martedì 16 aprile 2024

San Fili: il paese delle Magare

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/san-fili/

San Fili è un piccolo paese nella provincia di Cosenza, ad una ventina di minuti da Paola, un comune ricco di chiese, molte sconsacrate, è celebre per essere il paese delle Magare. Con una facile traduzione potremmo dire che le Magare sono le streghe, ma in realtà sono qualcosa di più e di diverso. Le Magare si occupavano di erboristeria, di medina e rimedi tradizionali. Detenevano la saggezza popolare, erano fortemente religiose e si occupavano anche di legamenti e fatture d’amore. Praticavano lo sfascino, che è una specie di rito per togliere il malocchio, le energie negative.

Se in molti luoghi si raccontava la storia dell’uomo nero per chetare i bambini a San Fili si raccontava la storia della Fantastica, una misteriosa creatura che spaventava i fanciulli. Le Fantastiche dovrebbero essere delle specie di spettri o fantasmi, spesso protettori di un luogo, di un edificio. Qui a San Fili la Fantastica appare nei trivi. Si narra che appaia come una donna dall’aspetto rassicurante ed in abito bianco da sposa, ma man mano che ci si avvicini cambi il suo aspetto e diventi figura terrifica. Per il suo manifestarsi nei trivi qualcuno ha ipotizzato che potrebbe essere una reminiscenza della dea greca Ecate (valuta se fare box su Ecate e la magia). Per altri Fantastica altro non sarebbe che una donna che aveva perso il figlio, impazzita si vesti con l’abito nuziale ed iniziò ad andare in giro cercando il suo figlioletto fermando tutti i bambini che incontrava sul suo tragitto.

Queste leggende hanno portato alla notorietà la cittadina di San Fili e per incrementare il turismo vengono organizzate Le Notti delle Magare e vi è anche un concorso letterario dallo stesso nome.

Curiosità: siamo a pochi chilometri da Paola, e proprio qui a Bucita predicò tra il 1154 e il 1155 Gioacchino da Fiore, monaco cistercense riformatore, abate dell’abbazia benedettina

Santa Maria di Corazzo. Gioacchino profetizzò l’avvento di una nuova era, quella dello spirito santo, che pensava sarebbe iniziata verso il 1260, l’era dell’amore e della solidarietà reciproca, un’era dell’acquario ante litteram. Per alcuni è la figura di Gioacchino da Fiore ad aver ispirato quella di Christian Rosenkreutz.


martedì 9 aprile 2024

Zersetzung, il controllo mentale ai tempi della Stasi

tratto da: https://it.insideover.com/schede/storia/zersetzung-il-controllo-mentale-ai-tempi-della-stasi.html

del 15 AGOSTO 2022

di Emanuel Pietrobon


Il dominio di guerra del futuro è la mente, o meglio il suo controllo. Perché controllare un singolo equivale a farne un candidato manciuriano, sebbene non per forza programmato per uccidere, ma per votare in un certo modo, per pensare in una determinata maniera, per agire prevedibilmente. E perché controllare una massa intera, cioè l’opinione pubblica, significa avere in mano i destini di uno stato.

L’era di questo nuovo modo di fare la guerra, denominata cognitiva, è albeggiante: la pandemia di COVID19 e la guerra in Ucraina ne hanno catalizzato l’ascesa, le ricerche sulla mente degli scienziati nazisti e dei due blocchi nel corso della Guerra fredda ne hanno gettato le fondamenta. E se si scrive delle ricerche avvenute all’interno del Secondo mondo, allora è necessario raccontare la storia di una tecnica pionierizzata dalla Stasi: la Zersetzung.


Le origini della "destabilizzazione psicologica" alla tedesca

Zersetzung è un termine tedesco che può avere una pluralità di significati, tutti interrelati tra loro, che sono corrosione, destabilizzazione, decomposizione e dissolvimento. Che è esattamente ciò che accade, poi, alla mente della vittima di questa psico-tecnica, che viene, passo dopo passo, corrosa, destabilizzata, decomposta e, infine, dissolta.

