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mercoledì 26 settembre 2012

Un ponte tra due mondi - seconda parte


Prima parte dell'articolo

Il ponte sul fiume


28 luglio 1915

Sono io a parlarti, tuo fratello Sigwart, che ti ama, che è accanto a te, e che è cosí strettamente legato a tutti voi. Non devi piangere, questo è molto doloroso per me. Vi dovete liberare dai pensieri di afflizione. Voi siete i miei fratelli e sorelle, e cosí sarà sempre. Vedo che adesso avete accolto e compreso tutto nel modo giusto; ora niente ci può separare. Dillo ai fratelli, dillo ai genitori, che ringrazio di tutto. Tu devi fare da mediatrice; dopo tanti sforzi ci sono riuscito. Già all’inizio cercavo il contatto, ma tu non reagivi. Il vostro grande amore e i vostri pensieri mi aiutano ad avvicinarmi sempre piú a voi. Sarete felici, perché grazie a me potrete crescere e imparare molto, perché io sono morto anche per voi, per trasmettervi gli insegna- menti dello Spirito.



29 luglio 1915

Adesso sono molto contento di voi. All’inizio il vostro dolore mi tormentava. Poi ho cercato con grande fatica di farmi sentire da voi. Ora va meglio. Come è facile morire! Non posso ancora dirvi tutto, ma sto molto, molto bene, e voi dovete pensare a me come a una figura di luce che non deve piú patire alcun dolore. Ho provocato io stesso la mia morte perché avevo da fare qualcosa di piú molto piú grande. Di questi lavori voi non potete farvene un’idea, non potete immaginare quanto siano belli, grandiosi e perfetti. Benedetto colui che può portarli a termine! Il tuo corpo vuole pace. Dormi piú che puoi. Nel sonno ci incontriamo e ci aiutiamo. Presto lo saprai anche durante la veglia. Questo è il primo inizio. Se voi solo sapeste quello che qui ho vissuto di bello! Ma io ve lo mostrerò quanto prima. Ci sono delle leggi immutabili intorno a voi, che vi costringono a vivere la vostra vita cosí come voi stessi ve la siete preparata. L’Onnipotente guida tutto, ma siete voi a crearvi il vostro destino.

30 luglio 1915

Adesso non potete piú dubitare. Io vi devo dire ancora tante cose. Perché non mi credete, non credete che vi sto vicino? Non potrò rimanere a lungo in questo tipo di collegamento con voi, perciò fate tesoro del fatto che io, vostro fratello Sigwart, parli attraverso di te. Non dovete pensare che io adesso, come fratello spirituale, possa gioire con voi meno di quanto gioissi prima, da uomo. Io non sono cambiato affatto, solo che adesso non porto piú un corpo fisico, so molto di piú e sono molto felice di poter adem- piere ad una grande missione. Ma per il resto sono rimasto esattamente quello stesso che voi conoscete. Vero che adesso non dubitate piú? E ora ancora qualcosa sull’‘altro mondo’, come lo chiamate voi. Tutto è molto piú puro e piú chiaro. Non pensavo che già in questo primo periodo lo avrei visto in questo modo. Grazie ai miei interessi per il sovrasensibile, non ho vissuto delusioni, al contrario, è stato un ri- sveglio che piú bello di cosí non avrei potuto immaginare. Tutto agiva su di me ed io ero al tempo stesso consapevole di quello che mi stava succedendo, vale a dire che stavo attraversando le ‘porte della morte’, come la chiamate giustamente voi. Ho sofferto veramente tanto durante l’ultimo periodo della mia vita sulla terra. Ma il distacco della materia avviene nel sonno, la coscienza ritorna solo gradualmente e poi arriva il piacere della libertà, se non si è dei neofiti in ciò. Quanto è piacevole non avere piú un corpo fisico! Ma poi ritorna la nostalgia per le persone care che abbiamo lasciato. Vediamo la loro angoscia, e questo è terribile! Questi sono stati per me gli unici veri tormenti, e fino ad un certo punto lo sono ancora adesso. Ora però sapete come sto, e non avete piú nessun motivo di essere ango- sciati... Ora è appena arrivato uno di quei momenti che mi addolorano. Tu stai guar- dando la mia foto e pensi che io viva perché mi vedi fisicamente davanti a te, improvvisamente prendi coscienza della realtà, e cosí ritorna di nuovo tutto il dolore. Questi per te rappresentano sem- pre passi indietro. Per chi è unito dai vincoli d’amore che non s’interrompono mai, non esiste piú nessuna separazione, né nella vita, né nella morte!

