEI PULCINI D'ORO
DALLA CAPPADOCIA AL CHIANTI
LA VOLPE D'ORO E IL MONDO ETRUSCO
I SOTTERRANEI DI SAN RABANO
LA MULA D'ORO DI SESTO FIORENTINO
LA GROTTA DEL RIELLO E I VAPORI DEL BULICAME
IL RAGNO D'ORO
LA BIFOLCATA E IL VITELLO D'ORO
IL GRUGNO DORATO DEL PORCELLINO DI FIRENZE
DRAGUT E LA CHIOCCIA DELL'ELBA


martedì 23 luglio 2013

MERLINO, UN MITO ITALICO

MERLINO, UN MITO ITALICO
Grotte, sorgenti e simboli. L'archetipo del mago arturiano nella geografia psichica d'Etruria
di Bernardo Tavanti



In Merlino, druido per antonomasia, coincidono antichi simbolismi legati alla magia maschile e ai poteri interiori dell’uomo. La sua funzione ha permesso una strategica mediazione tra cultura celtica e valori cristiani, ed è stata impiegata soprattutto in Francia e Britannia che vissero un’evangelizzazione lenta e complicata.
Al contrario, qui in Italia, la figura del mago-condottiero sembra essersi estraniata dall’immaginario collettivo, salvo per le mere fantasie indotte dal cinema e dal romanzo anglosassoni. Ma ad una più attenta analisi sui territori italici e in particolare su quelli dell’antica Etruria, l’atavico mago risulta presente nelle leggende rurali come nella toponomastica, nella letteratura come nel folklore, ricalcando personaggi e simboli che da epoca antichissima percorrono la nostra società.          
tra gli argomenti trattati:
LE ORIGINI LETTERARIE E SIMBOLICHE
MONTE BIBELE E LA TUMULAZIONE ITALICA
LE SIBILLE APPENNINICHE
L'ARUSPICE A ROMA E I PRIMI SANTI-DRUIDI
IL GALVANO DI MONTESIEPI E I POETI TOSCANI
IL «DRUIDO» FRANCESCO E  LE QUERCE SACRE
GLI ALCHIMISTI E LE GROTTE MERLINIANE DEI GIARDINI INIZIATICI
I SACRI BOSCHI E LE FONTI DI MORGANA
LA GROTTA DI ARCIDOSSO
e tanti altri.


lunedì 22 luglio 2013

Divinazione per principianti





Autore:
Scott Cunningham (1956-1993) è stato scrittore prolifico di libri sulla Wicca e attivo diffusore della spiritualità pagana nel nostro tempo. Il suo stile fresco e diretto lo ha reso popolare soprattutto tra i praticanti solitari dell’Arte che cercano una guida erudita a cui affidarsi. Grande conoscitore di erbe e iniziato in diversi Ordini, considerava la Wicca una religione che parla all’uomo moderno tramite simboli e concetti antichi. I suoi libri hanno influenzato notevolmente i cambiamenti all’interno del movimento wicca e dei suoi seguaci.  


Argomento:
Dall’approccio pratico e pensato per raggiungere tutti quelli che vogliono avvicinarsi alla materia, questo libro rappresenta una guida completa alla divinazione: l’arte di determinare il passato, il presente e il futuro. Presentando e spiegando le più importanti tecniche divinatorie odierne e dell’antichità, Cunningham mostra come chiunque, anche senza essere un indovino, può praticare questa arte e ricevere non solo utili risposte alle proprie domande, ma anche importanti aiuti in merito alle scelte future. Il lettore viene guidato attraverso le tecniche del pensiero simbolico, la natura dell’illusione che chiamiamo tempo e un’utile guida all’uso dei principali strumenti divinatori.

domenica 21 luglio 2013

Vampiri e spettri Ecco i nonni italiani del «fantastico»

Tratto da Il Giornale del 18/07/2013

di Gianfrando De Turris

Nonostante il nostro retaggio mitico, leggendario, folklorico, favolistico che risale addirittura alla classicità per poi fiorire nel medioevo, non possiamo dire di possedere una vera e propria tradizione fantastica, considerando tale quella che si è formata e codificata in tutta Europa durante il romanticismo, e che ne ha fissato i canoni quali oggi comunemente s'intendono. Il fatto è che il nostro romanticismo è stato risorgimentale, vale a dire a sfondo politico, ed ha tagliato le gambe al recupero appunto di miti, leggende, folklore e favole nazionali come avvenne in Francia, Gran Bretagna e Germania. In più ci si mise anche la critica «ufficiale», da Francesco De Sanctis a Benedetto Croce, per dire che quel tipo di romanticismo fatto di brughiere e di «fantasime» non era adatto alla nostra «anima» classica.



