lunedì 18 luglio 2022

“Aiòn”, la rivista aperiodica di filosofia ermetica edita da Stamperia del Valentino

In arrivo “Aiòn”, la rivista aperiodica di filosofia ermetica edita da Stamperia del Valentino sull’esoterismo occidentale e sulla millenaria tradizione partenopea


Con “Aiòn” la Stamperia del Valentino inaugura, sotto la direzione di Luca Valentini, una nuova formula editoriale, la rivista aperiodica di filosofia ermetica che mira alla pubblicazione di monografie specialistiche su temi selezionati della cultura classica e dell’esoterismo occidentale, con un occhio di riguardo al bacino del Mediterraneo e alla millenaria tradizione partenopea.

Il solco d’ispirazione è e sarà sempre la cultura esoterica napoletana e la grande spiritualità europea. Dopo il successo del numero 0, ancora acquistabile in libreria e su tutti i canali online di settore, la casa editrice lancia il numero 1 di “Aiòn” (242 pagg, 24 euro) in occasione della Giornata di Studi su Giordano Bruno che si terrà sabato 25 giugno 2022 (dalle 9,30 alle 16,15) alla Sala Consiliare Sanseverino presso la Certosa di San Lorenzo a Padula, Salerno, a cura della Società Operaia Torquato Tasso.

Tra gli argomenti approfonditi in questo numero di “Aiòn”, “Tέλος: il compimento iniziatico ed ermetico-teurgico” di Luca Valentini; “Tradizione e Iniziazione: la via del cuore” di Daniele Laganà; “La Tradizione Solare nel pensiero di Massimo Scaligero” di Stefano Arcella; “Echi di esoterismo nella poetica di Giovanni Pascoli” di Mauro Ruggiero; “L’insegnamento straordinario di un uomo sconosciuto: Georges Ivanovič Gurdjieff” di Vittorio Varano; “Pensiero magico e palingenesi alchimica” di Ivan Dalla Rosa; “Tradizione Primordiale e Ordini Iniziatici” di Sigfrido E. F. Höbel; “La luce di Venere - Afrodite e quella di Psiche (prima parte)” di Alessandro Orlandi; “Cristina Campo e la scrittura magica: verità e simbolo in Parco dei cervi” di Luca Maccaferri. Con pagine di chiusura dedicate a segnalazioni e recensioni librarie a cura dell’editore Paolo Izzo.

“Aiòn era nel mondo misterico primitivo l’antico nume dell’Eternità, il Dio che rappresentava la forza vitale interiore che sublimava sia il tempo sia le forme transitorie di credenza religiosa”, spiega Valentini. “Abbiamo deciso di riferisci a tale espressione sacrale perché il senso stesso dell’ermetismo è quello di trascendere l’aspetto formale della spiritualità per cercare di assurgere all’essenza incondizionata che alberga solo nella caverna interiore di ogni uomo”.

In base a quali criteri vengono scelti gli argomenti da approfondire?

“Di solito” continua il direttore, “vi è già un’idea di massima sulle linee generali con cui caratterizzare la singola pubblicazione, un argomento comune che possa legare tutti i contributi: per tale motivo abbiamo scelto la forma della monografia. Poi, vi è la fortuna di avere un gruppo di collaboratori e di amici tramite la cui identità di vedute nel merito favorisce la stesura di saggi come un comune indirizzo ermeneutico”.

Ogni numero si basa su precisi filoni oppure i capitoli vengono organizzati secondo i temi che le vengono proposti?

“Si decide a priori il tema di fondamento che debba caratterizzare ogni pubblicazione: il n.1 è dedicato al tema dell’Iniziazione, il n. 2 al tema della Magia nel mondo antico; probabilmente, il n. 3, alla straordinaria personalità di Giordano Bruno. Non vi è nulla di casuale”.

Sarà sempre presente il capitolo dedicato alle segnalazioni e recensioni?

