domenica 28 novembre 2021

LA CABALA, UNA MATERIA IMMENSA E AFFASCINANTE/1

tratto da "L'Opinione" del 26 luglio 2021

di Pierpaola Meledandri

La materia trattata è immensa, complessa e quanto mai affascinante. La Cabala è un insegnamento rivelato che ci aiuta a comprendere verità universali, partendo dalla tradizione esoterica della mistica ebraica. Anche la Bibbia dedica una buona parte al racconto della Creazione e come la Cabala entra in relazione con il Creatore, con l’uomo e la natura, nel linguaggio simbolico, linguaggio molto distante dalla quello della cultura occidentale.

Si stabilisce anche la relazione tra Dio, l’uomo e l’universo, che consta di una serie di simboli che si sviluppano in trentadue “sentieri”, i quali partono dalle dieci emanazioni o Sfere, che si trovano anche nella rappresentazione dell’Albero della Vita. Ognuno di questi sentieri viene nominato con una delle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico. Quando parliamo del Creatore, dell’uomo e della natura stiamo utilizzando tre nomi che portano alla nostra mente tre entità distinte. Attraverso la gematrìa, uno dei mezzi della Cabala, sommando e riducendo le lettere-numeri ebraiche, vediamo che il numero risultante da Dio, uomo e natura porta allo stesso valore: quindi le tre entità, apparentemente distinte, sono la stessa cosa.

A differenza del nostro alfabeto, quello ebraico si legge da destra a sinistra e consta di 22 lettere. Come abbiamo accennato, le 10 Sfere, dette sephiroth, producono i 32 sentieri, la forma articolata richiama una struttura triangolare. In una punta del triangolo collochiamo aspetti riferiti alla Bibbia, che sono necessari per comprendere aneddoti da un punto di vista storico ed occulto.

La tradizione cabalistica è stata sviluppata dal popolo ebraico; arrivando ad Occidente è giunta avvolta da molti misteri, benché la maggior parte di essi abbiano prodotto una grande divisione fra quella che è una lingua simbolica e le lingue occidentali. La differente forma mentis aggiunge il resto.

La costruzione della Cabala, come metodo mistico per raggiungere l’idea di Unità per una nuova reintegrazione nell’Assoluto, è ricca di enigmi, affinché si sviluppi l’intelletto attraverso lo studio e la speculazione. Nella Cabala l’alfabeto ebraico, con le sue ventidue lettere-numeri consonanti, è quello che serve da base simbolica per esprimere un buon numero di idee: infatti, un simbolo racchiude una forma di eloquenza superiore al linguaggio. Ogni lettera ebraica è un simbolo, la combinazione di lettere formano una parola, la somma di queste, frasi. Ogni lettera e parola ha un senso fonetico, un valore numerico, un mistero nascosto dietro la sua stessa forma. Pertanto, l’alfabeto ebraico, l’albero della vita, il suo design triadico, i pilastri ed altre disposizioni, sono rappresentazioni sintetiche di verità universali. La fonte o schema triangolare è una forma per allargare la creazione delle cose ignorate fino alle cose più vicine a noi.

Un triangolo è uguale a due aspetti frontali, un terzo che li equilibra. Questa triade è molto evidente nella sua mistica la cui base poggia oltre che nella Bibbia, nel Sefer Yetzirah (Libro della Formazione) e nel Sepher ha-Zohar (Libro dello Splendore). Esistono varie disposizioni simboliche della trinità, una di esse si presenta come i piatti di una bilancia e l’ago che media tra essi. Su ogni piatto si pone una lettera madre ebraica: la shin alla destra, la mem alla sinistra e l’alef mediando tra esse. L’ago della bilancia si riferisce alla lingua, perché questa è quella che registra e formula la parola, asse della creazione tanto nella Genesi, come nel Sepher Yetzirah.

La rappresentazione più frequente dell’idea trinitaria è il disegno dell’albero della vita o sephirotico rappresentato da tre colonne, una a sinistra, una a destra, una terza che funge da forza equilibratrice. Si aggiungono di seguito le tre lettere madri sull’Albero rappresentato in colonne. Tra l’aleph e la tau, prima e ultima lettera in tutto il capitolo della Genesi ebraica, c’è una particella che non si può tradurre, perdendo così il suo significato, il quale è stato compreso come uno dei primi enigmi della Creazione.

