Pubblicato in Lex Aurea n. 58 del 10 maggio 2015
di Vito
Foschi
Il
gioco degli scacchi è piuttosto antico godendo di una diffusione planetaria e si
presta ad un interessante studio simbolico. Potrebbe sembrare una forzatura,
una lettura non corretta, ma ci conforta in tale interpretazione, il ritrovare
un uso simbolico della scacchiera nel Medioevo nella bandiera dei templari e
uno più propriamente esoterico nel caso della scacchiera dipinta al centro dei
tempi massonici.
La
scacchiera è quadrata, divisa in caselle bianche e nere. I quattro lati della
scacchiera, rappresentano le quattro direzioni e i quattro elementi. Altro
numero importante degli scacchi è l’otto. Ogni lato è diviso in otto e il totale
delle caselle è 8x8 = 64. L’otto è l’ottagono, figura intermedia fra quadrato,
terra e cerchio, il cielo. Indica una tendenza spirituale in sviluppo, uno stato
intermedio e il percorso dell’iniziato. La scacchiera non è solo
rappresentazione di un campo di battaglia, ma nella sua divisione ottonaria
simboleggia l’elevazione spirituale, una spinta verso lo spirito, verso il
cerchio, il poligono con infiniti lati.
Otto
sono le direzioni della rosa dei venti e ritroviamo la dimensione geografica, ma
ancora la croce tridimensionale con le sei direzioni spaziali più l’asse del
tempo con le due direzioni del passato e del futuro. Il numero otto è anche associato al fiore del loto con il suo
significato di purezza e di tensione verso il cielo e gli altri molteplici
significati.
La
scacchiera poteva essere divisa in sette o in nove, ma in un caso sarebbe
risultato un gioco più facile, e nell’altro più difficile. L’otto è una sorta
di numero di equilibrio fra un gioco troppo facile e uno troppo difficile. Tra
l’altro, per gli indiani, inventori del gioco, c’erano otto pianeti, ed è un altro
possibile legame con il numero otto.
La
scacchiera dal punto di vista macrocosmico rappresenta il mondo, mentre dal
punto di vista microcosmico la mappa dello spirito e in particolare lo spirito
frantumato dell’iniziato che si accinge alla sfida, un miscuglio di bianco e
nero, di luce e tenebre.
Se
paragoniamo la scacchiera ad un campo di battaglia non può non venirci in mente
“L’arte della Guerra” di Sun Tzu e le massime sullo scansare il pieno e attaccare
il vuoto. Se pensiamo ai colori, comunemente associati alla luce e alle
tenebre, possiamo associarli anche ai vuoti a ai pieni. Così possiamo associare
il bianco al vuoto e il nero al pieno o alla materia. La scacchiera assume una diversa
dimensione macrocosmica rappresentando i vuoti dello spazio e i pieni delle
stelle e dei pianeti. La battaglia degli scacchi a questo livello è uno scontro
fra angeli e demoni. Il vuoto associato alla luce e alla spiritualità; il nero,
alle tenebre, alla materia, materia oscura o alla prima fase del processo
alchemico, la nigredo, il marcio.
I
vuoti e i pieni possono rappresentare la fermentazione, la vitalità, il caos
della vita. La partita diventa, quindi, un processo per ordinare il caos o
trovarvi una direzione. Lo spirito frantumato che tramite l’azione del Re deve
essere ricondotto ad unità. Il re bianco rappresenta il Sé che deve vincere l’Ego
rappresentato dal Re nero.
A
questo proposito un interessante simbolismo lo suggerisce il libro “Natura
simbolica del gioco degli scacchi” di Mario Leoncini di cui riportiamo un
passo: «Boucher mette in rilievo il simbolismo delle linee divisorie tra le
caselle: su di esse si muoverebbe l’iniziato, alieno dall’abbandonarsi al
bianco e al nero, mentre il profano passerebbe dall’uno all’altro senza
equilibrio, e scatenando ogni volta reazioni contrastanti».
Il
gioco di origini indiane, arrivò in Europa grazie alle mediazioni persiana e araba.
In origine il pezzo affiancato al Re era il consigliere, ma nell’Europa si
trasforma in regina, perché le pedine vennero assimilati ad una corte. Il
passaggio è significativo. La donna ha una sua precisa simbologia e può essere
assimilata alla Sapienza. Il Re che rappresenta il Sé ha al suo fianco la
Sapienza.
La
scacchiera è il campo di battaglia dove si affrontano due eserciti. C’è una
precisa disposizione iniziale da cui partono le pedine. Nella disposizione
iniziale sono contenuti tutti i possibili sviluppi futuri: dallo stesso inizio
si possono sviluppare molteplici battaglie. Essendo una creazione umana le
possibilità non sono infinite, ma comunque in gran numero. Questa idea che
dallo stesso schieramento iniziale si possano sviluppare innumerevoli
possibilità è simbolo dello sviluppo del cosmo. L’Uno iniziale, l’uovo
primordiale ha in sé tutte le possibilità di sviluppo futuro, come lo schieramento
iniziale degli scacchi. Con lo svilupparsi, il processo di materializzazione si
realizza in una precisa combinazione come negli scacchi si realizza una precisa
partita. Al termine della partita i pezzi tornano nella disposizione iniziale e
può ricominciare una nuova battaglia. Ritroviamo il concetto di ciclicità. Dopo
lo svilupparsi completo di un mondo, si torna all’Uno iniziale da dove può
ripartire un nuovo sviluppo, un nuovo mondo. Concetto comune nel mondo antico,
dal mondo classico, agli indiani e dall’altra parte dell’oceano ai Maya. Gli
scacchi, con il loro svilupparsi in battaglia e il ritornare al termine di
tutti i possibili sviluppi al punto di partenza, simboleggiano i cicli cosmici.
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