sabato 20 aprile 2024

Una nota sulla conoscenza da "Gli stati molteplici dell'essere" di René Guénon

La conoscenza discorsiva, contrapponendosi alla conoscenza intuitiva, è in fondo sinonimo di conoscenza indiretta e mediata; è dunque solo una conoscenza del tutto relativa, e in qualche modo di riflesso o per partecipazione; a causa del suo carattere esteriore, che lascia sussistere la dualità di soggetto e oggetto, essa non può trovare in sé la garanzia della propria verità, ma deve riceverla da princìpi che la oltrepassano e che appartengono all'ordine della conoscenza intuitiva, ossia puramente intellettuale.

martedì 16 aprile 2024

San Fili: il paese delle Magare

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/san-fili/

San Fili è un piccolo paese nella provincia di Cosenza, ad una ventina di minuti da Paola, un comune ricco di chiese, molte sconsacrate, è celebre per essere il paese delle Magare. Con una facile traduzione potremmo dire che le Magare sono le streghe, ma in realtà sono qualcosa di più e di diverso. Le Magare si occupavano di erboristeria, di medina e rimedi tradizionali. Detenevano la saggezza popolare, erano fortemente religiose e si occupavano anche di legamenti e fatture d’amore. Praticavano lo sfascino, che è una specie di rito per togliere il malocchio, le energie negative.

Se in molti luoghi si raccontava la storia dell’uomo nero per chetare i bambini a San Fili si raccontava la storia della Fantastica, una misteriosa creatura che spaventava i fanciulli. Le Fantastiche dovrebbero essere delle specie di spettri o fantasmi, spesso protettori di un luogo, di un edificio. Qui a San Fili la Fantastica appare nei trivi. Si narra che appaia come una donna dall’aspetto rassicurante ed in abito bianco da sposa, ma man mano che ci si avvicini cambi il suo aspetto e diventi figura terrifica. Per il suo manifestarsi nei trivi qualcuno ha ipotizzato che potrebbe essere una reminiscenza della dea greca Ecate (valuta se fare box su Ecate e la magia). Per altri Fantastica altro non sarebbe che una donna che aveva perso il figlio, impazzita si vesti con l’abito nuziale ed iniziò ad andare in giro cercando il suo figlioletto fermando tutti i bambini che incontrava sul suo tragitto.

Queste leggende hanno portato alla notorietà la cittadina di San Fili e per incrementare il turismo vengono organizzate Le Notti delle Magare e vi è anche un concorso letterario dallo stesso nome.

Curiosità: siamo a pochi chilometri da Paola, e proprio qui a Bucita predicò tra il 1154 e il 1155 Gioacchino da Fiore, monaco cistercense riformatore, abate dell’abbazia benedettina

Santa Maria di Corazzo. Gioacchino profetizzò l’avvento di una nuova era, quella dello spirito santo, che pensava sarebbe iniziata verso il 1260, l’era dell’amore e della solidarietà reciproca, un’era dell’acquario ante litteram. Per alcuni è la figura di Gioacchino da Fiore ad aver ispirato quella di Christian Rosenkreutz.


martedì 9 aprile 2024

Zersetzung, il controllo mentale ai tempi della Stasi

tratto da: https://it.insideover.com/schede/storia/zersetzung-il-controllo-mentale-ai-tempi-della-stasi.html

del 15 AGOSTO 2022

di Emanuel Pietrobon


Il dominio di guerra del futuro è la mente, o meglio il suo controllo. Perché controllare un singolo equivale a farne un candidato manciuriano, sebbene non per forza programmato per uccidere, ma per votare in un certo modo, per pensare in una determinata maniera, per agire prevedibilmente. E perché controllare una massa intera, cioè l’opinione pubblica, significa avere in mano i destini di uno stato.

L’era di questo nuovo modo di fare la guerra, denominata cognitiva, è albeggiante: la pandemia di COVID19 e la guerra in Ucraina ne hanno catalizzato l’ascesa, le ricerche sulla mente degli scienziati nazisti e dei due blocchi nel corso della Guerra fredda ne hanno gettato le fondamenta. E se si scrive delle ricerche avvenute all’interno del Secondo mondo, allora è necessario raccontare la storia di una tecnica pionierizzata dalla Stasi: la Zersetzung.


Le origini della "destabilizzazione psicologica" alla tedesca

Zersetzung è un termine tedesco che può avere una pluralità di significati, tutti interrelati tra loro, che sono corrosione, destabilizzazione, decomposizione e dissolvimento. Che è esattamente ciò che accade, poi, alla mente della vittima di questa psico-tecnica, che viene, passo dopo passo, corrosa, destabilizzata, decomposta e, infine, dissolta.

Zersetzung, la decomposizione della mente. Una tecnica di manipolazione cognitiva e destabilizzazione psicologica nata ai tempi della Germania nazista, nei laboratori di Kurt Plötner, e che nel dopoguerra è stata perfezionata dalla temibile Stasi della Germania Est, trovando vasta applicazione durante l’era Honecker.

Obiettivo del recupero degli studi nazisti sulla decomposizione della mente era la volontà di combattere più efficacemente l’opposizione politica e la resistenza sociale al regime comunista. Perché reprimere il dissenso con la forza, più che insufficiente, sarebbe potuto rivelarsi controproducente. Occorreva qualcosa di nuovo, che fosse pervasivo ma invisibile e pernicioso ma intangibile. E la Zersetzung premetteva e prometteva di avere tali caratteristiche.

Con lo scorrere degli anni Sessanta, di pari passo con il perfezionamento della Zersetzung, le autorità della Germania Est avrebbero progressivamente diminuito il ricorso a strumenti quali la persecuzione giudiziaria e la violenza fisica ai danni di dissidenti, oppositori e critici. Ma non perché l’opposizione dal basso fosse venuta meno, quanto per via dell’estesa applicazione della Zersetzung. Una tendenza accelerata da Erich Honecker a partire dagli anni Settanta.


Teoria e prassi della decomposizione

La Zersetzung, così come strutturata e applicata dalla Germania Est, fu sviluppata da un gruppo di scienziati sociali nella Scuola di legge per la sicurezza statale (JHS, Juristische Hochschule der Staatssicherheit), altresì nota come la Scuola della Stasi.

Attingendo al legato nazista in materia di propaganda e guerra psicologica, che era piuttosto vasto, i ricercatori della Stasi complessificarono e perfezionarono la Zersetzung, facendone un metodo per aggredire l’autostima della vittima al punto tale da suscitare gravi crisi di identità.

Un oppositore politico carismatico e seguito, quando colpito dalla Zersetzung, avrebbe cominciato a vivere dei periodi particolarmente bui, fatti di alienazione sociale, strani incidenti, ostracizzazione e rifiuti. Eventi strettamente personali, apparentemente scollegati alle attività politiche del soggetto, ma psicologicamente destabilizzanti e in grado di provocare delle crisi identitarie ed emozionali. L’esaurimento come capolinea, talvolta accompagnato dal suicidio.

Ogni mezzo era lecito al fine della decomposizione mentale del soggetto da estinguere socialmente: invogliarlo ad avere dei rapporti sessuali con dei minori, farlo entrare in circoli insalubri – con tossicodipendenti –, coinvolgerlo in piccoli delitti – come i furti –, corromperne i colleghi affinché lo emarginassero e i capi affinché lo ostacolassero e/o lo trasferissero in luoghi remoti, farlo dubitare della sua stessa realtà circostante nella speranza di condurlo alla pazzia – la tecnica del cosiddetto gaslighting.

La Zersetzung era un metodo efficiente ed efficace perché personalizzabile e, quasi sempre, personalizzato. Gli addetti alla decomposizione mentale della vittima ne studiavano i tratti caratteriali, i valori e le abitudini, elaborando dei sociogrammi e degli psicogrammi a partire dai quali sviluppare la strategia di emarginazione. Schematismi e piani preconfezionati venivano evitati nella maggior parte dei casi, elevando le prospettive di successo.


L'eredità

Jürgen Fuchs, un intellettuale ribelle che fu vittima della Zersetzung negli anni Settanta, descrisse quell’inusuale periodo di perdurante ostracizzazione – durato anni – come un “crimine psicosociale” ed “un assalto all’anima umana”. Come lui, secondo alcune stime, almeno 5-10mila persone sarebbero state colpite dalla Zersetzung durante l’era Honecker.