Zersetzung, la decomposizione della mente. Una tecnica di manipolazione cognitiva e destabilizzazione psicologica nata ai tempi della Germania nazista, nei laboratori di Kurt Plötner, e che nel dopoguerra è stata perfezionata dalla temibile Stasi della Germania Est, trovando vasta applicazione durante l’era Honecker.

Obiettivo del recupero degli studi nazisti sulla decomposizione della mente era la volontà di combattere più efficacemente l’opposizione politica e la resistenza sociale al regime comunista. Perché reprimere il dissenso con la forza, più che insufficiente, sarebbe potuto rivelarsi controproducente. Occorreva qualcosa di nuovo, che fosse pervasivo ma invisibile e pernicioso ma intangibile. E la Zersetzung premetteva e prometteva di avere tali caratteristiche.

Con lo scorrere degli anni Sessanta, di pari passo con il perfezionamento della Zersetzung, le autorità della Germania Est avrebbero progressivamente diminuito il ricorso a strumenti quali la persecuzione giudiziaria e la violenza fisica ai danni di dissidenti, oppositori e critici. Ma non perché l’opposizione dal basso fosse venuta meno, quanto per via dell’estesa applicazione della Zersetzung. Una tendenza accelerata da Erich Honecker a partire dagli anni Settanta.


Teoria e prassi della decomposizione

La Zersetzung, così come strutturata e applicata dalla Germania Est, fu sviluppata da un gruppo di scienziati sociali nella Scuola di legge per la sicurezza statale (JHS, Juristische Hochschule der Staatssicherheit), altresì nota come la Scuola della Stasi.

Attingendo al legato nazista in materia di propaganda e guerra psicologica, che era piuttosto vasto, i ricercatori della Stasi complessificarono e perfezionarono la Zersetzung, facendone un metodo per aggredire l’autostima della vittima al punto tale da suscitare gravi crisi di identità.

Un oppositore politico carismatico e seguito, quando colpito dalla Zersetzung, avrebbe cominciato a vivere dei periodi particolarmente bui, fatti di alienazione sociale, strani incidenti, ostracizzazione e rifiuti. Eventi strettamente personali, apparentemente scollegati alle attività politiche del soggetto, ma psicologicamente destabilizzanti e in grado di provocare delle crisi identitarie ed emozionali. L’esaurimento come capolinea, talvolta accompagnato dal suicidio.

Ogni mezzo era lecito al fine della decomposizione mentale del soggetto da estinguere socialmente: invogliarlo ad avere dei rapporti sessuali con dei minori, farlo entrare in circoli insalubri – con tossicodipendenti –, coinvolgerlo in piccoli delitti – come i furti –, corromperne i colleghi affinché lo emarginassero e i capi affinché lo ostacolassero e/o lo trasferissero in luoghi remoti, farlo dubitare della sua stessa realtà circostante nella speranza di condurlo alla pazzia – la tecnica del cosiddetto gaslighting.

La Zersetzung era un metodo efficiente ed efficace perché personalizzabile e, quasi sempre, personalizzato. Gli addetti alla decomposizione mentale della vittima ne studiavano i tratti caratteriali, i valori e le abitudini, elaborando dei sociogrammi e degli psicogrammi a partire dai quali sviluppare la strategia di emarginazione. Schematismi e piani preconfezionati venivano evitati nella maggior parte dei casi, elevando le prospettive di successo.


L'eredità

Jürgen Fuchs, un intellettuale ribelle che fu vittima della Zersetzung negli anni Settanta, descrisse quell’inusuale periodo di perdurante ostracizzazione – durato anni – come un “crimine psicosociale” ed “un assalto all’anima umana”. Come lui, secondo alcune stime, almeno 5-10mila persone sarebbero state colpite dalla Zersetzung durante l’era Honecker.