6 Agosto 1915

Le battaglie nel Mondo spirituale sono molto piú violente di quelle che ci sono in guerra da voi, perché qui si tratta di distruggere lo Spirito (l’individualità), mentre da voi è solo il corpo ad essere distrutto. Di notte da voi è riposo, mentre da noi ferve l’attività. Allora noi abbiamo piú tempo per aiutare i defunti, che ora ci invadono a migliaia. Come sono stato felice questo pomeriggio, è stato cosí bello da parte vostra! Io vivo ancora come sulla terra, solo che ho maggiori capacità rispetto a quelle che aveva il mio corpo fisico. Con lo sguardo penetro molte cose, ma so che non è tutto, anche se ho un forte desiderio di andare avanti. Tale desiderare naturalmente qui è di gran lunga di maggiore aiuto rispetto a quando si è immersi nel corpo fisico sulla terra, in quanto è molto piú efficace. Ma per il resto è ancora tutto esattamente come sulla terra. Quando discutete su questioni relative al mondo sovrasensibile con persone spiritualmente evolute, io ne approfitto e apprendo da voi alcune cose che qui non sperimento. Io stesso non posso ancora dirvi molte cose su di esso, perché non ho ancora visto tutto. So che fate fatica a comprendere ciò; per questo ve lo ripeto continuamente. Il piú grande errore è pensare che l’uomo, una volta spogliatosi del suo corpo, sia perfetto. I vostri discorsi, per esempio oggi, mi hanno aiutato tanto quanto hanno aiutato voi, forse anche di piú, perché io, con i miei sensi attuali, afferro e comprendo piú rapidamente, mentre il cervello umano lavora spesso molto lentamente. Per questo dovete capire che io sono felice quando vi incontrate con persone come quelle di oggi, perché anche io allora posso imparare molto, e in quei momenti vi posso stare molto piú vicino che nella vita quotidiana, quando vi occupate di cose senza importanza. Non so ancora quanto tempo io debba rimanere sul livello spirituale dove mi trovo attualmente, ma credo non molto. Poi uscirò un’altra volta dal mio corpo attuale, esattamente come quando voi deponete il vostro corpo fisico.
Vorrete certo sapere qualcosa della mia vita qui: sappiate che io vivo solo per la grande opera di cui vi ho parlato molte volte, la Musica Sacra, che sarà di grande beneficio per l’umanità. Il mio lavoro sulla terra è stato appena un assaggio di ciò. È qualcosa di straordinariamente bello, che permea tutte le sfere e tra- smette le sue vibrazioni fino alle regioni piú alte. Ciò richiede molta energia e molti grandi talenti. Sentivo di essere chiamato alla realizzazione di qualcosa di grande. Per questo motivo ero cosí sereno quando sono andato in guerra. Sapevo che tutto è nelle mani di Dio. Non ho avuto rimpianti neppure per un momento. Doveva avvenire, era il mio destino! Avevo sempre sentito dentro di me che non sarei diventato vecchio, ma non per questo meno allegro e felice; ho goduto la mia vita al massimo, perché sapevo che tutto è determinato, ed io stesso non posso cambiarne nulla.
Quando poi la morte è arrivata, sono rimasto comunque sorpreso, perché non credevo avvenisse in quel momento. Durante i lunghi periodi d’infermità avevo fatto ancora comunque piani per il futuro, e la spe- ranza di ritornare presto a casa mi sorreggeva e mi dava coraggio, anche se a volte la mia voce interiore mi diceva: “Preparati, è finita”. Non ci credevo completamente, ma poi, improvvisamente, ho visto la mia vita davanti a me e ho capito che era finita! L’ultimo minuto è stato terribile, ma è durato solo un attimo ed è passato, vale a dire che poi è venuto il sonno della morte che mi ha liberato da tutti i dolori che il corpo doveva sopportare. Inconsciamente mi ero preparato alla morte. Il mio karma positivo mi ha consentito di stare per tre settimane in malattia dopo il ferimento, in modo da staccarmi lentamente dall’involucro terreno. Quanto sono piú sfortunati gli uomini che muoiono di colpo, perché non riescono a capire di essere morti. A volte anch’io ho creduto di essere ancora vivo, perché all’inizio ci sono condizioni molto simili. Grazie a Dio ho avuto presto coscienza di non possedere piú un corpo fisico. Poi è arrivata la separazione dal corpo eterico, ed io sapevo che cosa stesse accadendo.
Poi giunse il difficile compito di calmarvi e di farvi capire che io ero vivo. Questo ha richiesto molto tempo e molte energie, ma mi avete ascoltato e questo mi ha sollevato di molto, quindi vi ringrazio dal piú profondo dell’anima! Non potrò mai dimenticare come abbiate superato voi stessi per amor mio. Un giorno vi ricompenserò! Quando vi distaccherete dal vostro corpo ci sarò io ad aiutarvi. Quello sarà un meraviglioso ritrovarsi! Tenete bene a mente che questo vi deve sempre dare nuova forza per aiutarvi a superare il dolore. Per favore, non abbiate dubbi, ma siate fermamente convinti che io continuo a vivere come sulla terra, solo che non mi potete vedere e che sto molto meglio, perché non devo piú portarmi appresso il corpo!
Ora abbiamo parlato a lungo senza intralci. Deve andare e andrà sempre meglio, ma è necessario che tu ti procuri molta tranquillità e non ti affatichi con troppe cose, perché esse portano troppa inquietudine nella tua vita, e a quel punto io non sono in grado di arrivare sino a te. Non sapevo che tu mi fossi cosí vicina spiritualmente. Perché non siamo stati piú vicini nel corso della vita? Tu sei stata troppo assorbita da te stessa, ma ora siamo strettamente collegati e ci stiamo aiutando vicendevolmente.
Fratello mio, vedo perfettamente il tuo progresso spirituale. Quando lavori su di te è come se nascesse, da una singola piccola colonna, il grande edificio di un tempio indistruttibile. Questo è il tuo sé spirituale! Il legame che ci unisce è ora molto piú intenso rispetto a quando ero vivo, perché adesso io posso entrare dentro di te. Io ti circondo con il mio aiuto e con il mio amore; possa io proteggerti dalle cose spiacevoli che la vita sulla terra porta con sé. Chiamami quando hai bisogno di me. Il tuo compito è grande, ma anche bello e nobile. Il tuo percorso è illuminato dal radioso amore dell’insegnamento del Cristo. Il sentimento di gratitudine verso di voi cresce sempre di piú, perché vedo che vi evolvete per amor mio. Un giorno vi ricompenserò per tutto questo!

20 Novembre 1915

La vita terrena non è una vita di gioia, è difficile e dura. Tutti lo sanno, eppure si aggrappano a questa terra. Ho avuto già occasione di dirvi
talmente tante cose, che adesso l’idea di lasciare il corpo fisico non dovrebbe piú suscitare in voi alcun pensiero di orrore o rammarico. Questa vita terrena è sopportabile solamente se la si considera un breve periodo di passaggio.Non ti preoccupare, essa arriva, ha il suo senso, e non possiamo aggiungervi altri significati.Potete raffigurarvi l’essere incarnati con un viaggio sgradevole che si è costretti a intraprendere. All’arrivo a desti- nazione – vale a dire sulla terra – venite rinchiusi in un cortile circondato da alte mura. Vedete il cielo sopra di voi, ma siete convinti che sia irraggiungibile. Rimanete lí fino a quando vi si viene a prendere.
Alcuni di voi possono, con il loro sviluppo spirituale, at- traversare quelle pareti. Per costoro la prigionia non significa piú nulla, perché essi hanno comunque la libertà dello Spirito. Quando verrete qui, poi il dolore e la preoccupazione si trasformeranno in felicità. Come vi compatisco, a volte, quando, vicino a voi, vedo le vostre piccole preoccupazioni, perché sono davvero piccole preoccupazioni. Grandi preoccupazioni sono solo quelle che riguardano l’anima, vale a dire quando l’anima, o lo Spirito, subiscono dei danni, quando le persone sempre piene di dubbi sono in collera con il loro Dio per il fatto che Egli non cosparge la loro esistenza solo di rose; queste sono per noi le grandi preoccupazioni!
Ricordatevi di questo, voi che siete intrappolati nelle preoccupazioni.
Ricordatevi di questo, e siate forti, dovete essere al di sopra di queste preoccupazioni. Dio è con voi e fa solo ciò che è la cosa migliore per voi e per la vostra evoluzione.




Dal volume: Brücke über den Strom: Sigwarts Mitteilungen aus dem Leben nach dem Tod – Il ponte sul fiume:
comunicazioni di Sigwart sulla vita dopo la morte (Oratio Verlag, Schaffusa 2008).


Traduzione di Piero Cammerinesi

fonte:http://www.larchetipo.com su autorizzazioone dell' autore

martedì 25 settembre 2012

Un ponte tra due mondi - Prima parte

di Piero Cammerinesi

La salvezza della Terra dipende dalla realtà che l’umanità nel presente non trascuri di formarsi pensieri sui Mondi spirituali. Poiché moltissimo dipende dal fatto che il cammino dell’evoluzione dell’umanità venga compreso spiritualmente.
(Rudolf Steiner, I retroscena spirituali della I Guerra Mondiale.)

«Vita dopo la morte? Sarà, ma nessuno è mai tornato a raccontare cosa c’è dall’altra parte…». Quante volte abbiamo sentito ripetere questa battuta, quando in una conversazione volevamo dare un senso meno materialistico e prosaico alla vita e all’essere umano…
«Nessuno è mai tornato…» ma ne siamo proprio sicuri?
In realtà di testimonianze sull’esistenza umana oltre la soglia della morte ve ne sono state moltissime nel corso della storia, piú o meno attendibili e piú o meno articolate.
Naturalmente, trattandosi di comunicazioni provenienti da un mondo profondamente diverso dal nostro mancando il piano fisico è evidente che il linguaggio non può essere il medesimo della terra. La persona che ha attraversato la soglia della morte tende a modificare molti dei punti di vista che aveva quando viveva incarnato in un corpo fisico, e questo in misura sempre maggiore quanto piú egli tende a distaccarsi dalla sua vita trascorsa; tuttavia, nei sia pur rari casi di comunicazioni serie, si può avere l’opportunità di ‘seguire’ per cosí dire, il cammino del defunto nel suo percorso post-mortem.
Tralasciando tutto l’ampio spettro delle testimonianze ‘medianiche’ in cui non è dato sapere chi sia realmente a comunicare, e anche la pur ricchissima letteratura sulla NDE (particolarmente interessanti ed approfonditi gli studi sulla Near-Death Experience di Raymond Moody), di persone, cioè, ritornate a vivere dopo essere morte per alcuni minuti o piú, e che hanno raccontato quanto hanno sperimentato in tale lasso di tempo, vi sono testimonianze attendibili e di lunga durata, tali da poter offrire una immagine dettagliata del percorso dell’anima umana dopo la morte fisica.
Una di queste ci è stata lasciata da Botho Sigwart, conte di Eulenburg, secondo figlio del diplomatico prussiano Philipp Graf zu Eulenburg e di Augusta, contessa di Sandels. Il padre Philipp, che aveva ricevuto il titolo di conte nel 1900, era molto dotato artisticamente, componeva, cantava ed era amico e consigliere dell’Imperatore Guglielmo II, il quale si recava spesso nella proprietà di famiglia a Liebenberg, a circa 50 chilometri da Berlino.

