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sabato 18 febbraio 2017

Castello Quistini a Rovato [BS]

In  collaborazione con Hesperya

tratto da: https://www.hesperya.net/le-indagini/castello-quistini-rovato-bs/

Data: 09 Dicembre 2012

di Luca Maggini


Cenni Storici


I Porcellaga erano un’ antica famiglia originaria d’Iseo e aveva acquistato, oltre ad un titolo nobiliare di conti, anche molte possidenze a Rovato e Roncadelle. Il progetto di costruzione di un palazzo fortificato in campagna venne ideato da Ottaviano  insieme alla moglie Veronica come residenza sostitutiva a quella annessa nel castello di Rovato, dove precedentemente risiedevano. La datazione d’inizio dei lavori si colloca fra il 1570 e il 1580; questi ultimi volgeranno al termine dopo il 1600.
Dopo meno di mezzo secolo dalla costruzione, la nuova residenza dei Porcellaga mutò proprietà. Intorno al 1630 circa, infatti, il nuovo palazzo fortificato venne acquistato da Gerolamo Martino Roncalli, nobile di Bergamo e cittadino di Brescia. La famiglia Roncalli abitò nella sua nuova residenza fino agli inizi del 1700.
Dopo i Roncalli fu la volta della famiglia Quistini, che acquisì la proprietà del palazzo mantenendola fino al 1850: anno in cui gli eserciti guidati da Napoleone Bonaparte entrarono a Rovato e sottrassero alla famiglia Quistini la proprietà dell’edificio. Quando gli eserciti napoleonici commisero saccheggi d’ogni genere nel territorio rovatese, anche alla proprietà del palazzo toccò la stessa sorte. Essa, infatti, passò per innumerevoli mani, attraverso successioni ereditarie, determinando da subito la divisione netta dell’edificio in due metà. Tale divisione è stata mantenuta fino ad oggi: Palazzo Porcellaga attualmente è di proprietà delle famiglie Mazza e Natali.
E’ stato proprio grazie alla segnalazione della famiglia Mazza che la nostra Crew ha potuto svolgere l’indagine in questo affascinante luogo carico di storia e mistero. I proprietari del palazzo, dopo averci raccontato il passato dell’edificio, ci hanno spiegato le sensazioni anomale che talvolta hanno percepito tra quelle mura: sensazione di non essere da soli nel palazzo vuoto, di essere osservati e la visione di una figura femminile davanti a una finestra.


L’ indagine

La nostra indagine è iniziata nel tardo pomeriggio dopo aver svolto un sopralluogo e aver installato la nostra strumentazione.
Abbiamo posizionato le nostre telecamere di videosorveglianza ad infrarossi in quattro punti nel corpo centrale del palazzo: una nella grande sala del camino, una nella camera al piano superiore (un tempo alloggio della servitù), una in soffitta e una nel maestoso portico coperto da volte a crociera (luogo dove sono state percepite strane sensazioni). In ogni stanza sono state svolte sessioni di EVP e analisi di variazioni del campo elettromagnetico con strumenti di rilevazione EMF.
Successivamente abbiamo proseguito l’indagine in una struttura distaccata dal palazzo, anche questa dalla storia molto suggestiva e misteriosa. Esternamente edificio rustico che ricorda una cantina o una rimessa, internamente ci si sorprende ad ammirare un grande ambiente coperto da volte a crociera sostenute da pilastri in pregiata pietra di Sarnico. Elementi architettonici troppo eleganti per un semplice deposito, che fanno quindi supporre l’attribuzione di funzioni molto più importanti a questa struttura ma ad oggi ancora ignote. Proprio in questo luogo abbiamo riscontrato le anomalie più interessanti della nostra indagine. Mentre cercavamo un contatto con la possibile entità, fuori dall’edificio abbiamo sentito dei rumori di passi sui ciottoli ma una volta usciti a controllare abbiamo appurato che non c’era nessuno nei dintorni.
Una seconda anomalia si è verificata durante una sessione EVP quando alla domanda: “Sei una donna?” il nostro registratore, a pile cariche, si è spento improvvisamente.
Infine l’anomalia più impressionante si è verificata al piano superiore di questa struttura, adibita a soffitta. Qui vi era appesa ad una corda una tegola ed improvvisamente quest’ultima, durante una nostra serie di domande, ha iniziato a girare su sé stessa per poi fermarsi e riprendere il movimento ai successivi inviti. Durante quei momenti non abbiamo percepito nessun rumore anomalo ma ad indagine conclusa, analizzando le registrazioni, abbiamo identificato un interessantissimo EVP che non ha lasciato indifferenti noi membri della Crew. Alla domanda di Stefano: “Sei tu che hai mosso la tegola?” si sente chiaramente una voce, non identificabile con nessuna di nostra conoscenza, rispondere quello che noi abbiamo interpretato come un “Grazie a lei”.

https://soundcloud.com/hesperya/risposta-a-domanda-grazie-a

Ora la sola risposta amplificata ed ottimizzata per un migliore ascolto.

https://soundcloud.com/hesperya/risposta-a-domanda-elaborata

In un posto così affascinante, di sicuro Castello Quistini cela qualcosa di misterioso nella storia tra le sue antiche mura.

Qui di seguito vi proponiamo il video dell’ indagine.


mercoledì 19 ottobre 2016

Il castello di Tures e la stanza degli spettri

In collaborazione con Hesperya

tratto da: http://www.hesperya.net/2016/09/01/il-castello-di-tures-e-la-stanza-degli-spettri/

di Roberta Faliva

Il castello di Tures risale ai primi del XIII secolo e sorge in una posizione strategica che permetteva di controllare un attacco nemico e consentiva, ai signori del castello, di esigere un pagamento per il passaggio nelle loro terre.

All’interno del castello c’è una stanza degna di nota, la cosiddetta “Stanza degli Spettri”. Questo luogo deve il suo singolare nome alla leggenda di Margherita e alla sua triste sorte. Margherita von Taufers voleva sposarsi con un giovane di basso lignaggio, probabilmente il capitano delle guardie del castello. La cosa non fu apprezzata in famiglia e qualcuno, forse il padre stesso, ingaggiò un sicario per eliminare il futuro marito, che venne ucciso da una freccia il giorno delle nozze, proprio sull’altare. La leggenda vuole che Margherita disperata si rinchiuse nella sua camera dove pianse ininterrottamente per sette anni per poi gettarsi dalla finestra. Secondo alcuni racconti locali, in alcune particolari notti dell’anno è ancora possibile sentire lo spettro della giovane gemere e piangere.
Un fatto particolare è legato alla storia misteriosa di questo luogo: durante le riprese del film del 1972 di Ettore Scola, “La più bella serata della mia vita”, che si effettuarono nel castello, fu proprio Alberto Sordi a riferire di aver udito i gemiti e i lamenti di Margherita. In molti sostengono che il suo fantasma ancora si aggiri senza pace nelle sale del castello di Tures.