Fu proprio Fuchs, deportato in Germania Ovest nel 1977, a mettere il pubblico tedesco a conoscenza della Zersetzung. Sulle colonne dell’influente Der Spiegel, che ripose fiducia nelle sue testimonianze, Fuchs cominciò a pubblicare una mole di documenti relativi all’utilizzo della psicologia da parte della Stasi. Una palla di neve che avrebbe dato vita ad una valanga, tra libri, documentari e inchieste giornalistiche, sebbene la giustizia abbia mantenuto un atteggiamento stranamente ambiguo sulla prosecuzione degli 007 impegnati nella Zersetzung.

Curiosamente, negli stessi anni in cui la Stasi applicava con successo la Zersetzung, nella Romania di Nicolae Ceaușescu veniva eretto il più grande regime di sorveglianza di massa del pianeta – per numero di spie pro capite –, tra Unione Sovietica e Repubblica Popolare Cinese tornavano in auge i corsi di rieducazione e negli Stati Uniti, capifila del mondo libero, si realizzavano dei programmi di manipolazione mentale non meno distopici di quelli sperimentati al di là della Cortina di ferro, da MKULTRA a Mockingbird, passando per COINTELPRO. E oggi come allora, nulla è cambiato: l’obiettivo dei potenti resta il controllo della mente degli individui.

venerdì 29 marzo 2024

Stonehenge: La «vera» storia della creazione

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/stonehenge/

Merlino costruisce Stonehenge


Di Stonehenge se ne parla spesso e si avanzano le teorie più bizzarre sulla sua costruzione, nulla e nessuno sono esclusi, alieni compresi. 

Senza voler creare nuove teorie, oggi, voglio proporti una bella leggenda del XIII secolo della nostra era sulla costruzione di Stonehenge. L’autore di questa magica costruzione è Merlino. L’anonimo autore de La storia di Merlino, probabilmente riprende temi del folklore – soprattutto per attribuire poteri soprannaturali a Merlino – e sembra essere il primo ad attribuire al famoso mago questo prodigio. 

Non ti tedio oltre e ti lascio a Merlino e la nascita di Stonehenge.

«Merlino visse a lungo in questo modo, avendo il controllo del re Uterpandragon e del suo consiglio, finché un giorno, parecchio tempo dopo, chiamò il re e gli disse: – Come? Non farai nulla di più per tuo fratello Pandragon  che giace nella piana di Salisblury? – Cosa vuoi che faccia? Farò tutto ciò che mi consiglierai. – hai giurato di eseguire la mia volontà. Ti prometto che creeremo un’opera tanto grande che durerà nei secoli. Adempi al tuo giuramento ed io adempirò alla mia promessa. – Dimmi cosa potrò fare e lo farò di buon grado. – costruisci un’opera mai vista e se ne parlerà in eterno. – lo farò con grande piacere! – manda dunque a cercare degli enormi massi di pietra in Irlanda, manda due navi per farli portare: riuscirò ad innalzare dal suolo tutti quelli che riusciranno a a far arrivare. Andrò per indicare quelli che voglio trasportino -. Il re rispose che li avrebbe mandati a cercare volentieri.

Inviò in Irlanda un gran numero di navi. Una volta giunti là, Merlino mostrò agli emissari del re dei massi di pietra enormi, grandi e lunghi, e disse: – Ecco qui le pietre che siete venuti a cercare – . Alla vista dei massi quelli pensarono che era una vera follia e dicono che nemmeno tutti gli uomini del mondo potrebbero a malapena spostarne uno. – Non riusciremo mai a imbarcare pietre così grandi sulle nostre navi! – Se non lo volete fare, – replicò Merlino, – allora siete venuti per niente. Quelli se ne tornarono indietro, vanno dal re e gli riferiscono l’impresa bizzarra ordinata da Merlino, impossibile a farsi per chiunque al mondo. – abbiate pazienza dino al suo arrivo, – rispose il re.

