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martedì 15 ottobre 2024

ARTE, POLITICA E OCCULTISMO

tratto da "L'Opinione" del 07 agosto 2024


di Dalmazio Frau


I nostri padri d’età classica ben sapevano che alcuni luoghi del nostro mondo terreno sono governati da potenze sovrannaturali. Genius loci chiamavano queste entità che potevano essere benevole o nefaste nei confronti dell’uomo che si recava nel loro dominio. In realtà, anche con l’avvento del cristianesimo e persino oggi nella nostra società laica e desacralizzata, ciò non è mai cambiato. Ed ecco che, a seconda della sensibilità sottile di ciascuno di noi, più o meno spiccata, avvertiamo qualcosa di positivo o di negativo in certi luoghi o in alcuni edifici.

Ad esempio, io ho sempre avvertito uno spirito, una forza negativa nell’edificio postmoderno del Maxxi, a Roma, oppure nella Nuvola ideata da Massimiliano Fuksas, mentre sento scorrere le energie supere ancor oggi possenti e vitali in Castel Sant’Angelo o nella Basilica di San Clemente, nel suo Mitreo come nella navata centrale oppure nella sacra di San Michele in Val di Susa e in tanti altri luoghi, come il Duomo di Siena o il Tempio malatestiano a Rimini.

Suggestioni, diranno alcuni. Sensibilità e conoscenza del “mondo altro”, dico io… una sensibilità che l’uomo ha perduto sempre di più nel corso degli ultimi trecento anni. Altro fatto non trascurabile è che molti di questi luoghi, non tutti adibiti al culto cristiano, sono custodi d’opere artistiche. Musei, chiese, fortezze o semplici dimore contengono quei potentissimi catalizzatori d’energie che sono le opere d’arte. Veri e propri media tra l’uomo e il cielo o, a volte, tra l’essere umano e le forze ctonie. Queste energie, per usare un termine oggi alla moda, in realtà influenzano in maniera invisibile ma reale le persone che stanno in determinati luoghi, che ci crediate o meno. So che coloro che sono più in là con gli anni stanno riportando alla loro memoria, mentre leggono, le immagini inquietanti in bianco e nero dello sceneggiato tivù Belfagor-Il fantasma del Louvre di quando eravamo bambini, e non sarebbero tanto distanti dalla realtà, che è sempre molto più estesa di quella che giace sotto i nostri sensi materiali.

Persino edifici storici come il Quirinale o Palazzo Chigi non sono esenti dall’essere “dominio” di simili energie che ancora oggi si muovono lungo quei corridoi suggerendo, ispirando, spingendo e inclinando chi li occupa, spesso in maniera del tutto inconsapevole, a compiere determinate scelte piuttosto che altre. Sarebbe interessante scoprire quanti “spettri”, quante fantasime e quanto “démoni” si aggirano per le sale dei nostri palazzi istituzionali, senza neanche il favore delle tenebre, perché ad attrarli basta la cattiva volontà umana e magari qualcosa di antico, gravido di pulsioni basse quali l’odio, il rancore e l’avidità.

Cose da Ghostbusters all’amatriciana? O da Zaffiro e Acciaio de noantri. Ma giochiamo per un istante a credere nel sovrannaturale, soltanto per pochi minuti, tanto è un gioco ferragostano. E se certe decisioni politiche particolarmente discutibili, certe affermazioni inopportune rilasciate alla stampa con le relative polemiche, fossero dovute all’influsso preternaturale di forze oscure? Lo so che voi siete laici e illuministi – non tutti per fortuna – e fedeli alla buonanima di Piero Angela credete nella scienza materialista, ma un dubbio non vi ha mai solleticato? Vi ha mai sfiorato il terrore assoluto della “controra”? Non avete mai sentito un brivido diaccio scorrervi lungo la schiena laddove non c’era nessuno e comunque faceva un bel caldo estivo?

