domenica 24 settembre 2023

Zolla scava nella "Tradizione" per scoprire l'Essere perfetto

tratto da "Il Giornale" del 10 Maggio 2023

La sola ragione non è in grado di porsi come guida dell'uomo. E l'apologia del progresso è un veleno

di Luigi Iannone

Lo stigma dell'ottuso reazionario è stato associato ad Elémire Zolla per larga parte della sua vita. Fu attratto dalla mistica e dall'Oriente, sedotto da alchimie, archetipi e sciamani. E poi, peggio ancora, pubblicava con Rusconi, nel cui catalogo volle autori come Ceronetti, Florenskij, Weil, Voegelin e Tolkien. Insomma, vagabondava tra elementi considerati tanto disdicevoli da essere collocato da Umberto Eco tra gli apocalittici.

Eppure, alla fine dei suoi anni rimase incantato dalla Realtà virtuale, «vertice e rovesciamento salutare della rivoluzione industriale». Ciò accadde perché i suoi scritti disegnano un giro polifonico per la rinascita dei valori autentici che mai abdicano ad una ricerca che agisce nel divenire storico. Non certo franando nei luccichii della Realtà virtuale o nei prodigi della tecnica ma, pur saldo sulle verità eterne e leggendo gli eventi con un certo grado di leggerezza, Zolla fu sempre stimolato dalle cose del mondo. Per capirlo, basta leggere uno dei libri più noti, Che cos'è la Tradizione, ora riproposto da Marsilio (pagg. 272, euro 22, a cura di Grazia Marchianò).

La Tradizione a cui fa riferimento, «cui compete la maiuscola» e non è solo cattolica, travalica dottrine e popoli, muta sembianze nel corso del tempo, abbraccia territori disparati, e permane come elemento sovrastorico che trasmette «l'idea dell'Essere nella sua perfezione massima». E lui la cerca incessantemente, anche setacciando la coltre polverosa dell'ordinario.

Bisogna però fare attenzione. Di tradizioni ne esistono tante «poiché anche una masnada di scellerati trasmette al nuovo affiliato le furbizie, le parole di passo, le norme di spartizione» e se si resta ancorati alla superficie inseguendo la natura dell'Essere attraverso dimostrazioni logico-scientifiche si corre il rischio di cadere - come diceva Nietzsche - nella mera idolatria del fatto. Per Zolla, la sola ragione è incapace di definire e rivelare la natura dell'Essere e quindi porsi come guida della vita di ogni singolo uomo.

Il suo è infatti un lavoro di sottrazione e di scavo. Per sottrarsi alla retorica mondana e a quegli interrogativi («i labirinti del nulla») che si pongono continuamente gli uomini, parte dall'esperienza interiore che è altra cosa rispetto al lavoro psicanalitico. Pur critico verso lo storicismo, ricerca gli archetipi e le vestigia della Tradizione lungo i crinali del tempo e l'incedere delle civiltà umane. Ma vaga in tutte le direzioni in modo da poter sfuggire all'identificazione con un tempo storico o una società. Al contempo, non cade nell'errore opposto. Rifugge il mito del progresso e non presta attenzione agli apologeti della nuova religione laica che prende il via con la rivoluzione francese. L'attesa del futuro che attraverso l'uso della ragione sempre emanciperebbe e riscatterebbe la condizione umana, a suo dire, produce odio profondo per l'ascesi e la vita contemplativa e un pericoloso adeguamento allo spirito del tempo diventato egemonico anche all'interno della Chiesa, dove «si è arrivati al diffuso disprezzo per la contemplazione pura».

Il progressismo («vocabolo che è ripugnante pronunciare») non solo crede nella logica inesorabile del mondo futuro ma, concependolo come esito fatale e positivo, discrimina ogni rapporto di trascendenza. Ma c'è un'astuzia sul metodo che rende il mito del progresso subito popolare e fascinoso e verrà segnalata, oltre che da Zolla, anche da Augusto Del Noce: la capacità di attrarre consenso grazie ad una sorta di traslazione del pensiero cristiano, richiamando concetti teologici secolarizzati dove la idealizzazione del futuro sostituisce l'aldilà e la redenzione da Dio è rimpiazzata dall'ideologia umanitaria.

