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sabato 15 aprile 2017

Cerchi nel grano: effimeri e fugaci, eppure immortali

di Leonardo Dragoni

Con i suoi 68 esemplari, l’ultima stagione di cerchi nel grano (2016) è stata la più avara dell’ultimo trentennio.
Per coloro che non sapessero di cosa si tratta, i cerchi nel grano (alias pittogrammi, agroglifi, formazioni) sono aree di coltivazione (generalmente grano, ma anche mais, colza, erba) appiattite in modo tale da formare delle figure geometriche (non soltanto cerchi) pienamente apprezzabili solamente dall’alto.
Fino a non molti anni fa, questo fenomeno era considerato un mistero inspiegabile, l’enigma del secolo, la possibile e tangibile dimostrazione della presenza di intelligenze aliene.
Questo mistero è oggi in graduale declino, eppure sopravvive ancora a mille avversità, riproducendosi ogni volta in condizioni proibitive, come un lichene su Marte o un arbusto spontaneo tra gli interstizi dell’asfalto rovente.
Il mistero ha resistito quando il 16 Giugno del 1990 il gruppo ufologico francese “Comité Nord-Est des Groupes Ufologiques” (CNEGU), già presente nell’estate precedente a Cheesefoot Head col nome di Gruppo VECA,  aveva realizzato in Francia presso Verdes uno splendido cerchio con doppio anello, circondato da quattro piccoli satelliti perfettamente disposti a croce celtica. Per creare questo pittogramma era stato assunto un esperto di effetti speciali cinematografici, che a sua volta si era avvalso di due collaboratori. Ai tre era stato chiesto di concludere il complesso lavoro in breve tempo, senza lasciare tracce, alla presenza di un notaio e mentre venivano fotografati da un velivolo ad alta quota. L’incaricato entrò così nel campo insieme ai suoi due collaboratori, utilizzando le tramlines (solchi del passaggio dei mezzi agricoli), armato di un rullo da giardiniere, un picchetto, una corda. Il crop circle fu replicato, con le caratteristiche richieste, in una sola ora. Il resoconto di questo articolo sarebbe stato successivamente pubblicato nel Novembre 1990 sulla rivista “Science et Vie” col titolo “La folle storia dei cerchi nel grano”.  Splendide fotografie della creazione furono pubblicate anche da Robè sul sito del C.N.E.G.U.

Il mistero ha resistito alle dimostrazioni  fornite nel 1991 da due pensionati di Southampton (Douglas Bower e David Chorley), autori di molte di queste formazioni che apparivano nei campi inglesi da circa un decennio. Quando l’esperto nazionale Pat Delgado aveva visitato il crop circle realizzato da Bower e Chorley, aveva dichiarato: “Questa non può in nessun modo essere una bufala. È il miglior momento della mia ricerca”. Alcuni minuti dopo realizzò di essere stato raggirato e telefonò all’amico e collega Colin Andrews: ““Siamo stati tutti imbrogliati... Questa cosa distruggerà migliaia di vite”.
Per qualche giorno sembrò tutto finito. Invece no: giusto il tempo di incassare il colpo, metabolizzarlo,  e i believers serrarono i ranghi e tornarono alla carica, con l’intento di screditare  Bower e Chorley, facendoli apparire come due imbroglioni, che avevano interesse a squalificare e insabbiare l’autentico mistero dei cerchi nel grano.

Il mistero ha resistito anche alla “Crop Circle Making Competition” dell’anno successivo, organizzata da John Michell, Richard e John Adams, e Rupert Sheldrake, grazie anche al finanziamento della “Koestler Foundation” e della rivista tedesca “PM”, e alla co-sponsorizzazione del “The Guardian” e del “The Cereologist”. Lo scopo era proprio mettere un punto sulla possibilità che alcuni artisti dotati di mezzi di lavoro rudimentali, potessero (oppure no) realizzare simili opere.
Durante la notte dell’11 Luglio 1992, presso West Wycombe, nel Buckinghamshire, i concorrenti (da soli o in team), agirono sorvegliati e fotografati da un velivolo che sorvolava la zona. Nel campo di gara potevano accedere soltanto i circlemakers (artisti che realizzano le formazioni) e cinque giudici. Parteciparono, tra gli altri, Adrian Dexter e Jim Schnabel, che negli anni successivi sarebbero diventati circlemakers molto in voga. I risultati furono sorprendenti, e decretarono che era sufficiente un buon ingegno e una strumentazione dozzinale, per realizzare autentici capolavori in poche ore, durante la notte.
Eppure, neanche questa dimostrazione riuscì a incrinare le solide certezze degli ufologi e dei believers, secondo i quali i cerchi nel grano autentici presentavano delle peculiarità e delle alterazioni chimico-fisiche che le altre formazioni (quelle replicate dall’uomo) non potevano possedere. A dare nuova linfa ai credenti fu l’emergere di un gruppo di ricerca americano noto come “BLT” dalle iniziali dei suoi esponenti: Burke, Levengood, Talbott. Questo gruppo, finanziato anche da Laurence Rockefeller, e capitanato dal biofisico William C. Levengood, produsse negli anni Novanta una incredibile quantità di documenti e di report elaborati su molti campioni di grano prelevati in vari crop circles in giro per il mondo.
Si giunse al culmine della cosiddetta “fase scientifica” del fenomeno dei cerchi nel grano, quando nel 2001 fece scalpore la pubblicazione di un articolo a firma del fisico Eltjo H. Haselhoff, il quale propendeva per l’ipotesi del coinvolgimento di misteriose sfere di luce (una particolare tipologia di UFO) nel processo di creazione dei crop circles.
Sarebbe qui complicato approfondire in poche pagine tutta a documentazione scientifica e parascientifica prodotta in quegli anni dal BLT e da Haselhoff, insieme a tutte le altre ipotesi e teorie avanzate in ordine sparso da ufologi, ricercatori, neofiti e  appassionati del fenomeno. Tutto questo viene sviscerato e confutato in ogni dettaglio nel libro “Cerchi nel grano. Tesi e confutazione di un fenomeno discutibile” (YouCanPrint, 2017), da poco uscito in commercio.