Fu proprio Fuchs, deportato in Germania Ovest nel 1977, a mettere il pubblico tedesco a conoscenza della Zersetzung. Sulle colonne dell’influente Der Spiegel, che ripose fiducia nelle sue testimonianze, Fuchs cominciò a pubblicare una mole di documenti relativi all’utilizzo della psicologia da parte della Stasi. Una palla di neve che avrebbe dato vita ad una valanga, tra libri, documentari e inchieste giornalistiche, sebbene la giustizia abbia mantenuto un atteggiamento stranamente ambiguo sulla prosecuzione degli 007 impegnati nella Zersetzung.

Curiosamente, negli stessi anni in cui la Stasi applicava con successo la Zersetzung, nella Romania di Nicolae Ceaușescu veniva eretto il più grande regime di sorveglianza di massa del pianeta – per numero di spie pro capite –, tra Unione Sovietica e Repubblica Popolare Cinese tornavano in auge i corsi di rieducazione e negli Stati Uniti, capifila del mondo libero, si realizzavano dei programmi di manipolazione mentale non meno distopici di quelli sperimentati al di là della Cortina di ferro, da MKULTRA a Mockingbird, passando per COINTELPRO. E oggi come allora, nulla è cambiato: l’obiettivo dei potenti resta il controllo della mente degli individui.

venerdì 29 marzo 2024

Stonehenge: La «vera» storia della creazione

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/stonehenge/

Merlino costruisce Stonehenge


Di Stonehenge se ne parla spesso e si avanzano le teorie più bizzarre sulla sua costruzione, nulla e nessuno sono esclusi, alieni compresi. 

Senza voler creare nuove teorie, oggi, voglio proporti una bella leggenda del XIII secolo della nostra era sulla costruzione di Stonehenge. L’autore di questa magica costruzione è Merlino. L’anonimo autore de La storia di Merlino, probabilmente riprende temi del folklore – soprattutto per attribuire poteri soprannaturali a Merlino – e sembra essere il primo ad attribuire al famoso mago questo prodigio. 

Non ti tedio oltre e ti lascio a Merlino e la nascita di Stonehenge.

«Merlino visse a lungo in questo modo, avendo il controllo del re Uterpandragon e del suo consiglio, finché un giorno, parecchio tempo dopo, chiamò il re e gli disse: – Come? Non farai nulla di più per tuo fratello Pandragon  che giace nella piana di Salisblury? – Cosa vuoi che faccia? Farò tutto ciò che mi consiglierai. – hai giurato di eseguire la mia volontà. Ti prometto che creeremo un’opera tanto grande che durerà nei secoli. Adempi al tuo giuramento ed io adempirò alla mia promessa. – Dimmi cosa potrò fare e lo farò di buon grado. – costruisci un’opera mai vista e se ne parlerà in eterno. – lo farò con grande piacere! – manda dunque a cercare degli enormi massi di pietra in Irlanda, manda due navi per farli portare: riuscirò ad innalzare dal suolo tutti quelli che riusciranno a a far arrivare. Andrò per indicare quelli che voglio trasportino -. Il re rispose che li avrebbe mandati a cercare volentieri.

Inviò in Irlanda un gran numero di navi. Una volta giunti là, Merlino mostrò agli emissari del re dei massi di pietra enormi, grandi e lunghi, e disse: – Ecco qui le pietre che siete venuti a cercare – . Alla vista dei massi quelli pensarono che era una vera follia e dicono che nemmeno tutti gli uomini del mondo potrebbero a malapena spostarne uno. – Non riusciremo mai a imbarcare pietre così grandi sulle nostre navi! – Se non lo volete fare, – replicò Merlino, – allora siete venuti per niente. Quelli se ne tornarono indietro, vanno dal re e gli riferiscono l’impresa bizzarra ordinata da Merlino, impossibile a farsi per chiunque al mondo. – abbiate pazienza dino al suo arrivo, – rispose il re.

Giunto Merlino, il re riferì ciò che i suoi uomini avevano detto. – Anche se si sono tirati indietro tutti, manterrò la mia promessa, – gli risponde Merlino. A quel punto, grazie alle sue arti magiche, fece trasportare i massi di pietra d’Irlanda che ancora sono nel cimitero di Salisbury. Dopo il loro arrivo, il re li andò a vedere portando con sé molta gente per ammirare il prodigio. Alla vista dei massi, dissero che tutti gli uomini del mondo non sarebbero riusciti a spostarne uno, e cominciarono a chiedersi increduli come Merlino li avesse fatti venire dall’Irlanda senza che nessuno avesse visto e sentito nulla. Merlino ordinò loro di sollevarli, perché sarebbero stati più belli dritti che adagiati sul terreno. – nessuno potrebbe riuscirci, se non Nostro Signore, a meno che non lo faccia tu stesso! – dice il re . – Ora andatevene, – rispose Merlino. – Li solleverò io, così avrò mantenuto la promessa fatta a Pandragon, e avrò realizzato in suo onore qualcosa che durerà in eterno. 

Così Merlino sollevò i grandi massi che sono ancora nel cimitero di Salisbury e che lì resteranno finché durerà il mondo. E così si concluse quel prodigio. Poi merlino tornò da Uterpandragon, fu a lungo al suo servizio gli volle molto bene perché, dopo tanto tempo, sapeva che il re gli era affezionato e aveva fiducia nelle sue profezie». (La storia di Merlino, in Artù, Lancillotto e il Graal, Ciclo di Romanzi francesi del XIII secolo, a c. di Lino Leonardi, Einaudi, Torino 2020, pp. 495-496).

venerdì 22 marzo 2024

“Il mistero delle origini umane: alla ricerca del perché” – di Ines Curzio

 “Create miti su voi stessi, anche gli dèi hanno cominciato così.” Stanislaw Jerzy Lec


Il concetto di vita extraterrestre ha affascinato l’umanità per secoli, alimentando la nostra immaginazione e le nostre speculazioni. Negli ultimi decenni, l'idea che l'uomo abbia avuto origine da qualche forma di vita extraterrestre è diventata sempre più diffusa e accettata. Ma mentre ci si concentra sul "se" di questa teoria, abbiamo forse perso di vista il "perché".

La domanda fondamentale e più intrigante, infatti, non dovrebbe essere “se” gli esseri umani abbiano origini aliene, ma piuttosto perché gli extraterrestri ci hanno creato. Se esistono razze aliene capaci di viaggiare attraverso le stelle, qual è stato il loro scopo nel plasmare la nostra esistenza? Che ruolo hanno avuto nell’evoluzione umana? Quali conseguenze ha avuto la loro presenza nello sviluppo delle civiltà sulla terra?

Tessere da tutto il mondo

Come in un caleidoscopio dalle mille sfaccettature, ricercatori di tutto il mondo hanno dedicato anni ad approfondire i singoli frammenti di un’immagine che nel suo insieme rappresenta una verità più ampia e complessa.

Chi di noi non conosce almeno uno di questi frammenti e non si è lasciato stimolare dal fascino di ipotesi tanto ardite. Prendiamo ad esempio tutte le speculazioni sul “se” gli dèi siano in realtà civiltà extraterrestri evolute che hanno visitato la terra in epoche remote. Oppure la vasta analisi linguistica sul termine Nephilim e l’esistenza dei Giganti. Questi ultimi sono figli degli Anunnaki? Gli Anunnaki sono gli Elohim?

Oppure pensiamo al Diluvio Universale descritto in tutte le narrazioni mitologiche della Terra, ma anche alla scomparsa di Atlantide, ai possibili continenti sommersi e ai reperti archeologici nascosti nelle profondità del mare. Al mistero che avvolge le rovine di Puma Punku in Bolivia così come Gobekli Tepe in Turchia.

E ancora, ai Vimana, le macchine volanti descritte nei testi vedici, possibili navicelle spaziali e mezzi di trasporto avanzati. Senza tralasciare le guerre fra gli dèi narrate nel Rāmāyaṇa, così come quelle fra dèi norreni narrate nella Vǫluspá che sembrano combattute con armi tecnologiche e forza sovrumana. Ma questi dèi di cui si parla, Asura e Deva indiani così come Aesir e Vanir di tradizione nordica, sono forze spirituali o sono due civiltà aliene ben distinte?

Queste sono solo alcune di quelle piccole tessere su cui si continua a fare ricerca per trovare prove e spiegazioni. Ma l’immagine intera che si genera dall’unione di tutti i frammenti riusciamo a vederla? Riusciamo ad immaginare un quadro politico e sociale in grado di contenere e dare un senso a tutti i frammenti?