Ci stiamo riferendo alla formula, chiave o particella accusativa, che normalmente si scrive At o Et e che fa riferimento alla prima ed ultima lettera dell’alfabeto ebraico: aleph-tau. Ogni atto creativo, generatore, compreso di senso contrario, è sostenuto da detta particella. Niente esiste dentro il racconto della creazione nella quale non appaia questa formula. Nei primi cinque capitoli della Genesi appare cinquantasei volte e dal sesto al decimo quarantadue, in totali novantotto volte in soli dieci capitoli.

La Genesi è scritta in modo che possa leggersi su tre diversi livelli: letterale, simbolico e sacro-occulto. Per arrivare al senso sacro, bisognerebbe conoscerne il valore simbolico. Le lettere ebraiche e le parole che esse costruiscono, rappresentano sempre una figura visibile, un senso letterale ed una forma nascosta nel suo valore numerico. Per comprendere meglio questo concetto, dobbiamo capire che mentre la nostra cultura usa segni per il nostro alfabeto ed altri segni per la numerazione, in modo che possiamo dire “a-b-c” o “1-2-3”, nella lingua ebraica non esistono due serie differenti per lettere e numeri, ma lo stesso segno rappresenta sia la lettera che il numero.

Quando sostantivi o frasi distinte sono ridotte a numero e sommati attraverso un metodo conosciuto in alcuni circoli come “riduzione teosofica”, benché letteralmente si leggano in modo diverso, il loro senso nascosto è lo stesso. Questo metodo di somma e riduzione si conosce nella Cabala con la denominazione di gematrìa, parola che proviene da geometria e che indica il valore numerico delle lettere, delle parole dei testi ebraici. Nella creazione sarebbero state usate tutte le lettere, ad eccezione di ci quel che costituisce simbolicamente “il peccato” (Continua).

sabato 13 novembre 2021

Satanismo e invidia sociale

di Cavaliere Vermiglio

Qualche mese fa è morta Raffaella Carrà e per alcuni giorni tutti mass media ne hanno parlato ad ogni ora del giorno ricordando l'artista nota anche all'estero, in particolare in Spagna. Ovviamente tutto nella normalità delle cose. L'elemento curioso è stato che un giorno gironzolando in Internet esce un video in cui si accusava l'artista di essere una sorta di Contessa Bàthory e che il suo successo fosse dovuto proprio a queste abominevoli pratiche. Sugli artisti esistono molte leggende e i racconti sui patti con il diavolo risalgono al medioevo se non prima, però accusare un'artista di pratiche così orrende mi pare una sincera esagerazione. Forse chi ha fatto quel video che ho stoppato subito, si è fatto influenzare dalle teorie complottiste di QAnon e vede in ogni persona di successo un satanista. Ed è quest'ultimo punto che vorrei focalizzarmi. La vita degli artisti è sicuramente più interessante di altri personaggi di successo e può dare adito ad aneddoti e leggende, ma anche ad invidia. In queste persone che credono ai complotti, ai patti con il diavolo o al fatto che ad ogni successo nasconda qualcosa di losco, non potrebbe trattarsi di semplice invidia? E queste teorie diventano un modo per giustificare la propria incapacità di accettare il successo altrui?

Lo vediamo anche in ambiti comuni che l'invidia sia molto diffusa: il vicino che guarda male perché vede uscire il condomino con il trolley o quello con l'auto nuova, per quanto modesta e così via. Quanto di questo sentimento è presente in quelle persone che credono che Raffaella Carrà sia stata una novella Contessa Bàthory? La vita è complessa e sicuramente non sempre ad un impegno seguono dei risultati perché spesso il caso ci si mette di mezzo, ma è anche altrettanto vero che senza impegno e capacità i risultati non si ottengono. Pensiamo al caso degli sportivi: si possono invidiare quanto si vuole, ma obiettivamente per mantenersi in forma si sottopongono a duri allenamenti. Quanto la diffusione delle teorie su complotto, satanismo, sacrifici umani per mantenersi giovani, ecc. sia dovuto ad una cultura impastata di invidia sociale e vittimismo?

sabato 6 novembre 2021

Vishwakarma: il divino Grande Architetto dell’Universo

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: https://micheleleone.it/vishwakarma-il-divino-grande-architetto-delluniverso/

Nota, in forma di appunti, sul dio Vishwakarma

Vishwakarma è una figura complessa della mitologia dell’induismo e allo stesso tempo una casta di artigiani. In questo articolo, in realtà sono i miei appunti di ricerca, iniziamo a scoprire questa divinità. Un breve viaggio che si arricchirà, mano a mano che le mie ricerche ed appunti progrediscono, di più approfonditi spunti di riflessione e ci porterà in Occidente per incontrare la Massoneria e René Guénon.

