(tratto da http://www.hesperya.net/ghost-hunting/)
Definire il Ghost Hunting
una vera e propria scienza attualmente è improprio. Possiamo
consideralo quella branca della ricerca
parapsicologica che cerca di dare una risposta, con mezzi
scientifici, a quelle fenomenologie paranormali che interessano i
presunti casi di apparizioni o
infestazioni spettrali.
Sin dall’antichità l’uomo ha sempre
creduto all’esistenza di una vita dopo la morte e ha sempre cercato di
entrare in contattato con i defunti. Tutto questo
interesse nasce dall’esigenza di credere all’immortalità della
coscienza e rassicurarsi contro l’angoscia e la paura della morte.
Credere ai fantasmi non è mai stata una vera esigenza ma già in
tempi più remoti ci sono state esperienze tramandate fino a noi. Una
di queste è raccontata da Plinio il Giovane che parla di un caso
riguardante il filosofo greco Atenodoro ( I sec. a.C.)
e descrive le paure per qualcosa che non conosce; lo sgomento per
comunicazione difficile da stabilire rispetto a quello che a noi appare
superiore; il conforto per ciò che sembra darci una
speranza dopo la morte.
Il primo vero pioniere della pratica
del Ghost Hunting fu Harry Price. Egli, nell’Inghilterra della seconda
metà dell’Ottocento, cercò di applicare il rigore
dell’indagine scientifica a quel delicato equilibrio di filosofia e
fede che era intrinseco nella metafisica di quel periodo storico. Price
rese pubblica una materia tanto eccentrica e
sconosciuta come quella “della caccia ai fantasmi” utilizzando un
metodo che ancora oggi possiamo ritenere valido che consisteva nel
stabilire una scala di variazioni di temperatura e di
pressione, che erano punti comuni in ogni sospetta vera apparizione
spettrale. Sfruttando questi nuovi parametri, Price smascherò inoltre
una serie impressionante di falsi medium.
Con il passare degli anni e con il
progredire della tecnologia, il “cacciatore di fantasmi” è diventato un
vero e proprio ricercatore, che utilizza una
strumentazione sofisticata quanto complessa, atta rilevare
l’interazione fisica del fenomeno paranormale nell’ambiente in cui lo
stesso si verifica. Lo scopo del Ghost Hunter è proprio quello di
documentare con più precisione possibile eventuali fenomeni
paranormali al fine di raccogliere una valida documentazione che
permetta poi un approfondimento da parte di studiosi ed esperti. Il
Ghost Hunter conduce preferibilmente la sua indagine in un ambiente
inquinato il meno possibile da fattori esterni, per poter avere quindi
una visione più reale della situazione investigata.
Proprio per questo molti investigatori del paranormale conducono le
ricerche in quel lasso di tempo che va dal tramonto all’alba: quando i
rumori quotidiani tacciono e l’attenzione è tutta per
quei suoni che durante il giorno possono sfuggire. Percepire la
presenza di un fantasma è in assoluto il tipo di esperienza più
insolita, che non può non lasciare un segno nella vita di chi la
vive. In alcuni luoghi infestati si può persino sentire l’odore di
uno spirito, fino ad arrivare a provare sensazioni contrastanti di
tristezza e rabbia o di pace e tranquillità.
Oggi, in un mondo attento solo
all’aspetto materiale e che nega tutto quello che non si può né vedere
né sentire, è molto difficile parlare di argomenti che vanno
oltre l’esperienza sensibile e che, soprattutto, si affacciano al
mondo del paranormale. Eppure, così concentrati su quello che ci
circonda, non pensiamo che le stelle che di notte scorgiamo nel
cielo non esistono più da migliaia di anni. Quei puntini bianchi
splendenti, che ancora vediamo, non sono allora i “fantasmi” di quelle
stelle che hanno smesso di brillare?