Nato a Monaco il 10 gennaio 1884, Sigwart ereditò insieme alla sorella piú piccola, Victoria, detta Tora, che divenne poi pianista le disposizioni musicali paterne. Sigwart era talmente dotato che a soli 7 anni scriveva Lieder ad orecchio e a 8 anni componeva ed eseguiva Lieder e musica per pianoforte, spesso dinanzi all’Imperatore in visita a Liebenberg.
L’apprezzamento che Guglielmo II dimostrò al giovanissimo compositore fu tale che gli ordinò Sigwart aveva allora 11 anni – delle variazioni su unamarcia di Dessau, musica che fu

successivamente eseguita e diretta da lui stesso a Vienna. Nel 1898 studiò organo al ginnasio di Bunzlau, in Slesia, e poi al ginnasio Luitpold, a Monaco, nel 1899, per trasferirsi infine a Berlino, al ginnasio umanistico Friedrich Wilhelm, dove conseguí la maturità nel 1902. Un anno prima, a soli 17 anni, aveva preso parte su invito di Cosima Wagner, vedova di Richard e amica di famiglia al Festival di Bayreuth, dove aveva avuto modo di dirigere l’orchestra, se pur durante le prove. Dal 1902 fece ritorno a Monaco dove studiò storia e filosofia fino al 1907, quando conseguí la laurea. Contemporaneamente al corso di laurea studiò musica con Ludwig Thuille e, successivamente, con Max Reger a Lipsia. Da allora iniziò a produrre composizioni musicali che sono ancora oggi disponibili.
Un viaggio di studio in Grecia risvegliò in lui una profonda passione per l’arte greca classica; in particolare la musica greca antica era per lui qualcosa di appassionante, tanto che musicò i Lieder di Euripide di Ernst von Wildenbruch, fino a farne una composizione operistica. Quest’opera – la cui esecuzione fu rimandata a causa dello scoppio della I Guerra mondiale – venne eseguita per la prima volta, con grande successo, a Stoccarda il 19 dicembre del 1915, cinque mesi dopo la morte di Sigwart.
Nel 1909 sposò la cantante lirica Helene Staegemann, che gli diede un figlio, Friedrich, nato nel
1914, destinato anche lui ad una morte prematura; morirà, infatti, nel 1936, a soli 22 anni, nel corso di un’esercitazione militare.
A Strasburgo ebbe occasione di conoscere Albert Schweitzer, anch’egli organista, con il quale terminò, nel 1911, i suoi studi musicali e cui dedicò un concerto per organo. Al circolo di giovani amici musicisti di Sigwart appartenevano anche Wilhelm Furtwängler e Artur Nikisch.
La passione di Sigwart non era solo la musica ma anche la filosofia e l’esoterismo. Nella sua breve vita si interessò appassionatamente di religioni orientali, Buddhismo, Teosofia, sino a incontrare Rudolf Steiner nel 1906, seguendo da quel momento con trasporto l’Antroposofia.
Steiner era, infatti, amico dei conti di Eulenburg, ed era a volte ospite a Liebenberg; dal momento in cui lo conobbe, nella dimora di famiglia, Sigwart non perse occasione per seguirne le conferenze e per approfondirne l’opera. Condivise questo profondo interesse con i fratelli Lycki, Tora, Karl e con la cognata Marie. In tal modo vennero poste le basi per le comunicazioni che avrebbe iniziato a fare dopo la sua morte.
Allo scoppio della I guerra mondiale Sigwart aveva 30 anni, e partí come volontario nell’esercito tedesco, con il profondo impulso di difendere la Patria in pericolo. Serví con il grado di sottotenente in un reggimento di cavalleria prima sul fronte occidentale e successivamente su quello orientale.
Gravemente ferito ai polmoni il 9 maggio 1915, durante un attacco in trincea in Galizia, venne ricoverato in un ospedale militare a Jaslo dove morí il 2 giugno 1915. Nonostante le enormi difficoltà per la guerra in corso, secondo i suoi desideri, il suo corpo venne portato nel castello del padre a Liebenberg, dove fu sepolto sotto la grande quercia a lui molto cara.
Il legame particolarmente profondo tra Sigwart e Marie fece sí che quest’ultima subisse un trauma profondo per la morte del cognato.
Ad appena poche settimane dalla morte, Sigwart si mise in contatto con sua sorella Lycki, a lui molto legata, e successivamente anche con altre persone di famiglia. Lycki cosí descrive ciò che provò quando iniziò a sentire che il fratello voleva mettersi in contatto con lei: «Nella solitudine e nel silenzio di questa giornata ho capito ciò che Sigwart si aspetta da me. Lui non vuole guidare la mia mano dall’esterno, ma sono io che devo aprire una porta dentro di me; allora sentirò le sue parole che poi devo trascrivere».
Le comunicazioni non avevano carattere medianico; Sigwart trasmetteva i suoi messaggi dall’Aldilà a persone non in trance ma perfettamente coscienti, che poi provvedevano a trascriverli. Lycki, poi Tora e piú tardi Marie, iniziarono allora a trascrivere i messaggi di Sigwart, che proseguirono per 35 anni. quercia nel parco di Liebenberg nel 1935
Dapprima la sorella nutriva chiaramente molti dubbi sulla autenticità dei messaggi che sentiva nascere dentro di sé e che man mano provvedeva a trascrivere. Ma le esortazioni del fratello e la straordinarietà di quelle comunicazioni, che le giungevano in piena coscienza e non tramite fenomeni di trance, la convinsero che si trattasse proprio dell’amato Sigwart che tentava di mettersi in contatto con lei. Sigwart le chiedeva di aprire la propria mente, lasciando penetrare quei messaggi, contrastando e superando ogni sorta di pur comprensibile afflizione per la sua scomparsa fisica.
Consapevole dei giudizi negativi che il maestro di Sigwart, Rudolf Steiner, aveva sempre dato delle comunicazioni dall’Aldilà, e non ancora certa dell’autenticità dei messaggi, un giorno la famiglia mandò Marie da Steiner. Si recò dunque a Berlino dove viveva in quegli anni Steiner e, su richiesta dello stesso Steiner, gli lasciò i quaderni con i messaggi del cognato con l’accordo di rivedersi dopo un paio di settimane. Venne il giorno dell’appuntamento, e Marie era in ansiosa attesa di sapere cosa le avrebbe detto il Maestro su questa vicenda sicuramente poco ‘ortodossa’ rispetto alla Scienza dello Spirito, anzi, per certi versi contraria allo spirito dell’Antroposofia.
«Cosa dirà?» si domandava dunque Marie, in attesa di incontrare Steiner. «Questa domanda stava davanti a me a lettere cubitali, perché nel frattempo in me si era molto rafforzata la fiducia verso l’identità di Sigwart. Per un’ora e tre quarti il Dr. Steiner mi spiegò accuratamente, pagina per pagina, le comunicazioni [di Sigwart] mettendo nella giusta luce quelle che non avevo compreso, spiegando cosa aveva inteso Sigwart con questo o quello, e mi pose delle domande. Mentre leggeva, annuiva spesso con il capo, esclamando con approvazione: “Questo è descritto molto bene” – “Ben espresso” – “Definizione precisa” – “Sí, le esecuzioni musicali, quelle sono realtà”.
Attesi inutilmente obiezioni a una qualche comunicazione; non ve ne furono! Accomiatandosi mi disse: “Sí, queste sono comunicazioni straordinariamente chiare e assolutamente autentiche dei Mondi spirituali. Non vedo ragione alcuna per sconsigliarLe di continuare ad ascoltarle…”. Nel salutarci, ancora una volta sottolineò che comunicazioni di questo genere erano molto rare. Io sentii che era veramente felice di questo e che avevamo condiviso questa gioia» (dal libro Brücke über den Strom: Sigwarts Mitteilungen aus dem Leben nach dem Tod – Il ponte sul fiume: comunicazioni di Sigwart sulla vita dopo la morte, Oratio Verlag, Sciaffusa 2008).