Chiamavano Belzebù, tra il serio e il faceto, un uomo di valore intellettivo e culturale altissimo come Giulio Andreotti e il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, da buon partenopeo, ricorreva a gesti scaramantici, mentre si dice che il bolognese Romano Prodi fosse assiduo frequentatore di sedute spiritiche. Si dice, si narra, raccontano: tutte voci di corridoio. Eppure, quanti tra gli esponenti dei vari Governi che si sono succeduti, in maniera per lo più segreta, hanno avuto frequentazioni con il mondo dell’occulto? Difficile dirlo con certezza, così come è difficile affermare con altrettanta certezza quanti tra i politici abbiano investito in opere d’arte d’autori antichi e contemporanei per incrementare i loro introiti. Ma del resto non vi è nulla di male in tutto ciò, s’investe nell’arte così come lo si fa in borsa, sinché viene fatto nel rispetto delle leggi tutto è lecito.

Però pensiamoci, pensateci. Il mondo empio e tenebroso della Marchesa Françoise di Rochechouart de Mortemart, meglio nota come Madame de Montespan, favorita alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, non è poi così distante dal nostro: appena tre secoli lo distanziano. Ma il potere cerca sempre di restare in sella in ogni modo. E se la politica non basta, se l’economia è insufficiente, se persino la guerra si rivela inadeguata, allora altre forze si manifestano, evocate, blandite, richiamate dall’innominato abisso per la cupidigia umana, che mai si accontenta in certi casi, dell’amore, del bene e della bellezza.

giovedì 11 luglio 2024

Le alchimie della musica fra rock e occultismo

tratto da "Il Giornale" del 2 Febbraio 2024

"Led Zeppelin esoterici" è un percorso attraverso le sperimentazioni della cultura underground

di Seba Pezzani

Si dice che Robert Johnson, uno dei padri del blues del Delta, abbia venduto l'anima al diavolo a un crocicchio, nei pressi di Clarksdale, Mississippi, pur di diventare un grande musicista. E che, così facendo, abbia aperto la via alla musica moderna e, in ultima analisi, allo stesso rock'n'roll, da sempre associato a riti orfici e orgiastici e a una pericolosa propensione agli eccessi, nella ricerca ossessiva «della conoscenza di sé attraverso un'intensa comprensione della soggettività personale», come scrive Ezio Albrile, autore di Led Zeppelin esoterici (Mimesis, pagg. 203, euro 16).

Forse un titolo come «Esoterismo e Led Zeppelin» sarebbe stato più consono, in considerazione del fatto che Led Zeppelin esoterici traccia una minuziosa storia del pensiero occulto, inserendo non pochi riferimenti al percorso della celebre band inglese, senza metterla al centro della narrazione. Ciò detto, consiglio il saggio di Ezio Albrile a chiunque sia interessato a un'infarinatura più che esauriente in materia. Scritto con relativa semplicità - trattandosi di argomenti particolarmente impegnativi, la parola facile non può essere di casa - il libro offre numerosi spunti di approfondimento, oltre a un punto di vista interessante sulle tematiche escatologiche che affiorano nei testi e nelle atmosfere delle canzoni dei Led Zeppelin.

D'altra parte, la «cultura underground, nata dalla crasi di musica ed uso di sostanze psicoattive, generalmente nota come cultura psichedelica, si è subito caratterizzata come foriera di una spiritualità alternativa». E non è una novità che l'alternanza tra luce e tenebra e il conflitto tra bene e male - in ultima analisi, il peccato originale stesso - siano da sempre il soffio vitale dell'arte in ogni sua forma.

È alla fascinazione dell'arte per l'esoterismo che l'autore dedica attenzione, non prima di aver tracciato un erudito percorso della sua storia, dalle origini fin quasi ai giorni nostri. Tra le pagine spuntano nomi celebri quali lo scrittore inglese Aldous Huxley, il regista canadese David Cronenberg, il romanziere tedesco Herman Hesse, il narratore statunitense Theodore Dreiser e, ovviamente, i Led Zeppelin come pure altre band celebri: i Beatles, i Pink Floyd, i Jefferson Airplane e i Grateful Dead. La loro «musica è in definitiva una esperienza interiore», un'emozione che coinvolge «simultaneamente, sincronicamente, cuore e mente».