Vishvakarma è il dio creatore nelle mitologie indiane e con particolare riferimento all’induismo. Vishvakarmaha molte tradizioni e diversi tipi di fedeli, è lui che ha creato l’universo, secondo alcuni gli stessi dei. Il Grande Architetto dell’Universo è fisiologicamente il “patrono” degli artigiani, degli architetti e di molte altre professioni legate alla creazione. Vishvakarma potrebbe aver progettato la struttura dell’universo. Le sue cavalcature sono il cigno e l’elefante. Palazzi, armi, carri volanti degli dei sono per la maggior parte una sua creazione.

Per alcuni è il dio degli strumenti, il giorno della sua festa, come vedremo, questi vengono purificati.

La festa o compleanno del dio Vishwakarma è il giorno di Kanya Sankranti. Kanya Sankranti è il giorno in cui il Sole si sposta da del segno zodiacale del Leone (Simha rashi) a al segno zodiacale della Vergine (Kanya rashi). La tradizione vuole che nel giorno di Kanya Sankranti Vishwakarma abbia inventato l’aratro per farne dono all’umanità.

Curiosità: il Kanya Sankranti 2021 è venerdì 17 settembre, compleanno del dio Vishvakarma.

In questo giorno vengono eseguiti alcuni rituali, ecco alcuni esempi:

Come tutti gli altri devoti del giorno della puja fate il bagno la mattina presto e preparatevi per la cerimonia della puja.

Il Signore Vishwakarma è adorato e la sua immagine o idolo viene pulito insieme agli strumenti che le persone usano per i loro affari.

Questo giorno è celebrato principalmente in tutti i tipi di industrie, scuole, negozi e college. Piccoli e grandi artigiani assicurano che la puja di Vishwakarma si tenga nel loro laboratorio per un migliore progresso nel prossimo anno.

Le macchine sono adorate e offrono ghirlande di fiori in questo giorno. I devoti pregano per il buon funzionamento delle loro macchine e nessun lavoro viene svolto in questo giorno.

Vengono fatte preparazioni alimentari tradizionali per offrire al Signore e il prasad viene distribuito a tutti dopo la puja. Include frutta, dolci e cibi cotti come khichdi e kheer.

(fonte: https://www.prokerala.com/festivals/kanya-sankranti.html)

Il gruppo sociale, a volte identificato come casta, dei Vishwakarma o Vishwabrahmin si reputa “figlio” (discendente) del dio e in alcune dispute sostengono di essere superiori ai bramini. I sottogruppi di questa casta sono cinque come le facce del dio: Scalpellini/muratori, carpentieri del legno, orafi, fabbri e fabbri del bronzo.

È molto interessante il mito d’origine di Vishwakarma e l’Ordine dei costruttori di Vishwakarma:

“Il Vishwakarma Puranam dice che Brahma e Vishwakarma crearono insieme l’universo. Nella loro versione speciale della teoria del “Big-bang”, gli arti sans sostengono che i cinque elementi naturali formarono un enorme uovo che scoppiò come un tuono e l’universo venne alla luce. Siva e Vishnu emersero dallo spazio blu e crearono rispettivamente Vishwakarma e Brahma. Vishwakarma aveva cinque facce che rappresentavano i tre fabbri e i due non fabbri. Infatti, secondo il testo, il colore delle loro facce era anche simbolico dei loro mestieri: oro per l’orafo, rame o ottone per il ramaio, nero per il fabbro, colore di pietra per il muratore, e una faccia di legno per il carpentiere. Vishwakarma fece poi delle pinze con il potere emanato da Brahma e Vishnu, e le unì con il chiodo chiamato Rudram o Siva. Ha chiamato questo ‘Kuradu’, che è naturalmente un importante strumento dei fabbri.

Questo mito d’origine fa anche notare che Vishwakarma nacque indossando il filo sacro “simile a quello che i bramini portano intorno alle loro spalle”. Questa affermazione carica di significato rende ovvio che lo scopo principale di questo mito d’origine era quello di rivendicare lo status brahmanico. Gli artigiani Vishwakarma che ho intervistato mi hanno detto che ancora oggi Avani Avittam (o rituale del cambio del filo) è tra le loro cerimonie più importanti. Il Vishwakarma Puranam dice che Vishwakarma scrisse il Mayanool, che è la scienza dell’architettura. Questa contiene i dettagli dei sistemi indigeni di misurazione manuale (Kadam, ma, Yojanai, ecc.) e si riferisce all’importanza dei calcoli matematici e astrologici per la costruzione degli edifici”. (Vijaya Ramaswamy, Vishwakarma Craftsmen in Early Medieval Peninsular India, in Journal of the Economic and Social History of the Orient, Brill 2004).