Giunto Merlino, il re riferì ciò che i suoi uomini avevano detto. – Anche se si sono tirati indietro tutti, manterrò la mia promessa, – gli risponde Merlino. A quel punto, grazie alle sue arti magiche, fece trasportare i massi di pietra d’Irlanda che ancora sono nel cimitero di Salisbury. Dopo il loro arrivo, il re li andò a vedere portando con sé molta gente per ammirare il prodigio. Alla vista dei massi, dissero che tutti gli uomini del mondo non sarebbero riusciti a spostarne uno, e cominciarono a chiedersi increduli come Merlino li avesse fatti venire dall’Irlanda senza che nessuno avesse visto e sentito nulla. Merlino ordinò loro di sollevarli, perché sarebbero stati più belli dritti che adagiati sul terreno. – nessuno potrebbe riuscirci, se non Nostro Signore, a meno che non lo faccia tu stesso! – dice il re . – Ora andatevene, – rispose Merlino. – Li solleverò io, così avrò mantenuto la promessa fatta a Pandragon, e avrò realizzato in suo onore qualcosa che durerà in eterno. 

Così Merlino sollevò i grandi massi che sono ancora nel cimitero di Salisbury e che lì resteranno finché durerà il mondo. E così si concluse quel prodigio. Poi merlino tornò da Uterpandragon, fu a lungo al suo servizio gli volle molto bene perché, dopo tanto tempo, sapeva che il re gli era affezionato e aveva fiducia nelle sue profezie». (La storia di Merlino, in Artù, Lancillotto e il Graal, Ciclo di Romanzi francesi del XIII secolo, a c. di Lino Leonardi, Einaudi, Torino 2020, pp. 495-496).

venerdì 22 marzo 2024

“Il mistero delle origini umane: alla ricerca del perché” – di Ines Curzio

 “Create miti su voi stessi, anche gli dèi hanno cominciato così.” Stanislaw Jerzy Lec


Il concetto di vita extraterrestre ha affascinato l’umanità per secoli, alimentando la nostra immaginazione e le nostre speculazioni. Negli ultimi decenni, l'idea che l'uomo abbia avuto origine da qualche forma di vita extraterrestre è diventata sempre più diffusa e accettata. Ma mentre ci si concentra sul "se" di questa teoria, abbiamo forse perso di vista il "perché".

La domanda fondamentale e più intrigante, infatti, non dovrebbe essere “se” gli esseri umani abbiano origini aliene, ma piuttosto perché gli extraterrestri ci hanno creato. Se esistono razze aliene capaci di viaggiare attraverso le stelle, qual è stato il loro scopo nel plasmare la nostra esistenza? Che ruolo hanno avuto nell’evoluzione umana? Quali conseguenze ha avuto la loro presenza nello sviluppo delle civiltà sulla terra?

Tessere da tutto il mondo

Come in un caleidoscopio dalle mille sfaccettature, ricercatori di tutto il mondo hanno dedicato anni ad approfondire i singoli frammenti di un’immagine che nel suo insieme rappresenta una verità più ampia e complessa.

Chi di noi non conosce almeno uno di questi frammenti e non si è lasciato stimolare dal fascino di ipotesi tanto ardite. Prendiamo ad esempio tutte le speculazioni sul “se” gli dèi siano in realtà civiltà extraterrestri evolute che hanno visitato la terra in epoche remote. Oppure la vasta analisi linguistica sul termine Nephilim e l’esistenza dei Giganti. Questi ultimi sono figli degli Anunnaki? Gli Anunnaki sono gli Elohim?

Oppure pensiamo al Diluvio Universale descritto in tutte le narrazioni mitologiche della Terra, ma anche alla scomparsa di Atlantide, ai possibili continenti sommersi e ai reperti archeologici nascosti nelle profondità del mare. Al mistero che avvolge le rovine di Puma Punku in Bolivia così come Gobekli Tepe in Turchia.