Le comunicazioni di Sigwart proseguirono per anni e vennero raccolte devotamente e riservatamente dalla famiglia. Fino a che, il 25 aprile 1932, arrivò questo messaggio: «È giunto il momento in cui i doni divini che abbiamo lasciato elargire da nostro fratello Sigwart devono diffondersi in circoli piú ampi. Quanto da lui vi è stato comunicato deve essere diffuso per donare benedizione, per alleviare sofferenze, per aiutare le persone ed indicare loro la via verso la Luce. Il momento è arrivato!».
Da allora le comunicazioni di Sigwart sono state pubblicate in volume e tradotte in molte lingue del mondo.
Nei messaggi dal Mondo spirituale Sigwart descrive alla sorella Lycki, e al circolo di amici che ben presto si forma intorno a lei ciò che accade all’anima nel momento della morte e nei periodi successivi. Il suo amore per i suoi familiari gli consente di stare loro vicino e di assisterli nel superamento del grande dolore per la perdita. Un dolore che però va superato, perché produce al defunto solo grande sofferenza e gli impedisce di comunicare con i suoi cari.
La morte è qualcosa di meraviglioso – non si stanca di ripetere Sigwart – l’avvenimento piú bello della vita; quello che risveglia al Mondo spirituale, dunque perché dolersi per chi è ormai immerso nella Luce divina?
Chi attraversa la soglia della morte è letteralmente assetato dei pensieri elevati che si possono
formare solo nel corso dell’esistenza fisica, e per questo motivo Sigwart gioisce con la sorella quando lei e i suoi amici si incontrano e discutono di argomenti elevati o si dedicano alla meditazione.
Sigwart racconta giorno per giorno – in una sorta di diario ultraterreno – il proprio percorso dal piano astrale a quello del Devachan. Il mondo fisico, quello astrale e quello spirituale, o Devachan, in realtà non sono separati, ma si compenetrano; solo la nostra limitazione nella percezione di ciò che non è fisico ci impedisce di vedere oltre i confini del nostro mondo. La pratica spirituale che egli ha coltivato già nel corso della vita terrena gli consente di procedere molto rapidamente nel percorso tra morte e nuova nascita, permettendogli altresí di conseguire delle conoscenze particolarmente elevate dei Mondi spirituali.
Racconta alla sorella, sin nei dettagli, la prosecuzione – sul piano spirituale – delle proprie creazioni musicali. La “musica celeste” destinata a trasformare l’atmosfera della Terra. «La musica è l’arte piú elevata, anche se può agire solo indirettamente sugli uomini. …Il suo compito è quello di tra- sformarne l’anima. …È il nostro mezzo piú efficace per influenzare l’umanità» (op.cit.).
Il suo impegno nella realizzazione di sette sinfonie ‘celesti’ è qualcosa che lo occupa molto e lo entusiasma; tale opera – realizzata sul piano spirituale insieme ad altre anime – rappresenta la prosecuzione della sua missione sulla terra. Descrive con toni rapiti l’indescrivibile felicità delle anime che assistono alle esecuzioni di musica ‘celeste’ e narra di periodi d’intenso ma luminoso lavoro per creare le opere e successivamente per educare altre anime alla musica.
Cosí dice Rudolf Steiner nella conferenza “Alle soglie della Scienza dello Spirito” tenuta a Berlino nell’agosto 1906 (O.O. N° 95): «L’attività e la beatitudine nel Devachan consistono specialmente nell’attività creatrice. I grandi mutamenti della Terra sono creati dall’essere umano sotto la direzione e la guida degli esseri superiori. I morti lavorano alla trasformazione della fauna e della flora. La trasformazione della Terra è dovuta all’operare dei morti. Anche nelle forze della natura dobbiamo vedere le azioni degli esseri disincarnati. Ciò che l’uomo non può fare qui sulla Terra lo compie nel periodo che vive tra la morte e una nuova nascita».
Ma i messaggi di Sigwart sono anche ricchi d’indicazioni per l’esistenza terrena, per la preparazione
necessaria onde poter penetrare coscientemente nel mondo che ci aspetta oltre la soglia della morte, dove, se non siamo coscienti, viviamo a lungo in uno stato di doloroso sonno, senza poterci rendere conto di dove ci troviamo.
Allora non ci rendiamo conto neppure di essere morti e non riusciamo a riconoscere le anime delle persone a noi legate che ci si avvicinano.
L’uomo che attraversa la soglia della morte non è come spesso si immagina automaticamente
consapevole di ciò che ha davanti; in realtà egli guarda al nuovo mondo in cui si trova ancora con i pensieri, le emozioni ed i giudizi che aveva da uomo terreno.
Solo se nel corso della vita terrena si è lavorato spiritualmente, appropriandosi delle corrette descrizioni del Mondo spirituale, si può superare rapidamente il periodo di disorientamento che l’anima del defunto si trova ad attraversare.
Come sottolinea Steiner: «Escludere il sapere sui Mondi spirituali durante la vita sulla Terra vuol dire rendersi cieco nel senso animico-spirituale per la propria vita dopo la morte» (Nessi cosmici nella formazione dell’organismo umano – O.O. N° 218).
Ciò fa comprendere – ove ve ne fosse la necessità – la straordinaria importanza di quanto Rudolf Steiner ha portato nella cultura attuale con la Scienza dello Spirito, che ha messo a disposizione dell’umanità un quadro esaustivo del Mondo e delle Entità spirituali, rendendo di fatto operativo il ponte tra il mondo terreno e quello dello Spirito.
«Non importa – ci dice Sigwart - quali sono i sentieri che percorriamo nella nostra vita, quali lavori
abbiamo fatto, tutto dipende da quello che l’uomo ha pensato, ha sentito e ha fatto nella sua ultima vita terrena. ...Io adesso so qualcosa in piú, vedo piú lontano di prima. Ma una volta che ci siamo liberati della materia del nostro corpo fisico, non si diventa improvvisamente onniscienti. Voi non ci crederete, ma io sono accanto a voi, sento tutto quello che dite. Io vivo!» (op.cit.).
Man mano che il tempo passa e che il defunto si distacca dalla terra, il racconto di questo straordinario viaggio si arricchisce anche d’immaginazioni cosmiche, di esperienze spirituali elevatissime che si traducono in preghiere, meditazioni e indicazioni per le anime di coloro che ancora vivono incarnati.
Seguendo il percorso di Sigwart, viene a crearsi dentro la nostra anima un ponte tra il nostro mondo e quello spirituale; cominciamo a guardare alla morte con un occhio diverso.
Non piú “regno delle ombre” ma Regno di Luce e di Amore.
Iniziamo a immaginarlo come una porta che si apre su una nuova realtà, nella quale riversare i frutti dell’evoluzione spirituale conseguiti nella nostra esistenza terrena.
«Potete raffigurarvi l’essere incarnati con un viaggio sgradevole che si è costretti a intraprendere.
All’arrivo a destinazione vale a dire sulla terra venite rinchiusi in un cortile circondato da alte mura. Vedete il cielo sopra di voi, ma siete convinti che sia irraggiungibile. Rimanete lí fino a quando vi si viene a prendere.
Alcuni di voi possono, con il loro sviluppo spirituale, attraversare quelle pareti. Per costoro la prigionia non significa piú nulla, perché essi hanno comunque la libertà dello Spirito» (op.cit.).
 