Uno dei momenti cardine nella parabola del rock'n'roll fu il viaggio mistico dei Beatles in India, con il soggiorno nell'ashram del Maharishi Yogi, esperienza che generò un'onda musicalmente sincretica attraverso cui le giovani generazioni in Occidente entrarono in contatto e poi in sintonia con la cultura orientale. John Coltrane e Jimi Hendrix fecero il resto, senza naturalmente dimenticare il ruolo attivo delle droghe. D'altro canto, i «peculiari effetti psichici delle sostanze enteogene consistono in una radicale revulsione del piano di coscienza... Visioni fantastiche, ispiratrici a volte di una beatitudine tra le più sublimi, a volte di un terrore tra i più profondi». L'uso di sostanze in grado di alterare la percezione e di far viaggiare la mente in altre dimensioni è da sempre legato a una certa ritualità religiosa.

Jimmy Page, soprattutto in gioventù, è stato affascinato da una figura come quella del discusso Aleister Crowley (il principe degli occultisti inglesi) e ha spesso pescato a piene mani dallo stagno nero del suo pensiero. Basterebbe prendere spunto dal brano di Jake Holmes, Dazed and Confused, rivisitato dai Led Zeppelin sul loro primo disco, una trasposizione in musica del disorientamento dell'individuo «di fronte al proprio isolamento», in una dimensione estranea. Ma è con la celebre Stairway to Heaven che l'appropriazione da parte di Jimmy Page e Robert Plant di una simbologia carica di mistero e di occulto fa la propria comparsa. C'è chi vi avrebbe addirittura individuato alcune frasi sibilline, ascoltando il disco al contrario. Secondo altri, la frase «sometimes words have two meanings» (a volte le parole hanno due significati) sarebbe un'indicazione aperta della duplicità di ogni cosa.

Quel che è certo è che, almeno in questa canzone, l'inclinazione
orgiastica-dionisiaca lascia spazio a una sete di elevazione spirituale che al tempo univa un'intera generazione, malgrado qualcuno abbia riconosciuto nella «Grande Bestia» Crowley la figura del pifferaio che «ci guiderà verso la saggezza».





domenica 16 luglio 2023

Quel che bisogna conoscere dell’Occultismo - Nei suoi rapporti con la Filosofia, la Scienza e le Arti

“Quel che bisogna conoscere dell’Occultismo - Nei suoi rapporti con la Filosofia, la Scienza e le Arti”, un testo dimenticato dell’autore francese Gabriel Trarieux

“Che cos’è l’occultismo?”, è la domanda posta nella Prefazione di “Quel che bisogna conoscere dell’Occultismo - Nei suoi rapporti con la Filosofia, la Scienza e le Arti”, un testo dimenticato dell’autore francese Gabriel Trarieux (Bordeaux 1870 - Parigi 1940), che lo scrisse nei primi anni Trenta del Novecento.

Scoperto da Paolo Izzo e, dallo stesso, tradotto per la pubblicazione nella collana I Polifemi di Stamperia del Valentino (200 pagine, 23 euro), rivede oggi la luce in edizione italiana.

“Il lettore disinformato”, continua Trarieux “intende, con ciò, o spiritismo (che è esattamente l’opposto) o prestidigitazione, o un divertente enigma, o l’incomprensibile accozzaglia di autori pretenziosi e oscuri. Ci sono perle in questo guazzabuglio, c’è verità eterna...”.

