di Vito Foschi
Il film 300 è stato tacciato di essere un film violento e
“testosteronico”, qualunque cosa voglia dire questo termine; una subitanea interpretazione
politica-sociologica lo ha trasformato nel conflitto fra oriente ed occidente, ma
al di là degli aspetti più spettacolari, 300 nasconde un simbolismo molto
chiaro e se vogliamo anche semplice. Diciamolo subito il film è stato caricato
di una simbologia apocalittica piuttosto evidente e sia la battaglia delle
Termopili che il fumetto di Miller sono solo un pretesto per parlare dell’eterna
lotta del bene e del male, sempre presente. Chi ha visto il film e letto il
fumetto si sarà reso conto che esistono solo piccole differenze fra i due tipi
di narrazione, ma queste differenze non sembrano casuali. Il disegnatore Miller
si è ispirato alla battaglia per farne un’opera di profondo impatto visivo, ma
chi ha messo mano al film ci ha aggiunto alcuni particolari per trasformarlo in
un’opera simbolica.
Nella scena iniziale lo spartano Delios narra di come il
giovane Leonida ammazza un feroce lupo nero dalle dimensioni mostruose e subito
dopo paragona il re Serse ad una belva feroce. Il lupo ha significati positivi,
come nel caso della Lupa di Roma, ma anche negativi simboleggiando la ferocia e
la violenza. Il lupo nero, in particolare, è simbolo del demonio e l’accostamento
e il conseguente significato sono chiari.
Lo spartano definisce l’esercito di Serse un esercito di
schiavi e ciò a grandi linee è storico, perché l’impero persiano era
multinazionale e le varie nazioni gli tributavano truppe che chiaramente non
avevano molto interesse ad immolarsi per un re straniero che aveva conquistato
i loro territori.
Al di là della storicità della battuta è lapalissiana l’idea
dello scontro fra l’esercito dei greci formato da uomini liberi e l’esercito di
schiavi di Serse.
La figura di Serse non ha nulla di storico, la sua figura da
transessuale con piercing è totalmente inventata, ma è proprio l’ambiguità a
risultare interessante. Nel film e nel fumetto Serse si proclama Dio Re e anche
questo è totalmente inventato. L’ambiguità è caratteristica dell’anticristo, ed
uno dei titoli con cui si presenta è quello di re di questo mondo. Beninteso,
re di questo mondo e non Re del Mondo. Essere il re di questo mondo significa
essere signore del mondo materiale, mentre Re del Mondo ha il preciso
significato di signore della creazione in tutti i suoi aspetti anche non
materiali. Gesù è Re del Mondo, perché ne comprende tutti i suoi aspetti,
mentre Satana può essere signore solo della materia ed infatti tenta Cristo con
regni e ricchezze, non con doni che vanno oltre il dominio della materia. Serse
tenta Leonida con l’offerta del governo dell’intera Grecia. Un altro
particolare interessante del film è il carro d’oro su cui viaggia Serse decorato
con arieti chiaro simbolo di Satana.
Punto centrale del film è il discorso incentrato sulla
ragione: “La sola speranza che ha il mondo di giustizia e ragione” grida lo
spartano Delios ai suoi compagni.
La scena in cui Efialte, lo spartano deforme, va da Serse a
tradire costituisce la summa di tutto il film. Serse dice di sé che lui è buono,
che può dare tutto, donne e potere ed è sufficiente piegarsi; al contrario
Leonida che aveva chiesto allo storpio di alzare lo scudo, ovvero aveva chiesto
di essere uomo. La proposta del re è quella tipica dell’Anticristo che si
presenta come buono e accondiscendente e in cambio vuole l’anima. Da notare che
la scena si apre con un caprone che suona uno strumento a fiato e anche ai più
distratti l’iconografia non può non ricordare il famoso quadro di Francisco Goya,
“Il grande caprone” con il sabba delle
streghe con al centro un caprone antropomorfizzato a simboleggiare il diavolo.
![]() |
Il grande caprone di Francisco Goya (immagine presa da Wikipedia) |
![]() |
Fotogramma del film 300. E' evidente la somiglianza con il quadro del Goya |
Il fanatismo degli spartani che si immolano è paragonabile a
quello dei cristiani che si facevano
sbranare dai leoni. Anche la morte di Leonida ha qualcosa di
cristiano. La scena finale vede il re spartano trafitto da frecce come S.
Sebastiano e a braccia aperte come se fosse in croce. Probabilmente l’autore
del film si è ispirato a qualche rappresentazione classica e potrebbe darsi
trattarsi di un caso, ma una semplice coincidenza? Alla fine sembra che l’autore
abbia considerato gli spartani alla stregua dei martiri cristiani. Ed in un certo
qual modo la fede c’entra. I cristiani si immolavano per la fede in Cristo, gli
spartani per la loro fede nella libertà e nella ragione. Sono interessanti i
continui rimandi alla ragione, che poi è il lascito culturale dei greci a noi
occidentali che i cristiani hanno pensato bene di includere nel loro sistema di
pensiero. Efialte, il traditore invita Leonida ad essere ragionevole e a
sottomettersi a Serse, cosa ovviamente ragionevole visto la sproporzione di
forze. Ma è alla stessa ragione che si appella Leonida, ma ad una ragione
sorretta dalla fede, una fede che porta a sperare che infine la ragione trionfi
nella libertà e nella giustizia.
La fede nella libertà porta gli spartani a morire da uomini
liberi che vivere da schiavi. Speranza e fede non ricordano qualcosa?
“.. hanno dato la
vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia e per la speranza difesa da questa nazione
[..]. Quest’oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia e lo
accompagniamo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare”
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