mercoledì 29 ottobre 2025

Vril, la società del mistero dietro la nascita del nazismo

tratto da "Insideover" del 16 Novembre 2021

di Pietro Emanueli


L’era nazista non è durata un millennio come avrebbe voluto il Führer, ma quei dodici anni sono stati sufficienti a catalizzare l’ingresso della storia dell’Uomo in una nuova età: l’età della Guerra fredda, della decolonizzazione e della fine definitiva e irreversibile del sistema europeo degli Stati. E ancora oggi, dopo quasi un secolo, quella nazista continua ad essere la saga storica che, più di ogni altra – anche più dello scontro egemonico tra Stati Uniti e Unione Sovietica –, solletica maggiormente l’immaginazione e l’attenzione di scrittori e sceneggiatori.

I motivi alla base dell’eterno interesse verso il nazismo sono plurimi, poiché spazianti dalla curiosità antropologica alla trasmissione della memoria e dalla ricerca storica alla fascinazione verso il lato misterico e arcano del Mito del ventesimo secolo. Perché il nazismo fu sì odio, sangue e guerra, ma fu anche criptoarcheologia, esoterismo, occultismo, teosofia e ufologia. Perché il nazismo non produsse soltanto Joseph Goebbels, Alfred Rosenberg e Reinhard Heydrich, essendo stato anche il cacciatore di tesori perduti Otto Rahn, lo stregone Karl Maria Wiligut e l’enigmatico Rudolf Hess. Perché il nazismo non fu solo SS e Luftwaffe, ma fu anche Ahnenerbe, Thule e Società del Vril.

Vril come mito

Vril è un termine proveniente dalla mitologia indiana che in Europa compare per la prima volta in un romanzo scientifico del 1871, intitolato Vril. The Power of Coming Race (ndr, in Italia edito come La razza futura) e frutto dell’immaginazione dell’autore inglese Edward Bulwer-Lytton. Vril, in questo romanzo, non ha a che fare con gli uomini, non è una società segreta né una setta, essendo una sostanza vivificante, energizzante, che dona a chi ne fa uso dei poteri magici.

Nel titolo è contenuta la trama del romanzo: Vril, la sostanza che dà la vita (e dei poteri preternaturali), e la razza del futuro, identificata con una misteriosa civiltà dall’aspetto biondo-nordico che vive nella Terra cava e i cui membri si chiamano tra loro Vril-ya. Il protagonista del romanzo verrà a contatto con il Vril e coi Vril-ya fortuitamente, scoprendone la storia e apprezzandone l’evidente superiorità agli esseri umani.

Un romanzo intrigante, avvincente, che avrebbe fatto la fortuna dello scrittore-esoterista Bulwer-Lytton, spianando la strada ai generi fantascientifico e distopico, ma nient’altro che un romanzo. Alcuni contemporanei dell’autore, però, in quel libro avrebbero trovato dell’altro, oltre a del buon intrattenimento: segreti antichi, messaggi subliminali, ricette magiche e indizi utili a raggiungere la Terra cava – tema, quest’ultimo, che all’epoca non era ritenuto così irrealistico.

Il libro di Bulwer-Lytton, in breve tempo, avrebbe riempito le librerie dei comuni mortali come quelle degli esoteristi, degli occultisti, dei massoni, degli appassionati del mistero, esercitando un’influenza notevole sui mostri sacri dell’arcano dell’epoca, tra i quali la genitrice della teosofia Helena Blavatsky e il ricercatore di Atlantide William Scott-Elliot. Un’influenza destinata ad aumentare nel corso degli anni, in particolar modo della Germania prenazista.

Vril come realtà

Vril nasce e muore con Bulwer-Lytton almeno fino a quando, nel 1960, i ricercatori francesi Louis Pauwels e Jacques Bergier avrebbero fatto una scoperta sensazionalistica: dei seguaci della via della mano sinistra della Germania weimariana avrebbero fondato una società segreta con quel nome, giocando un ruolo determinante nel temprare quelli che di lì a breve avrebbero dato vita al nazionalsocialismo.

Quella descritta da Pauwels e Bergier ne Il mattino dei maghi porta il nome di Società del Vril (Vril-Gesellschaft) e la sua storia, da loro ricostruita parzialmente, sarebbe stata la seguente. Fondata durante o dopo la Grande guerra, questa loggia chiusa sarebbe stata il frutto del grembo della Società di Thule e avrebbe stretto legami con le più potenti realtà occultistiche dell’epoca, come ad esempio l’Ordine ermetico dell’alba dorata.

