domenica 3 luglio 2022

Guerre e società segrete: quel fondamento esoterico dietro al nazionalsocialismo

tratto da InsideOver dell'8 GIUGNO 2021: https://it.insideover.com/storia-2/guerre-mondiali-e-societa-segrete-nazismo.html

di Luca Gallesi
 
Era il 1960 quando in Francia, presso l’autorevole editore Gallimard, uscì un libro dal titolo curioso: Le matin des magicien, scritto a quattro mani da Louis Pauwels, un ex-discepolo di G.I. Gurdjeff dalle idee reazionarie, e uno scienziato e scrittore comunista, Jacques Bergier. Il saggio, che divenne rapidamente un best-seller, tradotto in italiano nel 1963 da Mondadori col titolo Il mattino dei maghi, miscelava sapientemente dati oggettivi e suggestioni fantastiche, ipotizzando una convergenza delle nuove scoperte scientifiche con le antiche sapienze occulte. Sergio Solmi, nella prefazione all’edizione italiana, elogiava il libro che offriva, “attraverso un’esposizione lucida, varia e appassionata, il materiale più affascinante che possano tenere per noi in serbo questi anni di ardua e preoccupante trasformazione tecnica e sociale”.

In un’epoca, l’inizio degli anni Sessanta, in cui cominciava a delinearsi il sostanziale dominio di una concezione materialistica della società e la visione deterministica della Storia, Il mattino dei maghi rimetteva in gioco l’idea che le forze operanti nello sviluppo dell’umanità non fossero quelle dei rapporti di produzione o dello scontro dialettico tra classi sociali, bensì quelle più sottili, i poteri che agiscono dietro le quinte, espressione di principi non visibili ma assolutamente reali; per intenderci, l’occultismo e la magia che, secondo le parole di Solmi, “non sarebbero ormai più soltanto segreti perduti, ma i preannunci che le età remote mandano fino a noi delle palingenesi future”. Parole problematiche, che rimandano a un libro facilissimo da leggere, difficile da capire e decisamente arduo da condividere in toto. In mezzo alle vite e opere di moderni alchimisti e arcani mistagoghi, passando con nonchalance dalle civiltà scomparse dell’antichità agli scrittori contemporanei di fantascienza, Pauwels e Bergier accompagnano – a volte trascinandolo- il lettore in un turbinio di universi lontani passati e futuri, tra mondi paralleli e dimensioni fantastiche che, a più di mezzo secolo, mantengono intatto il fascino della lettura, anche quando i contenuti sono diventati irrimediabilmente superati, quando non definitivamente screditati.

La realtà virtuale che domina l’inizio del terzo millennio ha rapidamente fatto piazza pulita del ciarpame spiritista e occultista che, ancora a metà del Novecento, poteva mantenere una sembianza di credibilità, ormai definitivamente declinata tranne che per un singolo argomento, che dilaga anche, e soprattutto, nella Rete: il “nazismo magico”. Parliamo quindi dei legami, indiscutibili anche se spesso enfatizzati, tra il nazionalsocialismo e le scienze occulte, argomento centrale del Mattino dei Maghi, come scrisse il politologo Giorgio Galli, che proprio grazie a questo libro cominciò a studiare quello che sarebbe diventato il prolifico filone dell’esoterismo nazionalsocialista, a cui l’illustre politologo dedicò parecchi libri. Galli cominciò allora, proprio grazie a Pauwels e Bergier, a realizzare che la sapienza occulta poteva aiutarlo a capire la Storia, perché l’esoterismo, “dimora dentro la Storia e non fuori, arrivando sovente ad esercitare un’influenza non secondaria su di essa”. Centrale, nell’indagine di Galli nella dimensione nascosta della storia, il riferimento all’esistenza di una cultura esoterica (letteralmente: riservata a pochi) che, dalle profondità della storia dell’Occidente, riemergeva, in Europa e soprattutto in Germania, nel pieno rigoglio scientifico del XX secolo. Una presenza che permette di spiegare il percorso seguito da Hitler e da una parte dell’élite nazionalsocialista lungo tutta la “seconda Guerra dei trent’anni”, come Galli chiama il periodo della storia europea che va dal 1914 al 1945.

Dietro i tragici avvenimenti che insanguinarono il Vecchio continente nella prima metà del Novecento, come romanzato prima da Pauwels e Bergier e poi studiato scientificamente da storici come René Alleau e Nicholas Goodrich Clarke, ci sono, anche, gli influssi esercitati dalle molteplici e attivissime società segrete, operanti in tutta Europa, a cui erano affiliati numerosi membri del governo tedesco e del gabinetto reale britannico. Sul suolo tedesco la realtà dominante era la Società Thule (Thule-Gesellschaft), mentre nel Regno Unito era attivissima la Golden Dawn (Hermetic Order of The Golden Dawn).

La Golden Dawn era stata fondata nel 1887 da Mc Gregor Mathers, Woodman e Wynn Westcott, e si proponeva di approfondire la magia cerimoniale per raggiungere, tramite le conoscenze iniziatiche, lo sviluppo di poteri sovrannaturali. Tra i soci più famosi, tanto per dare un’idea dell’importanza del sodalizio, troviamo W.B. Yeats, Arthur Machen, Aleister Crowley, probabilmente Bram Stoker, e molti altri intellettuali e scienziati di punta dell’intellighenzia britannica. Della Società Thule, invece, furono membri attivi più uomini politici che gli intellettuali, o meglio, dei politici con interessi intellettuali, come il “Vicario” di Hitler, Rudolf Hess, il governatore nazionalsocialista della Polonia Hans Frank, il teorico della geopolitica, prof. Karl Haushofer e il principale teorico del nazionalsocialismo Alfred Rosenberg, tutte persone che appartenevano alla ristretta cerchia del futuro Führer, personaggio certamente non alieno da simpatie e interessi “occulti”, che spesso influenzarono la sua azione politica.

Qui, complice una produzione libraria sconfinata e spesso inattendibile, diventa labile il confine tra storia e fantasia, ma, come scrive Giorgio Galli, possiamo affermare senza tema di smentita che “Hitler è il portavoce di un gruppo di intellettuali formatosi nella dimestichezza con la cultura occulta”. Come e quanto questa “sapienza segreta” abbia effettivamente agito nelle scelte del Cancelliere tedesco è arduo da definire esattamente. Si può, comunque, supporre che molte delle scelte fatte durante il periodo 1939-1945 non siano riconducibili a delle motivazioni razionali: dall’inspiegabile “tregua” concessa agli inglesi a Dunkerque, alla scelta suicida della guerra sui due fronti a oriente e occidente, fino alla spasmodica attesa di misteriose armi finali che avrebbero capovolto l’inevitabile drammatica fine della Germania, siamo nel campo delle decisioni irrevocabili e irrazionali, che hanno avuto spaventose e sanguinose conseguenze così che, nel corso di due guerre mondiali e con un immane sacrificio di vite umane, siamo passati dal “Mattino dei maghi” al “Tramonto dell’Occidente”.

giovedì 16 giugno 2022

Dante celato - Alchimia e bagliori d’Islam nel suo viaggio iniziatico

Torna in libreria “Dante celato - Alchimia e bagliori d’Islam nel suo viaggio iniziatico” di Mustafa Tolay. Edizioni Stamperia del Valentino

“Dante celato - Alchimia e bagliori d’Islam nel suo viaggio iniziatico” di Mustafa Tolay racconta l’avventura intellettuale di Dante e si inserisce in un filone che la memoria dell’uomo riesce a ricostruire solo fino ai tempi della Mesopotamia, ma il cui evidente successivo sviluppo attraversa il pensiero e le tradizioni egizie, greche, latine, quindi quelle Cristiane e - dal settimo secolo - le islamiche. Il volume, edito da Stamperia del Valentino di Paolo Izzo, si compone di 550 pagine (euro 50,00) e rientra nella prestigiosa collana Mirabilia. In quest’opera Tolay spiega come Alighieri abbia potuto contare su un substrato dottrinario riconoscibile quanto blasonato e risalente, e impernia il contenuto del libro sull’aspetto iniziatico dell’opera di Dante, analizzando le influenze islamiche subite dal pensiero del Sommo Poeta, nonché le catabasi narrate in quella tradizione, precedenti alla ideale discesa agli inferi descritta nella Divina Commedia, e alla conseguente risalita al Purgatorio e quindi al Paradiso. Mustafa Tolay, studioso dantesco di grande rilievo, dal privilegiato punto d’osservazione fornitogli dalla nazionalità turca, può dunque dischiudere con competenza ai nostri occhi un panorama ai più insospettato, compiendo i dovuti raffronti tra antiche opere concepite nella realtà intellettuale mediorientale e il lavoro del nostro grande e sempre attuale Dante Alighieri.

