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venerdì 9 giugno 2017

Il destino del Papa russo. Papa Metodio è il perno del nuovo romanzo di Mauro Mazza. Il futuro della Chiesa di Roma.

tratta da il Giornale, il blog di "Carlo Franza" del 21 maggio 2017

di Carlo Franza

Papi italiani, poi un Papa polacco, poi un Papa tedesco , poi un Papa argentino.  Adesso toccherebbe a un Papa russo   reggere la Chiesa Cattolica Romana. E forse in pieno si svelerebbe quella parte del Segreto di Fatima che vuole la Russia consacrata al Cuore Immacolato di Maria.  Solo dopo questo passaggio  e dopo la resa dell’Islam  schiacciato in più parti del mondo  si potrebbe dare avvio a un periodo di  vera pace.

Sappiamo che a giorni il Papa argentino farà un  Concistorio per l’elezione di nuovi cinque cardinali. La cosa più avveniristica -e non troppo-  è la previsione di un conclave nel 2018; è quanto ipotizza  lo scrittore Mauro Mazza, immagina che questo conclave elegga l’arcivescovo di San Pietroburgo, che assume il nome di Metodio (Il destino del papa russo, Fazi, Roma 2017, p. 256). Mauro Mazza, ex direttore del Tg2, RaiUno e RaiSport, è nato a Roma nel 1955. Ha pubblicato numerosi saggi di letteratura, televisione e cultura politica. Questo è il suo secondo romanzo. Con il primo, L’albero del mondo (Fazi, 2012), ha vinto il premio Acqui Storia.  E torniamo al titolo del romanzo, al Papa russo che ha nome Metodio. Non va dimenticato che  il nome del Papa Metodio si rifà  San Metodio I, detto anche il Confessore o il Grande ( Siracusa 788/800 – Costantinopoli 14 giugno 847), è stato Patriarca di Costantinopoli dal 4 marzo dell’843 al 14 giugno dell’847.

 E badate bene che questo “nuovo”  Papa, a differenza del Papa Argentino  suo predecessore,  non piacerebbe  ai grandi potentati e alla massoneria.  Questo nuovo Papa russo  non piace perché parla concretamente di difesa della Fede,  anziché di  sociale, di migranti, di ecologia e non rincorre sia a  quel vuoto sentimentalismo scandito  dal “buonasera” ,  che a  quel populismo che «aveva annullato ogni specifica differenza tra papa e fedeli, tutto abbracci e scenette, buona domenica e buon pranzo…», quando anche lo stesso Wojtyla «era riuscito a conservare sempre, fino all’ultimo giorno, quel suo carisma che incuteva rispetto e ammirazione in tutti: cardinali, vescovi, preti e laici» (p. 40).

Dopo questo periodo bergogliano , quasi sede vacante con il Papa  Benedetto XVI  rinchiuso nel  monastero vaticano,  ecco che con le sue prediche quotidiane, finalmente Papa  Metodio combatte il modernismo, la deriva laicista e protestante, la dittatura del relativismo: «il Papa, ogni giorno, demoliva molti dei presupposti considerati intangibili del pensiero dominante. Lo faceva così, semplicemente. Conquistava consenso, ma andava accumulando su di sé anche un risentimento diffuso» (p. 145).

Ma fila  tutto liscio, perchè  com’è da aspettarsi l’alta massoneria gli scatena contro la stampa; un giornale tedesco – vicino a certi ambienti progressisti vaticani – lo accusa di essere un accentratore e di parlare troppo di fede: «Cerca di riproporre una sacralità d’altri tempi. Nelle sue prediche contesta i valori laici e i diritti civili conquistati. Come se non bastasse, accentua le tradizionali riserve sulla democrazia. Molto presto l’effetto del suo operato si rivelerà destabilizzante» (p. 147). Romanzo profondo, illuminante, storico, radicato nel nostro tempo,  e l’attacco al nuovo Papa per il suo operato  destabilizzazione  nasce dal fatto che combatte finalmente il mondialismo, la globalizzazione,  il gender, l’arretramento e la paura  di fronte  all’incalzare dell’islam e dell’islamismo, e perfino  l’imposizione dell’ecologia «come nuova religione, l’essere umano non più al vertice della piramide della creazione bensì abitante del pianeta con gli stessi diritti degli “altri” animali» (p. 108).