All’indomani della commercializzazione del libro – amato dal pubblico ma stroncato dalla critica per via della carenza di fonti -, i lettori più ostinati, al termine di una scrupolosa ricerca storico-bibliografica, avrebbero trovato le possibili prove a supporto della tesi di Pauwels e Bergier: una società del genere era stata effettivamente menzionata nel 1947 dall’ingegnere aerospaziale Willy Ley.

Ley, che si era trasferito dalla Germania agli Stati Uniti alla vigilia della seconda guerra mondiale, in un articolo pubblicato sulla rivista Astounding Science Fiction aveva raccontato dei suoi trascorsi con il misticismo nazista, facendo il nome di un circolo esoterico ultrasegreto, la Società per la Verità (Wahrheisgesellschaft), i cui membri sarebbero stati alla ricerca del Vril per scopi militari.

A partire dal 1960, causa il lavoro di Pauwels e Bergier e complice l’estumulazione degli scritti di Ley, storici e amatori avrebbero cominciato a scavare più a fondo sulla questione, scoprendo di volta in volta nuove cose e rafforzando, più che diminuendo, la nube di mistero avvolgente la Società del Vril.

Le ricerche successive

La Società del Vril è uscita ufficialmente dal reame della finzione, entrando in quello della storia, soltanto di recente, ovverosia nel 2002, anno della pubblicazione di uno dei libri più importanti mai scritti sul misticismo nazista: Sole nero. Nell’opera, firmata dall’esperto di nazismo di fama mondiale Nicholas Goodrick-Clarke, la storia di questa società viene ripercorsa per la prima volta, con dovizia di particolari, grazie a delle fonti (attendibili) in lingua tedesca.

La storia della Società del Vril, così come ricostruita dalle ricerche dell’oggi defunto Goodrick-Clarke, è la storia di una piccola ma potente setta dedita a pratiche esoteriche e dotata di un nome anonimo: il Gruppo di lavoro del Reich (Reichsarbeitsgemeinschaft). Un nome trasudante burocrazia e giustificato dalla natura della setta: era esoterica, sì, ma operava per conto del governo.

Perché la setta sarebbe stata associata al Vril da Ley, Pauwels e Bergier era risultato abbastanza evidente al professore: i membri credevano fermamente nell’esistenza di questa sostanza, che sarebbe stata utilizzata dagli antichi egizi e dagli aztechi per costruire le piramidi, e dedicarono la vita alla sua ricerca, convinti che potesse essere impiegata per donare ai tedeschi un’intelligenza soprannaturale e permettere ai nazisti di sviluppare delle armi imbattibili.

Riconfermando le tesi di Pauwels e Bergier, Goodrick-Clarke fece risalire le origini di questa società segreta a Thule, collocandone la nascita nel dopo-rivoluzione bavarese – maggio 1919 – e trovandone il casus nativitatis, oltre che nel focus sul Vril, in un maggiore attaccamento alla magia antica, nell’immedesimazione dei membri con i Cavalieri templari e nella credenza alle teorie sugli extraterrestri.

La Società del Vril, in breve, sarebbe stata costituita dagli oltranzisti dell’occultismo di Thule, dalla quale, comunque, non si sarebbe mai separata. Al contrario, i seguaci del Vril avrebbero completato e complementato il lavoro dei progenitori, siglando alleanze fuori – Ordine ermetico dell’alba dorata – e dentro il Vecchio Continente – Signori della pietra nera (DHvSS, Die Herren vom Schwarzen Stein) – e facendo proseliti tra geografi e scienziati. I primi per scoprire dove si nascondesse il Vril e i secondi per poterlo utilizzare.

Curiosamente, ma non sorprendentemente, le teorie dei seguaci del Vril avrebbero riscosso una tremenda popolarità nella Germania prenazista, contribuendo in maniera considerevole al successo di Thule e stregando la prima generazione di nazisti. Tra coloro che avrebbero aderito alla società segreta, perché anelanti a possedere questa sostanza primordiale, nata insieme all’universo, Goodrick-Clarke elencò con certezza il geopolitico Karl Haushofer e il fisico Winfried Otto Schumann, non riuscendo a confermare né a smentire, però, le indiscrezioni sull’appartenenza di Adolf Hitler, Heinrich Himmler, Rudolf Hess, Hermann Goring e Theodor Morell.