Nello stesso tempo, però, non è che non esistano nella nostra storia letteraria degli ultimi due secoli temi, argomenti, spunti «fantastici». Anzi, si può dire che la tentazione del fantastico abbia colpito un po' tutti i nostri maggiori scrittori, veristi compresi, anche se saltuariamente. Più diffusa la vena sotterranea a livello di narrativa popolare, e lo sforzo di una critica aperta e intelligente dovrebbe essere quello di riportarli alla luce.
Cominciò a metà degli anni Ottanta un pioniere come Enrico Ghidetti con la sua antologia Notturno italiano, alla quale seguirono quelle curate da Lattarulo, Farnetti, Reim, D'Arcangelo e Gianfranceschi, più di recente di Foni e Gallo. Sovente però autori e storie risultano gli stessi: bisogna quindi continuare a scavare in archivi, biblioteche, collezioni di giornali e riviste sia popolari che di più alto livello. Alcuni, come il bravissimo Riccardo Valla, scomparso improvvisamente a gennaio, ci stava provando in proprio scansionando vecchi testi introvabili da mettere in Rete, compito che sembra si assumerà adesso fantascienza.com di Silvio Sosio.
Ora però, in quel di Mercogliano provincia di Avellino, ecco che è nata una piccola ma efficiente casa editrice, la Keres (www.keresedizioni.com) che sotto la direzione di Antonio Daniele si è data alla riscoperta di quello che potremmo definire il protofantastico italiano, dando alle stampe tre libri non solo di bella presenza con adeguate copertine e impostazione grafica, ma anche ben curati con note, biografie e bibliografie, foto dell'autore e documenti d'epoca, a dimostrazione di un interesse critico-storico. Particolare attenzione al mito supernazionale del vampiro in una ampia accezione, intanto con l'antologia Vampiriana (pagg. 160, euro 16) che riunisce otto racconti dal 1885 al 1917, cioè pubblicati prima che fosse tradotto in italiano (1922) il Dracula di Stoker, a dimostrazione di come ci fosse attenzione ad un tema che non è solo del gotico inglese o tedesco. E poi con due romanzi, vere e proprie riscoperte, riedite dopo un secolo e più.
Uno è il primo romanzo italiano sull'essere della notte, appunto Il vampiro. Storia vera (pagg. 238, euro 13) del barone Franco Mistrali (1833-1880), giornalista, scrittore, garibaldino e anticlericale, uscito nel 1869, che nulla deve a Stoker, anzi con la sua vampira Metella anticipa la Carmilla/Mircalla di Le Fanu, e con il suo quadro inquietante Il ritratto di Dorian Gray di Wilde. Il secondo, L'anima, curato da Gianandrea de Antonellis (pagg. 190, euro 13), uscì nel 1893 e lo scrisse Enrico Annibale Butti (1868-1912), detto «l'Ibsen italiano», ed è una storia di fantasmi, apparizioni, passioni violente umane e al di là dell'umano. In entrambi, data la cultura e la psicologia dei due autori, si scontrano scienza e fede, razionalità e irrazionalità, materia e spirito, oscillando i protagonisti fra l'incredulità di fondo e il desiderio di credere a fatti oggettivamente inspiegabili e sovrannaturali.
Vere sorprese per i lettori di oggi che cominceranno così a scoprire le radici dell'Immaginario italiano.


 

sabato 20 luglio 2013

Archeologia, trovate a Manaus (Amazzonia) urne funerarie di 2500 anni fa

Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 9 agosto 2003

La scoperta di 270 urne funerarie di ceramica nel centro di Manus, in Brasile, conferma l’ipotesi dell’esistenza di una cultura organizzata e complessa in Amazzonia già 2500 anni fa. Le urne sono state scoperte nei giorni scorsi da operai che lavoravano in una centralissima piazza della capitale dell’Amazzonia brasiliana. Sotto uno strato di terra nera di origine organica, presente in quasi tutti i siti funerari della regione, sono state rinvenute le ceramiche, alcune delle quali in eccellente stato di conservazione, a circa due metri di profondità. Le urne sono alte circa un metro, con un diametro di 90 centimetri, e contengono le ossa di una o due persone. Secondo le prime stime, le urne risalgono ad un periodo intorno al 500 avanti Cristo. Le ceramiche analoghe più antiche scoperte finora risalivano a 1.300 anni fa, mentre l’oggetto umano più antico rinvenuto è una punta di freccia di pietra vecchia di 7.700 anni. Negli anni ’60, l’archeologo tedesco Peter Hilbert, aveva già formulato l’ipotesi dell’esistenza di una "civiltà amazzonica" di un certo livello culturale e tecnologico, ma non era stato preso sul serio.