“Sì, è un capitolo che con l’Editore abbiamo deciso debba essere fondamentale, sia per segnalare le tante pubblicazioni della Stamperia, sia perché riteniamo doveroso informare i nostri lettori sulle più recenti iniziative di stampa nel mondo della tradizione classica ed esoterica”.

Quanti numeri prevede e con quale “aperiodica” e orientativa cadenza?

“Questo possono saperlo solo i Numi: ogni numero nasce, si sviluppa e prende corpo quando vi è un’idea di studio che si palesa. Potremmo pubblicare 3 numeri in un anno e 0 in cinque: lo spirito è quello della libera ricerca, senza vincoli, senza doveri, un po’ come la Sirena Partenope e la Sapienza a Napoli. Quando “ci va”, come ripeto spesso ironicamente a Paolo Izzo, l’Editore”.


La casa editrice

Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.

La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.



Titolo: Aiòn

Sottotitolo: Rivista aperiodica di Filosofia ermetica

Autore: AA.VV.

Collana: Fuori Collana

Prezzo: € 24,00

Pagine: 242

ISBN: 979-12-80721-07-5

Disponibilità: Giugno 2022

mercoledì 6 luglio 2022

Fenomenologia dello Spirito magico Ecco l'altro Hegel

tratto da "Il Giormale" del 2 Dicembre 2013

di Marcello Veneziani

Hegel era il nome dell'ultimo album di Lucio Battisti, uscito nel 1994. Ed è forse l'ultima traccia fuori dalla cerchia degli studiosi del grande filosofo tedesco che fu croce e delizia del Novecento. A Hegel, infatti, si risale quando si cerca il Padre spirituale degli Stati totalitari e dello Stato come Dio in terra, che fu il sogno in rosso e in nero del Novecento. O riportandolo al suo tempo, parte con lui la genealogia dello Stato potente che poi diventerà onnipotente.

Hegel diventa a torto o a ragione il filosofo di Napoleone, perché lo ritrae a Jena come lo Spirito del Mondo a cavallo. L'Eroe, il Grande, l'Io Trascendentale che realizza il primo grande Stato centralista moderno. Poi la lezione di Hegel discende dal pensiero all'ideologia e dalla filosofia alla storia. E dal versante sinistro sorge Marx, dal versante destro l'hegelismo fiorisce in Italia: Spaventa e poi Gentile. Non va certo dimenticata la lezione di Fichte, ma è a Hegel che comunemente si attribuisce l'identificazione dello Stato con Dio in terra. Qualcuno, ancora più radicale, fa risalire - è il caso di Popper - la pulsione totalitaria a Platone, visto come una specie di Hegel dell'antichità. Dimenticando che la follia totalitaria è proprio nel tradire Platone e costringere il cielo in terra: le idee platoniche risolte nella storia generano «paradisi infernali». Ma la matrice degli Stati totalitari è nello spirito giacobino della Rivoluzione francese più che nelle lezioni hegeliane. C'è più Rousseau che Hegel, pur da giovane entusiasta della Rivoluzione e poi maturo difensore dello status quo. L'ultimo Hegel apparso nel '900 aveva gli occhi a mandorla del nippo-americano Francis Fukuyama, che riprendendo l'Hegel di Kojève, decretava nel 1989 la fine della Storia. Caduto il Muro di Berlino e ogni antagonista globale all'Impero Usa, si realizzava la profezia hegeliana e moriva al tempo stesso la teofania storica dell'hegelismo. La Storia come divinità è finita ed Hegel muore con lei.