Se il termine non fosse stato ripreso da una speciale scuola iniziatica, sotto il nome di Teosofia, “direi volentieri che l’Occultismo è essenzialmente la Sapienza divina, la conoscenza del Divino nel Mondo, e nell’Uomo, che ne è l’epitome”. Questo è l’oggetto delle Religioni, ma anche quello delle Filosofie, “sia che neghino il Divino sia che lo affermino”. Religioni, filosofie, occultismo hanno lo stesso oggetto, ma il loro postulato non è lo stesso e i loro metodi sono molto diversi.

I rapporti dell’Occultismo con Filosofia, Scienza e Arte vengono in questo testo analizzati sotto la luce degli sconvolgimenti scientifici - come ad esempio la teoria della Relatività, da Lorentz a Einstein - che avevano in quel principio di secolo sconvolto parametri e prospettive rispetto alle pur immense conquiste ottocentesche, soprattutto nel campo della meccanica industriale.  

Questo è lo spunto per paventare, da parte di Trarieux, la comparsa di fantasmi sotto le terrificanti vesti del transumanesimo e del postumanesimo, con tutte le sue tragiche prospettive per l’umanità, almeno per come oggi la intendiamo. Ed è proprio la chiave di lettura di questo volumetto, al di là di riferimenti culturali inequivocabilmente transalpini, che a molti di noi, non specialisti di arte e letteratura francesi, diranno inevitabilmente poco. Ma anche un simile approccio potrebbe essere un’opportunità per ampliare ulteriormente i nostri orizzonti.

 

La casa editrice

Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.

La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.

 

Titolo: Quel che bisogna conoscere dell’Occultismo
Sottotitolo: Nei suoi rapporti con la Filosofia, la Scienza e le Arti
Autore: Gabriel Trarieux
Collana: I Polifemi
Prezzo: € 23,00
Pagine: 200
ISBN: 979-12-80721-43-3
Disponibilità: Aprile 2023


La Collana

Il ciclope Polifemo - che sembra risiedesse nella napoletana isoletta di Nisida - dovette il suo nome alla propensione al “molto parlare”. Un chiacchierone, dunque, stando all’etimo greco polì-femì. Questa collana mutua dal mitico personaggio omerico l’interpretazione più nobile di quel nome, intendendo proporre libri piccoli (nei costi e nel formato) ma che “hanno molto da dire” e che quindi vale la pena di “ascoltare”.

 

Consulta il catalogo della casa editrice: www.stamperiadelvalentino.it

sabato 16 maggio 2020

SIMONA CIGLIANA SCAVA NEI LEGAMI TRA OCCULTISMO, ESOTERISMO, CULTURA E POLITICA

tratto da L'Opinione del 10 settembre 2019

di Fabrizio Federici

Il 1848 non fu solo l’anno delle prime grandi rivoluzioni nazionali e liberali, dietro cui avanzavano le prime istanze socialiste. A fine marzo di quell’anno, contemporaneamente alle Rivoluzioni europee, negli Usa, e precisamente nel piccolo villaggio di Hydesville, sperduto tra campi di grano e covoni a nordovest di New York, iniziavano ufficialmente (ma sin dall’antichità classica vi erano stati tanti prodromi) quelli che la scienza – con termine suggestivo quanto riduttivo – ha chiamato poi fenomeni paranormali.

Ad Hydesville, infatti, nella povera casa della famiglia Fox – padre, madre e due figlie adolescenti – da vari mesi erano iniziati strani fenomeni, che oggi chiameremmo di “poltergeist”: soprattutto ripetuti rumori, nel cuore della notte, senza alcuna plausibile spiegazione, che sembravano provenire da misteriose entità, con cui le due ragazze, e la stessa signora Fox, riuscirono in qualche modo a mettersi in contatto mediante una sorta di primitivo alfabeto Morse. Diffusasi sui giornali locali, e da lì un po’ in tutti gli States, la notizia richiamò in breve tempo una crescente folla di curiosi (tra cui anche celebri studiosi), che gradualmente fece di Hydesville (l’accostamento non sembri irrispettoso) la “Lourdes del paranormale”. Per le due sorelle, soprattutto, iniziarono i “momenti di gloria” come presunte “veggenti laiche” (salvo poi rimangiarsi, in tarda età, buona parte delle loro dichiarazioni). Ma i fenomeni paranormali e le discipline destinate a studiarli – poi variamente definite, da “parapsicologia” a “ricerca psichica” – erano ormai entrati nella storia.