E  predisposto e consapevole della  consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria e alla riunificazione degli Ortodossi con la Chiesa di Roma,  Papa  Metodio incontra Putin, il quale lamenta. «Gli Inglesi fanno quello che ordinano gli Americani. Tedeschi e Italiani sono oscillanti e instabili» (p. 134).E gli Americani seguono,  in modo mirato e ossequioso , le decisioni della “Fratellanza”, un’organizzazione massonica votata al pensiero unico: «il governo mondiale, la moneta unica (il bancor) e un’unica religione che le riunisca tutte, superandole» (p. 120).

Libro catastrofico eppure illuminante, che dovrebbero leggere tutti i vescovi italiani. Nel romanzo si fa cenno che  tra tanti cardinali manovrabili da parte della “Fratellanza ”, come lo stesso predecessore di Metodio, ce ne sono addirittura tre arruolati tra le sue fila: ecco perché si diffonde anche nella Chiesa una nuova etica cosmica, «un miscuglio di gnosi e new age che basterebbe un minimo di approfondimento non per sconfiggere, ma per ridicolizzare», una visione che ha reso gli esseri umani simile a tutti gli altri animali, ma «con l’aggravante di poter praticare liberamente l’aborto e l’eutanasia» e, lamenta il nuovo Papa  russo Metodio, «perfino alcuni vescovi, per superficialità o perché incredibilmente convinti, pensano che il futuro possa vedere il cattolicesimo mescolato e parificato con altre religioni o con loro assurde parodie» (p. 108).

Il romanzo che pure ha una base di partenza interessante e nuova, carica di profezia e di fede e quindi anche ottimista nell’esemplare il  tragitto  del papato innovativo  che mira a una vera predicazione  del Vangelo,   si avvia  ben presto  ad incorniciare il realismo più crudo  lasciando leggere anche scenari forti, concreti e cupi.   Storia fantastica, romanzo surreale? Non proprio. Il panorama è certo di una storia affascinante, ma si legge dentro anche un mondo ecclesiastico, ovvero una Chiesa  di vescovi e cardinali lontani dalla fede e da Dio, anzi dediti a seguire le leggi e le regole non di Dio ma della “Fratellanza”.

mercoledì 5 agosto 2015

Non ci sarà l'apocalisse. Ma i veri anticristo sono dentro la Chiesa

tratto da Il Giornale del 07/07/2015: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/non-ci-sar-l-apocalisse-i-veri-anticristo-sono-chiesa-1149086.html

Non bisogna temere una singola entità malvagia. Ma i tanti cattivi maestri

di Camillo Langone

Siamo, siamo stati e saremo sempre circondati da Anticristi, questo ho scoperto leggendo L'Anticristo di Marco Vannini (Mondadori, pagg. 216, euro 20). Vannini è un filosofo che scrive come Emanuele Severino e quindi con stile apodittico, dritto come un treno e senza mai l'ombra di un dubbio.


Per rendere l'idea: definisce Sigmund Freud un bugiardo e Roman Polanski un pedofilo e si può anche essere d'accordo però aggettivi così pesanti andrebbero un minimo motivati. Fra l'altro Polanski sembra parecchio fuori tema ma Vannini ne sa una più dell'Anticristo e i nessi li trova, magari forzando un poco dati e date: il famoso regista nel 1968 girò a New York un film sul satanismo, Rosemary's baby , ed è originario di Cracovia, città dove nel 1898 nacque il movimento artistico-letterario della Giovane Polonia, che predicava adulterio e pansessualismo. Va be'.