Osservare il presente per capire il passato

Mentre continuiamo ad esaminare le nostre radici e a speculare sulle nostre origini, è di fondamentale importanza oggi non limitarsi più alla domanda "se" siamo di origine extraterrestre, ma esplorare il "perché" di questa possibilità. Forse, nel processo, potremmo scoprire non solo da dove veniamo, ma anche chi siamo e il nostro ruolo nell'universo.

Se gli extraterrestri ci hanno creato e hanno influenzato la nostra storia, le loro motivazioni sembrano rimanere avvolte nel mistero, ma proviamo ad osservare il presente per cercare un filo logico in quell’immagine caleidoscopica di cui parlavamo prima.

Guerre di religione, divisioni sociali, problemi razziali, problemi energetici, ricerca scientifica e relative problematiche etiche, studio sociologico delle masse, corsa allo spazio, espansionismo e affermazione del potere. E se fossero il frutto di un retaggio molto più antico di quanto immaginiamo? Se stessimo reiterando errori già commessi prima di noi dagli dèi? La comprensione di una simile eredità ci renderebbe forse più consapevoli del nostro essere umani e soprattutto della strada che stiamo scegliendo di percorrere.

Domandiamoci cosa potrebbe essere successo se in un passato lontanissimo una civiltà avanzata avesse incoraggiato lo sviluppo della vita sul nostro pianeta ancora disabitato. Avendone le risorse tecniche e logistiche, l’uomo oggi non tenterebbe forse esperimenti su un pianeta vergine? E se uno Stato riuscisse a

creare una vita senziente (tentativo non troppo lontano se teniamo in considerazione anche lo sviluppo odierno delle Intelligenze Artificiali) non otterrebbe maggiore potere, supremazia e affermazione economica sul piano mondiale rispetto ad altri? Una vita senziente quali problemi apporterebbe da un punto di vista etico? Ha diritto di evolversi liberamente o deve rimanere al “servizio” di chi l’ha creata? In uno scenario simile si scatenerebbero di sicuro nuove guerre per la difesa dei diritti e per il possesso di un simile traguardo. Equilibri precari e guerre esacerbate condotte con armi che potrebbero mettere a rischio la vivibilità stessa del pianeta.

Si arriva inevitabilmente al punto in cui bisogna fare delle scelte, per il bene di tutti. Scelte che nessuno può essere sicuro che siano le migliori per il futuro, anche se lo sembrano nell’immediato per evitare conseguenze ancora peggiori. Dopo qualche secolo o dopo qualche millennio, cosa potranno ricordare le nuove civiltà figlie di quei sopravvissuti? Avranno imparato dagli errori o saranno ancora in lotta per la supremazia fra di loro, in un corso e ricorso storico dettato dall’interesse del momento e non dall’apprendimento degli errori passati?

Adesso guardiamo quell’immagine nel caleidoscopio delle leggende e dei racconti mitologici a noi pervenuti.

Senza dimenticare l’enorme apporto di ricercatori come Sitchin, Von Däniken, Hancock, Kolosimo, Biglino e tantissimi altri, proviamo a rileggere, parallelamente e senza pregiudizi, i testi antichi e le tradizioni millenarie dei popoli nel mondo e ad immaginare quale scenario esponenzialmente più articolato si sia potuto scatenare fra gli “dèi”, fra civiltà avanzate di altri pianeti, in condizioni simili a quelle descritte pocanzi.


Il Marchio dei Waunir

Dalle riflessioni fin qui espresse e dall’esigenza di trovare un “perché” in quel mare di argomenti che suscitano dubbi sulle nostre origini, è nato il romanzo “Il Marchio dei Waunir”. Una storia che vuole essere in fondo una provocazione per accendere nel lettore un ragionevole dubbio.

Chiediamoci dunque: se i miti e le leggende nel mondo non fossero solo racconti? Se fossero parte di una verità più ampia, celata agli uomini? E perché è stata celata?

A questi e ad altri interrogativi cercherà di rispondere un Vigilante, che non risparmia polemiche sulle scelte operate dagli "dèi". Vi accompagnerà in un romanzo intricato, ambientato durante un'età del bronzo dalle sfumature esotiche, dove le leggende non sono leggende, la magia non è magia...e gli dèi non sono dèi.

Per gli amanti del genere Epic-Fantasy, questo è un romanzo ricco di spunti basati sulla reinterpretazione dei miti riguardanti l'origine dell'uomo e il ruolo che hanno avuto gli "dèi" nella storia umana. Il tentativo è quello di tracciare un filo conduttore fra gli elementi ricorrenti nelle leggende di tutto il mondo, collocandoli in un preciso contesto socio-politico che ha caratterizzato la storia umana durante la nascita delle antiche civiltà.

L’augurio è quello di fare tesoro di un retaggio più complesso di quanto possiamo immaginare, consapevoli che il futuro dell’umanità dipende anche da questo.

Lasciando quindi il lettore alle sue riflessioni, concludiamo con un estratto dal Libro dei Vigilanti di Enoch:

“E rimasero incinta (dei Vigilanti) e misero al mondo Giganti, la cui altezza era di trecento cubiti. Loro consumarono tutte le scorte degli uomini. E quando gli uomini non poterono più sostenerli, i giganti si rivoltarono contro di loro e divorarono l'umanità. E cominciarono a peccare contro gli uccelli, le bestie, i rettili, i pesci, a divorare la carne e a bere sangue. Allora la Terra pose l'accusa contro quei senza legge.”





mercoledì 13 marzo 2024

3° CONVEGNO UAP-AEROSPACE - 17 marzo 2024 - POMEZIA

 Il 17 marzo 2024 la Lux-Co Edizioni della dottoressa Francesca Bittarello nota ricercatrice del fenomeno UAP e storica dell' Aeronautica organizza  un nuovo Evento di prestigio il 3° CONVEGNO UAP-AEROSPACE che è la nuova generazione dei Convegni sugli unidentified anomalous phenomena/Aerospace nella tecnologica Sala Congressi del Simon Hotel di Pomezia con tutti i Comfort per i partecipanti usata dal 2015 per i suoi Convegni. Dal 2024 è scoccata la nuova era dei Convegni scientifici legati al fenomeno UAP i convegni in Italia ad alto tasso di scientificità su un fenomeno molto discusso da anni.

I nuovi Convegni organizzati dalla Lux-Co Edizioni di Francesca Bittarello puntano a una visione più corretta e prettamente scientifica del fenomeno degli oggetti volanti non identificati ottimizzandoli già dal nome con un acronimo più consono e tecnicamente corretto UAP Unidentified Aerial/Anomalous Phenomena una nuova terminologia che si unisce all' AEROSPAZIO per Convegni di alta valenza scientifica dove i vari fenomeni sono analizzati da persone competenti e qualificate e nulla è lasciato al caso o alla fantasia ogni dissertazione scientifica del relatore è basata su criteri di studi dei singoli conferenzieri. I Conferenzieri sono tutti appartenenti al CSUW Centro Studi UAP World dove la dottoressa Francesca Bittarello ne è Presidente presto in rete il nuovo sito web con tutte le informazioni e cariche sociali www.centrostudiuapworld.com , tra i soci Onorari il Gen. Domenico Rossi Già Sottosegretario di Stato alla Difesa e l’ Arch. Paolo Monti il primo al Mondo ad aver inviato in orbita nello spazio una sua opera artistica all’interno di un Satellite creando cosi il primo museo orbitante intorno alla Terra nel Satellite EDUSAT 37788.

I ricercatori che partecipano ai Convegni sono ricercatori interni ed esterni del CENTRO STUDI UAP WORLD un innovativo centro studi con sede a Pomezia  sul fenomeno dove si accede per competenze acclarate e dove la dottoressa Francesca Bittarello ne è il Presidente. Il già sottosegretario di Stato alla Difesa e Arch. Paolo Monti - primo al mondo ad aver inviato un opera artistica in un satellite - Soci Onorari.

Una giornata entusiasmante da non perdere Segnatelo in Agenda... 

Vi aspettiamo in tantissimi come sempre!

