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giovedì 8 febbraio 2024

Tra gli X-Files d’America, cosa c'è dietro ai complotti

tratto da "Il Giornale" del 19 Settembre 2021

Non solo Qanon, 11 settembre e morte di JFK. In America prolificano le teorie del complotto e toccano non solo la politica ma tutti i settori della società. Così le cospirazioni più famose e grottesce spiegano perché agli americani piacciono tanto

di Alberto Bellotto

Per anni la sua identità è stata avvolta dal mistero. E per molto tempo era stato semplicemente “umbrella man”, l’uomo con l’ombrello aperto nel centro di Dealey Plaza quando il 22 novembre 1963 venne assassinato il presidente americano John Fitzgerald Kennedy. Poi dopo circa tre lustri quella figura si presentò davanti alla United States House Select Committee on Assassinations (HSCA), l'organo del Congresso che indagava sull’omicidio di JFK dopo la commissione Warren e raccontò la sua storia.

Louie Steven Witt si era presentato nel cuore di Dallas per protestare goliardicamente non tanto col presidente, ma con suo padre Joseph P. Kennedy che ai tempi dell’ascesa di Hitler era tra i sostenitori del premier britannico Chamberlain considerato troppo tenero con il nazismo. Una una protesta grottesca, spiegò ai deputati nel 1978, quasi una burla che però alimentò diversi complotti dopo la morte del presidente.

Non è un caso quindi che anche lui compaia in una puntata della serie tv X-Files, quella che insieme ad altre produzioni come Watchmen o Umbrella Academy hanno alimentato il mito delle cospirazioni in terra americana. Agli occhi di un europeo il Nuovo Mondo appare come una incessante fucina di complotti, misteri e intrighi. I fatti degli ultimi due anni raccolgono alcuni degli esempi più eclatanti del clima che si respira in America.

Pensiamo solo ai fatti del 6 gennaio a Capitol Hill quando una folla di persone ha assaltato il Campidoglio dopo un comizio di Donald Trump. Tra coloro che hanno preso parte al sacco del Congresso molti erano ferventi “credenti” della teoria cospirativa di Qanon. Un movimento convinto che dietro ai democratici ci sia una setta di pedofili che solo The Donald sarebbe in grado di fermare. Nel mezzo una pandemia globale ha fatto fiorire molte teorie intorno alla diffusione del patogeno e ai mezzi per curarlo.

Due secoli di complotti

Un contesto che ha spunto diversi analisti a sottolineare come un mix tra polarizzazione, social media e camere d’eco stia spingendo sempre più americani nell’alveo dei complotti, da quelli più pericolosi e “politici” fino a quelli più bizzarri e innocui. Eppure a ben vendere la ricerca di una cospirazione dietro ai fatti del mondo è molto più vecchia di Qanon, dell'11 settembre o anche solo la caccia alle spie comuniste del senatore McCarthy negli anni ’50.

La storia americana è infatti anche una storia di complotti. Secondo lo storico Richard Hofstadter tutta la politica (e di riflesso la società) americana è percorsa da una sorta di stile paranoico, nato addirittura nel 18esimo secolo con il repubblicanesimo. Già prima che le colonie diventassero uno stato indipendente serpeggiavano paranoie contro lo strapotere inglese. Dopo la rivoluzione la neonata società americana abbondava di complotti e vedeva cospirazioni ovunque. Il partito federalista era convinta che i Jeffersoniani (la formazione da cui poi sarebbero nati repubblicani e democratici) volessero una rivoluzione come quella francese, mentre per gli ultra conservatori di Timothy Dwight i Jeffersoniani stavano complottando con una setta bavarese per rovesciare la cristianità.

Le morti misteriose

Niente di nuovo verrebbe ora da dire pensando ad esempio al Russiagate. Ma è fuori dalla politica che i complotti trovano un terreno ancora più fertile. È il caso alle morti eccellenti come quella del presidente Kennedy. Ancora oggi l’unico colpevole riconosciuto rimane Lee Harvey Oswald, me per oltre il 60% degli americani c’è sicuramente qualcun altro coinvolto. Non è un caso, ad esempio se nel 1991 il film JFK - Un caso ancora aperto diretto da Oliver Stone abbia sollevato un polverone riaprendo ancora una volta il dossier Kennedy.

