domenica 16 ottobre 2016

Dal Caos all’Ordine: Biocentrismo e Meccanica Quantistica

Sabato 29 Ottobre 2016 e.v. alle ore 21,15 presso i locali del Centro Studi e Ricerche C.T.A. 102 - Via Don Minzoni 39, Bellinzago Novarese (NO) - nell’ambito delle serate dedicate agli “Incontri con l’Autore”, la nostra Associazione ha il piacere di invitarvi ad un’interessantissima serata in compagnia di IOANNIS TSIOURAS che parlerà sul tema:
“Dal Caos all’Ordine: Biocentrismo e Meccanica Quantistica”





La conferenza, che fa da sfondo alla presentazione del libro di Ioannis Tsiouras “E come stella in cielo il ver si vide” – Edizioni Giuseppe Laterza/ Ebook edizione Youcanprint – ha l’intento di diffondere contenuti di stampo saggistico-divulgativo di tipo esoterico, filosofico, scientifico e teologico.
Si tratta di un viaggio nella conoscenza. L’intento del libro, e di questa conferenza, è quello di indurre a riflettere e a seminare dubbi. Nel corso della serata verranno presentate specifiche curiosità che avranno lo scopo di stimolare l’uditorio a proseguire e ad approfondire gli argomenti trattati. In questa presentazione l’autore non intende quindi rivelare alcuna verità, ma semplicemente fornirà a chi sarà presente quegli elementi che possono risultare utili ed essenziali alla ricerca della verità stessa.
L’argomento centrale che permea e fa da filo conduttore lungo tutta l’opera è il motto esoterico: Ordo ab Chao (Ordine dal Caos)! Ogni trasformazione ha una causa; all’origine della catena di cause-effetti doveva esserci una causa “prima” priva di causa, ovvero una fonte originaria del moto priva di moto. A questa causa, che rappresenta la causa ultima del divenire dell’universo, Aristotele ha dato il nome di “motore immobile” o “primo motore” (in greco πρῶτον κινοῦν ἀκίνητον). Il motore primo aristotelico doveva essere una sostanza “sovrasensibile”, eterna, immobile, incorporea, priva di grandezza e di parti e sempre in atto. Esso avrebbe mosso direttamente il primo cielo, non per contatto (poiché è immateriale), ma “come oggetto d’amore”, ossia come causa finale: l’amore che move il sole e l’altre stelle di Dante.
Gli scienziati nel loro modello termodinamico dell’universo hanno individuato due tendenze segnate da due frecce che hanno una direzione opposta all’altra: la freccia pessimistica e la freccia ottimistica.
La caratteristica principale della termodinamica è il tempo e il tempo è percepito dall’uomo attraverso il mutamento che nella scienza si chiama entropia trattata dal 2° principio della termodinamica. Secondo questo principio, dunque, l’entropia esprime il grado di disordine in un sistema e che aumenti con il trascorrere del tempo, mentre la sua energia disponibile e utilizzabile, diminuisce continuamente. Questo fino a quando l’energia ordinata, cioè quella utilizzabile, venga esaurita e l’universo avrà la Morte Termica (massimo disordine, massima entropia ed energia da utilizzare pari a zero).
La freccia pessimistica del tempo è segnata dall’entropia e porta verso la distruzione e verso la degradazione e la morte. La freccia ottimistica del tempo è segnata dalla neghentropia (entropia negativa) che spinge verso l’aumento dell’ordine e verso la vita.
Vivere è conoscere, apprendere, comunicare e sapere. La cognizione coincide con il processo stesso della vita. Lo spontaneo emergere di un nuovo ordine nel percorso evolutivo, che costituisce la base stessa della creatività vitale, ha donato all’Homo sapiens diverse proprietà emergenti. I processi vitali sono associati alla dimensione cognitiva della vita, e l’emergere, attraverso gli stati di maggiore complessità e organizzazione, di un nuovo ordine ha portato allo sviluppo del linguaggio e dell’autocoscienza, che conferisce alla mente umana la facoltà del libero arbitrio, secondo la quale ogni persona è libera di fare le proprie scelte e di prendere decisioni in base alla volontà.
È incredibile come l’uomo sia riuscito a partorire la sua esistenza nel tempo e nello spazio. Di punto in bianco ha avuto consapevolezza di essere un vivo osservatore estraneo al grande e meraviglioso spettacolo della terra. Per Newton lo spazio e il tempo erano due entità assolute e immutabili e l’universo era un ambiente rigido e inalterabile. La fisica classica newtoniana concorde perfettamente con l’esperienza di tutti i giorni, ma non è più valida per le velocità che si avvicinano alla velocità della luce del mondo subatomico e intergalattico dove il tempo non scorre con la stessa velocità. Queste scoperte hanno scatenato una vera rivoluzione, che ha comportato una revisione delle leggi della fisica newtoniana.