A questo punto non vorrei si credesse che sto parlando di una collezione di malignità: trattasi invece di libro storico e teologico, biblicamente fondato, altrimenti non lo avrei letto fino in fondo, note comprese. Ne è valsa la pena perché di cose se ne imparano. Ecco i tre virgolettati cruciali. Primo virgolettato: «L'Anticristo non è l'Avversario nella battaglia finale del Bene contro il Male, non ha niente a che vedere con le fantasie apocalittiche dei tempi ultimi». Secondo virgolettato: «L'Anticristo - anzi, gli Anticristi, al plurale - compaiono solo nelle Lettere di Giovanni, e sono propriamente coloro che, all'interno della comunità cristiana, non confessano l'incarnazione del Verbo, la divinità del Cristo». Terzo virgolettato, il più problematico per un cattolico qual sono: «Gli Anticristi hanno preso il sopravvento all'interno del cristianesimo, negandolo alla radice. Alcuni teologi, vescovi, papi vogliono così riportarci a quella che Porfirio chiamava àlogos pístis , credenza irrazionale. Sono questi, che, pur presentandosi come cristiani, negano la realtà dell'uomo e di Dio come spirito. Questi, propriamente questi, sono gli Anticristi oggi tra noi».

Che l'Anticristo non coincida con la Bestia dell' Apocalisse , col quale spesso e volentieri è stato confuso, prima di Vannini lo pensavano già san Policarpo di Smirne e Sant'Agostino. Lo immaginavano non come una singola personalità, svettante e sommamente malefica (non il solito Nerone, quindi), bensì come l'insieme degli iniqui, la schiera dei negatori del Cristo, disgraziati senza alcun potere prodigioso e senza alcuna prossimità con la fine del mondo. È probabile che il mondo pulluli di Anticristi ma questo non significa che stiano per squillare le trombe dell'Apocalisse. Bisognerebbe tornare al saggio Agostino che smontò le allucinazioni apocalittiche poi purtroppo rimesse in circolo da Gioacchino da Fiore e da altri visionari eretizzanti o proprio protestanti. Con questa razza Vannini è durissimo, scrive che «il libero esame apre la porta a ogni sciocchezza: il protestantesimo lasciò, e lascia tuttora, via libera a tutte le fantasie escatologiche millenaristiche». Fantasie non innocue visto che produssero un tot di guerre di religione e che una volta ateizzate non smisero di far danni, anzi: magari non produssero ma certo alimentarono, ingrossarono, comunismo e nazismo. Il comunismo fu (ed è ancora oggi, anche quando travestito da sinistra moderna) intrinsecamente dualista, manicheo, incapace di apprezzare le mille sfumature della realtà, e ringrazio il filosofo per avermi mostrato i legami fra Lenin e alcuni eretici particolarmente fanatici del Cinquecento tedesco quali Thomas Müntzer e Giovanni di Leida.

Fin qui tutto bene, ma il terzo virgolettato antipapista? Qui Vannini cerca di scaricare la responsabilità delle sue affermazioni su Sebastian Franck, un mistico del passato remoto usato per giudicare il passato prossimo: «Franck non avrebbe avuto esitazione nel considerare Anticristo il cosiddetto “papa buono”, Giovanni XXIII, che pensò di convocare un concilio per aggiornare l'insegnamento della Chiesa come se il Vangelo avesse bisogno di adeguarsi ai tempi». E il presente: «Frank non avrebbe dubbi sul fatto che anche oggi la Chiesa, anzi, le Chiese, siano abitate più che mai dagli Anticristi, dal momento che prevalgono in esse il dialogo e la conciliazione col mondo, la ricerca dell'accordo col mondo». Sapendo, stavolta direttamente da Cristo, chi è il principe di questo mondo, ognuno tragga le sue conclusioni: io ho pensato a tutti quei cardinali, Kasper, Marx, eccetera, a tutti quei vescovi, Galantino, Mogavero, eccetera, visibilmente bramosi di benedire il peccato, di chiamare bene il male.