domenica 24 giugno 2012

GLOBAL WAR E GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI: DOVE STIAMO ANDANDO? (Parte 2)

di Piero Cammerinesi  (corrispondente di Coscienzeinrete Magazine dagli USA)

per leggere la 1° parte clicca qui
Secondo altri veggenti e profeti del passato si è già superato - nella nostra epoca - il punto critico ‘di non ritorno’ nella discesa verso un materialismo che ha totalmente dimenticato l’origine spirituale dell’uomo. Per essi l’unica possibilità di salvezza da disastri sociali e bellici può provenire solo da un’evoluzione spirituale che consenta di non guardare solo agli eventi materiali cercando la felicità solo nella soddisfazione dei bisogni fisici e istintivi.

Vi ricorda vagamente qualcosa?

Il materialismo della vita attuale, il dominio delle immagini, la finanza sfrenata, l’estrema competizione nel lavoro, la mancanza di solidarietà sociale, l’aggressività degli Stati, sono tutti segnali significativi che contraddistinguono questo momento storico. E i segni ci sono tutti: malattie prodotte dalla dipendenza da computer, crack finanziari a livello globale, lavoro sempre più stressante e meno remunerativo, indifferenza del singolo nei confronti dei propri simili, aggressioni continue tra le nazioni.

Proprio queste caratteristiche della nostra cultura sono in realtà alla base – da un’ottica spirituale - dell’insorgere della guerra globale o, come fu anticipato da Rudolf Steiner un secolo fa, come l’inizio della guerra di tutti contro tutti, una prospettiva fino a ieri confinata nelle pagine delle profezie ancora da realizzarsi, ma che oggi – con le nuove dottrine militari annunciate da Obama – inizia ad assumere dei contorni tanto più definiti quanto inquietanti.

“Esteriormente – dice Steiner nel corso di una conferenza del 23 Novembre 1919, dunque ben 20 anni prima della II Guerra mondiale – l’umanità andrà incontro a grandi conflitti. E per queste terribili guerre di cui siamo solo all’inizio (…) e che portano alle estreme conseguenze gli antichi impulsi dell’evoluzione terrestre, non vi sarà alcuna medicina politica, economica o spirituale proveniente dalla farmacia dell’antica evoluzione. I fermenti che hanno prima portato l’Europa all’inizio della sua distruzione [I Guerra mondiale], che metteranno poi Asia ed America l’una contro l’altra [II Guerra mondiale] e che propagheranno la guerra su tutta la terra [Guerra globale] provengono dai tempi antichi. Potrà contrastare questo portare-all’assurdo l’evoluzione umana solo ciò che conduce gli uomini sulla via dello spirituale: il Sentiero di Michele, che trova la sua continuazione nella Via del Cristo”[1].
Steiner rileva come la guerra di tutti contro tutti inizi gradualmente con l’abituare gli uomini a distruzioni belliche che si presentano per così dire quasi ritmicamente nella storia umana di cui l’inizio è stato il primo conflitto mondiale.

Abituare gli uomini alla guerra: confrontiamo questo con quanto abbiamo riportato all’inizio con le parole di Orwell e con le nuove strategie USA.

“È una convinzione infantile – così ancora Steiner - che da questa catastrofe bellica [la I Guerra mondiale] possano provenire periodi di pace durevoli per l’umanità sul piano fisico. Non sarà così.[2].
Sarà solo grazie al nascere dell’altruismo se l’umanità sarà in grado di salvarsi dall’autodistruzione, sostiene Rudolf Steiner, evento inevitabile se si continua a ignorare l’elemento morale.

Gli uomini si annienteranno in guerre fratricide.
E la cosa più avvilente - rispetto ad altri tipi di distruzione - sarà che avverrà solo per loro responsabilità”
[3]. Solo una manciata di persone sopravviverà e saranno coloro che avranno sviluppato un livello di abnegazione profondo, mentre la restante umanità sarà totalmente dedita a mettere al proprio servizio egoistico – grazie a tecnologie potenti e complesse - le forze della natura, senza aver acquisito il necessario grado di altruismo. 
La guerra di tutti contro tutti, che rappresenterà la rovina della nostra epoca, sarà originata proprio da questo sviluppo tecnologico estremo totalmente privo di morale.  

“Forze enormi e poderose verranno liberate da scoperte che trasformeranno il mondo intero in una sorta di apparecchiatura elettrica globale funzionante in modo autonomo[4]

A cosa si riferiva? A Internet, nata come progetto per la difesa USA, che oggi ha di fatto trasformato l’intera comunicazione mondiale in una apparecchiatura elettrica globale funzionante in modo autonomo”?

Ma se Steiner in molte occasioni colloca la guerra di tutti contro tutti in un futuro non immediato, in un particolare ciclo di conferenze egli afferma espressamente che, se l’umanità non sarà in grado di correggere le visioni del mondo profondamente influenzate e corrotte dal materialismo e dall’edonismo dominante che hanno caratterizzato il XIX ed il XX secolo, alla fine del secolo XX noi ci troveremo di fronte alla guerra di tutti contro tutti! Gli uomini potranno fare tutti i bei discorsi che vorranno, potranno aver fatto tutti i possibili progressi scientifici, avranno di fronte a sé questa guerra di tutti contro tutti. Assisteremo allo sviluppo di un’umanità che tanto più si riempirà la bocca di questioni sociali tanto meno avrà un minimo ‘istinto sociale’”[5].

Sulla base di queste inquietanti previsioni cerchiamo di ipotizzare come tali eventi – di cui saremmo solo all’inizio – potrebbero svilupparsi.

Abbiamo visto come Steiner parli espressamente di una visione del mondo profondamente materialista che creerebbe le condizioni perché possa svilupparsi anzitempo la guerra di tutti contro tutti.
E mi pare che ci siano pochi dubbi sullo stato di incontrastato materialismo della nostra epoca e sulla mancanza generalizzata di moralità.

Al tempo stesso le allusioni all’utilizzo immorale delle forze di natura (progetto HAARP, armi geopolitiche per il controllo climatico etc.) e l’anticipazione di una terra trasformata in un’unica immensa macchina funzionante elettronicamente (la rete globale del web o la globalizzazione della finanza elettronica ne potrebbero rappresentare l’inizio) non sono più solo ipotesi fantascientifiche.

Abbiamo visto in un precedente intervento come Steiner abbia attribuito ai poteri occulti angloamericani[6] il disegno di porre il mondo intero sotto il giogo del materialismo. 
Tale scellerato progetto è passato attraverso la creazione della Società delle Nazioni prima e delle Nazioni Unite poi, la competitività sfrenata, la diffusione della tecnologia, la finanza priva di regole e di moralità, la creazione di un’idea di globalizzazione tesa solo allo sfruttamento economico dei Paesi più deboli.