Lungo questa linea il finale pare già scritto. La ricerca fanatica e ossessiva del cambiamento, scuotendo dalle fondamenta le civiltà, non può che avere esisti nichilistici («l'uomo si va pietrificando») e l'assenza di ogni legame non può che condannarci a moderni e sofisticati dispotismi («Maledetto l'uomo che confida nell'uomo!» ricorda Zolla, citando Geremia). I frutti politici del Sessantotto (anche qui ritorna Del Noce) con l'idea di affrancare la parola «autorità» dalla parola «tradizione», sarebbero alcuni dei tasselli più visibili. Il fatto che Zolla anteponga la sapienza tradizionale e la dimensione eterna dell'Essere alla cultura dell'individuo moderno, prometeico, che subordina ogni cosa al divenire, per taluni assume tratti di follia bambinesca, dimensione fluttuante tra il magico e l'aleatorio.

Tuttavia, Zolla ci indica i segni concreti della permanenza perenne della sapienza tradizionale che è «verità segreta esposta in evidenza», che può attraversare molte tradizioni minori («ogni atto umano è nella sua forma ottima un tramite della Tradizione»), concretizzarsi attraverso una serie di strumenti («sacramenti, simboli, riti il cui fine è di sviluppare nell'uomo quella parte o facoltà o potenza o vocazione che si voglia dire, la quale pone in contatto con il massimo di essere che gli sia consentito») e, se proprio non si è ciechi, svelarsi per mezzo di elementi che hanno una materialità percettibile come l'opera di Dante, di Virgilio, di Shakespeare, i canti degli sciamani asiatici o il Partenone.



sabato 23 settembre 2023

A VITORCHIANO NASCE IL MUSEO DEL MISTERO DELLE TERRE SCOMPARSE

tratto da L'Opinione del 02 agosto 2023

di Laura Bianconi


Chi visita il ben curato centro storico di Vitorchiano, il delizioso borgo viterbese circondato da mura duecentesche posto nella Valle del torrente Vezza, s’imbatte in un imponente Moai alto oltre sei metri, che da un affaccio panoramico sembra guardare lontano, quasi a voler rintracciare le sculture gemelle dell’isola di Rapa Nui, in Cile, più nota sotto il nome di Isola di Pasqua. Non è un esemplare originale, ma perché è proprio lì questo singolare e suggestivo monumento realizzato nel 1990 da undici scalpellini Maori provenienti dall’Isola di Pasqua? Perché proprio a Vitorchiano si trova questa riproduzione fedele di un Moai?

L’incipit si deve rintracciare in un’idea del giornalista Mino Damato per la trasmissione della Rai, Alla ricerca dell’Arca, che, all’epoca, propose una interessantissima operazione culturale per salvare e restaurare i Moai che, a causa del tempo e degli effetti atmosferici, si stanno deteriorando. Si trattava di rintracciare una pietra di origine vulcanica non dissimile da quella esistente nell’Isola di Pasqua e, proprio a Vitorchiano, patria del peperino, gli scalpellini di Rapa Nui trovarono la pietra più adatta. Fu così che per mettere alla prova il materiale, gli undici artigiani scolpirono manualmente, con il solo uso di asce e pietre taglienti, un enorme blocco di peperino di circa trenta tonnellate, lasciando a Vitorchiano un monolite che rappresenta un esperimento unico al mondo. Per questo motivo, su iniziativa della Casa Editrice Serena con il patrocinio del Comune, a trentatré anni dalla realizzazione del Moai, è nato l’ambizioso progetto di allestire, a pochi metri dal luogo dove sorge il monolite, un museo dedicato alle civiltà dei continenti scomparsi, a partire, intanto, da Rapa Nui, che secondo alcune ipotesi sarebbe un frammento di terra residuo del leggendario continente sprofondato di Mu, similmente ad Atlantide e a Lemuria. Il progetto, che necessiterà di diverse tappe prima di essere portato al suo pieno completamento, prevede, tra l’altro, la realizzazione di plastici dell’isola di Rapa Nui e fantasiose ricostruzioni di Atlantide sulla base della narrazione lasciataci da Platone nel Crizia e nel Timeo. Inoltre, non si limiterà ad essere solamente una mostra, ma dovrà anche divenire un luogo di incontri per studiosi di archeologia del mistero e di astroarcheologia, ricercatori ed appassionati di arcani.

