tratto da Il Giornale del 18/08/2014
di Luca Negri
Gli anni che precedettero e videro l'esplosione delle due guerre mondiali, paiono avere un retroscena occulto poco indagato dalla storiografia ufficiale
I lavori pionieristici di Giorgio Galli, Nicholas
Goodrick-Clarke e René Alleau hanno fatto un po' di luce sulle radici
esoteriche, o meglio sataniche, dell'ideologia nazista, ma ancora molto
rimane da capire. Da diversi anni anche lo studioso romano Andrea
Franco, laureatosi con una tesi sul pensatore tradizionalista René
Guénon sotto la supervisione del filosofo cattolico Augusto Del Noce,
scrive saggi e tiene incontri pubblici proprio su questi argomenti.
Dunque non potevano mancare nel suo libro Chi ha avvelenato Rudolf Steiner? (pag. 205, euro 13,90) fresco di stampa per Uno editori. Si tratta di una biografia, molto accurata e documentata, del filosofo, occultista e pedagogista austriaco, fondatore dell'Antroposofia, nato nel 1861 e mancato nel 1925. È appunto il mistero dietro la sua morte, probabilmente non naturale, come suggerisce il titolo, ad occupare un buon numero di pagine. Steiner infatti dovette abbandonare prematuramente la terra, e il movimento antroposofico in un momento molto delicato della sua storia, perché fu avvelenato. Almeno così riportano molte testimonianze di suoi collaboratori. L'ipotesi è abbastanza credibile, dato che aveva molti nemici, sia dentro la Chiesa cattolica e sia fra i militanti del movimento nazista ancora ai primordi. Da tempo Steiner affermava che il cristianesimo rosacruciano, di cui si considerava un continuatore, avrebbe sempre trovato un avversario accanito nel gesuitismo.
Infatti alcuni membri della Compagnia di Gesù non si risparmiarono
calunnie mezzo stampa ai suoi danni. Inoltre, l'incendio che distrusse
il Goetheanum, tempio dell'Antroposofia costruito interamente in legno
a Dornach in Svizzera, fu opera di un malcapitato (morì fra le fiamme
nell'impresa) aizzato da sacerdoti gesuiti. Avversari ancora più
agguerriti degli antroposofi erano però i cosiddetti ariosofi che
fondevano dottrine esoteriche, paganesimo germanico e razzismo. Da
quella fucina uscì il Nazismo e non stupisce che Hitler criticò Steiner
fin dal 1921, con la poco originale accusa di essere un agente
dell'ebraismo. Dal canto suo, Steiner poco prima della dipartita aveva
profetizzato che nel 1933 si sarebbe manifestata la Bestia
dell'Apocalisse. Sarà una semplice combinazione, penseranno gli storici
ufficiali, ma è noto che proprio in quell'anno il Fürer prese il potere.
di Luca Negri
Gli anni che precedettero e videro l'esplosione delle due guerre mondiali, paiono avere un retroscena occulto poco indagato dalla storiografia ufficiale
Dunque non potevano mancare nel suo libro Chi ha avvelenato Rudolf Steiner? (pag. 205, euro 13,90) fresco di stampa per Uno editori. Si tratta di una biografia, molto accurata e documentata, del filosofo, occultista e pedagogista austriaco, fondatore dell'Antroposofia, nato nel 1861 e mancato nel 1925. È appunto il mistero dietro la sua morte, probabilmente non naturale, come suggerisce il titolo, ad occupare un buon numero di pagine. Steiner infatti dovette abbandonare prematuramente la terra, e il movimento antroposofico in un momento molto delicato della sua storia, perché fu avvelenato. Almeno così riportano molte testimonianze di suoi collaboratori. L'ipotesi è abbastanza credibile, dato che aveva molti nemici, sia dentro la Chiesa cattolica e sia fra i militanti del movimento nazista ancora ai primordi. Da tempo Steiner affermava che il cristianesimo rosacruciano, di cui si considerava un continuatore, avrebbe sempre trovato un avversario accanito nel gesuitismo.
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