E ancora, ai Vimana, le macchine volanti descritte nei testi vedici, possibili navicelle spaziali e mezzi di trasporto avanzati. Senza tralasciare le guerre fra gli dèi narrate nel Rāmāyaṇa, così come quelle fra dèi norreni narrate nella Vǫluspá che sembrano combattute con armi tecnologiche e forza sovrumana. Ma questi dèi di cui si parla, Asura e Deva indiani così come Aesir e Vanir di tradizione nordica, sono forze spirituali o sono due civiltà aliene ben distinte?

Queste sono solo alcune di quelle piccole tessere su cui si continua a fare ricerca per trovare prove e spiegazioni. Ma l’immagine intera che si genera dall’unione di tutti i frammenti riusciamo a vederla? Riusciamo ad immaginare un quadro politico e sociale in grado di contenere e dare un senso a tutti i frammenti?


Osservare il presente per capire il passato

Mentre continuiamo ad esaminare le nostre radici e a speculare sulle nostre origini, è di fondamentale importanza oggi non limitarsi più alla domanda "se" siamo di origine extraterrestre, ma esplorare il "perché" di questa possibilità. Forse, nel processo, potremmo scoprire non solo da dove veniamo, ma anche chi siamo e il nostro ruolo nell'universo.

Se gli extraterrestri ci hanno creato e hanno influenzato la nostra storia, le loro motivazioni sembrano rimanere avvolte nel mistero, ma proviamo ad osservare il presente per cercare un filo logico in quell’immagine caleidoscopica di cui parlavamo prima.

Guerre di religione, divisioni sociali, problemi razziali, problemi energetici, ricerca scientifica e relative problematiche etiche, studio sociologico delle masse, corsa allo spazio, espansionismo e affermazione del potere. E se fossero il frutto di un retaggio molto più antico di quanto immaginiamo? Se stessimo reiterando errori già commessi prima di noi dagli dèi? La comprensione di una simile eredità ci renderebbe forse più consapevoli del nostro essere umani e soprattutto della strada che stiamo scegliendo di percorrere.

Domandiamoci cosa potrebbe essere successo se in un passato lontanissimo una civiltà avanzata avesse incoraggiato lo sviluppo della vita sul nostro pianeta ancora disabitato. Avendone le risorse tecniche e logistiche, l’uomo oggi non tenterebbe forse esperimenti su un pianeta vergine? E se uno Stato riuscisse a

creare una vita senziente (tentativo non troppo lontano se teniamo in considerazione anche lo sviluppo odierno delle Intelligenze Artificiali) non otterrebbe maggiore potere, supremazia e affermazione economica sul piano mondiale rispetto ad altri? Una vita senziente quali problemi apporterebbe da un punto di vista etico? Ha diritto di evolversi liberamente o deve rimanere al “servizio” di chi l’ha creata? In uno scenario simile si scatenerebbero di sicuro nuove guerre per la difesa dei diritti e per il possesso di un simile traguardo. Equilibri precari e guerre esacerbate condotte con armi che potrebbero mettere a rischio la vivibilità stessa del pianeta.

Si arriva inevitabilmente al punto in cui bisogna fare delle scelte, per il bene di tutti. Scelte che nessuno può essere sicuro che siano le migliori per il futuro, anche se lo sembrano nell’immediato per evitare conseguenze ancora peggiori. Dopo qualche secolo o dopo qualche millennio, cosa potranno ricordare le nuove civiltà figlie di quei sopravvissuti? Avranno imparato dagli errori o saranno ancora in lotta per la supremazia fra di loro, in un corso e ricorso storico dettato dall’interesse del momento e non dall’apprendimento degli errori passati?

Adesso guardiamo quell’immagine nel caleidoscopio delle leggende e dei racconti mitologici a noi pervenuti.

