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domenica 23 agosto 2015

Ercole e il gigante Anteo

Articolo pubblicato per la prima volta sulla rivista Lex Aurea n. 46 (http://www.fuocosacro.com/pagine/lexaurea/lexaurea46.pdf)

di Vito Foschi

Affresco su palazzo del centro di Trento
Ercole è una figura che troviamo in un’ampia serie di miti il cui aspetto iniziatico è piuttosto chiaro. L’avventura, che anche ad una vista superficiale evidenzia simile aspetto, è quella delle 12 fatiche. Nella decima fatica, l’eroe, si deve recare in Occidente per rubare i rossi buoi di Gerione affrontando un pericoloso viaggio; giunto in Libia, affronta il gigante Anteo che secondo alcune tradizioni è re della regione.
La sfida degli eroi con i giganti simboleggia la lotta contro l’orgoglio e il dominio degli istinti, simbolismo che si ritrova anche nella letteratura cavalleresca. Anteo è figlio di Gea e Poseidone; Gea è la madre terra, Poseidone il dio dell’abisso, ambedue a rappresentare il dominio degli istinti e gli stati inferiori dell’essere. Il gigante è piuttosto brutale, avendo l’abitudine di tagliare la testa degli avversari di cui colleziona le teste.

Il gigante oltre a rappresentare gli istinti, simboleggia anche la forza e la brutalità legata alla materia. In Anteo questo legame con la materia è reso più evidente da una sua particolare caratteristica, che è quella di perdere la forza quando non ha più contatti con la terra. Ha i piedi ben piantati a terra e in qualche modo questo legame lo fa assomigliare ad una pianta, che sradicata, muore. Anteo in questa accezione partecipa della natura vegetale. La sua stessa uccisione ricorda lo sradicamento di un albero, perché Ercole lo uccide soffocandolo tenendolo sollevato in alto senza la possibilità di toccare terra: le radici non alimentano più la pianta.
Normalmente l’albero può rappresentare l’asse del mondo, ma in questo caso non è questa la valenza, ma semplicemente la rescissione dei legami materiali. Il gigante muore perché legato al cordone ombelicale della madre: è un mai nato. L’uccisione di Anteo è un staccarsi dalla madre è quindi un rinascere. La Madre terra, rappresenta la natura e il regno delle forme, che come specchio possono rimandare al principio superiore, ma allo stesso tempo possono ingannare o accecare e far permanere l’anima dell’iniziato nel mondo delle illusioni e non evolvere verso uno stato superiore. L’essere legati a terra come una pianta è un tirare giù e per questo l’eradicazione ovvero il tenere sollevato in alto il gigante, vuol dire partecipare dell’elemento aereo, sollevarsi per toccare il cielo. Sradicare, eliminare il legame con gli aspetti terreni per poter ascendere rompendo i legami con la materia.


Altro aspetto simbolico è l’uso di Anteo di decapitare i nemici. La testa è il centro dell’essere e lo staccarsi dal corpo sta a simboleggiare la separazione dagli aspetti materiali. In questo caso il simbolismo ha una valenza negativa, perché le teste sono collezionate dal gigante che le tiene nella sua dimora a significare il legame di quei sfidanti con la terra. La sconfitta non ha permesso loro di superare la prova e il loro essere è prigioniero della terra, del regno delle forme.