Ma dalle ceneri della storia rinasce un nuovo, inedito, sorprendente Hegel. Non più legato all'idea di Stato, al Dio che si fa Storia, ma alla tradizione ermetica, fino a scorgere le radici magiche e occulte dell'idealismo moderno. Non è l'Hegel redivivo di Slavoj Zizek, che a suo parere «ci salverà» e che resta dialettico ispiratore del materialismo. Ma l'opera in questione è di uno studioso americano di filosofia, Glenn Alexander Magee, e arriva ora in edizione italiana nel ponderoso volume Hegel e la tradizione ermetica (Edizioni Mediterranee pagg. 327, euro 24,50) a cura di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco, con un'introduzione di Massimo Donà in sostanziale sintonia con la tesi di fondo del libro. Il titolo è originale, non è tradotto ad hoc per i lettori di Julius Evola che nelle stesse edizioni trovano la sua opera completa. L'Hegel Mago che ne esce, in effetti, ha qualche somiglianza con Evola. Magee allinea nella sua ampia ricerca molti elementi per sostenere che Hegel è un pensatore ermetico: egli avrebbe sostituito il filosofo col sapiente e la filosofia con la teosofia, facendo tesoro della Kabala, dell'Alchimia, dei Rosacroce, della Gnosi e del filone ermetico, da Ermete Trismegisto in poi, in una linea ampia che va da Meister Eckhart a Böhme, da Agrippa a Lullo e a Paracelso, da Pico della Mirandola a Giordano Bruno, fino all'occultismo e allo spiritismo, all'astrologia e all'esoterismo della Massoneria. Hegel si riferisce a una Chiesa Invisibile nei suoi carteggi con Schelling e con Hölderlin. Non dimentichiamo che l'epoca di Hegel è romantica, l'età di Novalis ma anche di Mesmer; filosofia e magia s'intrecciano. E la sua opera centrale, in questo senso, è la Fenomenologia dello Spirito.

La tesi, pur suggestiva, e non priva di riferimenti fondati, è però forzata. Hegel è più figlio del romanticismo che dell'illuminismo ma da qui a considerarlo un pensatore che si fonda sull'occulto, sull'idealismo magico o sulla tradizione ermetica, ce ne corre. In realtà Hegel si concepisce, prima che come filosofo, come riformatore religioso nella convinzione - che accomunerà larga parte dell'idealismo, fino a Gentile - che la religione sia una specie di stadio infantile, immaturo, di una Filosofia dello Spirito. Da riformatore religioso Hegel concepisce la filosofia come la continuazione della religione cristiana con altri mezzi storicamente e razionalmente più fondati e più maturi. Anche lo Stato e la politica si realizzano alla luce della Riforma religiosa della filosofia. Se vogliamo, il riferimento più pertinente è a Gioacchino da Fiore e alla sua teoria delle Tre Età, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Alla logica trinitaria è improntata tutta la filosofia hegeliana e all'avvento dell'età dello Spirito Santo è rivolta la tensione escatologica del suo storicismo.

Nel suo itinerario verso l'Età dello Spirito, Hegel convoglia saperi vari e tradizioni diverse. La tradizione cristiana innanzitutto, poi la tradizione ellenica coi misteri di Eleusi e la sapienza platonica e presocratica, quindi i filoni sommersi della tradizione ermetica e del pensiero magico. E magari negli anni giovanili l'influenza dell'esoterismo massonico. Ma è forte in lui l'impronta del pietismo svevo, di matrice cristiana, incessante è il confronto con Gesù a cui dedica da giovane una biografia, permane l'impianto storico-temporale lineare, che deriva dall'escatologia cristiana. Qualcuno troverà inquietante l'assonanza tra il Terzo Regno dello Spirito e il Terzo Reich (Regno, appunto). Ma l'idea di un Dio che si fa nella storia sorge dalla visione provvidenziale della teologia cristiana fino a configurarsi come sua eresia. L'Astuzia della Ragione è la versione hegeliana della Divina Provvidenza. Egli traduce il dogma della Trinità in Teoria dello Spirito. (Alla Trinità e alla sua traduzione hegeliana in filosofia, lo stesso Donà dedica un dialogo con Piero Coda, Pensare la Trinità, ed. Bompiani). Il compito che Hegel si assegna è riunire la filosofia e il sentire comune in una nuova religione fondata sulla storicizzazione e l'umanizzazione del Divino. L'eresia di Hegel secolarizza il Cristianesimo. Ma Hegel resta cristiano e professore, non mago o esoterista. S'ispira più a Lutero che a Paracelso.