INFO: www.convegnouapworld.com



Tra i Conferenzieri oltre la dottoressa Francesca Bittarello (autrice di 2 best-seller UFO GLI ARCHIVI INEDITI e UFO A ROMA) il Già Sottosegretario di Stato alla Difesa Gen. Domenico Rossi, il Vaticanista Riccardo Narducci con un prossimo libro in uscita con la LUX-CO EDIZIONI sui segreti del Vaticano inerenti al tema del Convegno, presente per la prima volta agli eventi della Bittarello anche l' Astrofisico Fabrizio Albani, a seguire il professore Mariotti con il libro appena pubblicato dalla LUX-CO EDIZIONI che sta puntando a divenire best seller "Gli aerei segreti del terzo reich" e il presidente dell' associazione missilistica europea Stefano Innocenti,  il poliziotto cantautore Antonio Riggi con l'ipotesi Frequenze e progetti militari il giornalista Vincenzo Pinelli e gli Architetti coniugi Paolo Monti e Laura Rossi  dove Paolo Monti è il primo al mondo ad aver lanciato al''interno di un satellite una sua opera artistica. Si inizia alle 10 e alle 13-14 l'immancabile pausa pranzo con il panino alieno il must gastronomico  dei Convegni al Simon Hotel organizzati dalla Bittarello dal 2015. Per info: https://www.convegnouapworld.com/


Dott.ssa Francesca Bittarello

cell./whatsapp:  +39 329.4218323
francescabittarello@luxcoedizioni.com
francescabittarello@ufologyworld.com
francescabittarello@aviationyes.com
www.luxcoedizioni.com
www.ufologyyes.com 
www.aviationyes.com
www.convegnouapworld.com

mercoledì 28 febbraio 2024

“CRUDELTÀ” DI CARLO H. DE’ MEDICI (1927): QUANDO SALTA FUORI L’INASPETTATO!

tratto da: https://www.cacciatoredilibri.com/crudelta-di-carlo-h-de-medici-1927-quando-salta-fuori-linaspettato/

Di Simone Berni


Nelle collezioni sconfinate di B. B. di Roma e di A. D. I. di Milano è saltato fuori un titolo del conturbante Carlo Hakim De’ Medici, che pare davvero sconosciuto ad ogni biblioteca. Si tratta di Crudeltà (Milano, La Sfinge, 1927). All’inizio sembrava la stessa raccolta di racconti I topi del cimitero, a cui un altro editore aveva per vezzo o calcolo cambiato titolo. Un esame più accurato ha invece rivelato che si tratta di una serie più completa, con quattro racconti inediti e con delle versioni aggiornate e fortemente modificate della raccolta precedente. Una vera e propria scoperta, quindi.

Chi sia Carlo Hakim De’ Medici è materia per pochi. Di lui si ricordano altri romanzi e racconti ascrivibili oggi al genere fantastico, tra cui Nirvana d’amore (Trieste, Bottega d’Arte, 1925) e I topi del cimitero (Trieste, Bottega d’Arte, 1924); quest’ultima è una straordinaria raccolta di racconti.

L’autore fu probabilmente friulano. Si ricordano infatti scritti come Leggende friulane (Trieste, Bottega d’Arte, 1924; stampata ad Udine). Secondo la ricostruzione biografica di Guido Andrea Pautasso nella postfazione al volume, dal titolo Il mistero iniziatico di Gomòria, si evince che Carlo Hakin De’ Medici sarebbe nato a Parigi nel 1887, interessandosi precocemente all’esoterismo iniziatico e sviluppando poi una letteratura erotica-esoterica, sia pur marginale, che comunque seguì il gusto raffinato dei tempi.

 Il parere del cacciatore di libro

Al momento sono state schedate tre copie di Crudeltà, tutte in possesso di collezionisti privati a Roma e Milano. Due di esse presentano la brossura originale ed una è stata ricopertinata in cartonato rigido, sul quale sono state incollate la copertina e la quarta, come si usava circa cento anni fa ed anche più recentemente.

mercoledì 21 febbraio 2024

Uno Scongiuro contro il cattivo tempo di Manduria

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/scongiuro-contro-il-cattivo-tempo/


Manduria: una tradizione popolare contro il cattivo tempo

 

Lo scongiuro contro il cattivo tempo che ti riporto è preso da: Giuseppe Gigli, Sperstizioni, pregiudizi e tradizioni in Terra d’Otranto, Tipografia Barbera, Firenze 1893.

Nelle tradizioni popolari da Otranto alla Romania e dall’Islanda alla Sicilia, sono presenti innumerevoli scongiuri contro il cattivo tempo e diverse figure che possono scatenare o placare le tempeste. Questo Scongiuro contro il cattivo tempo di Manduria è solo un primo assaggio sul mondo dei Tempestari e tagliatori di tempeste. 

Ecco lo Scongiuro contro il cattivo tempo di Manduria:

«Gli scongiuri contro il cattivo tempo sono parecchi e in diversi modi praticati. 

Taluni, cedendo al sentimento religioso che fa parer ira di Dio quello che è fenomeno n a turale, all’appressarsi del temporale biascicano avemmarie e paternostri, o bruciano certo legno che si dispensa dai sagrestani delle parrocchie. 

Bellissimo mi pare il seguente uso, che è praticato dai contadini del Tarantino: all’appressarsi delle nubi nere, pronube di grandine o di tempesta, le donne espongono in mezzo alla strada un bambino o una bambina di non più di sette anni, e gli fanno gettare in aria, a destra, a manca e di fronte, tre piccoli pezzi di pane, ripetendo con voce alta e supplicante alcune parole a mo’ di versi, che nel dialetto di Manduria dicono così:


Oziti, San Giovanni, e no durmiri, 


ca sta vesciu tre nnuuli viniri, 


una d’acqua, una di jentu, una di malitiempu. 


Dò lu purtamu stu malitiempu? 


Sotta a na crotta scura, 


dò no canta jaddu,


dò no luci luna,


cu no fazza mali a me, e a nudda criatura. 


(Traduzione: Levati, o San Giovanni, e non dormire perchè sto vedendo venire tre nuvole- una d’acqua, una di vento, una di temporale.— Dove lo portiamo questo cattivo tempo —In una grotta oscura – dove non canta un gallo – dove non entra la luce della luna – perché non faccia male né a me, né ad al cuna altra persona». 

sabato 17 febbraio 2024

Medium: realtà o finzione?

Di Cavaliere Vermiglio

Non siamo in grado di rispondere alla domanda del titolo, ma cercheremo di raccontare una nostra esperienza. Non nascondiamo, nonostante le testimonianze raccolte di comunicazione con i morti tramite sogni e raccontate sul sito, un certo scetticismo quando ci troviamo di fronte ad una persona che dichiara di essere in comunicazione con esseri superiori e che se ne va in giro a predicare. Il dubbio ci assale e non potendo contare su una frequentazione o su una conoscenza approfondita ci rimane. Quanti lo fanno per sbarcare il lunario o per soddisfare il proprio ego? La nostra sfiducia non è tanto nel non credere possibile una forma di comunicazione di altro tipo, ma in una certa sfiducia nelle persone di cui spesso è difficile leggerne le reali intenzioni.

Qualche settimana sono stato trascinato in un seminario sulle esperienze di premorte. Tutto sommato una giornata positiva passata in modo diverso.

Già all'ingresso c'era una "offerta obbligatoria" e va bene, però torna sempre un po' di diffidenza. La relatrice racconta la sua esperienza e come la sua vita sia cambiata dopo l'esperienza di pre morte. A metà pomeriggio, la relatrice ha incominciato ad agitarsi, a battere i piedi e a un certo punto dichiara: "Stanno arrivando". A quel punto inizia un discorso con un tono di voce grave, anche di un certo interesse bisogna ammetterlo. Durante questo discorso, piuttosto lungo, ha incespicato nel parlare un paio di volte. La domanda che ci poniamo è se un'entità che controlla un corpo umano avrebbe incespicato a parlare? Si potrebbe pensare che in quei due momenti il contatto abbia avuto un momento di debolezza e può essere. Il discorso era piuttosto lungo e per recitarlo sarebbe servita una buona memoria; questione che sarebbe meglio porla a qualche esperto oratore o attore che potrebbe spiegare quanto sia possibile recitare un lungo discorso a memoria. Detto ciò, con tutta la buona fede che si possa avere rimane il dubbio se tutto il discorso fosse una recita ben orchestrata o un'esperienza di possessione vera. Sono quei casi in cui bisognerebbe conoscere la persona molto bene per capirne la sincerità. Vi faccio un esempio. Un amico appassionato di volo in uno dei suoi voli con piccoli aerei è stato sorpassato da un bolide inseguito da due caccia dell'aereonautica italiana. La persona la conosco, non va in giro a raccontare la sua esperienza e che anzi cerca di non raccontarla in giro e pertanto non ho difficoltà a credergli. Ma di una persona che afferma di aver avuto esperienza fantastiche e va in giro a chiedere offerte tendo a diffidare.