La meccanica quantistica ha messo in discussione il fondamento stesso della concezione meccanicistica del mondo, cioè il concetto di realtà della materia. Mentre la fisica classica che esprime l’intuizione umana descrive una realtà in cui le cose sono sempre in un certo modo, la meccanica quantistica descrive il mondo in uno stato confuso, indeterminato, apparentemente incoerente, nel quale le cose sono in parte in un modo e in parte in un altro e si lavora con la probabilità. Le cose diventano certe solo quando un’osservazione o una misurazione adeguata le costringe ad abbandonare le possibilità quantistiche e a scegliere una tra le alternative. L’osservazione o la misurazione rileva la realtà e in quel momento la “funzione d’onda collassa”.
La meccanica quantistica rivela una fondamentale unità dell’universo: mostra che non possiamo scomporre il mondo in unità minime dotate di esistenza indipendente. Più entriamo in profondità nella materia, più ci accorgiamo che non esiste nessun mattone fondamentale isolato come gli atomi così come avevano pensato gli atomisti, ma sveliamo una rete di relazioni dinamiche tra le varie parti del tutto.
La meccanica quantistica ha cambiato i riferimenti facendo salire l’uomo sul palcoscenico trasformandolo nel protagonista di questo meraviglioso spettacolo che è la vita! Siamo noi, gli attori-spettatori, a creare lo spettacolo; ognuno per conto proprio contribuisce ed è responsabile della sua realtà.
La scienza, dunque, ha cambiato nel tempo l’idea sulla realtà: la fisica Galileiana, Newtoniana e la relatività di Einstein, avevano considerato l’uomo come un semplice osservatore della realtà. Con l’avvento della meccanica quantistica la scienza ha rivalutato l’uomo e da semplice spettatore lo ha fatto diventare protagonista facendolo salire sul palcoscenico della realtà della vita.
I tentativi di riunire tutte le forze per produrre una struttura unica e comune, la Teoria del Tutto (il LOGOS di Eraclito), come il modello delle stringhe e la teoria M, richiedono l’ipotesi di almeno otto dimensioni spaziali e una temporale, nessuna delle quali ha una vaga reminiscenza nell’esperienza umana, né tanto meno può essere verificata sperimentalmente in alcun modo, ma soprattutto non coinvolgono la coscienza.
La scienza moderna non riesce ancora a dare una risposta soddisfacente a questa domanda: qual è la natura di questa cosa che chiamiamo realtà, dell’universo nel suo complesso? Questo perché nelle equazioni della Teoria del Tutto, manca un elemento cruciale del cosmo. Questo elemento è la coscienza. La nuova Teoria del Tutto dovrebbe considerare che gli elementi fondamentali della realtà siano fatti di coscienza.
Il nuovo paradigma della realtà, dunque, sviluppato da R. Lanza, si chiama Biocentrismo.
Secondo il Biocentrismo è l’osservatore vivente che crea la realtà. Ciò che noi percepiamo come reale è un processo che coinvolge la nostra coscienza. Non può essere percepito nulla che non abbia interagito con la nostra coscienza, quindi il mondo esterno deve essere correlato alla coscienza. Il mondo esterno e la coscienza sono correlati.
Secondo il Biocentrismo di Lanza, non esiste alcun universo fisico al di fuori della vita e della coscienza. Nulla è reale prima di essere percepito. Non c’è mai stato un tempo in cui sia esistito un universo esterno, silente, dal quale sia sbocciata la vita casualmente in un tempo successivo. Spazio e tempo esistono solo come costruzioni mentali, come strumenti per la percezione. Gli esperimenti in cui l’osservatore condiziona i risultati sono facilmente spiegabili dall’intercorrelazione tra coscienza e universo fisico. La natura e la mente non sono irreali, sono correlate. Non viene assunta alcuna posizione riguardante Dio. … … come pensava Parmenide e come noi sappiamo, il tempo non esiste eccetto come idea dell’Ora. Perciò, “passato” e “futuro” sono illusioni. E con questo, ogni nozione che dipende dal tempo, compreso il fatto che noi che esistiamo come consapevolezza, non cesseremo mai di essere.
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Quanti veli la scienza dovrà ancora levare per vedere la “vera” realtà? E questa realtà esiste davvero?
E se esiste perché esiste cosi? E perché avviene tutto questo?
I veli che abbiamo davanti ai nostri occhi sono “forse “molteplici. Quello che noi percepiamo è la realtà o è un’illusione? Le reti neurali dei nostri sensi e del cervello creano e perpetuano l’illusione che si ha quando si osserva il triangolo di Kanitza con i suoi falsi lati e l’interno chiaro.


