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mercoledì 24 giugno 2020

I Filosofi Incogniti

in collaborazione con l'autore Michele Leone: https://micheleleone.it/i-filosofi-incogniti/

Appunti sui Filosofi Incogniti e la vera Filosofia

La filosofia oggi è svalutata e sottovalutata – tanto da molti filosofi quanto dalle Istituzioni, tra cui per prima la scuola – e resa aliena alla maggior parte delle persone. Pochi sanno che la Filosofia è sempre stata legata alle scienze ermetiche, la maggior parte degli alchimisti, dei magi, dei sacerdoti e quanti erano nel mondo ermetico parlavano di filosofia o consideravano sé stessi filosofi. Una filosofia, nella maggior parte dei casi assai lontana da quella della nostra contemporaneità, che guarda alla natura e all’uomo come elementi di un’unica realtà e non come estranei gli uni agli altri. In queste pagine non posso dedicarmi allo studio dei rapporti tra filosofia e società segrete, tra filosofia e magia e tra filosofia ed ermetismo. Ma non posso, anche a costo di essere noiosamente ripetitivo, ricordare che l’ermetismo è per definizione, sia pur con tutti i limiti e imprecisioni di una definizione da dizionario, una corrente filosofico-religiosa. Se cancelliamo l’immagine standardizzata del filosofo noioso, mal vestito e con la giacca tweed anche a ferragosto scopriremo che i filosofi sono degli innamorati della vita e della conoscenza.

Qualche secolo or sono è esistita una setta composta da Filosofi Incogniti, vi riporto qualche informazione e parte dei loro statuti: Nell’’Idea di una Nuova Società di Filosofi” che fa da prefazione, il suo autore dichiara di voler consacrare a Dio i tesori infiniti di cui Egli ha voluto fargli dono e di impiegarli a Sua gloria e al servizio del prossimo; e di aver viaggiato per tutto il globo terrestre per confortare persone afflitte e bisognose. Non gli fu possibile tuttavia realizzare tale progetto, perché la malizia degli uomini si spinse così lontano, che egli vide più di una volta la propria vita in pericolo. Per questi motivi volle fondare un’associazione di Filosofi, <<di cui nessuno invero fosse particolarmente noto, ma che nondimeno si fosse reso generalmente celebre diffondendo [la propria fama] in breve tempo per tutti i regni, affinché in tutti si trovasse qualche associato che fosse, per così dire, un saggio e liberale dispensatore di prezioso tesoro della Scienza Ermetica>>.

A questo scopo egli mise per iscritto gli statuti e i regolamenti di questa <<nuova Cabala>> e ne scelse personalmente i fondatori; infine compose alcuni trattati ermetici in cui mise ciò che la sua esperienza gli aveva insegnato, e nei quali si può riconoscere il punto essenziale e il fondamento della loro Filosofia segreta: il soggetto o materia su cui si deve lavorare.

L’autore si affretta tuttavia a precisare di aver subito il fatto che alcuni di questi trattati siano stati pubblicati, e di non aver voluto dare alle stampe quelli che spiegavano più chiaramente la dottrina dei principi primi, e che, se ne sono stati editi, li ha eliminati subito, ritenendo che sarebbe stato più conveniente e utile differirne l’edizione.

Seguono gli Statuti dei Filosofi Incogniti, divisi in sei capitoli, e ciascuno di questi in più capitoli, per un totale di trenta articoli. Vi è detto chiaramente che questa Compagnia non deve limitarsi a una regione, a una nazione, un regno o una provincia, ma deve diffondersi per tutta la terra abitata, sebbene suddivisa in colonie, truppe, assemblee, e che ogni colonia corrisponde a un impero ove esiste un solo capo. La Provvidenza procurerà di fissare il numero degli associati, ma la prudenza di chi li accoglierà sarà determinante; e il più anziano membro di ogni colonia, truppa o assemblea avrà la lista di tutti gli associati con il paese da cui provengono. La condizione e la religione non saranno d’ostacolo alla loro ammissione, ma è nondimeno richiesto <<che essi adorino Gesù Cristo, che amino la virtù, e che la loro mente sia atta alla Filosofia>>. Non saranno tuttavia ammessi i religiosi e tutti coloro che hanno professato voti monastici, soprattutto negli ordini mendicanti; né schiavi o persone che siano al servizio dei potenti, <<poiché la Filosofia richiede persone libere, che siano padrone di loro stesse, che possano lavorare a loro piacere e che, senza impedimenti di alcun genere, possano impiegare il loro tempo e i loro beni per arricchire la Filosofia delle loro nuove scoperte>>. Tra le persone libere, le meno atte a questa sorta di occupazione sono i sovrani, che saranno accolti solo raramente; lo stesso avverrà per le persone spinte principalmente dall’ambizione, o per la gente destituita da ogni sorta di beni, che la povertà potrebbe costringere a rivelare un segreto che non ha pari in tutta la Natura. Ai postulanti si richiedono soprattutto l’onestà di costumi, una curiosità naturale, un desiderio di penetrare i segreti dell’arte chimica e di conoscere <<le mirabili operazioni della Scienza ermetica>>, e una condizione essenziale: <<un silenzio incorruttibile, eguale a quello che sapeva mantenere Arpocrate>>. Ogni membro sarà accuratamente scelto, previa osservazione dei suoi costumi e della sua mentalità da parte di un associato, e se sarà ritenuto degno di entrare, l’associato ne avvertirà il proprio superiore, celandogli tuttavia il nome e la provenienza del postulante, <<poiché una delle regole più sacre di questa Compagnia sta nel fatto che tutti coloro che ne fanno parte non solo siano sconosciuti agli estranei, ma che non si conoscano neanche fra loro, donde il loro nome di Filosofi Incogniti. L’accettazione del nuovo membro comporta che l’associato ne parli sinceramente con il proprio superiore, sotto giuramento, dopodiché si sottopone la cosa all’assemblea, ossia <<a quegli associati che gli sono noti>> e si agisce secondo la loro opinione.

