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lunedì 13 luglio 2015

Intervista a Simone Berni, traduttore di Ritorno al Mondo Perduto di Edward D. Malone (Macerata, Edizioni Simple, 2007)

Scambiamo due parole con Simone Berni, scrittore già noto per alcuni saggi di bibliofilia proibita (A Caccia di Libri Proibiti, 2005, e Libri Scomparsi nel nulla, 2007) e per articoli scientifici di entomologia apparsi su periodici inglesi. Berni ha effettuato la traduzione in italiano e la redazione delle note al testo del romanzo Return to the Land of Maple White di Edward D. Malone dell'originale inedito risalente al 1914. Il libro ha fatto la sua comparsa inizialmente (maggio 2007) con un'edizione pilota dal titolo Ritorno alla Terra di Maple White, in seno al Maple White Project. Successivamente (settembre 2007) è subentrato l'editore maceratese Simple che ne ha acquisito i diritti e che ha ripubblicato il libro nella sua veste definitiva con il titolo Ritorno al Mondo Perduto. Poniamo a Berni gli interrogativi d'obbligo, data l'originalità del progetto e soprattutto l'alone di mistero e di diffidenza che si riscontra attorno a questo libro, soprattutto sfogliando gli interventi sulla stampa specializzata.

D. Che cosa è dunque questo Ritorno al Mondo Perduto?

R. È niente di meno e niente di più il seguito letterario de Il Mondo Perduto (The Lost World), opera che Arthur Conan Doyle scrisse nel 1912. Narra del ritorno sull'altopiano perduto (detto di Maple White) in Sudamerica. Gli eroi della situazione sono lo stesso Edward D. Malone, Lord John Roxton, un entomologo dal passato misterioso e un fidato gruppo di portatori.

D. Ma secondo la critica corrente, non risulta che Conan Doyle lo abbia mai scritto. Come si spiega la comparsa di questo manoscritto e perché non è Conan Doyle a firmarlo?

R. Il libro fu probabilmente scritto da Edward D. Malone, non da Arthur Conan Doyle. Solo che il manoscritto è rimasto bloccato fino al 2004, quando effettivamente è stato letto e riconosciuto come tale.

D. Non capisco. A tutti gli effetti, Edward D. Malone è solo un personaggio letterario, coniato dallo stesso Doyle come voce narrante de Il Mondo Perduto. Tu ne parli come se lui fosse esistito veramente.

R. Sì, effettivamente questa è l'idea che mi sono fatto. Rebecca Simpson, che gestisce il progetto, ne è assolutamente convinta. Del resto quando nel 2004 lei mi sottopose il manoscritto, tutto sembrò collimare. Edward D. Malone è veramente esistito, anche se forse nella realtà si chiamava con un altro nome. Era un giornalista, esattamente come riportato da Doyle.

D. Tu quindi sei al corrente della cosa da tre anni. È mai possibile che in questo lasso di tempo non siano state compiute delle ricerche più approfondite? E poi come sei stato coinvolto nel progetto?

R. Allora, alla fine dell'estate 2004, la Simpson mi inviò una mail. Non svelò subito le sue intenzioni, mi ha detto in seguito che a quel tempo stava studiandomi, cercando di valutare il mio coinvolgimento. Mi disse che il mio nome le era stato suggerito dai responsabili del Phasmid Study Group.

D. Il Phasmid Study Group?

R. Sì, un'associazione inglese di entomologi con la quale avevo collaborato. Uno dei miei interessi, infatti, è relativo alla diffusione dei fasmidi (gli insetti stecco) nell'area mediterranea e alcuni miei articoli erano stati da loro pubblicati su Phasmid Studies. Simpson si era rivolta a loro con un identikit ben preciso in testa. Cercava uno studioso di entomologia, esperto di fasmidi e mantidi, che fosse di madrelingua italiana, che parlasse inglese e che scrivesse romanzi. Non so con chi di loro abbia parlato esattamente ma in breve è arrivata a me.

D. Come ti ha presentato il progetto?

R. In maniera molto diretta. Mi disse che voleva affidarmi la traduzione di un romanzo inedito, di carattere avventuroso e il cui contenuto, essendo infarcito di riferimenti naturalistici soprattutto relativi agli insetti, richiedeva una serie di note al testo che avrei dovuto redigere. Accettai. Solo in seguito ho appreso i particolari del progetto. Io, naturalmente, avevo letto da piccolo The Lost World, che mi ha da sempre affascinato, per cui non è stato difficile calarmi nel ruolo di traduttore del seguito di quell'opera. Inoltre, devo ammettere che come esperto di bibliofilia proibita, occupandomi di testi rari, scomparsi, censurati e in genere di "casi letterari", il compito mi era ancora più gradito perché potevo occuparmi in prima persona di un caso interessante e "dal di dentro".