L’autore

Mustafa Tolay è nato nel 1955 a Istanbul. Si è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università Tecnica di Istanbul. Come ricercatore all’università di Leeds in Inghilterra, si è dedicato all’apprendimento della Fine Art e della Lingua italiana. Ha studiato Filosofia e Arte, interessandosi soprattutto alla ricerca della storia di Dante Alighieri viaggiando in Italia tra Piemonte, Toscana, Liguria e Veneto. Ha partecipato attivamente a studi su Leonardo da Vinci sia a Firenze che a Vinci. Attualmente è iscritto alla Royal Society of Chemistry, Institute of Energy, Chromatography Society in Inghilterra e alla Associazione di Amicizia Italo-Turca di Milano e alla Società Dantesca Italiana di Firenze in Italia. In Turchia ha pubblicato alcuni libri fra cui “Arte e Pensiero con Dante” (tradotto in italiano come “Dante e il suo tempo) e “Arte e Pensiero con Leonardo”.


La casa editrice

Editire dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.

La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.


Titolo: Dante celato

Sottotitolo: Alchimia e bagliori d’Islam nel suo viaggio iniziatico

Collana: Mirabilia

Autore: Mustafa Tolay

Prezzo: € 50,00

Pagine: 550

Illustrazioni: immagini b/n nel testo e a colori f.t.

ISBN: 978-88-99937-81-2

sabato 11 giugno 2022

UFOLOGY YES - il Salone del Mistero e Ufologia

DAL NOSTRO INVIATO

Come ci si aspettava UFOLOGY YES - il Salone del Mistero e Ufologia -  ha superato a pieni voti il debutto nella sua nuova Location allestita dall’organizzatrice con Banner a tema, visibili durante il percorso di arrivo del visitatore, con l’area standistica che era divisa in 2 grandi Saloni allestita con gazebo bianchi molto eleganti e funzionali che a colpo d’occhio erano molto piacevoli; l’area Congressi, che ha ospitato circa 20 relatori tra cui alcuni stranieri, era allestita al centro di uno dei 2 Saloni e presentava un palco dove il Conferenziere si trovava in un piano rialzato rispetto al pubblico affiancato da un maxi schermo dove venivano proiettate le immagini. Grande risonanza, oltre ai vari relatori ognuno con la propria valenza, anche la presenza del già sottosegretario di Stato alla Difesa Gen. Domenico Rossi voce istituzionale sugli UAP negli spazi aerei italiani, socio onorario del CENTRO STUDI UFOLOGY WORLD fondato dalla dott.ssa Francesca Bittarello e sempre presente ai suoi eventi come conferenziere compatibilmente con i suoi tanti impegni.

L'acustica perfetta faceva da piacevole sottofondo ai visitatori mentre sostavano ai vari stand, mentre nella seconda sala oltre ai gazebo trovavamo l’area ristorazione e musicale dove si è assistito alla suggestiva esibizione della banda ufficiale dei Templari con Tony Riggi e alla sfilata di moda misterica. In più, l’allestimento dei vari Espositori lasciava il visitatore estasiato dalla notevole diversità sia culturale, di estrazione, di idee, dei vari partecipanti dell’evento volutamente cercata dall’Organizzatrice, ma la carta vincente di una Fiera è proprio questa eterogeneità “cercata”, esibita in maniera civile e personalmente ho visto tante strette di mano e grande cordialità tra tutte le persone che partecipavano al Salone come d’altronde la stessa Organizzatrice la famosa manager e ufologa Francesca Bittarello ha voluto ribadire più volte: “il mio spirito cavalleresco ai miei eventi mi fa accogliere tante realtà differenti tra loro ma molto motivate e cordiali dove il senso di educazione e civiltà è la carta vincente e il tutto crea un forte mix che trascina il visitatore creando forti emozioni”. Unica pecca non imputabile all’Organizzatrice che molti visitatori si sono recati il sabato non leggendo bene la locandina e la pubblicità che indicava la domenica e il lunedì come giorni dell’evento.

Prossimo attesissimo evento organizzato dalla LUX-CO EDIZIONI di Francesca Bittarello il 16 e 17 ottobre 2022 con l’ Aviation Yes il Salone dell’ Aerospazio e dell’ Aviazione sito web www.aviationyes.com

Qui sotto una breve gallery dell'evento:

ufo




















libri ufo


libri ufo










































domenica 5 giugno 2022

mercoledì 25 maggio 2022

Ufology yes atterrà a Pomezia nel Pianeta D il 5 e 6 giugno 2022 un Evento da non perdere

di Redazione

"Il Sito del Mistero” ormai da anni nelle sue pagine illustra l’opera della ormai nota ufologa Francesca Bittarello con le sue ricerche di confine di livello internazionale confluiti in due libri best seller “UFO GLI ARCHIVI INEDITI” e “UFO GLI ARCHIVI INEDITI 2” e dei suoi prestigiosi e originali eventi frutto di una attenta opera di una manager di rilievo.

Come non parlare qui del suo prossimo evento il "Salone del Mistero e Ufologia – UFOLOGY YES - " organizzato in grande stile in una nuova Location di oltre 1000 mq alle porte di Roma, a Pomezia denominata nemmeno a farlo apposta PIANETA D; l’evento è un contenitore di veramente tante realtà anche molto diverse legate al Mistero e Ufologia e alle scienze non canoniche, ma ne va da sé che una Fiera è qualcosa di per sé di unico e la perizia dell’organizzatrice garantisce sempre e ovunque di creare quel mix  di emozioni, conoscenze e efficienza che creano, perché no, quel tocco di magia che rende l’evento un qualcosa di unico.

Leggendo le notizie in breaking che vengono rilasciate dal sito ufficiale dell’evento UFOLOGY YES www.ufologyyes.com sembrerebbe che l’organizzatrice è riuscita a creare quel mix giusto di equilibrio tra area standistica con veramente tante attività da attirare anche lo spettatore più pigro con in più tanti omaggi e gadget per i visitatori, all’area congressuale con eminenti ufologi e noti ricercatori e ospiti d’onore dove spicca il già sottosegretario alla Difesa Gen. Domenico Rossi e con un intrattenimento a tema con la Banda ufficiale dei Templari capitanata da Tony Riggi e per chi ha bambini anche l’area attrezzata per farli giocare. Inoltre ampio parcheggio e prezzi de biglietti veramente economici.

Anche questa volta la Dottoressa Bittarello ha ipotecato un sicuro successo con la sua zampata vincente un po' felina un po' aliena per il suo ritorno ai grandi saloni e poi si continua a settembre con l’Aviation Yes www.aviationyes.com.



sabato 21 maggio 2022

“Il sonno della ragione” di Federica Catalano

Arriva in libreria “Il sonno della ragione” di Federica Catalano, il libro che svela il mistero delle streghe di Benevento. Edito da Stamperia del Valentino

La leggenda di Benevento “città delle streghe” è diffusa in tutta Italia come anche quella del famoso noce sotto cui le malefiche si incontravano per celebrare il sabba e l’adorazione del diavolo. Tuttavia, contrariamente all’opinione popolare, questa città non vide mai l’organizzazione di una caccia alle streghe e non restano quasi testimonianze di processi locali per stregoneria. Nell’opera “Il sonno della ragione”, pagine 350, euro 35, edita da Stamperia del Valentino nella collana Mirabilia, l’autrice Federica Catalano si propone di svelare il mistero della nascita di questa fama e di svelare molti luoghi comuni ed errori che la tradizione ha continuato a tramandarsi. In modo particolare le origini del famoso “noce di Benevento” sono state spesso ed erroneamente rintracciate nei rituali di fertilità dei Longobardi che tuttavia sembrerebbero stati preceduti da un complesso sostrato religioso molto più antico della conquista romana. Il territorio del Sannio era infatti interessato dall’adorazione di una coppia divina di origine italica, rappresentata dalla dea lunare Diana e dal suo alter – ego solare Janus, che solo in un secondo momento, nella romanità matura, è stato sostituito dal dio greco Apollo. Il complesso simbolico di questa coppia si imperniava sulla condizione del limen, la porta o il passaggio, che era occasione di collegamento col mondo dei morti, una dimensione alternativa che l’antropologia ha provato essere all’origine del mito del sabba e del volo magico delle streghe.

Ma precisamente cosa è stata la strega? Spazzate via le stratificazioni New Age, la stregoneria si configura come un’accusa volta all’identificazione di un possibile nemico interno alla società che tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo raccolse l’eredità dei crimini fantasiosamente imputati ad eretici ed ebrei: è in questo periodo che Bernardino da Siena “inventò” il personaggio della strega e il termine che la rappresenta (dal latino “strix”, rapace notturno), basandosi sulle attestazioni classiche e sulle tradizioni popolari scaturite da arcaici assetti religiosi rispetto ai quali si era ormai persa qualsiasi consapevolezza.