Alla fine rimane il dubbio: realtà o finzione?  

domenica 11 febbraio 2024

Preistoria del Vampiro, nato nel 1732 e mai morto

tratto da "Il Giornale" del 26 Ottobre 2023

I vampiri fanno parte della nostra cultura da quando Bram Stoker diede vita al suo conte Dracula

Alex Pietrogiacomi

I vampiri fanno parte della nostra cultura da quando Bram Stoker diede vita al suo conte Dracula, essere ultraterreno che racchiudeva in sé la terribile bellezza dell'uomo che si ritrova senza vita, senza amore, senza fede e senza speranza di sentire qualcosa che non sia il buio che ingoia tutto.

Francesco Paolo de Ceglia con il suo Vampyr. Storia naturale della resurrezione (Einaudi, pagg. XVI-416, euro 34) realizza un capolavoro di indagine, attenta, accurata, stilisticamente perfetta per la sua godibilità, sui non morti che tornano per carpire le energie dei viventi. L'analisi opta per una personalissima versione di un genere letterario, antico e moderno al tempo stesso, capace di intrecciare narrazione e spiegazione: una storia naturale, che ripercorra, a una a una, le principali figure dell'immaginario notturno dell'Europa centrorientale.

Ma dove ha inizio tutto? Quali sono stati i punti cardine della scoperta dei vampiri per l'Europa civilizzata e dove è nato il termine vampiro? Tutto comincia con dei cadaveri riesumati nel dicembre del 1732 a Medvedja, oggi nella Serbia meridionale, ma al tempo da poco annessa all'Impero Austriaco. Queste esumazioni erano state volute da un medico militare per indagare «su un'allarmante sequela di morti sospette, affastellatesi negli ultimi tempi in quel villaggio remoto», e ne uscirono colpevoli due donne, Miliza e Stanno, abitanti di quella zona ma provenienti dai territori ancora sotto il dominio turco. La colpa? Essere sospettate di essere vampire, dopo che vennero dissepolte e dissezionate. Il chirurgo Flückinger constatò che il corpo di Stanno era «pressoché intatto e non corrotto», e cosa si poteva volere di più come prova?

Ma non finisce così, perché da qui si ricerca «il paziente zero», l'iniziatore del contagio, arrivando a un uomo di nome Arnold Paole, morto cinque anni prima, che sostenne di essere stato tormentato da un altro vampiro: anche lui, come le due donne, era stato trovato «intatto e incorrotto», lui che aveva anche attaccato bestie che avrebbero, logicamente, nel corso di quel buco temporale, contagiare altre persone. Da questi atroci fatti, figli dell'ignoranza medica e del folklore, e da due medici che indagarono e riportarono gli accadimenti, ripetendo allo sfinimento «Vampyr», nacque il termine e il mito.


giovedì 8 febbraio 2024

Tra gli X-Files d’America, cosa c'è dietro ai complotti

tratto da "Il Giornale" del 19 Settembre 2021

Non solo Qanon, 11 settembre e morte di JFK. In America prolificano le teorie del complotto e toccano non solo la politica ma tutti i settori della società. Così le cospirazioni più famose e grottesce spiegano perché agli americani piacciono tanto

di Alberto Bellotto

Per anni la sua identità è stata avvolta dal mistero. E per molto tempo era stato semplicemente “umbrella man”, l’uomo con l’ombrello aperto nel centro di Dealey Plaza quando il 22 novembre 1963 venne assassinato il presidente americano John Fitzgerald Kennedy. Poi dopo circa tre lustri quella figura si presentò davanti alla United States House Select Committee on Assassinations (HSCA), l'organo del Congresso che indagava sull’omicidio di JFK dopo la commissione Warren e raccontò la sua storia.

Louie Steven Witt si era presentato nel cuore di Dallas per protestare goliardicamente non tanto col presidente, ma con suo padre Joseph P. Kennedy che ai tempi dell’ascesa di Hitler era tra i sostenitori del premier britannico Chamberlain considerato troppo tenero con il nazismo. Una una protesta grottesca, spiegò ai deputati nel 1978, quasi una burla che però alimentò diversi complotti dopo la morte del presidente.

Non è un caso quindi che anche lui compaia in una puntata della serie tv X-Files, quella che insieme ad altre produzioni come Watchmen o Umbrella Academy hanno alimentato il mito delle cospirazioni in terra americana. Agli occhi di un europeo il Nuovo Mondo appare come una incessante fucina di complotti, misteri e intrighi. I fatti degli ultimi due anni raccolgono alcuni degli esempi più eclatanti del clima che si respira in America.

Pensiamo solo ai fatti del 6 gennaio a Capitol Hill quando una folla di persone ha assaltato il Campidoglio dopo un comizio di Donald Trump. Tra coloro che hanno preso parte al sacco del Congresso molti erano ferventi “credenti” della teoria cospirativa di Qanon. Un movimento convinto che dietro ai democratici ci sia una setta di pedofili che solo The Donald sarebbe in grado di fermare. Nel mezzo una pandemia globale ha fatto fiorire molte teorie intorno alla diffusione del patogeno e ai mezzi per curarlo.

Due secoli di complotti

Un contesto che ha spunto diversi analisti a sottolineare come un mix tra polarizzazione, social media e camere d’eco stia spingendo sempre più americani nell’alveo dei complotti, da quelli più pericolosi e “politici” fino a quelli più bizzarri e innocui. Eppure a ben vendere la ricerca di una cospirazione dietro ai fatti del mondo è molto più vecchia di Qanon, dell'11 settembre o anche solo la caccia alle spie comuniste del senatore McCarthy negli anni ’50.

La storia americana è infatti anche una storia di complotti. Secondo lo storico Richard Hofstadter tutta la politica (e di riflesso la società) americana è percorsa da una sorta di stile paranoico, nato addirittura nel 18esimo secolo con il repubblicanesimo. Già prima che le colonie diventassero uno stato indipendente serpeggiavano paranoie contro lo strapotere inglese. Dopo la rivoluzione la neonata società americana abbondava di complotti e vedeva cospirazioni ovunque. Il partito federalista era convinta che i Jeffersoniani (la formazione da cui poi sarebbero nati repubblicani e democratici) volessero una rivoluzione come quella francese, mentre per gli ultra conservatori di Timothy Dwight i Jeffersoniani stavano complottando con una setta bavarese per rovesciare la cristianità.

Le morti misteriose

Niente di nuovo verrebbe ora da dire pensando ad esempio al Russiagate. Ma è fuori dalla politica che i complotti trovano un terreno ancora più fertile. È il caso alle morti eccellenti come quella del presidente Kennedy. Ancora oggi l’unico colpevole riconosciuto rimane Lee Harvey Oswald, me per oltre il 60% degli americani c’è sicuramente qualcun altro coinvolto. Non è un caso, ad esempio se nel 1991 il film JFK - Un caso ancora aperto diretto da Oliver Stone abbia sollevato un polverone riaprendo ancora una volta il dossier Kennedy.

Ma quella di JFK non è l’unica morte eccellente. Anche altre hanno fatto presa nella cultura popolare contaminata dal complottiamo. È il caso dell'omicidio del reverendo Martin Luther King. L’unico colpevole riconosciuto rimane James Earl Ray ma secondo molti non avrebbe agito da solo e negli anni la responsabilità è stata attribuita via via a Fbi e Ku Klux Klan. Il dipartimento di Giustizia ha persino riconosciuto che forse c’era una cospirazione più ampia ma mai una prova è stata prodotta.

Anche la morte del gangster John Dillinger, il nemico pubblico numero uno negli anni ’30, è stata più volte al centro di supposizioni. Il corpo del bandito impersonato tra gli altri da Johnny Depp nel film Nemico pubblico viene considerato la prova di un complotto più ampio. Troppo diverso da quello di Dillinger, altezza e occhi diversi attesterebbero che il cadavere era di un altro. Non a caso negli anni si sono moltiplicate segnalazioni in tutto il paese e una vita molto più lunga. Persino la scomparsa di Jimmy Hoffa, storico leader sindacale impersonato da Al Pacino nel film di Martin Scorsese The Irishman, è avvolta dalle teorie, c’è chi dice sia stato ucciso e sepolto sotto il Giants Stadium, in New Jersey e chi sostiene sia finito in Illinois, ma nessuna di queste piste ha mai avuto un riscontro.