Se il postulante è accettato, lo si accoglie con un rito che prevede anzitutto che si chiedano <<i numi dello Spirito Santo facendo celebrare a questo scopo una Messa solenne, se la provenienza e la confessione di colui che è accolto lo permettono. Il postulante giura di conservare gli statuti e si impegna a mantenere un segreto inviolabile, nonché fedeltà e amore fraterno verso tutti gli associati che conoscerà. E se arrivasse al possesso della Pietra, ne farà l’uso prescritto dalle regole della Compagnia. Il suo superiore gli garantisce, da parte sua e a nome degli associati, amicizia, fedeltà, protezione, e gli sussurra <<nella lingua dei Saggi, il nome della Magnesia, ossia della vera e unica materia con cui si fa la Pietra dei Filosofi>>. Se possibile, anzi, glielo suggerirà con descrizioni enigmatiche per sollecitarlo a scoprirla da solo.

Il nuovo membro assumerà un nome cabalistico, possibilmente ricavato anagrammando il suo vero nome dai nomi dei Filosofi antichi; nome che sarà inserito nella lista della Società. Per impegnare ancor più il nuovo associato, il superiore potrà esigere una ricevuta scritta di sua mano e sottoscritta con il suo nome cabalistico; e viceversa, questi potrà prendere un esemplare degli statuti che porti il suo nome cabalistico, come prova di appartenenza alla Società.

Il nuovo associato potrà copiare gli statuti, nonché la tavola dei simboli e dei caratteri cabalistici necessari all’Arte con la loro interpretazione; e avere la lista dei nomi cabalistici degli associati. […] Il nuovo membro sarà esortato ad applicarsi diligentemente alla lettura dei libri dell’autore e degli altri Filosofi approvati dalla Società, guardandosi soprattutto dal provare noia e impazienza.

[…] È invece previsto di astenersi <<da qualsiasi operazione sofistica sui metalli di qualunque specie>> e di non aver <<commercio con ciarlatani e dispensatori di ricette, poiché non vi è nulla di più indegno di un Filosofo cristiano che cerca la verità e vuole aiutare i propri fratelli, che la professione di un’arte ingannevole>>.  (Cosmopolita, Operazione Filosofica, a c. di A. Boella e A. Galli, Edizioni Mediterranee, Roma 2016, pp. 51-55).

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Questo lungo passaggio è stato indispensabile per mostrare non solo che l’Alchimia sia o possa essere una società segreta, o meglio, che dall’alchimia siano potute nascere delle società segrete o di segreti, ma soprattutto perché al suo interno contiene dei passaggi che sono tipici delle consorterie più o meno segrete. Uno degli elementi fondanti di questo tipo di aggregazioni umane è il segreto. Il confronto con il testo curato da Boella e Galli è utile per quanti vogliano avvicinarsi e meglio penetrare le cose dell’Arte e anche la storia di altre confraternite legate al segreto e ai Misteri, prima su tutte la Massoneria, non è un caso se i due studiosi continuano il capitolo citato parlando del Barone Tschoudy e del suo rito massonico dei Filosofi Incogniti.

I Filosofi Incogniti sono idealmente un’introduzione, un primo capitolo, a quella Filosofia che è ignorata non solo dalla così detta Cultura Ufficiale, ma anche e vergognosamente da quanti si dicono esoterici, maghi, occultisti, Guru e via dicendo…

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