Il via della mostra, previsto a gennaio del 2024, avverrà con l’esposizione dei reperti originali dell’isola di Rapa Nui appartenenti all’eminente studioso ed esploratore Ennio La Malfa, che costituiranno la prima sezione del mistero dei continenti scomparsi in seguito allo sconvolgimento geologico ricordato nel mito del “diluvio universale”.

 

venerdì 15 settembre 2023

AVIATION YES 2023: AI NASTRI DI PARTENZA LA KERMESSE DEDICATA ALLA CULTURA AERONAUTICA E AEROSPAZIALE

Ai nastri di partenza AVIATION YES che si svolgerà DOMENICA 24 SETTEMBRE 2023 dalle 10 alle 20 nella tecnologica Valle dei Templi  al SIMON HOTEL a Pomezia, un evento Format di creazione della nota manager-ricercatrice dott.ssa Francesca Bittarello con la sua azienda internazionale  LUX-CO EDIZIONI DI FRANCESCA BITTARELLO, dove L'INGRESSO E’ GRATUITO PER IL PUBBLICO. Il pubblico quindi potrà accedere gratuitamente e ad ogni persona che entrerà a AVIATION YES verranno offerti gadget ricordo della kermesse. Il prestigioso evento ha ottenuto alla sua seconda edizione il Patrocinio sia del COMUNE DI POMEZIA che dell'AERO CLUB D'ITALIA,  oltre alla prestigiosa  partecipazione dell' AERONAUTICA MILITARE che sarà presente con un punto informativo presso il quale il pubblico potrà avere notizie sui Concorsi di Forza Armata e ricevere materiale promozionale del Centenario. Tante altre le partecipazioni di rilievo e caratura internazionali tra le quali in Conferenza l’Ing. Aerospaziale Roberto Somma, una autorità del settore al quale gli è stato intitolato anche un asteroide, il Gen. Domenico Rossi Già Sottosegretario alla Difesa, il Gen. Gianpaolo Maniscalco attuale direttore dell’ Aero Club D’Italia e tante altre personalità.

Il pubblico che accederà ad AVIATION YES troverà inoltre 7 Mostre esclusive che vanno dall’esposizione dell’ Arch. Paolo Monti sull’ F104 all’infrarosso con grandi pannelli fotografici, all’Esposizione di modelli in larga scala dei velivoli italiani dalla seconda guerra mondiale ad oggi del Museo dello sbarco di Anzio per i 100 anni dell’ Aeronautica Militare, alla rara Collezione  Aquile Rosa sulle aviatrici sino al 1950 con materiale originale dell’organizzatrice Francesca Bittarello, alla mostra di razzi con rampe comprese in scala dell’Italian Rocketry Society erede della federazione missilistica italiana, all’ esposizione di satelliti in scala e altre mostre a carattere aerospazio e aviazione. Il pubblico   potrà assistere in una unica giornata anche alle Conferenze difatti la tecnologica e vasta VALLE DEI TEMPLI sarà suddivisa in 3 moduli ognuno dotato di maxi schermo e ogni modulo sarà monotematico, un modulo comprenderà le mostre, in un modulo  si svolgeranno le conferenze e nel modulo centrale si troverà il punto informazioni dell’Aeronautica Militare e sarà allestito per la stampa e le interviste con salottino.

Per tutte le informazioni e partecipazioni  e breaking news  visionare il moderno sito web aggiornato sino all'evento: www.aviationyes.com

Per informazioni scrivere su whatsapp all’organizzatrice dott. Francesca Bittarello al +3294218323 

lunedì 4 settembre 2023

La maledizione del "Dakota", la casa delle star che muoiono

tratto da "Il Giornale" del 9 Agosto 2022

L'esclusivo palazzo di New York davanti al quale fu ucciso Lennon è lo stesso che appare nel film satanista "Rosemary's Baby"...

