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venerdì 4 dicembre 2015

MAESTRI DELLA PIETRA E MONACI COSTRUTTORI

Documentario

La Via della conoscenza intesa come principio universale, guida di ogni forma artistica e nel nostro caso architettonica, ha ritrovato in epoca moderna il suo mai perduto filo di Arianna attraverso il successo della bioarchitettura e dell’edilizia sostenibile. I maestri della pietra furono fra i primi messaggeri di un’antica tradizione che poneva il microcosmo umano in pregnante analogia con la grandiosità del Creato attraverso scelte costruttive che imitavano le logiche della natura. Tale percorso di ricerca e conoscenza, esposto in questo documentario con preciso riferimento agli splendori di Toscana, si snoda dall’epoca arcaica al medioevo, dal neoclassicismo al contemporaneo.
Il passato che ritorna e che finalmente può essere presente, e anche e soprattutto futuro: ecco cosa volevano dirci quei segni e quei simboli scalpellati nella pietra, perenni messaggi di un sapere che l'autore di questo documentario ha voluto evocare e rinnovare.

giovedì 19 novembre 2015

STORIA DI UNA SPADA

SAN GALGANO E IL FENOMENO DELLA SPADA NELLA ROCCIA


Nonostante il suo utilizzo nei titoli e nelle copertine di molti libri, la Spada nella roccia di San Galgano viene generalmente relegata ad appendice della figura del cavaliere, e non è utilizzata come chiave di lettura capace di produrre verità storiche, quanto piuttosto mitico-leggendarie.
Ma al di là degli aspetti simbolici riteniamo che, analizzando la storia di un oggetto eminentemente reale, sia possibile produrre ipotesi concrete sul suo stesso proprietario, quel Galgano sul quale è stato scritto un po' di tutto basandosi talvolta su premesse sin troppo scontate o, al contrario, sin troppo fantasiose.
Lasciarsi ‘condurre’ dalla Spada, dalla sua storia documentata e dalla sua archeologia, ha prodotto una reinterpretazione dell’intera vicenda di San Galgano, con risultati a tratti sorprendenti.

Mario Pagni, ex Archeologo Direttore presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha effettuato numerose campagne di scavo e redatto numerosi progetti per mostre, musei e antiquarium. Ha insegnato alla Scuola di Specializzazione post laurea della Facoltà di Lettere Antiche di Firenze ed è autore di pubblicazioni come l’Atlante di Firenze Archeologica. Lorenzo Pecchioni, di formazione artistica, negli ultimi anni si è dedicato prevalentemente alla realizzazione di documentari e di saggi. È autore tra gli altri del documentario La Spada nella roccia di San Galgano e del libro Zelo Dei Accensus, dedicato all’Ordine di San Girolamo.

Introduzione a cura di
Fabrizio Trallori
storico e direttore del Museo del Figurino Storico


giovedì 15 ottobre 2015

I SENTIERI DI SAN MICHELE

Culti micaelici e antica viabilità sui monti del Chianti
di R. Centri e L. Pecchioni

Sui monti del Chianti il nome di San Michele Arcangelo ritorna costantemente, caratterizzando chiese, eremi, torrenti e la vetta stessa della catena: Monte San Michele, che fino all’inizio del novecento era meta di processioni devozionali. Il contesto geografico è reso coerente dall’esistenza di una strada antichissima, che rappresentava nel medioevo un importante itinerario per i pellegrini e un punto di riferimento per le transumanze. Di essa rimane un avvincente intreccio di sentieri, ricchi di curiosità e scorci suggestivi: un patrimonio culturale che aspetta da molto tempo di essere riscoperto, sia in senso archeologico, sia semplicemente turistico.
Proprio in Chianti, in un eremo dedicato a San Michele, esattamente settecento anni fa nasceva una confraternita le cui costituzioni si sarebbero diffuse in buona parte dell’occidente europeo. I monaci, solo in seguito definiti girolamini, scelsero questi luoghi per rifugiarsi sotto la protezione dell’Arcangelo, come fecero già molti eremiti in precedenza. Per gli autori del presente volume l’anniversario è stato uno stimolo a procedere in una ricerca specificamente dedicata ai culti e alle titolazioni micaeliche del Chianti, argomento raramente affrontato in modo esteso.    

tra gli argomenti trattati:
VIABILITÀ E PROPOSTE SENTIERISTICHE
SAN MICHELE NELLE DONAZIONI PRO-ANIMA
I LONGOBARDI E LE TITOLAZIONI A SAN MICHELE
L'ABBAZIA DI SAN PIETRO E SAN MICHELE DE' MONTI
MONTEDOMINI E ORSANMICHELE
LE TRADIZIONI MICAELICHE TRA IL XVII E IL XIX SECOLO
(...)


mercoledì 23 settembre 2015

Le porte degli inferi in Toscana

Dal principe degli etruschi al sommo poeta, luoghi e leggende della discesa nell'Averno

Sin dal tempo degli Etruschi le terre di Toscana e del nord del Lazio sono caratterizzate da una speciale familiarità con l’Inferno. Prima le antiche necropoli con le loro leggende e le loro immagini inquietanti, poi la letteratura dantesca e i suoi sviluppi romantici, hanno consolidato un rapporto che sembra distinguere l’identità toscana, la sua psicologia e il suo immaginario.
Al contempo queste suggestioni si sono concentrate su luoghi assolutamente reali: i numerosi ingressi agli inferi che gli antichi hanno creduto tali utilizzandoli per il loro visionari “andirivieni”.
Dagli orridi montani ai laghi vulcanici, dai borbottii delle pozze solfuree al silenzio delle foreste sacre, questa ricerca si propone di svelare la realtà antropologica del contatto tra Toscana e Inferno e, certo osando un po’, le modalità cultuali e insediative che resero possibile l’esistenza di questi passaggi.