Ma quella di JFK non è l’unica morte eccellente. Anche altre hanno fatto presa nella cultura popolare contaminata dal complottiamo. È il caso dell'omicidio del reverendo Martin Luther King. L’unico colpevole riconosciuto rimane James Earl Ray ma secondo molti non avrebbe agito da solo e negli anni la responsabilità è stata attribuita via via a Fbi e Ku Klux Klan. Il dipartimento di Giustizia ha persino riconosciuto che forse c’era una cospirazione più ampia ma mai una prova è stata prodotta.

Anche la morte del gangster John Dillinger, il nemico pubblico numero uno negli anni ’30, è stata più volte al centro di supposizioni. Il corpo del bandito impersonato tra gli altri da Johnny Depp nel film Nemico pubblico viene considerato la prova di un complotto più ampio. Troppo diverso da quello di Dillinger, altezza e occhi diversi attesterebbero che il cadavere era di un altro. Non a caso negli anni si sono moltiplicate segnalazioni in tutto il paese e una vita molto più lunga. Persino la scomparsa di Jimmy Hoffa, storico leader sindacale impersonato da Al Pacino nel film di Martin Scorsese The Irishman, è avvolta dalle teorie, c’è chi dice sia stato ucciso e sepolto sotto il Giants Stadium, in New Jersey e chi sostiene sia finito in Illinois, ma nessuna di queste piste ha mai avuto un riscontro.

Il complotti governativi

Un altro terreno fertile per cospirazioni e complotti ha ovviamente a che fare con il governo, come insegna anche la serie creata da Chris Carter o più di recente Stranger Things. E qui i misteri abbondano. In Alaska, ad esempio, una struttura che si occupa di studiare le aurore boreali viene ritenuta da un piccolo gruppo di complottisti come uno centro sofisticato per sviluppare strumenti e tecniche di manipolazione mentale, anche in virtù delle oltre 180 antenne piazzate in tutta l'area. Non solo. Più di qualcuno sostiene, senza prove che fu proprio questa struttura a provocare il disastro della navetta spaziale Columbia nel 2003.

Più di recente nel 2011 un gruppo di attivisti ha chiesto di fare luce sul devastante tornado che ha colpito la cittadina di Joplin, in Missouri. Secondo alcuni alla base del twister che costò la vita a oltre 160 persone ci sarebbe una nuova e potente arma dell’esercito americano, l’HAARP che in realtà non sarebbe altro che un programma di studio dell’atmosfera.

La storia forse più bizzarra e affascinate ha a che fare con il Stanley R. Mickelsen Safeguard Complex, una struttura costruita in Nord Dakota negli anni ’70 all’interno del programma anti-missile dell’esercito americano. La sua forma a piramide che richiama quella presente nelle banconote da un dollaro, non ha però convinto tutti gli americani. Secondo qualcuno si tratta infatti di una struttura in mano gli illuminati massoni. Niente di vero probabilmente, ma c’è un fatto che continua ad alimentare il mito anche dopo 40 anni. Il complesso ebbe infatti vita breve, un giorno. Restò infatti aperto e in funzione dal 1 al 2 ottobre 1975 quando il Congresso bloccò tutto e chiuse il programma.

Un Paese “invaso” dagli Ufo

Ma la vera struttura su cui si reggono gli X-Files d’America è la famosa Area 51, il complesso militare di Nellis nel deserto del Nevata. Il frammento d’America forse più famoso del mondo. Assente da mappe e siti del governo, l’Area 51 è diventato il buco nero di ogni complotto. In quel fazzoletto di deserto succederebbe quasi di tutto. Come insegna anche il blockbuster di Michael Bay, Independence Day al suoi interno ci sarebbero esperimenti sia si corpi degli alieni che sulle loro navi. Corpi e navicelle magari recuperati a Roswell nel Nuovo Messico, altro sito centrale nelle cospirazioni americane e pure nella produzione televisiva come la miniserie Taken prodotta da Steven Spielberg.