di Seba Pezzani


Con i suoi dieci piani di pietra scura, il suo stile anseatico e gotico, i suoi truci gargouille e gli abbaini a cuspide, il Dakota domina austero, addirittura misterioso, i sereni vialetti di Central Park, nell'Upper West Side di Manhattan, dal 1884. Commissionato da Edward S. Clark, fondatore dell'impero Singer delle macchine da cucire, il palazzo è stato eretto su progetto di Henry J. Hardenbergh, creatore del primo Waldorf Astoria e poi del Plaza. Da allora, è uno dei caseggiati più esclusivi, oltre che costosi, di Manhattan. Talmente esclusivo che per poterci vivere bisogna ottenere il benestare di un apposito comitato di condomini le cui decisioni non dipendono solo dalla ricchezza (comunque necessaria) e dalla fama del richiedente. Parecchi personaggi illustri si sono visti negare tale privilegio. Qualche nome? Madonna, Cher, Melanie Griffith, Billy Joel, Antonio Banderas. Qualcuno sostiene che il processo di selezione si ispiri a criteri di aperta discriminazione razziale. In effetti, di residenti di colore se ne contano pochissimi: tra i più illustri, la cantante Roberta Flack.

Fin dai suoi primi vagiti, il rock'n'roll si nutre avidamente di simboli per lo più rappresentati da oggetti e luoghi. I mattoni intrisi di umidità del Cavern, il locale fumoso di Liverpool in cui i Beatles affinarono la loro arte prima di spiccare il volo. La Stratocaster bianca con cui Jimi Hendrix infiammò all'alba l'assonnato pubblico di Woodstock, stravolgendo l'inno nazionale americano. La camera del Chelsea Hotel di New York in cui Sid Vicious avrebbe accoltellato a morte la fidanzata Nancy, prima di morire lui stesso per un'overdose di eroina. E il Dakota ha un legame sinistro con l'universo rock: fu proprio di fronte al suo ingresso che, l'8 dicembre 1980, John Lennon venne ucciso a colpi di pistola da Mark Chapman, un suo fan svalvolato.

Tutto questo e molto altro troverete ne La maledizione del Dakota (Arcana, pagg 439, euro 19,90) di Camilla Sernagiotto. Il suo libro è, fin dal titolo, un tentativo di mettere ordine in una serie di coincidenze inquietanti che legano tra loro molteplici episodi di violenza consumatisi nel patinato mondo dello spettacolo americano. Paradossalmente, è proprio la volontà quasi ossessiva di concatenare eventi e personaggi in una sorta di complotto globale ricostruito a partire dai loro esiti più tragici come gli assassinii di Sharon Tate e John Lennon a rappresentare l'unico punto debole di questo libro, per il resto ben scritto e suffragato da un ricchissimo corredo di dati storici e sociali. La scia di morti, per lo più violente, legate al Dakota è impressionante e pare tagliare trasversalmente la galassia hollywoodiana per un paio di decenni. Il filo rosso del sangue versato da attori, musicisti, uomini d'affari e frequentatori del bel mondo e quello nero della maledizione che parrebbe aver trascinato in un gorgo realmente infernale decine di altri personaggi si intrecciano, ammiccando a pericolose liaison sataniche e ad avvistamenti di fantasmi.