L’autrice

Federica Catalano è nata a Roma il 26 dicembre del 1980. Frequenta il liceo classico Torquato Tasso di Roma e quindi la facoltà di Lettere dell’università La Sapienza, presso cui si laurea nel 2006 in Storia della Critica Letteraria Italiana, con una tesi sul significato dell’automa durante la II Rivoluzione Industriale. Consegue il dottorato in Italianistica presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale con una tesi sul ruolo della cultura tradizionale nell’opera di Domenico Rea. Nel 2010 si trasferisce a Napoli e nel 2013 pubblica presso la Stamperia del Valentino “L’opera dei pupi in Campania”, una ricerca su questo particolare tipo di teatro di figura in auge nel Meridione fino agli anni ’50 del ‘900. Nel 2020 partecipa al saggio “L’immaginario del mare” (Stamperia del Valentino) in collaborazione con Paolo Izzo. Dal 2017 insegna Lettere nei licei napoletani. Alle attività di insegnante e ricercatrice unisce quelle di regista e attrice teatrale.


La casa editrice

Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.

La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.



Titolo: Il Sonno della Ragione


Collana: Mirabilia

Autore: Federica Catalano

Prezzo: € 35,00

Pagine: 350

ISBN: 979-12-80721-16-7

Disponibilità: Maggio 2022


Della stessa collana


Guarda il catalogo: www.stamperiadelvalentino.it

martedì 17 maggio 2022

La giacca del padre

di Cavaliere Vermiglio

Vi racconto un altro episodio di quello che apparentemente potrebbe essere una comunicazione con i morti. Può trattarsi al solito di semplice coincidenza, ma lascio al lettore ulteriori considerazioni. Anche in questo caso si tratta di fatto vero, ma di cui ovviamente non riferisco nomi e circostanze identificative.

Alla morte del padre uno dei figli che aveva più o meno le stesse misure del padre decide di recuperare parte dei vestiti ancora in buone condizioni per sé. Fra questi c'era una giacca particolarmente gradita al padre. La prende e la fa modificare da una sarta per poterla utilizzare, ma alla decide che anche così adattata non gli sta bene e decide di buttarla nel cassonetto degli indumenti usati così che possa essere usata da qualche bisognoso. Cosa succede di strano? Quella stessa notte il figlio sogna il padre arrabbiato che lo rimprovera. Sarà stato un semplice caso, che la notte stessa in cui ha gettato la giacca preferita del padre, ha sognato il genitore che lo rimproverava? Un rimprovero che proveniva dall'aldilà?

Anche in questo caso si può trattare di una semplice coincidenza, ma il dubbio permane. 

sabato 14 maggio 2022

Les Sept Têtes du Dragon Vert, di Teddy Legrand (Paris, Éditions Berger-Levrault, 1933) [in Francese]

in collaborazione con l'autore Simone Berni

tratto da: https://www.cacciatoredilibri.com/libri-di-primavera-32/


Brossura editoriale originale; formato di 11,9 x 18,3 cm circa; 249 pagine; prima edizione.

Chi è l’autore?

Teddy Legrand è uno pseudonimo, che potrebbe anche essere collettivo e quindi comprendere più autori. Supposizioni ne sono state fatte. Si va dalla spia francese Charles Lucieto allo scrittore Xavier (Marie, Alphonse) de Hauteclocque (1897-1935). Poi c’è chi vi vede la mano di Jean d’Agraives , pseud. di Frédéric Causse (1892-1951) o anche quella di Pierre Mariel, all’anagrafe Pierre-Maurice Marie (1900-1980), giornalista, romanziere ed occultista dell’estrema destra francese.

Di cosa parla il libro?

Les Sept Têtes du Dragon Vert è un romanzo esoterico-iniziatico, infarcito di citazioni e di rimandi ad altre opere. L’opera è paradossalmente poco conosciuta anche in Francia, almeno dalla maggior parte dei lettori. Però è indiscutibilmente nel mito. Un volume, questo, che è il primo (o tra i primi) a fare un preciso collegamento tra le meditazioni dei monaci tibetani e il Nazismo. Alcuni studiosi d’oltraple ritengono che alcuni brani del libro siano stati ripresi, sviluppati e magistralmente rielaborati da Louis Pauwels e Jacques Bergier nel loro Le matin des magiciens.


Come un elaborato mix di spionaggio, politica ed esoterismo con una trama di fondo che gira attorno a un complotto criminale della politica internazionale, mettendo poi sul piatto ogni aspetto dei romanzi e della narrativa del tempo. Dalla rivoluzione russa, all’ascesa del nazismo, ai servizi di intelligence, fino a includere i segreti dell’alta finanza e le società segrete (ma leggi massoneria).

Come dice l’editore francese Jean-Marie Fraisse (che nel 2012 ne ha diffuso una ristampa, di certo non la prima e neppure l’ultima), non è neppure da escludere che Ian Fleming abbia tratto ispirazione dalla trama del romanzo o dall’atmosfere e dalle connessioni che il libro fa, per costruire il suo mirabile agente segreto 007 di Sua Maestà britannica. Dice sempre Fraisse:

“(…)Questo libro è allo stesso tempo un romanzo poliziesco, un romanzo di spionaggio, un “thriller” come diciamo ora – un libro di suspense, dove è perfino presente un certo grado di umorismo, a volte, portando aria fresca nel clima di mistero e minaccia, tipico delle prospettive asfittiche della politica e del dietro le quinte della Storia.”

Teorie molto accattivanti sono quelle che vogliono che il romanzo sia stato facilitato dai servizi segreti francesi, in un momento della politica internazionale dove anche l’esoterismo e lo spionaggio erano veicoli importanti di contatti e relazioni.

Conclude l’editore francese:

“Dietro Les Sept Têtes du Dragon Vert, e lo pseudonimo dell’autore, Teddy Legrand – lo riveliamo oggi – si nascondeva qui un giornalista, scrittore e ufficiale, che due anni dopo l’uscita del libro avrebbe dato la sua vita per la Francia, nei servizi segreti, avendo accettato, nonostante la minaccia che gravava su di lui, di continuare una missione che considerava un dovere: indagare, allertare la Francia e il mondo dei pericoli che correvano, cercare di difendere loro da tali pericoli e, come agente, combatterli. Il suo nome? Xavier de Hautecloque.”

Secondo una nota di Serge Caillet:

Jean Mariel, figlio di Pierre Mariel, mi conferma formalmente che Teddy Legrand era lo pseudonimo di suo padre, assicurando: “Teddy Legrand, Werner Gerson, Pierre Montloin sono solo “la stessa penna di mio padre: Pierre Mariel! Resta inteso che questo romanzo è stato certamente il culmine di una collaborazione, di un pool di informazioni incaricate di far passare forse uno o più messaggi”. Jean Mariel mi dice anche: “Ho conosciuto Jean d’Agraive, ero giovane, giocavo con i suoi due figli”. Che l’opera sia frutto del solo Pierre Mariel, o che derivi da una collaborazione con Jean d’Agraive, questo è quindi un mistero in gran parte risolto.

venerdì 6 maggio 2022

Capodanno l'abbiamo inventato noi

tratto da "Il Giornale" del 29 Dicembre 2020

Il calendario più grandioso mai realizzato è nella contea inglese dello Wiltshire, in una località ormai nota come Stonehenge

di Angelo Allegri


Il calendario più grandioso mai realizzato è nella contea inglese dello Wiltshire, in una località ormai nota come Stonehenge. Nel giorno del solstizio d'estate, dal centro del monumentale recinto di megaliti costruito più di 3mila anni fa, il sole sorge all'orizzonte esattamente al vertice superiore di un enorme pietra che tutti chiamano Heel Stone. Secondo molti studiosi tutto il complesso monumentale sarebbe stato costruito proprio con questo scopo: segnare con dati precisi e riscontrabili il susseguirsi delle stagioni; dare una scansione oggettiva al fluire dei giorni, in modo da celebrare con degna periodicità i riti religiosi.

L'impresa non è facile come sembra. Il giorno, col suo alternarsi di luce e buio, è incardinato (almeno alle nostre latitudini) nei ritmi biologici degli esseri viventi. Le cose sono meno evidenti se si guarda a periodi di tempo più lunghi, come l'anno. Nonostante le difficoltà l'uomo cerca da millenni di dare ordine al tempo e il risultato di questo tentativo è un'invenzione, che spesso non viene nemmeno riconosciuta come tale: il calendario. Quelli noti ancora oggi, dalla complessa suddivisione delle stagioni utilizzata dai Maya, fino alla scansione temporale scelta dai buddisti, sono almeno una quarantina. Uno solo, però, ha assunto valenza universale. È il calendario gregoriano, che ha anche una particolarità: la sua storia si è svolta praticamente tutta all'interno dei confini italiani.