Ma gli Ufo sono di casa anche in altri Stati. È il caso di un grosso “avvistamento” nel 1977 dalle parti di Flora, in Mississippi e soprattutto delle 3 mila segnalazioni di Ufo nella contea di Wayne Pike, in Virginia, nell’inverno del 1988 quando centinaia di persone segnalavano luci nel cielo e strani fenomeni mai provati.

L’eredità indiana

Tra gli X-Files più suggestivi ci sono forse quelli legati al passato pre coloniale, quello di cui si sa pochissimo. Pensiamo solo all’abusato cliché della casa costruita sopra un antico cimitero indiano messo in scena in film e serie tv. È il caso Brunswick Springs, in Vermont e delle sue sorgenti. Verso la fine del ‘700 i nativi della tribù degli Abenaki ipotizzarono che l’acqua delle sorgenti avesse potere curativo. Per questo motivo, vuole la leggenda, quando qualche decennio dopo un soldato della guerra franco indiana tentò di imbottigliare l’acqua le sorgenti vennero maledette. Da allora quattro hotel sono stati costruiti nella zona vicina alle sorgenti e tutti sono finiti pai distrutti da una serie di incendi. Elementi sufficienti per i teorici del complotto per credere alla maledizione indiana.

A Salem, nel New Hampshire, invece, è stato rinvenuto un sito archeologico che nessuno è stato ancora in grado di datare. La struttura in pietra è composta da camere, pareti e canali di scolo. Secondo alcuni sarebbe stato costruito dai nativi americani o primissimi coloni ma secondo altri risalirebbe addirittura ai passaggi dei vichinghi ben prima del viaggio di Cristoforo Colombo nel 1492. Un mistero che al momento non ha ancora avuto soluzione.

Le domande senza risposta

Ci sono poi complotti talmente creativi quasi impossibile da smontare. È il caso della capitale americana dei complotti, la città di Denver, o meglio il suo aeroporto. Grande due volte l’isola di Manhattan lo scalo è un raccoglitore di complotti. Il primo riguarda la sua costruzione costata oltre 2 miliardi di dollari che sarebbe giustificata, dicono alcuni, dal fatto che sotto le piste di decollo e atterraggio ci sarebbe uno dei centri massonici degli illuminati.

Secondo altri dietro all’aeroporto ci sarebbero addirittura gruppo neonazisti. Le passerelle sarebbero disposte come una svastica, ma soprattutto l’ente finanziatore, la “New World Airport Commission” non esisterebbe e i capitali arriverebbero da non meglio precisati gruppi legati al Terzo reich.

Persino le ghost town hanno sollevato sospetti e strani complotti. È il caso di Ong's Hat in New Jersey. Abitata fin dall’inizio della colonizzazione inglese si è via via spopolata fino al totale abbandono. I riflettori si sono riaccesi negli anni ’80 quando nella zona uscì un opuscolo che sosteneva come nel paese si fossero stabiliti due scienziati dell’Università di Priceton per compiere studi sui viaggi interdimensionali. Lì, sostengono i complottisti, i due avrebbero creato uno strumento chiamato “L’uovo” capace di trasportare un gruppo di persone in universi alternativi. Sebbene nel tempo più di qualcuno abbia dichiarato di far parte del gruppo di viaggiatori non sono mai state trovate prove a sostegno.

Perché credere ai complotti

Se è vero che nessuno e immune alla seduzione del complotto, Europa e Italia comprese, gli Usa si confermano la patria degli X-files. È difficile spiegare perché lì fioriscano così tanti esempi di cospirazioni e teorie bizzarre. Secondo Peter Ditto, professore di psicologia scientifica dell’Università della California tutto è legato all’evoluzione. “L’essere umano - ha spiegato a Voice of America - è spinto a dividersi in gruppi di persone che tendono a pensarla allo stesso modo. Siamo molto tribali, Attaccati alle persone che sono come noi”.