Simona Cigliana, docente di Letteratura italiana, Critica militante e Letterature europee comparate all’Università “La Sapienza” di Roma e in altre università europee, autrice di vari saggi su autori dell’Otto-Novecento e sui rapporti tra occultismo, spiritualismo e storia delle avanguardie, ha ora pubblicato “Due secoli di fantasmi” (Edizioni Mediterranee, 2019, euro 24,50).

Una carrellata su almeno due secoli di fenomeni paranormali che non è un’“antologia” di storie di tavolini ballanti, case infestate, poltergeist e presunte reincarnazioni. Ma, da un lato, un’indagine seria su come spiritualismo, occultismo ed esoterismo, col loro corredo di spiritualità alternative, hanno interagito con la cultura ufficiale dell’Occidente, spesso con importanti contributi. Non solo dall’alchimia medioevale e rinascimentale alla chimica moderna ma, per esempio, dalla “ricerca psichica” classica, tra Settecento e Novecento, alla medicina, alla psicologia dinamica e alla stessa fisica; per non parlare dei rapporti, ormai accettati anche dalla scienza ufficiale, tra fisica quantistica, filosofia e ipotesi di mondi alternativi (nello studio dei “buchi neri”, ad esempio).

Dall’altro, un invito a non fermarsi mai alla logica delle apparenze, del “credo solo a ciò che vedo”: ma – senza mai sminuire la ragione e l’esperienza, né dare credito ai primi millantatori e ciarlatani – cercare di approfondire la conoscenza sia delle energie naturali che della psiche e del cervello umano. Delle cui complesse, sofisticate facoltà, gran parte della scienza oggi ritiene che l’uomo medio utilizzi, normalmente, una percentuale davvero minima.

Leggendo il libro di Simona Cigliana scopriamo così che Garibaldi, ad esempio, noto massone, anche Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, fu, dal 1863, presidente onorario di una società spiritica veneziana, in contatto con Madame Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, e la sua continuatrice, Annie Besant; che Giuseppe Mazzini, cultore di esoterismo, credeva nella reincarnazione, e l’ultrapositivista (nonché socialista) Cesare Lombroso, studiando più volte la celebre medium Eusapia Palladino, nel 1891 fece pubblicamente ammenda, sulla “Tribuna giudiziaria” di Napoli, del proprio iniziale scetticismo nei confronti della medium.

Ma, soprattutto (l’autrice si ricollega, qui, anche ad autori precedenti, dal massimo politologo italiano, Giorgio Galli, all’anglosassone Nicholas Goodrick-Clarke e al francese René Alleau), troviamo chiaramente individuati i legami tra esoterismo e politica. Sin dal Settecento dei “Lumi” e del mesmerismo, infatti, era evidente il nesso tra movimenti per il rinnovamento spirituale e società rivoluzionarie (buona parte della Massoneria, anzitutto, ma non solo). Nell’Otto-Novecento questo legame si rafforza ancor più: con il politico e spiritualista, britannico Robert Dale Owen che è figlio di quel Robert Owen tra i fondatori del movimento cooperativo inglese; e, soprattutto, il socialista rivoluzionario Blanqui, protagonista di tutti i moti dal 1830 al 1870 e che, in tarda età, elabora una visione cosmologica incentrata sulla reincarnazione e sulla teoria (soprattutto nietzschiana) dell’“eterno ritorno”.