Autore: Bernardo Tavanti
Copertina flessibile: 108 pagine
Editore: Press & Archeos (31 dicembre 2013)
Lingua: Italiano


sabato 27 giugno 2015

INSEDIAMENTI EREMITICI NELLA TOSCANA MEDIEVALE

di Aldo Favini

La Toscana è stata uno dei luoghi d’Europa in cui maggiormente, e forse con uno specifico successo, le regioni metafisiche dell’eremitismo dei Padri si sono fuse con l’ambiente reale, diocesano e comunale. Attraverso lo studio degli insediamenti eremitici del medioevo toscano, così raramente trattati nella loro integrale complessità, emerge la profondità delle discussioni che si animarono attorno ad assunti filosofici di portata universale e i modi in cui essi determinarono scelte architettoniche e insediative specifiche.
Per approcciarsi ad una così vasta tematica, fertile di una quantità insospettabile di curiosità, Aldo Favini ha costituito un ampio archivio d’informazioni raccolte in molti anni di studio ed escursioni. Incrociati i dati e stabilite le tendenze, questo testo risulta la piattaforma ideale per qualsiasi futura interpretazione delle architetture eremitiche di Toscana.
     
tra gli argomenti trattati:
LA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI EREMITICI TOSCANI
L'ARCHITETTURA DELLE CHIESE EREMITICHE
LA POSIZIONE, LA DEDICAZIONE, LA TOPONOMASTICA
DECADENZA E SOPPRESSIONII
REPERTORIO DEGLI EREMI SUDDIVISI PER DIOCESI
EREMITISMO OGGI
(...)

 

mercoledì 24 luglio 2013

LE CHIOCCE D'ORO

LE CHIOCCE D'ORO
Crisofauna e tesori animati nella terra delle eccellenze etrusche




Le Chiocce d’oro sono tra le più diffuse e al contempo enigmatiche creazioni dell’immaginario popolare. Numerose leggende le vogliono nascoste in antichi sotterranei e custodite da sinistri guardiani: in molti avranno sentito parlare, da qualche anziano, di tesori del genere trovati nelle campagne e di fortunati che avrebbero 'cambiato vita' dopo la loro scoperta. Ma al di là delle comuni dicerie, in questi racconti esiste senz’altro un più complesso substrato simbolico, legato da un lato al mondo matriarcale e dall'altro a quello dell’oltretomba.
Per comprendere il valore antropologico delle Chiocce d'oro abbiamo ritenuto opportuno contestualizzarle nel variegato sistema della crisofauna: il mondo onirico di tutti quegli animali fatti d'oro e pur misteriosamente animati. Da tale prospettiva la narrazione delle singole leggende toscane, svolta minuziosamente dagli autori di questo libro, acquisterà una coerenza e una validità sorprendenti.
tra i luoghi e gli argomenti trattati:
PORSENNA E L'ESERCITO DEI PULCINI D'ORO
DALLA CAPPADOCIA AL CHIANTI
LA VOLPE D'ORO E IL MONDO ETRUSCO
I SOTTERRANEI DI SAN RABANO
LA MULA D'ORO DI SESTO FIORENTINO
LA GROTTA DEL RIELLO E I VAPORI DEL BULICAME
IL RAGNO D'ORO
LA BIFOLCATA E IL VITELLO D'ORO
IL GRUGNO DORATO DEL PORCELLINO DI FIRENZE
DRAGUT E LA CHIOCCIA DELL'ELBA


martedì 23 luglio 2013

MERLINO, UN MITO ITALICO

MERLINO, UN MITO ITALICO
Grotte, sorgenti e simboli. L'archetipo del mago arturiano nella geografia psichica d'Etruria
di Bernardo Tavanti



In Merlino, druido per antonomasia, coincidono antichi simbolismi legati alla magia maschile e ai poteri interiori dell’uomo. La sua funzione ha permesso una strategica mediazione tra cultura celtica e valori cristiani, ed è stata impiegata soprattutto in Francia e Britannia che vissero un’evangelizzazione lenta e complicata.
Al contrario, qui in Italia, la figura del mago-condottiero sembra essersi estraniata dall’immaginario collettivo, salvo per le mere fantasie indotte dal cinema e dal romanzo anglosassoni. Ma ad una più attenta analisi sui territori italici e in particolare su quelli dell’antica Etruria, l’atavico mago risulta presente nelle leggende rurali come nella toponomastica, nella letteratura come nel folklore, ricalcando personaggi e simboli che da epoca antichissima percorrono la nostra società.          
tra gli argomenti trattati:
LE ORIGINI LETTERARIE E SIMBOLICHE
MONTE BIBELE E LA TUMULAZIONE ITALICA
LE SIBILLE APPENNINICHE
L'ARUSPICE A ROMA E I PRIMI SANTI-DRUIDI
IL GALVANO DI MONTESIEPI E I POETI TOSCANI
IL «DRUIDO» FRANCESCO E  LE QUERCE SACRE
GLI ALCHIMISTI E LE GROTTE MERLINIANE DEI GIARDINI INIZIATICI
I SACRI BOSCHI E LE FONTI DI MORGANA
LA GROTTA DI ARCIDOSSO
e tanti altri.