Anche in questa occasione il nostro Centro si pregia di invitarvi ad un evento di grande interesse a cui, naturalmente, non dovete assolutamente mancare!

La partecipazione a questa serata è soggetta a Tesseramento A.S.I. ed è obbligatoria la prenotazione da effettuarsi chiamando il numero 3803149775 o scrivendo a: cta102@cta102.it

Si precisa inoltre che la sola adesione all’evento effettuata su Facebook non è considerata una prenotazione valida.

Per i nostri Associati che volessero seguire la conferenza a distanza sarà naturalmente disponibile il collegamento in streaming video.

giovedì 13 ottobre 2016

"SEGRETI, NEMICI, GENIALITA' DEI TEMPLARI"

CSA Petrarca Onlus in collaborazione con Viriditas Energia verde vitale. - Fondazione per Leggere - Comune di Morimondo

invita alla Conferenza

"SEGRETI, NEMICI, GENIALITA' DEI TEMPLARI"
"Cavaliere è l'uomo in cammino per un fine superiore. Non è importnate la meta, ma il cammino"

SABATO 15 OTTOBRE 2016
ORE 15:30

Abbazia di Morimondo - Via Fratelli Attilio
Sala conferenza Pro Loco

Sarà un tema poliedrico tra storia e mito.
INTERVENGONO:

- Lucia Zemiti "Segreti e bugie della cappella di Rosslyn"
Studiosa di storia medievale, in particolare dell’ordine monastico Cistercense e di quello Templare, nella sua relazione parlerà della cappella di Rosslyn, diventata nel tempo un'icona Templare. Tra i tanti miti e dubbi, due certezze alimentano il fascino di questa splendida collegiata scozzese.

- Roberto Gariboldi "I nemici dell'Ordine del Tempio: Filippo il Bello e Clemente V"
Archivista, saggista storico e vice presidente del CSA Petrarca Onlus, nel suo intervento descriverà il complotto ordito dai maggiori responsabili della distruzione dell'Ordine templare, re Filippo il Bello e papa Clemente V e le conseguenze negli equilibri tra Cristianesimo e Islam.

- Massimo de Rigo "Lo scrigno della sapienza templare"
Studioso di esegesi storica del territorio e presidente del CSA Petrarca Onlus, nella relazione analizzerà alcuni aspetti dell'Ordine del Tempio non militari, ma legati alla conoscenza appresa nei due secoli in Terrasanta: dall'imponenza delle cattedrali gotiche alla tutela delle reliquie più preziose della Cristianità, alle innovazioni tecnologiche con riflessi anche sul territorio milanese.


INFORMAZIONI:
CSA Petrarca Onlus Massimo de Rigo cell.339 4448574 mail.derigomassimo@gmail.com
Viriditas Energia verde vitale. Lucia Zémiti cell.328 9272193 mail.pirula8@yahoo.com

mercoledì 12 ottobre 2016

Thug: i mitici strangolatori indiani

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleone.it/thug-i-mitici-strangolatori-indiani/

Tra religione e criminalità, nota sui Thug.

 

Le sette sono spesso dipinte come un’entità fortemente chiusa, avvolta intorno ad alcuni segreti fondamentali per il mantenimento del gruppo, spesso focalizzano i propri intenti nella figura del leader, considerato un riferimento fondamentale al quale obbedire ciecamente.

La storia delle religioni e della cultura è ricca di esperienze di gruppi esoterici che possono essere definiti sette: quasi sempre il loro operato e i loro riti sono indicati come pratiche in forte contrasto con la legge della religione dominante e quella degli uomini.