E anche qui mi pare che ci siamo ampiamente.

Ha parlato – nel 1919! – di cause (fermenti) che dopo la distruzione della Germania, avrebbero portato senza dubbio a una seconda Guerra mondiale, che avrebbe messo di fronte America e Asia (USA e Giappone) e questo pure non fa una piega.
Per poi preannunciare che quegli stessi fermenti – se non contrastati - avrebbero “propagato la guerra su tutta la terra”.

Beh, che ne pensate? Non mi pare che questa prospettiva sia molto irreale.

Vediamo ora come potrebbe delinearsi ulteriormente questa ipotesi.

Una prospettiva potrebbe essere quella di uno scontro frontale tra USA e Cina/Russia, magari in seguito ad un attacco Israelo-americano all’Iran e/o alla Siria.
Di questo ci sono sicuramente le premesse, preparate da anni dai media embedded che suonano la grancassa dell’atomica iraniana, esattamente come fecero dieci anni fa con le famose WMD, o ‘armi di distruzione di massa’ di Saddam, mai trovate, ma che costarono un milione e mezzo di morti.

Altra prospettiva potrebbe essere quella di un estendersi di rivoluzioni a livello mondiale, causate dalla crisi economica dilagante, che riduce in schiavitù economica interi Stati, come è il caso della Grecia oggi.
Questi sconvolgimenti potrebbero cambiare radicalmente il volto della civiltà attuale portando l’umanità intera a uno stato primitivo, dove solo la forza di un Potere accentratore – magari presentato come il ‘salvatore dall’anarchia e dalla distruzione’ – sarebbe in grado di riportare ordine sociale a prezzo di violenze inimmaginabili.

Una terza inquietante prospettiva – se pur con uno sviluppo più graduale – potrebbe essere quella della messa in atto di tecnologie molto avanzate atte a controllare – vedi chip sottocutaneo (il Marchio della Bestia) – di cui si parla ripetutamente qui in USA come di una straordinaria ‘opportunità’ (sic!) per rendere la vita più sicura (ancora, proprio come le guerre al terrorismo hanno reso, nelle parole degli ultimi tre presidenti, gli Stati Uniti “un Paese più sicuro”!).
Queste tecnologie – attuate a livello di massa (come una sorta di ‘vaccinazione obbligatoria’ ed è così che si vagheggia di attuarle) sarebbero letteralmente in grado di soggiogare intere popolazioni in uno stato di totale sudditanza.

A quale di questi scenari ci stiamo avvicinando?

Probabilmente ad un mix del primo e del secondo.

Ma vediamo anche come contrastare il big Game e cercare di far fallire questa sciagurata prospettiva.

Secondo Steiner l’unica reale salvezza da questo scenario si può riassumere in una sola parola: fiducia!

Il nascere e il diffondersi della fiducia tra gli uomini.

Fiducia alla base dell’elemento sociale.

Fiducia dell’uomo nei confronti dell’altro uomo, e conseguente disponibilità alla diffusione delle verità.

E da chi viene ostacolato il sorgere di questa fiducia?

Dalle logge e dagli Iniziati dell’Occidente [angloamericani], ci dice Steiner, che non vogliono parlare all’elemento di libertà del singolo individuo, ma alle masse.
Che rivelano solo parzialmente quelle verità spirituali che – in armonia con i dettami del Mondo spirituale - devono essere rese pubbliche.
Rudolf Steiner fu infatti il primo a rendere pubbliche notizie e comunicazioni che sino ad allora erano state tenute gelosamente segrete dalle varie congreghe occulte.
Come il cristianesimo rappresentò nelle parole del Cristo una verità universale, diretta a tutti senza limiti di razza, nazionalità, sesso o cultura, allo stesso modo la Scienza dello Spirito di Steiner rivela conoscenze fino a quel momento riservate con l’obiettivo di dare a ogni uomo – senza limiti di razza, nazionalità, sesso o cultura – la possibilità di conseguire conoscenze spirituali.
Questo fece scatenare contro di lui l’ira di potenti organizzazioni che cercheranno di distruggerne l’immagine e financo di assassinarlo.

Gli Iniziati anglo-americani cercano dunque di promuovere quel tanto delle vie iniziatiche che serve a edificare il dominio angloamericano del mondo, ma la via dell’Iniziazione si deve rivolgere al singolo individuo e non alle masse utilizzando strumenti di persuasione occulta, facendo appello alla capacità di comprensione indipendente e libera di ogni singolo essere umano.
Questo principio è collegato con un principio sociale fondamentale; se ci si rivolge a ciascuno partendo da principi morali, etici, e aspettando – nei tempi di ciascuno – la risposta cosciente e libera, allora non si tende ad assoggettare gli uomini, utilizzando astrazioni per irregimentarli in gregge.
Solo se il singolo essere umano accoglie ed elabora liberamente la conoscenza occulta produce moralità e libertà anche sul piano sociale, portando dentro di sé l’antidoto ad ogni costrizione o menzogna con cui si cerca di intrappolarlo.

Questo è il motivo della divulgazione delle verità occulte nel secolo XX che l’Antroposofia ha attuato, in contrapposizione con le élite occulte angloamericane, che volevano continuare a utilizzare le proprie conoscenze solo per realizzare le proprie finalità di dominio globale.

“La grande fiducia, questo deve diventare l’impulso sociale più importante del futuro. Gli uomini devono poter lavorare insieme. Altrimenti le cose non andranno avanti. (…) Oggi comincia per gli Iniziati dell’Occidente [angloamericani] la grande angoscia, la terribile paura. Essi dicono: se noi parleremo in futuro solo alle singole persone allora scateniamo la guerra di tutti contro tutti, dato che in tal caso gli uomini non saranno organizzati, visto che si è costruita una fiducia generale, allora l’umanità precipiterà nella guerra di tutti contro tutti. Essi sentono questa angoscia. Per questo costoro vogliono mantenere queste verità iniziatiche, oserei dire, sottochiave lasciando avanzare l’umanità verso il futuro sotto una luce apparente, ma in stato di sonno”[7].

L’opera divulgativa delle verità occulte da parte dell’Antroposofia – che ha rotto tabu millenari[8], la pubblicazione di migliaia di libri, saggi, cicli di conferenze anche profondamente esoteriche – ha come scopo principale dunque quello di creare l’unica possibile difesa nella nostra epoca nei confronti dell’unilateralità di determinate potenti congreghe che si propongono di mantenere i popoli in sudditanza - in una sorta di sopore della coscienza - nei confronti del reale svolgersi degli eventi.

Libera diffusione delle verità spirituali per creare fiducia.
Per vincere ansia e paura.

Auspichiamo dunque che l’uomo – nel suo attuare libere scelte – possa essere in grado di disincantare queste terrificanti prospettive, un po’ come un’automobile che, con una poderosa frenata, riesca a fermarsi a pochi centimetri dal precipizio. Ma questo può avvenire solo se s’iniziano a rimuovere – partendo da ciascuno di noi - i ‘fermenti’, le cause che hanno portato a questo stato di cose.

Vale a dire il potere esclusivo della visione materialistica del mondo che deforma radicalmente ogni pensiero umano e paralizza ogni possibilità di crescita morale dei popoli.