“L'esperimento americano - ha aggiunto - è essenzialmente un tentativo di lavorare contro tutte quelle forze evolutive e spingere le persone a cooperare”, uno scenario complesso quindi. Nel tempo l’America è diventata un grande contenitore di gruppi diventando sempre più eterogenea. Così moltiplicandosi i gruppi si è anche moltiplicata l’attitudine a sviluppare cerchie ristrette nelle quali si crea una verità prestabilita che sfocia nella ricerca di risposte semplici come complotti o cospirazioni, a volte innocue e grottesche, in altri casi preoccupanti e sempre più mainstream.

venerdì 25 marzo 2022

Tutti gli X Files del fascismo

tratto da "Il Giornale" del 28-9-2021

di Luca Gallesi

Era il 2000, quando gli studiosi del Centro Ufologico Nazionale, guidati da Roberto Pinotti e Alfredo Lissoni, resero note le conclusioni delle loro ricerche, durate quattro anni, sulle segnalazioni di “oggetti volanti non identificati” (UFO) registrate durante il ventennio mussoliniano. La presenza, nei cieli italiani, di “aeromobili non convenzionali”, come tali fenomeni vennero ufficialmente chiamati, non passò inosservata dal Regime, che, oltre a censurare la pubblicazione di tutte le notizie al riguardo, istituì, presso l’Università La Sapienza di Roma, una struttura governativa per monitorare quelle che si pensava fossero nuove armi segrete in possesso delle potenze nemiche.

Stiamo parlando del Gabinetto RS (Ricerche Speciali)/33, a capo del quale Benito Mussolini volle mettere il senatore Guglielmo Marconi con l’incarico di approfondire i retroscena dell’atterraggio di un oggetto misterioso avvenuto a Vergiate, in Lombardia il 13 giugno 1933. In realtà, più che di un atterraggio, si trattò di uno schianto, con la misteriosa aeromobile che si distrusse nell’impatto con il suolo, lasciando accanto al cumulo di rottami i cadaveri di due piloti, descritti come “alti 1,80, dai capelli biondi e gli occhi chiari”. Le salme vennero rapidamente trasportate nei capannoni della vicina Siai-Marchetti, dove, conservate in formalina, rimasero custodite per una dozzina d’anni, fino a quando, dopo la guerra, l’aviazione militare americana, che aveva occupato gli stabilimenti, trasportò i misteriosi reperti negli Usa. Il velivolo, secondo le testimonianze raccolte, era “di forma cilindrica, con oblò sulla fiancata da cui uscivano luci bianche e rosse”, e risulta curiosamente molto simile a quello di un altro avvistamento, registrato tre anni dopo nei cieli di Mestre, quando un’astronave descritta come “un disco metallico netto e lucente” sorvolò il Veneto, seguita da “una sorta di lungo tubo metallico grigio o ardesia”.

A proposito della veridicità di questi fatti, che in qualche modo possiamo considerare come la “Roswell nostrana”, va detto, però, che le fonti non sono inattaccabili, visto che si riducono a una decina di documenti, spediti nel 1996 da una fonte anonima al già citato studioso di ufologia Roberto Pinotti, che ne rivelò, appunto, l’esistenza. Si tratta di alcune lettere su carta intestata del Senato del Regno dove si riferisce dell’avvistamento del 1936, e di alcuni telegrammi dell’Agenzia De Stefani spediti dall’Ufficio telegrafico di Milano, classificati “Riservatissimo – lampo- priorità su tutte le priorità” che, in data 13 giugno 1933, dispongono, per “ordine personale del Duce”, l’assoluto silenzio “su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto”, minacciando “anche at personale e giornalisti pene previste per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello stato”.

Nella ridda di ipotesi e versioni dei fatti seguite alla pubblicazione di questi documenti, l’interpretazione che sembra più accreditata è che tali eventi, più che a visitatori alieni, facessero riferimento a tecnologie aerospaziali segrete usate in esperimenti militari, come quel misterioso “raggio della morte” scoperto da Guglielmo Marconi, e da lui occultato rapidamente per le spaventose conseguenze, che avrebbero potuto addirittura sterminare l’umanità.