RE DI ROMA

Per seguire i diversi capitoli della vicenda bisogna risalire addirittura a Numa Pompilio o secondo alcuni storici a Tarquinio il Superbo. Chiunque sia, uno dei re di Roma introduce il cosiddetto Calendario romano repubblicano. Come tutte le più antiche scansioni del tempo è lunare, è basato cioè sulle fasi della luna, il fenomeno astronomico più facilmente percepibile anche senza particolari strumenti di osservazione. L'intervallo tra due ritorni del nostro satellite nella stessa posizione rispetto alla terra è più o meno di 29 giorni e l'insieme di 12 lunazioni, che costituiscono un anno, è dunque di circa 354. L'andamento delle stagioni è legato però all'anno solare, che è il periodo di rivoluzione della terra intorno al sole. E l'anno solare di giorni ne ha 365,24. Ce ne sono 11 di differenza, e la conseguenza è che le date stabilite con l'aiuto della luna slittano di quasi due settimane all'anno rispetto ai fenomeni atmosferici: una festa inizialmente prevista in gennaio con il trascorrere dei decenni o dei secoli si sposta in estate o in autunno. È lo stesso problema che hanno ancora oggi i musulmani, che utilizzano un calendario lunare: il Ramadan cambia via via posizione nell'anno (vedi anche l'altro articolo in pagina). Numa Pompilio (o Tarquinio il Superbo) per ovviare all'inconveniente stabilisce che ogni due anni ci sia un mese in più, di 27 o 28 giorni, Mercedonius, che inizia il 23 febbraio, cancellando i giorni dal 23 al 28. I conti però non tornano lo stesso.

Per questo, quando Giulio Cesare assume il potere (compreso quello di Pontifex maximus, responsabile dei riti religiosi) va a discuterne in Egitto con i massimi sapienti dell'epoca, tutti concentrati ad Alessandria, la Silicon Valley del periodo ellenistico. Alla fine a convincerlo è un matematico e astronomo, Sosigene. Cesare torna a Roma è da lì decide di cambiare tutto e adottare un calendario basato sul movimento della terra intorno al sole: 365 giorni e un anno bisestile ogni quattro, quando si ripete per due volte il 23 febbraio (un tempo ultimo giorno del calendario repubblicano). Si parte il primo gennaio del 46 avanti Cristo. Per riallineare il calendario con le stagioni, l'anno 45 viene allungato di tre mesi, che si aggiungono ai 355 giorni già in programma: con un totale di 445 sarà l'anno più lungo della storia.

ARRIVA LA RIFORMA

La creatura di Giulio Cesare è un grande successo. Il calendario giuliano, come verrà chiamato, è destinato a durare per 1600 anni. Però è tutt'altro che perfetto. Col suo anno bisestile ogni quattro, dura in media 365,25 giorni. L'anno solare è appena più corto: 365,24. Per la precisione è più breve di 11 minuti e 14 secondi. Sembrano pochi ma quando ci sono di mezzo i secoli sono più che sufficienti per creare problemi: il ritardo è di un giorno ogni 130 anni. Così alla metà del XVI secolo il Concilio di Trento ha tra i tanti temi da discutere anche quello della Pasqua. Un altro concilio, quello di Nicea del 325, ha stabilito che cada la domenica successiva alla prima luna piena dopo l'equinozio di primavera. Ma la sfasatura dei due calendari (solare e giuliano) ha fatto sì che l'equinozio sia sempre più lontano e ai padri della Chiesa la cosa risulta insopportabile. Papa Gregorio XII, al secolo Ugo Boncompagni, salito al soglio pontificio nel 1572, riceve il mandato di risolvere l'inconveniente.

A occuparsi della questione è una commissione in cui gioca un ruolo di primo piano Ignazio Danti, frate domenicano, nonché astronomo e matematico. A Danti piacciono le idee di un altro astronomo, Luigi Lilio, calabrese di Cirò, studi a Napoli e poi a Perugia. E alla fine è Lilio a spuntarla. Entra in vigore un nuovo calendario che prenderà il nome del papa, gregoriano, appunto. A dir la verità non si discosta poi molto da quello di Giulio Cesare, ma c'è una regola per evitare sfasature: gli anni divisibili per quattro sono bisestili, salvo gli anni centenari non divisibili per 400 (per esempio il 1700 e il 1900 no, il 1600 e il 2000 sì). In più l'inizio dell'anno nuovo viene definitivamente fissato al primo gennaio, e il giorno supplementare dei bisestili il 28 febbraio.

Per riportare in sincrono il calendario ufficiale e quello astronomico si prende una decisione radicale: si aboliscono con un tratto di penna 10 giorni. Il sole tramonta la sera del 4 ottobre 1582, l'alba del mattino dopo è quella del 15.

L'EUROPA SI ADEGUA

Il riallineamento è un problema che si riproporrà per tutti i Paesi che decideranno di adottare il nuovo calendario. Non sarà un processo immediato e, anzi, ci vorranno secoli. A decidere la nuova misura del tempo è un Papa e quindi tutti i Regni cattolici seguono immediatamente le indicazioni che arrivano da Roma. Per l'identico motivo i Paesi protestanti le rifiutano. In un primo momento la regina Elisabetta I d'Inghilterra sembra la più disponibile (tra i regnanti non cattolici) ad accettare, per semplici motivi pratici, la riforma. Ma i vescovi anglicani la considerano un espediente per favorire il ritorno del diabolico papismo nelle isole britanniche e fino al 1752 il Regno d'Inghilterra conserverà gli antichi metodi di misurazione del tempo. Per decenni in Irlanda la Pasqua diventa motivo di scontri sanguinosi tra comunità religiose: i ribelli cattolici la festeggiano in base alle regole di Gregorio XIII, gli occupanti inglesi pretendono il rispetto del «Vecchio stile», come viene definito.

Il primo Stato protestante ad adeguarsi alle regole di Gregorio è il ducato di Prussia, che fino al 1657 rimane un feudo della cattolica Polonia. Poi, spinti in buona misura da motivi commerciali, seguono, negli anni tra il 1699 e il 1701, Danimarca, Olanda e Germania e via via anche gli altri Paesi del Nord.

Le resistenze più forti arrivano, però, dall'Europa orientale e in particolare dalla Chiesa Ortodossa. In Russia devono salire al potere i comunisti per vincere le opposizioni alla nuova (ormai neppure più tanto) suddivisione del tempo. Il 24 gennaio del 1918 il Consiglio dei Commissari del popolo decide con un decreto che il 31 gennaio sarà seguito dal 14 febbraio e di applicare da quel momento in poi le regole dettate da Roma. La stessa Rivoluzione d'ottobre, a poche settimane dagli eventi, viene «trasferita» dalla riforma al 7 novembre. L'ultimo Paese europeo a capitolare è, però, la Grecia: nel febbraio del 1923 il governo militare al potere dopo la guerra persa contro la Turchia decide di abolire le ultime due settimane del mese e di adeguarsi al resto del continente.

sabato 30 aprile 2022

E il monaco sbagliò i calcoli sul Natale

tratto da "Il Giornale" del 29 Dicembre 2020

di Redazione

Tra tanti meriti e scoperte anche qualche errore. Dionigi il piccolo (ci teneva a essere chiamato così per distinguersi modestamente da grandi santi come Dionigi l'Aeropagita) era un monaco vissuto a Roma intorno al VI secolo dopo Cristo. Esperto di matematica e di Sacre Scritture ricevette dal Papa l'incarico di studiare un metodo per fissare la data della Pasqua. Durante i suoi studi iniziò a pensare che i calendari di allora dovevano essere riformati perché trascuravano l'evento centrale della vita della Chiesa: la nascita di Gesù. Le datazioni in voga prendevano il via dalla creazione del mondo secondo quanto ricostruibile dall'Antico Testamento, dalla fondazione di Roma, o, secondo tradizione, dall'inizio dell'impero di Diocleziano.

Partendo da un versetto del Vangelo di Luca in cui si dice che Giovanni Battista iniziò la sua predicazione «l'anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare» e che Gesù fu battezzato da Giovanni quando aveva circa 30 anni, fissò la sua nascita nell'anno 754 dalla fondazione di Roma, corrispondente al primo anno dell'era cristiana.

