venerdì 22 marzo 2024

“Il mistero delle origini umane: alla ricerca del perché” – di Ines Curzio

 “Create miti su voi stessi, anche gli dèi hanno cominciato così.” Stanislaw Jerzy Lec


Il concetto di vita extraterrestre ha affascinato l’umanità per secoli, alimentando la nostra immaginazione e le nostre speculazioni. Negli ultimi decenni, l'idea che l'uomo abbia avuto origine da qualche forma di vita extraterrestre è diventata sempre più diffusa e accettata. Ma mentre ci si concentra sul "se" di questa teoria, abbiamo forse perso di vista il "perché".

La domanda fondamentale e più intrigante, infatti, non dovrebbe essere “se” gli esseri umani abbiano origini aliene, ma piuttosto perché gli extraterrestri ci hanno creato. Se esistono razze aliene capaci di viaggiare attraverso le stelle, qual è stato il loro scopo nel plasmare la nostra esistenza? Che ruolo hanno avuto nell’evoluzione umana? Quali conseguenze ha avuto la loro presenza nello sviluppo delle civiltà sulla terra?

Tessere da tutto il mondo

Come in un caleidoscopio dalle mille sfaccettature, ricercatori di tutto il mondo hanno dedicato anni ad approfondire i singoli frammenti di un’immagine che nel suo insieme rappresenta una verità più ampia e complessa.

Chi di noi non conosce almeno uno di questi frammenti e non si è lasciato stimolare dal fascino di ipotesi tanto ardite. Prendiamo ad esempio tutte le speculazioni sul “se” gli dèi siano in realtà civiltà extraterrestri evolute che hanno visitato la terra in epoche remote. Oppure la vasta analisi linguistica sul termine Nephilim e l’esistenza dei Giganti. Questi ultimi sono figli degli Anunnaki? Gli Anunnaki sono gli Elohim?

Oppure pensiamo al Diluvio Universale descritto in tutte le narrazioni mitologiche della Terra, ma anche alla scomparsa di Atlantide, ai possibili continenti sommersi e ai reperti archeologici nascosti nelle profondità del mare. Al mistero che avvolge le rovine di Puma Punku in Bolivia così come Gobekli Tepe in Turchia.

E ancora, ai Vimana, le macchine volanti descritte nei testi vedici, possibili navicelle spaziali e mezzi di trasporto avanzati. Senza tralasciare le guerre fra gli dèi narrate nel Rāmāyaṇa, così come quelle fra dèi norreni narrate nella Vǫluspá che sembrano combattute con armi tecnologiche e forza sovrumana. Ma questi dèi di cui si parla, Asura e Deva indiani così come Aesir e Vanir di tradizione nordica, sono forze spirituali o sono due civiltà aliene ben distinte?

Queste sono solo alcune di quelle piccole tessere su cui si continua a fare ricerca per trovare prove e spiegazioni. Ma l’immagine intera che si genera dall’unione di tutti i frammenti riusciamo a vederla? Riusciamo ad immaginare un quadro politico e sociale in grado di contenere e dare un senso a tutti i frammenti?


Osservare il presente per capire il passato

Mentre continuiamo ad esaminare le nostre radici e a speculare sulle nostre origini, è di fondamentale importanza oggi non limitarsi più alla domanda "se" siamo di origine extraterrestre, ma esplorare il "perché" di questa possibilità. Forse, nel processo, potremmo scoprire non solo da dove veniamo, ma anche chi siamo e il nostro ruolo nell'universo.

Se gli extraterrestri ci hanno creato e hanno influenzato la nostra storia, le loro motivazioni sembrano rimanere avvolte nel mistero, ma proviamo ad osservare il presente per cercare un filo logico in quell’immagine caleidoscopica di cui parlavamo prima.

Guerre di religione, divisioni sociali, problemi razziali, problemi energetici, ricerca scientifica e relative problematiche etiche, studio sociologico delle masse, corsa allo spazio, espansionismo e affermazione del potere. E se fossero il frutto di un retaggio molto più antico di quanto immaginiamo? Se stessimo reiterando errori già commessi prima di noi dagli dèi? La comprensione di una simile eredità ci renderebbe forse più consapevoli del nostro essere umani e soprattutto della strada che stiamo scegliendo di percorrere.