Ad esempio, chi ha letto i romanzi di Emilio Salgari, ricorderà le violente lotte contro i Thug nelle foreste indiane. Ma si tratta solo di finzione letteraria, un prodotto della fantasia di un grande narratore o dell’eco di una setta realmente esistita?

Salgari probabilmente attinse alla cronaca degli esploratori: le vicende dei Thug (questa parola deriverebbe dal vocabolo indiano tradimento) che ritroviamo nel romanzo I misteri della Giungla Nera (1887), erano la trasposizione letteraria della lotta da parte dei colonizzatori inglesi alla setta chiamata Phansigar (che significa strangolatori) o Thug, che tra mito e storia sono stati parte integrante della tradizione indiana. Questa descrizione ricorda e porta ad associare i Thug al gruppo dei Sagartii citati da Erodoto che narra come gli aderenti di questo gruppo avessero l’abitudine di usare come arma, accanto al pugnale, anche un laccio di cuoio abilmente utilizzato per strangolare i nemici. Al posto del laccio di cuoio si attribuisce ai Thug l’utilizzo del rumal un fazzoletto di seta che gli stessi assassini portavano a modo di sciarpa o turbante, per poi utilizzarlo al momento giusto come strumento di morte. Ma perché lo strangolamento? I miti e le leggende narrano di come Kālī bevesse, durante il combattimento, ogni goccia del sangue del demone Asura Raktavìja, poiché se queste avessero toccato terra ogni goccia avrebbe generato un nuovo demone. Quindi il non spargimento di sangue potrebbe derivare dal non permettere al “male” di propagarsi. I miti Thug vogliono che essi stessi siano nati dal sudore delle braccia della dea:

    "Un demone aveva distrutto l’umanità divorando gli uomini via via che venivano creati. Era così grande che il mare gli arrivava alla cintola. Kali era partita alla riscossa e lo aveva ucciso. Ma da ogni goccia del sangue ne nasceva un altro. La dea aveva ucciso anche questi, ma anche da questi erano nati tanti demoni quante gocce di sangue la dea aveva versato. Ma mentre secondo gli indù ortodossi Kali aveva risolto il problema della moltiplicazione dei demoni leccando il sangue che colava dalle loro ferite, i Thag sostenevano che Kali si era stancata e aveva creato due uomini dal sudore delle sue braccia. Aveva dato due sciarpe a questi due primi Thag ordinando di uccidere tutti i demoni senza versare neppure una goccia di sangue. I Thag avevano obbedito e poi avevano restituito le sciarpe alla dea. Ma Kali gliele aveva lasciate per ricordo e per assicurare un santo e onorevole mestiere a loro e ai loro discendenti. Ai due uomini non solo era stato permesso ma addirittura raccomandato di uccidere gli uomini così come avevano fatto con i demoni. Chi nasceva membro della setta non poteva rifiutare il dovere dell’assassinio rituale".[1]

Si vuole che sia stata la stessa dea Kālī a fondare la setta, insegnando loro come uccidere i nemici. Le armi dei Thug erano: il coltello ricavato da una costola della dea, la piccozza ricavata da uno dei suoi denti e il laccio per strangolare ricavato da un orlo del sari di Kālī. Venivano risparmiati dai Thug, le donne, i portatori di difetti ed infermi, ed i bambini che non venendo uccisi venivano iniziati alla setta. Si vuole che fossero anche risparmiati, carpentieri, tagliatori di pietra e carpentieri in quanto mestieri sacri alla dea Kālī.

La setta dei Thug non era una associazione di banditi, ma un vero e proprio gruppo religioso, che uccideva le vittime non per scopi di lucro, ma per la sola necessità di procacciarsi delle vittime da sacrificare alla divinità. Dopo gli omicidi rituali i membri della setta si riunivano per celebrare una specie di banchetto simbolico in cui preghiere e altre pratiche avevano il ruolo di consolidare la coesione del gruppo. Tutti gli aderenti alla setta dei Thug erano a conoscenza del Ramasi, una sorta di codice segreto tramandato di padre in figlio e negato a tutti i non adepti. La lotta degli Inglesi condotta con i noti Fucilieri del Bengala contro i Phansigar, portò alla scomparsa della setta, la cui struttura fortemente chisa ha fatto sì che molti dei loro segreti siano andati completamente perduti con gli ultimi membri di un gruppo che grazie ad Emilio Salgari può ancora riemergere dalla storia ed entrare nel mito. Secondo alcuni i Thug non si sono mai estinti davvero ed ancora oggi alcune misteriose sparizioni sono opera loro…

[1] In Alessandro Grossato, La via dei ladri in India.

martedì 4 ottobre 2016

A caccia di streghe con i "Libri in cantina"

tratto da Il Giornale del 28/9/2016

La mostra della piccola e media editoria "Libri in cantina" va di scena a Susegana (Treviso). Tra i libri presentati c'è un interessante volume sulla stregoneria

di Raffaello Binelli

Il prossimo 1 e 2 ottobre a Susegana (Treviso) si svolge la mostra della piccola e media editoria "Libri in cantina".