Non tutto filava liscio nel ragionamento. Un primo problema era che, come tutti gli uomini del suo tempo Dionigi non conosceva lo zero (che verrà introdotto più tardi dai matematici arabi). La sua datazione passa dunque dal 31 dicembre dell'anno 1 avanti Cristo, al primo gennaio dell'anno 1 dopo Cristo. Un'altra questione rilevante è, invece, storica. Gli studiosi moderni fissano con una certa sicurezza la morte di Erode il Grande (è lui a ordinare la strage degli innocenti per uccidere Gesù in culla) al 4 avanti Cristo. Partendo da questo dato ipotizzano che la nascita del Salvatore risalga dunque al 5 avanti Cristo o al 4 stesso. Comunque sia, la proposta di Dionigi finì per essere imposta da Carlo Magno in tutto il suo impero. E da lì è arrivata fino a oggi.

sabato 23 aprile 2022

Otto Rahn, un nazista alla ricerca del Sacro Graal

Tratto da "Il Giornale" del 28 luglio 2021:

di Emanuel Pietrobon

Dal novero delle figure che hanno plasmato maggiormente quell’epoca orrorifica e intrisa di misticismo che fu il nazismo, spesso e volentieri, viene escluso ingiustamente l’archeologo del mistero Otto Rahn.

Enigmatico, riservato e con un debole per le grandi leggende dell’Europa, dal mitico Sacro Graal ai segreti cabalistici dei perduti Catari, Rahn è passato alla storia come colui che, più di ogni altro, avrebbe cercato di cavalcare e capitalizzare la ventata di misticità che aveva pervaso la Germania nazista a partire dall’istituzione dell’Ahnenerbe.

Le origini

Otto Wilhelm Rahn nasce a Michelstadt (Germania) il 18 febbbraio 1904. Appassionato di folclore, miti fondativi e leggende medievali sin dalla tenera età, Rahn trascorre infanzia e adolescenza sui libri. Non libri qualsiasi, ma letture complesse, di un certo peso, utili a stuzzicare anche le menti più secche dal punto di vista dell’immaginazione e della fantasia. Libri incentrati sul Sacro Graal e sulle avventure di Parzival, nonché gli interi cicli di re Artù e dei Nibelunghi.

Terminato il ciclo di istruzione secondaria, nei primi anni Venti si iscrive all’univerità di Giessen per studiare storia. Qui avrebbe fatto la conoscenza del professore Baron van Gall, che lo avrebbe introdotto allo studio dei defunti albigesi, altresì noti come catari, e delle leggende esoteriche ruotanti attorno ad essi.

Non poté completare gli studi a causa dell’assenza di mezzi: privo del denaro necessario a coprire le spese universitarie, fu costretto a interrompere la frequenza ai corsi. La permanenza universitaria, ad ogni modo, gli sarebbe stata estremamente utile, perché poté dare una tinta accademica alla propria formazione da autodidatta.

La ricerca del Graal

Nella seconda metà degli anni Venti, chiuso il capitolo universitario, Rahn comincia a viaggiare in lungo e in largo per l’Europa utilizzando quei pochi soldi che ha a disposizione. Si era posto un obiettivo: fare luce sulla fine dei catari, la cui storia lo aveva stregato completamente. Era convinto, invero, che loro fossero stati gli ultimi custodi del Sacro Graal e che nei luoghi delle loro predicazioni andasse ricercata la leggendaria coppa.

Forte della fama acquisita, grazie alla sua conoscenza e al suo avventurismo, a cavallo tra la fine del Ventennio e i primordi degli anni Trenta avrebbe fatto ingresso nei circoli occultistici di Francia e Germania. Una svolta che gli avrebbe consentito di viaggiare più frequentemente e di mettere piede in luoghi prima inaccessibili, come il castello di Montségur – l’ultimo grande campo di battaglia della crociata albigese – e la chiesa di Rennes-le-Château – al centro dell’attenzione delle sette esoteriche sin dalla sua costruzione.

La sua passione lo avrebbe condotto lontano. Nel 1933, all’indomani della pubblicazione di un voluminoso resoconto dei suoi viaggi (Crociata contro il Graal), viene contattato dal numero due del neonato cancellierato nazista: Heinrich Himmler. Di lì a poco, cioè nel 1935, il faccendiere di Hitler avrebbe costituito un’agenzia specializzata in ricerca sull’occulto – la potente Ahnenerbe – e Rahn era stato avvicinato nell’ambito di tale progetto in divenire.

Gli agenti dell’Ahnenerbe avevano un solo compito: credere nell’impossibile. Un compito che, sotto la supervisione di Himmler, li avrebbe portati da un capo all’altro del pianeta alla ricerca di oggetti sacri, resti di civiltà perdute e portali verso altre dimensioni, dagli altipiani del Perù alle terre remote del Tibet. Un compito che Rahn avrebbe accettato con piacere, intravedendo l’opportunità della vita: trovare il Sacro Graal.

Himmler credeva nelle teorie di Rahn, anche perché realmente convinto dell’esistenza di reliquie in grado di conferire poteri preternaturali al possessore – cioè al Führer, che pochi anni più tardi, alla ricerca dell’invincibilità, si sarebbe appropriato della Lancia sacra –, e lo avrebbe spedito in una pluralità di posti da perscrutare a fondo: dai Pirenei all’Islanda – quest’ultima esplorata nell’ambito di una ricerca su Odino e Thor.

La morte

Rahn non avrebbe trovato né portali d’accesso al leggendario regno di Agarthi né il Santo Graal, ma avrebbe condensato in un libro (La corte di Lucifero) il tempo trascorso a visitare i meandri più orfici del Vecchio Continente per conto di Himmler. Il fallimento delle sue missioni, sulle quali l’Ahnenerbe aveva investito grandi risorse e riposto aspettative persino maggiori, avrebbe gettato le basi per la rottura tra Rahn e Himmler.

Nel 1939, dopo essere stato obbligato a servire presso il campo di concentramento di Dachau, Rahn rassegna le dimissioni. Diventa un uomo libero, anche se nuovamente in miseria e intrappolato in uno stato depressivo provocato dalle accuse di omosessualità e ascendenze giudaiche messe in circolazione dagli ex colleghi e dalla stampa.

Viene ritrovato senza vita nella giornata dell’11 aprile di quello stesso anno, morto assiderato tra le montagne che sovrastano Söll, un piccolo comune austriaco. Suicida per alcuni – perché emotivamente fragile e preda dell’alcolismo –, o “suicidato” per altri – assassinato dalla Gestapo su ordine di Himmler –, Rahn avrebbe portato con sé una caterva di misteri: dai tunnel scoperti sotto il castello di Montségur ai rituali perduti dei templari e dei sacerdoti catari, passando per la localizzazione del Santo Graal.

Non si saprà mai se la sua morte fu il frutto di una cospirazione omicida ordita dai vertici dell’Ahnenerbe o se il risultato inevitabile di una grave condizione depressiva non curata, ma ai seguaci di Rahn piace credere in una terza ipotesi: che l’aspirante templare abbia compiuto un’endura, il suicidio rituale con cui i druidi del catarismo, stanchi della dimensione mondana e di quell’involucro imprigionante che è il corpo, si toglievano la vita per ricongiungersi all’Altissimo.

giovedì 14 aprile 2022

Giorgio Galli, politica ed esoterismo dentro il Cremlino

tratto da "Il Giornale" del 5 maggio 2008

di Redazione

Mosca, agosto 1991. Un «comitato d'emergenza» cerca di rovesciare Mikhail Gorbaciov. I carri armati sferragliano per le strade, il mondo trattiene il fiato, finché interviene Eltsin che, con un magistrale coup de theatre, sventa il golpe, liquidando contemporaneamente Gorbaciov. Fu vera gloria? No, in realtà si trattò di una colossale truffa politico-mediatica, un falso golpe organizzato dallo stesso Eltsin per sbriciolare il Partito comunista e, con la scusa delle riforme liberal-democratiche, lanciare verso il Cremlino una nuova leva di autocrati, tutti legati a filo doppio al Kgb e al neo-capitalismo rampante. Tra costoro c'era anche un giovanotto di buone speranze e metodi piuttosto disinvolti. Di nome Vladimir Putin...