Senza dimenticare l’enorme apporto di ricercatori come Sitchin, Von Däniken, Hancock, Kolosimo, Biglino e tantissimi altri, proviamo a rileggere, parallelamente e senza pregiudizi, i testi antichi e le tradizioni millenarie dei popoli nel mondo e ad immaginare quale scenario esponenzialmente più articolato si sia potuto scatenare fra gli “dèi”, fra civiltà avanzate di altri pianeti, in condizioni simili a quelle descritte pocanzi.


Il Marchio dei Waunir

Dalle riflessioni fin qui espresse e dall’esigenza di trovare un “perché” in quel mare di argomenti che suscitano dubbi sulle nostre origini, è nato il romanzo “Il Marchio dei Waunir”. Una storia che vuole essere in fondo una provocazione per accendere nel lettore un ragionevole dubbio.

Chiediamoci dunque: se i miti e le leggende nel mondo non fossero solo racconti? Se fossero parte di una verità più ampia, celata agli uomini? E perché è stata celata?

A questi e ad altri interrogativi cercherà di rispondere un Vigilante, che non risparmia polemiche sulle scelte operate dagli "dèi". Vi accompagnerà in un romanzo intricato, ambientato durante un'età del bronzo dalle sfumature esotiche, dove le leggende non sono leggende, la magia non è magia...e gli dèi non sono dèi.

Per gli amanti del genere Epic-Fantasy, questo è un romanzo ricco di spunti basati sulla reinterpretazione dei miti riguardanti l'origine dell'uomo e il ruolo che hanno avuto gli "dèi" nella storia umana. Il tentativo è quello di tracciare un filo conduttore fra gli elementi ricorrenti nelle leggende di tutto il mondo, collocandoli in un preciso contesto socio-politico che ha caratterizzato la storia umana durante la nascita delle antiche civiltà.

L’augurio è quello di fare tesoro di un retaggio più complesso di quanto possiamo immaginare, consapevoli che il futuro dell’umanità dipende anche da questo.

Lasciando quindi il lettore alle sue riflessioni, concludiamo con un estratto dal Libro dei Vigilanti di Enoch:

“E rimasero incinta (dei Vigilanti) e misero al mondo Giganti, la cui altezza era di trecento cubiti. Loro consumarono tutte le scorte degli uomini. E quando gli uomini non poterono più sostenerli, i giganti si rivoltarono contro di loro e divorarono l'umanità. E cominciarono a peccare contro gli uccelli, le bestie, i rettili, i pesci, a divorare la carne e a bere sangue. Allora la Terra pose l'accusa contro quei senza legge.”





mercoledì 13 marzo 2024

3° CONVEGNO UAP-AEROSPACE - 17 marzo 2024 - POMEZIA

 Il 17 marzo 2024 la Lux-Co Edizioni della dottoressa Francesca Bittarello nota ricercatrice del fenomeno UAP e storica dell' Aeronautica organizza  un nuovo Evento di prestigio il 3° CONVEGNO UAP-AEROSPACE che è la nuova generazione dei Convegni sugli unidentified anomalous phenomena/Aerospace nella tecnologica Sala Congressi del Simon Hotel di Pomezia con tutti i Comfort per i partecipanti usata dal 2015 per i suoi Convegni. Dal 2024 è scoccata la nuova era dei Convegni scientifici legati al fenomeno UAP i convegni in Italia ad alto tasso di scientificità su un fenomeno molto discusso da anni.