Tra i numerosi volumi che verranno presentati ce n'è uno che parla di stregoneria: "A caccia di streghe nei domini della Serenissima" (Itinera Progetti Editore) a cura di Mauro Fasan.

Un fenomeno, quello della stregoneria, che nel corso degli anni ha ispirato saggi e trattati, romanzi e fiabe. Nel territorio oggi racchiuso fra le province di Treviso e Pordenone fra il 1500 e il 1600 si sono svolti decine di processi per stregoneria.

Sotto questa etichetta comune infatti, in quegli anni di grande fermento religioso, spesso l’Inquisizione raggruppò luterani e benandanti (appartenenti ad un culto pagano-sciamanico contadino basato sulla fertilità della terra diffuso in Friuli), guaritori e astrologi a vario titolo accusati di rapporti con il diavolo.

Attraverso una minuziosa analisi di documenti e cronache dell’epoca l’autore ricostruisce alcuni fra i principali processi nei quali furono coinvolti anche importanti nobildonne ed esponenti dell’aristocrazia veneta, oltre al celebre mago Aquino Turra, un personaggio di primo piano attorno a cui hanno ruotato storie curiose: presunto stregone nonché abile donnaiolo, era figlio di un prete e venne perennemente inseguito dai mariti traditi. E poi le streghe di Meduna (e Pasiano), da cui si comprende molto bene quanto la stregoneria fosse diffusa in tutte le classi sociali e vissuta come una cosa normale, un aspetto della vita quotidiana.


mercoledì 28 settembre 2016

ELEMENTI DI TEURGIA - HEPTAMERON

“Nel gregge della fatalità non cadono i teurghi.” (Oracoli caldaici, frammento 153.)


 «La Magia Cerimoniale è una operazione con la quale l’Uomo cerca di costringere, con il gioco stesso delle Forze Naturali, le Potenze invisibili dei diversi Ordini ad agire secondo ciò che da esse richiede. A questo scopo, le afferra, le sorprende, per così dire, proiettando delle Forze di cui egli stesso non è padrone, ma alle quali può aprire delle vie straordinarie, in seno stesso della Natura. Donde Pentacoli, sostanze speciali, condizioni rigorose di Tempo e di Luogo che occorre osservare pena i più gravi pericoli. Poiché, se la direzione ricercata è un pochino imperfetta, l’audace è esposto all’azione delle “Potenze” nei cui confronti non è che un granellino di polvere... » (Charles Barlet: l’«Initiation», numero di Gennaio 1897).

Originariamente la Teurgia (dal greco antico θεουργία theurghía) era un’arte riservata ai sacerdoti , attraverso la quale si anelava alla manifestazione della divinità su questo piano. Ciò poteva avvenire sia cercando di far precipitare la divinità all’interno di un corpo, in genere una statuetta di creta, inanimato, oppure all’interno di un essere umano. Entrambe le operazioni si articolavano in complessi rituali cadenzati da solenni gesti, profonde orazioni, simboli magici e preceduti da immancabili purificazioni. Attorno al reale valore della Teurgia molto ci lascia intuire il significato di questa parola, che altro non è che “opera attraverso Dio” oppure “opera per mezzo di Dio”.
Ecco quindi quella che dovrebbe essere, se correttamente compresa, la profonda differenza fra Teurgia e Magia. Mentre la seconda opera, attraverso le forze naturali, volta al fine di conquistare un vantaggio personale, la Teurgia si compie tramite l’assistenza del divino e non ha finalità egoistiche.
Come già accennato in precedenza l’assenza di tale comprensione, il volgere la Teurgia a finalità personali, comporta inevitabilmente il suo declassarsi ad operazione magica. Mi permetto, giunto a questo punto, di spendere ulteriori considerazioni per meglio chiarire la questione di cui stiamo trattando.