Nel libro La Russia da Fatima al riarmo atomico. Politica ed esoterismo all'ombra del Cremlino (Hobby&Work, pagg. 236, euro 16), Giorgio Galli, docente di Storia delle dottrine politiche presso l'Università degli Studi di Milano, notissimo studioso milanese nonché fresco ottuagenario, a strettissimo giro di posta dalle elezioni d'inizio marzo 2008 in Russia propone un'analisi particolarmente originale - come di consueto per questo intellettuale «eretico» - della realtà sovietica e post-sovietica. E lo fa seguendo due direttrici ben precise: la politica vera che si snoda tra falsi golpe e la proposta argomentata e per questo ancor più suggestiva e spiazzante di un'attenzione privilegiata del Vaticano per le guglie del Cremlino, passando attraverso le indicazioni e la regia di Suor Lucia, l'ultima testimone dei fatti prodigiosi di Fatima.
Di contorno, l'irresistibile ascesa degli uomini del Kgb-Fsb, nuovi araldi di un capitalismo poliziesco, la scalata dell'«uomo della Provvidenza», la questione energetica, la Chiesa Ortodossa e quella Romana, l'attuale Pontefice e Giovanni Paolo II, l'attuale Segretario di Stato Bertone, la non-Europa, le spie, il polonio.
Giorgio Galli, con impegno e la consueta dose di anticonformismo, offre un'indicazione di nuovi filoni di ricerca e interpretazione, andando a scavare negli ambiti oscuri della storia e della politica. Grazie a lui, si apre un'altra pagina interpretativa approfondita, anche inaspettata, del Novecento.
Pregi, difetti, passato, presente e futuro dell'era di Putin: sono questi i temi che caratterizzano il volume. Ma Galli non si accontenta di un'analisi dello stato delle cose; scava più in profondità, indagando anche sui rapporti occulti tra Vaticano e mondo slavo, sbirciando tra i segnali che preconizzavano il destino dell'orso russo nel XXI secolo.

sabato 9 aprile 2022

Il paradiso terrestre? Compie 5781 anni

tratto da "Il Giornale" del 9 Dicembre 2020

di Redazione

Le cronologie ebraiche e cinesi. In Iran Capodanno come ai tempi di Zoroastro

Per l'Onu e le altre organizzazioni internazionali, per il commercio e gli affari, il calendario è uno solo: quello voluto da Papa Gregorio dopo il Concilio di Trento. Ma almeno un'altra decina di metodi di suddivisione del tempo continuano a giocare un ruolo importante in questa o in quella area geografica (senza contare costruzioni come il calendario Maya, ormai passate ai libri di storia).

Uno dei più importanti, per le conseguenze anche pratiche che ha sulla vita di centinaia di milioni di persone, è il calendario islamico, detto anche Hijri: è basato sulle fasi lunari, ha una lunghezza di 354 o 355 giorni e parte da venerdì 16 luglio 622, giorno dell'Egira, il trasferimento di Maometto e dei suoi seguaci dalla Mecca a Medina (attualmente per gli islamici siamo nell'anno 1442, iniziato il 20 agosto scorso) e la creazione della prima comunità di fedeli.

Il calendario definisce il succedersi delle feste e dei rituali islamici. A partire naturalmente dal mese del Ramadan, il periodo di digiuno rituale (che viene anticipato ogni anno di circa 11 giorni rispetto al calendario solare). Da notare che anche nei Paesi islamici stipendi, affitti e altre scadenze civili vengono regolate secondo la scansione temporale in uso in Occidente. Iran e Afghanistan adottano, invece, a scopi civili, un calendario solare che inizia all'equinozio di primavera (Nowruz) e che affonda le sue radici nell'Iran preislamico e nella tradizione del culto zoroastriano. In Iran è una festa (non religiosa) del tutto paragonabile al capodanno occidentale

Inizia invece dalla creazione del mondo il calendario ebraico: i calcoli rabbinici la fissano esattamente a 5781 anni fa.

Il calendario è, come si dice, lunisolare: è basato cioè sulla lunghezza della fasi lunari. Aggiungendo, però, di tanto in tanto un mese (i tecnici parlano di intercalazione), secondo un ciclo stabilito di 19 anni, riesce a mantenersi più o meno in linea con quello solare. Più o meno, però, perché rimane 6 minuti e 40 secondi più lungo e dunque perde un giorno ogni 216 anni.

Lunisolare è anche il calendario cinese, già in uso ai tempi di Marco Polo e utilizzato fino alla caduta del governo imperiale nel 1912. Anche in questo caso la vita civile è governata dal calendario gregoriano, ma la tradizionale suddivisione del tempo definisce le date delle festività come il Capodanno o la Festa delle lanterne, importanti e celebrate non solo dai cinesi della madrepatria ma anche da quelli della diaspora. In più a ogni anno, secondo un ciclo di 12 anni, è associato un animale, a cui la tradizionale superstizione attribuisce significati di buono o cattivo augurio. Lo stesso accade per le date all'interno dell'anno a cui vengono attribuiti auspici di segno diverso.

La suddivisione del tempo è particolare anche nel senso che è tra le poche a non prevedere un conteggio infinito di anni, ma è basata su cicli di 60 anni che ai tempi dell'impero venivano fatti iniziare dall'ascesa al trono di un nuovo sovrano o dalla dichiarazione dell'imperatore che proclamava l'inizio di una nuova era. La prima, storicamente confermata, è quella della dinastia Jianyuan, nel 140 avanti Cristo.

mercoledì 6 aprile 2022

Iniziazione di Gesù in De Castro

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/sulliniziazione-di-gesu-e-giovanni/

Un breve passo sull’iniziazione di Gesù e Giovanni preso dal Mondo Secreto

Le storie, le leggende, i miti sull’iniziazione di Gesù ed i Misteri attorno alla sua vita mi hanno sempre affascinato, sin da quando, bambino, assistevo ad esempio alle celebrazioni del Venerdì Santo. Quei riti e quelle storie colpivano la mia immaginazione e allo stesso tempo ero affasciato dalla devozione che vedevo e percepivo nelle persone. Negli anni la curiosità e il desiderio di comprendere non sono svaniti, anzi, sono sempre alla ricerca di nuovi strumenti per esplorare mondi poco noti ed acquisire nuovi punti di vista.

Questa mattina mentre riordinavo un po’ di “vecchie carte” ho trovato una cartella intitolata Iniziazione di Gesù. Molti appunti sparsi, fotocopie e la bozza del secondo volume di Giovanni De Castro il Mondo Secreto. Questo ritrovamento ha risvegliato la mia coscienza ricordandomi che devo finire di approntare i nove volumi di De Castro. Tra i fogli sparsi ho trovato questa citazione presa dal volume appena citato.

“Giunta la sera stabilita i notturni segnali apparvero sulla montagna. Gesù e Giovanni si affrettarono a recarsi al luogo del convegno; nel quale trovarono un mandatario dell’Ordine vestito di bianco. Furono da costui guidati a subirele loro prove; senza le quali non avrebbero potuto entrare nel luogo ove erano radunati i membri dell’ordine; compiute le quali furono condotti nel seno dell’assemblea, ove i fratelli stavano seduti in semicerchio divisi secondo i quattro gradi della sapienza. Alla presenza di quei sapienti, le cui candide vesti porgevano testimonianza dell’innocenza del loro animo e della loro vita, i due giovinetti, con la mano destra appoggiata sul petto e la sinistra stesa lungo il fianco, pronunciarono con purissimo affetto i loro voti, e promisero di rinunciare ai tesori terrestri, alla gloria e alla potenza di quaggiù; e giurarono, dando e ricevendo un bacio fraterno, obbedienza e segretezza. Dopo di che furono (così volevano gli statuti dell’ordine) condotti in una remota caverna, ove restarono tre giorni e tre notti a meditare sulla nuova vita a cui erano chiamati; e la terza sera furono ricondotti nell’assemblea per essere interrogati, ed indi per pregare in comune; e ricevuto di bel nuovo fraterno bacio, furono vestiti di bianco, meritando quel simbolo con la schiettezza e purezza del cuore; e si diede loro un piccolo alveare, emblema dell’operosità della setta. Intonato il canto di lode e sedutisi da soli, come impongono le regole dell’ordine, e non in comune, al banchetto d’amore e di carità, furono congedati, affinché rimanessero in completa solitudine dodici lune, nella custodia dell’antico, per rendersi degni delle novelle iniziazioni.     

 Passato l’anno, l’ordine li riebbe più ferventi che mai, e più deliberati alla missione che avevano assunta. Nella meditazione e nel digiuno il loro spirito grandeggiò, e gli inattesi incrementi svelarono la natura e la potenza divina. Però i successivi gradi si dischiusero ad essi come a figli amatissimi; e compiute le obbligatorie e rituali prove ebbero nell’ordine seggio degno della loro sapienza e delle loro virtù”.

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Commentare questo breve passo sull’iniziazione di Gesù, o anche solo commentare le parole che ho riportato in grassetto richiederebbe svariate pagine, quindi mi limiterò ad una sintetica chiosa.