D. Non hai mai pensato che il progetto della Simpson potesse essere in qualche modo essere stato forzato se non addirittura costituire una vera e propria montatura?

R. Sì, è evidente che il pensiero mi ha sfiorato. Anzi, in un primo momento ho preso seriamente in considerazione l'eventualità. Ma quando ho visto il manoscritto coi miei occhi ho dovuto ricredermi. Quei fogli non potevano essere scritti nel 2004. Si trattava di un romanzo scritto di getto, ma con infinite correzioni e cancellature. Fogli sparsi, con una grafia di altri tempi.

D. Quindi tu hai avuto tra le mani il manoscritto originale. E per quanto tempo?

R. No, io non ho mai avuto con me (intendo nella mia casa) l'originale. Ho lavorato alla traduzione collegandomi alla web page del progetto e caricando sul sito un pezzettino per volta della mia versione in italiano.

D. Non avevi una visione d?insieme del libro?

R. No, assolutamente. La web page era strutturata ad albero ma permetteva l'accesso ad un capitoletto per volta. Io facevo la traduzione on line e alla fine del collegamento i contenuti passavano via FTP al sito e a me non rimaneva traccia. A quel punto, se la traduzione del singolo capitoletto era stata correttamente completata, il programma della Simpson caricava automaticamente il successivo. Altrimenti il segnalibro teneva il punto da dove dovevo continuare. La cosa importante era che non avevo accesso ai contenuti già esaminati. Gli strumenti del copia/incolla risultavano disattivati e quindi copie del testo non era possibile farne, neanche parziali.

D. Perché tutta questa segretezza, non la trovi un pò assurda?

R. Sì, me lo sono chiesto parecchie volte, ma immagino che si volesse tutelare al massimo un progetto che all'epoca non era facile da valutare. Io, comunque, non mi sentivo penalizzato in alcun modo dai rigori ai quali venivo sottoposto. Diciamo che li ho considerati parte integrante di un progetto interessante, assolutamente originale e sicuramente bizzarro.

D. Quindi, Malone quando avrebbe scritto il libro?

R. Pare nel 1914. Due anni dopo l'uscita di The Lost World. Purtroppo molti dati sono ancora incerti. Credo che la Simpson stia per affidare il "caso" a un paio di importanti storici letterari ma oramai sarà arduo risalire a una versione incontrovertibile visto che il manoscritto originale è sparito. Questo piccolo grande mistero sono certo alimenterà voci incontrollate e gli immancabili detrattori avranno vita facile nello screditare la scoperta. Malauguratamente il banale furto di una automobile (con all'interno la valigetta contenente il manoscritto) ha determinato la perdita di una delle uniche due prove esistenti. L'altra, che secondo me è altrettanto importante, è il romanzo stesso. Leggetelo e capirete che la sua autenticità non può essere messa in dubbio.

D. Che ne pensi, in generale, della trama di Ritorno al Mondo Perduto?

R. Mi pare un romanzo nello stile classico di Doyle, e con un finale decisamente allusivo.

D. Allusivo a che cosa?

R. A un ulteriore seguito, mi pare evidente. Basti pensare alla vicenda che si svolge in Cornovaglia e che vede coinvolto il dottor Stapleton e la scomparsa del bambino. Tutto rimane in sospeso, con Malone che arriva in treno per portare il suo aiuto alla vicenda. Il romanzo si chiude con il mistero appena enunciato, e ben lungi dall'esssere risolto. Il lettore rimane col fiato sospeso chiudendo il libro. Il seguito non è annunciato, ma lo si può a ben veduta intuire.

D. Perché il libro non risulta disponibile normalmente nelle librerie?

R. Questo è successo nei mesi da maggio a settembre di quest'anno. All'inizio è stata una scelta editoriale del Maple White Project. Credo che abbiano voluto prima saggiare il potenziale interesse per questo titolo e poi procedere a una diffusione editoriale convenzionale. Cosa poi realmente accaduta con l'intervento della Simple. A giorni (un settimana al massimo) il libro sarà disponibile nelle maggiori librerie italiane. In alternativa si può acquistare direttamente sul sito dell'editore www.edizionisimple.it o su www.ibs.it. Una speciale edizione deluxe rilegata con sovraccoperta (per collezionisti) si può acquistare su www.amazon.com, e si tratta della prima versione nota, dal titolo Ritorno alla Terra di Maple White, ma virtualmente identica.