Chi ama il gossip del mondo dello spettacolo avrà pane per i suoi denti, come pure chi, invece, predilige un'analisi meno piccante dei fatti. La rievocazione stessa di un periodo irripetibile e la descrizione dell'ambiente in cui le vicende narrate hanno preso corpo sono di prim'ordine. Come detto, i due fatti attorno a cui ruota la narrazione sono l'assassinio di Sharon Tate e quello di John Lennon. Cosa leghi due personaggi tanto diversi è la materia stessa del libro. Non tutti sanno che gli esterni del film Rosemary's Baby di Roman Polanski, marito della Tate, sono stati girati di fronte al Dakota e che la storia è ambientata in un palazzo che si chiama Bramford, ma che in realtà richiama direttamente alla mente lo stesso Dakota, forse perché uno dei suoi più illustri inquilini per un certo periodo fu Aleister Crowley, riconosciuto campione dell'occultismo e definito da alcuni «la Bestia». Se non fosse stato un presagio infausto, farebbe sorridere scoprire che, nel 1968, all'uscita del film, diverse organizzazioni di stampo cristiano, compresa la Family, la famigerata setta di Charles Manson, abbiano protestato davanti al Dakota contro le tematiche sataniste del film. In fondo, Manson per i suoi adepti era «Man's Son», il Figlio dell'Uomo. Qualche mese dopo, la sua setta si sarebbe macchiata della «strage di Bel Air», uccidendo Sharon Tate (aderente in gioventù al movimento neopagano Wicca) e il bambino che portava in grembo, in nome del folle appello di Manson a «Helter Skelter», la guerra razziale tra bianchi e neri, a lui ispirata dall'omonima canzone dei Beatles. La fama dei personaggi che hanno gravitato intorno al Dakota rende la matassa intricata: Beach Boys, Led Zeppelin, Frank Sinatra, Mia Farrow, Boris Karloff, Lauren Bacall, Judy Garland, Liza Minelli, Rudolf Nureyev, Leonard Bernstein, la stessa Yoko Ono. La maledizione del Dakota sarà una lettura ricca di sorprese.


giovedì 27 luglio 2023

Gli Ufo tra complotti e visioni mistiche

tratto da https://it.insideover.com/societa/gli-ufo-tra-complotti-e-visioni-mistiche.html

di Luca Gallesi

8 NOVEMBRE 2021

Per quanto strano possa sembrare, il tema degli Ufo e della possibile vita extraterrestre ha appassionato, oltre a filosofi e militari anche teorici del complotto, leader politici e autorità religiose. Probabilmente, molti hanno sentito parlare della bizzarra teoria diffusa dal ricco complottista inglese David Icke (classe 1952), secondo cui il mondo sarebbe guidato da una razza di mostruosi alieni provenienti dal sistema stellare Alpha Draconis. Parliamo dei cosiddetti “Rettiliani”, o uomini-serpente, che, nascosti nelle loro basi scavate nel sottosuolo del nostro pianeta, si impadroniscono delle menti, e talvolta anche dei corpi, dei più importanti leader mondiali, come la famiglia reale britannica, i Bush, i Clinton, i Rothschild, i Rockfeller, e tutti coloro che gestiscono il potere reale, politico o finanziario che sia.

La “grande sostituzione” ebbe inizio quando, nelle parole di Icke, “migliaia di anni fa, le razze rettiliane sono arrivate sul pianeta Terra e si sono incrociate con la razza umana. Non fisicamente, tuttavia, ma attraverso la manipolazione del codice umano, il Dna”. Da allora, gli alieni sono il vero governo occulto mondiale che, indifferente alla volontà popolare, decide i destini del mondo in maniera non dissimile da quella descritta nei cosiddetti Protocolli dei Savi Anziani di Sion, testo base di tutto il complottismo di estrema destra. Ma non si creda che i sostenitori del potere alieno siano una prerogativa di questo schieramento politico: per quanto si cerchi di nasconderlo, anche nell’estrema sinistra troviamo bizzarri personaggi convinti che gli extraterrestri siano i padroni del mondo. Il maestro del leader afroamericano “Malcom X” era, per esempio, un convinto complottista. Stiamo parlando di Elijah Muhammmad (1897- 1975), un musulmano nero che negli Usa degli anni Trenta divenne Supreme Minister della Nation of Islam propagandando il rigido rifiuto dell’integrazione razziale, che avrebbe sminuito la superiorità degli afroamericani sui bianchi. Ma, oltre al curioso fatto che Muhammad ha tenuto comizi segregazionisti assieme al leader neonazista Lincoln Rockwell, la cosa davvero bizzarra è la sua ferma credenza nella visione apocalittica secondo la quale, alla fine dei tempi, gli Ufo scenderanno sulla Terra per eliminare definitivamente i bianchi e permettere così ai neri di riconquistare il primato che Dio, all’inizio dei tempi, aveva loro concesso.