I nuovi Convegni organizzati dalla Lux-Co Edizioni di Francesca Bittarello puntano a una visione più corretta e prettamente scientifica del fenomeno degli oggetti volanti non identificati ottimizzandoli già dal nome con un acronimo più consono e tecnicamente corretto UAP Unidentified Aerial/Anomalous Phenomena una nuova terminologia che si unisce all' AEROSPAZIO per Convegni di alta valenza scientifica dove i vari fenomeni sono analizzati da persone competenti e qualificate e nulla è lasciato al caso o alla fantasia ogni dissertazione scientifica del relatore è basata su criteri di studi dei singoli conferenzieri. I Conferenzieri sono tutti appartenenti al CSUW Centro Studi UAP World dove la dottoressa Francesca Bittarello ne è Presidente presto in rete il nuovo sito web con tutte le informazioni e cariche sociali www.centrostudiuapworld.com , tra i soci Onorari il Gen. Domenico Rossi Già Sottosegretario di Stato alla Difesa e l’ Arch. Paolo Monti il primo al Mondo ad aver inviato in orbita nello spazio una sua opera artistica all’interno di un Satellite creando cosi il primo museo orbitante intorno alla Terra nel Satellite EDUSAT 37788.

I ricercatori che partecipano ai Convegni sono ricercatori interni ed esterni del CENTRO STUDI UAP WORLD un innovativo centro studi con sede a Pomezia  sul fenomeno dove si accede per competenze acclarate e dove la dottoressa Francesca Bittarello ne è il Presidente. Il già sottosegretario di Stato alla Difesa e Arch. Paolo Monti - primo al mondo ad aver inviato un opera artistica in un satellite - Soci Onorari.

Una giornata entusiasmante da non perdere Segnatelo in Agenda... 

Vi aspettiamo in tantissimi come sempre!

INFO: www.convegnouapworld.com



Tra i Conferenzieri oltre la dottoressa Francesca Bittarello (autrice di 2 best-seller UFO GLI ARCHIVI INEDITI e UFO A ROMA) il Già Sottosegretario di Stato alla Difesa Gen. Domenico Rossi, il Vaticanista Riccardo Narducci con un prossimo libro in uscita con la LUX-CO EDIZIONI sui segreti del Vaticano inerenti al tema del Convegno, presente per la prima volta agli eventi della Bittarello anche l' Astrofisico Fabrizio Albani, a seguire il professore Mariotti con il libro appena pubblicato dalla LUX-CO EDIZIONI che sta puntando a divenire best seller "Gli aerei segreti del terzo reich" e il presidente dell' associazione missilistica europea Stefano Innocenti,  il poliziotto cantautore Antonio Riggi con l'ipotesi Frequenze e progetti militari il giornalista Vincenzo Pinelli e gli Architetti coniugi Paolo Monti e Laura Rossi  dove Paolo Monti è il primo al mondo ad aver lanciato al''interno di un satellite una sua opera artistica. Si inizia alle 10 e alle 13-14 l'immancabile pausa pranzo con il panino alieno il must gastronomico  dei Convegni al Simon Hotel organizzati dalla Bittarello dal 2015. Per info: https://www.convegnouapworld.com/


Dott.ssa Francesca Bittarello

cell./whatsapp:  +39 329.4218323
francescabittarello@luxcoedizioni.com
francescabittarello@ufologyworld.com
francescabittarello@aviationyes.com
www.luxcoedizioni.com
www.ufologyyes.com 
www.aviationyes.com
www.convegnouapworld.com

mercoledì 28 febbraio 2024

“CRUDELTÀ” DI CARLO H. DE’ MEDICI (1927): QUANDO SALTA FUORI L’INASPETTATO!

tratto da: https://www.cacciatoredilibri.com/crudelta-di-carlo-h-de-medici-1927-quando-salta-fuori-linaspettato/

Di Simone Berni


Nelle collezioni sconfinate di B. B. di Roma e di A. D. I. di Milano è saltato fuori un titolo del conturbante Carlo Hakim De’ Medici, che pare davvero sconosciuto ad ogni biblioteca. Si tratta di Crudeltà (Milano, La Sfinge, 1927). All’inizio sembrava la stessa raccolta di racconti I topi del cimitero, a cui un altro editore aveva per vezzo o calcolo cambiato titolo. Un esame più accurato ha invece rivelato che si tratta di una serie più completa, con quattro racconti inediti e con delle versioni aggiornate e fortemente modificate della raccolta precedente. Una vera e propria scoperta, quindi.