Cartaceo: http://www.youcanprint.it/fiction/scienze-sociali-generale/cerchi-nel-grano-tesi-e-confutazione-di-un-fenomeno-discutibile-9788892651166.html ;
Epub e Pdf: http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-fantasy-paranormale/cerchi-nel-grano-tesi-e-confutazione-di-un-fenomeno-discutibile-9788892653481.html
Mobi/Kindle: https://www.amazon.it/dp/B06XNM7MQC/
Diciamo però fin da subito che negli anni seguenti tutto l’impianto probatorio messo in piedi dal BLT e da Haselhoff venne smontato da una importante pubblicazione scientifica (“Balls of Light: The Questionable Science of Crop Circles”) apparsa nel 2005 sul Journal of Scientific Exploration. In questo documento, firmato dal ricercatore italiano Francesco Grassi e dai suoi colleghi Cocheo e Russo, si metteva in evidenza l’inconsistenza della letteratura scientifica sui crop circles fino a quel momento.

Negli anni successivi numerosi circlemakers diedero ulteriori e grandiose dimostrazioni della loro arte, spesso anche di fronte alle telecamere di alcune emittenti televisive.
Eppure attorno ai cerchi nel grano, ancora oggi aleggia un alone di mistero.
Solo pochi giorni fa è uscito sui media americani e in molti siti internet un articolo di Horace Drew, conosciuto da anni nella comunità dei cerchi come “Red Collie”, il quale sostiene che i cerchi nel grano siano dei messaggi da decifrare, lasciati da civiltà aliene e da viaggiatori dello spazio.
Non è però grazie alle bislacche teorie di ufologi imbonitori che questo mistero sopravvive ancora. I motivi per cui non ci si arrende all’evidenza son ben altri, e vanno ricercati nel fascino che queste creature sono in grado di suscitare negli spettatori,  nella potente seduzione che ingenerano tra gli astanti e nella platea. Chiunque si sia imbattuto di persona in un crop circle, è stato certamente pervaso da un senso di maestosità, di grandezza e di armonia trasmesso da quel disegno geometrico che viene percepito come qualcosa di vivo. Al suo cospetto si viene investiti da un senso di pace e di sacralità, al punto che si rifiuta una spiegazione profana e meramente razionale.
Questa è, del resto, l’essenza di un’opera d’arte.
Tanto più apprezzabile nella misura in cui è anonima ed effimera, nata ed impressa nella natura. E nella natura sarebbe destinata anche a morire, senza lasciare traccia di sé, se non fosse catturata dagli obiettivi delle macchine fotografiche dei passanti.


Leonardo Dragoni dirige il sito web cropfiles.it dedicato ai cerchi nel grano. Ha pubblicato numerosi articoli sul tema, oltre ai libri: Storia dei cerchi nel grano. Le origini (2013); Storia dei cerchi nel grano. Gli anni Novanta (2016); Cerchi nel grano. Tesi e confutazione di un fenomeno discutibile (2017).

sabato 25 marzo 2017

Cerchi nel grano. Tesi e confutazione di un fenomeno discutibile


Un libro sobrio, serio, scientifico sull’argomento “cerchi nel grano”. Molto dettagliato e approfondito. Le principale teorie (di cui questo libro offre una vasta e disincantata panoramica) vengono esaminate con la lente d’ingrandimento e confutate ma mostrate al lettore per quel che sono realmente, in profondità, al netto di trucchi e illusioni. Nonostante sia un saggio a tratti quasi tecnico, riesce comunque a scorrere in modo godibile e a farsi comprendere e apprezzare anche dal neofita e dal lettore occasionale. Consigliatissimo.

Copertina flessibile: 232 pagine
Editore: Youcanprint (28 febbraio 2017)
Collana: Youcanprint Self-Publishing
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8892651161

ISBN-13: 978-8892651166