Altri indizi a sostegno della pista militare provengono da un testimone pienamente attendibile: il corrispondente di guerra, e ufficiale di complemento, Luigi Romersa. Fu il celebre giornalista, infatti, che nel 1944, incaricato personalmente da Mussolini, si recò a visitare la base missilistica tedesca di Peenemuende, dove Wernher von Braun, con cui avrebbe stretto una solida amicizia durata tutta la vita, stava sviluppando il progetto V2 e le altre armi segrete tedesca tra cui la cosiddetta “atomica di Hitler”. Come racconta lui stesso, il 12 ottobre 1944 assisté, unico straniero ammesso, all’esperimento tenuto in una piccola isola del Baltico, Ruegen; qui vide la deflagrazione di un nuovo esplosivo, che, dopo aver emesso una luce abbagliante, incenerì una vasta area, per molte ore dichiarata off-limits a causa delle radiazioni.

Ma la testimonianza più interessante riguarda i nuovi, segretissimi velivoli del Reich, sviluppati da una squadra di scienziati che, grazie alla protezione di Himmler, potevano usufruire di risorse illimitate per i loro progetti. Romersa, nel suo libro sulle Armi segrete di Hitler, scrive di aeroplani dalla velocità sorprendente, tra i quali “esisteva anche un tipo di apparecchio di forma ellittica, battezzato dai tedeschi Fliegende Untertasse, ovvero “Piatto volante”. (…) Di aeroplani a forma di dischi -continua Romersa- parlarono nella famosa riunione alla Cancelleria di Berlino Hitler, Goering, Ribbentropp, Keitel, Bormann, Doenitz, Raeder e Guderian. Successivamente, nel suo quartier generale di Rastenburg, il Führer ricevette alcuni tecnici e, fra le varie relazioni, ascoltò anche quella dello scienziato Albert Scholz, che gli parlò di un mezzo di forma circolare, capace di volare alla velocità di 2000 chilometri orari”.

E, a conferma di quanto ascoltato, Romersa riporta la testimonianza di un pilota di questi straordinari velivoli: “Aveva l’aspetto di un mostro, un gigantesco polipo, per via di quella cabina centrale trasparente. Salii a bordo e feci la prova motori. Funzionavano perfettamente. Dopo una settimana circa di lavoro febbrile, il disco riuscì finalmente a staccarsi da terra. Volò. La fine, però era imminente: il campo venne distrutto con cariche di dinamite e la “trottola” saltò in aria con il resto del materiale”. Le testimonianze di Romersa furono indirettamente confermate dalla stampa americana quando, il 14 dicembre 1944, sul New York Times, apparve la notizia dell’avvistamento di un nuovo tipo d’arma di forma elicoidale, notata da alcuni aviatori alleati, che videro, e riuscirono a fotografare, anche delle piccole sfere luminose che li seguivano in volo.

A questo punto, possiamo supporre che, dopo la guerra e grazie al passaggio di Von Braun e dei suoi collaboratori al servizio degli Americani, la Nasa, prima di arrivare a concepire lo sbarco sulla Luna, abbia sperimentato prototipi militari di nuove aeromobili, inevitabilmente destinate ad alimentare il mito degli Ufo. Ipotesi che, però, non esclude l’esistenza, accanto ai dischi volanti decollati dalle basi militari segrete, anche di altri oggetti volanti non identificati, provenienti, questi sì, dall’iperspazio.


mercoledì 28 ottobre 2020

La serie tv sui complotti governativi. Fatti e misfatti di X-Files

 tratto da "Il Giornale" del 07/07/2020

Grande successo ad inizio degli anni '90, X-Files è disponibile da oggi, 7 luglio, sul catalogo di Amazon Prime Video. Scopriamo perché resta una pietra miliare dell'universo televisivo americano 

di Carlo Lanna

Nel corso degli ultimi 20 anni si sono avvicendate molte serie tv che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore dei fan e che, di conseguenza, hanno rivoluzionato i canoni di narrazione nel piccolo schermo. Oggi, ad esempio, si ricorda ancora il mito di X-Files. La serie tv che miscela l’indagine poliziesca a quella che viene chiamata la "scienza di confine", resta una tra le produzioni per il piccolo schermo più amate di sempre.