Spero questi appunti ti abbiano appassionato come hanno appassionato me, fammelo sapere nei commenti o via mail.

Ora torno in biblioteca

Gioia – Salute – Prosperità

sabato 30 ottobre 2021

L’EQUINOZIO DEGLI DÈI

Aleister Crowley

L’EQUINOZIO DEGLI DÈI

Liber ABA - Libro Quattro

Parte IV: Thelema - La LeggeTesto curato, annotato e introdotto da Hymenaeus Beta

L'equinozio degli dei

Con L’equinozio degli dèi si completa la pubblicazione della nuova edizione di 'Magick', curata e introdotta da Hymenaeus Beta, che offre un approfondito apparato critico e storiografico all’opera più importante di Aleister Crowley, ripristinando passi e note esclusi da tutte le edizioni precedenti. La quarta parte del Liber ABA offre un resoconto autobiografico di come Crowley pervenne alla ricezione della pietra angolare di Thelema, Il Libro della Legge, e consegna al lettore una nuova appendice che tratta delle sue implicazioni cosmografiche, etiche e religiose. Oltre al testo de 'Il Libro della Legge' e del suo Commento, questa edizione comprende la riproduzione del manoscritto originale e quella della 'Stele della Rivelazione'.

collana L’OCCULTO (argomento: MAGIA, OCCULTISMO, ESOTERISMO)

ISBN 978-88-340-1822-4

uscita settembre 2021

pagine 224, ill., con 2 tavole a colori

prezzo € 18,00

domenica 24 ottobre 2021

Tra codici e manoscritti spunta il testamento di San Carlo Borromeo

tratto da "Il Giornale" dell'8 marzo 2021

Si apre l’appuntamento più importante per i collezionisti. La Biblioteca di via Senato acquisirà il "Fondo Strehler"

di Redazione

Pergamene, codici miniati, raf­finate incisioni, mappe e incuna­boli, ma soprattutto rare edizioni di classici, preziosi testi scientifici e di medicina, perfino trattati di esoterismo e atlanti illustrati del ‘500 -‘600. Sono alcuni dei «tesori» che si potranno ammirare alla 22˚ edizione della Mostra del Libro An­tico, la prestigiosa fiera internazio­nale di bibliofilia promossa e orga­nizzata dalla Biblioteca di Via Se­nato presieduta da Marcello del­­l’Utri, in programma dall’11 al 13 marzo al Palazzo della Permanen­te (via Turati 34, dalle 11 alle 19, tel. 2 -21023079). L’appuntamento, che ogni anno supera i diecimila visitatori da tutto il mondo tra col­lezionisti, antiquari e appassiona­ti, è stato annunciato ieri dal sena­tore Dell’Utri insieme al presiden­te Mediaset Fedele Confalonieri. La presentazione è stata anche l’occasione per annunciare l’im­minente acquisizione, da parte della Biblioteca, del prezioso Fon­do «Giorgio Strehler», contenente manoscritti, documenti ufficiali, sceneggiature e filmati del grande regista e fondatore del Piccolo di Milano. Tornando alla mostra, quest’anno accanto alle rarità sele­zionate dalle migliori librerie anti­quarie italiane e internazionali ( ol­tre sessanta sono gli espositori, di cui un terzo stranieri), la Bibliote­ca di via Senato espone una selezio­ne di propri manoscritti e autogra­fi, alcuni dei quali inediti, come il carteggio di Vincenzo Mortillaro, i documenti dei fondi Mario De Mi­cheli e dell’editore Sommaruga o il prezioso testamento spirituale di Carlo Borromeo (un Libro d’Ore su pergamena con firma autogra­fa), ai quali si aggiungono le carte provenienti dall’archivio Malapar­te e le controverse agende di Mus­solini, in corso di pubblicazione da Bompiani. Quanto alle altre «meraviglie» in mostra, c’è solo l’imbarazzo della scelta: si va dalla rarissima edizione originale di La Guerre. Une poésie di Ungaretti, una delle 80 copie firmate dall’au­tore, stampata a Parigi nel 1919 e presentata da Il Polifilo, al pamph­le­t di Ezra Pound Oro e lavoro pub­blicato a Rapallo nel 1944 e propo­sto da Carattere, fino a La Gerusa­lemme liberata di Torquato Tasso di Goriziana, del 1745, con le figu­re di Gian Battista Piazzetta. Per ar­rivare alle venticinque poesie di Tristan Tzara “Dada”del 1918,con dieci illustrazioni originali di Hans Arp (Antiquariat Hans Lindner), o alla prima edizione di 44 esempla­ri numerati di Los Versos del Capi­tan di Pablo Neruda, dedicati al­l’­amante Matilde e pubblicati ano­nimi a Napoli nel 1952 per non feri­re la moglie Delia del Carril (Stu­dio Bibliografico Marini). Numerosi i testi scientifici (co­me l’editio princeps di Galilei, Gali­leo. Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari del 1613, offerta da Bado e Mart Antiquariato; o il Trattato della sfera , sempre di Gali­leo, pubblicato postumo nel 1656 ed esposto da Lex Antigua) e le in­cursioni nell’esoterismo, nella reli­gione e nella geografia: dal ra­ro esemplare completo del primo atlante dedicato alle cit­tà­d’Italia di Francesco Bertel­li, del 1629 (Libraire Ancien­ne des Trois Islets) a La geogra­fia di Claudio Ptolemeo Ales­sandrino del 1547, considera­to il primissimo libro illustra­to del nuovo mondo ( Alessan­dro Meda Riquier), fino al raf­finato Isolario, nel qual si ra­giona di tutte l’Isole del Mon­do dell’artista e miniatore Be­nedetto Bordone ( 1534), espo­sto da Panini, con splendide map­pe del nuovo mondo. Non manca­no le curiosità, come l’edizione francese del 1925 del volume Ri­tratto di Luisa Baccara ((Il Pensa­toio), reso unico dalla dedica auto­­grafa, del febbraio 1926,dell’aman­te e compagno Gabriele D’Annun­zio: A Rosafosca eufonica e nottur­na, il suo Gabriele.