Ley, in quell’articolo-denuncia del 1947, aveva definito i seguaci del Vril dei folli, dicendosi scioccato dalla circolazione e dall’influenza di tali teorie negli ambienti del misticismo nazista. Il pubblico ha potuto comprendere pienamente il significato di quella testimonianza più di cinquant’anni più tardi, nel 2002, grazie al lavoro encomiabile del professor Goodrick-Clarke.

sabato 18 ottobre 2025

CONCLUSO IL GALA’ DEL "BOOK TRAILER LUXCO FEST"

CONCLUSO CON SUCCESSO E PLAUSI DEI GIURATI AL VINCITORE IL GALA’ DEL
"BOOK TRAILER LUXCO FEST" SVOLTOSI IL 12 OTTOBRE 2025 AL SIMON HOTEL
DI POMEZIA.

La ricercatrice italiana del fenomeno UAP/AEROSPAZIO dott.ssa Francesca Bittarello, suggella un altro successo organizzativo ma come sottolinea lei stessa :”Questo è un evento edizione uno legato all’audiovisivo e alla cultura libraria che si discosta dagli eventi che sono abituata a organizzare su Aeronautica e Aerospazio/UAP ma che da subito ho capito potesse diventare un evento clou che coniugasse cinema e libri un connubio imprescindibile ma che pochi portano avanti, un book trailer è l’anima movie di un libro e non in ultimo aiuta il libro ad essere conosciuto da una fetta sempre maggiore di pubblico”.
I Giurati che hanno deciso i vincitori della prima edizione del BOOK TRAILER LUX-CO FEST 2025: sono stati scelti dall’organizzatrice in maniera eterogenea ma di alta qualità professionale, il Dott. Mario Sante Belli - Direttore Generale Simon Hotel Pomezia e Aprilia; la Dott.ssa Eleonora Felici - Social Media Manager - Customer Satisfation; il Sig. Saverio Pagliuso - Consigliere Comune di Pomezia Fratelli D'Italia; Antonella Laganà - Artista Pittrice riconosciuta in ambito internazionale.
Vincitore della prima edizione 2025 l’autore Kempes Astolfi con il book trailer del libro “La Rapina delle Pizze” e come dice lui stesso “Un ringraziamento immenso va all'organizzatrice di questo meraviglioso festival, Francesca Bittarello, che ha creduto nel potere delle storie raccontate per immagini e ha creato uno spazio dove la letteratura incontra il cinema. Grazie per aver reso possibile tutto questo. Un grazie profondo alla Giuria - Saverio Pagliuso, l'artista italo-francese Antonella Laganà ed Eleonora Felici - per aver visto qualcosa di speciale nel mio lavoro. La vostra sensibilità e competenza mi onorano”
Dopo i saluti sono stati proiettati nel maxi-schermo i tanti Book Trailer partecipanti ovvero filmati audiovisivi cinematografici che raccontano il libro. Dopo la proiezione nel maxi-schermo dei Book trailer e seguita la premiazione dei vincitori con le motivazioni della giuria per il quale hanno vinto.
Durante la giornata anche assaggi gratuiti per il pubblico di aziende partner per gli eventi della LUXCO EDIZIONI tra i quali il rinomato negozio caseario DOP il Bocconcino di Aprilia e Roma e il negozio dolciario Dolci Momenti Naima con raffinati confetti di Sulmona.
Per informazioni e rivedere i momenti salienti dell’evento www.booktrailerluxcofest.it. E già l’organizzatrice pensa all’edizione 2026.







venerdì 3 ottobre 2025

"Sono arrivati gli alieni". L'anno record degli Ufo in Italia

tratto da "Il Giornale" del 20 luglio 2025 

Il 1978 ci furono circa 2000 avvistamenti in tutto il Paese, tra allucinazioni collettive, mezze verità e momenti di terrore. Un effetto moltiplicatore che anche senza social si rivelò inarrestabile

di Paolo Lazzari


Sono tutti quanti con il naso rivolto verso l'alto. Cercano una scia che confermi la psicosi collettiva. Nel 1978, l’Italia si ferma a perlustrare il cielo. Non per una nevicata o una tempesta, ma per un fenomeno inatteso: centinaia di segnalazioni di luci, dischi, sfere e “carri volanti” incontrano un pubblico curioso e pronto a credere. È l’anno della grande ondata: migliaia di ritagli su giornali, tremila dossier, 2000 avvistamenti censiti, numeri inediti che trasformano il Belpaese in epicentro dell’ufomania europea.