La filosofia di fondo di questo saggio, che è difficile non condividere, è che l’uomo di oggi, soprattutto se ricercatore serio, al di là dell’impegnarsi specificamente su questi temi, se vuole restituire credibilità alla scienza può farlo solo riprendendo quella che è stata, in fondo, l’idea base della cultura antica, medioevale e rinascimentale: cioè l’unitarietà del sapere, la continua osmosi (non la contrapposizione) tra cultura scientifica in senso stretto e cultura umanistica. La visione olistica, in sostanza, dell’uomo e del suo rapporto con l’universo.


mercoledì 31 ottobre 2018

Così il mito del Vampiro morse sul collo il Futurismo

tratto da Il Giornale del 3 giugno 2018

di Luigi Mascheroni

Un saggio svela tutti gli «strani» rapporti tra il movimento d'avanguardia e l'esoterismo

Con la rivista Poesia, la casa del primo futurismo fondata nel 1905 da Filippo Tommaso Marinetti, collaborarono, tra gli altri, William Butler Yeats, studioso dell'alchimia e delle dottrine esoteriche occidentali; Éduard Schuré, membro della Società Teosofica e discepolo dei «grandi iniziati»; Catulle Mendès, «il grande negromante», come lo definì il pittore Henri Rousseau; Auguste Villiers de l'Isle-Adam, il cui dramma rosacrociano Axel diventò una Bibbia per il movimento simbolista; Paul Adam, appartenente all'Ordre Kabbalistique de la Rose Croix...
«Noi crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane, e dichiariamo senza sorridere che nella carne dell'uomo dormono delle ali» declama il manifesto futurista L'Uomo moltiplicato e il Regno della Macchina, del 1910. Le ali, le ali... Il volo alato della Poesia, le ali del pipistrello, l'ombra lunga del vampiro...

Il vampiro succhiatore di sangue - archetipo primordiale malvagio e perverso, metafora dell'erotismo sadico e della modernità che avanza - pullula, anche se il lettore distratto non se ne accorge, nelle opere (pre)futuriste, infilando i suoi canini e allungando gli artigli in tante pagine della pattuglia avanguardista, a partire dal Signore&Fondatore, F.T. Marinetti, frequentatore di occultisti, forse persino massone, di sicuro assiduo partecipante alle sedute spiritiche che si tenevano nella casa milanese di Enrico Annibale Butti e della moglie Lidia Brochon. Il poeta delle Parole in libertà disprezzava il chiaro di luna e l'amore romantico, ma era attratto dal Vampiro, figura ultra-razionale e ribelle, e dalla vampira, femmina «disposta a tutte le acrobazie della libidine»... Nella tragedia satirica e nichilista Le Roi Bombance (1905) Marinetti inventa la figura di Ptiokarum, vampiro che bevendo sangue umano legge i pensieri dei moribondi, frugando «nelle arterie come negli scaffali di una biblioteca». Nel poemetto La Conquête des Étoiles (1902) appare Lucifero, un demone umano diventato «vi-pistrello», il cui bacio «avido» imprigiona l'anima delle sue vittime. Nel poema Destruction (1904) l'amante sensuale è una vampira «bianca e pura» dalla carne flessuosa, con una bocca dal «tepore assorbente» illuminata da «denti lucenti». E visioni vampiriche e vampirizzazioni erotiche appaiono in Lussuria-Velocità (1908), in Come si seducono le donne (1917) ne L'alcova d'acciaio (1921)... Senza citare l'altra faccia del vampirismo: l'antropofagia. Tra i futuristi il cibo, il sesso e il cannibalismo si miscelano armoniosamente in un pot-pourri esplosivo (il menu prevede, oltre il racconto La carne congelata di Marinetti, Donna allo spiedo di Emilio Settimelli, il «Cannibale vegetariano» di Pino Donizzetti, il Manifesto Antropofago di Oswald De Andrade...). «Amiamo le donne. Spesso ci siamo torturati con mille baci golosi nell'ansia di mangiarne una. Nude ci sembrarono sempre tragicamente vestite. Il loro cuore, se stretto dal supremo godimento d'amore, ci parve l'ideale frutto da mordere masticare suggere», proclamano Marinetti e Fillìa nella Cucina futurista.