Teorie del complotto a parte, il tema del rapporto tra Dio e gli Ufo è stato affrontato anche seriamente, e addirittura ai massimi livelli della gerarchia cattolica, ovvero dai due Papi attuali. Sia Bergoglio, in una intervista concessa nel 2015 a Paris Match, sia Benedetto XIV, in una lettera indirizzata l’anno precedente al professor Paolo Musso, docente di Filosofia Teoretica all’Università dell’Insubria, hanno, infatti, aperto alla possibilità che esistano forme di vita extraterrestri, lasciando però alla scienza il compito di verificarne la realtà.

All’argomento ha dedicato recentemente la copertina il mensile cattolico Il Timone, ospitando teologi e mistici con opinioni difformi ma sempre molto stimolanti; il docente di Teologia Mauro Gagliardi sottolinea la complessità del tema, data la difficoltà di conciliare l’ipotesi di vita extraterrestre con la dottrina della grazia e del peccato originale. L’unica certezza è che, essendo Dio l’unico creatore, tutto l’universo rimane comunque a Lui sottomesso, compresa ogni eventuale forma di vita aliena. Più variegata, invece, è la posizione dei mistici: alcuni, come l’austriaca Maria Simma, sono sicuri che “gli avvistamenti di Ufo sono opera del diavolo”, perché, suscitando la curiosità dell’uomo, lo distolgono dai temi fondamentali, che riguardano la salvezza dell’anima. Dello stesso parere è un altro religioso, il salesiano Giuseppe Tomaselli, che considera quello degli extraterrestri “un trucco di Satana per far inorgoglire gli uomini, una trappola diretta ad annullare quanto Dio ha rivelato nella Bibbia”. Di parere opposto, invece, sono due mistici molto popolari, tra cui Padre Pio, convinto che “il Signore non ha certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianeta: in altri pianeti ci saranno degli esseri che non hanno peccato”, opinione condivisa dalla visionaria Maria Valtorta, che riferisce quanto confidatole direttamente da Gesù: “Sarei un ben piccolo e limitato creatore se non avessi creato che la terra come mondo abitato! Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell’immensità del firmamento. La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti dell’infinito, e non il più grande. Certo però è il più corrotto”. E, considerato che questa visione avvenne quasi ottant’anni fa, possiamo immaginare quanto sia peggiorato da allora il giudizio divino…


domenica 23 luglio 2023

Da Barbablù al vampiro di Bergamo ecco i casi veri del passato

tratto da Il Giornale del 13 Agosto 2021 

La figura dell'omicida seriale esiste da sempre. Locusta fece una strage ai tempi dell'antica Roma

di Matteo Sacchi


Gli esseri umani uccidono. Per un infinità di motivi. A volte però diventa un atto compulsivo, incoercibile, ribadito con furia e modalità sempre uguale. La psicoanalisi ha esaminato queste psicosi, ha incasellato, a partire dagli anni Settanta del Novecento, chi ne è soggetto come omicida seriale. Ma se la classificazione di questi comportamenti, aberranti, è recente il loro insorgere tra gli esseri umani è antichissimo, probabilmente ancestrale. Difficile risalire a quale sia il più antico serial killer conosciuto. Si potrebbe fare appello addirittura al mito greco di Procuste. Questo brigante appostato sul monte Coridallo, nell'Attica, lungo la via sacra tra Eleusi e Atene, aggrediva i viandanti e li straziava battendoli con un martello su un'incudine modellata a misura di letto (il suo). I malcapitati venivano così torturati e «stirati» se troppo corti, o amputati qualora i loro arti sporgessero. Forse il personaggio ucciso nella leggenda da Teseo non è mai esistito. Ma il comportamento può ricordare quello di serial killer moderni con disturbi legati alla loro fisicità. Procuste per non sentirsi inadeguato adegua il mondo a se stesso.

