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sabato 24 ottobre 2020

GROTTE PLANETARIE SULLA LUNA E MARTE, POSSIBILI LUOGHI PER BASI SPAZIALI

 tratto da "L'Opinione" del 24 luglio 2020

di Redazione

Cavità naturali scavate dalla lava e lunghe fino a 40 chilometri sulla Luna e Marte potrebbero essere luoghi ideali per ospitare future basi abitate dall’uomo. Le ha scoperte la ricerca italiana pubblicata sulla rivista Earth-Science Reviews e condotta dalle Università di Bologna e di Padova. Cavità simili, chiamate “tubi di lava”, “esistono non solo sulla Terra, ma nel sottosuolo della Luna e di Marte, i cui pozzi di accesso in superficie sono stati ripetutamente osservati nelle immagini ad alta risoluzione fornite dalle sonde interplanetarie”, ha detto Francesco Sauro, del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Bologna e direttore dei corsi Caves e Pangaea dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Coordinatore della ricerca con il geologo planetario Riccardo Pozzobon, del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, Sauro ha detto inoltre che la presenza dei tubi di lava “è evidenziata da allineamenti sinuosi di cavità e collassi nei tratti in cui la volta della galleria ha ceduto” e che “questi collassi, di fatto, costituiscono potenziali ingressi o finestre sul sottosuolo”. Formazioni simili sono state esplorate, sulla Terra, nelle Hawaii, nelle Canarie, in Australia e Islanda.

Confrontando le immagini del suolo di Luna e Marte riprese dai satelliti, i ricercatori hanno scoperto che rispetto ai “tubi” terrestri, che raggiungono un diametro compreso fra i 10 e i 30 metri, le dimensioni dei condotti aumentano di 100 volte su Marte e di 1000 volte sulla Luna: un impressionante aumento di dimensioni dovuto alla minore gravità e ai suoi effetti sull’attività vulcanica.

Secondo Pozzobon, “condotti di tali dimensioni possono raggiungere lunghezze superiori ai 40 chilometri, fornendo così spazio a sufficienza per ospitare intere basi planetarie per l’esplorazione umana della Luna: cavità talmente enormi da arrivare a contenere il centro storico della città di Padova”.

I tubi di lava proteggono inoltre dalle radiazioni cosmica e solare, riparano dai micrometeoriti e offrono un ambiente a temperatura controllata, non soggetta a variazioni tra notturne e diurne.

Le agenzie spaziali stanno mostrando crescente interesse per le grotte planetarie e i tubi lavici in vista delle future missioni umane su Luna e Marte, hanno rilevato infine i ricercatori, per i quali “tutto questo rappresenta un cambio di paradigma nella futura esplorazione spaziale”.

mercoledì 12 febbraio 2020

RIVOLUZIONE MARTE: STUDIO IPOTIZZA LIVELLI DI OSSIGENO IDONEI ALLA VITA

tratto da L'opinione del 23 ottobre 2018

di Redazione

La ricerca del California Institute of Technology (Caltech), portata avanti dal gruppo di Vlada Stamenković e pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, rivoluziona totalmente l’idea che avevamo del pianeta Rosso: l’acqua salata presente nel sottosuolo di Marte conterebbe ossigeno sufficiente per ospitare la vita.

I calcoli eseguiti indicano inoltre che l’ossigeno presente potrebbe supportare la vita non solo di microrganismi ma anche di animali più complessi.

Immagine presa da Wikipedia
“I nostri calcoli indicano - scrivono gli studiosi nell'articolo - che in un serbatoio d'acqua salata di questo tipo ci potrebbero essere elevate concentrazioni di ossigeno disciolto”. Concentrazioni che sarebbero particolarmente elevate nel sottosuolo delle regioni polari. “Non sappiamo se Marte abbia mai ospitato la vita”, continuano i ricercatori del Caltech, ma grazie ai loro risultati è stata ribaltata la convinzione che il Pianeta Rosso non potesse ospitare forme di vita basate sull’ossigeno.

