di Vito Foschi
Una premessa. In questo articolo andrò a interpretare il
racconto di Alice nel Paese delle Meraviglie, precisando che l'autore non aveva
interessi esoterici e il suo libro non ha intenti simili, ma è semplicemente
una storia pensata per i bambini. Ciò chiaramente non esclude
un'interpretazione simbolica del testo. Dopotutto se è accettabile dalla
critica letteraria un'interpretazione sessuale simil freudiana non si riesce a
capire perché non sia possibile farne una simbolica: nell’in-terpretazione di
una favola la tana del coniglio può essere tranquillamente un simbolo sessuale,
ma non per esempio un simbolo della Dea
Madre che si adorava nelle grotte. Se va bene che il coniglio sia un simbolo
sessuale e sinceramente di primo acchito non è la prima cosa che viene in mente
del coniglio, ma semmai la sua velocità, allora dovrebbe andar bene affermare
che la tana sotterranea possa rappresentare gli stati inferi dell’essere, da
attraversare prima di passare agli stati superiori.
Alice è una bambina ben educata, ma sopratutto è immersa nel
razionalismo ottocentesco. La sua è una mente razionale e va finire in un mondo
che sovverte le regole: gli animali parlano, le persone cambiano dimensioni,
ecc. Cose che una mente razionale non può accettare, ma nel racconto deve
imparare a fare. Certo può essere un semplice scontro fra razionalità della
società vittoriana ottocentesca e un modo di pensare più spontaneo, più
infantile, ma a volte l'irrazionale può aprire altre porte.
Alice si trova in un prato quando si addormenta sognando
tutta l’avventura, che solo alla fine del racconto si svela essere solo un
viaggio onirico. Nel suo sogno-viaggio, Alice, incontra molteplici animali e
ciò in qualche modo ricorda i viaggi degli sciamani con i loro animali
totemici.
Fra i tanti animali sicuramente quello che occupa il posto
di rilievo è il coniglio che è l’iniziatore, colui che fa intraprendere il
viaggio ad Alice e che la guida durante il percorso.
Dopo la caduta nella tana del coniglio Alice si trova in una
strana stanza sostanzialmente vuota, ma cosparsa di porte. Su un tavolino di
vetro trova una piccola chiave che apre una porticina occultata da una tenda.
Alice compie vari tentativi per aprire la porticina e penetrarci, ma senza
successo. Prende la chiave e apre la porta, ma l’apertura è troppo piccola per
passarci e riesce solo a vedere che dà su un bellissimo giardino. Sarà il
Paradiso riservato agli iniziati? Torna indietro e trova una bottiglietta da
cui beve e si rimpicciolisce alle giuste dimensioni per attraversare la
porticina, ma trova la porta chiusa e la chiave sul tavolino, ormai
irraggiungibile. Alice riconquista la sua altezza, recupera la chiave, apre la
porta, riesce a rimpicciolirsi ma ritrova la porta chiusa. Dopo un altro
tentativo la scena cambia completamente. Alice non è pronta a superare la
prova. Per tutto il racconto cambia le sue dimensioni alla ricerca di quelle
giuste.
Per superare la prova deve possedere due qualità, la chiave,
ovvero il mezzo per penetrare la
Verità e la giusta altezza ovvero la giusta predisposizione
d’animo. Non bisogna essere alti, ovvero avere orgoglio, perché ciò non può che
far perdere la verità.
Dopo la scena della stanza dalle molteplici porte Alice si
ritrova rimpicciolita in un mare formato dalle lacrime cadute quand’era un
gigante. Vi ritrova vari animali con qui intavola una discussione e con cui fa
una corsa “confusa” ovvero una corsa in cui ogni partecipante corre dove vuole
senza curarsi di seguire un percorso. In questo episodio prevale l’assurdità è
sembra solo un intermezzo per far uscire Alice dalla stanza dalle molteplici
porte e proseguire il racconto con altre prove. In effetti il racconto si
conclude con l’avvistamento del Bianconiglio che corre come al suo solito ed
Alice che prontamente lo rincorre. Il coniglio la continua ad indirizzare nella
giusta direzione. Seguendo il Bianconiglio, Alice finisce nel Paese delle
Meraviglie e seguendolo ancora si allontana dall’assurda situazione della corsa
confusa per proseguire nel suo viaggio.