Chi sia Carlo Hakim De’ Medici è materia per pochi. Di lui si ricordano altri romanzi e racconti ascrivibili oggi al genere fantastico, tra cui Nirvana d’amore (Trieste, Bottega d’Arte, 1925) e I topi del cimitero (Trieste, Bottega d’Arte, 1924); quest’ultima è una straordinaria raccolta di racconti.

L’autore fu probabilmente friulano. Si ricordano infatti scritti come Leggende friulane (Trieste, Bottega d’Arte, 1924; stampata ad Udine). Secondo la ricostruzione biografica di Guido Andrea Pautasso nella postfazione al volume, dal titolo Il mistero iniziatico di Gomòria, si evince che Carlo Hakin De’ Medici sarebbe nato a Parigi nel 1887, interessandosi precocemente all’esoterismo iniziatico e sviluppando poi una letteratura erotica-esoterica, sia pur marginale, che comunque seguì il gusto raffinato dei tempi.

 Il parere del cacciatore di libro

Al momento sono state schedate tre copie di Crudeltà, tutte in possesso di collezionisti privati a Roma e Milano. Due di esse presentano la brossura originale ed una è stata ricopertinata in cartonato rigido, sul quale sono state incollate la copertina e la quarta, come si usava circa cento anni fa ed anche più recentemente.

mercoledì 21 febbraio 2024

Uno Scongiuro contro il cattivo tempo di Manduria

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/scongiuro-contro-il-cattivo-tempo/


Manduria: una tradizione popolare contro il cattivo tempo

 

Lo scongiuro contro il cattivo tempo che ti riporto è preso da: Giuseppe Gigli, Sperstizioni, pregiudizi e tradizioni in Terra d’Otranto, Tipografia Barbera, Firenze 1893.

Nelle tradizioni popolari da Otranto alla Romania e dall’Islanda alla Sicilia, sono presenti innumerevoli scongiuri contro il cattivo tempo e diverse figure che possono scatenare o placare le tempeste. Questo Scongiuro contro il cattivo tempo di Manduria è solo un primo assaggio sul mondo dei Tempestari e tagliatori di tempeste. 

Ecco lo Scongiuro contro il cattivo tempo di Manduria:

«Gli scongiuri contro il cattivo tempo sono parecchi e in diversi modi praticati. 

Taluni, cedendo al sentimento religioso che fa parer ira di Dio quello che è fenomeno n a turale, all’appressarsi del temporale biascicano avemmarie e paternostri, o bruciano certo legno che si dispensa dai sagrestani delle parrocchie. 

Bellissimo mi pare il seguente uso, che è praticato dai contadini del Tarantino: all’appressarsi delle nubi nere, pronube di grandine o di tempesta, le donne espongono in mezzo alla strada un bambino o una bambina di non più di sette anni, e gli fanno gettare in aria, a destra, a manca e di fronte, tre piccoli pezzi di pane, ripetendo con voce alta e supplicante alcune parole a mo’ di versi, che nel dialetto di Manduria dicono così:


Oziti, San Giovanni, e no durmiri, 


ca sta vesciu tre nnuuli viniri, 


una d’acqua, una di jentu, una di malitiempu. 


Dò lu purtamu stu malitiempu? 


Sotta a na crotta scura, 


dò no canta jaddu,


dò no luci luna,


cu no fazza mali a me, e a nudda criatura. 


(Traduzione: Levati, o San Giovanni, e non dormire perchè sto vedendo venire tre nuvole- una d’acqua, una di vento, una di temporale.— Dove lo portiamo questo cattivo tempo —In una grotta oscura – dove non canta un gallo – dove non entra la luce della luna – perché non faccia male né a me, né ad al cuna altra persona».