Tratto da: "ELEMENTI DI TEURGIA - HEPTAMERON"
Edizioni Lulu http://www.lulu.com/spotlight/lachimera70
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sabato 24 settembre 2016

L’inizio del cammino della Trasformazione Spirituale

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleone.it/linizio-del-cammino-della-trasformazione-spirituale/

Appunti di Trasformazione Spirituale parte I

Questo è il primo post della serie: Appunti di Trasformazione Spirituale. All’inizio dovevano essere appunti di Alchimia Spirituale, oggi la parola Alchimia genera troppi fraintendimenti ed aspettative. Questa serie di appunti, non hanno ancora una loro organicità esplicita, al momento vengono resi così come sono nati. In futuro probabilmente verranno organizzati in modo migliore. Sono stato tentato di sostituire la parola Spirito con Pneuma, ho evitato questa sostituzione per rendere più fruibile, spero, nell’immediatezza il senso di questi articoli.

Ci sono momenti che creano stupore ed ai quali non si è mai pronti, come non si è mai pronti a tutte le prove iniziatiche. L’essere umano è un grande fruitore di energie, di qualunque tipo e genere. Non solo ne fruisce, ma le trasforma. È la trasformazione ad essere la chiave di volta celata dietro le parole dei Maestri. Parole spesso e volutamente criptiche o giocate su una molteplicità di significati e significanti, quasi a voler far sottoporre alla “prova del labirinto” coloro che osano andare incontro ai Misteri; il più grande da sempre è: CONOSCI TE STESSO (e consocerai gli uomini e gli dei). Trasformare un’energia negativa come il rancore, l’astio, la rabbia in una energia positiva come l’affetto, la “serenità” o l’Amore, è cosa più facile a dirsi che a farsi. Spesso si leggono intere biblioteche, si riflette lungamente ma senza successo. Ed è giusto che sia così. Oltre al volere, sapere, osare tacere dell’ermetismo c’è dell’altro, queste sono caratteristiche degli Iniziati che hanno già sublimato o perfezionato la loro “umanità”. Il salto nella trasformazione, tolte le doti naturali insite in ognuno, è una vera è propria iniziazione. Da non confondersi con una auto iniziazione, ammesso che esista la possibilità di auto iniziarsi (questo è un altro discorso). Un esempio pratico potrebbe essere l’incontrare qualcuno che ha profondamente tradito le aspettative che avevate risposto in lui, che vi abbia ferito nell’essenza spirituale e ad un certo punto scoprire che non solo non siete più arrabbiati, ma che una profonda pietas e/o compassione vi lega a lui e subito dopo scoprite di Amarlo e perdonare (che non va inteso come giustificare, ma piuttosto come un rimettere) quanto vi ha fatto o quanto gli avete permesso di fare. Siamo noi in una qualche misura a determinare gli accadimenti della nostra vita e della nostra emotività/spiritualità per esperire quanto di cui abbiamo bisogno e quanto ci può portare ad evolvere. Dopo aver accetto questo nuovo stato di cose, per un’istante potreste percepire il “filo d’argento” che collega il vostro microcosmo al macrocosmo ed avere la netta (folle) sensazione della morte che abbraccia e della luce che si emana dagli antri più remoti dell’essere. Questa iniziazione, potrebbe essere una delle fasi di trasformazione all’interno dell’alchimia (trasformazione) spirituale, paragonabile utilizzando un linguaggio alchemico tradizionale al passaggio dalla nigredo all’albedo (potrebbe essere lo stato di Distillazione e Sublimazione). La parte più interessante forse è quella della “morte”, perché come ogni iniziazione deve far morire, putrefare, una parte o il tutto per dar corso alle successive evoluzioni e cicli di rinascita con un karma più complesso ed una consapevolezza maggiore. Ogni giorno, (vedi ad esempio l’attività cellulare) l’essere umano compie morti e rinascite in tutti gli strati della materia e dell’essere, ma della maggior parte non ne è consapevole, iniziare ad acquisire consapevolezza è come iniziare a respirare in un modo diverso, a vedere più colori ed ascoltare più suoni.

Temo che queste poche righe non siano chiarissime e sono certo che per alcuni genereranno fraintendimenti. Auspico che questi appunti nel loro dipanarsi possano essere sempre più chiari ed essere di una qualche utilità a chi è alla ricerca della conoscenza prima di tutto del proprio essere.

Gioia – Salute – Prosperità