Altro animale simbolico è il bruco che Alice incontra a metà
racconto. Il bruco rimanda alla crisalide, alla trasformazione, alla morte
simbolica e alla rinascita come farfalla ovvero come essere nuovo non più
legato alla terra, ma al cielo. Il bruco è perciò perfetto simbolo
dell’iniziazione.
A fine racconto Alice incontra un grifone, animale
mitologico unione di cielo e terra, leone ed aquila, simbolo dell’iniziazione
proprio per la sua doppia natura. L’iniziazione non è un passaggio? Un
passaggio da una condizione umana, terrena ad una superiore? E il leone a cui
spuntano le ali non ne è che un simbolo. E tale animale compare alla fine del
racconto quasi a voler simboleggiare l’ormai acquisita iniziazione di Alice che
da lì a poco si sveglierà dallo stato di sonno: si risveglia alla sua nuova
condizione, come una qualsiasi iniziazione con la morte iniziatica e il
successivo risveglio. Altro elemento caratterizzante il grifone è la coda
formata da un serpente, animale sicuramente legato alla terra, ma in grado di
infilarsi nei buchi, quindi in qualche modo partecipe della natura sotterranea
e in tal modo ideale completamento con il leone e l’aquila dei tre mondi, dando
così al grifone una completezza. Ma non solo questo, il serpente oltre alle
note valenze negative, che nel grifone non compaiono, è un altro simbolo
iniziatico per la sua caratteristica di cambiare pelle, quindi di lasciare la
sua vecchia natura e di acquisirne un’altra.
A livello allegorico l’aquila rappresenta l’intelligenza per
la sua capacità di guardare lontano, il leone la forza e il coraggio e il
serpente la furbizia. Quindi anche a livello allegorico il grifo è un simbolo
di completezza, la forza guidata dalla intelligenza ed aiutata dalla furbizia
per svelare gli inganni.
“Ecco: io
vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e
semplici come le colombe”. (16 Vangelo secondo Matteo)
Sulla Regina di Cuore collerica si sprecherebbero le
congetture psicologiche dal classico complesso di Edipo alla madre della vera
Alice che proibisce al giovane Carrol di vedere la bambina. D’altro canto la
regina è di cuori e non può essere che preda di forti emozioni essendo il cuore
l’organo deputato a ciò. Il rosso è anche il colore delle forti emozioni e
della rabbia, ma non dimentichiamo che il rosso è anche il colore della
nobiltà, e quindi naturale corollario della sovranità. Per tutto l’episo-dio la Regina minaccia tutti di
far tagliare loro la testa ed è emblematico che ciò accade alla fine del
racconto. La decollazione ha un forte significato simbolico, di morte e poi di
rinascita. Staccare il capo dal corpo ovvero lo spirito dal corpo, dalla
componente materiale, liberarlo dalla materia, non a caso decollare, è anche
etimologicamente far volare.
L’ultimo episodio del racconto vede Alice imputata in un processo. La
bambina ha già conosciuto il Grifo che come abbiamo visto ha un preciso
significato iniziatico e durante il processo mantiene un atteggiamento di
sufficienza e quasi di irritazione per tutti quei buffi personaggi: oramai il
suo viaggio volge al termine. Il passaggio è terminato, l’iniziazione è
avvenuta, la testa simbolicamente si è staccata dal corpo e può volare libera e
tutti quei buffi personaggi, rappresentanti gli stati dell’essere precedenti
all’iniziazione, sono solo d’intralcio
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