Ad oggi è la serie tv che ha avuto un impatto maggiore sulla pop culture. Trasmessa in America in un periodo di grande fermento sociale e culturale, X-Files è andato in onda su Fox dal settembre del 1993 al maggio del 2002, per ritornare in tv dal 2016 al 2018.

Un successo che non ha caratterizzato solo l’America, dato che le vicende al limite dell’assurdo dell’agente Fox Muder e Dana Scully hanno trovato un enorme bacino di telespettatori anche qui in Italia. La serie, dapprima, è stata trasmessa su Canale 5 nel 1994, per arrivare poi su Italia Uno dove è stato trasmessa fino al suo ultimissimo episodio. Ora, in questa lunga estate caldissima, le 10 stagioni prodotte sono disponibili dal 7 luglio per i clienti di Amazon Prime Video per una intensissima maratona. All’appello, però, mancano i tre film per il grande schermo e la stagione 11, l’ultima, di cui i diritti sono ancora in possesso di Fox Italia. Questa piccola mancanza, però, non impedisce ai fan di poter apprezzare al meglio le vicissitudini dei due celebri agenti dell’FBI.

Alieni, governi ombra e segreti sepolti nel tempo: questo è X-Files

David Duchovny ha interpretato l’agente Fox Mulder, relegato in un archivio dell’FBI a catalogare tutti i casi irrisolti e apparentemente inspiegabili. L’ossessione si è sviluppata da un trauma che ha segnato l’adolescenza. La sorella di Mulder, a suo dire, sarebbe stata rapita dagli alieni all’età di 12 anni. Questo ha spinto il futuro agente dell’FBI a scoprire la verità, una verità che per troppo tempo è "rimasta là fuori". Mulder non è da solo in questa battaglia contro i mulini al vento. Al suo fianco c’è Dana Scully, medico e scienziato che utilizza i suoi metodi e la sua conoscenza per smontare tutte le teorie più folli del collega. Più passa il tempo, però, e anche la fede di Scully vacilla di fronte a casi inspiegabili e fuori dalla sua portata.

Viaggiano in lungo e in largo per tutti gli Stati Uniti tra creature mostruose, esperimenti segreti e virus sconosciuti, fino a quando non comprendono dell’esistenza di un complotto in seno al governo che mira a tenere nascosta un’invasione alinea da parte dei Colonizzatori. Scoprire la verità però ha un caro prezzo e sia Mulder che Scully sono disposti a tutto pur di scoperchiare un pericolosissimo vaso di Pandora, tenuto segreto fin dal primo avvistamento degli Ufo durante lo schianto di Roswell. Ovviamente, cercare di compattare tutte le vicende principali che sono state snocciolate in quei 218 episodi è quasi impossibile. Basti sapere che X-Files ha trovato la forza proprio in una narrazione complessa e sfaccettata, tanto da tenere incollato lo spettatore alla tv per un’intera decade.

Fatti e misfatti

Prima di diventare il successo che abbiamo imparato ad apprezzare, X-Files ha avuto una gestazione molto travagliata. Creata da Chris Carter, il primo episodio della serie è stato riscritto ben due volte prima che il network approvasse il progetto. Solo tre anni dopo il primo ingaggio da parte della Fox, infatti, lo sceneggiatore ha visto il suo progetto diventare una serie tv, presentando X-Files come un mix tra lo scandalo Watergate e The Night Stalker (serie tv degli anni ’70). Ma la fonte d’ispirazione sono stati anche Ai Confini della Realtà e Il Silenzio degli innocenti. Le riprese si sono svolte a Vancouver, che si adattava molto bene alle atmosfere dello show, poi dalla stagione sei, il set si è spostato definitivamente a Los Angeles.