Non c'è sosta: ogni mese porta in dote nuove segnalazioni. Al Nord si contano pochi casi, ma in Abruzzo, Molise, Liguria, Toscana e Campania l’eruzione ufologica diventa virale: Firenze, Siena, l’Aquila, Chieti, Salerno, Napoli – tutte coinvolte con densità tra 0,5 e 2 avvistamenti ogni 100mila abitanti. L’Italia, un paese da sempre pragmatico, mostra i primi segnali di un’impressione collettiva: non solo cronache serali, ma una “psicosi da UFO” che domina le edicole e distrae le istituzioni.

Il Centro Italiano Studi Ufologici – CISU – registra come non mai: 2.400 ritagli digitalizzati, 1.800 fascicoli, un “Progetto ’78” che mira a catalogare ogni lume o strano oggetto volante. Scienziati e giornalisti collaborano con entusiasmo o scetticismo: si parla di disinformazione di massa, persino di manipolazioni orchestrate, e se ne discute in convegni ufficiali, come quello di Bologna del 2018.

Dalla primavera fino a Capodanno del 1979, si passa da poche segnalazioni mensili a diverse centinaia, in un crescendo che non generò panico, ma una sorta di febbrile attesa, alimentata da sedicenti contattisti e proclami di arrivi imminenti. L’episodio più singolare si verifica nel cosiddetto “Triangolo dell’Adriatico”, una zona costiera compresa tra Marche, Abruzzo e il Gran Sasso. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, alcuni pescatori di Pescara raccontarono di aver visto colonne d’acqua sollevarsi per decine di metri, accompagnate da intensi fasci luminosi. Il mese successivo, il comandante di una motovedetta riferì alla Capitaneria di porto di aver osservato «un segnale rossastro elevarsi dal mare verso il cielo». Col senno di poi, molti attribuirono quei fenomeni all’emissione di metano dai fondali marini: a contatto con l’aria, il gas avrebbe innescato esplosioni luminose e provocato le impressionanti colonne d’acqua.

Un'altra tra le segnalazioni più contorte avviene sul Monte Musinè, vicino Torino. Due escursionisti affermano di essere stati investiti da un accecante fascio luminoso: uno dei due finisce ustionato, con capelli bruciati e lesioni misteriose. Si parla di “umanoidi” che lo sollevano, prima che tutto s’incendi in un flash impetuoso. La stampa locale racconta il tutto con titoli terrorizzanti.

A Roma, nel mese di dicembre, le torri comando di Fiumicino intercettano un fascio luminoso color arancio. I media parlano di “un oggetto grande, velocissimo, silenzioso”, osservato da numerosi testimoni. In tutto il resto del Paese si moltiplicano le segnalazioni.

Sempre in dicembre esplode il mito di Pier Fortunato Zanfretta, brigadiere di Genova. Racconta di “extraterrestri dalle sembianze mostruose”, di esseri armati che lo scortano dentro un UFO, lo toccano, lo sollevano. La testimonianza arriva alla Pretura, attratta dalla storia di questo tizio che scompare una notte soltanto, per poi riapparire trafelato e febbricitante. Il dossier passa al Ministero, poi finisce premuto in archivio nel gennaio 1980. Ma resta nella leggenda, alimento per libri, documentari, elucubrazioni. Zanfretta diventa icona di un’Italia che, per una volta, dismette lo scetticismo e abbraccia l’inspiegabile. È una figura quasi shakespeariana, l’eroe involontario dell’invasione immaginaria: tra dischi volanti e terrore silenzioso, il suo incontro ravvicinato scuote un intero paese.

Ancora oggi, a distanza di così tanto tempo, il 1978 resta l'anno che in Italia ha fatto registrare il maggior numero di avvistamenti Ufo. Un fatto epocale: anche senza la viralità dei social la moltiplicazione delle suggestioni si rivelò del tutto inarrestabile.