[1] Rudolf Steiner, GA194, Die Sendung Michaels, R.Steiner Verlag Dornach 1994
[2] Rudolf Steiner, GA193, Der innere Aspekt des sozialen Rätsels, R.Steiner Verlag, Dornach 1989
[3] Rudolf Steiner, GA265, VERÖFFENTLICHUNGEN ZUR GESCHICHTE UND AUS DEN INHALTEN DER ESOTERISCHEN SCHULE 1904 BIS 1914 - Wesen und Aufgabe der Freimaurerei vom Gesichtspunkt der Geisteswissenschaft, Conferenza del 25 Dicembre 1904.
[4] Ibidem
[5] Rudolf Steiner, GA205, Der Mensch in seinem Zusammenhang mit dem Kosmos, Band 6, conferenza tenuta a Dornach il 6 agosto 1921.
[7] Rudolf Steiner, GA196, Geistige und soziale Wandlungen in der Menschheitsentwickelung, Conferenza del 17 gennaio 1920 tenuta a Dornach
[8] Basti pensare che nelle antiche Scuole dei Misteri si pagava con la vita la rivelazione di conoscenze apprese all’interno dei Misteri. Queste tradizioni durano tutt’oggi nei rituali massonici o mafiosi.

sabato 23 giugno 2012

GLOBAL WAR E GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI: DOVE STIAMO ANDANDO? (Parte 1)


di Piero Cammerinesi  (corrispondente di Coscienzeinrete Magazine dagli USA)

“La guerra non è fatta per essere vinta, ma per essere continua. Allorché la guerra diventa letteralmente ininterrotta, cessa nel contempo di essere pericolosa”.
(George Orwell, 1984)



Quello che le ėlite stanno cercando di trasmettere alle popolazioni mondiali attraverso la falsificazione del linguaggio – la guerra umanitaria, la missione di pace, l’esportazione della democrazia, lo scontro di civiltà etc. – è il concetto che “la guerra è qualcosa di assolutamente normale”.

L’effetto del rifiuto della guerra come metodo per risolvere i problemi tra i popoli - prodotto per lungo tempo sugli uomini dalle carneficine dei due conflitti mondiali - dopo quasi settant’anni si è affievolito e oggi si torna a propagandare la guerra, anche se ‘travestita’ di pacifismo o di ristabilimento della giustizia sociale.

In realtà quanto sta avvenendo oggi è una globalizzazione della guerra, studiata a tavolino e promossa proprio da quegli stati che sono – a parole - i più attivi difensori delle leggi internazionali e dei diritti democratici.

Le motivazioni per le minacce di guerra e per le aggressioni vere e proprie sono le più varie e vanno dalla guerra contro il ‘terrorismo islamico’ (Afghanistan) a quella condotta per proteggere il mondo da – inesistenti - ‘armi di distruzioni di massa’ (Iraq ieri e Iran oggi), da quella per difendere i ‘diritti umani’ (Libia ieri e oggi Siria) ai veri e propri ‘interventi umanitari’ (Somalia), fino alla sbandierata protezione di piccoli Stati dall’influenza di Russia e Cina.
In prima fila per far assimilare ai popoli le scelte dissennate dei governi e le esigenze fameliche delle lobby militari sono i media occidentali, ormai impegnati strenuamente a difendere l’indifendibile, a razionalizzare l’irrazionale e a giustificare l’ingiustificabile, proprio come il Ministero della Verità di Orwelliana memoria[1].

L’idea della Global War o globalizzazione della guerra ha in qualche modo caratterizzato tutta la dottrina militare USA all’indomani della II Guerra mondiale e venne delineata negli anni ’40 dalla amministrazione Truman, nel quadro generale di un progetto di dominazione globale a fronte dell’insorgere del confronto con i sovietici.
In realtà già nei decenni precedenti erano sorte organizzazioni più o meno segrete come la Round Table o la Society of the Elect, fondata in Inghilterra da Cecil Rhodes e Lord Nathan Rothschild, e il Council on Foreign Relations, creato negli USA all’indomani della I Guerra mondiale dal Colonnello Edward M. House, con i finanziamenti di Morgan e Rockefeller.
Ricordiamo che Edward M.House era l’eminenza grigia dietro Woodrow Wilson e la ‘sua’ Società delle Nazioni.

Tutte queste organizzazioni miravano a una sola cosa: la nascita di un potere globale incontrastato sotto la guida anglo-americana.

Per quanto riguarda gli USA, dagli anni ’30 e ’40 del secolo scorso si è assistito ad un costante declino dei poteri del Congresso, considerato dai Padri della Costituzione uno strumento politico essenziale per la difesa della libertà e della democrazia. Ma l’erosione dei suoi poteri sembra inarrestabile sia per mano repubblicana che democratica.
“La costituzione degli Stati Uniti è stata messa da parte con il pretesto della paura. Prima paura della grande depressione e successivamente del terrorismo islamico. Gli Stati Uniti sono la Costituzione. Se la Costituzione cessa di esistere come un documento legale che viene rispettato realmente dalle élite politiche, gli Stati Uniti cessano di esistere. Vuol dire che un’altra entità ha preso il loro posto[2]”.  

Da allora non solo nulla è cambiato, ma la situazione è andata via via peggiorando, tanto che - per arrivare ai nostri giorni - nel settembre del 1990, George Bush padre fece, a Camere riunite, uno storico discorso alla Nazione[3], nel corso del quale di fatto proclamò un Nuovo Ordine Mondiale emergente dal disfacimento dell’Unione sovietica e dall’abbattimento del muro di Berlino.
In questo discorso Bush preannunciò con grande enfasi un mondo libero dal confronto, potenzialmente disastroso, tra le due superpotenze dotate di bombe atomiche a favore di une “pacifica cooperazione internazionale” nella quale “le nazioni del mondo, est ed ovest, nord e sud, possano prosperare e vivere in armonia”[4].

Belle parole e fantastiche prospettive, come non essere d’accordo?

Il problema è che proprio quel concetto di “pacifica cooperazione internazionale” servì a giustificare la Guerra del Golfo, ufficialmente intesa a difendere la sovranità del Kuwait e ad assicurare il rispetto della “legalità internazionale”.
Ben lontani da una “nuova era più sicura alla ricerca della pace” da quel momento siamo entrati in realtà in un’epoca di guerra perenne, proprio come descritta in 1984 di Orwell, dominata da conflitti continui, insicurezza, paura, controllo costante da parte delle autorità, censura mascherata e manipolazione dell’opinione pubblica.

La strategia vera e propria della ‘guerra senza fine’ nasce un paio di anni dopo, nel 1992, con il Defense Planning Guidance (Linee-guida di Difesa nazionale).
Il New York Times, venuto a conoscenza del piano, scrisse: “In un nuovo vasto progetto politico che sta per essere varato, il Dipartimento alla Difesa stabilisce che la missione politica e militare dell’America nell’era post-guerra fredda sarà quella di far sì che non possano emergere superpotenze rivali in Europa Occidentale, Asia o nei territori della ex-Unione Sovietica. I documenti segreti mostrano lo scenario di un mondo dominato da un’unica superpotenza la cui posizione predominante può venire garantita da un comportamento studiato all’uopo e da una adeguata forza militare, in modo da scoraggiare qualsiasi Nazione o gruppo di Nazioni a sfidare la supremazia americana”.
La personalità più rappresentativa dietro questo piano fu Paul Wolfowitz, che sarà nominato più tardi da Bush Segretario alla Difesa e che coprì anche la carica di Presidente della Banca Mondiale.

Il documento ipotizza – per garantire il mantenimento della supremazia statunitense – anche che gli USA prendano in considerazione di estendere – avendo identificato in Cina e Russia le maggiori minacce al loro predominio – “alle nazioni dell’Europa centrale e orientale accordi di sicurezza analoghi a quelli sottoscritti con Arabia Saudita, Kuwait e altri stati nel golfo Persico[5]”.