David Duchovny all’inizio non era interessato a prendere parte a una serie così impegnativa. Era uscito da poco da una straziante interpretazione in Twin Peaks di David Lynch e voleva allontanarsi dalla tv per dedicarsi al grande schermo. La parte, infatti, fu offerta in principio a Kevin Sorbo (conosciuto per essere stato l’Hercules dell’omonima serie tv), ma è stato scartato perché era "troppo alto" per interpretare un agente dell’FBI. L’audizione di Duchovny fu impeccabile, e convinto dall’ottima sceneggiatura, l’attore ha poi firmato il contratto. Gillian Anderson, che ha interpretato l’amatissima Dana Scully, ha affermato che non riusciva a staccare gli occhi dallo script e voleva la parte a tutti i costi. All’inizio però si pensava a una donna più austera per il ruolo, ma la scelta è ricaduta sulla Anderson una volta che Chris Carter ha notato la forte alchimia che c’era tra i due attori protagonisti. Questo legame ha fatto sognare i fan, tanto è vero che ancora oggi in molti sperano che David e Gillian possano uscire allo scoperto come coppia anche nella realtà.

Sono stati più di 100 gli attori selezionati per un ruolo nella serie. Solo 10 sono stati contattati nel corso degli anni, come Robert Patrick che sostituì Duchovny dalla settima stagione in poi. La sua presenza però non ha generato il plauso da parte dei fan e il suo ruolo è stato ridimensionato, anticipando il ritorno dello "spettrale" Mulder. E durante le riprese, inoltre, lo stesso attore protagonista intentò una causa alla casa di produzione perché, a suo dire, avrebbe venduto i diritti alle proprie reti affilate, riducendo lo stipendio al cast.

Alla fine a David Duchovny è stato riconosciuto un indennizzo di 20 milioni di dollari. La stagione sette fu concepita per essere anche l’ultima ma, alla luce di un interesse sempre maggiore da parte del pubblico alle teorie cospirative, lo show è rinnovato per altri due anni. Sono stati più di 18 milioni di telespettatori che hanno consacrato il successo di X-Files, e sono stati 16 i riconoscimenti che ha ricevuto, tra cui ben 62 candidature agli Emmy Awards.

I film, gli spin-off e il ritorno in tv

Per approfondire alcuni dettagli che non sono stati raccontati in tv, tra la sesta e la settima stagione, è stato prodotto il primo film per cinema di X-Files. Con il titolo Battaglia per il futuro, la pellicola (molto intensa e accattivante) non ha raggiunto la fetta di pubblico sperato, dato i contenuti erano ancora legati ai meccanismi della serie tv. Nel 2008 i protagonisti sono tornati poi in Voglio Crederci, film sequel di X-Files, che è stato però aspramente criticato perché non racconta cosa è successo realmente dopo la fine della serie tv, ma bensì solo un’indagine inedita di Mulder e Scully. Due sono stati gli spin-off. Millennium condivideva il creatore e alcune atmosfere di X-Files e raccontava la storia del profiler Frank Black che aveva la capacità di entrare nella mente di un serial killer. Dopo un ottimo inizio, lo show è stato cancellato senza un finale dopo tre stagioni.

È stato criticato, inoltre, per l’eccessiva violenza. Destino avverso anche per The Lone Gunmen (i Pistoleri Solitari). I compagni e amici di Mulder amanti del complottismo non hanno avuto vita lunga. Dopo 13 episodi lo show è stato cancellato ed è ancora oggi inedito in Italia. E poi nel 2015 X-Files ritorna finalmente in tv per raccontare cosa è successo dopo l’ultimo episodio della nona stagione. Le puntate, 16 in tutto, hanno stravolto tutta la mitologia dello show. Ancora oggi i fan si interrogano su quel criptico finale.



sabato 8 agosto 2020

La Cia pubblica i suoi "X-Files"

 tratto da Il Giornale del 31/01/2016 

La Cia pubblica i suoi "X-Files", concedendo al pubblico la possibilità di guardare alle indagini sugli Ufo e gli alieni fra il anni 1940 e gli anni 1950

di Andrea Riva


La Cia pubblica i suoi "X-Files", concedendo al pubblico la possibilità di guardare alle indagini sugli Ufo e gli alieni fra il anni 1940 e gli anni 1950.

"Guardate i nostri X-Files. Abbiamo deciso di mettere in evidenza alcuni documenti che sia gli scettici sia coloro che credono" negli Ufo "troveranno interessanti" afferma la Cia sul proprio sito internet, dividendo i documenti in due categorie.