Domandiamoci cosa potrebbe essere successo se in un passato lontanissimo una civiltà avanzata avesse incoraggiato lo sviluppo della vita sul nostro pianeta ancora disabitato. Avendone le risorse tecniche e logistiche, l’uomo oggi non tenterebbe forse esperimenti su un pianeta vergine? E se uno Stato riuscisse a

creare una vita senziente (tentativo non troppo lontano se teniamo in considerazione anche lo sviluppo odierno delle Intelligenze Artificiali) non otterrebbe maggiore potere, supremazia e affermazione economica sul piano mondiale rispetto ad altri? Una vita senziente quali problemi apporterebbe da un punto di vista etico? Ha diritto di evolversi liberamente o deve rimanere al “servizio” di chi l’ha creata? In uno scenario simile si scatenerebbero di sicuro nuove guerre per la difesa dei diritti e per il possesso di un simile traguardo. Equilibri precari e guerre esacerbate condotte con armi che potrebbero mettere a rischio la vivibilità stessa del pianeta.

Si arriva inevitabilmente al punto in cui bisogna fare delle scelte, per il bene di tutti. Scelte che nessuno può essere sicuro che siano le migliori per il futuro, anche se lo sembrano nell’immediato per evitare conseguenze ancora peggiori. Dopo qualche secolo o dopo qualche millennio, cosa potranno ricordare le nuove civiltà figlie di quei sopravvissuti? Avranno imparato dagli errori o saranno ancora in lotta per la supremazia fra di loro, in un corso e ricorso storico dettato dall’interesse del momento e non dall’apprendimento degli errori passati?

Adesso guardiamo quell’immagine nel caleidoscopio delle leggende e dei racconti mitologici a noi pervenuti.

Senza dimenticare l’enorme apporto di ricercatori come Sitchin, Von Däniken, Hancock, Kolosimo, Biglino e tantissimi altri, proviamo a rileggere, parallelamente e senza pregiudizi, i testi antichi e le tradizioni millenarie dei popoli nel mondo e ad immaginare quale scenario esponenzialmente più articolato si sia potuto scatenare fra gli “dèi”, fra civiltà avanzate di altri pianeti, in condizioni simili a quelle descritte pocanzi.


Il Marchio dei Waunir

Dalle riflessioni fin qui espresse e dall’esigenza di trovare un “perché” in quel mare di argomenti che suscitano dubbi sulle nostre origini, è nato il romanzo “Il Marchio dei Waunir”. Una storia che vuole essere in fondo una provocazione per accendere nel lettore un ragionevole dubbio.

Chiediamoci dunque: se i miti e le leggende nel mondo non fossero solo racconti? Se fossero parte di una verità più ampia, celata agli uomini? E perché è stata celata?

A questi e ad altri interrogativi cercherà di rispondere un Vigilante, che non risparmia polemiche sulle scelte operate dagli "dèi". Vi accompagnerà in un romanzo intricato, ambientato durante un'età del bronzo dalle sfumature esotiche, dove le leggende non sono leggende, la magia non è magia...e gli dèi non sono dèi.

Per gli amanti del genere Epic-Fantasy, questo è un romanzo ricco di spunti basati sulla reinterpretazione dei miti riguardanti l'origine dell'uomo e il ruolo che hanno avuto gli "dèi" nella storia umana. Il tentativo è quello di tracciare un filo conduttore fra gli elementi ricorrenti nelle leggende di tutto il mondo, collocandoli in un preciso contesto socio-politico che ha caratterizzato la storia umana durante la nascita delle antiche civiltà.

L’augurio è quello di fare tesoro di un retaggio più complesso di quanto possiamo immaginare, consapevoli che il futuro dell’umanità dipende anche da questo.

Lasciando quindi il lettore alle sue riflessioni, concludiamo con un estratto dal Libro dei Vigilanti di Enoch:

“E rimasero incinta (dei Vigilanti) e misero al mondo Giganti, la cui altezza era di trecento cubiti. Loro consumarono tutte le scorte degli uomini. E quando gli uomini non poterono più sostenerli, i giganti si rivoltarono contro di loro e divorarono l'umanità. E cominciarono a peccare contro gli uccelli, le bestie, i rettili, i pesci, a divorare la carne e a bere sangue. Allora la Terra pose l'accusa contro quei senza legge.”





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