E tuttavia il testo di Magee ha il merito di riaprire nuove frontiere nella comprensione di Hegel. Hegel è un pensatore grande, polivalente, non lo si può imbottigliare nel '900 e negli Stati totalitari. Come scrive in alcuni versi leopardiani e ungarettiani, il giovane Hegel: «Ed io mi abbandono all'immenso; sono in lui, sono tutto, sono solo lui». Un romantico a caccia di assoluti.

domenica 3 luglio 2022

Guerre e società segrete: quel fondamento esoterico dietro al nazionalsocialismo

tratto da InsideOver dell'8 GIUGNO 2021: https://it.insideover.com/storia-2/guerre-mondiali-e-societa-segrete-nazismo.html

di Luca Gallesi
 
Era il 1960 quando in Francia, presso l’autorevole editore Gallimard, uscì un libro dal titolo curioso: Le matin des magicien, scritto a quattro mani da Louis Pauwels, un ex-discepolo di G.I. Gurdjeff dalle idee reazionarie, e uno scienziato e scrittore comunista, Jacques Bergier. Il saggio, che divenne rapidamente un best-seller, tradotto in italiano nel 1963 da Mondadori col titolo Il mattino dei maghi, miscelava sapientemente dati oggettivi e suggestioni fantastiche, ipotizzando una convergenza delle nuove scoperte scientifiche con le antiche sapienze occulte. Sergio Solmi, nella prefazione all’edizione italiana, elogiava il libro che offriva, “attraverso un’esposizione lucida, varia e appassionata, il materiale più affascinante che possano tenere per noi in serbo questi anni di ardua e preoccupante trasformazione tecnica e sociale”.

In un’epoca, l’inizio degli anni Sessanta, in cui cominciava a delinearsi il sostanziale dominio di una concezione materialistica della società e la visione deterministica della Storia, Il mattino dei maghi rimetteva in gioco l’idea che le forze operanti nello sviluppo dell’umanità non fossero quelle dei rapporti di produzione o dello scontro dialettico tra classi sociali, bensì quelle più sottili, i poteri che agiscono dietro le quinte, espressione di principi non visibili ma assolutamente reali; per intenderci, l’occultismo e la magia che, secondo le parole di Solmi, “non sarebbero ormai più soltanto segreti perduti, ma i preannunci che le età remote mandano fino a noi delle palingenesi future”. Parole problematiche, che rimandano a un libro facilissimo da leggere, difficile da capire e decisamente arduo da condividere in toto. In mezzo alle vite e opere di moderni alchimisti e arcani mistagoghi, passando con nonchalance dalle civiltà scomparse dell’antichità agli scrittori contemporanei di fantascienza, Pauwels e Bergier accompagnano – a volte trascinandolo- il lettore in un turbinio di universi lontani passati e futuri, tra mondi paralleli e dimensioni fantastiche che, a più di mezzo secolo, mantengono intatto il fascino della lettura, anche quando i contenuti sono diventati irrimediabilmente superati, quando non definitivamente screditati.