Ispirandosi alla serie tv di successo '"he X-Files" e ai suoi protagonisti, gli agenti Fox Mulder e Dana Scully, la Cia divide i documenti proprio in base a loro: in quelli che l'agente Mulder userebbe per cercare di persuadere gli altri sull'esistenza di attività extraterrestre, e quelli che l'agente Scully userebbe per offrire spiegazioni scientifiche alla visione degli Ufo.

Uno dei casi della Cia nel file dell'agente Mulder risale al 1952, quando un oggetto "simile a una grande padella volante" è atterrato in Germania. La Cia cita un testimone oculare che, una volta avvicinatosi al luogo dell'atterraggio dell'oggetto, ha visto due uomini con indosso una tuta metallica brillante. I due si sono chinati verso il testimone oculare, per poi tornare alla "grande padella volante" e spuntare il volo. "L'oggetto ha iniziato a sollevarsi lentamente da terra e a ruotare" riferisce il testimone alla Cia, sottolineando che anche se inizialmente pensava di sognare poi avvicinandosi al terreno ha visto l'impronta circolare dell'oggetto volante.

Fra i file anche i documenti e i pareri della commissione scientifica sugli Ufo. I ripetuti avvistamenti nel 1952 non avevano dati nè prove solide per poter essere spiegati e la commissione ha concluso all'unanimità che non c'era una diretta minaccia alla sicurezza nazionale con gli avvistamenti. Molti infatti non erano altro che aerei militari, luce riflessa da cristalli di ghiaccio e chiari raggi di luce.

mercoledì 17 luglio 2019

USA E UFO, IL MITO DI ROSWELL COMPIE 70 ANNI

tratto da "L'Opinione" del 3 luglio 2017

di Redazione

Quest’anno c’è anche un festival gastronomico a tema: gli Ufo. Il mito che affonda le sue radici in avvistamenti ed “incontri ravvicinati” trova le sue “prove” nel deserto del New Mexico, a Roswell, diventata capitale mondiale degli Ufo dopo che 70 anni fa un oggetto mai visto prima sulla Terra precipitò in un ranch nei pressi della cittadina. L’episodio resta ad oggi avvolto nel mistero, ma per i numerosi “appassionati” di Ufo non vi sono dubbi: l’oggetto misterioso era un veicolo extra-terrestre e fu il Pentagono che, intervenendo con rapidità, sequestrò il veicolo per evitare che la vicenda diventasse di dominio pubblico.

Così ogni anno migliaia di persone tornano a Roswell per commemorare quegli accadimenti: fatti ai loro occhi che confermano l’esistenza di alieni e le numerose teorie delle loro visite sulla Terra. Si tratta di “festeggiamenti” che proseguono per giorni e con le iniziative più disparate per ripercorrere gli eventi del 1947. Un pellegrinaggio di migliaia di persone rimaste impermeabili alla tesi ufficiale delle autorità Usa, secondo cui il misterioso oggetto caduto sul ranch di Mac Brazel era un pallone aerostatico usato in un esperimento militare segreto per ottenere informazioni sui test nucleari sovietici.

La vicenda ha avuto picchi di interesse a intermittenza nei decenni, ma resta il “caso simbolo” per chi ritiene che gli alieni esistono e fanno visita alla Terra regolarmente. Si può quindi immaginare la delusione quando si è scoperto che ai fatti di Roswell si fa solo cenno nelle oltre 130mila pagine di documenti sugli Ufo che un paio di anni fa sono state rese disponibili online. In compenso chi in questi giorni decide di fare visita a Roswell per commemorare quel momento potrà anche visitare il “Museo Internazionale degli Ufo” sorto nella cittadina negli ultimi anni, mentre il “festival degli Ufo” è diventato un evento anche di intrattenimento, con numerose attività. La sua fama è cresciuta con gli anni incastonando Roswell nell’immaginario collettivo: decine i libri a riguardo, un episodio della serie tv X-Files dedicato agli eventi di Roswell, qualche anno fa è stato persino realizzato un musical sul tema.