Il complotti governativi

Un altro terreno fertile per cospirazioni e complotti ha ovviamente a che fare con il governo, come insegna anche la serie creata da Chris Carter o più di recente Stranger Things. E qui i misteri abbondano. In Alaska, ad esempio, una struttura che si occupa di studiare le aurore boreali viene ritenuta da un piccolo gruppo di complottisti come uno centro sofisticato per sviluppare strumenti e tecniche di manipolazione mentale, anche in virtù delle oltre 180 antenne piazzate in tutta l'area. Non solo. Più di qualcuno sostiene, senza prove che fu proprio questa struttura a provocare il disastro della navetta spaziale Columbia nel 2003.

Più di recente nel 2011 un gruppo di attivisti ha chiesto di fare luce sul devastante tornado che ha colpito la cittadina di Joplin, in Missouri. Secondo alcuni alla base del twister che costò la vita a oltre 160 persone ci sarebbe una nuova e potente arma dell’esercito americano, l’HAARP che in realtà non sarebbe altro che un programma di studio dell’atmosfera.

La storia forse più bizzarra e affascinate ha a che fare con il Stanley R. Mickelsen Safeguard Complex, una struttura costruita in Nord Dakota negli anni ’70 all’interno del programma anti-missile dell’esercito americano. La sua forma a piramide che richiama quella presente nelle banconote da un dollaro, non ha però convinto tutti gli americani. Secondo qualcuno si tratta infatti di una struttura in mano gli illuminati massoni. Niente di vero probabilmente, ma c’è un fatto che continua ad alimentare il mito anche dopo 40 anni. Il complesso ebbe infatti vita breve, un giorno. Restò infatti aperto e in funzione dal 1 al 2 ottobre 1975 quando il Congresso bloccò tutto e chiuse il programma.

Un Paese “invaso” dagli Ufo

Ma la vera struttura su cui si reggono gli X-Files d’America è la famosa Area 51, il complesso militare di Nellis nel deserto del Nevata. Il frammento d’America forse più famoso del mondo. Assente da mappe e siti del governo, l’Area 51 è diventato il buco nero di ogni complotto. In quel fazzoletto di deserto succederebbe quasi di tutto. Come insegna anche il blockbuster di Michael Bay, Independence Day al suoi interno ci sarebbero esperimenti sia si corpi degli alieni che sulle loro navi. Corpi e navicelle magari recuperati a Roswell nel Nuovo Messico, altro sito centrale nelle cospirazioni americane e pure nella produzione televisiva come la miniserie Taken prodotta da Steven Spielberg.

Ma gli Ufo sono di casa anche in altri Stati. È il caso di un grosso “avvistamento” nel 1977 dalle parti di Flora, in Mississippi e soprattutto delle 3 mila segnalazioni di Ufo nella contea di Wayne Pike, in Virginia, nell’inverno del 1988 quando centinaia di persone segnalavano luci nel cielo e strani fenomeni mai provati.

L’eredità indiana

Tra gli X-Files più suggestivi ci sono forse quelli legati al passato pre coloniale, quello di cui si sa pochissimo. Pensiamo solo all’abusato cliché della casa costruita sopra un antico cimitero indiano messo in scena in film e serie tv. È il caso Brunswick Springs, in Vermont e delle sue sorgenti. Verso la fine del ‘700 i nativi della tribù degli Abenaki ipotizzarono che l’acqua delle sorgenti avesse potere curativo. Per questo motivo, vuole la leggenda, quando qualche decennio dopo un soldato della guerra franco indiana tentò di imbottigliare l’acqua le sorgenti vennero maledette. Da allora quattro hotel sono stati costruiti nella zona vicina alle sorgenti e tutti sono finiti pai distrutti da una serie di incendi. Elementi sufficienti per i teorici del complotto per credere alla maledizione indiana.

A Salem, nel New Hampshire, invece, è stato rinvenuto un sito archeologico che nessuno è stato ancora in grado di datare. La struttura in pietra è composta da camere, pareti e canali di scolo. Secondo alcuni sarebbe stato costruito dai nativi americani o primissimi coloni ma secondo altri risalirebbe addirittura ai passaggi dei vichinghi ben prima del viaggio di Cristoforo Colombo nel 1492. Un mistero che al momento non ha ancora avuto soluzione.

Le domande senza risposta

Ci sono poi complotti talmente creativi quasi impossibile da smontare. È il caso della capitale americana dei complotti, la città di Denver, o meglio il suo aeroporto. Grande due volte l’isola di Manhattan lo scalo è un raccoglitore di complotti. Il primo riguarda la sua costruzione costata oltre 2 miliardi di dollari che sarebbe giustificata, dicono alcuni, dal fatto che sotto le piste di decollo e atterraggio ci sarebbe uno dei centri massonici degli illuminati.

Secondo altri dietro all’aeroporto ci sarebbero addirittura gruppo neonazisti. Le passerelle sarebbero disposte come una svastica, ma soprattutto l’ente finanziatore, la “New World Airport Commission” non esisterebbe e i capitali arriverebbero da non meglio precisati gruppi legati al Terzo reich.

Persino le ghost town hanno sollevato sospetti e strani complotti. È il caso di Ong's Hat in New Jersey. Abitata fin dall’inizio della colonizzazione inglese si è via via spopolata fino al totale abbandono. I riflettori si sono riaccesi negli anni ’80 quando nella zona uscì un opuscolo che sosteneva come nel paese si fossero stabiliti due scienziati dell’Università di Priceton per compiere studi sui viaggi interdimensionali. Lì, sostengono i complottisti, i due avrebbero creato uno strumento chiamato “L’uovo” capace di trasportare un gruppo di persone in universi alternativi. Sebbene nel tempo più di qualcuno abbia dichiarato di far parte del gruppo di viaggiatori non sono mai state trovate prove a sostegno.

Perché credere ai complotti

Se è vero che nessuno e immune alla seduzione del complotto, Europa e Italia comprese, gli Usa si confermano la patria degli X-files. È difficile spiegare perché lì fioriscano così tanti esempi di cospirazioni e teorie bizzarre. Secondo Peter Ditto, professore di psicologia scientifica dell’Università della California tutto è legato all’evoluzione. “L’essere umano - ha spiegato a Voice of America - è spinto a dividersi in gruppi di persone che tendono a pensarla allo stesso modo. Siamo molto tribali, Attaccati alle persone che sono come noi”.

“L'esperimento americano - ha aggiunto - è essenzialmente un tentativo di lavorare contro tutte quelle forze evolutive e spingere le persone a cooperare”, uno scenario complesso quindi. Nel tempo l’America è diventata un grande contenitore di gruppi diventando sempre più eterogenea. Così moltiplicandosi i gruppi si è anche moltiplicata l’attitudine a sviluppare cerchie ristrette nelle quali si crea una verità prestabilita che sfocia nella ricerca di risposte semplici come complotti o cospirazioni, a volte innocue e grottesche, in altri casi preoccupanti e sempre più mainstream.

martedì 6 febbraio 2024

La grande epopea dei Vichinghi dalla Groenlandia alla Sicilia

tratto da "Il Giornale" del 17 marzo 2023

Qual è stata la vera storia dei Vichinghi? Alberto Massaiu ne parla nel saggio "Vichinghi - Storia degli uomini del Nord" edito da Diarkos

Alberto Massaiu

Le gesta dei vichinghi affascinano per la loro portata mitica e geografica e negli ultimi anni hanno avuto una grande popolarità anche a livello di cultura pop. Ma qual è la vera storia dei guerrieri nordici che nel Medioevo spopolarono in Europa? Lo storico Alberto Massaiu ne parla nel saggio "Vichinghi - Storia degli uomini del Nord" edito da Diarkos di cui oggi presentiamo un estratto.

L’epoca vichinga ricopre un vasto periodo, che comunemente spazia dal 793, anno del saccheggio dell’abbazia di Lindisfarne, fino al 1066, anno della sconfitta delle forze norvegesi di Harald Hardråde a Stamford Bridge. In questo lungo lasso di tempo i normanni navigarono il Mar Baltico, il Mare del Nord, l’Atlantico e il Mar Mediterraneo, oltre che nei grandi fiumi dell’attuale Russia, e qui saccheggiarono, colonizzarono, commerciarono e condussero epici scontri che avrebbero plasmato la memoria e le tradizioni collettive di tanti popoli venuti a contatto con loro. I vichinghi giungeranno a conquistare e a popolare una parte della Scozia, dell’Inghilterra – creando il Danelaw – e buona parte dell’Irlanda.