Vampiri, cabbala ebraica, tavolini per evocare le anime dei morti (come quello intarsiato dall'artista e futurista eccentrico, Thayath), ufologia, procedimenti alchemici e misteriosofici. Ma quanto è profonda l'anima nera di Marinetti&Co.!

Le scienze occulte e i fenomeni paranormali sono un abisso in cui si immerse tantissimo Futurismo. Che oggi, per la prima volta, viene letteralmente scandagliato da Guido Andrea Pautasso - figlio di tanto padre e profondo conoscitore della materia - in un saggio-rivelatore: Vampiro futurista. I futuristi e l'esoterismo (Vanillaedizioni, pagg. 160, euro 19). Chi avrebbe immaginato che il movimento più d'avanguardia del Novecento avesse radici così arcaiche?

«Alcuni futuristi italiani si occuparono di occultismo e di magia latu sensu ed è possibile distinguere tra il futurismo milanese di Marinetti e di Boccioni di stampo magico-teosofico, quello fiorentino vicino alla rivista Lacerba di carattere animista-metafisico e quello del gruppo de L'Italia Futurista, legato ad interessi spiritualisti ed occultisti», scrive Pautasso. E poi via, in una filologica cavalcata fra i testi del futurismo, dalla poesia alla prosa, dal teatro al romanzo, che fra sottile ironia e compiacimento per il macabro, flirtano con le culture sotterranee, alternative e ribelli: magia, stregoneria, occultismo, esoterismo, astrologia, ermetismo, alchimia...

Gino Severini partecipò a Parigi a diverse sedute medianiche in compagnia della moglie Jeanne Fort. A caccia di spiriti andarono anche il pioniere dell'estetica cinematografica Ricciotto Canudo e l'artista Thayaht. Giacomo Balla partecipava a sedute spiritiche e, attratto dagli insegnamenti del teosofo Johannes Lauweriks, si definì occultista («Cammino senza toccar terra, talmente il mio spirito è elevato e sento anche quello che non si vede»). Umberto Boccioni credeva alla teosofia e alla materializzazione degli ectoplasmi e fu influenzato dalla teoria della «quarta dimensione» dell'architetto-teosofo Claude Bragdon. Paolo Buzzi ne L'ellisse e la spirale contempla immagini e iscrizioni alla tradizione dei Rosa+Croce e nel Poema di Radio-Onde (1933-38) dimostra padronanza del mondo magico-alchemico. I fratelli Ginanni Corradini (Arnaldo Ginna e Bruno Corra) si interessarono all'arte medianica, alla trance, alla scrittura automatica, alla telecinesi, alla teosofia e all'antroposofia. Enrico Prampolini realizzò le scenografie di Thaïs (1916), film allucinatorio girato da Anton Giulio Bragaglia, inventore del fotodinamismo futurista e appassionato di «fotografia dell'invisibile». E ancora. Corrado Govoni, il pittore Athos Casarini e l'aeropittore Mino Delle Site si appassionarono ai principî teosofici, alla metapsichica e all'astrologia. Gino Cantarelli, autore dell'esoterico Ascendenze cromatiche, disegnava motivi astratti stimolati da visioni medianiche e da imprevisti flussi del subconscio. Luigi Russolo, creatore dell'arte dei rumori, iniziato all'occultismo e alle filosofie orientali, scrisse Al di là della materia, investigazione sulle «scienze segrete» e sul magnetismo. Enrico Cardile si dedicò a studi esoterici e cabalistici, culminati con la curatela del Trattato della Quinta Essenza ovvero de' Secreti di Natura attribuito al «mago» Raimondo Lullo. Giovanni Papini, prima di scendere nell'arena futurista di Lacerba, fondò con Giovanni Amendola la rivista teosofica L'Anima; poi con Ardengo Soffici, Ottone Rosai ed Emilio Pettoruti frequentò il mago (e poi pittore medianico in Argentina) Alejandro Schultz Solari, famoso come Xul Solar...