sabato 16 ottobre 2021

Le illusioni dell'Illuminismo (esoterico)

tratto da "Il Giornale" del 26 ottobre 2005

di Redazione

Uno degli scrittori che amo di più, e secondo me uno dei migliori in Italia, è Massimo Introvigne. I suoi libri mi piacciono e m'interessano sempre, al di là dell'interesse suscitato dal tema specifico trattato. Ne Gli Illuminati e il Priorato di Sion (Piemme, pagg. 216, euro 25) l'argomento, per esempio, sono due società segrete che, come molti sapranno, compaiono nei super best-sellers di Dan Brown, Il Codice Da Vinci e Angeli e demoni. Al sottoscritto, che non è stato conquistato dai due libroni, le confutazioni di Introvigne sul merito non interessavano molto: mi trovavo d'accordo a priori con Introvigne, prima di leggere il libro - lo so, è scorretto ma è così. Ma il valore del suo libro va al di là dello specifico contenuto, aiutandoci a chiarire meglio alcune dinamiche della cultura dell'epoca moderna. E lo fa immettendoci nel secolo più problematico, il Settecento, quando «una parte della classe dirigente, abbandonato il cristianesimo, oscilla (...) fra il non credere a nulla e credere a tutto». Su questa credulità generata dall'apostasia si fonda l'ambiguità stessa del termine «illuminismo», traduzione scorretta ma in fondo non erronea delle Lumières francesi, ossia dei Lumi. Scorretta perché esisteva un illuminisme in Francia, termine che designava forme mistico-esoteriche, sia cattoliche che protestanti. Non erronea perché, di fatto anche il disincanto illuminista tende ad ammantarsi di forme rituali esoteriche. È in quest'epoca che la Massoneria, proponendosi alle classi più elevate, cerca di cancellare le proprie umili origini e si dota di un passato nobile ma del tutto fittizio, resuscitando ad esempio i Templari (morti da secoli) e ricollegando i neonati Illuminati di Baviera nientemeno che all'apostolo Giovanni.