Fondarono una colonia in Islanda, esplorarono la Groenlandia e stabilirono un insediamento in America settentrionale, ben cinque secoli prima di Cristoforo Colombo, presso l’Anse aux Meadows, sull’isola di Terranova. Saccheggiarono la Francia e la Spagna e in Normandia fondarono l’omonimo ducato dal quale un loro diretto discendente, Guglielmo il Bastardo, nel 1066 partirà per conquistare l’Inghilterra. Crearono un potente e ricco regno nel Meridione d’Italia, strappandolo ai duchi longobardi, ai romani d’oriente in Puglia e Calabria e agli arabi di Sicilia.

Stabilirono la loro potestà su una parte di quelle sconfinate terre nell’Europa dell’Est che proprio da una tribù norrena – i rus’ – avrebbero preso il nome, Russia, e nella quale fondarono le antiche città di Novgorod e di Kiev. Viaggiarono infine fino a Baghdad, Gerusalemme e Costantinopoli, in cui per almeno tre secoli militarono nella celebre Guardia Variaga – varangoi era il termine con cui i bizantini definivano gli scandinavi - dei basilei di Bisanzio, uno dei corpi militari scelti più longevo e celebri del Medioevo. Ma come fecero a compiere tutte queste gesta? E soprattutto, quando e perché iniziarono? La spiegazione data per buona per molto tempo fu di natura ambientale.

Alla fine dell’VIII secolo si verificò un irrigidimento del già non mite clima scandinavo che unito a un aumento della popolazione, costrinse queste genti a emigrare. Fortuna – per loro – volle che all’epoca l’Europa e il Mediterraneo si trovassero squassati dalle invasioni degli avari a Est e dei musulmani a Sud. La morte di Carlo Magno nell’814, inoltre, aveva aperto il campo alla stagione di frammentazione, anarchia e guerre civili che avrebbe portato alla disgregazione del suo grande impero. L’intero scacchiere che un tempo, con Roma, era stato forte, difeso e unito, ora mostrava immense opportunità per i popoli del Nord, che ne seppero approfittare al meglio.

martedì 30 gennaio 2024

Mistero secondo René Guénon

Da "Gli stati molteplici dell'essere" di René Guénon riportiamo una nota con l'etimologia di "mistero":

il mistero è l'inesprimibile.




domenica 21 gennaio 2024

Il mito e il mistero del canto delle Sirene

tratto da "Il Giornale" del 24 Dicembre 2023

di Matteo Sacchi


Mistero e melodia. Insinuante e ammaliante, la loro voce è delizia e maledizione. Magia e natura. La loro natura è ambigua e le posiziona a metà tra mondi diversi: quello dei vivi e quello dei morti, quello umano e quello animale. Ragione e sentimento. La loro è una seduzione pericolosissima e irresistibile. Solo un eroe carico di furbizia può disinnescarne la malia con l'astuzia, ascoltare impunito il loro segreto richiamo.

Stiamo parlando ovviamente delle sirene. Per gli antichi greci donne con il corpo di uccello, per il Medioevo e per noi figli di un Medioevo hollywodiano (Splash) donne col corpo di pesce che, ondivaghe e seduttive hanno attraversato il mito e la letteratura.

Ecco che allora si può raccogliere il meglio di quello che alcuni dei più grandi autori della letteratura mondiale hanno scritto su queste misteriose creature e il risultato è Sirene. Il mistero del canto (pagg. 326, euro 20), a cura di Elisabetta Moro e pubblicato da Marsilio. Un libro che, oltre ad essere una strenna perfetta, è la silloge di alcuni dei pezzi migliori di Omero, Ovidio, La Motte Fouqué, Andersen, Nerval, Serao, Kafka, Joyce, Bachmann.

Il risultato è un viaggio di parole e versi che ci accompagna verso queste femmine assolute e magiche che, per dirla come Omero, conoscono tutto del presente, del passato e del futuro. E attendono impassibili il passaggio di ogni questuante di verità. Ma la verità ha sempre un prezzo e non è per tutti, ecco perché l'isola da cui parte il loro canto è circondata dalle ossa calcinate di migliaia di uomini. Ma anche la condizione della sirena stessa, depositaria del mistero è di per se stessa malinconica. E qui l'intuizione migliore è quella di Ovidio: «Ma voi, Sirene, dotte figlie di Acheloo,/ perché mai siete uccelli a metà/ e a metà fanciulle? Eravate forse ancelle di Proserpina/ quando coglievate i fiori di Primavera? E invano la cercaste percorrendo la terra intera e poi sul mare...».

Il mito poi assumerà coda di pesce fondendo le sirene con le ondine: creature leggendarie elencate fra gli elementali dell'acqua nelle opere sull'alchimia di Paracelso (1493 - 1541). Secondo le teorie avanzate dal medico e astrologo svizzero, un'ondina è una ninfa o uno spirito acquatico. Le ondine si trovano, di solito, in laghi, foreste e cascate. Hanno voci meravigliose, che, a volte, possono essere udite sovrapposte allo scrosciare dell'acqua. Secondo alcune leggende, le ondine non possono avere un'anima fino a che non sposano un uomo e non gli danno alla luce un figlio. Questa loro caratteristica le ha portate ad essere molto popolari nella letteratura romantica e tragica, come nell'Undine di Friedrich de la Motte Fouqué (1777 - 1843).

A quel punto sirene antiche, ondine e melusine erano fuse in un nuovo mito romantico e femminino. Del resto non c'è uomo che nel cuore non abbia una sua sirena e melusina, immaginaria o in carne ossa e metafora, da seguire e inseguire in cerca di un po' di amore e verità, di un canto misterioso da ascoltare. Anche se il rischio è sempre altissimo. Il rischio è che il cuore non torni più a casa, finisca ossificato sulle rive di un'isola che non c'è. E niente è più letterario e poetico di così.

mercoledì 10 gennaio 2024

"Le esperienze di pre-morte sono reali e non sono sogni. Ecco perché"

tratto da "Il Giornale" del 30 marzo 2023

Il professor Enrico Facco, in una intervista rilasciata a ilGiornale.it, ha spiegato che le Nde sono esperienze soggettive intense e profonde di aspetto trascendente

di Gabriele Laganà

La morte è la fine di tutto oppure esiste una vita oltre la vita? Uomini di ogni epoca si sono posti questa domanda almeno una volta nel corso della propria esistenza. Una risposta definitiva ancora non c’è. E probabilmente non ci sarà mai. La scienza non ha certezze su cosa accade quando il nostro cuore smette di battere. Negli ultimi decenni, però, alcuni ricercatori hanno iniziato a studiare un fenomeno che si verifica quando si è in prossimità della morte: le Nde (Near death experience), o esperienze di pre-morte.

Si tratta di fenomeni descritti da persone che hanno ripreso le funzioni vitali dopo un periodo di coma o dopo essere state dichiarate clinicamente morte. Prezioso il lavoro, nel recente passato, del medico e scrittore americano Raymond Moody che, nel libro “La vita oltre la vita” pubblicato nel 1975, raccolse testimonianze su tali esperienze.

Da quel momento numerosi altri medici hanno dedicato parte del loro tempo allo studio delle Nde, fornendo contributi interessanti. Tra le figure più celebri in questo campo, solo per citarne alcune, spiccano Pim van Lommel, Sam Parnia (che guida il progetto Aware, la più estesa ricerca mai condotta che coinvolge 25 ospedali nel mondo), Bruce Greyson e l’italiano Enrico Facco (con il quale abbiamo parlato).

Fasi della Nde

I soggetti che hanno vissuto una Nde, una volta riprese le funzioni vitali, raccontano di aver provato una esperienza reale, intensa, rassicurante e bellissima. Vi è un elemento che colpisce: le narrazioni sono lineari e presentano elementi comuni tra loro. E questo nonostante le persone abbiano culture e sentimenti religiosi differenti.

Diversi sono i passaggi che caratterizzano le esperienze di pre-morte. Tutto ha inizio quando una persona giunge all’apice della sofferenza fisica. Il soggetto ha la percezione di elevarsi al di sopra del proprio corpo e di assistere a tutto quello che accade intorno.

A quel punto il morente entra in un tunnel buio in fondo al quale intravede un puntino bianco. Puntino che diventa via via sempre più grande e incredibilmente luminoso. Questa luce, però, non dà in alcun modo fastidio alla vista. Ma è sbagliato parlare di luce. Perché tutti affermano che si tratta di una entità viva con la quale inizia una sorta di dialogo. La stessa emana amore puro e illimitato, compassione infinita, pace sconfinata e un senso di benessere impossibile da descrivere.