L'astrobiologa Daniela Billi, dell'università di Roma Tor Vergata, commenta così la scoperta: “I requisiti per l'abitabilità delle brine su Marte si arricchiscono ora della possibile presenza di ossigeno, indispensabile però alle sole forme di vita che lo utilizzano per la respirazione. Questa possibilità amplia i possibili metabolismi presenti su Marte”.

Ed il risultato della ricerca si estende anche ad altri pianeti e lune che ospitino sacche di acqua salata o oceani sotterranei, come la lune di Saturno, Encelado, e quella di Giove, Europa.

sabato 24 agosto 2019

MARTE il Pianeta rosso e misterioso

“MARTE il Pianeta rosso e misterioso”
Autore: Mimmo Martinucci

Marte, sin dall’antichità, ha destato interesse che, con le spedizioni di sonde sulla sua superficie, si è incrementato ulteriormente. La fantasia degli scrittori di fantascienza si è sbizzarrita con la creazione dei personaggi “marziani”, quasi nostri progenitori, fuggiti dal loro pianeta a seguito di un qualche cataclisma di origine astronomica sconosciuto. Non è detto che non ci sia un briciolo di possibile verità.
Le sonde su Marte hanno ripreso una superficie strana e con particolari che destano interrogativi, solleticando la fantasia. Mi sono voluto attenere alla realtà ma ponendomi ugualmente dei quesiti su certe anomalie del suolo marziano che non possono sfuggire ad una attenta analisi delle foto messe a disposizione dalla NASA.
Alcune foto appaiono … ritoccate. Tutte sono “filtrate” con luce rossa.
Operando opportunamente sulle stesse immagini appaiono invece colori diversi …
Gli interrogativi permangono. Forse nel 2020 vi sarà una spedizione umana sul pianeta rosso … aspettiamo nuove notizie. E spero di esserci. La voglia di conoscenze è forte.

“MARTE il Pianeta rosso e misterioso”
Editore: EditSantoro Galatina (LE)
ISBN 978-88-95545-07-3
Formato: 214 x 30 - Foto interne a colori
Pagine: 132 (grande formato)


domenica 22 aprile 2018

MARTE, I MICRORGANISMI POTREBBERO VIVERE FINO A 3 MILIONI DI ANNI

tratto da L'Opinione del 13 novembre 2017

di Redazione

Nel caso in cui Marte ospitasse forme di vita elementari, queste potrebbero sopravvivere anche fino a 3 milioni di anni, a condizione di sfuggire ai raggi cosmici e ibernate nel sottosuolo a 2 metri di profondità. È quanto emerge dalla simulazione condotta da un gruppo di biologi russi coordinati dall’Università di Stato Lomonosov di Mosca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Extremophiles. I ricercatori hanno utilizzato come modello le colonie del terreno perennemente ghiacciato dell’Artico, il permafrost, e su questa base hanno riprodotto in laboratorio, in una camera climatica, le proibitive condizioni marziane: basse temperature e pressione, nonché continua esposizione a radiazioni ionizzanti. Oggi Marte è, infatti, un luogo poco adatto alla vita: l’atmosfera è sottilissima e il suolo è continuamente bombardato e sterilizzato da raggi cosmici e raggi gamma. La temperatura media, inoltre, oscilla intorno ai meno 63 gradi e - nelle zone polari come nelle ore notturne - può scendere fino a meno 145 gradi. Nonostante queste condizioni proibitive, lo studio dimostra che sotto la superficie Marte potrebbe nascondere sorprese, consentendo ai microrganismi di sopravvivere più a lungo di quanto si pensasse.

Una buona notizia per la missione ExoMars 2020, nella quale le agenzie spaziali di Europa (Esa) e Russia (Roscosmos) prevedono di spedire su Marte un veicolo robotico con le ruote (rover): un laboratorio mobile per lo studio del sottosuolo controllato da Terra ed equipaggiato con un trapano italiano realizzato da Leonardo, destinato a perforare il terreno marziano fino a 2 metri di profondità a caccia di possibili tracce di vita microbica, presente o passata. Nella missione l’Italia ha un ruolo di primo piano, con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’industria, con la Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), e il mondo della ricerca, con l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e diverse università.