La realtà virtuale che domina l’inizio del terzo millennio ha rapidamente fatto piazza pulita del ciarpame spiritista e occultista che, ancora a metà del Novecento, poteva mantenere una sembianza di credibilità, ormai definitivamente declinata tranne che per un singolo argomento, che dilaga anche, e soprattutto, nella Rete: il “nazismo magico”. Parliamo quindi dei legami, indiscutibili anche se spesso enfatizzati, tra il nazionalsocialismo e le scienze occulte, argomento centrale del Mattino dei Maghi, come scrisse il politologo Giorgio Galli, che proprio grazie a questo libro cominciò a studiare quello che sarebbe diventato il prolifico filone dell’esoterismo nazionalsocialista, a cui l’illustre politologo dedicò parecchi libri. Galli cominciò allora, proprio grazie a Pauwels e Bergier, a realizzare che la sapienza occulta poteva aiutarlo a capire la Storia, perché l’esoterismo, “dimora dentro la Storia e non fuori, arrivando sovente ad esercitare un’influenza non secondaria su di essa”. Centrale, nell’indagine di Galli nella dimensione nascosta della storia, il riferimento all’esistenza di una cultura esoterica (letteralmente: riservata a pochi) che, dalle profondità della storia dell’Occidente, riemergeva, in Europa e soprattutto in Germania, nel pieno rigoglio scientifico del XX secolo. Una presenza che permette di spiegare il percorso seguito da Hitler e da una parte dell’élite nazionalsocialista lungo tutta la “seconda Guerra dei trent’anni”, come Galli chiama il periodo della storia europea che va dal 1914 al 1945.

Dietro i tragici avvenimenti che insanguinarono il Vecchio continente nella prima metà del Novecento, come romanzato prima da Pauwels e Bergier e poi studiato scientificamente da storici come René Alleau e Nicholas Goodrich Clarke, ci sono, anche, gli influssi esercitati dalle molteplici e attivissime società segrete, operanti in tutta Europa, a cui erano affiliati numerosi membri del governo tedesco e del gabinetto reale britannico. Sul suolo tedesco la realtà dominante era la Società Thule (Thule-Gesellschaft), mentre nel Regno Unito era attivissima la Golden Dawn (Hermetic Order of The Golden Dawn).

La Golden Dawn era stata fondata nel 1887 da Mc Gregor Mathers, Woodman e Wynn Westcott, e si proponeva di approfondire la magia cerimoniale per raggiungere, tramite le conoscenze iniziatiche, lo sviluppo di poteri sovrannaturali. Tra i soci più famosi, tanto per dare un’idea dell’importanza del sodalizio, troviamo W.B. Yeats, Arthur Machen, Aleister Crowley, probabilmente Bram Stoker, e molti altri intellettuali e scienziati di punta dell’intellighenzia britannica. Della Società Thule, invece, furono membri attivi più uomini politici che gli intellettuali, o meglio, dei politici con interessi intellettuali, come il “Vicario” di Hitler, Rudolf Hess, il governatore nazionalsocialista della Polonia Hans Frank, il teorico della geopolitica, prof. Karl Haushofer e il principale teorico del nazionalsocialismo Alfred Rosenberg, tutte persone che appartenevano alla ristretta cerchia del futuro Führer, personaggio certamente non alieno da simpatie e interessi “occulti”, che spesso influenzarono la sua azione politica.

Qui, complice una produzione libraria sconfinata e spesso inattendibile, diventa labile il confine tra storia e fantasia, ma, come scrive Giorgio Galli, possiamo affermare senza tema di smentita che “Hitler è il portavoce di un gruppo di intellettuali formatosi nella dimestichezza con la cultura occulta”. Come e quanto questa “sapienza segreta” abbia effettivamente agito nelle scelte del Cancelliere tedesco è arduo da definire esattamente. Si può, comunque, supporre che molte delle scelte fatte durante il periodo 1939-1945 non siano riconducibili a delle motivazioni razionali: dall’inspiegabile “tregua” concessa agli inglesi a Dunkerque, alla scelta suicida della guerra sui due fronti a oriente e occidente, fino alla spasmodica attesa di misteriose armi finali che avrebbero capovolto l’inevitabile drammatica fine della Germania, siamo nel campo delle decisioni irrevocabili e irrazionali, che hanno avuto spaventose e sanguinose conseguenze così che, nel corso di due guerre mondiali e con un immane sacrificio di vite umane, siamo passati dal “Mattino dei maghi” al “Tramonto dell’Occidente”.