Io voglio qui soffermarmi sul fatto che un pensiero anticristiano e irreligioso si affermi attraverso società segrete, rituali talvolta magici, conventicole, iniziazioni. Nulla nasce dal basso, sono sempre piccoli gruppi di potenti e di intellettuali, sono le élites gli strumenti di propagazione di questo nuovo pensiero. E questo modello si è mantenuto nel tempo, nei più diversi ambienti, fino a diventare il modello diffusivo della cultura moderna. È il contrario dell'annuncio cristiano. Questo, infatti, si diffonde attraverso la missione personale, senza segreti (Dio stesso non ha segreti con il Figlio, e il Figlio racconta ai suoi amici tutto ciò che il Padre gli ha rivelato), mentre la diffusione del pensiero anticristiano si basa sull'invidia, sul desiderio smodato di entrare nelle grazie dei potenti, di essere messi a parte dei loro segreti.

I tempi non sembrano, in questo, essere cambiati. Dalle logge segrete all'Isola dei Famosi. Entrare in quelle stanze, mettere piede su quell'isola: questo è il problema.


mercoledì 13 ottobre 2021

Un fascicolo top secret della magistratura indaga su vecchi e nuovi riti

tratto da "Il Giornale" del 10 marzo 2008

Capocotta, la villa di Plinio, le grotte di Gasparone e la necropoli di Pianabella lo scenario preferito dai seguaci di Belzebù

di Stefano Vladovich

Sei sei sei: i numeri della Bestia. Esoterismo, sette misteriose, magia nera, sabba al chiaro di luna e incontri notturni fra iniziati dell'ultima ora. Per gli esperti il territorio sul mare di Roma avrebbe influenze e attrazioni paranormali. Tanto che il lato oscuro del litorale finisce in un'indagine top secret della magistratura. Un fascicolo aperto da tempo e mai chiuso.
Informative a dir poco riservate parlano di fantomatici incappucciati a Capocotta, inquietanti fiaccolate, macabri resti di riti pagani consumati all'ombra di antiche rovine. Lo scenario? La villa di Plinio, la necropoli di Pianabella, Malafede, le grotte di Gasparone e la vecchia ansa del Tevere. «Cavalieri del Nulla», vecchi e nuovi adepti di Belzebù si aggirerebbero ancora fra i pini marittimi e le farnie secolari. E c'è chi giura e spergiura che un vertice del triangolo maledetto della stregoneria sia proprio qui. Un'area che corrisponde al sito altrettanto leggendario dell'antica Politorium, mai venuta alla luce. Un villaggio di pastori nel territorio dell'allora potente Lavinium (Pratica di Mare).
E che dire di Ficana, altro insediamento devastato dal passaggio dei primi romani? Mostra ancora oggi dalle parti di Dragona prove certe di un incendio scoppiato alla fine del VII secolo prima di Cristo. I fantasmi dei vinti si aggirerebbero senza pace fra la tenuta presidenziale, Castelfusano e l'Infernetto, mai nome tanto azzeccato. Le loro anime dannate ispirerebbero da oltre un secolo centinaia di seguaci del demonio. E per non farsi mancare nulla, riti woodoo verrebbero regolarmente celebrati fra Casalpalocco e la spiaggia di Torvaianica in località Zingarini, il tratto d'arenile dove mezzo secolo fa viene rinvenuto il cadavere di Wilma Montesi. Mentre qualcuno racconta ancora del sabba più importante dell'anno, quello svolto alle soglie del nuovo millennio fra le rovine della «villa di Plinio», è allarme rosso per il capodanno di Satana, notte in cui il Demonio soddisfa ogni richiesta. Per gli esperti della Curia romana la messa nera più cruenta, in cui gli adepti di Satanasso dovranno respingere gli influssi «malefici» usando ogni mezzo.
A contrastarli una speciale task force istituita all'indomani degli omicidi attribuiti al gruppo Bestie di Satana, contro il dilagare dell'esoterismo. Marco Dimitri, presidente dell'associazione culturale Bambini di Satana, respinge gli attacchi difendendo il diritto al paganesimo. «C'è troppa confusione. A Roma persone facoltose e studenti riescono a sposare la macumba africana - spiega Dimitri - al satanismo cristiano in un connubio da far rabbrividire persino gli occultisti di strada: croci capovolte, candele, statue del "maligno", sangue di gallo, riti africani e, ovviamente, la pedofilia che nei rituali satanici (a detta del gruppo di ricerca e informazioni sulle sette gestito dalla Curia romana) c'è sempre. È l'ennesimo attacco alla società multietnica, alle forme di pensiero pagane, al satanismo. Pista, d'altro canto, attendibilissima secondo gli inquirenti». I satanisti stuprano i bambini, li portano nei cimiteri con persone della «Roma bene», li violentano mentre danzano la macumba che, fra l'altro, col satanismo c'entra poco.