È mia intenzione, leggere questo passo come una “favola”, ma in questa “favola” ci sono degli elementi che sono o dovrebbero essere caratteristici di molte scuole iniziatiche passate e presenti. Il mio interesse non è la veridicità storica del passo riportato, ma l’universalità del messaggio del mito. Mi limiterò a sottolineare un paio di punti in comune con le scuole iniziatiche. Tipico delle scuole iniziatiche è il giuramento obbedienza e segretezza, non deve stupire che lo si ritrovi nella iniziazione degli Esseni e che anche l’iniziazione di Gesù lo preveda. L’essere vestiti di bianco da un lato rimanda al candidato e dall’altro alla purezza che la maggior parte delle scuole iniziatiche hanno come divisa, è quasi superfluo ricordare che questo è il colore del grembiulino che cinge i fianchi degli Apprendisti Accettati nella Libera Muratoria e dei Sovrani Grandi Ispettori Generali insigniti del trentatreesimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato. La metafora o simbolo dell’alveare è presente nella tradizione ermetica, e ad esso ed alle api fanno riferimento numerosi autori di scuola Rosa+Croce, come la famosa rosa alveare che su trova nel testo Summum Bonun di R. Fludd ed il motto Dat Rosa Mel Apibus. Il periodo di solitudine di dodici lune, simile alla lunghezza di un anno ha molteplici richiami con le scuole iniziatiche. Palesi sono anche i richiami ad esempio al pitagorismo. In ultimo, nonostante ai candidati siano state riconosciute qualità divine, la scuola degli Esseni non si esenta dal compiere le obbligatorie e rituali prove; questo è quanto avviene o dovrebbe avvenire in ogni società Tradizionale ed Iniziatica. Non importa chi sia il candidato, la ritualità e le prove non sono un orpello. In ultimo, mi preme sottolineare come le prove iniziatiche si subiscano.                                          

A queste brevi e veloci considerazioni se ne potrebbero aggiungere molte altre e di varia e più profonda natura, ma l’ora è tarda…

… a te continuarle

venerdì 1 aprile 2022

Enigmi e Misteri delle Porte Magiche in Italia. E non solo… - Vol. 2

Nel VOLUME I avete avuto modo di affacciarvi sugli Enigmi e Misteri legati alla PORTA MAGICA di Roma. Siete entrati di soppiatto nel laboratorio del Marchese Massimiliano Palombara e avete fatto parte, per qualche momento, del cenacolo Alchemico creato a Roma dall’ex Regina Cristina di Svezia.

In questo VOLUME II esplorerete altre due Porte Magiche, una a Rivodutri (Rieti) ed una nel Magico Salento, a Corigliano d’Otranto, ma in questo secondo viaggio incontrerete anche altre strane iscrizioni, misteriosi personaggi e – quasi dulcis in fundo – anche una blasfema ipotesi sul Manoscritto Voynich, definito “il libro più misterioso del mondo”.


venerdì 25 marzo 2022

Tutti gli X Files del fascismo

tratto da "Il Giornale" del 28-9-2021

di Luca Gallesi

Era il 2000, quando gli studiosi del Centro Ufologico Nazionale, guidati da Roberto Pinotti e Alfredo Lissoni, resero note le conclusioni delle loro ricerche, durate quattro anni, sulle segnalazioni di “oggetti volanti non identificati” (UFO) registrate durante il ventennio mussoliniano. La presenza, nei cieli italiani, di “aeromobili non convenzionali”, come tali fenomeni vennero ufficialmente chiamati, non passò inosservata dal Regime, che, oltre a censurare la pubblicazione di tutte le notizie al riguardo, istituì, presso l’Università La Sapienza di Roma, una struttura governativa per monitorare quelle che si pensava fossero nuove armi segrete in possesso delle potenze nemiche.

Stiamo parlando del Gabinetto RS (Ricerche Speciali)/33, a capo del quale Benito Mussolini volle mettere il senatore Guglielmo Marconi con l’incarico di approfondire i retroscena dell’atterraggio di un oggetto misterioso avvenuto a Vergiate, in Lombardia il 13 giugno 1933. In realtà, più che di un atterraggio, si trattò di uno schianto, con la misteriosa aeromobile che si distrusse nell’impatto con il suolo, lasciando accanto al cumulo di rottami i cadaveri di due piloti, descritti come “alti 1,80, dai capelli biondi e gli occhi chiari”. Le salme vennero rapidamente trasportate nei capannoni della vicina Siai-Marchetti, dove, conservate in formalina, rimasero custodite per una dozzina d’anni, fino a quando, dopo la guerra, l’aviazione militare americana, che aveva occupato gli stabilimenti, trasportò i misteriosi reperti negli Usa. Il velivolo, secondo le testimonianze raccolte, era “di forma cilindrica, con oblò sulla fiancata da cui uscivano luci bianche e rosse”, e risulta curiosamente molto simile a quello di un altro avvistamento, registrato tre anni dopo nei cieli di Mestre, quando un’astronave descritta come “un disco metallico netto e lucente” sorvolò il Veneto, seguita da “una sorta di lungo tubo metallico grigio o ardesia”.

A proposito della veridicità di questi fatti, che in qualche modo possiamo considerare come la “Roswell nostrana”, va detto, però, che le fonti non sono inattaccabili, visto che si riducono a una decina di documenti, spediti nel 1996 da una fonte anonima al già citato studioso di ufologia Roberto Pinotti, che ne rivelò, appunto, l’esistenza. Si tratta di alcune lettere su carta intestata del Senato del Regno dove si riferisce dell’avvistamento del 1936, e di alcuni telegrammi dell’Agenzia De Stefani spediti dall’Ufficio telegrafico di Milano, classificati “Riservatissimo – lampo- priorità su tutte le priorità” che, in data 13 giugno 1933, dispongono, per “ordine personale del Duce”, l’assoluto silenzio “su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto”, minacciando “anche at personale e giornalisti pene previste per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello stato”.

Nella ridda di ipotesi e versioni dei fatti seguite alla pubblicazione di questi documenti, l’interpretazione che sembra più accreditata è che tali eventi, più che a visitatori alieni, facessero riferimento a tecnologie aerospaziali segrete usate in esperimenti militari, come quel misterioso “raggio della morte” scoperto da Guglielmo Marconi, e da lui occultato rapidamente per le spaventose conseguenze, che avrebbero potuto addirittura sterminare l’umanità.

Altri indizi a sostegno della pista militare provengono da un testimone pienamente attendibile: il corrispondente di guerra, e ufficiale di complemento, Luigi Romersa. Fu il celebre giornalista, infatti, che nel 1944, incaricato personalmente da Mussolini, si recò a visitare la base missilistica tedesca di Peenemuende, dove Wernher von Braun, con cui avrebbe stretto una solida amicizia durata tutta la vita, stava sviluppando il progetto V2 e le altre armi segrete tedesca tra cui la cosiddetta “atomica di Hitler”. Come racconta lui stesso, il 12 ottobre 1944 assisté, unico straniero ammesso, all’esperimento tenuto in una piccola isola del Baltico, Ruegen; qui vide la deflagrazione di un nuovo esplosivo, che, dopo aver emesso una luce abbagliante, incenerì una vasta area, per molte ore dichiarata off-limits a causa delle radiazioni.

Ma la testimonianza più interessante riguarda i nuovi, segretissimi velivoli del Reich, sviluppati da una squadra di scienziati che, grazie alla protezione di Himmler, potevano usufruire di risorse illimitate per i loro progetti. Romersa, nel suo libro sulle Armi segrete di Hitler, scrive di aeroplani dalla velocità sorprendente, tra i quali “esisteva anche un tipo di apparecchio di forma ellittica, battezzato dai tedeschi Fliegende Untertasse, ovvero “Piatto volante”. (…) Di aeroplani a forma di dischi -continua Romersa- parlarono nella famosa riunione alla Cancelleria di Berlino Hitler, Goering, Ribbentropp, Keitel, Bormann, Doenitz, Raeder e Guderian. Successivamente, nel suo quartier generale di Rastenburg, il Führer ricevette alcuni tecnici e, fra le varie relazioni, ascoltò anche quella dello scienziato Albert Scholz, che gli parlò di un mezzo di forma circolare, capace di volare alla velocità di 2000 chilometri orari”.

E, a conferma di quanto ascoltato, Romersa riporta la testimonianza di un pilota di questi straordinari velivoli: “Aveva l’aspetto di un mostro, un gigantesco polipo, per via di quella cabina centrale trasparente. Salii a bordo e feci la prova motori. Funzionavano perfettamente. Dopo una settimana circa di lavoro febbrile, il disco riuscì finalmente a staccarsi da terra. Volò. La fine, però era imminente: il campo venne distrutto con cariche di dinamite e la “trottola” saltò in aria con il resto del materiale”. Le testimonianze di Romersa furono indirettamente confermate dalla stampa americana quando, il 14 dicembre 1944, sul New York Times, apparve la notizia dell’avvistamento di un nuovo tipo d’arma di forma elicoidale, notata da alcuni aviatori alleati, che videro, e riuscirono a fotografare, anche delle piccole sfere luminose che li seguivano in volo.