Avviene, poi, la "rivisitazione" della propria vita attraverso la visione di immagini che scorrono veloci e che comprendono anche episodi dimenticati e apparentemente irrilevanti. Il morente prova dolore e vergogna se osserva errori compiuti durante la vita. Eppure dalla luce non arriva mai una condanna. Anzi, l’entità continua ad ammantare il morente con un amore, una compassione e una accettazione che non hanno limiti.

Altro elemento che contraddistingue quasi tutte le esperienze di pre-morte è l’incontro con familiari, parenti o amici già defunti. Questi accolgono il morente e lo rassicurano. Nella maggior parte dei casi sono proprio queste entità che spiegano al morente che non è ancora giunto il loro tempo e per questo devono tornare indietro. Infine vi è il risveglio.

C’è chi di questi fenomeni dà una spiegazione scientifica mettendo in relazione l’esperienza con specifiche alterazioni transitorie di tipo chimico, neurologico e biologico che divampano in un corpo in punto di morte.

Ci si domanda se un’esperienza così intensa, capace di modificare la concezione della vita di un soggetto, possa essere davvero solo il frutto di una particolare attività cerebrale di un corpo che si avvicina alla fine. Allora, come si può spiegare una Nde?

Le parole del professor Enrico Facco

Per cercare di fare luce sulle esperienze di pre-morte abbiamo intervistato il professore Enrico Facco, specialista in Anestesiologia e Rianimazione, Specialista in Neurologia, Studioso senior, Studium Patavinum - Dip. di Neuroscienze Università di Padova, il quale fa una importante premessa: "Le Nde hanno un elevato potere trasformativo, che comprende il superamento della paura della morte e una evoluzione personale positiva comprendente un aumento della spiritualità di chi le ha vissute. La coscienza è spesso riportata come più lucida di quella ordinaria; ci sono inoltre singoli casi ben documentati di pazienti che sono stati in grado di testimoniare cosa è successo nella sala di rianimazione mentre erano in arresto cardiaco, che hanno visto dall’alto in una esperienza di uscita dal corpo. Alcuni altri rari casi riportati in letteratura durante l’esperienza hanno avuto informazioni di cui non avevano conoscenza prima dell’arresto cardiaco”.

Le esperienze di pre-morte sono fenomeni sporadici o eventi frequenti?

Le Nde sono eventi relativamente frequenti che avvengono in condizioni critiche con perdita di coscienza.

Può dire la percentuale?

Nelle diverse casistiche l’incidenza oscilla tra il 5 e il 18% nei pazienti in arresto cardiaco.

Come si possono inquadrare le Nde?

Sono esperienze soggettive intense e profonde di aspetto trascendente che si verificano in condizioni critiche associate a perdita di coscienza (quali arresto cardiaco, traumi cranici e politraumi, stati di shock) e caratterizzate dalla netta percezione di essere in una dimensione diversa da quella ordinaria della vita terrena, di avere abbandonato il corpo fisico ed oltrepassato i limiti del proprio io e della dimensione spazio-temporale del mondo fisico ordinario.

Le esperienze di pre-morte possono essere forme di delirium, di alterazione organica transitoria del cervello o ancora all’anossia?

Le interpretazioni scientifiche finora proposte sono di natura meccanicista-riduzionista e hanno ipotizzato che esse origino dal disordine cerebrale prodotto dall’insulto; tuttavia rimangono solo ipotesi senza alcuna conferma mentre alcune di esse possono essere smentite sulla base di altri fatti noti che le rendono non verosimili.

La linearità dell’esperienza come può essere considerata?

Sono esperienze coerenti e ben ricordate anche a distanza di oltre 20 anni; alcuni studi elettroencefalografici sul ricordo delle Nde hanno dimostrato una connessione con la memoria episodica e non con ricordi di eventi immaginati.

Nelle Nde si riscontrano solo elementi comuni o anche altri soggettivi?

Le Nde sono piuttosto complesse e comprendono sia elementi individuali sia elementi comuni; gli aspetti fondamentali delle esperienze sono universali e sono riscontrabili in tutte le culture e se ne trovano indizi anche nella letteratura di tutti i tempi, da Omero a Platone, a Dickens, al Libro Tibetano dei Morti.

Rispetto al sogno, come sono le esperienze di pre-morte?

Il sogno ha un linguaggio molto diverso, caratterizzato dalla sovrapposizione di molti elementi diversi che ne rendono difficile o impossibile l’immediata comprensione; quest’ultima è stata oggetto di un lungo lavoro interpretativo da parte di Freud.

Perché non tutti raccontano di aver vissuto una Nde?

Per due essenziali ragioni: a) non tutti le fanno; b) essendo esperienze di aspetto trascendente e di tonalità mistica, si collocano al di fuori di quanto convenzionalmente accettato dalla Weltanschauung (visione del mondo) dominante oggi e c’è quindi un elevato rischio che vengano fraintese e chi le ha vissute sia considerato un visionario o affetto da una disfunzione conseguente all’insulto cerebrale.

Gli scettici sostengono, ad esempio, che la visione della luce vista in una Nde sia in realtà quella presente nella stanza d'ospedale. È possibile?

È solo un’ipotesi senza alcuna conferma. La luce percepita nelle Nde ha caratteristiche molto diverse da quelle della luce artificiale ed è solo un singolo elemento di un’esperienza molto più ricca e complessa. Nel migliore dei casi potrebbe essere una sorta di trigger dell’esperienza, la quale ha natura e implicazioni molto più ampie.

Le Nde sono solo positive o ci sono racconti di esperienze negative?

Ci sono esperienze negative anche se in una percentuale minore di casi. A volte la parte negativa è un elemento di esperienze che comprendono sia elementi negativi sia positivi. In altri casi ciò che viene sperimentato è lo scenario positivo delle Nde, ma vissuto in modo negativo, o una situazione di per sé neutra (ad es. essere in una condizione di vuoto o di buio) ma vissuta come stressante. Molto più raramente vengono riportate esperienze di scenari angoscianti (si potrebbero definire “infernali”).

Chi prova le esperienze pre-morte negative?

Non è ancora chiaro se e quali possano essere gli elementi in grado di favorire esperienze negative.


Editore ‏ : ‎ Altravista (1 gennaio 2010)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 424 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8895458354
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8895458359
Peso articolo ‏ : ‎ 762 g
Dimensioni ‏ : ‎ 20 x 20 x 20 cm

mercoledì 3 gennaio 2024

2° Convegno Uap- Aerospazio 14 gennaio 2024 Sala Congressi Simon Hotel

Il 14 gennaio 2024 la Lux-Co Edizioni della dottoressa Francesca Bittarello nota ricercatrice del fenomeno UAP e storica dell' Aeronautica inizia il nuovo anno 2024 con un Evento di prestigio che è la nuova generazione dei Convegni sugli unidentified anomalous phenomena/Aerospace nella tecnologica Sala Congressi del Simon Hotel di Pomezia con tutti i vomfort per i partecipanti. La nuova era dei Convegni scientifici legato al fenomeno UAP, gli unici convegni in Italia ad alto tasso di scientificità su un fenomeno molto discusso da anni.

I ricercatori che partecipano sono in gran parte ricercatori del CENTRO STUDI UAP WORLD un innovativo centro studi con sede a Pomezia  sul fenomeno dove si accede per competenze acclarate e dove la dottoresssa Francesca Bittarello ne è il Presidente.

Tra i Conferenzieri oltre la dottoressa Francesca Bittarello (autrice di 2 best-seller UFO GLI ARCHIVI INEDITI e UFO A ROMA ) il già Sottosegretario di Stato alla Difesa Gen. Domenico Rossi, il Vaticanista Riccardo Narducci con un prossimo libro in uscita con la LUX-CO EDIZIONI sui segreti del Vaticano inerenti al tema del Convegno, presente per la prima volta agli eventi della Bittarello anche l' Astrofisico Fabrizio Albani, a seguire il professore Mariotti con il libro appena pubblicato dalla LUX-CO EDIZIONI che sta puntando a divenire best seller "Gli aerei segreti del terzo reich" e il presidente dell' associazione missilistica europea Stefano Innocenti, il poliziotto cantautore Antonio Riggi con l'ipotesi Frequenze e progetti militari e infine il sumerologo Victor Nunzi. Si inizia alle 10 e alle 13-14 l'immancabile pausa pranzo con il panino alieno il must gastronomico  dei Convegni al Simon Hotel organizzati dalla Bittarello dal 2015. Per info: https://www.convegnouapworld.com/