Nel 1993, allorché Clinton prende il posto di George Bush senior si costituisce un think tank dei falchi repubblicani che darà vita – pochi anni più tardi – al Project for the New American Century (PNAC), Progetto per il nuovo secolo americano.
Nello spirito di questo progetto il dominio a stelle e strisce deve venir imposto a qualsiasi costo in qualsiasi parte del mondo, il che richiede un crescente incremento delle spese militari onde contrastare minacce come quelle costituite da Iraq, Nord Corea, Iran. “Inoltre, questo processo di trasformazione, anche se porterà a dei mutamenti radicali, sarà qualcosa di lento a meno di eventi catastrofici che lo favoriscano – come una nuova Pearl Harbor[6]”.

Guarda caso, pochi anni dopo, le due Torri offriranno la ghiotta occasione di “una nuova Pearl Harbor”…

Nel 2000 il Pentagono pubblica Joint Vision 2020 un documento che teorizza il progetto denominato Full-spectrum Dominance (Dominio a tutto campo);
“Con Full-spectrum dominance si intende la capacità delle forze USA, da sole o con alleati, di annientare qualsiasi avversario e controllare qualsiasi situazione in ambito di operazioni militari.” 
Il Full-spectrum dominance deve estendersi a qualsiasi tipo di conflitto, dalla guerra nucleare su teatri bellici globali fino a eventi di dimensioni limitate. Si riferisce altresì a situazioni atipiche come peacekeeping e aiuti umanitari.
 “La creazione di una rete di informazione globale servirà a garantire le condizioni di una maggiore capacità decisionale[7]”.

Il 13 novembre 2001 il presidente George W. Bush firma l’Ordine Militare N.1[8] nel quale conia la definizione “Guerra globale al terrorismo”. E ciò senza informare il suo Consigliere alla sicurezza, né il Segretario di Stato, né il Capo dello staff o il suo responsabile della comunicazione, approvando così una legge che è divenuta tristemente nota come "Military Order of November 13, 2001: Detention, Treatment, and Trial of Certain Non-Citizens in the War Against Terrorism[9]"
Da quel momento le operazioni militari ‘segrete’ del SOCOM (Special Operations Command) - finalizzate al mantenimento di una ‘guerra globale’ - si sono moltiplicate senza limite in ogni parte del mondo.
Il personale del SOCOM è raddoppiato dal 2001 raggiungendo le 66.000 unità, mentre il suo budget è passato da 4,2 miliardi a 10,5 miliardi di dollari. La crescita del JSOC (Joint Special Operations Command) che è una ramificazione del SOCOM,
è stata ancora più rilevante, passando dalle 1.800 unità speciali nel 1980 alle oltre 25.000 oggi.
Quanto alle operazioni ‘sotto copertura’ delle forze speciali esse hanno coinvolto, a oggi, oltre 75 Paesi, dalla Repubblica Dominicana al Perù, dalle Filippine allo Yemen, dalla Somalia all’Asia Centrale, dal Libano all’Arabia Saudita, dall’Iran a numerosi Paesi arabi.
Queste forze speciali si sono macchiate sovente di crimini contro l’umanità che sono stati regolarmente ‘coperti’ dalle gerarchie militari e nascosti all’opinione pubblica.

Naturalmente, come è noto, la “Pearl Harbor” dell’11 settembre viene immediatamente utilizzata per mettere in atto la dottrina della Global War che viene per l’occasione ribattezzata War on Terror (Guerra al terrorismo).

Ricordiamo, infine, che nell’agenda del Project for the New American Century (PNAC) - che risale all’anno 2000 - si auspica a chiare lettere di “condurre guerre senza confini” [10].
Il PNAC ha come obiettivo dichiarato quello di “combattere e vincere decisamente conflitti multipli e simultanei nei maggiori teatri bellici mondiali”.

Questo scellerato programma è stato adottato in pieno dall’amministrazione Obama con un team di collaboratori e di esperti molto più efficace di quello del suo predecessore.
A una manciata di minuti dallo scadere del Patriot Act, Obama (premio Nobel per la pace, ricordate?) ha rinnovato, per altri 4 anni, la delirante legge promulgata da George Bush junior all’indomani dell’11 settembre[11].
Contrastata con decisione da pochi parlamentari, tra cui il senatore repubblicano Rand Paul del Kentucky, questa legge - che con l’alibi della Guerra al terrorismo - di fatto consente ogni possibile abuso delle libertà dei cittadini, è un tassello straordinariamente importante per capire come si stanno muovendo i poteri forti negli USA e per intuire quali possibili scenari politico-militari si aprano nel XXI secolo.

E, visto che non tutta l’opinione pubblica è manipolabile, i think tank dell’intelligence USA hanno inoltre felicemente ideato una strategia di maquillage delle parole.
Così è tutto meno inquietante se chiamiamo la guerra ‘intervento umanitario’ e l’attacco lo chiamiamo ‘difesa’, mentre le stragi di civili diventano ‘danni collaterali’…

Ora, se partiamo dal presupposto che per comprendere a fondo quanto accade nel mondo abbiamo bisogno di conquistarci una visione più ampia, come possiamo interpretare questa situazione da un punto di vista spirituale?

Cosa sta accadendo nel nostro mondo sempre più segnato da guerre e da massacri quotidiani con la complicità dei media che amplificano quotidianamente menzogne e odio contro l’altro di turno?

Possiamo ipotizzare che la Global War rappresenti in realtà l’inizio del Bellum omnium contra omnes[12], la guerra di tutti contro tutti?

Molti veggenti parlano di un futuro prossimo della terra sempre più incerto con grandi rischi di precipitare in conflitti distruttivi.
Edgar Cayce, lo Sleeping Prophet, ad esempio descrive – ancora negli anni ’30 del secolo scorso - come il primo decennio del nuovo secolo avrebbe ripercorso la situazione del primo dopoguerra fino al disastro economico del ’29, con un progressivo incremento di conflitti. “Mercati e benessere in calo, economie al collasso, disoccupazione in aumento, confusione politica e tumulti popolari (…) con, negli anni successivi, un numero crescente di persone che si troveranno in serie difficoltà anche rispetto a problemi basilari di sopravvivenza”.[13]
Cayce prevede anche la possibilità di una III Guerra mondiale. Parla letteralmente di guerra originata in “Libia, in Egitto, ad Ankara e in Siria, attraverso conflitti sorti intorno agli stretti delle zone a Nord dell’Australia, nell’Oceano Indiano e nel Golfo Persico[14]


per leggere la 2° parte clicca qui



[1] George Orwell, 1984.
[4] ibidem
[5] Tyler, Patrick E. U.S. Strategy Plan Calls for Insuring No Rivals Develop: A One Superpower World. The New York Times: March 8, 1992. http://work.colum.edu/~amiller/wolfowitz1992.htm

[6] http://www.newamericancentury.org/publicationsreports.htm PNAC, Rebuilding America’s Defenses. Project for the New American Century: September 2000, pag.51
[9] "Ordine militare del 13 Novembre 2001: detenzione, regole di comportamento verso i detenuti e processo di non cittadini USA nella Guerra contro il terrorismo."
[12] Bellum omnium contra omnes o "guerra di tutti contro tutti" nell’accezione di Thomas Hobbes (1588-1679) descrive lo ‘stato di natura’ in cui, non esistendo legge alcuna, ogni individuo verrebbe mosso solo dal suo istinto, danneggiando gli altri ed eliminando chiunque gli sia di ostacolo verso il soddisfacimento dei propri desideri.
[14] Edgar Cayce reading (3976-26) April 28, 1941