Solo i futuristi - fra arte, letteratura, moda, cinema, cucina, fotografia, design, grafica, musica, teatro e politica - furono così onnivori e pronti vampirescamente ad assorbire qualsiasi stimolo e a «divorare tutto», anche le culture più emarginate e occulte. Adoravano la luce - luce e progresso, l'arte della luce, la luce elettrica, la macchina: Fiat lux!, L'elica e la luce, Luce Marinetti - e furono attratti dal Principe delle Tenebre. Ruggero Vasari (1898-1968), poeta e pittore fra i fondatori del Futurismo, lasciò scritto: «La verità è nelle tenebre». Furono così avveniristici e razionali da precipitare nell'impenetrabile. Corsero così tanto e così avanti che si lasciarono - senza accorgersene? - il futuro dietro le spalle. Risero così apertamente da mostrare gli affilati canini. Del resto la poesia, per loro, fu sempre e solo un assalto violento «contro le forze ignote».

sabato 23 agosto 2014

Alla ricerca di chi avvelenò Rudolf Steiner

tratto da Il Giornale del 18/08/2014

di Luca Negri


Gli anni che precedettero e videro l'esplosione delle due guerre mondiali, paiono avere un retroscena occulto poco indagato dalla storiografia ufficiale


I lavori pionieristici di Giorgio Galli, Nicholas Goodrick-Clarke e René Alleau hanno fatto un po' di luce sulle radici esoteriche, o meglio sataniche, dell'ideologia nazista, ma ancora molto rimane da capire. Da diversi anni anche lo studioso romano Andrea Franco, laureatosi con una tesi sul pensatore tradizionalista René Guénon sotto la supervisione del filosofo cattolico Augusto Del Noce, scrive saggi e tiene incontri pubblici proprio su questi argomenti.
Dunque non potevano mancare nel suo libro Chi ha avvelenato Rudolf Steiner? (pag. 205, euro 13,90) fresco di stampa per Uno editori. Si tratta di una biografia, molto accurata e documentata, del filosofo, occultista e pedagogista austriaco, fondatore dell'Antroposofia, nato nel 1861 e mancato nel 1925. È appunto il mistero dietro la sua morte, probabilmente non naturale, come suggerisce il titolo, ad occupare un buon numero di pagine. Steiner infatti dovette abbandonare prematuramente la terra, e il movimento antroposofico in un momento molto delicato della sua storia, perché fu avvelenato. Almeno così riportano molte testimonianze di suoi collaboratori. L'ipotesi è abbastanza credibile, dato che aveva molti nemici, sia dentro la Chiesa cattolica e sia fra i militanti del movimento nazista ancora ai primordi. Da tempo Steiner affermava che il cristianesimo rosacruciano, di cui si considerava un continuatore, avrebbe sempre trovato un avversario accanito nel gesuitismo.
Infatti alcuni membri della Compagnia di Gesù non si risparmiarono calunnie mezzo stampa ai suoi danni. Inoltre, l'incendio che distrusse il Goetheanum, “tempio” dell'Antroposofia costruito interamente in legno a Dornach in Svizzera, fu opera di un malcapitato (morì fra le fiamme nell'impresa) aizzato da sacerdoti gesuiti. Avversari ancora più agguerriti degli antroposofi erano però i cosiddetti “ariosofi” che fondevano dottrine esoteriche, paganesimo germanico e razzismo. Da quella fucina uscì il Nazismo e non stupisce che Hitler criticò Steiner fin dal 1921, con la poco originale accusa di essere un agente dell'ebraismo. Dal canto suo, Steiner poco prima della dipartita aveva profetizzato che nel 1933 si sarebbe manifestata la Bestia dell'Apocalisse. Sarà una semplice combinazione, penseranno gli storici ufficiali, ma è noto che proprio in quell'anno il Fürer prese il potere.