A questo punto, possiamo supporre che, dopo la guerra e grazie al passaggio di Von Braun e dei suoi collaboratori al servizio degli Americani, la Nasa, prima di arrivare a concepire lo sbarco sulla Luna, abbia sperimentato prototipi militari di nuove aeromobili, inevitabilmente destinate ad alimentare il mito degli Ufo. Ipotesi che, però, non esclude l’esistenza, accanto ai dischi volanti decollati dalle basi militari segrete, anche di altri oggetti volanti non identificati, provenienti, questi sì, dall’iperspazio.


sabato 12 marzo 2022

Dagli antichi altari al culto di Satana

a cura di Antonia Depalma e Vincenzo de Lisio

Collana Universo del Mistero diretta da Mario Contino

(I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)



Ecco una nuova singolare pubblicazione dal titolo significativo “Dagli antichi altari al culto di Satana” a cura di Antonia Depalma e Vincenzo de Lisio - Collana Universo del Mistero diretta da Mario Contino (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno). Antiche pratiche, talvolta basate sul bisogno di una conoscenza più autentica, sono state assoggettate ad un relativismo temporale che ha modificato, di generazione in generazione, l'agire, ed ha integrato un simbolismo sempre più ampio distaccandosi, talvolta, dagli usi più arcaici in favore di nuovi approcci. Questo volume si pone come manuale per la conoscenza storica e simbolica, a fini investigativi nell'ambito della criminogenesi e della criminodinamica, analizzando le correnti che caratterizzano il mondo dell’iniziatico e dell’occulto che, nella sua complessità, ha dato origine a forme devianti e che talvolta diventa il protagonista di scenari di cronaca nera.

“Il pluralismo religioso presente in Italia, di cui la Costituzione della Repubblica è garante, ricalca anche il Credo di antichissime religioni. Frutto di studio, ricerca ed analisi, “Dagli antichi altari al culto di Satana” si pone come fine quello di analizzare i culti più arcaici per giungere ad una spiegazione precisa ed esaustiva circa la diffusione del fenomeno nelle varie forme che lo connotano e nell'aspetto riguardante il suo relativismo geografico e temporale. Negli ultimi secoli, gli studi archeologici hanno portato alla luce informazioni che hanno permesso di confermare quanto già affermato da H.Spencer, sulla scia delle teorie evoluzionistiche di C. Darwin, il quale sostenne che la nuova società si origina dalle ceneri della “vecchia” società, portando con sé un patrimonio genetico di valori, credenze e tradizioni trasmesse dalle culture progenitrici più antiche.

Questo libro, a seguito di un'attenta e propedeutica analisi storica e simbologica di matrice esoterica e satanista, si sofferma sugli aspetti che riguardano le religioni legate al culto di Satana ben distinguendo quelle subculture che, non avendo alcuna correlazione con l'aspetto spirituale, si limitano a mettere in pratica quel comportamento sociologicamente e giuridicamente definito “deviante” che assume, così, valenza criminologica. La criminologia clinica - quale scienza eziologica - incontrerà la sociologia, l'antropologia e la giurisprudenza. Prendendo le distanze da ogni luogo comune, verrà spiegata con obiettività la fattispecie storico-culturale definita di matrice satanista ed il sound scandinavo del Black Metal Inner Circle, analizzandone gli aspetti riguardanti la correlazione tra musica e satanismo che verrà affrontata anche nell'analisi di altri casi criminologicamente rilevanti; particolare attenzione verrà dedicata ad alcuni colde cases rimasti negli archivi di cronaca nera internazionale. (Antonia Depalma)

Info link I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno:

https://iquadernidelbardoedizionidistefanodonno.com/posts/6853146984567667361?hl=it

Giunti al Punto

https://www.giuntialpunto.it/product/b09t63d3xy/libri-dagli-antichi-altari-al-culto-di-satana-analisi-


mercoledì 2 marzo 2022

Esoterico, anarchico e cronista

tratto da "Il Giornale" del 19 ottobre 2008

Una folla di eteronimi, molti più di qualsiasi altro scrittore del Novecento. Fernando Pessoa è stato maestro, ingegnere navale, barone, poeta, aiutante contabile, filosofo e molto altro ancora, tanto da dichiararsi «multiplo, come una stanza dagli innumerevoli specchi fantastici». Ma da dove nasce questa passione nel dissimularsi? Una risposta si può trovare nell'antologia di Poesie esoteriche (Guanda, pagg. 148, euro 14, a cura di Francesco Zambon), e coincide con riti e pratiche per iniziati. Esoterismo e teosofia hanno dominato l'opera del portoghese, tanto da fargli dichiarare: «Credo nell'esistenza di mondi superiori al nostro e di abitanti di questi mondi, in esperienze di diversi gradi di spiritualità, che si assottigliano fino ad arrivare a un Ente Supremo che presumibilmente ha creato questo mondo».

Le Cronache della vita che passa (Passigli, pagg. 91, euro 8,50, trad. P. Collo) conferma quest'interesse: accanto alla raccolta di corsivi pubblicati da O Jornal nel 1915 trovano spazio altri due articoli successivi, sempre a firma di Pessoa - di cui è stato ora ristampato da Guanda Il banchiere anarchico, a torto indicato dall'editore come opera prima inedita in Italia (pagg. 110, euro 10, trad. L. Carra e C.M. Valentinetti). Nelle due cronache è raccontata la storia del mago inglese Edward Alexander «Aleister» Crowley, poi riparato in Italia. Qui la cronaca si fa ultradettagliata, con tanto di appunti del capo della polizia De Bono inviati al Duce sul cittadino britannico, in seguito espulso dal Belpaese. E a distanza di settant'anni dalla pubblicazione ci conferma la forte attrazione dello scrittore per culti e cerimoniali segreti.

domenica 27 febbraio 2022

“VAMPIRI SEPOLTURA E MORTE” DI PAUL BARBER (PRATICHE, 1994): CASOMAI VI SERVISSE!

 In collaborazione con Simone Berni: https://www.cacciatoredilibri.com/vampiri-sepoltura-e-morte-di-paul-barber-pratiche-1994-casomai-vi-servisse/

Una piccola notizia libraria per gli appassionati di vampiri dal sito Cacciatore di libri.


ONZA LIBRERIA LIBRACCIO Piazza Indipendenza – Sabato 29 Gennaio 2022 Oggi alla libreria è stato avvistato un raro libro della collana Nuovi Saggi della casa editrice, non più in attività, Pratiche di Parma.

Si tratta di Vampiri: sepoltura e morte di Paul Barber (Parma, Pratiche, 1994); traduzione di Chiara Gabutti, prima ed unica edizione. Piuttosto costoso al tempo (38.000 lire), era oggi in vendita a 12 €.

Si segnala con la speranza che possa essere utile agli amanti delle tematiche legate al mistero, in particolar modo a quelle sui Vampiri. Il libro è raro, scomparsissimo dai canali di vendita. Una copia è stata venduta a dicembre 2021 per 85 €.

[Segnalazione di Alessandro Piana]



sabato 19 febbraio 2022

Citazioni dal Corpus Hermeticum

Dove correte, o uomini, ubriachi per aver tracannato puro il vino dell'ignoranza, sì che nemmeno potete sopportarlo, e già lo state vomitando? Tornate sobri, smettetela! Alzate lo sguardo con gli occhi del cuore, e se non tutti voi potete, lo facciano almeno quelli che possono. Giacché il male dell'ignoranza sommerge tutta la terra e rovina l'anima imprigionata nel corpo, senza lasciarla approdare al porto della salvezza.

Tutto ciò che è stato generato è imperfetto e divisibile, cresce e diminuisce; niente di questo accade a ciò che è perfetto; ciò che cresce trae la sua crescita dalla monade, ma è preda della sua debolezza nel momento in cui non è in grado di contenere la monade.

Puoi forse vedere o prendere con le mani il tuo pensiero e contemplare l'immagine di Dio? Se dunque anche ciò che è in te è per te invisibile, come potrebbe Dio manifestarsi in te attraverso i tuoi occhi?

Dio dunque non ignora l'uomo, anzi lo conosce e vuole essere da lui conosciuto. Questa è la sola salvezza per l'uomo, la conoscenza di Dio: questa è l'ascesa all'Olimpo.

Dio crea tutte le cose da se stesso e tutte le cose sono parti di Dio, e se tutte sono parti di Dio, Dio è tutto. Poiché crea tutte le cose, crea anche se stesso e non può smettere di creare ,come non può smettere di essere. E come Dio non ha fine, così la sua opera non ha né inizio né fine.

Questo è dunque l'eternità, che non ha né inizio né fine, che, fissa nella legge immutabile del suo corso, compie la sua rivoluzione con un movimento perpetuo: alternativamente nasce e muore in alcune sue parti, cosicché, attraverso il variare dei momenti, le parti in cui ora muore sono le stesse in cui poi rinasce. Questo è infatti il moto circolare, legge di rotazione, in cui tutte le cose sono talmente connesse tra loro da ignorare quale sia l'inizio - se ve n'è uno - della rotazione, giacché ogni suo punto sembra sempre sia precedere che seguire.