Ci sono casi in epoca storica che indubbiamente potrebbero avvicinarsi alle tipologie dell'assassino seriale come quello dell'avvelenatrice romana (ma di origine gallica) Locusta. Venne accusata anche della uccisione dell'imperatore Claudio, di Britannico e di un numero imprecisato di altre persone. Arrestata fu condannata a morte nel 69 dopo Cristo durante le Agonalia. In questo caso difficile distinguere tra la killer prezzolata e l'assassina compiaciuta delle sue pozioni descritta da alcune fonti antiche come Svetonio. Era invece probabilmente un serial killer a tutti gli effetti Gilles de Montmorency-Laval (1405-1440). Barone di Rais, compagno d'Arme di Giovanna d'Arco si interessava di pratiche alchemiche condite con l'omicidio e lo stupro. Torturò e uccise, secondo le accuse centoquaranta adolescenti. Attorno al 1432 dopo lunghi anni di campagna militare contro gli inglesi e per una serie di incroci familiari si ritrovò ad ereditare un enorme ricchezza. Si diede rapidamente a spese folli e guerre private. Si fece rapidamente anche dei nemici. Contemporaneamente iniziò a dare la caccia alla pietra filosofale, condita con sacrifici umani. I suoi eccessi e le sue violenze portarono al suo arresto nel 1440. Iniziarono ad accumularsi testimonianze sulla scomparsa di bambini nelle sue proprietà. Ne approfittarono i suoi rivali, il duca di Bretagna e il Vescovo di Nantes montando un processo a senso unico. Finì prima impiccato e poi bruciato. Ma per gli storici attuali è difficile capire quanti dei reati di cui è stato accusato siano reali. Di certo la confessione di Gilles venne estorta con la tortura. Alcuni storici e antropologi, tra cui George Bataille, hanno provato a riconsiderare la realtà delle accuse. I giudizi sono divisi ma di certo il processo restò nell'immaginario collettivo. Tutta l'incredibile e truculenta faccenda ha ispirato lo scrittore francese Charles Perrault per la fiaba del 1697 Barbablù.

Ancora più truce, se possibile, la vicenda di Peter Stubbe che, nel 1589, fu giustiziato per «licantropia». Stubbe viveva a Bedburg, nei pressi di Colonia, secondo gli atti processuali gli sono attribuibili l'omicidio di due donne incinte e tredici bambini (compresi i suoi figli). Uccideva le vittime tagliando o mordendo loro la gola, dopodiché ne portava il cadavere in luoghi isolati per poterne bere il sangue ed estrarne gli organi interni (uccise anche suo figlio per mangiarne il cervello).

Una compulsione non molto diversa da quella dell'italiano Vincenzo Verzeni. Noto come il vampiro della Bergamasca venne condannato per l'omicidio di due donne e l'aggressione di altre sei tra il 1867 e il 1872. Il suo caso attirò l'attenzione anche di Cesare Lombroso. In questo caso siamo già di fronte ad un processo moderno e a testimonianze non estorte: «Io ho veramente ucciso quelle donne e ho tentato di strangolare quelle altre, perché provavo in quell'atto un immenso piacere.». Verzeni venne rinchiuso nel manicomio milanese della Senavra (il palazzo esiste ancora) e lì trascorse moltissimi anni. La scienza medica stava iniziando a spalancare gli abissi della mente umana per studiarli. I disturbi di Verzeni erano legati ad un'infanzia piena di violenze e di traumi. Cosa abbia trasformato in predatori seriali moltissimi prima di lui, non lo sapremo mai.

mercoledì 19 luglio 2023

25° CONVEGNO DI UFOLOGIA CITTA' DI POMEZIA che organizzo domenica prossima 23 luglio 2023 al SIMON HOTEL

Per chi non andrà in vacanza a fine luglio vi aspetta il 25° CONVEGNO DI UFOLOGIA CITTA' DI POMEZIA il 23 luglio 2023 al SIMON HOTEL per una full immersion scientifica con i relatori aderenti al CSUW Centro Studi Ufology World (www.centrostudiufologyworld.com) nelle tecnologiche e confortevoli Sale Congressi per una giornata di pieno Relax dalle 10 alle 19,

Potete trovare l'attesissimo Programma con gli attesi titoli delle conferenze di ogni Relatore nel sito ufficiale dell'evento www.convegnoufologiapomezia.com

Inoltre le ampie sale confortevoli e tecnologiche sono dotate di ogni confort compresa ovviamente l'aria condizionata. Durante la pausa pranzo di un ora (13 -14)  potrete assaggiare il must gastronomico del convegno e sarà offerta dalla partneship della Lux-Co Edizioni con Oxiana assaggi della loro esclusiva Birra artigiale.

Trovate tutte le info sul sito dell'evento