tratto da "L'Opinione" del 07 agosto 2024
di Dalmazio Frau
I nostri padri d’età classica ben sapevano che alcuni luoghi del nostro mondo terreno sono governati da potenze sovrannaturali. Genius loci chiamavano queste entità che potevano essere benevole o nefaste nei confronti dell’uomo che si recava nel loro dominio. In realtà, anche con l’avvento del cristianesimo e persino oggi nella nostra società laica e desacralizzata, ciò non è mai cambiato. Ed ecco che, a seconda della sensibilità sottile di ciascuno di noi, più o meno spiccata, avvertiamo qualcosa di positivo o di negativo in certi luoghi o in alcuni edifici.
Ad esempio, io ho sempre avvertito uno spirito, una forza negativa nell’edificio postmoderno del Maxxi, a Roma, oppure nella Nuvola ideata da Massimiliano Fuksas, mentre sento scorrere le energie supere ancor oggi possenti e vitali in Castel Sant’Angelo o nella Basilica di San Clemente, nel suo Mitreo come nella navata centrale oppure nella sacra di San Michele in Val di Susa e in tanti altri luoghi, come il Duomo di Siena o il Tempio malatestiano a Rimini.
Suggestioni, diranno alcuni. Sensibilità e conoscenza del “mondo altro”, dico io… una sensibilità che l’uomo ha perduto sempre di più nel corso degli ultimi trecento anni. Altro fatto non trascurabile è che molti di questi luoghi, non tutti adibiti al culto cristiano, sono custodi d’opere artistiche. Musei, chiese, fortezze o semplici dimore contengono quei potentissimi catalizzatori d’energie che sono le opere d’arte. Veri e propri media tra l’uomo e il cielo o, a volte, tra l’essere umano e le forze ctonie. Queste energie, per usare un termine oggi alla moda, in realtà influenzano in maniera invisibile ma reale le persone che stanno in determinati luoghi, che ci crediate o meno. So che coloro che sono più in là con gli anni stanno riportando alla loro memoria, mentre leggono, le immagini inquietanti in bianco e nero dello sceneggiato tivù Belfagor-Il fantasma del Louvre di quando eravamo bambini, e non sarebbero tanto distanti dalla realtà, che è sempre molto più estesa di quella che giace sotto i nostri sensi materiali.
Persino edifici storici come il Quirinale o Palazzo Chigi non sono esenti dall’essere “dominio” di simili energie che ancora oggi si muovono lungo quei corridoi suggerendo, ispirando, spingendo e inclinando chi li occupa, spesso in maniera del tutto inconsapevole, a compiere determinate scelte piuttosto che altre. Sarebbe interessante scoprire quanti “spettri”, quante fantasime e quanto “démoni” si aggirano per le sale dei nostri palazzi istituzionali, senza neanche il favore delle tenebre, perché ad attrarli basta la cattiva volontà umana e magari qualcosa di antico, gravido di pulsioni basse quali l’odio, il rancore e l’avidità.
Cose da Ghostbusters all’amatriciana? O da Zaffiro e Acciaio de noantri. Ma giochiamo per un istante a credere nel sovrannaturale, soltanto per pochi minuti, tanto è un gioco ferragostano. E se certe decisioni politiche particolarmente discutibili, certe affermazioni inopportune rilasciate alla stampa con le relative polemiche, fossero dovute all’influsso preternaturale di forze oscure? Lo so che voi siete laici e illuministi – non tutti per fortuna – e fedeli alla buonanima di Piero Angela credete nella scienza materialista, ma un dubbio non vi ha mai solleticato? Vi ha mai sfiorato il terrore assoluto della “controra”? Non avete mai sentito un brivido diaccio scorrervi lungo la schiena laddove non c’era nessuno e comunque faceva un bel caldo estivo?
Chiamavano Belzebù, tra il serio e il faceto, un uomo di valore intellettivo e culturale altissimo come Giulio Andreotti e il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, da buon partenopeo, ricorreva a gesti scaramantici, mentre si dice che il bolognese Romano Prodi fosse assiduo frequentatore di sedute spiritiche. Si dice, si narra, raccontano: tutte voci di corridoio. Eppure, quanti tra gli esponenti dei vari Governi che si sono succeduti, in maniera per lo più segreta, hanno avuto frequentazioni con il mondo dell’occulto? Difficile dirlo con certezza, così come è difficile affermare con altrettanta certezza quanti tra i politici abbiano investito in opere d’arte d’autori antichi e contemporanei per incrementare i loro introiti. Ma del resto non vi è nulla di male in tutto ciò, s’investe nell’arte così come lo si fa in borsa, sinché viene fatto nel rispetto delle leggi tutto è lecito.
Però pensiamoci, pensateci. Il mondo empio e tenebroso della Marchesa Françoise di Rochechouart de Mortemart, meglio nota come Madame de Montespan, favorita alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, non è poi così distante dal nostro: appena tre secoli lo distanziano. Ma il potere cerca sempre di restare in sella in ogni modo. E se la politica non basta, se l’economia è insufficiente, se persino la guerra si rivela inadeguata, allora altre forze si manifestano, evocate, blandite, richiamate dall’innominato abisso per la cupidigia umana, che mai si accontenta in certi casi, dell’amore, del bene e della bellezza.
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